Ing. Carmine Esposito AULA MAGNA - Via Giusti, 40 Trento Mercoledì 18/10/2017 ore 14:00/18:00

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Ing. Carmine Esposito AULA MAGNA - Via Giusti, 40 Trento Mercoledì 18/10/2017 ore 14:00/18:00 Materiale ad uso didattico

Dati Statistici INAIL TRENTO 2015 2

Infortuni in complesso Infortuni mortali 3

Infortuni mortali in occasione di lavoro senza mezzo di trasporto 4

Infortuni in complesso Att. Economica F Costruzioni Infortuni mortali Att. Economica F Costruzioni 5

Infortuni mortali in occasione di lavoro senza mezzo di trasporto - Att. Economica F Costruzioni 6

7

8

D.Lgs. 81/2008 Titolo I Art. 2 (Definizioni) dd) «modello di organizzazione e di gestione»: modello organizzativo e gestionale per la definizione e l attuazione di una politica aziendale per la salute e sicurezza, ai sensi dell articolo 6, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, idoneo a prevenire i reati di cui agli articoli 589 e 590, comma 3, del codice penale, commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela della salute sul lavoro; 9

Violazioni degli artt. 589 e 590 C.P. La Legge delega del 3 agosto 2007, n. 123 modificava il D.Lgs. 231/2001 inserendo l Art. 25-septies (Omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime, commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell'igiene e della salute sul lavoro) prevedendo, per entrambe le violazioni degli Art. 589 e 590 del codice penale, una sanzione pecuniaria in misura non inferiore a 1000 quote (ogni quota varia da un valore minimo di 258 euro a un massimo di 1.549 euro). Il D.Lgs. 81/2008 (c.d. Testo Unico per la Sicurezza) all art. 300 modifica nuovamente l Art. 25-septies riducendo in gravosità tale sanzione. 10

Violazioni degli art. 589 e 590 C.P. (art. 300 del D.Lgs. 81/08) Nel caso di omicidio colposo (Art. 589 del c.p.) per aziende a maggior rischio e per cantieri soprasoglia è previsto una sanzione pecuniaria pari a 1000 quote* ovvero da 258.000 a 1.549.000 euro con sanzioni interdittive nel caso di condanna per una durata non inferiore a tre mesi e non superiore ad un anno. Per tutte le altre aziende, invece, si applica una sanzione pecuniaria in misura non inferiore a 250 quote e non superiore a 500 quote. Nel caso di lesioni personali colpose (Art. 590 del c.p.) per tutte le tipologie di aziende è prevista una sanzione pecuniaria in misura non superiore a 250 quote con sanzioni interdittive, nel caso di condanna, così come previste dall art. 9 comma 2 del D.Lgs. 231/2001, per una durata non superiore a sei mesi. *Il valore delle singole quote va da un Min. 258 ad un Max di 1549 : 11

Violazioni degli art. 589 e 590 C.P. (artt. 9 e 25 del D.Lgs 231/2001) Nel caso di condanna si applicano le sanzioni interdittive: interdizione dall esercizio dell'attività; sospensione o revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla commissione dell'illecito; divieto di contrattare con la P.A., salvo che per ottenere le prestazioni di un pubblico servizio; esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e l'eventuale revoca di quelli già concessi; divieto di pubblicizzare beni o servizi. 12

Modello di organizzazione e di gestione Art. 6 comma 8 lettera n) La Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro ha il compito di indicare modelli di organizzazione e gestione aziendale ai fini di cui all'articolo 30. 13

Modello di organizzazione e di gestione Art. 16 Delega di funzioni 3. La delega di funzioni non esclude l obbligo di vigilanza in capo al datore di lavoro in ordine al corretto espletamento da parte del delegato delle funzioni trasferite. L obbligo di cui al precedente periodo si intende assolto in caso di adozione ed efficace attuazione del modello di verifica e controllo di cui all articolo 30, comma 4. 14

Modello di organizzazione e di gestione Art. 28 Oggetto della valutazione dei rischi 2. Il documento di cui all'articolo 17, comma 1, lettera a), redatto a conclusione della valutazione deve contenere: d) l'individuazione delle procedure per l'attuazione delle misure da realizzare, nonché dei ruoli dell'organizzazione aziendale che vi debbono provvedere, a cui devono essere assegnati unicamente soggetti in possesso di adeguate competenze e poteri * * Il datore di lavoro è punito con l ammenda da 2.192,00 a 4.384,00 euro se adotta il documento di cui all'articolo 17, comma 1, lettera a) in assenza degli elementi di cui all articolo 28, comma 2, lettere b), c) o d), o senza le modalità di cui all articolo 29, commi 2 e 3. 15

Modello di organizzazione e di gestione Art. 30. - Modelli di organizzazione e di gestione 1. Il modello di organizzazione e di gestione idoneo ad avere efficacia esimente della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica di cui al decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, deve essere adottato ed efficacemente attuato, assicurando un sistema aziendale per l'adempimento di tutti gli obblighi giuridici relativi: a) al rispetto degli standard tecnico-strutturali di legge relativi a attrezzature, impianti, luoghi di lavoro, agenti chimici, fisici e biologici; b) alle attività di valutazione dei rischi e di predisposizione delle misure di prevenzione e protezione conseguenti; 16

Modello di organizzazione e di gestione c) alle attività di natura organizzativa, quali emergenze, primo soccorso, gestione degli appalti, riunioni periodiche di sicurezza, consultazioni dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza; d) alle attività di sorveglianza sanitaria; e) alle attività di informazione e formazione dei lavoratori; f) alle attività di vigilanza con riferimento al rispetto delle procedure e delle istruzioni di lavoro in sicurezza da parte dei lavoratori; g) alla acquisizione di documentazioni e certificazioni obbligatorie di legge; h) alle periodiche verifiche dell'applicazione e dell'efficacia delle procedure adottate. 2. Il modello organizzativo e gestionale di cui al comma 1 deve prevedere idonei sistemi di registrazione dell avvenuta effettuazione delle attività di cui al comma 1. 17

Modello di organizzazione e di gestione 3. Il modello organizzativo deve in ogni caso prevedere, per quanto richiesto dalla natura e dimensioni dell'organizzazione e dal tipo di attività svolta, un'articolazione di funzioni che assicuri le competenze tecniche e i poteri necessari per la verifica, valutazione, gestione e controllo del rischio, nonché un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel modello. 4. Il modello organizzativo deve altresì prevedere un idoneo sistema di controllo sull attuazione del medesimo modello e sul mantenimento nel tempo delle condizioni di idoneità delle misure adottate. Il riesame e l'eventuale modifica del modello organizzativo devono essere adottati, quando siano scoperte violazioni significative delle norme relative alla prevenzione degli infortuni e all'igiene sul lavoro, ovvero in occasione di mutamenti nell'organizzazione e nell'attività in relazione al progresso scientifico e tecnologico. 18

Modello di organizzazione e di gestione 5. In sede di prima applicazione, i modelli di organizzazione aziendale definiti conformemente alle Linee guida UNI-INAIL per un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro (SGSL) del 28 settembre 2001 o al British Standard OHSAS 18001:2007 si presumono conformi ai requisiti di cui al presente articolo per le parti corrispondenti. Agli stessi fini ulteriori modelli di organizzazione e gestione aziendale possono essere indicati dalla Commissione di cui all'articolo 6. 5-bis. La commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro elabora procedure semplificate per la adozione e la efficace attuazione dei modelli di organizzazione e gestione della sicurezza nelle piccole e medie imprese. Tali procedure sono recepite con decreto del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali. 6. L adozione del modello di organizzazione e di gestione di cui al presente articolo nelle imprese fino a 50 lavoratori rientra tra le attività finanziabili ai sensi dell'articolo 11. 19

Modello di organizzazione e di gestione Art. 51. - Organismi paritetici 3-bis. Gli organismi paritetici su richiesta delle imprese, rilasciano una attestazione dello svolgimento delle attività e dei servizi di supporto al sistema delle imprese, tra cui l asseverazione della adozione e della efficace attuazione dei modelli di organizzazione e gestione della sicurezza di cui all articolo 30 del decreto, della quale gli organi di vigilanza possono tener conto ai fini della programmazione delle proprie attività. 3-ter. Ai fini di cui al comma 3-bis, gli organismi paritetici istituiscono specifiche commissioni paritetiche, tecnicamente competenti. 20

Norme e Standard Volontari (certificabili) BS OHSAS 18001:2007 Sistemi di gestione della sicurezza sul lavoro Requisiti. UNI 10617:2009 Impianti a rischio di incidente rilevante: Predisporre ed attuare un sistema di gestione della sicurezza 21

Norme e Standard Volontari (certificabili) 22

Norme e Standard Volontari (certificabili) In futuro la norma ISO 45001 - OH&S management system (ora in versione DIS 2 Second Draft International Standard) 23

Linee guida (non certificabili) BS 8800/96 Linee guida sui sistemi di gestione della sicurezza nei luoghi di lavoro (BS 8800:2004) Documento UE 0135/4/99 EN Linee guida europee per l organizzazione della salute e sicurezza sul lavoro Documento ILO/OSH MS 2001 Linee guida tecniche sui sistemi di gestione della sicurezza e salute sul lavoro VCA/SCC Standard - Safety Checklist for Contractors UNE 81900:1996 EX - Norme generali per l implementazione di un sistema di gestione e per la prevenzione degli infortuni sul lavoro (SGPIL) UNI INAIL ISPESL e Parti Sociali 2001: Linee guida per un Sistema di Gestione della Sicurezza e Salute sul Lavoro (SGSL) BS OHSAS 18002:2008 - Occupational health and safety management systems. Guidelines for the implementation of OHSAS 18001:2007 BS OHSAS 18004:2008 - Guide to achieving effective occupational health and safety performance 24

Linee di indirizzo Italiane (non certificabili) 1. LINEE DI INDIRIZZO SGI AE Sistema di gestione integrato salute, sicurezza, ambiente Aziende dell Energia 2. LINEE DI INDIRIZZO SGSL AR - per l implementazione dei sistemi di gestione per la salute e la sicurezza nelle Imprese a Rete (Ed. 2015) 3. LINEE DI INDIRIZZO SGSL AA - Sistema di Gestione Salute e Sicurezza Aziende Aeronautiche ad Ala Fissa 4. LINEE DI INDIRIZZO SGSL MPI - per l implementazione di Sistemi di Gestione per la Salute e la Sicurezza sul lavoro nelle Micro e Piccole Imprese 5. LINEE DI INDIRIZZO SGSL R: Sistema di Gestione della Salute e della Sicurezza dei Lavoratori per le Aziende dei Servizi Ambientali e Territoriali 6. LINEE DI INDIRIZZO: Sistema di Gestione della Salute e Sicurezza per i lavori in appalto nella Cantieristica Navale 7. LINEE DI INDIRIZZO SGSL-GP: Sistema di Gestione della Salute e Sicurezza dei lavoratori per le Aziende del settore Gomma Plastica 8. LINEE DI INDIRIZZO SGSL GATEF (gas, acqua, teleriscaldamento, elettricità, servizi funerari): Per l implementazione dei Sistemi di Gestione per la Salute e la Sicurezza nelle Aziende di servizi pubblici locali che operano nei settori Energia Elettrica, Gas, Acqua 9. LINEE DI INDIRIZZO: Per l applicazione di un Sistema di Gestione della Salute e Sicurezza sul lavoro per l Industria chimica 10. LINEE DI INDIRIZZO SGSL-AS: Sistema di Gestione della Salute e Sicurezza sul Lavoro nelle Aziende Sanitarie pubbliche della Regione Lazio 25

Modelli organizzativi e gestionali di cui all art. 30 del D.lgs. 81/08 UNI/PdR 2:2013 - Prassi di riferimento per il settore delle costruzioni edili e di ingegneria civile - Indirizzi operativi per il rilascio della asseverazione prevista dall art. 51 del D.Lgs. 81/08 erogata dai Comitati Paritetici Territoriali (CPT) UNI/PdR 22:2016 - Linee Guida per la procedura operativa per l asseverazione dei modelli di organizzazione e gestione della salute e sicurezza nelle aziende dei servizi ambientali territoriali MOG PMI - Procedure semplificate di cui al D.M. 13/2/2014, per l adozione dei modelli di organizzazione e gestione nelle piccole e medie imprese. 26

Sistemi di gestione della sicurezza In Italia, nel 2001, è stata pubblicata la prima Linea Guida Condivisa dalle Parti Sociali: Documento UNI INAIL Linee guida per un Sistema di Gestione della Sicurezza e Salute sul Lavoro (SGSL) Non può essere considerata una norma o una specifica tecnica da utilizzare a scopo di certificazione di parte terza né per attività di vigilanza da parte delle Autorità di controllo in materia di sicurezza ed igiene del lavoro. Il seguire le linee guida non è un obbligo di legge ma una decisione volontaria liberamente assunta. 27

SGSL - Finalità Ridurre i costi della SSL compresi quelli derivanti da: incidenti infortuni malattie correlate al lavoro minimizzando i rischi cui possono essere esposti dipendenti o terzi. Aumentare l efficienza e le prestazioni dell impresa. Contribuire a migliorare i livelli di salute e sicurezza sul lavoro. Migliorare l immagine interna ed esterna dell organizzazione. 28

BS OHSAS 18001:2007 Definizione Parte del Sistema di Gestione di una Organizzazione utilizzata per sviluppare ed attuare la propria politica di SSL e per gestire i suoi rischi di SSL Nota 1. Un SG è un insieme di elementi tra loro correlati utilizzati per stabilire una politica e degli obiettivi e per raggiungere tali obiettivi. Nota 2. Un SG include la struttura organizzativa, le attività di pianificazione (includendo, per esempio, la Valutazione dei Rischi e la formulazione degli obiettivi), le responsabilità, le pratiche, le procedure, i processi e le risorse. 29

I principi dei sistemi di gestione Orientamento agli stakeholders Leadership Coinvolgimento del personale Approccio per processi Approccio sistemico alla gestione Miglioramento continuo Decisioni basate su dati di fatto 30

La metodologia operativa 31

La logica del sistema 32

Confronto BS OHSAS 18001:2007 SGSL UNI INAIL RIESAME E MIGLIORAMENTO ESAME INIZIALE POLITICA PIANIFICAZIONE E ORGANIZZAZIONE MONITORAGGIO SENSIBILIZZAZIONE AZIONE 33

34

Bozza di ISO 45001: PDCA 35

Modelli organizzativi e gestionali di cui all art. 30 del D.lgs. 81/08 Procedure Semplificate MOG PMI - Procedure semplificate di cui al D.M. 13/2/2014, per l adozione dei modelli di organizzazione e gestione nelle piccole e medie imprese La struttura del Modello ricalca pedissequamente quanto contenuto nell art. 30, commi 1, 2, 3 e 4 del D.Lgs. 81/08 Per la definizione di piccole e medie imprese si fa riferimento a quelle definite dal decreto del Ministero Attività Produttive del 18 aprile 2005, pubblicato nella G.U. 238 del 12/10/2005 36

MOG PMI - Procedure semplificate di cui al D.M. 13/2/2014 Il documento ha lo scopo di fornire alle piccole e medie imprese, che decidano di adottare un modello di organizzazione e gestione della salute e sicurezza, indicazioni organizzative semplificate, di natura operativa, utili alla predisposizione e alla efficace attuazione di un sistema aziendale idoneo a prevenire i reati previsti dall art. 25 septies, D.Lgs. 8 giugno 2001, n. 231 (di cui all art. 300 del D.Lgs. 81/08 e s.m.i.) La semplificazione riguarda alcuni aspetti organizzativi e le relative modalità applicative per l adozione e l efficace attuazione dei MOG 37

MOG PMI - Procedure semplificate di cui al D.M. 13/2/2014 Le aziende di dimensioni e/o complessità ridotte debbono valutare l opportunità di implementare un MOG aziendale. Un MOG efficacemente attuato migliora la gestione della salute e sicurezza sul lavoro ma l adozione, non essendo da considerarsi obbligatoria, deve essere valutata dalla Direzione aziendale in virtù delle proprie necessità ed esigenze gestionali ed organizzative. 38

MOG PMI - Procedure semplificate di cui al D.M. 13/2/2014 Il documento contiene alcune schede attuative del sistema, riportate nei moduli allegati, utili, a semplificare l attuazione di alcuni dei requisiti che possono essere modificate ed integrate a seconda della complessità organizzativa e tecnica aziendale. 39

MOG PMI Allegati Allegato 1 Allegato 2 Allegato 3 Allegato 4 Allegato 5 Allegato 6 Allegato 7 Allegato 8 Allegato 9 Allegato 10 Allegato 11 Allegato 12 Allegato 13 Allegato 14 Allegato 15 Allegato 16 Allegato 17 Allegato 18 Scheda analisi iniziale Piano di miglioramento Modulo pianificazione obiettivi e attuazione della politica Elenco normativa applicabile Scheda manutenzione macchina Scheda consegna/gestione DPI Programma annuale di formazione, informazione e addestramento Registro presenze partecipanti Scheda formazione/informazione/addestramento lavoratore Registro addestramento lavoratore Elenco documentazione obbligatoria Modulo rilevazione: situazione pericolosa incidente non conformità Modulo rilevazione infortunio Piano di Monitoraggio Programma degli/dell audit interno Piano di audit Verbale di audit Riesame periodico del modello organizzativo Riunione periodica 40

MOG PMI Esempio di semplificazione Paragrafo 14 - SISTEMI DI REGISTRAZIONE Il MOG dovrà dotarsi della documentazione necessaria alla sua gestione e verifica in funzione della complessità e dell azienda, delle lavorazioni svolte e dei rischi presenti, quale ad esempio: Moduli/Registrazioni Istruzioni Operative (se ritenute opportune) Manuale (se ritenuto opportuno) Procedure (se ritenute opportune) La documentazione potrà essere anche composta solo da moduli e registrazioni quali, ad esempio, quelli allegati al presente documento purché sufficienti e funzionali al rispetto dei requisiti definiti dal documento stesso in relazione alla necessità aziendali. 41

MOG PMI Esempio di Allegati 42

MOG PMI Esempio di Allegati 43

MOG PMI Esempio di Allegati 44

MOG PMI Esempio di Allegati 45

46

ASSEVERAZIONE - Settore delle costruzioni edili e di ingegneria civile UNI/PdR 2:2013 - Prassi di riferimento per il settore delle costruzioni edili e di ingegneria civile - Indirizzi operativi per il rilascio della asseverazione prevista dall art. 51 del D.Lgs. 81/08 erogata dai Comitati Paritetici Territoriali (CPT) Al 10/10/2017 ben 54 aziende sono state asseverate dai CPT solo 4 nel 2014 14 nel 2015 20 nel 2016 14 nei primi 10 mesi del 2017 http://www.cncpt.it/pages/imprese_asseverate.aspx 47

UNI/PdR 2:2013 - Prassi di riferimento per il settore delle costruzioni edili e di ingegneria civile Pubblicata il 19 febbraio 2013 Fornisce indirizzi operativi per il rilascio della asseverazione prevista dall art. 51 del D.Lgs 81/08 e s.m.i. in materia di sicurezza sul lavoro nel settore delle costruzioni edili e di ingegneria civile. Si applica al servizio di asseverazione erogato dai Comitati Paritetici Territoriali (CPT), così come definiti dall art. 2, comma 1, lettera ee) del D.Lgs 81/08 e s.m.i.. ATTENZIONE: Il documento para-normativo UNI prassi di riferimento non ha il significato di buona prassi così come definita dall art. 2 comma 1 lett. v) del D.Lgs. 81/08. 48

UNI/PdR 2:2013 - TERMINI E DEFINIZIONI 3.3 asseverazione: Processo attraverso il quale, tramite una o più verifiche, CPT dichiara di aver esaminato la corretta adozione e l efficace attuazione da parte dell impresa richiedente di un modello di organizzazione e gestione della sicurezza, conforme ai requisiti di cui all'art. 30 del D.Lgs. 81/08 49

Modello di attestato di asseverazione 50

Modello di attestato di asseverazione 51

UNI/PdR 2:2013 - TERMINI E DEFINIZIONI 3.4 Commissione Paritetica Tecnicamente Competente: commissione prevista dal D.Lgs. 81/08 e s.m.i, art. 51 comma 3 ter, presieduta dal Presidente di CPT o da persona delegata costituita presso CPT. Fermo restando un'eventuale emanazione di direttive specifiche da parte della Commissione Consultiva Permanente, la sua composizione è la seguente: Presidente CDA CPT o persona delegata Vice Presidente CDA CPT Direttore CPT Esperto in materia di modelli di organizzazione e gestione della salute e sicurezza sul lavoro NOTA Tale esperto ha competenza tecnica sulla applicazione alle imprese edili e di ingegneria civile dei modelli di organizzazione e gestione della salute e sicurezza sul lavoro, nonché sulle modalità di svolgimento degli audit di sistemi di gestione. 52

UNI/PdR 2:2013 - Schema generale processo di asseverazione 53

UNI/PdR 2:2013 - TERMINI E DEFINIZIONI 3.15 Pre-verifica: Verifica e analisi degli obblighi documentali relativi all adozione da parte dell impresa richiedente del modello di organizzazione e di gestione 3.18 Verifica: Processo pianificato e programmato, atto a rilevare, controllare, valutare il modello di organizzazione e gestione aziendale e la sua reale adozione ed efficace attuazione 3.19 Verifica documentale: Verifica della documentazione inerente il modello di organizzazione e gestione aziendale 3.20 Verifica tecnica: Verifica nei luoghi di lavoro dell'impresa richiedente l'asseverazione 54

Individuazione degli indicatori Numero degli addetti alla sicurezza in rapporto alla dimensione della sede/reparto Programmazione e realizzazione di percorsi formativi per rischi generali e specifici con valutazione dell efficacia Rapporto tra interventi effettuati rispetto a quelli programmati per la sicurezza Andamento del numero di infortuni e/o degli incidenti Indice di avanzamento per attività complesse Andamento del N di trasgressioni a principi sicurezza all anno % di equipaggiamenti di sicurezza testati / totale in un anno Andamento del Tempo Medio per rientrare da una anomalia Tasso di soddisfazione/insoddisfazione degli stakeholder Numero di interventi di manutenzione straordinaria / numero di interventi di manutenzione ordinaria Indice di assenteismo 55

Confronto tra il Modello del D.Lgs. 231/01 e gli SGSL Analisi dei Rischi Valutazione dei Rischi Codice Etico Politica per la Salute e Sicurezza sul Lavoro Sistema Organizzativo (deleghe, poteri di firma) Definizione dei compiti e responsabilità Struttura organizzativa 56

Confronto tra il Modello del D.Lgs. 231/01 e gli SGSL Procedure operative Procedure documentate Sistema di Controllo di Gestione Organismo di vigilanza Sistema sanzionatorio Controllo operativo Monitoraggio di 1 e 2 livello (audit) 57

COSA manca a SGSL UNI INAIL e OHSAS 18001? Affidare ad un Organismo dell'ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo, il compito di vigilare sul funzionamento e l'osservanza dei modelli e di curare il loro aggiornamento (art. 6 comma 1 lett. b del D.Lgs. 231/2001) L introduzione di un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel modello (art. 6 comma 2 lett. e del D.Lgs. 231/2001) 58

Tabella di correlazione allegata al Documento del 20 aprile 2011 Dalla Tabella di Correlazione art. 30 D.Lgs. 81/08 - Linee Guida UNI INAIL BS OHSAS 18001:2007 allegata al documento del 20 aprile 2011, emerge che I unica parte non corrispondente tra le Linee Guida UNI INAIL, le BS OHSAS 18001:2007 e quanto richiesto all art. 30 del D.Lgs. n. 81/2008, è I adozione di un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel modello. Per non corrispondente si intende che il sistema disciplinare non é indicato come requisito del Sistema di Gestione della Salute e Sicurezza sul Lavoro descritto dalle Linee Guida UNI INAIL e dalle BS OHSAS 18001:2007, mentre é espressamente richiesto come requisito essenziale dall art. 30 del D.Lgs. 81/2008. 59

Indicazioni per l adozione del sistema disciplinare (Documento del 20 aprile 2011) È quindi necessario che l Azienda sia dotata di procedure per individuare e sanzionare i comportamenti che possano favorire la commissione dei reati di cui all art. 300 del D. Lgs. n. 81/2008 (art. 25-septies del D.Lgs. 231/2001, e s.m.i.) e il mancato rispetto delle misure previste dal modello. II tipo e l entità dei provvedimenti disciplinari saranno coerenti con i riferimenti legislativi e contrattuali applicabili e dovranno essere documentati. 60

Indicazioni per l adozione del sistema disciplinare (Documento del 20 aprile 2011) II sistema disciplinare dovrà essere definito e formalizzato dall Alta Direzione aziendale e quindi diffuso a tutti i soggetti interessati quali ad esempio: Datore di lavoro Dirigenti o altri soggetti in posizione apicale Preposti Lavoratori Organismo di Vigilanza (ove istituito un modello ex D.Lgs. n. 231/2001); Auditor/Gruppo di audit. ed anche Collaboratori esterni, appaltatori, fornitori e altri soggetti aventi rapporti contrattuali con l azienda stessa. 61

Organismo di vigilanza (Odv) La normativa non fornisce indicazioni circa la composizione dell Organismo di vigilanza (Odv). Ciò consente di optare per una composizione sia mono che plurisoggettiva. Nella composizione plurisoggettiva possono essere chiamati a far parte dell Odv componenti interni ed esterni all ente, purché ciascuno di essi abbia i requisiti. Con riferimento alle imprese di piccole dimensioni, l art. 6, co. 4 del D.Lgs. 231/2001 consente che i compiti di cui alla lett. b) dell art. 6, co. 2, siano assolti dall organo dirigente. Pertanto, nelle realtà di piccole dimensioni la composizione monocratica ben potrebbe garantire le funzioni demandate all Organismo, mentre in quelle di dimensioni medio grandi sarebbe preferibile una composizione di tipo collegiale. Ciò al fine di garantire una maggiore effettività dei controlli demandati dalla legge. 62

Organismo di vigilanza (Odv) Requisiti soggettivi: Autonomia ed indipendenza Professionalità Continuità di azione Ciascun componente dell Organismo di Vigilanza non deve avere un profilo professionale e personale che possa pregiudicare l imparzialità di giudizio, l autorevolezza e l eticità della condotta. 63

I vantaggi dell adozione del SGSL In linea con la legislazione italiana ed esimenti dalle conseguenze del D.Lgs. 231/01 (se SGSL adottato ed efficacemente attuato) Integrazione col modello generale di organizzazione dell azienda Esplicito riferimento alle responsabilità di ogni dipendente Maggiore coinvolgimento di tutto il personale Armonizzazione con l eventuale codice etico Valorizzazione dell immagine aziendale verso l interno e l esterno Risparmi dovuti alla diminuzione degli infortuni Protezione del capitale umano 64

I vantaggi dell adozione del SGSL Riduzione del tasso Medio di Tariffa INAIL: OT24:2018 L art. 24 delle Modalità per l applicazione delle Tariffe emanate con d.m. 12.12.2000, come modificato, da ultimo, dal d.m. del 3.3.2015, prevede l applicazione da parte dell INAIL di una riduzione del tasso medio di tariffa alle aziende che abbiano effettuato interventi per il miglioramento delle condizioni di sicurezza e di igiene nei luoghi di lavoro, in aggiunta a quelli previsti dalla normativa in materia. Per poter accedere alla riduzione del tasso medio di tariffa è necessario aver effettuato interventi tali che la somma dei loro punteggi sia pari almeno a 100. Su 67 interventi di miglioramento delle condizioni di sicurezza ed igiene sul lavoro, ben 18 di questi sono relativi a SGSL/MOG e da soli valgono 100 punti. 65

I vantaggi dell adozione del SGSL Riduzione del tasso Medio di Tariffa INAIL: Modello OT24:2018 La riduzione del tasso medio di tariffa è determinata in relazione al numero dei lavoratori anno del periodo, secondo lo schema seguente: 66

I vantaggi dell adozione del SGSL Bandi ISI L'INAIL finanzia in conto capitale le spese sostenute per progetti di miglioramento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. I destinatari degli incentivi sono le imprese, anche individuali, iscritte alla Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura. Il contributo è pari al 65% dell investimento, fino a un massimo di 130.000 euro Tra i progetti finanziabili vi sono anche quelli relativi a: Adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale 67