I benefici di un Parco Nazionale (ben gestito)



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Costituente VogliAmo il Parco I benefici di un Parco Nazionale (ben gestito) La domanda che tutti si fanno, dopo aver saputo dell'esistenza del Parco e dopo essere stati confusi dalle "opinioni" di chi si oppone e di chi ne parla senza sapere cosa dice, è: "Quali sono i suoi benefici?" Una prima risposta indiretta sul fatto che i benefici ci sono davvero, si ha osservando gli altri Parchi. E' un dato di fatto che dopo i tentennamenti e le resistenze iniziali (che ci sono sempre), una volta fatto il Parco non ci sono "ingessamenti" o "blocchi" del territorio e neppure "tentativi di fuga" ma piuttosto sviluppo e richieste di ingresso. Tutti gli esempi riportati nel seguito sono presi da progetti già realizzati in Parchi italiani. Ci sono però Parchi in cui le cose funzionano molto bene e altri in cui sostanzialmente cambia poco o nulla o in cui la gestione dipende dai voleri e dall'interpretazione di un commissario/direttore. Il buon funzionamento di un Parco dipende dalla qualità della sua gestione. Le esperienze di cui parleremo sono di Parchi gestiti da persone capaci che si preoccupano del bene comune. Secondo la legge 394/91 l'organo che scrive le regole del Parco e ne cura la gestione è l'ente Parco. Esso è costituito perlopiù dagli amministratori locali (Sindaci e Presidenti di Provincia e di Regione). Un Parco non funziona quando gli amministratori locali non sono all'altezza del compito e/o lo boicottano. Molto spesso accade che gli amministratori locali, invece di pretendere dal Ministero l'operatività dell'ente Parco, preferiscono accettare il commissariamento da parte di persone non preparate a cui spesso viene dato quel posto (retribuito) come premio "politico". Per questi motivi noi chiediamo che l'ente Parco sia reso operativo nel minor tempo possibile e che siano nominate persone esperte e capaci, assunte per concorso. Chiediamo anche che sia garantita alle Comunità locali e ai portatori di interesse l'informazione, la consultazione e la partecipazione attiva su tutti i temi riguardanti la gestione del Parco. Sostanzialmente chiediamo che la legge venga applicata tenendo conto dell'esperienza accumulata in vent'anni. Dobbiamo quindi avere ben presente che se il Parco non funzionerà bene, noi cittadini dovremo prima di tutto cambiare gli amministratori locali con altri capaci di farlo funzionare e che abbiano a cuore lo sviluppo del territorio e il benessere dei residenti. Molti detrattori descrivono il Parco come un insieme di vincoli per le attività e per le libertà imprenditoriali. Gli svantaggi di un Parco esistono invece solo per chi vorrebbe continuare a sfruttare le risorse del territorio senza alcun impedimento e trarre profitto anche da attività dannose per la salute dei cittadini. Nei loro confronti, il Parco rappresenterà un formidabile deterrente. Per agricoltori, operatori del turismo, commercianti, ristoratori, imprese e per tutti i residenti, il Parco sarà un efficace strumento per la promozione dell immagine del territorio della Costa dei Trabocchi, una straordinaria opportunità di crescita occupazionale, di sviluppo economico e culturale e di miglioramento della qualità della vita. In pochi anni altre regioni, con una intelligente e attenta opera di promozione del territorio (marketing territoriale), sono state capaci di far diventare mete di grande successo anche località minori, marginali, lontane dai percorsi turistici maggiormente frequentati. In modo simile, le aree della costa e dei comuni immediatamente nell'interno - che oggi soffrono la disoccupazione, l abbandono delle terre e la svendita del patrimonio immobiliare e ambientale - se ben valorizzate, potrebbero offrire importanti opportunità di lavoro e d'impresa. In nessun Parco, piccolo o grande che sia, ci sono operatori che ne contestano la straordinaria utilità; poi c'è chi ci investe e chi no, ma ciò dipende dallo spirito imprenditoriale dell'operatore e non dal Parco.

I benefici del Parco sono di due tipi. La parte forse più importante non si può vendere od acquistare, cominciamo però da quelli che porteranno vantaggi economici diretti. Turismo Il turismo "verde" o turismo "natura" è l'unico che non conosce crisi; un turismo non di massa, ma fatto da persone che ricercano, apprezzano e rispettano il contatto con la natura, il cibo biologico, la vita salutare, le bellezze archeologiche minori, le tradizioni locali, l artigianato. Il territorio si dovrà quindi dare una struttura di ospitalità che nei Parchi è in buona parte fatta da piccole attività: a- griturismi, bed & breakfast, case in affitto, alberghi diffusi nei centri storici. Il turismo verde chiede anche una ristorazione basata sui prodotti enogastronomici tipici ed è legato anche allo sport e quindi - oltre al trekking - ci sarà il ciclismo lungo la Via verde (pista ciclabile sul tracciato dismesso della ferrovia), le canoe in mare, l'equitazione e così via. Ci saranno quindi occasioni di lavoro per guide, animatori, educatori ambientali, istruttori, ecc., oltre a forti ricadute sull'agricoltura. Edilizia Costruire qualche villetta o qualche villaggio turistico in riva al mare non serve a nulla, molto meglio aumentare l'ospitalità dei centri urbani per tutte quelle persone che vogliono andare al mare e non trovarci il cemento. Chi spera in qualche variante ai PRG o alle leggi che gli permettano di costruire con vista mare non sarà soddisfatto, lo saranno però molti altri. Saranno soddisfatti anche i semplici cittadini che non hanno possibilità di investimenti/speculazioni edilizie e vogliono solo andare in spiaggia. Il valore degli immobili esistenti aumenterà e così pure la loro redditività perché il turismo potrà essere destagionalizzato: si va meglio in bicicletta nella mezza stagione, mentre d'inverno ci si può inventare un pacchetto mare-monti. Un Parco è sempre popolato da seconde case; forse si potrà finalmente vendere e non svendere oltre a ristrutturare valorizzando l'esistente senza ulteriori "consumi di suolo". Da semplici visitatori, alcuni potrebbero decidere di acquistare case e terreni, di trasferirsi definitivamente o di investire nel nostro territorio. Qualche abitante di Pescasseroli oggi si lamenta che si è costruito troppo, ma dai prezzi degli immobili si capisce che la richiesta è ancora molto alta. Ci saranno quindi occasioni di lavoro in edilizia per ristrutturazioni, manutenzioni, costruzioni, ecc.. Ristrutturazione dei centri storici, riqualificazione energetica degli edifici, microgenerazione di energia da fonti rinnovabili, riduzione/recupero dei rifiuti. La ristrutturazione dei centri storici, la valorizzazione delle aree archeologiche e dei luoghi di culto sono necessarie per differenziare l'offerta turistica (e i Parchi sono per legge preferiti in questo tipo di finanziamenti - ove disponibili). Il Parco persegue un'integrazione tra uomo e natura anche tramite la riduzione dei consumi energetici, la generazione di energia da fonti rinnovabili, l'edilizia sostenibile e la riduzione/differenziazione/valorizzazione dei rifiuti che in questo particolare parco diventeranno obiettivi fondamentali. Si aprono quindi possibilità di lavoro in questi campi all'avanguardia: per progettisti, per installatori, per imprese di costruzione, per chi progetta e costruisce strutture in legno, per restauratori e altre ancora nella gestione dei rifiuti. Agricoltura Ci rendiamo conto della difficoltà di dire agli agricoltori che cosa potranno ottenere dal Parco; hanno ascoltato così tante promesse non mantenute che sono estremamente scettici. Ma vogliamo provare, rivolgendoci non tanto ai più anziani e sfiduciati che vedono l'agricoltura solo come integrazione del reddito e per i quali nulla cambierà rispetto ad ora, ma ai più giovani e ai titolari delle aziende ancora vitali. Come dimostrano molte esperienze positive, il parco è uno strumento che - se ben usato - può far rinascere l'agricoltura da reddito. Come già detto: per ottenere risultati occorre però il lavoro e l'intelligenza delle persone. All'interno del Parco (escluse alcune piccole aree a protezione integrale) saranno possibili l'agricoltura e l'allevamento non intensivi; questo significa che non avremo le porcilaie o i campi di mais transgenico della pianura Padana ma dovremo mantenere e migliorare quel che abbiamo già, sfruttando il Parco per aumentare la redditività (non la produttività) dei terreni. Gli agricoltori potranno differenziare la loro offerta (e i loro redditi) con agriturismi, fattorie didattiche, trasformazione e vendita diretta, manutenzione delle strutture del Parco inclusi interventi di ripristino ambientale e di lotta contro gli incendi, eccetera. Già oggi gli agriturismi offrono sempre più servizi a chi sceglie ferie sostenibili e responsabili: non solo natura ed e- scursionismo, birdwatching e aree benessere attrezzate, passeggiate guidate a cavallo o in bicicletta, ma la possibilità di ritemprarsi dallo stress della città imparando a fare qualcosa di particolare: corsi per riconoscere e utilizzare le erbe aromatiche e spontanee, corsi per preparare saponi o cosmetici naturali, corsi di cucina, ecc.. E poi attività di

svago pensate per i bambini, con la possibilità di partecipare alla vita agricola dell azienda. Senza dimenticare il fondamentale aspetto enogastronomico, con una ristorazione attenta alla stagionalità dei prodotti e menù legati al territorio e alle tradizioni locali. Per tutto questo le aziende agricole potranno ampliare/ristrutturare/costruire edifici e strutture (stalle, caseifici ecc.) con procedure semplificate rispetto alle attuali e - ove disponibili - godere in via preferenziale di incentivi. Il Parco potrà/dovrà fornire organizzazione, formazione ed aiuto per l'imprenditoria agricola e consulenze per diffondere le migliori tecniche di coltivazione. Il Parco potrà/dovrà promuovere l imprenditoria giovanile e femminile. Il Parco potrà/dovrà preparare progetti per accedere ai finanziamenti europei. Il marchio del Parco aumenterà l'attrattiva commerciale dei prodotti sui mercati nazionali e internazionali. Il Parco potrà/dovrà lavorare per la diffusione del suo marchio. Il Parco potrà/dovrà avviare progetti di qualità per identificare e valorizzare commercialmente le eccellenze agroalimentari del suo territorio. Il Parco potrà/dovrà recuperare, tutelare e valorizzare la biodiversità agronomica, cioè le produzioni agricole ed agroalimentari tradizionali che utilizzano specie e varietà locali oggi quasi scomparse dai campi e dalle tavole. Prodotti spesso di altissima qualità ma ottenuti da un tessuto di aziende piccole e piccolissime, che non hanno la possibilità di promuoverle in modo adeguato. Per garantire loro adeguati sbocchi di mercato, il Parco potrà/dovrà promuoverle definendo di precisi disciplinari tecnici e associandovi il logo del Parco. E poiché la biodiversità è anche culturale si dovranno recuperare anche le tradizioni, i prodotti, le ricette legati a quelle varietà. Il turismo e l'educazione alimentare per gli abitanti del Parco aumenteranno le vendite a km-zero. Il Parco potrà/dovrà organizzare mercatini e negozi per la vendita di prodotti alimentari locali (anche associati alle strutture del Parco). Progetti di collaborazione permetteranno ai prodotti del Parco di essere venduti anche negli altri Parchi e viceversa. Per favorire l'adozione dei metodi dell'agricoltura biologica, il Parco potrà/dovrà cofinanziare le spese di certificazione che spesso, per le piccole aziende, rappresentano un ostacolo all'ingresso nel sistema di controllo previsto dall'unione Europea. Potranno nascere cooperative per condurre i terreni di chi non è più in grado di farlo; potrebbe essere addirittura il Parco ad occuparsi di questo pagando l'affitto al proprietario per evitare terreni incolti (come avviene nel Parco delle Cinque terre). Ci potranno essere forme di cooperazione nell'uso di macchinari o nell'acquisto di materiali. La forza di un Parco sta nell'essere un'unica comunità, lo stesso può/deve accadere in agricoltura. Immaginate l'agricoltura di otto (o più) comuni uniti in un solo marchio, con tecniche e strutture comuni, che perseguano un solo obiettivo di qualità e sostenibilità; un'agricoltura con forze nuove che vada incontro al futuro. Un progetto unitario che sia da esempio; in linea con le più recenti decisioni europee. Immaginate anche la forza di questo sistema per attrarre i finanziamenti. Quale zona si presterebbe meglio di questa a sperimentazioni e progetti nel campo dell'agricoltura? La politica agricola europea nella sua PAC 2014 va nella direzione di incentivare proprio il tipo di agricoltura che si dovrebbe fare nel Parco. Come detto, tutto questo richiede due cose: una capace e intelligente gestione fatta dall'ente Parco e l'impegno delle persone con l'arrivo di nuove leve; ci vorranno anni ma è una strada più che possibile e già percorsa altrove, in Italia e nel mondo. Perché non ne dovremmo essere capaci? Fauna selvatica La popolazione di cinghiali (ma non solo) se non viene gestita correttamente costituisce un problema non solo per l'agricoltura e per la sicurezza stradale ma provoca anche danni alle specie protette. Il fatto che i problemi aumentino nonostante la caccia dimostra che l'attività venatoria incontrollata non è una soluzione e neppure lo potrà essere in futuro, perché un interesse dei cacciatori è proprio quello di mantenere alto il numero di cinghiali. Un Ente Parco ha tutti gli strumenti normativi ed economici per intervenire sui vari aspetti del problema: recinzioni elettrificate, controllo della popolazione, dissuasori olfattivi, sottopassi con inviti nei tratti con maggiori passaggi eccetera). Infine: nei Parchi nazionali il rimborso dei danni residui avviene molto più velocemente (nei modi e con gli importi che decide autonomamente con i propri regolamenti) che nelle aree non parco. La presenza di animali selvatici può essere anche una risorsa turistica perché moltissimi cittadini non hanno mai osservato in natura animali selvatici e molti bambini delle città vogliono osservare animali in libertà nei parchi nazionali. Una popolazione di cinghiale ben gestita fa pochi danni e diventa una risorsa.

Passiamo ora a quei benefici che non si possono comprare. Protezione del territorio e della qualità delle acque e dell'aria La conservazione o il ripristino della copertura vegetale evita o limita fenomeni quali allagamenti, frane, sbancamenti, perdita di terreni agricoli, interramento di bacini, eccetera. Ripristinare le caratteristiche di autodepurazione dei corsi d'acqua renderà meno necessarie e quindi meno costose le tecnologie di depurazione. Il miglioramento della qualità delle acque migliorerà la qualità del mare; quel mare dove facciamo il bagno d'estate. L assenza di nuove industrie insalubri, che emettono sostanze tossiche e nocive in atmosfera, insieme all azione benefica della vegetazione, che agisce come un filtro naturale, porterà a un miglioramento della qualità dell'aria. Educazione ambientale Nei Parchi sono previste attività di educazione ambientale anche per i residenti. Come valutare economicamente cosa impara un bambino visitando una fattoria didattica o un bosco o un caseificio o una stalla. In un mondo dominato dalla televisione e dai supermercati, che valore economico si può dare alla scoperta dell'esistenza della natura? Mantenimento della diversità biologica, del paesaggio e dei valori culturali locali. Alcune persone considerano di valore la sola esistenza di un parco, anche se non andranno mai a visitarlo, solo per il desiderio di lasciarlo alle generazioni future, o per altruismo, o per il solo fatto di sapere che esso consente la salvaguardia di specie altrimenti minacciate. Molti volontari, talvolta anche paganti, partecipano alle operazioni promosse dalle associazioni ambientaliste o dai Parchi stessi (come accade nel Parco Nazionale d'abruzzo in cui giungono volontari da tutto il mondo). Ci sono poi benefici estetici legati alla visione di ambienti naturali protetti: un tramonto a Punta Aderci con il profumo della vegetazione dunale è un'esperienza unica. Molto importanti sono anche i valori di tipo culturale, contenuti in ogni singola area protetta, soprattutto se confrontati con le convulse comunità urbane; saperi locali che sono dei tipi più diversi, dalle tradizioni enogastronomiche a quelle musicali, dalle feste religiose ai dialetti, dalle canzoni ai proverbi, eccetera. Valori che devono essere recuperati e tramandati perché la biodiversità - come già detto - è anche di tipo culturale e c'è una continuità tra natura, storia e cultura. Benefici per la salute Non si possono dimenticare i benefici per la salute, sia fisica che psichica, derivanti anche dalla sola frequentazione di un ambiente naturale integro. Vivere lontano da impianti insalubri, mangiando prodotti di qualità, avendo a disposizione impianti sportivi e ricreativi immersi nella natura è un altro beneficio reale per chi vive in un Parco; difficilmente quantificabile economicamente ma che porta a una migliore qualità della vita e del benessere sociale oltre che a un risparmio per le cure sanitarie. Comunità e democrazia a km zero Il Parco prevede e promuove il ritorno della comunità, della partecipazione, della collaborazione, della solidarietà, il ritorno graduale dall'io al noi. Il Parco favorisce la crescita civile e culturale e il recupero di identità territoriali. Col turismo fatto di persone e non di numeri, arriva anche la possibilità di frequentare e confrontarsi con visitatori provenienti da tutto il mondo. Il Parco è una forma di democrazia diretta. Nei Parchi (ben gestiti) i cittadini tramite i loro amministratori si danno le regole per i propri territori. Una volta che le regole sono state scritte valgono per tutti. Tutti conoscono diritti e doveri, tutti sanno come fare le cose, ci sono tempi certi. Gli arbitri, le furbizie, i favori, i ricatti, tutto ciò che è al limite del lecito ma anche i reati diventano molto più difficili. Per questo molti Parchi ancora oggi non funzionano: perché al loro interno ci sono amministratori locali che col loro buon funzionamento sanno di perdere questo tipo di "potere". Ma non per questo il Parco non si deve fare: gli amministratori incapaci si possono cambiare mentre i Parchi (con quel che proteggono) restano per le generazioni future e restano anche come strumento di democrazia per chi finalmente sarà in grado di usarlo. Alternative al Parco L'edificazione intensiva e le aziende insalubri sono l'uso alternativo proposto per questi territori. E' uno sviluppo ad alto impatto che ne distruggerebbe le risorse e non lascerebbe più nulla per gli usi futuri. Sembra impossibile ma quel che accade è proprio questo: si sfrutta l'assuefazione e la distrazione delle persone per non intraprendere la strada

di conservazione e uso sostenibile dell'ambiente e continuare con la rapida distruzione di un patrimonio comune per l'interesse di pochi. Gli interessi economici più forti stanno spingendo segretamente sugli amministratori affinché si oppongano, e a volte trovano ascolto nonostante che chi amministra dovrebbe perseguire solo l'interesse dei cittadini presenti e futuri. Vediamo quindi da vicino le alternative possibili Edilizia Si vuole continuare a costruire nelle aree più belle e anche in quelle protette. Aree che in breve tempo non sarebbero più tali per nessuno e che non interesserebbero più né ai turisti né ai residenti. Riempire di cemento i tratti di costa o le colline (quando non le stesse riserve) porterebbe ad un guadagno immediato per qualcuno ma toglierebbe definitivamente ogni attrattiva turistica a questo territorio. In pochi anni il valore degli immobili (anche di quelli nei centri urbani) se ne andrebbe assieme alla bellezza della costa. Gli ultimi nomi che ha preso questo progetto di speculazione edilizia sono "San Vito Resort", "comprensorio turistico" e "parco a isole". Si tratta della cementificazione della costa attorno alla via Verde e le riserve, che diventerebbero solo infrastrutture di servizio per le nuove costruzioni pagate e mantenute dai contribuenti. Petrolio L'unica industria interessata a queste terre è quella del petrolio. Senza Parco non riusciremo a fermarla. Questo lo dice chi può dirlo, cioè chi ha combattuto e bloccato il petrolio in questi anni e lo sta ancora facendo mentre quasi tutti gli amministratori pubblici lo hanno sempre favorito nei fatti. Lo ripetiamo: senza il Parco arriverà il petrolio! E con l'arrivo del petrolio se ne andranno i valori immobiliari, l'agricoltura e il turismo. L'esempio di quanto può accadere è la Basilicata e ci dice con certezza che i benefici ci sono solo per i petrolieri. Agricoltura L'alternativa proposta è quella di continuare come adesso, senza intervenire e lasciando l'agricoltura al suo declino. Sarà un caso, ma i migliori terreni per costruire e per pozzi e raffinerie sono oggi ad uso agricolo. Porti Senza Parco, gli unici porti che avranno un futuro sono quelli industriali - Ortona in testa - dove potranno attraccare anche le navi che trasporteranno petrolio, rifiuti industriali liquidi o olio di palma. La presenza di porti industriali (Ortona e Vasto) spinge infatti alla costruzione di centrali termoelettriche alimentate ad olio di palma prodotto dall'altra parte del mondo per essere bruciato nella costa dei Trabocchi o di aziende chimiche per il trattamento di rifiuti pericolosi. Questo spiega l'opposizione al Parco di chi direttamente o indirettamente ha interessi in questo campo. Grandi Aziende Il territorio non si presta per le grandi aziende, che troverebbero comunque spazio nei distretti industriali senza alcun impedimento da parte del Parco. Le aziende esistenti non verranno - ove possibile - incluse nel Parco, ma quelle che resteranno al suo interno potranno continuare ad operare. Conclusioni Cosa lasceremo alle future generazioni? Qual'è la nostra responsabilità per la vita, la salute e la cultura dei nostri figli? Abbiamo ereditato un patrimonio e lasceremo loro solo un po' di cenere? In questi giorni i nodi dell'economia globale stanno venendo al pettine e in Italia si chiede alle nuove generazioni di pagare il conto più salato. Il Parco è la nuova società che potrebbe nascere dalle ceneri di questa. E' il modello del futuro. Abbiamo la fortuna unica di averlo già pronto, non facciamocelo portare via ma alziamo la testa e costruiamo assieme il nostro futuro. 25/09/2011 - A cura dell'ing. Luciano Lorenzo per la Costituente VogliAmo il Parco www.vogliamoilparco.blogspot.com www.facebook.com/vogliamoilparco costituente.costa.teatina@gmail.com