Ordine Psicologi Lazio Seminario 12 maggio 2017 Introduzione agli interventi organizzativi Dott. Franco Amore GdL Rischio Stress Lavoro Correlato OPL
Il burnout e l approccio organizzativo Fenomeno del burnout Norme sul Benessere Organizzativo Norme su salute e sicurezza del lavoro
Un breve richiamo al Benessere Organizzativo Le seguenti norme: Direttiva 24.3.2004, D. Lgs. 150/2009 art. 14, c.5; D. Lgs. 165/2001 art. 7; D. Lgs. 165/2001 art.57; Direttiva 4.3.2011; D.P.R. 62/2013 art.13, c.5; sostanzialmente impegnano la P.A.: all'interno dell organizzazione per valutare il benessere dei dipendenti attraverso la rilevazione delle loro opinioni su aspetti relativi alla qualità della attività e delle relazioni nei luoghi di lavoro in modo da realizzare, tra gli altri compiti, il miglioramento della vita lavorativa.
Una precisazione sul Benessere Organizzativo Si deve anche considerare che le indagini sul Benessere Organizzativo previste per ultimo nella P.A. dal D.Lgs. 150/09 e s.m.i. in base al recente DPR 105/2016 non sono più tra i compiti dell OIV e pur mantenendo la loro importanza «rientrano tra i compiti più appropriatamente attribuibili alla funzione dirigenziale.» (https://performance.gov.it/faq). Pertanto in attesa di maggiori chiarimenti su come verranno effettuate tali indagini è utile approfondire i contenuti normativi inerenti la valutazione e gestione del «Rischio stress lavoro correlato» che mantiene una sua chiara cogenza normativa per ogni amministrazione pubblica e privata.
Perché valutare il rischio da stress lavoro-correlato Nel 2007 risultano circa 41 milioni i lavoratori europei colpiti da stress, per un costo di 20 miliardi di euro l anno. (Fonte EuroFound citata in World Health Organizzation, Health Impact of Psychosocial Hazards at Work: An Overview, pag. 63, anno 2010) La Campagna europea 2014/2015 Insieme per la prevenzione e la gestione dello stress lavoro correlato ha riproposto il tema della prevenzione dei rischi psicosociali compreso lo SLC. Le disfunzionalità organizzative attivano in molti lavoratori un processo di stress negativo che produce sintomi psico fisici, limita le capacità relazionali ed affettive, riduce la motivazione e l efficienza nei luoghi di lavoro.
Le principali norme italiane di riferimento D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Accordo europeo del 8/10/2004 Indicazioni Comm. Cons. del 18/11/2010 Allo stato attuale gli altri testi sono da considerare Manuali operativi
Il D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 e s.m.i Articolo 28 - Oggetto della valutazione dei rischi La valutazione di cui all articolo 17, comma 1, lettera a), deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress lavoro-correlato, secondo i contenuti dell accordo europeo dell 8 ottobre 2004, e quelli riguardanti le lavoratrici in stato di gravidanza, secondo quanto previsto dal decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, nonché quelli connessi alle differenze di genere, all età, alla provenienza da altri Paesi e quelli connessi alla specifica tipologia contrattuale attraverso cui viene resa la prestazione di lavoro.
Accordo europeo sullo stress lavoro-correlato (8 ottobre 2004)* Art. 3 Descrizione dello stress e dello stress lavoro correlato 3. Lo stress non è una malattia ma una situazione di prolungata tensione può ridurre l efficienza sul lavoro e può determinare un cattivo stato di salute. 4. Lo stress che ha origine fuori dall ambito di lavoro può condurre a cambiamenti nel comportamento e ad una ridotta efficienza sul lavoro. Non tutte le manifestazioni di stress sul lavoro possono essere considerate come stress lavoro-correlato. Lo stress lavoro-correlato può essere causato da fattori diversi come il contenuto del lavoro, l eventuale inadeguatezza nella gestione dell organizzazione del lavoro e dell ambiente di lavoro, carenze nella comunicazione, ecc. *Si presenta il testo italiano dell Accordo Interconfederale 9 giugno 2008 per semplicità, il riferimento normativo del D.Lgs. 81/08 e s.m.i. è comunque il testo inglese dell Accordo Europeo del 2004 sullo stress lavoro correlato.
Indicazioni Commissione consultiva permanente 2010 La valutazione dello stress lavoro correlato viene effettuata secondo tali indicazioni ai sensi dell art. 28 c. 1bis del D.Lgs. 81/08 e s.m.i. e art. 6, c.8, lett.m quater e prevede un percorso metodologico che rappresenta il livello minimo di attuazione dell obbligo di valutazione del rischio da stress lavoro-correlato: Valutazione preliminare obbligatoria (eventi sentinella, fattori di contenuto e contesto del lavoro) Interventi correttivi (se in base allo strumento/i emergono elementi di stress che li richiedono) Valutazione approfondita eventuale (percezione dei lavoratori sui fattori di contenuto e contesto del lavoro)
Le figure della valutazione SLC Il Datore di lavoro con la collaborazione del RSPP e del Medico Competente (art. 29 D.Lgs. 81/08 e s.m.i. ed Indicazioni 2010 della Commissione Consultiva) elabora il documento di valutazione dei rischi (DVR) Il RLS ed i lavoratori sono coinvolti nella valutazione dei rischi con le modalità previste dalle Indicazioni 2010 della Commissione consultiva permanente L Esperto (artt. 28 e 31 D.Lgs.81/08 e Acc.Int. 08 art.6) può essere chiamato a collaborare (Lo Psicologo, formato su tali argomenti e responsabile dei propri atti professionali, è una figura di Esperto che soddisfa la necessità di competenza e tutela il Datore di lavoro)
Finalità generali della valutazione rischio SLC Artt. 32, 35 e 41 della Costituzione italiana (la salute è un diritto fondamentale dell individuo ed interesse della collettività) Art. 2087 del Codice Civile (tutelare l'integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro) Art. 15 D.Lgs. 81 (b. prevenzione,.integri in modo coerente.le condizioni tecniche produttive dell azienda nonché l influenza dei fattori dell ambiente e dell organizzazione del lavoro) Prevenzione dei rischi per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro
Indicazioni Commissione consultiva permanente 2010 per gli interventi correttivi Informazione (es. Conoscenza del fenomeno e come affrontarlo) Formazione (es. Gestione dei conflitti) Modifiche procedurali e/o tecniche (es. Gestione del carico di lavoro, aggiornamento strumenti) Interventi organizzativi (es. Ristrutturazione della attività relazioni con il pubblico)
Gli interventi organizzativi Sviluppo di una politica organizzativa mirata al contrasto del burnout (es. definizione degli obiettivi all inizio dell anno scolastico e loro comunicazione.) Potenziamento delle leadership (es. assunzione dell impegno nel fronteggiare il burnout da parte del dirigente scolastico.) Ristrutturazione dei compiti (es. valutazione e distribuzione degli incarichi.) Analisi e chiarimento del ruolo (es. chiara comunicazione su ruoli ed incarichi )
Gli interventi organizzativi Programmi di conciliazione casa-lavoro (es. micro programmi di facilitazione per inseganti.) Diversity management (es. organizzazione dei compiti per categorie di inseganti.) Supporto interno ed esterno (es. gruppi di incontro tra inseganti o con professionisti eterni.) Interventi sulle situazioni traumatiche (es. formalizzazione di procedure su tipologie di casi specifici..)
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