1. PREMESSA Tipologia di progetti destinati a VIA nazionale Tipologia di progetti destinati a VIA regionale

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1. PREMESSA... 3 1.1 Tipologia di progetti destinati a VIA nazionale... 3 1.2 Tipologia di progetti destinati a VIA regionale... 3 1.3 Verifica di assoggettabilità (art. 20 D.Lgs. 152/2006)... 4 2. CARATTERISTICHE DEL PROGETTO... 5 2.1 Dimensione del progetto... 5 2.2 Cumulo con altri progetti... 6 2.3 Utilizzazione di risorse naturali, produzione di rifiuti, inquinamento e disturbi ambientali, rischio di incendi, per quanto riguarda, in particolare, le sostanze o le tecnologie utilizzate.... 6 3. LOCALIZZAZIONE DEL PROGETTO... 8 3.2 Utilizzazione attuale del territorio... 9 3.3 Ricchezza relativa, della qualità e della capacità di rigenerazione delle risorse naturali della zona 9 3.4 Capacità di carico dell ambiente naturale, con particolare attenzione alle seguenti zone:... 9 3.4.1 Zone umide... 9 Come mostrato nella figura 1 a sud della riva meridionale del porto sorgono le saline di Trapani.... 9 3.4.2 Zone costiere... 9 3.3.3 Zone montuose o forestali... 9 3.3.4 Riserve e parchi naturali;... 9 3.3.5 Zone classificate o protette dalla legislazione degli stati membri. Zone protette speciali designate dagli stati membri in base alle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE;... 12 3.3.6 Zone nelle quali gli standard di qualità ambientali fissate dalla legislazione comunitaria sono già stati superati... 14 3.3.7 Zone a forte densità demografica... 14 3.3.8 Zone di importanza storica culturale o archeologica... 14 3.3.9 Territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità di cui all art.21 del D.Lgs. 18 maggio 2001 n.228.... 15 4. CARATTERISTICHE DELL IMPATTO POTENZIALE... 15 5. APPROFONDIMENTO DELLO SPECCHIO ACQUEO... 16 6. STUDIO DI INSERIMENTO AMBIENTALE E PAESAGGISTICO... 16 2

1. PREMESSA L art. 6 del D.P.R 509/97 prevede che il progetto definitivo, ove prescritto, sia corredato da uno studio di impatto ambientale redatto secondo le indicazioni del Decreto del Presidente della Repubblica del 12 aprile 1996. Ad oggi il suddetto D.P.R. 12 aprile 1996 è stato sostituito dal D.Lgs. 152/2006 con le modifiche del D.Lgs. 4/2008 e del D.Lgs. 128/2010. 1.1 Tipologia di progetti destinati a VIA nazionale Sono da assoggettare a VIA nazionale, di competenza del Ministero dell Ambiente i progetti di opere indicate all art. 7 comma 3 del D.Lgs. 152/2006 come modificato dal D.Lgs. 4/2008 e specificato nell allegato II. Le opere portuali sono comprese nel predetto elenco, al punto 11), per ciò che riguarda: porti marittimi commerciali, nonché vie navigabili e porti per la navigazione interna accessibili a navi di stazza superiore a 1350 tonnellate. Terminali marittimi da intendersi quali moli, pontili boe galleggianti, isole a mare per il carico e lo scarico dei prodotti, collegati con la terraferma e l esterno dei porti esclusi gli attracchi per navi traghetto, che possono accogliere navi di stazza superiore a 1350 tonnellate comprese le attrezzature e le opere funzionalmente connesse. Il presente progetto non ricade nella tipologia di opera succitata. 1.2 Tipologia di progetti destinati a VIA regionale La normativa sulla procedura di VIA regionale (che comprende anche le provincie autonome di Trento e di Bolzano) è, di fatto, quella che propone gli elenchi di opere obbligate ad una valutazione, il cui provvedimento non viene rilasciato dal ministero, come per le procedura VIA nazionali, ma dagli enti competenti individuati nell ambito delle autorità locali (giunta regionale o provinciale o comunale o presidenti delle stesse). Il D.P.R 12 aprile 1996 imponeva alle regioni di mettere in moto la necessaria organizzazione affinché la VIA si potesse svolgere a livello regionale, e comprendeva 4 allegati: - Allegato A, ovvero l elenco dei progetti assoggettati obbligatoriamente alla procedura di VIA a livello regionale; 3

- Allegato B, ovvero l elenco dei progetti assoggettati alla procedura di VIA regionale, solo se ricadenti (anche parzialmente) in aree naturali protette o se le loro caratteristiche (indicate nell allegato D) lo richiedono; - Allegato C, ossia le informazioni relative al progetto e ai suoi effetti sull ambiente fornite dal committente; - Allegato D, cioè i criteri di valutazione per l assoggettabilità alla VIA regionale (screening) tra i progetti inclusi nell allegato B non localizzati in aree protette. Pertanto, dal D.P.R 12 aprile 1996 si arriva all attuale riferimento normativo costituito dal D.Lgs. 152/2006 con le modifiche del D.Lgs. 4/2008. Secondo cui sono da assoggettare a VIA secondo le disposizioni delle leggi regionali i progetti di cui agli allegati III e IV (art.7 comma 4) I progetti elencati in tali allegati comprendono al punto 10) dell Allegato III porti turistici e da diporto quando lo specchio d acqua è superiore a 10 ettari e le aree esterne interessate superano i 5 ettari oppure i moli sono di lunghezza superiore ai 500 metri. Il progetto in specie non ricade nella tipologia di opera succitata. Infatti l area oggetto della richiesta di concessione demaniale è pari a 20.400 mq (2 ettari circa), quindi molto al di sotto del limite richiamato dalla normativa. Inoltre il progetto non prevede la costruzione di moli, né i pontili previsti in progetto (della lunghezza massima di 140 m) si avvicinano al limite dei 500 metri previsto dalla normativa. Il Progetto inoltre non ricade tra quelli compresi nell allegato IV in quanto non ricade neanche parzialmente all interno di aree protette (secondo la definizione della L. 6/12/1991 n.394). Si precisa infine che l Assessorato Territorio ed Ambiente servizio 1 VAS VIA della Regione Siciliana con nota n 12426 del 27-02-2012 ha indicato la competenza del Ministero dell Ambiente escludendo la competenza regionale in merito al progetto in quanto lo stesso ricade all interno del porto di Trapani. 1.3 Verifica di assoggettabilità (art. 20 D.Lgs. 152/2006) Si tratta di una procedura finalizzata a valutare se il progetto in questione deve o meno essere assoggettato ad una VIA. La verifica di assoggettabilità alla VIA è meglio nota come screening o verifica di esclusione, utilizzando le definizioni contenute nella precedente legislazione. Tale procedura esiste infatti da diversi anni ed era stata avviata a livello regionale grazie al D.P.R. del 12 4

aprile 1996, mentre a livello nazionale è in attuazione solo a partire dal decreto legislativo 152/2006. In particolare come stabilito nell art. 20, D.Lgs. 152/2006 (come modificato dal D.Lgs. 128/2010) risultano sottoposti a verifica di assoggettabilità i progetti elencati nell allegato IV. L allegato IV) al punto 7 progetti di infrastrutture comma q comprende porti turistici e da diporto quando lo specchio d acqua è inferiore o uguale a 10 ettari, e le aree esterne interessate non superano i 5 ettari e i moli sono di lunghezza inferiore o uguale a 500 metri. Con riferimento al caso di specie, si osserva che il progetto proposto non sembra rientrare neanche in tale suddetta tipologia. Infatti Il D.P.R. 509/97 all art 2 c.1 punto a) definisce cosa si intende per porto turistico: porto turistico ovvero il complesso di strutture amovibili ed inamovibili realizzate con opere a terra e a mare allo scopo di servire unicamente o precipuamente la nautica da diporto ed il diportista nautico, anche mediante l apprestamento di sevizi complementari. Il progetto proposto dalla ditta proponente ricade invece nella fattispecie codificata dallo stesso D.P.R. all art. 2 c.1 punto b) come approdo turistico, ovvero la porzione dei porti polifunzionali aventi le funzioni di cui all art.4 comma 3, della legge 28 gennaio 1994 n.84, destinata a servire la nautica da diporto ed il diportista nautico, anche mediante l apprestamento di servizi complementari. Il progetto inoltre ai fini della realizzazione dell approdo turistico prevede esclusivamente l istallazione di strutture amovibili essendo tutto il complesso realizzato con pontili galleggianti. Stante quanto sopra, quindi, il progetto non sembra neanche essere sottoposto a verifica di assoggettabilità, tuttavia ad ogni buon fine si riportano nei paragrafi successivi tutte le informazioni necessarie previste nell allegato V del D.Lgs. 152/2006 affinché l Autorità sia messa nelle condizioni di valutare quanto riportato. 2. CARATTERISTICHE DEL PROGETTO Le caratteristiche del progetto sono considerate tenendo conto, in particolare degli aspetti riportati nel seguito. 2.1 Dimensione del progetto Lo specchio acqueo richiesto in concessione demaniale è pari a 20.400 mq. 5

E prevista l istallazione di n.3 pontili galleggianti collegati tra loro da un pontile galleggiante di riva ed aventi lunghezza rispettivamente 87 m, 75 e 140 m. I pontili saranno ancorati mediante catenarie e corpi morti. All interno dello specchio acqueo richiesto in concessione sono previsti n. 93 posti barca. E previsto un approfondimento del fondale marino fino a -3.00 e -4.00 m per un totale di 40.100 mc (vedi paragrafo 5). 2.2 Cumulo con altri progetti Non sono previsti altri cantieri con riferimento all ambito portuale al momento della realizzazione del presente progetto. Non si ritiene, pertanto, che la realizzazione dello stesso possa comportare effetti cumulativi negativi per l ambiente. 2.3 Utilizzazione di risorse naturali, produzione di rifiuti, inquinamento e disturbi ambientali, rischio di incendi, per quanto riguarda, in particolare, le sostanze o le tecnologie utilizzate. Non sono previste opere fisse. Il progetto costa esclusivamente nella collocazione di pontili galleggianti per l ormeggio dell imbarcazione. Per la realizzazione del progetto non si prevede pertanto un impiego significativo di risorse naturali. La fase di cantiere non prevede produzione di rifiuti. Ed inoltre con riferimento particolare alla fase di dragaggio dei fondali, si riferisce che i sedimenti marini verranno trattati in base alle indicazioni già predisposte dal CONISMA (Consorzio Interuniversitario Nazionale per le scienze del Mare). Infatti tale Istituto Universitario ha già effettuato la caratterizzazione dei sedimenti marini in sito individuandone le opportune ipotesi di gestione. Per maggior dettaglio si rimanda all elaborato E2/M. Nella fase di esercizio, com è noto, le acque reflue che possono essere causa di inquinamento del bacino portuale hanno due origini: le istallazioni ed i piazzali circostanti il porto e le imbarcazioni stesse. Il progetto non prevede la realizzazione di nuove istallazioni o di piazzali circostanti. La produzione e le caratteristiche dei rifiuti liquidi provenienti da imbarcazioni a vela o motore ormeggiate nei marina sono ormai abbastanza conosciuta ed in merito si riporta la tabella 6

seguente (porti turistici guida alla pianificazione, progettazione e costruzione dei marina. Leopoldo Franco. Maggioli Editore). Parametri dei liquami di scarico Valore medio Solidi sospesi (SS) (mg/l) 1940 Solidi sospesi volatili (VSS) (mg/l) 1520 Carbonio organico totale (TOC) (mg/l) 1800 Carbonio organico solubile (SOC) (mg/l) 1270 Domanda biochimica di ossigeno (BOD 5 ) (mg/l) 1960 Domanda chimica di ossigeno (COD) (mg/l) 5210 Nitrogeni totali (T-N) (mg/l) 1270 Ammonio-Nitrogeni (NH 3 -N) (mg/l) 630 Fosforo totale (T-PO 4 ) (mg/l) 250 Zinco (mg/l) 150 Conduttività (mg/l) 16100 PH (mg/l) 7,6 Coliformi (mg/l) 1,0x10 7 Il progetto prevede l impiego, nei pontili, di impianti sanitari per il recupero delle acque reflue e di sentina e pertanto si può affermare poco significativa la produzione di rifiuti dovuta all esercizio del progetto. Per quanto riguarda eventuali disturbi ambientali, si riferisce che il progetto si colloca all interno del bacino portuale del porto di Trapani in un area poco o scarsamente utilizzata. Lo studio specifico condotto, vedi elaborato E3/M, ha permesso di escludere la presenza di biocenosi di particolare valore ambientale che potrebbero essere disturbate dalla attuazione del progetto. Con riferimento al rischio di incidenti, in fase di costruzione verrà predisposto apposito Piano di Sicurezza mentre per quanto attiene la fase di esercizio, non si ravvisano particolari attività che possano causare incidenti di particolare rilievo ambientale. Per quanto invece al rischio incendi, in fase di approvazione del progetto preliminare, il competente comando VV.F. di Trapani, ha rilasciato il proprio nulla osta, comunicando che l attività di che trattasi non risulta soggetta ai controlli di prevenzione incendi in quanto non elencata nell allegato al DPR 151/2011. Tuttavia ai fini di non sottovalutare il rischio di incendi sono stati predisposti idonei mezzi antiincendio lungo i pontili ai sensi del D.M. 10/03/1998. 7

3. LOCALIZZAZIONE DEL PROGETTO Si considera la sensibilità ambientale delle aree geografiche che possono risentire dell impatto del progetto con particolare riferimento ai seguenti aspetti. Fig. 1 - carta nautica del porto di Trapani (in Rosso è evidenziata l ubicazione del progetto) 8

3.2 Utilizzazione attuale del territorio L area interessata dal presente progetto è ubicata all interno del bacino portuale ed in particolare sulla sponda settentrionale lungo il viale Regina Elena nell area compresa tra il molo sanità ed i pontili galleggianti esistenti lungo la via Ammiraglio Francese (in prosecuzione del viale Regina Elena). Attualmente l area di che trattasi non trova alcun utilizzo. 3.3 Ricchezza relativa, della qualità e della capacità di rigenerazione delle risorse naturali della zona In riferimento alle modeste dimensioni del progetto, limitate all interno del bacino portuale, l area non presenta risorse naturali potenzialmente interferite. 3.4 Capacità di carico dell ambiente naturale, con particolare attenzione alle seguenti zone: 3.4.1 Zone umide Come mostrato nella figura 1 a sud della riva meridionale del porto sorgono le saline di Trapani. In riferimento alle modeste dimensioni del progetto nonché alla distanza tra i luoghi, non si ritiene che lo stesso possa produrre effetti significativi sulle anzidette zone umide. 3.4.2 Zone costiere L area richiesta in concessione ricade interamente all interno dello specchio acqueo portuale, non si ritiene pertanto che lo stesso possa produrre effetti sulle zone costiere limitrofe al porto di Trapani. 3.3.3 Zone montuose o forestali I paraggi circostanti l area di progetto non presentano zone montuose o forestali. 3.3.4 Riserve e parchi naturali; Parte delle saline di Trapani e Paceco (vedi figura 2) sono state dichiarate Riserva Naturale Orientata istituita con decreto dell Assessore Regionale al Territorio ed Ambiente n. 257 dell 11 maggio 1995. Con Decreto Assessoriale del 4 Marzo 2005 è stata approvata una modifica della perimetrazione della Riserva Naturale Orientata Saline di Trapani e Paceco escludendo dalla riserva una porzione settentrionale denominata "Molo Ronciglio" così come riportato nello stralcio cartografico di figura 3. 9

Fig. 2 - Riserva naturale Orientata Saline di Trapani e Paceco (in verde) 10

Fig. 3 - stralcio cartografico relativo alla modifica della perimetrazione della Riserva Naturale Orientata Saline di Trapani e Paceco In riferimento alle modeste dimensioni del progetto non si ritiene che lo stesso possa produrre effetti sulla Riserva Naturale Orientata. 11

3.3.5 Zone classificate o protette dalla legislazione degli stati membri. Zone protette speciali designate dagli stati membri in base alle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE; Le zone speciali di conservazione tutelate a livello comunitario, siti di Natura 2000, localizzate nel comune di Trapani in prossimità del bacino portuale sono: SIC ITA 010007 Saline di Trapani ; ZPS ITA 010028 Stagnone di Marsala e Saline di Trapani area Marina e Terrestre. Fig. 4 - sito SIC ITA 010007 Saline di Trapani. 12

Fig. 5 sito ZPS ITA010028 Stagnone di Marsala e Saline di Trapani area marina e terrestre. 13

Lo specchio acqueo richiesto in concessione non ricade all interno delle zone di protezione speciale di cui sopra ed inoltre in riferimento alla distanza ed alle modeste dimensioni del progetto non si ritiene che lo stesso possa produrre effetti sui sopradetti siti Natura 2000. 3.3.6 Zone nelle quali gli standard di qualità ambientali fissate dalla legislazione comunitaria sono già stati superati I paraggi circostanti l area di progetto non presentano zone nelle quali gli standard di qualità ambientale fissate dalla legislazione comunitaria sono già stati superati. 3.3.7 Zone a forte densità demografica Lo specchio acqueo richiesto in concessione demaniale per la realizzazione del progetto, è ubicato nella porzione del porto di Trapani antistante la via Regina Elena. Tale asse viario separa il porto dall ambito urbano costituito dal centro storico della città. Tale zona della città ben lungi dal rappresentare una zona ad alta densità demografica è stata anzi oggetto negli anni scorsi del fenomeno di abbandono del centro storico verso le periferie. In tal senso il progetto contribuisce ad innescare un processo di recupero del centro storico grazie all aumento delle presenze turistiche generato dall approdo in progetto. 3.3.8 Zone di importanza storica culturale o archeologica Il centro storico della città è interessato da vincolo paesistico tuttavia l area di progetto non ricade all interno del perimetro vincolato. In merito inoltre si riferisce che la Soprintendenza BB.CC. di Trapani ha già rilasciato il proprio nulla-osta al progetto con parere n. 142 del 09 gennaio 2012. 14

Fig. 6 - nella figura in rosso l area di intervento, in blu il vincolo paesaggistico introdotto con decreti dell Assessore regionale BB.CC.AA. n. 2167 del 07 ottobre 1979 successivamente ampliato con decreto n. 6193 del 14 giugno 1993. Il vincolo interessa il centro storico di Trapani, la colombaia e le altre isole, le saline sanova, giacomazzo, galia, calcara, morana, alfano, bella, ronciglio, chiusa, platamone 3.3.9 Territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità di cui all art.21 del D.Lgs. 18 maggio 2001 n.228. I paraggi circostanti l area di progetto non presentano zone con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità di cui all art.21 del D.Lgs. 18 maggio 2001 n.228. 4. CARATTERISTICHE DELL IMPATTO POTENZIALE Con riferimento agli aspetti elencati al punto 3 dell allegato V. - Portata dell impatto (area geografica e densità di popolazione interessata) - Natura transfrontaliera dell impatto - Ordine di grandezza e complessità dell impatto - Probabilità dell impatto - Durata frequenza e reversibilità degli impatti In relazione agli elementi già elencati ai precedenti paragrafi, non si rilevano impatti negativi potenzialmente significativi. 15

5. APPROFONDIMENTO DELLO SPECCHIO ACQUEO Come illustrato negli elaborati di progetto, lo specchio acqueo portuale richiesto in concessione sarà interessato soltanto dalla posa di pontili galleggianti (il progetto non prevede infatti la realizzazione di opere fisse come la costruzione di banchine in c.a. o la realizzazione di moli tramite la posa di scogli) previo approfondimento dell attuale fondale marino. Ai fini delle operazioni di escavo e di gestione dei sedimenti marini si provvederà all ottenimento dell autorizzazione di cui all art.11 della legge 10 maggio 1976 n. 319 e successive modifiche ed integrazioni, relative allo scarico nelle acque del mare o in ambienti ad esso contigui, di materiali provenienti da escavo di fondali di ambienti marini o salmastri o di terreni litoranei emersi, nonché da ogni movimentazione di sedimenti in ambiente marino prevista dal D.M. del 24/01/1996. In tal senso è già stata effettuata la caratterizzazione dei sedimenti marini del fondale a cura del CONISMA (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le scienze del mare.) riportata nell allegato E2/M del progetto definitivo. 6. STUDIO DI INSERIMENTO AMBIENTALE E PAESAGGISTICO Si riporta in allegato lo studio specialistico effettuato dall Arch. Gaspare Bellafiore. 16