Valutazioni ed orientamenti emersi nella riunione sulla contrattazione sociale del 16 maggio 2017

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Valutazioni ed orientamenti emersi nella riunione sulla contrattazione sociale del 16 maggio 2017 Il quadro generale La contrattazione sociale decentrata come testimoniano i dati del nostro Osservatorio - anche in questi ultimi anni ha segnato un significativo incremento quantitativo e qualitativo ed una tendenza ad articolarsi ed attestarsi su livelli territoriali di prossimità rispetto ai bisogni, ai disagi ed alle esigenze delle cittadine e dei cittadini. Essa però ha assunto un carattere prevalentemente difensivo ; una condizione dettata dagli effetti della crisi, con sempre maggiori difficoltà economiche e sociali per le persone e le famiglie, e dalle politiche imposte dall Unione Europea e adottate dai Governi nazionali che si sono succeduti in questi anni, caratterizzate da progressivi tagli alla spesa sociale e da minori trasferimenti verso gli Enti Locali. Al difficile sviluppo dell'attività negoziale nel territorio contribuiscono anche l'indeterminatezza e incompiutezza dei nuovi assetti istituzionali: basti pensare alla vicenda delle Province, all' istituzione delle Aree Metropolitane e al processo di accorpamento dei piccoli Comuni. In molte realtà locali, in maniera sempre più diffusa, pesano anche le difficoltà nel rapporto con i nostri interlocutori istituzionali i quali non sempre hanno la volontà, o la capacità, di misurarsi con la funzione e con l iniziativa generale del sindacato. Oltre alle difficoltà oggettive ed esterne ci sono quelle soggettive ed interne che è necessario affrontare per avviare un efficace processo di diffusione e qualificazione della nostra attività di contrattazione sociale/territoriale. Le criticità più rilevanti e condizionanti riguardano: una non omogenea diffusione dell iniziativa negoziale, della Confederazione e delle Categorie, alla quale non può certo supplire lo SPI come peraltro avviene in tante realtà; una scarsa capacità di coinvolgimento democratico delle strutture, dei delegati, dei lavoratori e dei pensionati nelle diverse fasi del percorso negoziale; una non adeguata diffusione della formazione sindacale per i quadri e per i delegati; una difficoltà a misurarsi tempestivamente con problematiche nuove e con approcci integrati, come il rapporto tra la contrattazione sociale con la contrattazione territoriale più complessiva (sviluppo, lavoro, ambiente, infrastrutture) e con la contrattazione di secondo livello di categoria in particolare rispetto al tema delle forme di welfare di origine contrattuale.

Gli obiettivi principali In questa fase storica ed economica, caratterizzata dalla crisi perdurante e dalle profonde trasformazioni produttive, sociali e demografiche, la domanda di protezione e di promozione sociale è sicuramente in crescita. Partendo dagli ostacoli e da questi limiti che abbiamo incontrato in questi anni, convinti che una risposta nuova e più esaustiva alle crescenti difficoltà del mondo del lavoro la si può ricercare sempre meglio agendo sul territorio, è necessario porsi l obiettivo di estendere e qualificare la nostra iniziativa, assumendo come centrali gli orientamenti elaborati in sede congressuale e nell ultima conferenza d organizzazione. La dimensione della cittadinanza ricomprende la condizione di lavoratori/trici e mette in relazione l'insieme dei cittadini: giovani, lavoratori, pensionati, immigrati. L'inclusione, la coesione e la solidarietà sociale sono anche il risultato del confronto (conflitto) e della sintesi di interessi diversi. E importante, quindi, nel definire una strategia complessiva sulla contrattazione sociale/territoriale - volta all affermazione di un modello sociale basato su universalità, solidarietà, coesione ed inclusività - partire dalla dignità e dai diritti del lavoro, nonché dall'imprescindibile relazione tra qualità dei servizi e condizioni di lavoro degli operatori addetti alle funzioni di pubblica utilità. Da questo punto di vista occorre, oltre il quotidiano e specifico impegno delle Categorie che organizzano e rappresentano lavoratori/trici dei settori interessati, esprimere un iniziativa generale finalizzata a contrastare il processo soprattutto nell ambito della sanità e del socioassistenziale di esternalizzazione e privatizzazione di servizi fondamentali, di riduzione dell occupazione, contrazione dei diritti del lavoro, riduzione delle prestazioni e dei servizi e peggioramento della loro qualità. Dobbiamo promuovere una cultura della contrattazione sociale, capace di alimentare l iniziativa volta alla definizione di piattaforme e di accordi da realizzare nei livelli regionali, delle Aree Metropolitane e delle Province, con le ASL, nei distretti e nei Comuni, anche in relazione con la contrattazione di secondo livello di categoria, per recuperare e sviluppare la vocazione originale e peculiare delle Camere del Lavoro. La necessità di un forte intreccio tra diversi livelli e luoghi di contrattazione è resa ancor più evidente e impellente dall'impulso, anche distorsivo, che le nuove normative imprimono al welfare contrattuale. E necessario connettere, per quanto è possibile, la contrattazione sociale territoriale con quella nei luoghi di lavoro, per favorire una programmazione territoriale, favorire il ruolo pubblico di governo di questi processi, evitare il rischio di ulteriori disuguaglianze nel mondo del lavoro e di impoverimento e contrazione del welfare pubblico. In questo contesto sarebbe molto importante sperimentare progetti innovativi di contrattazione sociale e territoriale, tra i quali potrebbero trovare spazio progetti integrati di sviluppo del territorio sia in chiave economica che sociale.

L'obiettivo della diffusione e qualificazione della contrattazione sociale/territoriale deve essere adeguatamente supportato da attività formative direttamente connesse alle priorità che risultano più pertinenti e rispondenti alle esigenze legate alle specificità territoriali, per tendere a omogeneizzare livelli e qualità delle prestazioni partendo però dalle differenze e dalle specifiche criticità e potenzialità. Le tematiche Le principali tematiche sulle quali sviluppare approfondimenti e definire, o aggiornare, proposte, possono essere: Le questioni normative e finanziarie,nella loro evoluzione, incidenti sui bilanci degli enti locali e delle regioni; I servizi socio-sanitari, la loro organizzazione e integrazione, i criteri di compartecipazione e le modalità di accesso; Le crescenti disuguaglianze e l'aumento della povertà (economica, educativa, relazionale, ecc) anche in relazione alle nuove misure SIA e REI; Le politiche del lavoro e della formazione; Le politiche per l istruzione e l infanzia, ad iniziare dall'attuazione del decreto inerente il sistema integrato 0/6 anni; Le politiche dell'abitare sotto l'aspetto sociale, economico, fiscale, ambientale, di inclusione; La trasparenza, la legalità, gli appalti e le esternalizzazioni; Le politiche di inclusione e dell'immigrazione; La fiscalità locale, la progressività delle imposizioni e il contrasto dell'evasione; Progetti di integrazione tra welfare territoriale e welfare contrattuale; Gli assetti istituzionali e la gestione associata dei servizi e delle funzioni, con particolare riferimento alle Città Metropolitane, alle forme associative dei Comuni; alle aree vaste, alle Province, ai processi di fusione degli enti. La gestione dei servizi a rete; La valorizzazione delle risorse umane, la tutela delle condizioni di lavoro, il contrasto alla precarietà nelle amministrazioni locali e negli appalti; Contribuire al sostegno dell iniziativa sulle tematiche sociali connesse ad alcune rilevanti emergenze che interessano il Paese, come il problema dei profughi o quello relativo alle aree terremotate. Le scelte organizzative Per garantire la massima partecipazione alla elaborazione ed alla promozione dell iniziativa da parte di tutte le strutture è necessario rafforzare e migliorare l attività del Coordinamento nazionale sulla contrattazione sociale, dando una maggiore continuità alla sua attività, rafforzando il rapporto con le altre Aree dell Organizzazione, per poter essere luogo di discussione politica e di confronto tra le esperienze.

Ogni struttura territoriale dovrà provvedere ad una rivisitazione del modello organizzativo, coerentemente con le decisioni assunte nella Conferenza di Organizzazione. Dovremo favorire il coinvolgimento di tutte le Categorie e del sistema servizi nella gestione delle diverse fasi della contrattazione sociale territoriale, e garantire la partecipazione democratica nella definizione delle piattaforme, nella negoziazione, nella valutazione dei risultati, degli organismi deliberativi dell organizzazione, dei delegati e delle leghe Spi. In questa prospettiva è essenziale il rapporto diretto con la nostra rappresentanza (lavoratori, pensionati, disoccupati) da realizzare anche attraverso il pieno coinvolgimento della rete dei delegati e aperto anche al confronto con il mondo giovanile e con tutti i cittadini prevedendo specifiche assemblee nei luoghi di lavoro e nel territorio, o attraverso anche altri strumenti, come i questionari o la rete. Il baricentro dell iniziativa dovrà essere il più decentrato possibile, privilegiando il livello delle aree urbane, degli Ambiti territoriali, delle zone e delle leghe sindacali e ricercando ovunque, come già avviene, l unitarietà dell iniziativa sindacale. Azioni e iniziative. Al fine di realizzare queste linee di attività, in questa fase abbiamo concordato di promuovere le seguenti iniziative, finalizzate ad un rilancio programmato e partecipato dell iniziativa in tutte le realtà e coinvolgendo tutte le strutture e le aree: a) Programmare, di concerto con le strutture regionali Confederali e dello Spi, un calendario di incontri a livello regionale/territoriale da tenersi possibilmente prima del periodo feriale, coinvolgendo le strutture territoriali confederali e di categoria, i servizi, le nostre associazioni, per fare il punto in esplicito sullo stato dell iniziativa, sulle criticità e per definire le linee operative; b) Valutare con le singole strutture regionali/territoriali le esigenze formative e promuovere congiuntamente ( Confederazione e Spi) i progetti che si riterranno necessari e che dovranno vedere la partecipazione, su moduli differenziati, di tutte le strutture, compresi i delegati aziendali. I programmi formativi potranno essere gestiti con il supporto della CGIL e dello SPI Nazionale e potranno riguardare le problematiche più generali relative alla contrattazione sociale e/o approfondire questioni più specifiche (bilanci degli Enti, tariffe e tributi, ISEE, non-autosufficienza). Una parte importante di questa attività dovrebbe essere avviata e gestita entro il prossimo autunno; c) Promuovere approfondimenti tematici, a livello nazionale, regionale e di Camera del Lavoro coinvolgendo le categorie degli attivi, i pensionati, la rete dei servizi e delle associazioni CGIL, su temi attinenti alle priorità negoziali; soprattutto quelle che rivestono maggiore attualità ed urgenza. Dovremo inoltre favorire la conoscenza, la valorizzazione e la socializzazione delle diverse esperienze rilevate dall Osservatorio, sotto il profilo del contenuto e del percorso seguito; con particolare riguardo alle pratiche originali ed innovative d) Definizione di linee guida nazionali, da concordare in un apposita riunione del Coordinamento da tenersi in autunno, sviluppando i contenuti degli approfondimenti

descritti al punto precedente, riferite al merito e al metodo negoziale (scrittura delle piattaforme, rapporti unitari, coinvolgimento dei cittadini e percorsi democratici, diffusione e promozione dei risultati; coinvolgimento di tutte le categorie e del sistema servizi). Sarà opportuno promuovere anche delle sperimentazioni sul versante dei contenuti, del metodo e della cornice, andando oltre la dimensione prevalente del confronto con il singolo Comune e degli accordi annuali connessi prevalentemente ai bilanci delle amministrazioni. Osservatorio sulla contrattazione sociale e dell Osservatorio sui bilanci. Attivare alcuni interventi tesi al miglioramento delle tradizionali funzioni ed attività dell Osservatorio e alla costruzione delle rete territoriale attraverso: un maggior coinvolgimento delle compagne e dei compagni che operano negli Osservatori regionali, anche attraverso specifici momenti formativi per garantire una corretta raccolta, classificazione e inserimento dei documenti (compresi gli atti delle pubbliche amministrazioni scaturenti da accordi sindacali), garantendo pure una maggiore tempestività nella produzione del materiale. migliorare la comunicazione, ad iniziare dall utilizzo degli spazi nel sito web della CGIL, anche attraverso la costituzione di una eventuale, specifica redazione web dell Osservatorio. Favorire un migliore utilizzo dei dati e delle elaborazioni dell Osservatorio sui bilanci dello SPI, che possono essere fruiti da tutte le strutture. Realizzare una specifica elaborazione dei dati relativi ai Bilanci delle Regioni e programmare specifiche iniziative ad esse collegate, di natura formativa, seminariale e politica.