Disturbi dello Sviluppo (DS): approccio riabilitativo in età scolare
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- Arrigo Agostini
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1 Disturbi dello Sviluppo (DS): approccio riabilitativo in età scolare Caterina D Ardia Neuropsichiatria Infantile Università Sapienza, Roma
2 Disturbi dello Sviluppo Sono Disturbi che accompagnano la persona per tutta la vita in modo e forma diversa. Un intervento terapeutico precoce è fondamentale ma, altrettanto importante, è un intervento che consideri l evoluzione del disturbo.
3 Intervento basato su: Definizione nosografica? Sul singolo individuo? Sui modelli teorici di spiegazione dei Disturbi? Sulla sintomatologia prevalente nella fase attuale? Sui disturbi in comorbidità? Ma soprattutto L intervento deve essere sempre e comunque uguale in tutte le fasce di età?
4 Questi bambini/ragazzi rischiano di ritrovarsi in un mondo dove: Gli indizi sociali hanno debole significato. L interpretazione delle relazioni interpersonali fallisce spesso. Isolamento e rifiuto sociale nascondono ansia e sentimenti depressivi.
5 I bambini e i ragazzi con DS sono diversi tra di loro Nucleo Interattivo Nucleo Comunicativo Organizzazione Neuropsicologica Organizzazione Cognitiva Età di comparsa dei sintomi Età di osservazione dei sintomi Evoluzione del disturbo Esigenze terapeutiche
6 Finalità generali dell intervento: Favorire lo sviluppo maturativo e l adattamento dell individuo all ambiente. Il bambino/ragazzo con DS può e deve capire sempre di più come si fanno cose diverse con persone diverse.
7 Un intervento di rete: Deve essere condotto a diversi livelli, ed è, quindi, molto importante il coinvolgimento delle diverse figure di riferimento che ruotano intorno all individuo. Gli obiettivi terapeutici devono essere realistici, e riconsiderati regolarmente al fine di evitare interventi non mirati al singolo bambino e alla specifica fase evolutiva in cui si trova.
8 Per un intervento efficace è necessario: A) Conoscere: il tipo clinico il profilo di sviluppo le caratteristiche personali le potenzialità spontanee la variabilità dei comportamenti del bambino vs tutti i singoli interagenti B) Valutare regolarmente la prognosi a breve e lungo termine..e.. l efficacia rispetto agli obiettivi dichiarati rispetto ai tempi medi
9 L intervento dovrebbe: Considerare il peso del fattore cognitivo e del fattore relazionale e del fattore comunicativo linguistico. Considerare il gap esistente tra Età Cronologica ed Età di Sviluppo ( ). Considerare la stabilità e modificabilità dei sintomi e del quadro clinico in generale. Considerare il rapporto tra tutte queste variabili.
10 Come procedere? Individuare i nuclei dell intervento Individuare i punti di forza nel profilo Individuare le strategie del bambino/ragazzo
11 Tipologia di intervento I trattamenti sono costituiti da cicli brevi (di 3 mesi). Per come sono concepiti e svolti forniscono preziose informazioni sulla modificabilità cognitiva e sociale del bambino, sugli stili di apprendimento, sulle strategie di generalizzazione delle acquisizioni. Le sedute possono essere sia individuali (riabilitatore+ NPI/psicologo + bambino con DS) sia in piccolo gruppo (riabilitatore+ NPI/psicologo bambini).
12 Il linguaggio come strumento interattivo Le modalità interattive come strumento di integrazione sociale
13 In altri termini lavorare su: Programmazione ed esecuzione di compiti sociali (problem solving sociale condiviso). Capacità di mentalizzazione e insight: empatia cognitiva ed emotiva. Capacità di elaborazione delle informazioni (parcellari vs generali).
14 Creare uno spazio mentale condiviso il bambino/ragazzo viene sollecitato a prendere consapevolezza di sé e dell altro. Il bambino/ragazzo impara a: - trasformare influenzando stati mentali altrui, - cogliere intenzioni, - decodificare comunicazioni - sostenere un attenzione congiunta ed un azione coordinata Il tutto entro una cornice condivisibile e traducibile in un formato narrativo.
15 Attività 1 Gioco da tavolo -Capacità di rispetto del turno -Capacità di tollerare la frustrazione -Capacità di comprendere le regole e/o di spiegare le regole (punto di vista dell altro) - Capacità di inferire le mosse dell altro -Capacità di gestire imprevisti
16 Attività 2 Uso di filmati/video di situazioni sociali stimolare la capacità di problem solving condiviso identificare il problema (attraverso quali indizi verbali, non verbali, contestuali) generare le soluzioni (più alternative valutando vantaggi e limiti) pianificare la risposta monitorare l esecuzione valutare gli effetti. Gioco di ruolo.
17 In sintesi: 1.L intervento come occasione sociale che amplia le possibilità di condivisione 2.Non esclusivamente deficit da colmare, ma valorizzazione delle risorse e delle risposte adattive 3.Il bambino/ragazzo DS può e deve capire sempre di più come si fanno cose diverse con persone diverse.
18 Grazie
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