CEFALA DIANA. Le Terme Arabe



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CEFALA DIANA Cefalà Diana è un centro abitato sito a Km 36 da Palermo, raggiungibile dalla strada statale 121 Palermo Agrigento, adagiato sulle pendici orientali del Massiccio di Rocca Busambra, fra i rilievi rocciosi dell alto bacino del fiume Milicia, ai margini del bosco della Ficuzza, a m 575 d altitudine, in un territorio ricco di uliveti e campi di grano. Il centro è sorto nella sua attuale configurazione nella seconda metà del secolo XVIII. L etimologia di Cefalà è incerta, ma probabilmente deriva dal greco (che significa capo) in virtù della posizione prominente del castello. Fu soltanto nel 1684, in seguito alla Licentia populandi concessa a Don Nicolò Diana, 3 Duca di Cefalà, che il paese acquistò anche il nome Diana divenendo l odierna Cefalà Diana. Il nucleo urbano centrale fu modulato e disegnato su un sistema di multipli della misura della canna siciliana pari, in questa zona, a mt. 2,06. La piazza centrale e le vie che da essa dipartono sono state infatti tutte calcolate e realizzate con la misura e i relativi multipli della canna siciliana.. Altra caratteristica della piazza, di cui rimane una significativa testimonianza, era che gli edifici prospettanti ad angolo erano tagliati con una ideale diagonale; un disegno, in pianta sovrapposto, dimostra come anche queste diagonali si inscrivevano in un quadrato calcolato sempre con il multipli della canna siciliana. Il territorio di Cefalà Diana offre ricche testimonianze archeologiche, artistiche ed architettoniche di particolare pregio ed interesse turistico: le Terme Arabe ed il Castello. Le Terme Arabe Lo splendido edificio termale di Cefalà Diana, posto ai piedi del monte Chiarastella ed a ridosso del torrente Bagni, fu edificato in funzione di una sorgente termale e costituiva, durante i secoli centrali del Medioevo, una delle tappe più importanti del percorso viario che dalla capitale si inoltrava all interno della Val di Mazara. Alle suggestive strutture delle terme, quindi, erano strettamente connesse le camerate, le stalle, la taverna ed una corte. L edificio costituisce l unico monumento termale arabo esistente in Sicilia, testimonianza monumentale della cultura islamica, come si evince oltre che dalle caratteristiche tecniche e stilistiche, da un iscrizione in caratteri cufici contenuta nel fregio ornamentale esterno. La sala dei Bagni, a pianta lievemente trapezoidale, è bipartita da un muro in mattoni nel quale si apre il tribelon elegante struttura costituita da tre archi di cui il centrale a sesto acuto ed i laterali a tutto sesto, poggianti su esili colonnine di marmo e sormontate da una volta a botte ogivale che presenta una serie di fori sfiatatoi, realizzati con tubi di terracotta disposti a fila. Su ciascuna parete laterale si riscontrano quattro nicchie, disposte simmetricamente, utilizzati per riporre gli indumenti. Sono presenti sul pavimento tre vasche connesse a tubi fittili. un futuro in cui l umanità possa vivere in armonia con la natura. CF 97231130820

Certamente i Bagni, preziosa testimonianza dell architettura islamica in Sicilia, dovettero seguire le vicissitudini del territorio e dei castelli nell avvicendarsi dei proprietari. Il Castello La nascita del castello di Cefalà, probabilmente è da collocare tra la fine del XIII secolo e i primi anni del successivo. Il castello di cui si possono oggi ammirare lo spettacolare ed imponente impianto planimetrico nonché la torre mastra o maschio e le murature di delimitazione interne ed esterne trova, tra le fonti scritte, una prima testimonianza nel 1349, anno in cui l Universitas Panormi organizza una spedizione militare mirata ad annientare una banda di predoni catalani che aveva fatto di questa fortezza una base per le proprie scorrerie. Sulla sommità di un ripido scoglio di arenaria venne realizzato un altissimo muro di cinta merlato racchiudente un cortile cui si accedeva tramite un duplice dispositivo d ingresso. Una serie di locali voltati a botte ospitava i servizi del castello, mentre sul punto più elevato, a strapiombo sulla parete rocciosa, fu edificata una imponente torre mastra. I crolli succedutisi con il passare dei secoli hanno lasciato in evidenza una grande struttura ad arco, visibile anche a distanza. Nei primi anni del 1300 il castello risulta in possesso della famiglia degli Abate. Nel 1371 la baronia di Cefalà passò alla potente famiglia dei Chiaramonte, Il forte ruolo strategico di controllo della viabilità venne meno già a partire dagli anni in cui re Martino di Aragona avviò una marcata restaurazione monarchica (1392-95), coincidente con la violenta repressione dell aristocrazia militare legata ai Chiaramonte. Dal 1399 al 1404 il castello e la baronia vedono l avvicendarsi delle famiglie Del Bosco, De Aprilia, De Falgar, fino a giungere, agli inizi del 1500, a Federico Abbatellis, il quale compì i primi restauri. Nel 1431 e nel 1525 furono concesse due Licentiae Populandi che rimasero però prive di effetto. Nel 1639 la baronia venne acquistata da Nicola Diana, il quale nel 1684 ottenne un ulteriore Licentia Populandi, a seguito della quale si sviluppò l attuale centro urbano. La Chiesa di S. Francesco di Paola Nella principale piazza urbana si trova la Chiesa Madre, edificata all inizio del 1700, nata inizialmente come cappella di masseria,più tardi divenuta Parrocchia e dedicata ed intitolata a S. Francesco di Paola. All interno, la volta posta sull altare maggiore, presenta numerosi decori e dipinti raffiguranti immagini di Santi e S. Francesco di Paola con lo sfondo del paese di Cefalà Diana. Le tre nicchie frontali custodiscono statue lignee,di pregiata fattura, della scuola del

Quattrocchi. Di notevole evidenza è la statua dell Immacolata Concezione, della Scuola del Bagnasco. Di rilevante importanza alcuni oggetti sacri in argento,recanti lo stemma congiunto della Famiglia Diana e della Chiesa. Di particolare interesse è il portale in bronzo, realizzato dallo scultore Biagio Governali, costituito da formelle bronzo rappresentanti scene bibliche e i miracoli di S. Francesco di Paola. Nel prospetto esterno si evidenziano l altorilievo bronzeo ai caduti e la corona bronzea per i caduti della pace realizzati entrambi dallo scultore Governali ed un fregio ornamentale alla lapide dei caduti realizzata dallo scultore Garufi. Il Santuario dell Addolorata al Castello In seguito alle presunte apparizioni della Madonna nell anno 1967, per volere dei parrocchiani e con il contributo di tutta la popolazione e degli emigranti, venne realizzato un Santuario dedicato alla Madonna Addolorata.Il Santuario sorge su un altura ai piedi del Castello, alla fine di un viale alberato e rappresenta un ambiente di completa tranquillità che consente profonda meditazione e raccoglimento.