Assemblea 2012 L industria dei beni di consumo alla prova della recessione Enrico Giovannini Presidente, Istat
L industria dei beni di consumo alla prova della recessione Assemblea 2012 Lo scenario italiano Enrico Giovannini 20 marzo 2012
L andamento dell economia Il livello dell attività La caduta del Pil del 2008-2009 non è stato ancora recuperata e l anno appena concluso lascia un eredità negativa importante sul 2012 Nel 2011 il Pil è aumentato dello 0,4%, ma dall autunno è in atto una contrazione dell attività. Nell ultimo trimestre si è avuta una flessione congiunturale dello 0,7% (-0,4% tendenziale) A fine 2011, il Pil è inferiore del 5,3% rispetto all autunno 2007 e sui livelli di inizio 2004. La variazione media annua già acquisita per il 2012 è pari al -0,5% L anno in corso si presenta, quindi, difficile, e l attività resta ancora debole; d altro canto, gli indicatori anticipatori segnalano un possibile miglioramento tra alcuni mesi 104 Andamento del Pil in Italia: numeri indice e variazioni percentuali, t1:2004-t4:2011 6.0 4.0 102 2.0 100 98 2.0 4.0 96 6.0 94 T1 2004 T1 2005 T1 2006 T1 2007 T1 2008 T1 2009 T1 2010 T1 2011 T1 2012 8.0 Variazioni % tendenziali (sc. destra) INDICE (2005=100) variazioni % medie annue (sc.destra) Fonte: Istat, Conti economici trimestrali (10 marzo 2012) 2
L andamento dell economia Le componenti della domanda aggregata La crisi del 2008-09, rispetto alla precedente del 1992-93, si è caratterizzata per l ampiezza del decumulo di scorte e il contributo negativo della domanda estera netta, che aveva guidato la ripresa precedente. I consumi delle famiglie, invece, hanno mostrato una buona capacità di tenuta La recessione attuale, invece, si caratterizza per la caduta dei consumi e il forte aggiustamento delle scorte, mentre la contrazione degli investimenti non è ancora ampia, e la domanda estera sta agendo da calmiere 3
L andamento dell economia Gli andamenti di importazioni ed esportazioni Il recupero dell export è andato esaurendosi e l aggiustamento sui saldi è dovuto alla caduta dell import La forbice apertasi nel commercio di servizi non si è richiusa In volume (prezzi concatenati) la caduta dell import è assai più ampia e il recupero dell export solo parziale 105000 Esportazioni e importazioni di beni valori a prezzi correnti 100000 95000 90000 85000 80000 75000 70000 65000 60000 T1 2005 T1 2007 T1 2009 T1 2011 Esportazioni Importazioni 95000 Esportazioni e importazioni di beni valori a prezzi concatenati 90000 85000 80000 75000 70000 65000 60000 T1 2005 T1 2007 T1 2009 T1 2011 Esportazioni Importazioni 25000 Esportazioni e importazioni di servizi valori a prezzi correnti 24000 23000 22000 21000 20000 19000 18000 17000 16000 15000 T1 2005 T1 2007 T1 2009 T1 2011 Esportazioni Importazioni 24000 Esportazioni e importazioni di servizi valori a prezzi concatenati 23000 22000 21000 20000 19000 18000 17000 16000 15000 T1 2005 T1 2007 T1 2009 T1 2011 Esportazioni Importazioni 4
Il quadro attuale: Redditi e consumi delle famiglie Nel terzo trimestre il reddito delle famiglie (a prezzi correnti) è di quasi un punto inferiore a tre anni prima: la performance peggiore tra le quattro grandi economie Uem La forbice con la Francia ha iniziato ad aprirsi nel 2007 La crescita decennale a prezzi correnti resta più elevata rispetto alla Germania Nella grande recessione del 2008-09 i consumi sono stati mantenuti grazie all erosione dei risparmi e all effetto calmieratore dei prezzi La propensione al risparmio in Italia è caduta di circa 5 punti, ai minimi tra i grandi Uem Reddito lordo delle famiglie (prezzi correnti) Propensione al risparmio 145 Indice base 2001=100 170 107 T3:2011 vs. t3:2088 19% 140 135 130 125 160 150 140 106 105 104 103 18% 17% 16% 15% 120 115 110 105 100 2001Q1 2002Q1 2003Q1 2004Q1 Germania Italia 2005Q1 2006Q1 2007Q1 2008Q1 2009Q1 2010Q1 2011Q1 Francia Spagna (sc.dx) 130 120 110 100 102 101 100 99 98 Germania Spagna Francia Italia 14% 13% 12% 11% 10% 2001Q1 2002Q1 2003Q1 2004Q1 2005Q1 2006Q1 2007Q1 2008Q1 2009Q1 2010Q1 2011Q1 Germania Spagna Francia Italia 5
Il quadro attuale: Redditi e consumi delle famiglie (2) La frenata dei prezzi nella fase acuta della crisi ha contenuto la caduta dei consumi reali Nell attuale fase recessiva, invece, i prezzi si mantengono vivaci e a consumi nominali ancora in aumento è corrisposta una caduta dei consumi reali Redditi e potere d acquisto soffrono anche della difficile situazione di finanza pubblica, per gli effetti attuali e prospettici della stretta fiscale e del blocco dei salari nella PA Le esigenze di finanza pubblica stanno contribuendo anche all inflazione che, tuttavia, ha altre origini Consumi delle famiglie a prezzi correnti e concatenati; deflatore Numeri indice (2007=100) e variazioni congiunturali annualizzate 108 6 5 4 104 3 2 1 100 0-1 -2 96-3 T1-2007 T1-2008 T1-2009 T1-2010 T1-2011 Consumi - prezzi correnti Consumi - volume Deflatore (var.cong.annualizzate) 6
La caduta dei consumi I consumi «reali» (valori a prezzi concatenati) sono diminuiti dell 1,8% negli ultimi quattro anni, ma di oltre l 1,1% nel solo 2011 L impatto maggiore si è avuto nel comparto dei beni durevoli, ma nell ultimo anno la contrazione ha toccato anche gli altri beni, mentre è continuata l espansione dei consumi di servizi I consumi in valore (a prezzi correnti) sono aumentati del 5,1% rispetto all ultimo trimestre 2007 (+0,4% nel 2011) La componente inflazionistica è stata maggiore per i servizi e i beni non durevoli variazioni % in volume Spesa per consumi finali delle famiglie variazioni a prezzi correnti Fonte: Istat, Conti nazionali 7
Inflazione come freno ai consumi (1) Il confronto tra Italia e Germania La capacità di spesa è frenata dall erosione del potere d acquisto dovuta a un inflazione stabilmente più elevata rispetto alla Germania (quasi 2 p.p. in un quinquennio) I prezzi si sono mantenuti vivaci anche nel 2011, nonostante la frenata dell economia Fonte: Eurostat 8
Inflazione freno ai consumi (2) Le spinte sui prezzi in Italia e Germania A confronto con la Germania, le spinte dei prezzi sul mercato interno in Italia risentono anche di trasformazioni strutturali, inefficienze sistemiche e distributive Incrementi superiori di prezzo si sono avuti per la maggioranza dei servizi, da quelli finanziari agli affitti, ma anche per i beni industriali non energetici, in capitoli come l alimentazione e l abbigliamento, denotando un problema di efficienza nel circuito di commercializzazione. Sono aumentati meno i servizi di telecomunicazione, dove si è operata una forte liberalizzazione, e alcune voci di spesa nei servizi pubblici o amministrati (sanità, istruzione, energia) L inflazione in Italia e in Germania: variazioni percentuali 2010/2000 degli indici armonizzati dei prezzi al consumo Fonte: Eurostat 9
Inflazione freno ai consumi (3) Le determinanti recenti dell inflazione in Italia L andamento dell inflazione nell ultimo biennio è fortemente influenzato dall aumento dei prezzi delle materie prime. Pesano però anche alcuni comparti dei servizi (soprattutto operati in regime oligopolistico), le tariffe locali, le accise Fonte: Istat, indici armonizzati dei prezzi al consumo. 10
Il comportamento dei consumatori incognite: l aumento dell IVA L aumento dell Iva di due punti per le aliquote del 10% e 21% determinerà uno scalino? L analisi svolta in occasione dell aumento di un punto dell IVA standard, dal 20% al 21%, ha mostrato come l impatto sia stato solo parziale, con una trasmissione intorno al 50% nei mesi successivi (0,2-0,3 punti percentuali, contro un impatto teorico di almeno 0,4 punti percentuali) Il nuovo aumento dovrebbe avvenire a oltre un anno di distanza dal precedente (non ci sarebbero effetti statistici di accumulo), ma avrebbe maggior entità (2 punti) e ampiezza (riguarderebbe quasi l 80% della spesa per consumi delle famiglie osservato nell HICP) L impatto teorico è pari a un aumento congiunturale di circa 1,35 punti e di circa 0,3-0,4 punti per la media 2012 Nella attuale situazione congiunturale, nondimeno, ci si attende che la trasmissione sui prezzi non sia integrale. Ciò comporterebbe una ulteriore riduzione dei margini delle imprese 11
Gli indicatori anticipatori e i giudizi qualitativi Verso il fondo del tunnel? L indicatore leading dell OCSE che anticipa di circa un semestre gli andamenti dell attività a marzo indica un possibile miglioramento nelle maggiori economie Ue; in Italia l inversione è accentuata I saldi delle valutazioni delle imprese rilevati dall Istat segnalano un ulteriore peggioramento degli ordini, ma anche un consistente miglioramento delle attese, particolarmente per i beni di consumo Indicatori di fiducia delle imprese sugli ordinativi Giudizi sugli ordini 20 10 0-10 -20-30 -40-50 -60-70 -80-90 2007 2008 2009 2010 2011 2012 manifattura beni di consumo durev oli beni di consumo - non durev oli 50 Attese sugli ordini Indicatore anticipatore OCSE ITALIA (3/11) 40 30 20 10 0-10 -20-30 -40 2007 2008 2009 2010 2011 2012 manifattura beni di consumo durev oli beni di consumo - non durev oli 12
Il comportamento dei consumatori opportunità: il miglioramento della fiducia L indicatore composito dei saldi delle opinioni dei consumatori è su un livello simile al minimo della crisi 2008-2009. Questo compendia un marcato peggioramento dei saldi delle valutazioni sulla situazione futura e livelli più elevati nelle valutazioni sulla situazione attuale L indice di fiducia relativo al clima corrente è caduto bruscamente in autunno, quello sul clima futuro già dai primi mesi del 2011 Gli indici mostrano una notevole volatilità nei mesi più recenti, che risente dell alternarsi delle notizie sulla situazione generale dell Italia: la stabilizzazione del quadro macroeconomico potrebbe determinare un recupero diffuso della fiducia e, quindi, sostenere la spesa 124 116 108 100 92 84 76 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Clima di fiducia Clima corrente Clima futuro Fonte: Istat, rilevazione sulla fiducia dei consumatori 13
Le opportunità sui mercati esteri Una performance comparativamente debole Le imprese italiane hanno sofferto in misura comparativamente maggiore l impatto della crisi e anche ora non riescono a cogliere pienamente le potenzialità offerte dai mercati internazionali Questo è vero anche in alcuni settori di punta del «made in Italy» e riguarda sia i mercati Ue che extra Ue o o Caveat: la delocalizzazione spinta delle nostre imprese in questi comparti Contra: il valore dell export tedesco di abbigliamento era pari al 56% del nostro nel 2005; nel 2011 ha raggiunto l 84%, e sul mercato domestico dell Ue27 è passato dal 70% al 120% Fonte: elaborazione su dati Eurostat 14
La performance esportatrice delle imprese dimensione d impresa ed eterogeneità di risultato Nel secondo semestre 2011 il 65,7% delle imprese esportatrici aveva aumentato le vendite all estero rispetto al primo semestre 2009 (minimo della recessione). Il recupero è stato maggiore per le grandi imprese (71,7%). La crescita cumulata dell export è stata del 29,7% (in diminuzione dal 31,7% del primo semestre 2011). Questo risultato compendia un contributo positivo del 42,5% delle imprese in crescita e uno negativo del 12,8% di quelle in contrazione: rispetto alla prima metà del 2011, aumenta in contributo negativo delle medie e delle grandi imprese in contrazione. Esportazioni di un panel di imprese per classe di addetti e tipo di performance: S1:09-S2:11. variazione % totale e contributi 15