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Transcript:

WORKSHOP LO SPORTELLO D ASCOLTO E CONSULENZA SPAZIO STUDENTI: CONDIVISIONE DEGLI ESITI Brescia, 5 novembre 2015 Aspetti qualitativi delle domande portate a consulenza Dott. Andrea Costa Psicologo Consulente SPAZIO STUDENTI Dipartimento di Scienze Cliniche e Sperimentali Università degli Studi di Brescia

Fare spazio all ascolto La fase preparatoria all avvio dello sportello ha comportato una serie di passaggi istituzionali importanti, per consentire di fare spazio all ascolto degli studenti all interno del nostro Ateneo. Queste azioni sono risultate complesse da realizzare, ma proprio per questo hanno favorito la creazione dentro ciascuno di noi e alla stessa istituzione di uno spazio mentale (Resnik, 1990) orientato ad ascoltare ciò che fino a quel momento era stato l inascoltato. L avvio delle consulenze ha consentito di abitare la distanza (Rovatti, 1994): tra studenti e istituzione universitaria, ma anche entro ciascuno di noi tra il proprio ruolo e la propria identità, i propri bisogni, le proprie aspirazioni.

La frequenza allo sportello Confrontando il nostro servizio con quelli di altri Atenei italiani, possiamo affermare che la frequenza è stata significativa e fino ad oggi costante nel tempo. Come ci viene però confermato dalla letteratura (Turner & Quinn, 1999; Blanco et al., 2008; Eisenberg et al., 2011; Downs & Eisenberg, 2012) rimane ancora troppo bassa la percentuale di studenti in difficoltà che decide di rivolgersi a questi servizi e intraprendere un percorso di sostegno psicologico. Ciò avviene spesso per varie ragioni che comprendono: o scarsa conoscenza dei servizi disponibili o sottovalutazione dei propri problemi o paura di essere stigmatizzati, etichettati come «diversi»

Le domande portate al consulente Difficoltà a completare il ciclo di studi, spesso collegato a situazioni famigliari complesse dalle quali non si è in grado di svincolarsi. Il timore di affrontare la conclusione del corso di studi intrapreso, strettamente connesso all incertezza nella progettazione del proprio futuro. La difficoltà a sostenere esperienze di lutto o perdita: dalla morte di un genitore, alla perdita di un amore, fino al far fronte all esperienza della malattia. Problemi legati al metodo di studio e alla complessa relazione con l istituzione: dai docenti ai diversi soggetti che a vario titolo intervengono nel corso degli studi. Fare i conti con le aspettative della famiglia: dalla gestione delle ansie da separazione non pienamente metabolizzate (fuori sede) alla falsificazione delle informazioni circa la propria carriera scolastica. La mancanza delle giuste motivazioni nel proseguire il percorso di studi, che porta a lunghi periodi di stasi, con conseguente senso di colpa e frustrazione. Difficoltà di relazione con i pari/docenti e di espressione dei propri pensieri.

Il disagio descritto dagli studenti Faccio fatica a memorizzare, capire e spiegare, esprimere a parole un pensiero. Quando mi trovo a parlare con una persona spesso non riesco a esprimere quello che voglio dire Spesso ho difficoltà di organizzazione dello studio Cerco un modo per riacquisire l autostima perduta, per imparare a gestire l ansia e imparare a superare le difficoltà più serenamente Vivo un periodo di difficoltà relativo all università e le conseguenti decisioni da prendere: sento che non è il mio corso di studi avrei dovuto fare tutt altro Provo ansia di fronte a parecchie situazioni, paure immotivate, difficoltà ad affrontare gli altri mi sento spesso fuori luogo, giudicata, criticata Ho difficoltà nel proseguire gli studi, proprio ora che sono a un passo dalla fine: sono fermo da più di un anno e non riesco a trovare le giuste motivazioni per continuare Quando devo affrontare quell esame vado nel pallone: l ansia sale a mille e il più delle volte nemmeno mi presento all appello. ma in casa non sanno nulla Devo migliorare il mio metodo di studio, per quanto riguarda memorizzazione e organizzazione

Di fronte a una nuova esperienza Il periodo della vita che coincide con gli studi universitari rappresenta un momento critico, poiché segna il passaggio dall adolescenza all età adulta e impone il confronto con aspetti evolutivi complessi (Ruby et al., 2009). I giovani-adulti (Maggiolini, Pietropolli Charmet, 2004) che frequentano l università si trovano a fronteggiare: una differente organizzazione del proprio tempo, caratterizzato da maggiore libertà e nuovi impegni accademici; la parziale separazione dal proprio nucleo famigliare; l inserimento in un nuovo contesto microsociale che comporta una differente maturazione personale e sentimentale; la necessità di prendere decisioni circa il proprio futuro all interno di un mutato quadro macrosociale, ora più fluido (Bauman, 2005) e incerto; il sistema delle attese dei genitori vs le proprie esigenze di autonomia e costruzione identitaria. Tutto ciò può contribuire in vario grado allo sviluppo o alla ricomparsa di disagi di natura psicologica e/o psicosomatica (Hyun et al., 2007; Burris et al., 2009).

Fare i conti con le difficoltà In taluni casi è stato evidente come il solo prendere contatto con il servizio abbia rappresentato un cambio di prospettiva nell affrontare la situazione: accettare di chiedere aiuto si è rivelato per alcuni studenti già di per sé terapeutico. Accedere alla consulenza ha significato iniziare un percorso giocoforza breve e parziale - dentro se stessi, al termine del quale lo studente ne ha ricavato una maggior consapevolezza circa i propri bisogni. Ciò ha favorito l attivazione il più delle volte autonoma, in alcuni casi elaborata durante gli incontri di strategie di coping più funzionali: o dall autocolpevolizzazione alla pianificazione di azioni mirate o condividere il problema all interno del proprio microcosmo relazionale e affettivo per ricevere un sostegno emotivo o ricercare specifici supporti, oltre la consulenza stessa, che favorissero lo sblocco, rispetto alla situazione di stallo che si stava vivendo In molti casi già al termine dei quattro incontri ora più ravvicinati, ora più dilatati nel tempo il problema si presentava sotto una differente prospettiva, grazie anche ai primi risultati ottenuti: ci si era rimessi in cammino

Il lavoro realizzato nelle consulenze La finalità non è il cambiamento o la risoluzione del problema, quanto: il raggiungimento di una maggior capacità di gestione dell ansia; una maggior attenzione circa l influenza che le esperienze della vita assumono nella costruzione della propria visione del mondo. Si è lavorato per favorire l internalizzazione delle proprie problematiche, quale strategia di coping che finisce per aumentare la resilienza. L offerta di un numero limitato di colloqui è stata pensata funzionale rispetto alle ansie di quegli studenti che tendono a vivere la richiesta di aiuto come un fallimento delle loro capacità di farcela da soli o temono di ricadere in situazioni di dipendenza vissute come infantilizzanti. Si è lavorato per facilitare un progressivo passaggio dal funzionamento infantile, centrato sull identificazione, al funzionamento adulto fondato sulla differenziazione-separazione tra Sé e l Altro. Di fronte a sintomi riconducibili ai disturbi d ansia e depressione che sembrano rappresentare la ricerca di una modalità adattiva rispetto ad un funzionamento di Sé fino a quel momento idealizzato si è cercato di favorire un esame di realtà che consentisse di iniziare ad affrontare il problema, anche rivolgendosi a servizi o professionisti esterni all università.

E chi ha interrotto? In molte situazioni dove si è verificata l interruzione della consulenza era riscontrabile un attesa salvifica nei confronti del consulente Io ti porto il problema e tu che sei l esperto me lo risolvi! evitando in questo modo il confronto con le proprie risorse e i propri limiti. Alcuni sono stati spinti dalla famiglia a utilizzare il servizio, senza che fosse maturata in loro la scelta di fruire di tale opportunità. Altri erano già in trattamento con professionisti o servizi della salute mentale ed hanno utilizzato la consulenza nel tentativo di riuscire a isolare il percorso di studi dal resto della propria vita. Altri ancora hanno portato a consulenza partendo da aspetti più contingenti legati alle difficoltà dello studio un conflitto che trovava origini nella propria storia personale e che li ha portati ad anticipare la separazione dal consulente. Molti di quelli che hanno interrotto erano studenti stranieri: questo dato ci ha fatto riflettere sulla reciproca modalità di affrontare la consulenza: abbiamo usato la stessa lingua, ma quale decodifica simbolica?

Osservazioni conclusive La richiesta di più incontri unitamente alle critiche circa la mancanza di riservatezza dei luoghi della consulenza danno la misura di quanto lo sportello abbia incontrato le esigenze degli studenti e possa essere ulteriormente implementato. Durante i colloqui di follow-up o attraverso email alcuni studenti hanno sentito la necessità di condividere con il consulente il raggiungimento di un traguardo o un evento che ha modificato la loro condizione di vita: sapere che esiste questo spazio è già di per sé un elemento rassicurante! L immagine dell Ateneo è andata via via modificandosi nel tempo, grazie anche al passaparola: sembra dunque che questa distanza sia stata abitata e che gli studenti abbiano vissuto il servizio come uno strumento utile per far fronte alle difficoltà incontrate nel loro percorso.