1. Introduzione. di Giovanni Gulisano e Claudio Marcianò *

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1. Introduzione di Giovanni Gulisano e Claudio Marcianò * La definizione di percorsi di sviluppo sostenibili comporta, a livello territoriale, il saper conciliare a un tempo esigenze di crescita economica, di tutela ambientale e di equità sociale. Il perseguimento simultaneo di tali obiettivi, in un quadro di riferimento in continua evoluzione, risulta particolarmente complesso. Ancor più complesso quando il territorio di riferimento, come nel caso della Comunità Montana Versante Tirrenico Meridionale, presenta una morfologia piuttosto tormentata, un sistema economico fragile e registra problematiche socio-economiche di spopolamento, disoccupazione e particolare vulnerabilità delle fasce sociali svantaggiate. In questo ambito, così diffuso nel panorama regionale calabrese, il decisore pubblico riveste un ruolo determinante nella redistribuzione del reddito e nel garantire una gestione sostenibile delle risorse per le generazioni future. Determinante, ma non sufficiente senza un adeguata integrazione degli attori pubblici e privati nei processi decisionali. Da più parti si avverte la necessità di spostare l attenzione dalle tradizionali forme di governo, basate su interventi di tipo centralizzato, a più adeguati modelli di governance, termine utilizzato con diverse accezioni da vari autori, per indicare forme di governo nuove e più complesse di quelle tradizionali, riferite ad un complesso insieme di attori ed istituzioni derivanti da strutture governative e non (Stoker, 1998). Man mano che l agricoltura assume un nuovo ruolo multifunzionale, non più legato alla logica della semplice produzione, si moltiplicano anche gli attori coinvolti nei processi politici ed economici necessari per rispondere alle diverse esigenze dello spazio rurale (Marsden e Murdoch, 1998). Lion et al. (2003) sostengono che la governance, a differenza del governo, incorpora una pluralità di soggetti per l implementazione delle politiche locali, in una realtà sociale complessa dove le interazioni e i livelli di potere risultano moltiplicati e le politiche varate dallo Stato sono fortemente decentrate. Nella loro accezione governance è sinonimo di un partenariato multilivello nel quale la consultazione diventa uno strumento di sintesi degli interessi delle amministrazioni, degli attori sociali ed economici e dei cittadini. Se la governance rappresenta un innovazione nel settore delle decisioni politiche a livello locale, essa non è * Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-forestali ed Ambientali (DiSTAfA), Sezione Economico-valutativa, Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria. 7

scevra da alcune problematiche che emergono quando ad adottare una decisione sono coinvolti molteplici attori che, anche se determinati nel perseguire lo sviluppo di un area, possono avere una visione differente delle priorità e delle strategie da adottare. Nell attuazione delle proprie politiche programmatiche, la Regione Calabria per il periodo 2000-2006 ha prestato particolare attenzione al potenziamento delle esperienze di governance locale attraverso la definizione dei Piani Integrati, che si sviluppano attraverso azioni coordinate fra i diversi Assi del Programma Operativo Regionale (POR) nel caso dei Piani Integrati Territoriali (PIT), o attraverso azioni integrate all interno dello stesso asse nel caso dei Piani Integrati Strategici (PIS), dei Piani Integrati per le Filiere (PIF) e dei Piani Integrati per le Aree Rurali (PIAR) (Calabrò et al., 2008). Un approccio specifico allo sviluppo rurale è rappresentato, inoltre, dal Programma di Iniziativa Comunitaria Leader+. In occasione delle opportunità offerte dal varo, da parte della Regione Calabria, dei PIAR, la Comunità Montana (CM) Versante Tirrenico Meridionale ha avviato, nel 2002, la fase di pianificazione del PIAR Aspromonte Sud. Si è trattato di un momento importante che ha visto l incontro delle componenti pubbliche e private operanti sul territorio al fine di individuare e avviare una comune strategia di sviluppo. Gli incontri, svoltisi nella sede della Comunità Montana, sono stati da subito vivaci e ricchi di contenuti grazie anche alla eterogeneità del partenariato socio-economico che includeva. Hanno partecipato, fra gli enti pubblici, oltre alla CM, anche i rappresentanti di 11 amministrazioni comunali, della Facoltà di Agraria di Reggio Calabria, dell ARSSA e dell Istituto professionale per l agricoltura di Taurianova. Per i soggetti privati, erano presenti le organizzazioni professionali agricole, Confagricoltura e Coldiretti, le Associazioni di categoria (Confcooperative, Confcommercio, Confartigianato, Confesercenti) nonché due organizzazioni sindacali (CGIL, CISL). In qualità di ente pubblico/privato, era presente il Gruppo di Azione Locale GALVATE, già attivo nell ambito del Leader II. Nel capitolo due viene descritto il percorso metodologico seguito per facilitare il processo di convergenza dei diversi soggetti del partenariato del PIAR Aspromonte Sud verso una strategia di sviluppo del territorio condivisa dalle parti coinvolte nel processo decisionale. Complessivamente, quindi, il PIAR è frutto di una serie di analisi e di un complesso processo decisionale interattivo fra il Gruppo Tecnico ed i membri del partenariato. All interno del PIAR Aspromonte Sud, il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-forestali ed Ambientali (DiSTAfA) ha proposto un progetto di ricerca volto all approfondimento del sistema agro-forestale dell area. Tale progetto prevedeva, come descritto più dettagliatamente in seguito, lo 8

svolgimento di analisi strutturali, tecniche ed economiche sui comparti produttivi agricoli e forestali. Lo studio è stato finalizzato all analisi del territorio agro-forestale, all individuazione dei principali comparti produttivi e alla definizione di ipotesi di percorsi di sviluppo endogeno promossi attraverso la valorizzazione e la gestione sostenibile delle risorse locali. La complessità delle tematiche affrontate ha richiesto un approccio interdisciplinare che ha tenuto sempre presente l esigenza di definire momenti e meccanismi di consultazione sistematica tra gli attori del partenariato (politici, tecnici, associazioni di categoria e università). È da sottolineare la presenza nel versante tirrenico della provincia di Reggio Calabria di altri piani integrati che hanno favorito lo scambio di informazioni e il rafforzamento di sinergie fra i diversi partenariati socio-economici già esistenti e attivi sul territorio (Marcianò e Palladino, 2008). Ad esempio, per quanto riguarda lo studio dei sistemi forestali, è stato possibile sviluppare sinergie con il gruppo di ricerca già attivo nell ambito del Leader+ Reggino Versante Tirrenico, che comprende l area della CM Versante Tirrenico Meridionale promotrice del PIAR Aspromonte Sud (Marziliano et al., 2008). Il lavoro è diviso in due parti. Nella prima viene effettuato un inquadramento territoriale e socio-economico del versante tirrenico reggino e della CM Versante Tirrenico Meridionale e un analisi del contesto normativo relativo alle tematiche affrontate, mentre la seconda parte comprende i contributi specifici relativi al sistema agro-forestale. Nel capitolo tre viene effettuata un analisi territoriale e paesistica del versante tirrenico reggino, geograficamente caratterizzato dalla presenza della Piana di Gioia Tauro, terza pianura per superficie della Calabria con circa 40.000 ha. Orograficamente una parte significativa del territorio è posta a quote inferiori a 700 m ed è caratterizzata dalla presenza di colture agrarie favorite da condizioni di acclività non particolarmente elevate. Fanno eccezione i primi contrafforti dell Aspromonte, del Monte Poro e delle Serre Vibonesi che segnano il passaggio dalla collina alle aree montane propriamente dette. La coltura più diffusa è quella dell olivo, caratterizzato da piante di grandi dimensioni - i famosi boschi di ulivo della Piana di Gioia Tauro, elemento peculiare di quest area - seguita dagli agrumi allevati sia in purezza sia in coltura promiscua con lo stesso olivo. Queste colture rappresentano una voce significativa per l economia di buona parte dell area. Sono affrontate anche le tematiche relative alla caratterizzazione dei sistemi paesistici ai fini dell applicazione dei principi della Convenzione Europea sul Paesaggio e individuati gli strumenti e le azioni per la valorizzazione del paesaggio rurale. 9

Il patrimonio architettonico rurale tradizionale risulta significativo in termini di diffusione ed è prevalentemente localizzato lungo le direttrici dei principali elementi idrografici, in particolare delle fiumare Petrace e Mesima. Nel capitolo quattro vengono analizzate, in termini qualitativi e quantitativi, le dinamiche ambientali in atto all interno dell area di indagine e si forniscono gli orientamenti e le linee guida per attuare una pianificazione del territorio che coniughi lo sviluppo rurale con le esigenze di difesa del suolo. L analisi di tali dinamiche fa emergere una situazione ambientale particolarmente delicata, le cui cause vanno individuate nell aumento incontrollato della pressione antropica e nelle modalità d uso finora adottate delle risorse naturali. Il diverso combinarsi di fattori geologici, morfologici, climatici e di pressione antropica ha originato una ampia casistica di fenomeni di dissesto che differiscono per tipologia, cinematismo, caratteri evolutivi e dimensioni delle aree potenzialmente coinvolte. Nel capitolo cinque, dopo un inquadramento geografico e amministrativo dell area della CM oggetto d indagine, viene analizzato il territorio dal punto di vista degli aspetti fisici e morfologici e delle principali caratteristiche sociali ed economiche delle popolazioni dei centri abitati che vi ricadono. Inoltre, l analisi territoriale ha esaminato le caratteristiche topografiche dei versanti, gli aspetti idrografici e la viabilità principale e secondaria. Lo studio dei sistemi produttivi, affrontato nel capitolo sei, fornisce un modello interpretativo dello sviluppo del territorio sulla base di uno studio di dettaglio del sistema territoriale dell area oggetto di studio. Il concetto di sistema produttivo locale combina tre dimensioni fra loro correlate: economica, territoriale e sociale, che per la loro mutua interdipendenza non sono scindibili. Una definizione così ampia del concetto di sistema produttivo locale consente di prendere in considerazione tutti i processi di sviluppo che caratterizzano il sistema produttivo. Accanto all obiettivo generale sono stati identificati anche obiettivi specifici, attraverso i quali studiare in dettaglio i fattori che incidono sullo sviluppo economico-produttivo del territorio, quali l organizzazione sociale (dinamiche demografiche, urbane, aspetti occupazionali etc.), la struttura territoriale e quella produttiva. Mediante un analisi quantitativa, basata sulle statistiche ufficiali, dei dati socioeconomici sono state definite le caratteristiche distintive del sistema produttivo locale ed evidenziato il peso delle diverse componenti del sistema agro-forestale nell ambito dell economia dell area (Gorgoni et al., 1983). Nel capitolo sette viene effettuato un approfondimento degli aspetti legati all integrazione dei problemi ambientali nelle politiche europee. La qualità ambientale e l uso sostenibile ed efficiente delle risorse naturali sono, sempre più, fattori di competitività e attrattività per lo sviluppo locale e favoriscono l attivazione di filiere e lo sviluppo di attività collegate di ricerca e 10

innovazione. In particolare, viene approfondita la tematica relativa alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) che costituisce un importante passo avanti verso un approccio innovativo nello sviluppo sostenibile, poiché supera la logica che vede lo sviluppo economico come un fattore di impatto ambientale e la tutela e il risanamento ambientale come mezzi settoriali per riparare i relativi danni. Infatti, integrando le considerazioni ambientali in modo trasversale, a monte della formazione delle politiche di sviluppo economico, è possibile non solo prevenire o limitare il danno, ma rendere l ambiente motore di competitività e di sviluppo. Nel capitolo otto sono affrontate le problematiche relative alla legislazione forestale, con particolare riguardo al sistema dei vincoli, all evoluzione dell attività selvicolturale e alla tutela ambientale, attraverso la ricostruzione del quadro legislativo statale e regionale. Viene analizzato il ruolo del bosco sia nell ambito dell impresa forestale, esaminata sia all interno del più generale schema dell impresa agricola multifunzionale sia per le peculiarità che presenta rispetto a quest ultima. Essa, infatti, si caratterizza oltre che per la produzione di beni collocabili sul mercato, anche perché risponde alle esigenze della collettività attraverso la realizzazione di esternalità positive. Così, l impresa forestale presenta aspetti di interesse non solo privatistico e concorrenziale ma anche e, soprattutto, pubblicistico, rendendo ormai inseparabili questi due rami dell ordinamento. Nel capitolo nove vengono descritte le principali tappe del processo di attuazione delle Organizzazioni Comuni di Mercato (OCM), segnatamente nei comparti olivicolo e agrumicolo, dalla loro introduzione negli anni Sessanta fino alla Riforma dei meccanismi di sostegno della Politica Agricola Comunitaria ad opera del cosiddetto Regolamento-base n.1782/2003, che introduce gli aiuti disaccoppiati e il Regime di Pagamento Unico (RPU). Infine, nel capitolo dieci, viene analizzato il significato del termine paesaggio nella Costituzione repubblicana la quale ne inquadra la tutela tra i principi fondamentali. Quindi, viene ricostruita la nozione di paesaggio attraverso l esame della giurisprudenza della Corte Costituzionale. La seconda parte del volume descrive il sistema agro-forestale dell area oggetto d indagine attraverso l analisi dei comparti produttivi agricoli e forestali, per ciascuno dei quali vengono ipotizzate proposte di sviluppo. Nei capitoli undici e dodici viene effettuata una rappresentazione puntuale del territorio, con particolare riferimento a quello forestale. Le analisi hanno portato alla redazione di una carta di uso e copertura del suolo in scala 1:25.000 e di una serie di carte derivate che illustrano le principali caratteristiche fisiche del territorio della CM. Ciò ha consentito di avere informazioni sulle caratteristiche strutturali dei popolamenti forestali, sui 11

vincoli ambientali (Parchi, aree protette, psic e ZPS) presenti nell area di studio. Le informazioni acquisite mediante rilievi diretti hanno consentito di formulare un Piano Forestale Territoriale di Indirizzo, strumento di pianificazione di una realtà territoriale omogenea da un punto di vista geografico e amministrativo, e di definire le linee guida per una gestione forestale sostenibile dei sistemi forestali. Tale piano costituisce il presupposto per una pianificazione territoriale a livello aziendale (proprietari pubblici e privati, singoli o associati) in modo da attuare una gestione congruente con ipotesi condivise, attivando quelle sinergie indispensabili per un efficace e duratura politica del territorio capace di conservare e valorizzare i sistemi e i prodotti forestali nell ottica di una gestione sostenibile delle risorse rinnovabili. Successivamente, nel capitolo tredici vengono approfondite le problematiche economiche del comparto produttivo forestale. Attraverso la stima del valore potenziale legnoso dell area di studio viene quantificata la disponibilità potenziale delle risorse forestali e valutata la possibile produzione di legname. Particolare attenzione viene prestata alla valorizzazione delle biomasse forestali a fini energetici, che costituiscono non solo un importante fonte alternativa ai combustibili convenzionali, ma anche una nuova opportunità di sviluppo socio-economico per le aree rurali. Le biomasse possono dare un contributo significativo ad attenuare le conseguenze dell aumento dei gas a effetto serra e dare risposte positive in termini di occupazione, nonché ad assicurare una gestione sostenibile dei sistemi forestali. Nei capitoli quattordici, quindici e sedici, viene effettuata una caratterizzazione qualitativa e quantitativa del patrimonio olivicolo e dell olio d oliva e più in generale del comparto olivicolo-oleario dell area di studio. In particolare, nel capitolo quattordici vengono esaminati gli aspetti relativi alla coltivazione dell olivo nel Versante Tirrenico Meridionale della provincia di Reggio Calabria. Viene analizzata la struttura delle aziende olivicole, con particolare riferimento a quelle operanti nell area PIAR Aspromonte Sud. Sono analizzati gli elementi che contraddistinguono i sistemi olivicoli presenti nella zona e le problematiche inerenti la conduzione agronomica degli stessi. Sulla base di queste analisi vengono proposte soluzioni per favorire il rilancio della coltura conciliando la funzione produttiva con quella paesaggistica. Nel capitolo quindici vengono analizzate le caratteristiche qualitative dell olio d oliva, la cui qualità risulta strettamente correlata con una molteplicità di fattori, tra cui: la cultivar, il microclima, le tecniche colturali, fra cui l irrigazione, le concimazioni, i trattamenti fitosanitari e la potatura. Importanti risultano anche l epoca e la modalità di raccolta delle olive, le tecnologie estrattive e la conservazione dell olio. 12

Nel capitolo sedici vengono analizzati i principali aspetti tecnico-economici relativi ai nuovi modelli olivicoli intensivi, confrontati con impianti olivicoli di tipo tradizionale, maggiormente rappresentati nella zona di studio. Dallo studio emergono anche le potenzialità economiche legate alle diverse tipologie di prodotto ottenuto. Le analisi hanno evidenziato anche le differenze tecnico-economiche e reddituali per le diverse tipologie d impianto riscontrate nell area di studio, delineando le opportunità di mercato e l incidenza del valore aggiunto per le imprese che si pongono come obiettivo la gestione integrata dell intera filiera produttiva. Nel capitolo diciassette viene affrontato il tema della tutela idrogeologica e della conservazione del suolo quale obiettivo strategico per il mantenimento degli oliveti, evidenziando gli effetti idrologici connessi a diverse modalità di gestione del suolo. Nel capitolo diciotto viene analizzato il ruolo che il turismo rurale potrebbe rivestire nell economia del territorio, attività che negli ultimi anni ha assunto un importanza rilevante sia dal punto di vista prettamente ambientale sia come motore di sviluppo delle aree rurali. Attraverso la lettura del territorio lo studio valuta le possibilità del turismo rurale nello sviluppo integrato e sostenibile del territorio, in stretta connessione con le altre attività agricole. Nel capitolo diciannove vengono proposte alcune linee guida per la valorizzazione del patrimonio rurale basato sulla valenza paesaggistica del territorio considerato nella sua globalità. Viene evidenziato come diversi interventi messi in atto finora hanno incrementato, in maniera molto frammentata, il turismo e l economia dell area senza però riuscire a individuare una metodologia di intervento per una valorizzazione condivisa del territorio del Basso Tirreno Reggino. L esame dell'area di studio evidenzia la presenza di diverse tipologie di paesaggio, naturali e artificiali, alcune delle quali peculiari di questa realtà della Calabria, frutto della secolare coevoluzione fra ambiente naturale e azione antropica e di cui rimangono segni tangibili nel paesaggio, negli usi e costumi locali. Il paesaggio rurale è un sistema complesso in continua evoluzione e non è pensabile una sua conservazione basata soltanto su strumenti di interdizione e di difesa. Per una efficace e duratura conservazione degli ecosistemi rurali è necessario analizzare le forme di gestione tradizionali, adattarle alle condizioni ecologiche attuali e alle esigenze delle popolazioni locali, che devono essere attivamente coinvolte in quanto custodi dei saperi locali e responsabili della loro applicazione. 13

- Riferimenti bibliografici Calabrò T., De Luca A.I, Marcianò C., Vigetti E. (2008). Governance locali e pianificazione integrata in Calabria, in Gulisano G. Marcianò C. (a cura di) I distretti rurali in Calabria: Aspetti teorici, metodologici ed applicativi, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Forestali ed Ambientali, Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria, Editrice Kalìt, ISBN 978-88-903483-7-2. Lion C., Martini P., Volpi S. (2003). Evaluation and governance: the Italian experience. Regional Studies International Conference on Reinventing Regions in the Global Economy, Pisa, Italy, 12-15 April. Marcianò C., Palladino M. (2008). Analisi del capitale sociale, in Gulisano G. Marcianò C. (a cura di) I distretti rurali in Calabria: Aspetti teorici, metodologici ed applicativi, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro- Forestali ed Ambientali, Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria, Editrice Kalìt, ISBN 978-88-903483-7-2. Marsden T. e Murdoch J. (1998). Editorial: the shifting nature of rural governance and community participation. Journal of Rural Studies, 14:1-4. Marziliano P.A. Menguzzato G., Pelle L., Scuderi A., Marcianò C., Stillitano T., (2008). Le risorse forestali: Ipotesi per una gestione sostenibile Analisi del valore potenziale legnoso, Area Leader + Reggino Versante Tirrenico, Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria, Centro Stampa di Ateneo, pp.156, ISBN 978-88-89367-34-6 Stoker G. (1998). Governance as theory: Five propositions. International Social Science Journal, 155:17-28. 14