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X LEGISLATURA ATTI: 4686 SEDUTA DEL 25 MARZO 2014 DELIBERAZIONE N. X/349 Presidenza del Presidente CATTANEO Segretari: consiglieri MARONI M.D. e CASALINO Consiglieri in carica: ALFIERI Alessandro COLUCCI Alessandro MARTINAZZOLI Donatella ALLONI Agostino CORBETTA Gianmarco MELAZZINI Mario Giovanni ALTITONANTE Fabio D'AVOLIO Massimo MICHELI Paolo AMBROSOLI Umberto DE CORATO Riccardo NANNI Iolanda ANELLI Roberto DEL GOBBO Luca PAROLINI Mauro BALDINI Maria Teresa DOTTI Francesco PAROLO Ugo BARBONI Mario FANETTI Fabio PEDRAZZINI Claudio BARONI Anna Lisa FATUZZO Elisabetta PIAZZA Mauro BARZAGHI Laura FERMI Alessandro PIZZUL Fabio BIANCHI Dario FERRAZZI Luca RIZZI Fabio BORGHETTI Carlo FIASCONARO Andrea ROLFI Fabio BRAMBILLA Enrico FORMENTI Antonello ROMEO Massimiliano BRIANZA Francesca FORONI Pietro ROSATI Onorio BRUNI Roberto FOSSATI Lino SAGGESE Antonio BUFFAGNI Stefano GAFFURI Luca SALA Alessandro BUSI Michele GALLERA Giulio SALA Fabrizio CAPELLI Angelo GALLI Stefano Bruno SANTISI in SAITA Silvana CARCANO Silvana GIRELLI Gian Antonio SCANDELLA Jacopo CARRA Marco LENA Federico SORTE Alessandro CARUGO Stefano MACCABIANI Giampietro STRANIERO Raffaele CASALINO Eugenio MACCHI Paola TIZZONI Marco CASTELLANO Lucia MAGONI Lara TOIA Carolina CATTANEO Raffaele MALVEZZI Salvatore Carlo TOMASI Corrado CAVALLI Alberto MANTOVANI Mario VALMAGGI Sara CECCHETTI Fabrizio MARONI Maria Daniela VILLANI Giuseppe CIOCCA Angelo MARONI Roberto VIOLI Dario COLLA Jari MARSICO Luca Consiglieri in congedo: Consiglieri assenti: ROSATI. BALDINI, CARRA, CIOCCA, DOTTI, FERRAZZI, GAFFURI, SORTE, TIZZONI e TOMASI. Risultano pertanto presenti n. 70 Consiglieri Non partecipano alla votazione: CATTANEO. Assiste il Segretario dell Assemblea Consiliare: MARIO QUAGLINI OGGETTO: RISOLUZIONE CONCERNENTE IL PROGRAMMA DI LAVORO DELLA COMMISSIONE EUROPEA - ANNO 2014 - E LE POLITICHE DELL UNIONE EUROPEA DI MAGGIORE INTERESSE PER IL TESSUTO SOCIO-ECONOMICO LOMBARDO. INIZIATIVA: COMMISSIONE CONSILIARE I (ART. 103, COMMA 2 DEL REGOLAMENTO GENERALE) CODICE ATTO: RIS/14

IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA 2014; Vista la proposta di Risoluzione n. 14 approvata dalla Commissione I in data 19 marzo a norma dell articolo 103, comma 2, del Regolamento generale, con votazione per appello nominale, che dà il seguente risultato: Consiglieri presenti n. 70 Consiglieri votanti n. 69 Non partecipano alla votazione n. 1 Voti favorevoli n. 40 Voti contrari n. 0 Astenuti n. 29 DELIBERA di approvare la Risoluzione n. 14 concernente il programma di lavoro della Commissione europea anno 2014 e le politiche dell Unione europea di maggiore interesse per il tessuto socio-economico lombardo, nel testo che così recita: Il Consiglio regionale della Lombardia Vista la disposizione del primo capoverso del comma quinto dell articolo 117 della Costituzione, la quale prevede che Le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, nelle materie di loro competenza, partecipano alle decisioni dirette alla formazione degli atti normativi comunitari ; Vista la disposizione del comma 3 dell articolo 6 dello Statuto di autonomia della Lombardia, la quale prevede che La Regione Lombardia partecipa, nel rispetto della Costituzione e dell ordinamento comunitario, alla formazione delle politiche dell Unione europea ; Vista la disposizione del comma 4 dell articolo 39 dello Statuto di autonomia della Lombardia, la quale prevede che il diretto coinvolgimento del Consiglio regionale è assicurato con riguardo alla definizione della posizione della Regione nella formazione degli atti comunitari e statali di adeguamento al diritto comunitario ; Vista la disposizione dell articolo 102 del Regolamento generale del Consiglio regionale, la quale prevede che: 1. I lavori del Consiglio regionale concernenti la partecipazione della Regione al processo normativo dell Unione europea sono organizzati in una apposita sessione annuale. 2. La sessione, da tenersi entro il 31 marzo, comprende la presa d atto della relazione sullo stato di conformità dell ordinamento regionale alla normativa europea, l esame del progetto di legge comunitaria regionale e l analisi del Programma legislativo della Commissione europea. 3. All ordine del giorno della sessione non possono essere iscritti altri argomenti. ; Vista la disposizione dell articolo 103 del Regolamento generale del Consiglio regionale, la quale prevede che: 1. Il Programma legislativo della Commissione europea e il progetto di legge comunitaria sono assegnati alla commissione competente in materia di politiche comunitarie e alle altre commissioni per l espressione del parere di cui all articolo 48. 2. Sul Programma legislativo della Commissione europea il Consiglio regionale si esprime con una risoluzione tesa a dettare gli indirizzi di politica europea della Regione. Copia della risoluzione è trasmessa alle Camere. 2

3. Per l esame degli atti normativi regionali nei casi di cui all articolo 39, comma 5, dello Statuto, si applicano le disposizioni dell articolo 82. ; Vista la disposizione dell articolo 3 della legge 21 novembre 2011, n. 17 (Partecipazione della Regione Lombardia alla formazione e attuazione del diritto dell Unione europea); Vista la risoluzione in merito alle politiche dell Unione europea di maggiore interesse per la Lombardia, deliberata dal Consiglio regionale in data 5 novembre 2013; Preso atto delle risultanze del lavoro istruttorio svolto dalla Commissione consiliare I e in particolare: - dell audizione del Direttore pro tempore della Rappresentanza a Milano della Commissione europea, dott. Fabrizio Spada, in data 12 marzo 2014; - dell audizione del Dirigente della Delegazione di Bruxelles dott. Gianlorenzo Martini, in data 17 marzo 2014; - delle note di contributo che le commissioni permanenti e speciali hanno trasmesso alla I Commissione; - della nota di contributo del Comitato paritetico di controllo e valutazione trasmessa alla I Commissione; - dei contributi scritti pervenuti dalle associazioni aderenti a Rete Imprese Italia Lombardia e dalla Confederazione sindacati autonomi lavoratori; Visto il contenuto della REL/15 (Relazione sullo stato di conformità dell ordinamento regionale al diritto dell Unione europea); Visto il contenuto della REL/16 (Relazione programmatica sulla partecipazione della Regione alle politiche dell Unione europea); Rammentato che, con l entrata in vigore del trattato di Lisbona (1 dicembre 2009), si è compiuto un importante passo avanti per rendere possibile una collaborazione tra tutti i livelli di governo in Europa. In particolare, il nuovo Trattato rafforza l applicazione del principio di sussidiarietà secondo il quale le decisioni devono essere prese al livello più possibile vicino ai cittadini e, con esso, il ruolo delle Assemblee regionali che, esplicitamente, sono chiamate al controllo di sussidiarietà dei progetti di atti legislativi dell Unione europea; Considerato che, risulta necessario, per consentire a Regione Lombardia ed in particolare al Consiglio regionale una più efficace partecipazione alla fase ascendente, elaborare procedure interne, anche mediante interventi sull ordinamento regionale, ove necessari, finalizzate all approfondimento e all elaborazione di proposte in merito alle iniziative europee di carattere legislativo negli ambiti di interesse regionale; Considerato che, per svolgere in maniera efficiente un ruolo attivo e proficuo nella fase di formazione del diritto dell Unione europea, non solo sotto il profilo del rispetto del principio di sussidiarietà bensì in termini di valutazione di impatto della normativa europea sul tessuto socioeconomico regionale, è necessario che la Regione individui le priorità e le relative linee guida dell azione di governo per una partecipazione attiva alla fase ascendente del processo normativo dell Unione europea; 3

Ribadita la valutazione positiva sull attività di relazione istituzionale svolta di comune accordo dalla commissione competente in materia di politiche dell Unione europea e dall Ufficio di presidenza del Consiglio, tesa a creare una stabile modalità di lavoro fra tutte le realtà istituzionali interessate alla formazione ed all attuazione della normativa europea, modalità di lavoro che dovrà svilupparsi per permettere un sempre maggiore coinvolgimento del Consiglio regionale lombardo nella fase ascendente come in quella discendente del processo normativo dell Unione europea; Ribadita la necessità di dare vita ad un percorso di collaborazione, anche attraverso l istituzione di un confronto periodico, sia con la delegazione regionale a Bruxelles sia con la Rappresentanza a Milano della Commissione europea sia con gli europarlamentari eletti nel territorio lombardo e sia con i rappresentanti lombardi del Comitato delle Regioni; Preso atto del contenuto delle sotto elencate priorità nelle quali è suddiviso il Programma di lavoro della Commissione europea 2014: - Unione economica e monetaria; - Crescita intelligente, sostenibile e inclusiva; - Giustizia e sicurezza; - Azione esterna; Preso atto, in particolare degli allegati al Programma di lavoro della Commissione europea che individuano gli atti di natura legislativa da adottare in via prioritaria; delle nuove iniziative, anche non legislative, da presentare entro il 2014; delle azioni legate al programma Regulatory Fitness and Performance (REFIT) ovvero le ulteriori azioni che saranno messe in campo per assicurare una legislazione europea finalizzata alla semplificazione e riduzione degli oneri regolatori; delle proposte legislative pendenti ritirate in quanto non più strategiche per la Commissione europea; degli atti di natura legislativa già adottati che entreranno in vigore nel 2014; Preso atto, altresì, della programmazione europea 2014/2020, in particolare della Politica di Coesione, della Politica Agricola Comunitaria (PAC) e di Horizon 2020 per il periodo 2014-2020; Preso atto, infine, che il Consiglio europeo, con comunicazione del 19 e 20 dicembre 2013, ha invitato la Commissione europea, in cooperazione con gli Stati membri, a elaborare una strategia dell'unione europea per la regione alpina, entro metà 2015, sulla base della risoluzione politica del 18 ottobre 2013 sottoscritta a Grenoble, oltre che da sette Stati membri, anche da Regione Lombardia unitamente ad altre regioni alpine; Delibera Di prendere atto del Programma di lavoro della Commissione europea per il 2014, comunicato al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni in data 22 ottobre 2013; Di individuare, nell ambito del Programma di lavoro della Commissione europea per il 2014, quali priorità anche dell azione di Regione Lombardia, nel rispetto delle competenze e degli ambiti di intervento stabiliti dall ordinamento statale ed europeo, i seguenti aspetti: per quanto riguarda le azioni finalizzate ad una crescita intelligente sostenibile e inclusiva: presidiare e implementare a livello europeo le politiche e le azioni volte a supportare le persone a rischio di povertà o esclusione sociale o svantaggiate per favorirne l inclusione sociale, anche in considerazione del contesto economico attuale sfavorevole che incrementa la crescita della percentuale di popolazione a rischio di esclusione sociale; 4

implementare le risorse destinate all offerta abitativa per le nuove categorie in situazione di difficoltà, quali i genitori separati, i genitori monoparentali con figli conviventi e non, le famiglie numerose, le giovani coppie, i disoccupati e le persone sole, in particolare gli anziani e i giovani; sostenere il Programma diritti, uguaglianza e cittadinanza, contribuendo all'ulteriore sviluppo di uno spazio in cui l'uguaglianza e i diritti delle persone, come sanciti dal Trattato sull'unione europea (TUE), dal Trattato sul funzionamento dell'unione europea (TFUE), dalla Carta e dalle convenzioni internazionali in materia di diritti umani cui l'unione ha aderito, siano efficacemente promossi e attuati unitamente a misure per i diritti dei minori, per i principi di non discriminazione e per la parità di genere; dare piena attuazione al Programma occupazione e innovazione sociale (EaSi) 2014-2020 per sostenere le politiche sociali innovative, promuovere la mobilità del lavoro, facilitare l accesso al microcredito e incoraggiare l imprenditorialità sociale, avvalendosi in particolare del programma Progress, della rete europea EURES e del Programma Progress microfinance facility; sostenere gli investimenti per rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l innovazione e per promuovere la competitività delle piccole e medie imprese, dando piena attuazione alla programmazione nazionale e regionale dei fondi strutturali europei e focalizzando su questa priorità i programmi a gestione diretta Horizon 2020 e COSME; dare piena attuazione al pacchetto di investimenti a favore della crescita e dell occupazione dando priorità alle azioni finalizzate all accesso all occupazione, all adattamento dei lavoratori ai cambiamenti, alla permanenza al lavoro e alla ricollocazione dei lavoratori coinvolti in situazioni di crisi aziendale, all innalzamento dei livelli di competenze, di partecipazione e di successo formativo dei percorsi di istruzione e formazione, alla ricerca e all innovazione, all internazionalizzazione con particolare riguardo alla competitività del sistema socio-economico regionale e del sistema delle piccole medie imprese; dare piena attuazione ai programmi Garanzia Giovani, consentendo ai giovani da 15 a 24 anni la possibilità di proseguire gli studi e di un'offerta lavorativa qualitativamente valida, nonché di accedere a forme di apprendistato o tirocinio entro un periodo di quattro mesi dall'inizio della disoccupazione o dall'uscita dal sistema d'istruzione formale; nell ambito dei programmi Garanzia Giovani, favorire una rete in materia di formazione tecnica valorizzando le esperienze dei singoli Stati membri e diffondendo le buone pratiche anche al fine di agevolare le occasioni di collaborazione tra i diversi poli formativi e creare una rete di formazione e alta formazione professionale alla luce delle nuove sfide e prospettive del mercato del lavoro; incentivare l integrazione delle azioni per il contrasto della disoccupazione giovanile, nonché per il reinserimento occupazionale dei cittadini over50, che rappresentano una nuova forma di disagio sociale, soprattutto con riferimento a soggetti non o poco scolarizzati, anche tramite forme di cooperazione tra servizi di collocamento pubblici e privati; 5

rendere pienamente operativo, tenuto conto delle stime della Commissione sul rischio di povertà e di esclusione sociale, il Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD), gestito nell ambito delle politiche di coesione e finalizzato al cofinanziamento di progetti a sostegno di indigenti e famiglie in difficoltà aventi ad oggetto la fornitura di assistenza di base, aiuti alimentari e accesso ai servizi sociali; favorire l avvio di azioni finalizzate al riconoscimento e alla previsione di forme di salario minimo quale punto di riferimento valido per tutti gli Stati membri; promuovere iniziative volte a facilitare l applicazione effettiva del principio della parità di retribuzione con particolare riferimento alla promozione delle attività economiche a titolarità femminile e stabilizzazione del lavoro atipico, anche attraverso misure quali il micro credito, per sostenere l avvio di attività di lavoro imprenditoriale, autonomo e professionale delle donne; rafforzare le azioni a favore dell effettivo inserimento delle persone disabili nel mondo del lavoro, garantendo, inoltre, l effettiva parità di trattamento, la libera circolazione, una completa accessibilità e la piena partecipazione alle attività occupazionali e d impresa, oltre alle attività culturali, ricreative e sportive, eliminando ogni forma di ostacolo ed elaborando un apposita strategia europea, come previsto nella comunicazione della Commissione europea COM (2010) 636 del 15 novembre 2010 recante Strategia europea sulla disabilità 2020 ; nonché sviluppare forme di supporto alle azioni degli Stati membri a sostegno dei progetti di vita indipendente, in favore di disabili gravi e gravissimi; sostenere e valorizzare la partecipazione alle iniziative nell ambito del programma Horizon 2020 legate allo sviluppo della mobilità ciclistica in stretta connessione con la rete del trasporto pubblico e della mobilità dolce in sicurezza; al miglioramento dei collegamenti infrastrutturali con le strutture portuali e della logistica urbana delle merci, nonché alla sperimentazione di soluzioni innovative anche attraverso casi pilota; al miglioramento delle connessioni dei centri logistici e intermodali lungo i corridoi Reno-Alpi e Mediterraneo; al potenziamento delle strutture portuali fluviali per l interscambio merci acqua/ferro/gomma; sostenere e valorizzare la partecipazione alle iniziative nell ambito del programma MCE - meccanismo per collegare l Europa legate alla realizzazione di interventi infrastrutturali ferroviari al fine di eliminare le cosiddette strozzature per favorire il trasporto merci su rotaia lungo i corridoi; all individuazione di modalità di coordinamento del traffico elicotteristico con le altre modalità di trasporto e con gli Stati non appartenenti all Unione; alla realizzazione e al miglioramento di collegamenti ferroviari con gli aeroporti; valutare un intervento sulla normativa in materia di rifiuti speciali pericolosi in merito alla localizzazione degli impianti di trattamento e di smaltimento, anche al fine di prevedere la possibilità dell utilizzo della VIS (valutazione di impatto sanitario) e l introduzione di criteri più efficaci nella gestione dei rifiuti e nei controlli ambientali e sanitari; potenziare le politiche di messa in sicurezza dei territori, intervenendo sul dissesto idrogeologico e sul consumo di suolo, garantendo la sicurezza dei cittadini alla luce dei cambiamenti climatici in atto, nonché le politiche per la bonifica dei siti inquinati e l eliminazione dell amianto presente in modo diffuso nel territorio, anche attraverso azioni integrate per la rigenerazione urbana e per la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente; 6

sostenere con adeguati strumenti normativi l agricoltura biologica curandone gli aspetti legati all importazione e ai controlli; promuovere la modifica della direttiva 2001/18/CE, concernente l emissione deliberata nell ambiente di organismi geneticamente modificati, al fine di consentire ai singoli Stati membri la possibilità di limitare o regolamentare la coltivazione di OGM sul loro territorio; promuovere lo sviluppo del mercato dei prodotti biologici, prestando maggiore attenzione alle aspettative dei consumatori, tramite un adeguato sistema di informazione; intervenire sulla disciplina in materia di aiuti di Stato applicabile al settore agricolo, forestale e alle zone rurali, al fine di renderla maggiormente flessibile rispetto alla disciplina attuale, accelerando le procedure e riducendo considerevolmente il carico amministrativo delle autorità pubbliche; favorire la creazione di un mercato unico delle telecomunicazioni sia agevolando, alla luce degli ingenti investimenti necessari, la partecipazione del maggior numero di operatori e non solo di grandi gruppi internazionali, sia garantendo il pluralismo dell informazione e della comunicazione, affinché gli operatori nazionali e regionali, grazie a necessarie sinergie e collaborazioni ed evitando forme di anacronistici campanilismi, possano trovare spazio d azione; Per quanto riguarda le azioni in ambito di giustizia e sicurezza: potenziare le azioni finalizzate al miglioramento della qualità dei processi di prevenzione e di promozione della salute, in particolare relativi a fenomeni epidemiologici, nonché ai controlli nell ambito della sicurezza alimentare dei processi di produzione, distribuzione e somministrazione di alimenti negli ambienti scolastici, sanitari e socio-sanitari per prevenire patologie infettive; favorire una politica incisiva diretta e condivisa per il contrasto all immigrazione irregolare con forti azioni di supporto agli Stati membri maggiormente interessati dal fenomeno migratorio e impegnati nell assistenza ai minori stranieri non accompagnati; rendere operativi gli accordi internazionali bilaterali con gli Stati extra Unione inerenti la detenzione di cittadini extracomunitari, al fine di eseguire la pena detentiva presso lo Stato di cittadinanza o di ultima residenza, prevedendo la conseguente e integrale presa in carico del detenuto, nonché agevolare accordi a livello europeo fra Stati membri in materia di avvicinamento famigliare per i cittadini dell Unione, detenuti in uno Stato membro diverso da quello di cittadinanza o di ultima residenza; favorire, tramite accordi tra gli Stati membri, l aumento della destinazione di risorse europee finalizzate all ammodernamento degli istituti penitenziari esistenti o alla costruzione di nuove strutture; sviluppare, nell ambito delle politiche di contrasto al fenomeno del riciclaggio di denaro, strumenti informatici in grado di elaborare dati provenienti da diversi enti ed autorità statali volti a impedire il riutilizzo di denaro di cui non si possa dimostrare la provenienza; favorire il coordinamento delle azioni, anche tramite la Procura europea, tra Stati membri, in materia di lotta al traffico internazionale di stupefacenti, nonché di rilevazione dei fenomeni a rilevanza internazionale legati al riciclaggio di denaro e all usura; 7

promuovere specifiche iniziative, anche di carattere normativo, per la tutela e la valorizzazione di una governance sostenibile del suolo anche mediante la riduzione del suo consumo al fine di contribuire alla prevenzione dei rischi agli stati emergenziali e calamitosi; Di individuare, altresì, nell ambito delle politiche europee, le seguenti priorità anche dell azione di Regione Lombardia, nel rispetto delle competenze e degli ambiti di intervento stabiliti dall ordinamento statale ed europeo: nell ambito delle iniziative di riforma del sistema dell imposta sul valore aggiunto (IVA), l importanza dei contenuti e degli obiettivi della comunicazione della Commissione europea COM (2013) 739 del 22 ottobre 2013 recante Programma di lavoro della Commissione Europea per il 2014, nonché della comunicazione della Commissione europea COM (2011) 851 del 6 dicembre 2011 recante Sul futuro dell IVA verso un sistema dell IVA più semplice, solido ed efficiente adattato al mercato unico, al fine di rilevare le entrate effettivamente percepite e contrastare i fenomeni di frode e di elusione fiscale, agevolando lo scambio di informazioni tra le competenti amministrazioni degli Stati membri. A tal fine si auspica l adozione a livello europeo della previsione del versamento dell imposta sul valore aggiunto al momento dell effettiva liquidazione della fattura a cui afferisce, nonché la possibilità di istituire un interpello preventivo (Ruling) a livello europeo a garanzia del contribuente; l opportunità di concedere alle Regioni europee la possibilità di istituire direttamente, di concerto con l autorità statale per quanto di sua competenza, eventuali Zone economiche speciali (ZES) allo scopo di migliorare la competitività e l attrattività di territori in particolare stato di crisi o che subiscono la concorrenza degli Stati confinanti; l opportunità di definire a livello europeo un codice etico e sociale quale punto di riferimento per il sistema delle imprese e della finanza; il sostegno, nell ambito degli investimenti a supporto della ricerca e innovazione, al rafforzamento del sistema innovativo regionale attraverso l incremento della collaborazione tra tutti gli attori pubblici e privati, la realizzazione di progetti di ricerca e sviluppo incentrati sulle aree di specializzazione del territorio, la valorizzazione dei principali player regionali, l incremento delle attività di innovazione presso le imprese, la diffusione di un ambiente di Open Innovation e lo stimolo della domanda pubblica di innovazione attraverso il Precommercial Public Procurement; il rafforzamento della competitività del sistema economico attraverso il sostegno alla nascita e allo sviluppo di nuove imprese, la promozione dell aggregazione, l incremento dell internazionalizzazione, il rilancio della propensione agli investimenti e il miglioramento delle condizioni per l accesso al credito; l opportunità, al fine di favorire la libera circolazione e la libera concorrenza delle merci, dei prodotti e dei servizi, di valutare apposite misure idonee ad armonizzare gli standard qualitativi e di sicurezza dei prodotti provenienti dai paesi extra Unione, anche tramite misure antidumping o di natura fiscale; sollecitare la possibilità di introdurre appositi dazi doganali europei aventi il fine di tutelare i produttori interni ed europei e preservare il relativo mercato di riferimento; 8

l importanza di partecipare al Corridor Forum per un impegno diretto allo sviluppo del corridoio Reno-Alpi di imminente costituzione, al fine di coordinare e programmare gli interventi, con l obiettivo di invertire il flusso odierno e di risolvere nodi come il Terzo Valico; la necessità di sviluppare, con maggior protagonismo, strategie delle politiche ambientali e delle reti infrastrutturali di area vasta nell ambito delle politiche transfrontaliere e macroregionali europee condivise sia con lo Stato italiano sia con le regioni del nord Italia in merito alle reti europee presenti sul territorio lombardo e confinante anche in vista dell attuazione della strategia macroregionale alpina; il presidio sui progetti di viabilità europea che insistono sul territorio lombardo, aventi ad oggetto opere e infrastrutture stradali e ferroviarie come, ad esempio, il corridoio paneuropeo 5 tratta italiana della Lisbona-Kiev, corrispondente in parte al "Progetto prioritario 6" (Lione-Budapest) della rete TEN-T e la linea AV/AC Brescia-Venezia-Trieste, nonché nel corridoio europeo Reno-Alpi il Progetto prioritario 24 (Genova- Rotterdam/Anversa) della rete TEN-T, che prevede il quadruplicamento del tratto ferroviario Chiasso-Monza in connessione con l apertura in territorio svizzero delle opere di Alptransit; il sostegno e la valorizzazione, nell ambito delle iniziative volte ad abbassare le emissioni in atmosfera e favorire la mobilità, della flessibilità di reperire risorse europee finalizzate all incremento, efficientamento e ringiovanimento del parco rotabile del servizio ferroviario regionale; la ricerca di forme innovative e sostenibili di finanziamento e garanzia degli investimenti infrastrutturali, nonché forme di collaborazione più efficiente fra pubblico e privato, con particolare attenzione all integrazione delle diverse forme di trasporto di merci e di persone e alla diffusione delle reti di trasporto energetico e agli investimenti in reti a banda larga, veloci e ultraveloci e in servizi digitali; la necessità di valutare interventi sulla disciplina in materia di utilizzo dei fondi europei per favorire azioni di riqualificazione energetica dei patrimoni di edilizia residenziale pubblica e di coesione sociale, in particolare per ridurre in modo significativo i consumi energetici e i costi gestionali, abbattere le barriere architettoniche e rimuovere le situazioni di degrado; l opportunità di promuovere la sperimentazione di un pacchetto integrato di sostegno abitativo, sociale, formativo e professionale, nonché di processi di rigenerazione urbana partecipati e percorsi di welfare personalizzati; il sostegno delle politiche per l efficienza energetica e per la tutela dell ambiente con l introduzione di misure incentivanti che agiscano sul sistema fiscale, sulla riduzione del costo dell energia per le aree a vocazione manifatturiera e, al tempo stesso, tramite lo snellimento delle procedure burocratiche e la rimozione dei vincoli che ostacolano lo sviluppo dell iniziativa imprenditoriale, ponendo così la Green Economy al centro delle politiche di sviluppo regionale; la possibilità di sostenere la nascita del Fondo ESCO, anche al fine di sopperire ai vincoli di bilancio che impediscono gli investimenti degli enti locali per dare impulso agli interventi di efficientamento energetico e di riqualificazione del patrimonio edilizio, in particolare pubblico; 9

la necessità di un uso efficiente delle risorse con particolare attenzione alla correlazione tra sfruttamento delle risorse idriche e politiche energetiche; il riconoscimento, nell ambito degli interventi inerenti la qualità dell aria, della specificità del bacino riferito alla pianura padana, in considerazione delle sue caratteristiche geomorfologiche ed economico-sociali, sostenendo le iniziative predisposte in ambito regionale anche attraverso lo stanziamento di risorse dedicate; l ampliamento degli attuali sistemi di tracciabilità e rintracciabilità, l introduzione di nuove norme sull etichettatura trasparente, che prevedano l indicazione delle materie prime utilizzate e della loro provenienza, il metodo di coltivazione o produzione, ed eventuali processi trasformativi, al fine di fronteggiare il fenomeno della frode alimentare; la possibilità di dare adeguato riconoscimento al bene prodotto locale e prodotto a km 0 nell ambito delle procedure pubbliche di aggiudicazione di forniture di derrate alimentari; la possibilità di prevedere una disciplina europea del comparto della pesca e acquacoltura nelle acque interne, così come previsto per la pesca marittima, al fine di garantire pari dignità e pari diritti a coloro che operano nel settore; la possibilità di adottare in tempi brevi un adeguato quadro normativo in tema di agricoltura sociale, in particolare promuovendo l occupazione e l inclusione, al fine di dare seguito al parere del Comitato Economico e Sociale Europeo del 12 dicembre 2010; il consolidamento di un vero e proprio Sistema Montagna, come già realizzato in alcuni Stati membri, anche attraverso interventi di carattere legislativo in modo da riconoscere la specificità dell economia montana che opera in condizioni svantaggiate di competitività sia per la diversa quantità e qualità delle infrastrutture sia per la presenza di aree di confine con sistemi fiscali più vantaggiosi sia per la diversa presenza di ricchezze ambientali, materie prime naturali o di poli di attrazione turistica e che non è equiparabile a quanto avviene in aree pianeggianti e urbane in cui la ricchezza di servizi e infrastrutture consente normali condizioni di mercato; Di raccomandare alla Giunta regionale, oltre alle questioni con potenziale impatto sulle politiche regionali e con aspetti di riforma in ambiti di competenza regionale, individuate con la REL/16 (Relazione programmatica sulla partecipazione della regione alle politiche dell Unione europea), di farsi parte attiva nelle competenti sedi, presso le istituzioni sia statali sia europee, per il perseguimento degli obiettivi individuati dalla presente risoluzione quali prioritari per Regione Lombardia; Di raccomandare alla Giunta regionale di porre in essere tutte le azioni necessarie per garantire un efficiente e proficuo utilizzo dei fondi strutturali e dei fondi a gestione diretta, nonché per favorire la conoscenza e la partecipazione di Regione Lombardia, degli enti locali lombardi e degli operatori di settore ai bandi europei; Di invitare la Giunta regionale a elaborare un sistema di raccolta dei dati e delle informazioni relativi alle azioni regionali finanziate dai fondi strutturali e dai fondi a gestione diretta, in modo da garantire una efficace e costante comunicazione al Consiglio regionale sulla loro attuazione; Di invitare la Giunta regionale, nell ambito della Politica agricola comune, a vigilare affinché le decisioni già formalizzate e approvate siano rispettate negli atti delegati, in particolare in materia di pagamenti diretti e, più in generale, a verificare il rispetto della programmazione europea 2014-2020 in ambito agricolo, per quanto di competenza; 10

Di invitare la Giunta regionale, tenuto conto dell imminenza di EXPO 2015 a stimolare presso le competenti sedi ed istituzioni sia statali sia europee il confronto sulle tematiche fondamentali per il successo dell esposizione universale, quali la domanda alimentare, il cambiamento degli stili di vita e l accaparramento di terre (land grabbing) per la produzione di beni agricoli; Di invitare la Giunta regionale, quanto alla Strategia macroregionale alpina ora EUSALP, ribadendo quanto espresso dal Consiglio regionale con la risoluzione del 5 novembre 2013, a: sottolineare quale azione prioritaria a livello europeo l attuazione della Strategia macroregionale alpina, così come delineata dal Consiglio europeo in data 19 e 20 dicembre 2013; sviluppare la partecipazione di Regione Lombardia alla Comunità di lavoro Arge Alp, fondata tra l altro dalla stessa Lombardia a Mosern (Tirolo) il 12 ottobre 1972, in vista di un sempre maggiore impegno dei suoi membri nella governance della Strategia macroregionale alpina; promuovere le consultazioni pubbliche previste per luglio 2014 proprio nell ambito della Strategia macroregionale alpina, nonché coinvolgere, in tali consultazioni, anche gli enti territoriali lombardi interessati; Al fine di una proficua partecipazione, il Consiglio regionale si impegna alla costituzione di un gruppo di lavoro, coinvolgendo in particolare la Commissione Speciale Rapporti tra Lombardia, Confederazione elvetica e Province autonome; Di impegnare la Giunta regionale, a fronte dell esito del voto tenutosi in Svizzera il 9 febbraio 2014 sull iniziativa popolare federale 'Contro l immigrazione di massa', a rappresentare presso le competenti sedi istituzionali sia italiane sia europee: l importanza che riveste anche per lo sviluppo delle relazioni con la Confederazione Svizzera il principio della libera circolazione dei lavoratori, uno dei valori fondamentali dell'unione europea per il cui ulteriore sviluppo il programma di lavoro della Commissione europea anno 2014 prevede l adozione della Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alle misure intese ad agevolare l esercizio dei diritti conferiti ai lavoratori nel quadro della libera circolazione dei lavoratori COM(2013)236-2013/0124 (COD); la necessità che siano rispettati da parte elvetica gli impegni alla libera circolazione dei lavoratori, in particolare frontalieri, sottoscritti con l Accordo tra la Confederazione Svizzera e la Comunità europea e i suoi Stati membri sulla libera circolazione delle persone del 21 giugno 1999 (gli articoli 2, 5 e 10.7 dell Accordo e gli articoli 9, 15 e 17 dell Allegato I), accordi finalizzati all abolizione di qualsiasi discriminazione, fondata sulla nazionalità, tra i lavoratori per quanto riguarda l impiego, la retribuzione e le altre condizioni di lavoro e improntati all esigenza che, in caso di insorgenti difficoltà, si trovi il miglior rimedio nel concorde e leale sviluppo del principio di libera circolazione; Di trasmettere la presente risoluzione, ai sensi del articolo 103 del Regolamento generale, al Senato della Repubblica ed alla Camera dei Deputati; 11

Di trasmettere, altresì, la presente risoluzione alla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee, dei Consigli regionali e delle Province Autonome; al Dipartimento Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri; alla Rappresentanza a Milano della Commissione europea e all ufficio di Milano del Parlamento europeo.. IL PRESIDENTE (f.to Raffaele Cattaneo) I CONSIGLIERI SEGRETARI (f.to Maria Daniela Maroni) (f.to Eugenio Casalino) IL SEGRETARIO DELL ASSEMBLEA CONSILIARE (f.to Mario Quaglini) Copia conforme all originale in atti composta di n. 12 pagine. Milano, 25 marzo 2014 Servizio Segreteria dell Assemblea e dell Ufficio di Presidenza Il Dirigente (Mario Quaglini) 12