sub-comparto edificatorio C1.a2



Documenti analoghi
LINEE GUIDA PER LA REDAZIONE DELLE RELAZIONI GEOLOGICHE E GEOTECNICHE E RELATIVE INDAGINI GEOGNOSTICHE

TRACCIA PER LA REDAZIONE DELLA RELAZIONE GEOLOGICA E DELLA RELAZIONE GEOTECNICA FACENTI PARTE DI UN PROGETTO PER COSTRUZIONI.

INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO

PIAE TIPOLOGIA DI POLO. LITOLOGIA DEL GIACIMENTO Sabbie medie e fini COMUNE INTERESSATO Ostellato INQUADRAMENTO DELL AREA

ORDINE DEI GEOLOGI DELLA REGIONE UMBRIA

COMPONENTE GEOLOGICA, IDROGEOLOGICA E SISMICA DEL PIANO DI GORVERNO DEL TERRITORIO COMUNALE DI BEDULITA (BG) Integrazioni

Scheda per la valutazione qualitativa dei possibili effetti locali nei siti di ubicazione di edifici strategici e monumentali

PROGETTO ESECUTIVO RELAZIONE GEOLOGICA

MODELLO GEOLOGICO E MODELLO GEOTECNICO. Geol. Fabio Garbin

INQUADRAMENTO GEOGRAFICO e GEOMORFOLOGIA DELL AREA. L'area oggetto d'indagine, ricade nella tavoletta

Indagine sismica. MASW - Multichannel Analysis of Surface Waves

5. COMPRENSORIO DI PIAGGE-SAN SALVATORE (AP-20 AREA STRALCIATA) 5.1 VERIFICA PRELIMINARE E VERIFICA SEMPLIFICATA

UBICAZIONE DELL AREA IN CARTA DI TUTELA DEL TERRITORIO DEL PIANO ASSETTO IDROGEOLOGICO BACINO OMBRONE- SCALA 1: TAVOLA 3

PIAE TIPOLOGIA DI POLO. LITOLOGIA DEL GIACIMENTO Sabbie fini. COMUNI INTERESSATI Ferrara INQUADRAMENTO DELL AREA

Nel caso in esame sono stati individuati due modi, utilizzati per la successiva inversione della curva di dispersione.

TRANS ADRIATIC PIPELINE PROJECT OFFSHORE PIPELINE DETAIL DESIGN

Fig.1 Mappa freatimetrica a scala regionale dell acquifero non confinato dell alta pianura friulana.

COMUNE DI FANO RELAZIONE GEOLOGICO TECNICA PER LA SOPRELEVAZIONE DI UN FABBRICATO RESIDENZIALE SITO IN FANO VIA RINALDUCCI

COMUNE DI AVEZZANO. (Provincia di L'Aquila) Via Pietragrossa, 82. Località Paterno. Committente:Bernardi Mauro. Geol.

Ristrutturazione del complesso ENAV di Roma ACC - Ciampino Roma Progetto definitivo delle strutture - RELAZIONE GEOTECNICA

INDICE. 2 Quadro normativo di riferimento 4. 3 Caratterizzazione sismica del sito 5

PROGETTO ESECUTIVO PER LA MIGLIOR GESTIONE IRRIGUA INDICE

Modello geotecnico della città di Santiago de Cuba

Committente: Comune di Flero. Cantiere: via Paine Flero (BS) Progetto: Riqualificazione e ampliamento della scuola materna in via Paine

PROGETTAZIONE DELL AMPLIAMENTO DELLA CASA DI RIPOSO DON BOSCO A BOLZANO RELAZIONE GEOLOGICO GEOTECNICA DI PROGETTO- INTEGRAZIONE

DETERMINAZIONE DI V S30 ReMi software

COMUNE DI BARLETTA. Tav. 1/Str. RELAZIONE GEOTECNICA

Regione Lombardia. Provincia di Pavia COMUNE DI CURA CARPIGNANO PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO

RELAZIONE DI CALCOLO

FRANA SULLA STRADA PROVINCIALE N. 24 SCILLATO-CALTAVUTURO

Relatore: Tesista : Dott. Fabio Mantovani. Giulia Ricciardi

Localizzazione geografica e morfologia del corpo idrico

26 settembre ottobre 2012

Linee guida di progettazione geologica: un esempio in rapporto alla idrogeologia di bassa pianura IL PROGETTO IDRO DELLA PROVINCIA DI VENEZIA

CONSIDERAZIONI GENERALI

1. DESCRIZIONE DELLE OPERE E DEGLI INTERVENTI

Università degli Studi della Basilicata Corso di Laurea in Scienze Geologiche (Biennio Specialistico) Corso di DINAMICA COSTIERA

All.n.7 GAD PEC RI12 INDAGINE GEOFISICA TRAMITE TECNICA MASW

(ai sensi dell art. 13 commi 1 e 2 della L. 64/1974 e ss.mm.ii, Artt.7,9,12,13 PAI Reg e Circolari della Regione Marche n.

Circolare n. 1 del 6 ottobre 2009 O.G.B.

D.M : NTC2008:

DESCRIZIONE DELLE FONDAZIONI

già Unica eccezione il substrato:

Prevenzione Formazione ed Informazione

ESAME DI STATO PER L ABILITAZIONE ALL ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE DI GEOLOGO

Idrogeologia. Velocità media v (m/s): nel moto permanente è inversamente proporzionale alla superficie della sezione. V = Q [m 3 /s] / A [m 2 ]

Progetto definitivo esecutivo Interventi di manutenzione straordinaria della strada agrosilvopastorale Sorgente Glera-Volfo-Piei-Valle Cantiere

SCHEDA DI FATTIBILITA IDRAULICA, GEOMORFOLOGICA E SISMICA Identificativo schede tecniche D1 Via Cantagallo Cimitero di Figline Inquadramento

Studio di Geologia Applicata - Dott. Geol. Pier Luigi Amadori

COMUNE DI TARANTO RELAZIONE SULLA MODELLAZIONE SISMICA

RELAZIONE IDROGEOLOGICA INTEGRATIVA

Laboratorio di monitoraggio Cavone

TAVOLA TECNICA SUGLI SCAVI. Art. 100 comma 1 del D. Lgs. 81/2008

INDICE ALLEGATI - UBICAZIONE INDAGINI GEOGNOSTICHE - GRAFICI PROVE PENETROMETRICHE

COMUNE DI PIAN DI SCÒ REGOLAMENTO URBANISTICO 2012 VARIANTE 1 INDAGINI GEOLOGICHE

Relazione Geologica e Relazione Geotecnica

Il calcolo delle sopraelevazioni in muratura in funzione del livello di conoscenza

3. Azioni sismiche. Le probabilità di superamento P VR nel periodo V R di riferimento dell azione sismica sono riportate alla successiva tabella:

DALLE CARTE ALLE SEZIONI GEOLOGICHE

Committente: E.Eco S.r.l., Roma, Via della Madonna dei Monti n 50 (P.Iva )

REGIONE SICILIANA CORPO REGIONALE DELLE MINIERE SERVIZIO GEOLOGICO E GEOFISICO UNITA OPERATIVA n 3 EROSIONE COSTIERA Dr.

PROVINCIA DI VERONA COMUNE DI SAN MARTINO BUON ALBERGO

Vitantonio Roma Copyright riservato. Metodo HVSR (Nakamura)

PROVINCIA DI PERUGIA INTEGRAZIONE ALLA RELAZIONE GEOLOGICA PRELIMINARE GENERALE DI FATTIBILITA

DETERMINAZIONE PROT N / REP. N. 509 DEL

11. Criteri di analisi e di verifica

Terremoti a cura di Francesco Speciale

Caratteristiche meccaniche, termiche e acustiche del tufo. Ing. Nicola Lauriero

Catena alpino-himalayana

COPERTINA. Prototipo di Relazione geotecnica di esempio

NORME GEOLOGICHE DI PIANO

RELUIS Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica

Laboratorio di monitoraggio Cavone

Indagine di Tomografia Elettrica

DOCUMENTO DI SINTESI. Trento, Bolzano, 08 novembre 2010

1. PREMESSA 2. CALCOLI E VERIFICHE FOGNATURA ACQUE REFLUE

Come valutare le caratteristiche aerobiche di ogni singolo atleta sul campo

IL METODO GENERALE DI DEFINZIONE DELLA PERICOLOSITA

La propagazione delle onde luminose può essere studiata per mezzo delle equazioni di Maxwell. Tuttavia, nella maggior parte dei casi è possibile

GEOLOGICO, SISMICO E GEOTECNICO DI UN AREA DESTINATA ALLA COSTRUZIONE DI UN EDIFICIO DI CLASSE D USO II (struttura ordinaria)

Ciclo idrologico nel bacino

RELAZIONE TECNICO-DESCRITTIVA

Relazione sismica Pag. 1

CALCOLI IDRAULICI DRENAGGIO DELLA PIATTAFORMA STRADALE

Indice. Premessa Permeabilità Trasmissività La circolazione idrica nelle rocce Gli acquiferi 48.

Le categorie di sottosuolo delle NTC08: limiti di applicabilità di V s30

RELAZIONE DELLA I FASE DELLA RICERCA

Associazione Geotecnica Italiana

RELAZIONE RISPOSTA A DOMANDA N. 2. Generalità. Fondazioni. Caratteristiche del terreno

I processi di tempra sono condotti sul manufatto finito per generare sforzi residui di compressione in superficie. Vengono sfruttate allo scopo

CONTENUTI MINIMI DEGLI STUDI GEOLOGICI PER I DIFFERENTI LIVELLI DI PIANIFICAZIONE PIANO STRUTTURALE COMUNALE O SUE VARIANTI GENERALI

L età dei vincitori La presenza femminile. L età dei vincitori La presenza femminile. Confronto tra il concorso ordinario ed il concorso riservato

RILIEVO GEOMECCANICO

Piano Territoriale di Coordinamento Provincia di Cosenza

MODULI DI ANALISI EDIFICATORIA AREE D ESPANSIONE con valutazioni sismiche

CHE COSA CAMBIA CON LA NUOVA NORMA EUROPEA PER PROFILI IN PVC UNI EN 12608

Risposta sismica dei terreni e spettro di risposta normativo

Provincia di Varese COMUNE DI ALBIZZATE. Studio del reticolo idrico comunale (D.G.R. del n 7/7868 e s.m.i.)

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA Facoltà di Ingegneria sede di Vicenza A.A. 2007/08

SENSORI E TRASDUTTORI

Transcript:

COMUNE DI TERLIZZI PROVINCIA DI BARI PIANO DI LOTTIZZAZIONE sub-comparto edificatorio C1.a2 INDAGINE GEOMORFOLOGICA IDROGEOLOGICA GEOTECNICA Trani, luglio 2011 dr.geol. Antonio De Napoli DENAPOLI Studio Tecnico Associato TOPOGRAFIA - GEOLOGIA TRANI - via Postumia, 14 - Tel. 0883487197 studio@libero.it

1 INDICE Pag. 1. Premessa 2 2. Morfologia 5 3. Geologia 3.1. caratteri generali 3.2. caratteri locali 3.3 indagine geofisica 3.3.1 sondaggi geoelettrici 3.3.2 sismica a rifrazione 3.3.3 sismica M.A.S.W. 3.4 parametri geotecnici 3.5 verifica di stabilità 3.6 cenni di tettonica 3.6 cenni di sismologia e rischio sismico 4. Sismologia 4.1 pericolosità sismica di base 4.2 categoria di sottosuolo 4.3 condizioni topografiche 6 6 10 13 13 15 18 20 23 25 23 26 29 29 31 5. Vincoli ambientali (PAI parchi) 35 6. Inquadramento idrogeologico 39 7. Conclusioni 41

2 1. PREMESSA La seguente relazione ha come oggetto lo studio geologico e geomorfologico del piano di lottizzazione del sub comparto edificatorio C1/a2 del comune di Terlizzi (Ba), compreso tra via Sovereto e via Cappella Chicoli, riportato in catasto al F 16, p.lle 26, 27, 28, 38, 39, 40, 41, 42, 43, 79, 80, 82, 83, 93, 184, 532, 746, 751, 752, 757, 768, 789, 839, 851, 852, 997, 1000, 1003, 1005, 1012, 1014, 1015, 1017, 1018, 1020, 1021, 1023, 1024, 1026, via Torre tre Gigli e F 23, p.lle 14, 74, 87, 88, 156, 158, 159, 237, 255, 256, 301, 302, 410, 413, 415, 416, 418, 419, 420, via Vecchia Sovereto, via Giovinazzo. Lo scopo della presente indagine è quello di accertare le condizioni morfologiche, geologiche, stratigrafiche ed idrogeologiche della zona scelta per la realizzazione dell'insediamento urbano, in riferimento alla Legge n 64 del 2.2.74, al D.M. 11.3.88, al DM 14.01.08, all O.P.C.M. n 3274 del 20.03.03 e al DGR 02.03.04 n 153 che inseriscono il territorio di Terlizzi nella zona sismica Z3. Come riportato ai punti H.1.a, H.3 e B.5 del D.M. 11.3.88, prima della progettazione delle singole opere occorre verificare e documentare con relazione tecnica, la fattibilità dell insieme dal punto di vista geologico e geotecnico. Per l'espletamento del seguente incarico sono state effettuate le seguenti indagini: rilievo geomorfologico, per evidenziare la presenza di situazioni di instabilità quali frane, doline, linee di deflusso idrico, ecc.; rilevamento geologico di dettaglio, per il riconoscimento in sito della natura litologica delle rocce affioranti, della loro giacitura e delle eventuali implicazioni tettoniche; studio idrogeologico dell'area per la ricerca di falde idriche che possono interessare le costruzioni. indagine geofisica a supporto dei suddetti studi e per la parametrizzazione elasto-meccanica del substrato di fondazione. I dati di campagna sono stati integrati con le notizie reperite nell'ampia bibliografia specialistica esistente sulla zona.

3 Fig. 1 Delimitazione del lotto su base catastale

4 Fig. 2 Quadro sinottico

5 2. MORFOLOGIA Geograficamente l'area, compresa nella Tav. III NO "Ruvo di Puglia" del F 177 I.G.M., fa parte della regione costiera pugliese, i cui caratteri morfologici richiamano il motivo più importante dell'area murgiana, dato da una serie di ripiani posti a quote via via più basse verso l'adriatico. Si tratta di terrazzi marini allungati quasi parallelamente alla costa e leggermente inclinati a Nord; questi si raccordano tramite piccole scarpate sagomate dall'azione del mare e rappresentanti antiche linee di costa. Il terreno in oggetto, di forma allungata per quasi 1 Km in senso nord-sud, per una larghezza media di circa 140 m, è ubicato ad est dell abitato, dista circa 1,4 Km dalla Cattedrale ed è delimitato a nord dalla s.v. Cappella Chicoli ed a sud da via Sovereto. Inoltre, è attraversato trasversalmente dalla s.v. Vecchia Sovereto e via Giovinazzo ed il limite settentrionale lambisce via Torre tre Gigli. Fig. 3 Area Murge basse La morfologia ed il clima sono tipici della zona definita Murge basse, con una superficie topografica caratterizzata da un generale declivio verso nordest e mancanza di corsi d acqua. Le quote variano da 170 a 180 m slm con pendenze che raramente raggiungono i 3. Non sono presenti fronti di instabilità, forme carsiche e/o tettoniche di notevoli dimensioni, linee di ruscellamento meteorico esterne al suddetto solco, o zone soggette a cedimento. Dal punto di vista climatico il territorio è influenzato dall'azione mitigatrice del mare che conferisce un clima tipicamente mediterraneo con inverni miti ed estati calde. Le temperature medie invernali si attestano attorno ai 7 C mentre quelle estive attorno ai 24 C. Durante la stagione primaverile possono verificarsi gelate per effetto delle notevoli escursioni termiche. La piovosità annua si aggira attorno ai 600 mm di pioggia ben distribuiti nel corso dell'anno.

6 Fig. 4 - Stralcio Foglio 177 I.G.M., tav. III NW "Ruvo di Puglia" 3. GEOLOGIA 3.1 Caratteri generali Dal punto di vista litologico la zona interessata è caratterizzata da una potente serie carbonatica di età cretacea (Calcare di Bari), costituita da calcari bioclastici, micritici e dolomitici e da zolle isolate di depositi pleistocenici trasgressivi. La successione stratigrafica, iniziando dal termine più antico, comprende: Calcare di Bari (Cretaceo); Calcareniti di Gravina o Tufi delle Murge (Pliocene medio?, Pleistocene inf.); Depositi alluvionali (Olocene, Pleistocene sup.).

7 Il "Calcare di Bari" rappresenta il basamento rigido della zona ed è costituito da una serie sedimentaria prevalentemente calcarea caratterizzata, in questa zona, da calcari e da calcari dolomitici grigi ai quali s'intercalano, più o meno frequentemente, calcari bianchi micritici o bioclastici a grana fine. I calcari e le dolomie si presentano in strati o in banchi, ripetutamente laminati, con diffuse cariature da dissoluzione. Il fenomeno carsico è ovunque presente e si sviluppa con intensità diversa in superficie ed in profondità. Le cavità presentano forma e dimensioni varie; le più comuni sono interstrato e da frattura, spesso sono parzialmente o interamente riempite da terra rossa rideposta o depositi di varia natura. La fratturazione dell'ammasso roccioso risulta nel complesso elevata, con molteplici direzioni delle discontinuità primarie. 'assetto strutturale della serie calcarea è in generale a monoclinale, con leggere inclinazioni verso l'attuale linea di costa. A tratti è possibile notare un diverso assetto geometrico della successione carbonatica imputabile ad episodi compressivi o di trazione. Lo spessore totale di questa formazione supera i 3000 m. La "Calcarenite di Gravina" è a litofacies che individua l'inizio della sedimentazione marina nell'avanfossa Sudappenninica, pertanto il suo spessore si rastrema addentrandosi nelle zone di piattaforma. In questa zona affiora in zolle distanti oltre un chilometro dall area in oggetto. In generale gli affioramenti sono costituiti da calcareniti carbonatiche di colore giallastro, a grana e resistenza variabile, a giacitura suborizzontale con una netta stratificazione incrociata con strati a sviluppo tabulare la cui orientazione e pendenza confermano che l'accumulo dei depositi è dovuto al moto ondoso. Frequenti sono i fossili marini interi ed in frammenti; stratigraficamente sono trasgressivi e discordanti sul "Calcare di Bari". I "Depositi Alluvionali" sono presenti nell area in oggetto in corrispondenza del letto della Lama Bonasiere, che attraversa il lotto in sensi ovest-est. Sono costituiti da terreni limosi con una quantità di pezzame e ciottoli calcarei variabile da zona a zona, in generale sempre inferiore al 30%. Si tratta di depositi terrosi e ciottolosi derivanti dal disfacimento dei terreni rocciosi esistenti a monte. Nei più importanti solchi erosivi del territorio, disposti tutti secondo SSW-NNE, si osservano sabbie ocracee, argille rossastre e blocchi del substrato mesozoico con strutture da dissoluzione carsica. Gli spessori massimi possono raggiungere i 2 m.

8 depositi sciolti a prevalente componente pelitica e/o sabbiosa rocce calcaree-dolomitiche (Calcare di Bari - Cretaceo medio) rocce prevalentemente arenitiche (Calcareniti di Gravina - Pliocene, Pleistocene) traccia sezione geologica corso d acqua episodico faglia orlo di scarpata asse di sinclinale ripa in erosione Fig. 5 - Stralcio Carta Idrogeomorfologica (SIT Puglia)

9 Fig. 6 Sezione geologica

10 3.2 Caratteri locali Il lotto presenta una forma stretta (circa 140 m) ed allungata per quasi 1 Km in senso nord-sud; attualmente interessata terreni con conduzione agraria non di pregio, alcune serre e rare ed isolate case di campagna e depositi agricoli. Il rilievo geologico e l analisi litostratigrafica, eseguita in corrispondenza di: affioramenti e scavi presenti nell area di indagine e nelle aree limotrofe; pozzi artesiani; dati geologici e geofisici derivati dalla relazione geologica allegata al P.R.G.; indagine geofisica; ha permesso di verificare la natura roccioso calcarea del substrato di fondazione in relazione alla profondità di posa delle strutture fondali ed allo spessore dei sedimenti detritici superficiali. La facies presente è rocciosa di natura calcareo-dolomitica detritico organogena con colori sfumati dal grigio chiaro al biancastro, in strati spessi 7-40 cm ed alcune volte ulteriormente suddivisi in pseusostrati di 3-6 cm con micro e macrofratture subverticali, orientate preferibilmente in direzione EW. spessore litologia 0,50 0,80 metri terreno agrario 1 2 metri roccia calcareo-dolomitica bianca micritica e/o granulare in strati di spessore variabile da 5 a 10 cm > 5 metri roccia calcareo-dolomitica bianca micritica e/o granulare in strati di spessore variabile da 20 a 40 cm Foto 1 Fronte di scavo presente in zona Il basamento calcareo risulta quindi suddiviso in poliedri del volume di qualche decimetro cubo ed è caratterizzato da un assetto strutturale con inclinazioni variabili da 2 a 10 verso Sud e SE. In generale, il valore di R.Q.D. varia con la profondità passando dal 30% al 70% con una diminuzione progressiva dello stato di fratturazione.

11 Fig. 7 Stratigrafia pozzi artesiani

12 E6 P1 S1 E38 S2 SEV sismica saggio meccanico pozzo artesiano E3 P2 Fig. 8 Stralcio rilievo fotogrammetrico con ubicazione delle indagini

13 L'alterazione carsica è quasi sempre presente lungo i giunti di strato e di frattura, sotto forma di ossidi di ferro e livelli millimetrici di terra rossa residuale, ed è collegato alla percolazione delle acque meteoriche nel sottosuolo attraverso le micro e macro fratture della roccia e tende anch'esso a diminuire con la profondità. Il substrato evidenzia pertanto una leggera disomogeneità strutturale che, con la profondità, tende progressivamente a ridursi. L esame visivo dei luoghi non ha evidenziato strutture tettoniche o zone particolarmente alterate. 3.3 Indagine geofisica Indagine geoelettrica secondo la metodologia Schlumberger (Sondaggi Elettrici Verticali) (da PRG) Indagine sismica a rifrazione Indagine sismica MASW 3.3.1 Sondaggi geoelettrici Sono stati presi in considerazione n 3 Sondaggi Elettrici Verticali posizionati esternamente al lotto, in modo da esaminare la struttura geologica dell intera zona (Fig. 8). n 3 a sud del lotto e di via Sovereto; n 6 a nord del lotto, vicino via Cappella Chicoli; n 38 ad ovest del lotto, vicino la s.p. per Giovinazzo. L elaborazione dei SEV ha fornito un modello litologico comune, caratterizzato da uno spessore agrario-detritico superficiale, spesso 1 m circa, ed un basamento calcareo con valori di resistività in aumento con la profondità, intervallato da un livello a bassa resistività spesso 1,5-2,5 m circa ed ubicato a circa 8-10 m dal piano campagna. spessore resistività litologia m ohm.m 1.00 20-120 roccia calcarea decompressa e molto fratturata, mista a terreno agrario 7.00-10.00 400-1000 roccia calcareo-dolomitica stratificata da mediamente a poco fratturata 1.50-3.00 20-100 roccia calcareo-dolomitica fratturata e alterata con presenza di terre rosse argillose > 20.00 3500 roccia calcareo-dolomitica in strati e banchi, con rare fratture

14 sev 3 sev 6 10000 10000 resistività (ohm.m) 10 0 0 10 0 10 1000 100 10 1 1 10 100 semidistanza elettrodi (m) sev 38 1 1 10 100 semidistanza elettrodi (m) 10000 resistività (ohm m) 1000 100 Fig. 9 Sondaggi Elettrici Verticali (da P.R.G.) 10 1 10 100 semidistanza elettrodi (m)

15 3.3.2 Sismica a rifrazione Per una caratterizzazione generale dei parametri elastici e meccanici del terreno di fondazione è stata eseguita un indagine microsismica, nella zona centrale del lotto. Il metodo sismico a rifrazione consiste nella rilevazione delle velocità delle onde sismiche generate da una massa battente. I valori di velocità delle onde sismiche, misurati in sito per ciascun volume di sottosuolo differenziato, unitamente alla "facies litologica" interpretata, hanno consentito di determinare una serie di parametri elasto-meccanici di riferimento. Questi risultano derivati da correlazioni sperimentali, per tipologia litologica, tra parametri geomeccanici e parametri elastici. I parametri derivati risultano verificati nel complesso struttura/terreno cui si riferiscono e risultano associati ad un volume significativo di suolo che, puntualmente, può presentare caratteri differenti dai valori proposti. Fig. 10 Sismogrammi e dromocrone base sismica 1

16 Fig. 11 Sismogrammi e dromocrone base sismica 2

17 base S1 base S2 Fig. 12 Sezioni sismo stratigrafiche In generale i risultati ottenuti evidenziano un basamento carbonatico caratterizzato da due orizzonti sismici. orizzonte A - presenta uno spessore variabile da 0,70 a 2,00 metri ed è caratterizzato da terreno di riporto o vegetale. Le velocità delle

18 onde P sono comprese in un range ristretto di valori variabile da 200 m/s a 500 m/s e non sono idonei come terreno di fondazione di edifici. orizzonte B - presenta uno spessore variabile da 2 a 5 metri in funzione della quota e della giacitura, il suo passaggio all'orizzonte inferiore è generalmente ben definito, segno di una marcata differenzazione dello spessore degli strati calcarei o del grado di fratturazione/alterazione. Le velocità delle onde P sono comprese in un range ristretto di valori variabile da 1000 m/s a 1200 m/s con locali scadimenti superficiali a 900 m/sec. La facies associata è quella dei calcari sottilmente stratificati e/o molto fratturati. orizzonte C - presenta uno spessore non inferiore a 5 metri ed è caratterizzato da velocità delle onde P comprese tra 1700 e 1800 m/s; locali scadimenti sono presenti in concomitanza con le principali linee di frattura o zone di alterazione carsica. La facies associata è quella dei calcari stratificati con grado di fratturazione medio. orizzonte D - lo spessore di questo orizzonte supera i 10 metri ed è caratterizzato da una velocità sismica superiore ai 2000 m/s; in base alle caratteristiche di spessore e velocità è possibile definirlo il bedrock della successione stratigrafica. 3.3.3 Sismica M.A.S.W. L indagine sismica M.A.S.W. (Multichannel Analysis of Surface Waves) si basa sull analisi delle onde superficiali di Rayleigh. Questo metodo fornisce una buona risoluzione e non è limitato dalla presenza di inversione di velocità in profondità. Inoltre, la propagazione delle onde di Rayleigh, anche se influenzata dalla Vp e dalla densità, è funzione innanzitutto della Vs, parametro di fondamentale importanza per la caratterizzazione geotecnica di un sito secondo quanto previsto dal DM 14.01.08. La proprietà fondamentale delle onde superficiali di Rayleigh, sulla quale si basa l analisi per la determinazione delle Vs, è costituita dal fenomeno della dispersione che si manifesta in mezzi stratificati. Pertanto, analizzando la curva di dispersione, ossia la variazione delle velocità di fase delle onde di Rayleigh in funzione della lunghezza d onda (o della frequenza, suo inverso), è possibile determinare la variazione di velocità delle onde di taglio con la profondità tramite il processo d inversione.

19 Fig. 13 Indagine MASW spettro FK, profilo di velocità

20 3.4 Parametri geotecnici Il substrato calcareo presente nell'area di sedime, sotto uno spessore di circa 50-100 cm di terreno agrario e, nelle aree prossime a via Giovinazzo, 2 m di riporto, è costituito da roccia calcarea bioclastica stratificata, con grado di fratturazione e alterazione medio, variabile in senso verticale ed orizzontale. I primi 40-50 cm di roccia si presentano decompressi, con grado di fratturazione alto e con inclusioni terrose. Gli strati più profondi tendono progressivamente a diminuire il grado di fratturazione e la presenza di inclusi presentando, saltuariamente, spessori rocciosi molto fratturati, con un valore di R.Q.D. variabile dal 40% al 70%. I dati provenienti dal rilievo geomeccanico e geofisico sono stati elaborati secondo le teorie che, a parere dello scrivente, meglio caratterizzano il substrato di fondazione, in relazione alle dirette esperienze compiute su terreni similari in aree appartenenti al medesimo bacino di formazione. Il sistema C.S.I.R., proposto da Bieniawski (89), ricava la classificazione geomeccanica dall'analisi di sei parametri che fanno riferimento alla resistenza meccanica, alla giacitura dei piani di stratificazione, alle condizioni dei giunti ed alla situazione idrica. Studi condotti da Zezza (75) hanno caratterizzato e classificato gli ammassi rocciosi carsificati pugliesi collegando i comportamento dinamici con quelli statici attraverso misure di velocità, di RQD ed indicazioni strutturali. Rzhevsky e Novik (71) e Broili (77) hanno elaborato modelli matematici correlando il modulo di elasticità dinamico con la porosità, la resistenza a compressione ed il modulo elastico statico. Ed (modulo di Young dinamico) - Brown e Roberthshaw Es (modulo statico) - Rzhevsky e Novik (71), NAV FAC Manual G (modulo di taglio) = Ed/2(1+ν) γ densità naturale del terreno) Nate e Drake ϕ (angolo d attrito) C.S.I.R. (89) RQD - Zezza (75), Budetta e a. (2001) u.c.s. (carico di rottura esp. lib.) - Manev ed Avramova-Tacheva (70) f (angolo d attrito) C.S.I.R. (89) Sen & Sadagah (03)

21 Fig. 14 Correlazione tra V e RQD (Budetta e a. 01 - Zezza 75) Fig. 15 Correlazione tra Vp/γ (Nate- Drake) e Vp/Ed (Brown e Roberthshaw)

22 Procedendo da ovest verso est lo spessore del I orizzonte sismico (calcari sottilmente stratificati) tende progressivamente a ridursi sino ad annullarsi nelle aree più orientali del lotto. Riguardo alle caratteristiche di deformabilità dell ammasso roccioso calcareo stratificato e carsificato, interessato da fondazione superficiale, dovuto alla presenza di materiali interstrato, ed in particolare di terra rossa argillosa, si fa riferimento allo studio svolto da Spilotro (83) sui calcari mesozoici pugliesi. Considerando i profili di rugosità delle superfici rocciose, lo spessore degli strati rocciosi e del riempimento terroso, è stato stabilito che il rapporto dei carichi sopportati dall impalcatura rocciosa e dal riempimento terroso d interstrato è dello stesso ordine di grandezza del rapporto dei rispettivi moduli elastici, generalmente pari a: E T / E R = 5 10-4 Quindi, quando l ammasso calcareo presenta una impalcatura rocciosa di sostegno, l aliquota di carico sopportata dal terreno d interstrato è trascurabile. Nell area di indagine, la presenza di materiale terroso/argilloso interstrato è inferiore al 10%, salvo locali accumuli da bonificare, ed è possibile affermare che la capacità portante del terreno di fondazione è garantita dalla struttura calcarea incassante.

23 3.5 Verifica di stabilità Lo studio morfologico dell area in esame ed i dati rilevati riguardo le caratteristiche fisico-meccaniche dei litotipi presenti, permette di verificare la stabilità del territorio in riferimento agli interventi in progetto. L area di lottizzazione presenta una morfologia monoclinalica inclinata verso nordest con pendenze che non superano i 3. Tranne per la coltre detritica superficiale, costituita da terreni di riporto o vegetali, in tutta l area di lottizzazione la natura del sottosuolo è calcareo-rocciosa. In base alle caratteristiche morfologiche e geologiche, le verifiche eseguite sono state: rottura planare rottura cuneiforme rotture circolari rotture per ribaltamento Rottura planare Questa rottura avviene lungo un unica superficie piana caratterizzata da: direzione quasi parallela alla faccia del pendio; fuoriuscita nel pendio; pendenza maggiore all angolo di attrito interno; massa in frana limitata lateralmente da zone a bassa resistenza meccanica (discontinuità strutturali, litologiche o morfologiche). Non essendo state rilevate le suddette condizioni, è da escludere. Rottura cuneiforme Lungo la superficie del pendio non sono state rilevate superfici strutturali con direzione incrociata; mancano quindi le prerogative per un suo innesco. Rotture circolari Non essendo state rilevate superfici preferenziali di minor resistenza, è da escludere.

24 Rotture per ribaltamento e/o scivolamento Le condizioni di stabilità sono date dalle relazioni: α < β b > tgα h α= 10 angolo di inclinazione del giunto compreso negli strati calcarei β= 30-35 angolo di attrito lungo le superfici di distacco b= base blocco h= altezza blocco Fig. 16 Condizioni del ribaltamento/slittamento (Hoek e Bray 77) La seconda condizione prevede che i blocchi rocciosi presenti nell area abbiano un rapporto base-altezza pari a 0,18 cioè, per avvenire il ribaltamento, un blocco alto 1 m deve avere una base inferiore a 0,18 m. Non avendo riscontrato nell area di indagine condizioni sfavorevoli, è possibile escludere fenomeni di ribaltamento e/o scivolamento.

25 3.6 Cenni di tettonica Dal punto di vista strutturale l'area è caratterizzata da un assetto essenzialmente tabulare, con blande evidenze plicative nei calcari del substrato, che risultano spesso dislocati da elementi strutturali di tipo lineare (faglie dirette) a testimonianza di una tettonica distensiva piuttosto intensa. Le fasi tettoniche, riconosciute nella formazione mesozoica dei "Calcari di Bari", sono essenzialmente due: la prima, di età cenozoica, legata alla tettonica compressiva orogenetica, ha determinato la formazione di un sistema di pieghe con assi orientati prevalentemente in direzione NW-SE; la seconda, di età plioquaternaria, può essere ricondotta agli estesi fenomeni disgiuntivi dovuti ad un generale e differenziale sollevamento della regione. A questa fase sono riconducibili due eventi distensivi responsabili dei sistemi di faglie dirette riscontrabili nell'area, le cui direzioni di stress sono state rispettivamente NW-SE e NNE-SSW. Il territorio terlizzese si inserisce nel contesto regionale della Murgia nordoccidentale caratterizzato da un motivo tettonico principale essenzialmente distensivo, dato da una monoclinale immergente 5-20 a SSW, disturbata da blande pieghe e da faglie variamente orientate, a rigetto modesto. Le pieghe principali più vicine sono la sinclinale che attraversa in senso est-ovest l abitato di Terlizzi, la sinclinale Ruvo-Palo del Colle, orientata a NW, l anticlinale Bitonto-Corato, e la sinclinale di Giovinazzo, entrambe orientate ad Est. La zona in studio non è direttamente interessata dall asse della sinclinale, che passa circa 300 m a sud del margine meridionale della lottizzazione. Le linee di fratturazione tettonica influenzano lo sviluppo e l allineamento delle cavità carsiche ipogee e la direzione di deflusso della falda idrica. L orientazione della canalizzazione carsica sotterranea, ad andamento orizzontale o suborizzontale, rientra nelle direzioni preferenziali della Murgia nordoccidentale, situata ad ovest dell allineamento S. Spirito-Altamura. Fig. 17 Orientazione della canalizzazione carsica sotterranea

26 4. SISMOLOGIA In generale il quadro sismotettonico di un territorio è caratterizzato da: grado di sismicità del territorio; grado di sismicità dei territori contigui. La provincia di Bari è costituita da aree sismogenetiche (cioè i territori in cui sono state riconosciute strutture tettoniche attive) a bassa energia mentre i territori contigui (Capitanata, Gargano, Subappennino, Albania, Grecia) presentano aree ad alta energia. Nel complesso, il rischio sismico della provincia barese presenta un rischio medio-alto in termini di sismicità risentita, cioè legata ad eventi sismici che hanno epicentro in altre aree. Di seguito si riporta l elenco delle osservazioni macrosismiche di terremoti di aree italiane al di sopra della soglia del danno dall anno 1000 al 1980 (GNDT DOM4.1). La colonna effetti riporta l intensità (Is) (scala Mercalli MCS) con cui è stato avvertito il terremoto a Bari e, nella colonna in occasione del terremoto di: il toponimo dell area epicentrale, l intensità (Ix) e la magnitudo (Ms) (scala Richter). Fig. 18 Storia sismica di Terlizzi limitatamente a valori di Is (x10) 45 (GNDT DOM4.1)

27 F avvertito (felt); in genere si esclude che vi siano danni (I<6) NF non avvertito (not felt); in caso di esplicita segnalazione in tal senso è equiparabile a I=1 NC non classificato (not classified); Fig. 19 a) Classe di profondità (in Km) della zonazione sismogenetica ZS8 b) Distribuzione dei terremoti, secondo l origine dei dati di base

28 In seguito all Ordinanza PCM 20 marzo 2003 n 3274, l Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha redatto la nuova mappa di pericolosità sismica di riferimento per l individuazione delle zone sismiche. La mappa finale è stata ottenuta dall uso ponderale di tre gruppi di relazioni di attenuazione e due insiemi di intervalli di completezza. La mappa presenta anche una fascia marginale, dove sono raggruppati quei territori che possono essere inseriti in una zona sismica o in quella contigua, nell ambito del potere discrezionale che l Ordinanza affida alle Regioni. La zonazione è stata recepita dalla Regione Puglia con delibera della Giunta Regionale n 153 del 2.03.2004. Le zone sismiche, distinte in 4 classi di accelerazione massima del suolo (amax) con probabilità di superamento del 10% in 50 anni, sono state individuate in base al sistema dei codici europei (EC8). Il territorio di Terlizzi rientra nelle aree a bassa sismicità Z = 3, classe III. I classe II classe III classe IV classe Fig. 20 Zonazione sismica della Puglia (INGV)

29 4.1 Pericolosità sismica di base La modellazione sismica del sito di costruzione è regolamentata dal paragrafo 6.2.2 delle NTC (DM 14.01.08) e dal paragrafo 6.2 della Circolare del 02.02.09 n. 617. Come riportato dalla suddetta normativa, la pericolosità sismica è definita in termini di accellerazione orizzontale massima attesa a g in condizioni di campo libero su sito di riferimento rigido con superficie topografica orizzontale (di cat. A), nonché di ordinate dello spettro di risposta elastico in accellerazione ad essa corrispondente S e (T), con riferimento a prefissate probabilità di eccedenza PV R, nel periodo di riferimento V R. Ai fini della presente normativa le forme spettrali sono definite, per ciascuna delle probabilità di superamento nel periodo di riferimento PV R, a partire dai valori dei seguenti parametri su sito di riferimento rigido orizzontale: a g accellerazione orizzontale massima al sito; F o valore massimo del fattore di amplificazione dello spettro in accellerazione orizzontale; T c periodo di inizio del tratto a velocità costante dello spettro in accellerazione orizzontale. 4.2 Categoria di sottosuolo In assenza di un analisi specifica sulla valutazione della risposta sismica locale, per definire l azione sismica si può far riferimento a un approccio semplificato, che si basa sull individuazione di categorie di sottosuolo di riferimento (Tab. 3.2.II e 3.2.III) La classificazione della categoria si sottosuolo si effettua in base ai valori della velocità equivalente Vs 30 di propagazione delle onde di taglio entro i primi 30 m di profondità. Per le fondazioni superficiali, tale profondità è riferita al piano di imposta delle stesse, mentre per le fondazioni su pali è riferita alla testa dei pali. Nel caso di opere di sostegno di terreni naturali, la profondità è riferita alla testa dell opera. Per muri di sostegno di terrapieni, la profondità è riferita al piano di imposta della fondazione. Non conoscendo la profondità di posa delle fondazioni ed essendo questa una classificazione preliminare, il calcolo del Vs 30, previsto dall ordinanza 3274 del Presidente del Consiglio dei Ministri e dal D.M.

30 14.01.08, è stato eseguito considerando il piano di appoggio delle fondazioni in corrispondenza del I orizzonte calcareo. V S 30 30 = = 1179 m/ s hi V i= 1, N i In riferimento alla suddetta normativa, il terreno di fondazione rientra nella categoria di suolo di fondazione A, trattandosi di formazione rocciosa caratterizzata da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità, con una Vs30>800 m/sec.

31 4.3 Condizioni topografiche Per condizioni topografiche complesse è necessario predisporre specifiche analisi di risposta sismica locale. Per configurazioni superficiali semplici si può adottare la seguente classificazione (Tab. 3.2.IV): Le suesposte categorie topografiche si riferiscono a configurazioni geometriche prevalentemente bidimensionali, creste o dorsali allungate, e devono essere considerate nella definizione dell azione sismica se di altezza maggiore di 30 m. Nel nostro caso la configurazione topografica superficiale è semplice e rientra nella categoria T1.

32

33

34

35 5.VINCOLI AMBIENTALI (PAI-PARCHI) Il territorio di Terlizzi rientra nella zona centrale della Regione Puglia, caratterizzata dalla presenza del rilievo delle Murge (etimologicamente terra pietrosa). La morfologia di quest area è povera di rilievi e di corsi d acqua per la natura idrogeologica del terreno, costituito da rocce carbonatiche fessurate, soggette al fenomeno carsico con il netto prevalere dell infiltrazione sul ruscellamento delle acque meteoriche. Il PAI, adottato con Delibera Istituzionale n 25 del 15/12/2004 ed approvato con Delibera Istituzionale n 39 del 30/11/2005, è finalizzato al miglioramento delle condizioni di regime idraulico e della stabilità dei versanti, necessario a ridurre gli attuali livelli di pericolosità e a consentire uno sviluppo sostenibile del territorio nel rispetto degli assetti naturali, della loro tendenza evolutiva e delle potenzialità d uso. L analisi della Carta dell Idrografia superficiale, stilata dall Autorità di Bacino della puglia e degli elaborati del PAI (aggiornati al 09/02/2010), ha permesso di escludere situazioni di pericolosità idraulica e geomorfologica nell area oggetto di studio. In riferimento a quanto prescritto dalle N.T.A. del Piano di Bacino (PAI), si precisa che l area sede del fabbricato è esterna all area di rischio idraulico e non rientra tra le aree di rischio di cui gli art. 6 e 10 delle NTA del PAI. Inoltre, il terreno non rientra in zone di parco o di interesse ambientale ZPS e/o SIC.

36 Fig. 21 Stralcio cartografia P.A.I.

37 Fig. 22 Stralcio carta idrogeomorfologica relativa al reticolo idrografico

38

39 Fig. 23 Stralcio cartografia SIC, ZPS e aree Protette 6. INQUADRAMENTO IDROGEOLOGICO La fascia adriatica delle Murge è caratterizzata da un acquifero formato quasi esclusivamente da rocce carbonatiche estremamente permeabili per fratturazione, fessurazione e carsismo. causa delle scarse precipitazioni atmosferiche (circa 600 mm/anno) e del fatto che più del 50% di pioggia si disperde per infiltrazione nel sottosuolo e per evapotraspirazione, la presenza di acque di ruscellamento è abbastanza scarsa in superficie, ed è localizzata solamente in coincidenza con i solchi di incisione torrentizia detti "lame". 'alto grado di fratturazione del substrato ha quindi creato un acquifero artesiano che tende a far confluire le acque verso mare. Nelle zone costiere, come quella in oggetto, la cadente piezometrica è proporzionale alla densità dell'acqua di falda rispetto a quella marina, più densa, ed oscilla normalmente tra lo 0,1 e lo 0,2% (pari ad 1-2 metri di risalita della superficie di falda sul livello medio del mare per ogni chilometro di distanza lineare dalla linea di costa).

40 Fig. 24 Carico piezometrico (da PTA) Fig. 25 Quote di attestazione dei pozzi e contenuto salino (da PTA)

41 La falda profonda si trova quindi ad una quota superiore a quella marina, 500 m circa di profondità, ed è composta da acque con contenuto salino pari a circa 0,5 g/l (da Piano Tutela Acque). Le indagini geognostiche effettuate nell'area oggetto di lottizzazione escludono la presenza di falde acquifere sospese che possano influire con le strutture portanti del fabbricato. 7. CONCLUSIONI In considerazione a quanto sopra esposto è possibile esprimere un parere qualitativo circa le condizioni geomorfologiche, geologiche, idrogeologiche e geotecniche della zona interessata dalla lottizzazione in riferimento alla Legge n. 64 del 2.2.74, al D.M. 11.3.88, ed all O.P.C.M. n 3274 del 20.03.03 e al DGR 02.03.04 n 153 in cui il territorio di Terlizzi (Ba) ) viene inserito nelle zone sismiche Z3.. L'area in esame presenta un andamento morfologico subpianeggiante non interessato da fronti di instabilità, forme carsiche e/o tettoniche di notevoli dimensioni, linee di ruscellamento meteorico o zone soggette a cedimento. L indagine idrogeologica ha evidenziato la presenza di una falda carsica profonda circa 500 m dal p.c., caratterizzata da acqua dolce e la mancanza di falde superficiali che possono interessare le strutture fondali dei fabbricati. Non sono emerse situazioni di pericolosità geologica, tali da richiedere l'utilizzo di tecnologie fondali particolari e/o limitazioni di volumetria e di altezze rispetto a quelle previste per i fabbricati in progetto, quali: forme carsiche di notevoli dimensioni, quali doline ed inghiottitoi; strutture tettoniche di ampio raggio; zone soggette a franamento. L area non è direttamente e/o indirettamente interessata da aree di emergenza geomorfologica, idrogeologica o ambientale (PAI, ZPS, SIC).

42 Dal punto di vista geotecnico generale, la zona è caratterizzata da un basamento carbonatico le cui caratteristiche geomeccaniche tendono gradualmente a migliorare con la profondità, con locali zone di fratturazione/alterazione sia orizzontali che verticali. Trattandosi di un basamento carbonatico soggetto a fratturazione e carsismo, è possibile trovare locali zone decompresse, superficiali e/o sotterranee, con presenza di materiale argilloso residuale. Restano pertanto valide a tutti gli effetti le disposizioni riportate ai punti H1 e H3 del D.M. 11.3.88, che dispone che prima della progettazione delle singole opere occorre verificare e documentare con relazione tecnica, la fattibilità dell insieme dal punto di vista geologico e geotecnico. La natura del terreno di fondazione è tale da non comportare limitazioni di volumetria e di altezze diverse da quelle previste in progetto. In conclusione lo scrivente ritiene verificata la compatibilità tra il piano di lottizzazione e le condizione geomorfologiche, idrogeologiche e geotecniche della zona. ================== Trani, luglio 2011 dr.geol. Antonio De Napoli