Le famiglie, il motore dell economia Sommario 1. Le famiglie, protagoniste dell'economia... 2 1.1 Le attività delle famiglie... 2 2. Il lavoro e le fonti di reddito... 2 3. I consumi... 3 3.1 La propensione al consumo... 4 3.2 Altri fattori che incidono sulla propensione al consumo... 4 4. Il risparmio... 6 4.1 La propensione al risparmio... 6 1
1. Le famiglie, protagoniste dell'economia L'economia è caratterizzata da continue attività e relazioni tra i suoi protagonisti (le famiglie, le imprese, lo Stato e il resto del mondo). 1.1 Le attività delle famiglie Il ruolo svolto dalle famiglie nel settore economico è veramente molto importante. É sufficiente osservare che oltre 1'80% dei prodotti realizzati dalle imprese è acquistato dalle famiglie. Inoltre sono proprio le famiglie che, con il loro lavoro, consentono al sistema economico di funzionare e, con il loro risparmio, permettono di finanziarne lo sviluppo complessivo. Le attività principali svolte dalle famiglie sono il lavoro, il consumo (sia di beni sia di servizi) e il risparmio. le più importanti attività economiche delle famiglie sono: LAVORO CONSUMO RISPARMIO Il termine famiglia, in economia, indica le persone fisiche, sia che vivano da sole, sia che vivano con altre persone: quindi, ai fini economici è considerato famiglia sia un gruppo composto da marito, moglie ed eventuali figli, sia un single, ossia un persona che vive da sola. 2. Il lavoro e le fonti di reddito La principale fonte di reddito per le famiglie è rappresentata dallo svolgimento di un'attività lavorativa. La nostra società è caratterizzata da moltissime tipologie di lavoro, poiché essa evolve rapidamente creando la necessità di nuove figure professionali (ad esempio il forte sviluppo di Internet ha creato nuove figure come i grafici che realizzano le pagine web), che si affiancano a lavoratori che svolgono attività più tradizionali. Tuttavia, in estrema sintesi, qualsiasi forma di lavoro può appartenere a due tipologie fondamentali: attività manuali (come quelle svolte da operai, artigiani ecc.) o attività intellettuali (come quelle svolte da docenti, impiegati, dirigenti ecc.). Benché la scelta di un lavoro vari notevolmente in base a diversi fattori, come le capacità personali o il tipo di formazione professionale e culturale posseduta, è innegabile che l'attività lavorativa costituisca il mezzo con cui le famiglie si procurano le risorse economiche necessarie per la propria esistenza. Sebbene una parte delle famiglie disponga anche di altre fonti di reddito (si pensi, ad esempio, alla rendita che deriva dalla locazione di un immobile, agli interessi percepiti su una somma risparmiata), la maggior parte della popolazione trae le proprie risorse economiche proprio dal lavoro, che costituisce pertanto la fonte di reddito principale delle famiglie. 2
A livello statistico, si calcola che le famiglie traggano circa il 90% del loro reddito dall'attività lavorativa. Il lavororappresenta la fonte principale di reddito delle famiglie e può essere: MANUALE INTELLETTUALE Il reddito percepito dalle famiglie viene ripartito da ciascuna in modo differente tra consumo e risparmio: la scelta avviene in base alla quantità di reddito disponibile, al numero dei componenti della famiglia, ai gusti e alle esigenze personali e così via. I comportamenti complessivi delle famiglie italiane vengono inoltre analizzati annualmente da molti istituti di statistica e da molte società di marketing per comprendere meglio come si evolvono i gusti e le scelte delle persone. 3. I consumi Il reddito ottenuto dalle famiglie viene, per la maggior parte, destinato ai consumi. Il consumo consiste nell'acquisto di un bene o di un servizio al fine di soddisfare un proprio bisogno. Nella nostra società le possibilità di consumo sono moltissime e tale attività economica può riguardare sia beni primari (come bevande o cibo), sia beni secondari (come motoveicoli, telefoni cellulari ecc.). Perché si acquistano i beni? L'acquisto dei beni risponde, come sappiamo, alla necessità di soddisfare dei bisogni. Questi però non sono identici per tutti gli europei: ad esempio, il bisogno di novità è più sentito in. Italia e in Russia, mentre il bisogno di risparmiare è più sentito il Francia o in Spagna, come emerge dal grafico seguente. Fonte: Findomestic, 2004 3
3.1 La propensione al consumo Esiste un rapporto tra il reddito di una famiglia e la quantità di beni che acquista? In altre parole, se una famiglia percepisce un aumento di reddito, spenderà in proporzione di più o di meno? Gli economisti, in merito a tale quesito, hanno cercato di stabilire, in generale, quale rapporto esiste tra quantità di beni consumati e reddito di un soggetto. Questo rapporto, noto come propensione al consumo, individua la quantità di reddito che una famiglia o una persona destina al consumo. In generale, ad un aumento di reddito da parte di un soggetto corrisponde anche un aumento dei suoi consumi, che tuttavia non è proporzionale all'aumento di reddito. Ad esempio, se Iacopo guadagna 3000 curo al mese e ne spende 2500, nel caso in cui il suo reddito mensile triplichi a 9000 euro, i suoi consumi aumenteranno, ma non triplicheranno, c quindi saranno inferiori a 7500 euro. La conseguenza di ciò è che, in generale, se ad una persona viene aumentato il reddito, la quota dei suoi consumi non aumenterà in ugual misura, mentre aumenterà in misura maggiore la quota che destinerà al risparmio. Questa regola di carattere generale è stata oggetto di uno studio (fonte: Findomestic 2004) effettuato su base europea. I risultati che sono stati evidenziati hanno sostanzialmente confermato questa teoria, anche se sono emerse alcune differenze in ambito europeo. Se aumenta il reddito aumentano in proporzione più i risparmi che i consumi 3.2 Altri fattori che incidono sulla propensione al consumo La propensione al consumo non è legata solo ai rapporti tra reddito, consumi e risparmi, ma anche ad altri fattori. Tra i più importanti possiamo ricordare: il cosiddetto effetto di comparazione, che spinge molte famiglie ad avere un comportamento di consumo simile alle persone conosciute: ai colleghi, ai parenti, agli amici, o comunque a persone che sono prese a modello di comportamento. Tale fatto ha motivazioni di natura più psicologica che economica, poiché deriva dalla volontà di affermazione e di auto gratificazione, che si verifica attraverso la condivisione degli stessi comportamenti di consumo. Prova a pensare a quante volte hai acquistato un certo prodotto (vestito. profumo ecc.) utilizzato dai tuoi amici o da noti personaggi dello spettacolo o dello sport; la comunicazione pubblicitaria. Molte persone sono indotte ad acquistare beni sulla base dei messaggi pubblicitari (ad esempio pubblicati sui giornali o trasmessi dai mezzi di comunicazione come tv o radio); la situazione di sicurezza o incertezza che una persona ha sul proprio futuro e sullo stato dell'economia in generale. Così. se una persona ritiene di non avere preoccupazioni di reddito nel futuro, spenderà con maggiore facilità. Diversamente, se vi è il rischio concreto di una diminuzione di reddito (si pensi all'impiegato di un'azienda che si trova in difficoltà e perciò potrebbe essere licenziato) si tende a contrarre i consumi; 4
infine, vi sono molti altri fattori di cui siamo più o meno consapevoli, che ci inducono a consumare. Ad esempio, la disposizione dei prodotti al supermercato influenza, senza che quasi ce ne accorgiamo, le nostre scelte di acquisto. L influenza della pubblicità DISCUTIAMO IN CLASSE Fai un piccolo sondaggio con i tuoi compagni di classe finalizzato a verificare che peso ha la pubblicità nelle vostre scelte dei prodotti. Provate a rispondere alle domande sotto riportate e discutetene tra di voi. Per quali di questi acquisti segui in modo particolare le indicazioni della pubblicità? 1. Computer 2. Prodotti musicali (CD, ecc.) 3. Prodotti alimentari 4. Articoli sportivi Quando acquisti un capo di abbigliamento segui prevalentemente: 1. I consigli degli amici 2. I consigli dei genitori 3. I consigli della pubblicità 4. La moda che seguono i tuoi amici Riflettiamo e discutiamo insieme La pubblicità ha un ruolo fondamentale nelle scelte di acquisto oppure no? Quali di questi quattro media, giornali, TV, radio, internet, sono utilizzati dai tuoi compagni di classe con maggiore frequenza Per quale ragione? Al supermercato i prodotti ti guardano La collocazione dei prodotti nei supermercati è realizzata in modo da attirare l'attenzione dei consumatori e spingerli all'acquisto, come evidenziato in questo articolo. Avete mai notato che al supermercato i prodotti di determinate marche hanno sempre la stessa collocazione? Vale a dire nello scaffale mediano, all'altezza degli occhi. Lo stesso si può dire per nuovi prodotti da lanciare o per quelli che fanno parte di una gamma, come una linea per la prima colazione. Gli oggetti più voluminosi stanno vicino all'entrata, obbligando chi li compra a prendere il carrello, dove è possibile infilare anche il superfluo. In un supermercato niente è casuale. La disposizione della merce negli scaffali è il risultato di lunghe contrattazioni tra il gestore del negozio e le aziende: le più potenti riescono ad accaparrarsi le postazioni migliori. Prima tra tutte l'avancassa, cioè l'espositore vicino alla cassa, dove di solito occhieggiano cioccolatini e 5
gomme da masticare, oggetti il cui acquisto non è programmato ma avviene d'impulso, magari mentre si sta facendo la fila. Sono particolarmente efficaci anche le aree promozionali, posizionate vicino all'entrata con speciali espositori. Tra gli scaffali, invece, la zona che colpisce di più è la cosiddetta "testata di gondola", cioè il lato corto dello scaffale, dove si gira per cambiare corridoio. Merendine e biscotti più calorici, poi, sono collocati giusti giusti ad altezza di bambino. Fonte: Newton, n. 1, gennaio 1999, Rcs - L'ultima volta che ti sei recato al supermercato, quali prodotti hai comprato e dove erano collocati? - Perché la collocazione dei prodotti è importante in un supermercato? 4. Il risparmio Molto spesso le famiglie non destinano tutto il proprio reddito ai consumi, ma preferiscono conservarne una parte sotto forma di risparmio. Il risparmio è perciò la parte di reddito che le famiglie decidono di non utilizzare per i consumi immediati ma accantonano per soddisfare esigenze future. Le famiglie italiane sono tra le più risparmiatrici d'europa, sebbene questo dato sia diminuito negli ultimi anni. Ma quali sono le motivazioni che spingono le famiglie a risparmiare? Le principali, secondo alcuni studi realizzati recentemente tra i risparmiatori, sono le seguenti: le abitudini e gli stili di vita; l'ammontare del reddito di cui una persona può disporre; la necessità di dover realizzare in futuro acquisti importanti (ad esempio l'abitazione); la redditività che si ottiene dal denaro sotto forma di rendimento o tassi di interesse; l'incertezza sul futuro e l'efficienza delle strutture pubbliche; il desiderio di voler lasciare un patrimonio ai propri figli o parenti. 4.1 La propensione al risparmio Il rapporto tra reddito risparmiato e reddito disponibile viene indicato come propensione al risparmio. In generale, come abbiamo già rilevato, più il reddito è elevato, maggiore è la quantità di denaro che viene destinata al risparmio. Il risparmio delle famiglie e delle imprese viene definito risparmio privato, mentre il risparmio realizzato dallo Stato viene definito risparmio pubblico. Attualmente le famiglie rappresentano la maggiore fonte di risparmio. mentre il risparmio delle imprese è piuttosto limitato, e il nostro Stato, ormai da molti anni. non riesce a realizzare risparmi pubblici, poiché si trova in una situazione e di forte deficit, ossia le sue spese sono di gran lunga maggiori rispetto alle entrate di cui dispone. 6