SCHEDA DI APPROFONDIMENTO N 47



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SCHEDA DI APPROFONDIMENTO N 47 Prassi di sinergia tra emigrazione e sviluppo Esperienze particolari- Il Nido del Gufo Bogotà (Colombia) di Enrica Pontin Responsabile Volontariato Internazionale ASCS Ringrazio per aver avuto l opportunità di partecipare a questo meeting e aver potuto assistere al confronto e dibattito sulle tematiche delle migrazioni in relazione allo sviluppo e alla cooperazione. Il ruolo di queste giornate formative è fondamentale per ampliare le conoscenze del fenomeno migratorio ed avere un quadro aggiornato, vista anche la sua continua evoluzione e conseguente necessità di adeguamento. Ritengo però sia indispensabile accogliere questa opportunità di studio e approfondimento in un ottica che ci permetta di trasformare il tutto in una prassi da seguire e poter tradurre in azione. Accoglierla quindi come sfida e rotta per l azione concreta e gli interventi da mettere in atto nell incarico che mi è stato affidato dall ASCS. La mia domanda ricorrente è dunque come tradurre le esigenze che la mobilità umana ci impone? Quali strategie e prassi metodologiche adottare? Come strutturare un intervento articolato e integrale dando maggiore risvolto professionale, puntuale ed efficace ai nostri progetti indirizzati ai migranti e alle proposte per i volontari internazionali? Ho inoltre cercato di pensare a come avere una relazione diretta con le cause delle migrazioni, a come dare responsabilità a tutti gli attori che hanno un ruolo da giocare. Il mio intervento cercherà di proporvi un analisi su un esperienza particolare che ho vissuto personalmente in Colombia e che l ASCS sta sostenendo e che in queste giornate ha trovato corrispondenza con molte affermazioni discusse. Il progetto Il Nido del Gufo si inserisce in Colombia, in un contesto che vede il più drammatico e sconosciuto effetto collaterale di un conflitto

che dura da quasi 50 anni ovvero i 3 milioni di sfollati interni che modificano con violenza la geografia umana del Paese. Bogotá è la destinazione di gran parte della popolazione sfollata che incrementa la sua periferia in cui povertà, violenza, ingiustizie, frantumazione dei valori sono i comuni denominatori. Lisboa de Suba è un quartiere periferico della capitale, popolato in gran parte da individui di origine desplazada, che a seguito dello sfollamento determinato dalla violenza o dalle conseguenze sociali ed economiche che la situazione politica del paese impone, hanno subito una coatta urbanizzazione e che vivono l esigenza di una ricostruzione di nuove prospettive di vita e del tessuto sociale. È una comunità che sta vivendo anche un nuovo processo di accoglienza di nuovi desplazados, soprattutto di origine afrodiscendente di recente sfollamento, con ferite ancora aperte dalla violenza e dallo sradicamento subito, si trovano catapultati in una comunità che dimostra reticenze con tratti quasi xenofobi ed è impreparata all accoglienza. Obiettivo principale del progetto è stato quello di create la basi locali per ampliare e incrementare un intervento rivolto in particolar modo alle fasce sociali più deboli e vulnerabili come infanzia e donne favorendo nuovi scenari di cambiamento sociale iniziando un processo di recupero e riabilitazione dell identità di ogni persona e dei traumi subiti durante lo sfollamento con la riformulazione di un nuovo progetto di vita personale e collettivo. Si è partiti da un analisi dettagliata dei bisogni della popolazione e degli stackeholders locali costituendo un team locale di giovani a cui è stato affidato il compito di sviluppare e realizzare il progetto in sinergia con gli Scalabriniani. I primi passi del progetto si sono dati nel 1999 e hanno portato alla costituzione di una ONG locale che ha promosso un intervento per organizzare un centro culturale comunitario che servisse da agente promotore e unificatore di attività educative, culturali, formative e ricreative. Tale intervento si è rivolto a una popolazione senza prospettive di crescita sociale e culturale e di realizzazione, in quanto vittime di condizioni sociali ingiuste, in condizioni economiche precarie oltre che in una realtà di violenza e disperazione. Lavorando sul recupero scolastico, la lettura, l affermazione dei diritti dei bambini e la formazione personale e culturale e l autostima, Il Nido del Gufo si sta impegnando nel campo dell educazione, dell occupazione del tempo libero e del miglioramento della qualità di vita della popolazione locale. Il Nido del Gufo sta aprendo le porte a più di 3000 persone ogni mese e offre svariate attività trasversali.

Il progetto si è sviluppato attraverso la messa a disposizione di uno spazio fisico e la formazione di un equipe che porta avanti un processo pedagogico basato su dinamiche, giochi, laboratori e attività ludico ricreative. Il primo progetto del Nido del Gufo nasce nel 2000 con l apertura di una biblioteca rivolta soprattutto ai bambini, per offrire loro gli strumenti necessari di accompagnamento scolastico. Da allora ad oggi questi strumenti sono in continua crescita e le attività hanno permesso l avvicinamento anche di scuole, giovani ed adulti, e, in particolare, è visibile l affiancamento dei genitori nei processi di crescita dei figli, fatto sicuramente eccezionale per le abitudini locali. Dal 2005 con la realizzazione della ludoteca vengono coinvolti i bambini in attività ludiche, creative e ricreative alla cui base vi sono quei principi di condivisione e socializzazione che fanno del gioco un importante strumento di crescita e di convivenza. Quotidianamente la sala della ludoteca accoglie bambini e genitori che vedono in questo servizio la possibilità di relazionarsi in modo cosciente con i propri figli. A questo proposito da tempo ha preso inizio anche una serie di incontri formativi di approfondimento pedagogico e socio-sanitario con le mamme come stimolo per riscoprire una genitorialità consapevole e responsabile. Sempre nel 2005 è nata una nuova sala di informatica gestita da un nostro utente, provvista della rete Internet, nella quale vengono offerti corsi di informatica ai bambini e agli adulti ed è anche a disposizione di alcune scuole della zona. Per quanto riguarda invece le attività culturali, da tempo ci stiamo muovendo per coinvolgere sempre più i vari membri della comunità. È stato rivolto ai giovani un programma di laboratori per distogliere i ragazzi dalla criminalità comune che imperversa nel settore ed è a loro che si vuol proporre una valida alternativa di occupazione del tempo libero. Questa dei giovani è un area che da ora in avanti si vuol consolidare vista anche la richiesta da parte dei giovani stessi di avere spazi a loro disposizione per incontrarsi e per partecipare alle varie attività che si propongono. Di recente avvio è invece il Progetto di Formazione Artigianale ed Artistica rivolto ai giovani e alle donne in quanto attori fondamentali per la nascita di un nuovo tessuto sociale, ma che generalmente vengono lasciati ai margini dalle istituzioni. Anche questo progetto è gestito da uno dei ragazzi del gruppo giovani del quartiere che fin dalla nascita del progetto è stato fruitore dei servizi.

Da qui il progetto di creare una microimpresa, ossia un centro operativo che formi giovani e donne ad una professione e li prepari alle esigenze del mondo del lavoro attraverso un attività durante l intero anno. Tale attività sarà svolta in stretta collaborazione con le realtà locali che già lavorano in campo artistico-artigianale, così da fare del lavoro un vero e proprio scambio interculturale, ed allo stesso tempo, ridistribuendo responsabilità e competenze tra i soggetti locali coinvolti, da raggiungere un autonomia ed indipendenza di gestione, inserendo il tutto in un progetto del commercio equo solidale anche in Italia come promotore della cultura colombiana. In parallelo alle attività che si svolgono all interno della sede del Nido del Gufo alcuni membri dell équipe dell Ong in collaborazione a dei volontari locali ed italiani, hanno iniziato a proporre delle attività educative anche nel vicino settore di Santa Rita e in uno che si trova a Sud della città, in quanto nuovi poli di insediamento dei desplazados. Si sono implementati dunque microprogetti che hanno un impatto su piccola scala, invio di piccoli capitali che favoriscono lo sviluppo di alcune attività precise e un intervento puntuale dettato dalle esigenze della popolazione locale. Microprogetti che sognano di avere un effetto moltiplicatore non solo come costruzione di infrastrutture o di servizi di sostegno ma in particolar modo empowerment locale e di formazione e orientamento di capitale umano. Interventi che hanno lo scopo di creare opportunità di miglioramento della qualità della vita e dei progetti di vita. Ciò che è emerso dall esperienza: - stimolo a nuove forme di solidarietà locali e di autopromozione - bisogno di approfondire la conoscenza del proprio paese e delle problematiche che si trova ad affrontare - intercambio culturale tra i volontari internazionali e la popolazione e l equipe locale ha dato stimoli per sviluppare l idea di autostima e di riappropriazione dei propri valori, identità e cultura; - abbiamo favorito il flusso di persone che si spingono dal nord al sud del mondo, che acquisiscono maggiori conoscenze e si costruiscono un analisi critica di certe realtà troppo spesso dimenticate, creando benefici per i paesi di provenienza, attraverso il valore culturale del volontario che costruisce cittadinanza attiva, cooperazione intangibile, crea realtà dialogiche, un universalismo interattivo. Siamo in un momento di paranoia culturale, i nostri mondi si incontrano e difficilmente siamo capaci di comprenderci e di creare convivenza pacifica e costruttiva.

Il racconto degli altri ci permette così di comprendere che esiste un dialogo narrativo di ciascuna cultura con l altra, sono state interessanti le occasioni d incontro e di conoscenza antropologica, sociale, politica, storica di un paese. - Il venire a contatto con le attività di sensibilizzazione che si promuovono in italia ha stimolato da parte degli stessi colombiani emigrati dal loro paese d origine l interesse a rileggere la realtà del proprio paese e contribuirvi seppur da lontano mantenendo un legame col proprio paese. Viste le premesse e ciò che si è riscontrato in itinere si considera che lo scenario ipotizzabile per il futuro del progetto sia quello di agire con la comunità locale per ampliare le loro competenze in materia migratoria, per approfondire la conoscenza del contesto socio economico politico che genera le migrazioni e le caratteristiche specifiche del desplazado. Ci troviamo di fronte a difficoltà oggettive di applicare ogni intervento anche per le connotazioni culturali e di background formativo delle persone coinvolte nel progetto. Tutto ciò è premessa indispensabile per orientare e affinare l intervento rivolto alla comunità, formare alla progettazione e dare assistenza e sostegno all implementazione di pacchetti educativi ed azioni puntuali rivolti al target di riferimento di modo che loro stessi continuino ad essere promotori di sviluppo e coesione sociale divenendo attori attivi e protagonisti di sviluppo. Enrica Pontin www.ascs.it