TACCUINO DI VITA ARTISTICA PER I SOCI DELL ASSOCIAZIONE ITALIANA ACQUERELLISTI



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TACCUINO DI VITA ARTISTICA PER I SOCI DELL ASSOCIAZIONE ITALIANA ACQUERELLISTI Bellagio, 25 aprile 2009 Fasi della premiazione delle opere eseguite in estemporanea. A sinistra la vincitrice R.M. Pinchon L Acquerello Giugno 2009

Bellagio, 23 aprile 2009 Dimostrazione di acquerello Di Angelo Gorlini e Vera Callejo. A sinistra una nostra socia impegnata a dipingere in estemporanea. A destra veduta del lago di Como da Bellagio. 2

Di GIOVANNI CARABELLI L e vacanze estive incombono e un meritato riposo ci consentirà di ricaricare le batterie. Durante i primi 6 mesi del 2009 le attività svolte dall AIA sono state numerose e anche impegnative: selezione e partecipazione alla mostra in Colombia al Museo Bolivariano, Festival Internazionale dell Acquerello a Bellagio, selezione e partecipazione al Simposio Internazionale dell Acquerello a Segovia sotto egida ECWS. A queste mostre si sono aggiunte in sede le Serate a Confronto con proiezione e discussione delle opere, a febbraio hanno presentato Chiaberta e Giananti, a marzo Frontini e Gilardoni a maggio Cedro, purtroppo Pedrazzini, causa malattia, ha dovuto rimandare. Mi auguro che altri soci si possano iscrivere da Zucchero per continuare a vivere serate che hanno avuto risultati interessanti e utili per tutti i presenti. Il 20 e 21 giugno alcuni soci saranno presenti a Rigomagno, avvenimento annuale, per dimostrazioni di pittura ai ragazzi e al pubblico presente. L impegno è stato notevole e, comprensibile, Bellagio ha assorbito la percentuale maggiore di attenzione e di lavoro: 180 opere, provenienti da diversi paesi, esposte in 4 siti diversi, 68 presenze tra italiani e stranieri per tutta la settimana, più altri per alcuni giorni, gestione del programma settimanale, hanno messo a dura prova l organizzazione. In ogni caso siamo stati ripagati ampiamente da un risultato più che soddisfacente, l AIA e il direttivo hanno ricevuto dalle autorità locali e dai partecipanti, italiani e stranieri, complimenti e attestati di grande plauso per l organizzazione e per il successo della manifestazione. Un grande riconoscimento lo dobbiamo al nostro socio Emerito Angelo Gorlini che ci ha permesso di inserirci come organizzatori dell evento e ai diversi collaboratori che hanno contribuito con grande disponibilità al successo: Gilardoni aveva le chiavi di Bellagio, Platania persona squisita e sempre disponibile, Nalli che, con il supporto di Cavaletto, ci ha regalato una splendida serata proiettando in diretta Gorlini e Callejo mentre dipingevano, grazie a loro abbiamo potuto superare alcuni problemi organizzativi. Un plauso anche agli sponsor: Pellegrini, Colart e Ballabio hanno profuso abbondanti donazioni di materiale di ottimo livello e, non ultimo, l Amministrazione del Comune di Bellagio che ha stanziato la considerevole cifra di 20.000 con la quale si è potuto finanziare buona parte della manifestazione. A fronte di una sufficiente disponibilità finanziaria, il consiglio direttivo ha deliberato il rinnovo del nostro sito internet, cosa peraltro da molti e da tempo richiesta, in modo da renderlo interattivo, dinamico e con ampi servizi resi. Presumibilmente entro giugno verrà formalizzato il contratto con il programmatore, scelto sulla base non solo del prezzo ma anche dell affidabilità per una possibile evoluzione futura, così da disporre entro ottobre la piena funzionalità del portale. Probabilmente sarà necessario il coinvolgimento dei soci, che lo desiderano, per l inserimento dei curriculum. Gilardoni e Bracaloni seguiranno l operazione e Gilardoni si è offerto di operare, in seguito, per il costante aggiornamento. Con la collaborazione del socio Frontini, essendone il propositore, si sta definendo un questionario da inviare a tutti per disporre di risposte che la maggioranza dei soci chiede circa i diversi momenti di vita dall Associazione, fermo restando il rispetto dell attuale statuto, che fissa i limiti di manovra, ma anche la disponibilità operativa del direttivo, che ovviamente non è infinita. Un cordialissimo augurio a tutti di serene vacanze. Riprenderemo a settembre con l estemporanea a Maccagno. 3

Ciao Amici, eccoci al mio terzo appuntamento con voi. Nelle pagine interne di questo numero troverete, in un articolo di Ennio Toniato, proposte per migliorare la qualità delle informazioni da dare ai soci, in un altro articolo, dello stesso Toniato, suggerimenti per non discriminare nessun socio in occasione di selezioni per la partecipazione a mostre internazionali. Sarebbe bello se ne scaturisse un dibattito utile a capire quale sia il pensiero di voi tutti. Da parte nostra posso dire che il problema relativo alle informazioni date da questo giornalino, è già stato affrontato e che un progetto per migliorare, sia dal punto di vista della comunicazione che da quello estetico, è già sul tavolo del Consiglio. Esiste, tuttavia, un problema di copertura economica da non sottovalutare risolto il quale tutto sarà possibile. Si è da poco concluso il Festival Internazionale dell Acquerello a Bellagio del quale troverete una ampia cronaca sfogliando il Giornalino. Cronaca che forse qualcuno, a ragione, troverà poco esaustiva ma la rivista viene fatta con il materiale di cui si dispone, perciò, invito i soci, presenti ai prossimi appuntamenti e che utilizzeranno le proprie telecamere e apparecchi fotografici, di rendere disponibili, a questa redazione, filmati e foto. Detto questo non mi resta che salutare tutti dandovi appuntamento al prossimo numero. Che l acqua sia con Voi! Tiziano Cavaletto Per dare voce alle vostre idee scrivere a: tizcavaletto@tiscali.it Oppure telefonare al n 348.7107411 4

Quella settimana a Bellagio S ono stati giorni così belli e intensi che sono ancora vivi nella mia mente. Certamente ero contenta di trascorrere 7 giorni a Bellagio dove ho goduto ogni angolo della sua elegante bellezza, immersa nei colori e nel profumo di glicine che inebriava i sensi. La serata a Chevrio con la splendida vista sul lago e i partecipanti, davvero tanti, felici di trovarsi in questo posto rustico, semplice e molto accogliente, che alla fine cantavano tutti insieme felici e appagati. Vedere la gente che dipingeva per strada era fantastico, gli stranieri poi, più disinibiti di noi, sembravano regalare gioia ed entusiasmo a tutti i passanti. Ho anche avuto un momento di forte panico quando, una sera nella biblioteca, si proponeva di presentare le opere che avevamo fatto in giornata. Ero molto timorosa per quanto avevo realizzato, mi sembravano banali rispetto alle altre, ma il sorriso del presidente e degli altri del direttivo mi hanno dato coraggio e così ho appeso anch io le mie opere, constatando che piacevano anche agli altri. E bello trovare un po di coraggio! Poi un altro giorno in battello con la guida, il pranzo al Grand Hotel Cadenabbia, Villa Carlotta, si passeggiava tra fiori e profumi meravigliosi, con un sole splendido che ci accompagnava e la gente che partecipava, tutta sorridente e felice. Ho potuto dimenticare anche i miei dispiaceri. Volevo scrivere queste righe per dimostrare il mio entusiasmo e per dire un grazie infinito a tutto il direttivo dell A.I.A. per l organizzazione assolutamente stupenda. Vedevo che gli organizzatori presenti si preoccupavano più di noi partecipanti italiani e stranieri che di se stessi. Erano un po stanchi alla fine, perché ci hanno dato davvero molto. La cena di gala al nostro tavolo era un andirivieni di stranieri che ci abbracciavano e ci baciavano ringraziandoci per tutto quello che avevamo fatto (sì, perché l A.I.A. siamo tutti noi). Non ultimo ho riscontrato che l Europa dell acquerello è unita, senza campanilismi; infatti il 1 dei 5 premi in palio è andato a una francese, 3 premi a stranieri e 1 al nostro Prina (complimenti a lui). So che mi ripeto, ma ho avuto davvero tanto e posso solo dire Grazie! con tutto il cuore. Antonia Giromini. SOMMARIO Festival Internazionale dell Acquerello La nostra copertina Pag. 1,2 Articolo di fondo di Giovanni Carabelli Pag. 3 Redazionale di Tiziano Cavaletto Pag. 4 Quella settimana a Bellagio di Antonia Giromini Pag.5 Un aprile europeo di Gabriella Farinatti Pag. 6 Acquerello, L arte della pittura ad acqua di Simone Fappanni Pag. 8 Ennio Toniato ci scrive di Ennio Toniato Pag.9/12 La cosa più bella che possiamo. di Claudio Bertona Pag.13 Viviamo in un epoca.. di Claudio Bertona Pag.14 Assemblea soci del 9.2.2009 di Anna Lapenna Pag.15,16 Il mio incontro con l acquerello di Mirella Raggi Pag.17 Artisti a confronto La nostra copertina Pag.18 Pag.19,20 5

L 'impegno assunto mesi or sono da Pet Van Leuven Presidente Europeo ECWS - si è realizzato grazie all'ospitalità che il Comune di Bellagio ci ha cortesemente concesso. Và dato grande merito alla capacità organizzativa dell'istancabile consiglio (TUTTO) della nostra associazione laboriosa e rispettosa degli impegni presi in tutto il contesto. Io personalmente ho gioito nel sentire gli elogi di tutti i partecipanti rivolti in Primis al carissimo Giovanni Carabelli Presidente, e quanta simpatia per la moglie Paola l angelo custode. L entusiasmo aleggiava in tutti. Anzi qualche focoso artista del pennello scalpitava per poter dare inizio alle sue performance. Bellissimo vedere in queste evidenti dimostrazioni, forse per i profani viste come debolezze o stranezze, un'interiorità che non nega il proprio essere... Nelle giornate meno adatte all'extemporaneità per via di un clima bizzarro, ci siamo sentiti padroni del territorio invadendo scalinate, lungolago e magnifici scorci del passato, affrontando gli innumerevoli gradoni più volte al giorno vuoi per cercare spunti, vuoi per cercare negozietti che inevitabilmente invitavano la nostra curiosità femminina ecc...ecc... Mi sembrava di avere incontrato in tutti, anche coloro che per la prima volta partecipavano alle nostre iniziative, una grande dote di comunicabilità anche parlando con più idiomi per farsi comprendere da una sola persona. tutti vecchi (si fa per dire) amici innamorati all.unisono della passione: l'acquerello per me intesa anche come poesia dell'espressione mentale e manuale. 6

Gli spazi destinati alle nostre opere occhieggiavano in saloni di Ville Hotel prestigiosi siti in contesti lacustri che riportavano la mente ad un passato di grandi valori artistici e umani, alcuni sono stati ospitati nella torre medievale nel cuore antico di codesta bomboniera: BELLAGIO. Ma in tutto questo nobile contesto non sono mancate le escursioni: Una romantica navigazione sul lago per raggiungere Villa Carlotta oasi lussureggiante che ha indotto i frementi del colore, a coglierne l'impatto magico e ad esprimere col pennello anche i profumi. La nostra premiata partecipante francese! E come non liberare anche gli animi e le corde vocali. Verso sera tutti con taxi riservati saliamo al piccolo borgo collinare di CREVIO dove una ruspante ottima cucina e abbondanti libagioni, hanno creato un insieme coristico della presente EUROPA UNITA..La settimana si è sfumata in attimi in questi luoghi di sogno arricchiti dalle cime circostanti il lago,da spruzzate di neve. Il grande evento si conclude a Villa SERBELLONI con cena nucleare e accompagnati da note accattivanti e stimolanti gli arti. Si aprirono le danze... GABRIELLA CAMPARI FARINATTI. 7

Milano, 18 maggio 2009 ACQUERELLO, L'ARTE DELLA PITTURA AD ACQUA. NUOVA EDIZIONE DEL LIBRO DEL CRITICO SI- MONE FAPPANNI, SOCIO ONORARIO DELL'AIA E sce in questi giorni la nuova edizione del libro "Acquerello, l'arte della pittura ad acqua" (64 pagine, euro 5, per informazioni: fasimo71@libero.it, cel. 338.7475657) del critico d'arte Simone Fappanni, noto esperto d'acquerelli, Socio Onorario dell'aia e curatore della rassegna "Note d'acquerello" allestita ogni due anni dalla nostra Associazione a Cremona. Nel libro, l'autore sostiene che l'acquerello dev'essere assolutamente considerato un genere artistico di primaria importanza, sicuramente non inferiore per qualità e difficoltà - come sino a qualche anno fa non pochi hanno sostenuto - rispetto all'olio o ad altre tecniche. Infatti, se non c'è alcun dubbio sul fatto che l'acquerello richieda una certa rapidità d'esecuzione, questa componente implica una notevole chiarezza ideativa, una padronanza tecnica sicura, un pronunciato senso della composizione e, non di meno, una disinvolta capacità di disegnare. Semmai, prendendo a prestito per il nostro discorso le parole di P. Guardigli contenute in "Leggere l'arte", sono «i colori ad acquerello» ad essere «semplicissimi», dal momento che si tratta di «pigmenti colorati impastati con un legante vegetale (gomma arabica o l'analoga gomma del Senegal) e solubili in acqua.». A sostegno di queste convinzioni, peraltro al centro di vivaci ed edificanti confronti dialettici, viene presentata, nella prima parte di questo volume, una breve "storia" della pittura ad acqua attraverso una sintesi concettuale che intende proporre un excursus sulla "presenza" di questa straordinaria tecnica in vari paesi e in diverse epoche storiche, con particolare riferimento ai maestri del genere e a coloro che hanno apportato un contributo rilevante allo sviluppo dell'acquerello. Naturalmente, trattandosi di una sinossi, non l'autore non ha affatto la pretesa di proporre una catalogazione esaustiva di tutti gli acquerellisti che hanno variamente operato nel passato e di quelli che dipingono oggi, quanto piuttosto offrire una campionatura utile per accostare questa straordinaria forma d'espressione creativa, con l'ambizione di sollecitare il lettore a svolgere ulteriori ricerche ed approfondimenti. Nella seconda parte vengono invece affrontati alcuni elementi "filosofici" particolarmente cari a chi pratica questa tecnica, quali l'elemento "acqua", l'elemento "carta" ecc. Il testo si conclude con la descrizione del procedimento che permette di realizzare un acquerello. Per rendere ancora maggiormente fruibili le spiegazioni, si è voluto proporle in forma d'intervista, coinvolgendo gli artisti Paolo Marchetti, Lodovico Girardelli e Liana Morgese (socia Aia), rispettivamente per l'acquerello su carta, su seta e astratto. SIMONE FAPPANNI 8

Ennio Toniato ci scrive Grazie per l invito al dialogo rivolto ai soci lontani nel Giornalino di Giugno 2008, che reca, peraltro, una ventata di freschezza. Sarebbe bello ed auspicabile che le relazioni sulle mostre riferissero non tanto sui contenitori (i luoghi) ma sui contenuti (le opere). Si ripropone l annosa questione acquerello puro impuro. L acquerello, fatto con pigmenti specifici sciolti in acqua, procede per sovrapposizioni di stesure trasparenti. Il punto nodale è dato dall aggettivo trasparente. Se il colore è coprente (body-colour, dicono gli studiosi) non è più acquerello. Va detto subito che i massimi acquerellisti della storia come Turner, Sargent, Signac, Jongkind, Boudin, Barbazon ed altri, hanno usato il colore coprente con grande disinvoltura, con grande perizia e certamente con risultati affascinanti. E lo hanno usato, il body color, non solo nei fogli colorati (ove era inevitabile per avere tinte più chiare del fondo) ma anche sui fogli bianchi. Nessuno storico dell arte, nessun critico ha mai espresso biasimo per questi procedimenti. E le opere così realizzate non sono, nel modo più assoluto, di inferiore qualità poetica e artistica. Ma veniamo all A.I.A.. Diciamo che essa ha nel suo DNA, per così dire, la custodia e la difesa di una tecnica pittorica che costituisce la ragione stessa del suo esistere. Se incominciasse a concedere contaminazioni rischierebbe di minare alle radici la sua specificità e la sua prerogativa fondamentale. Quindi, a mio avviso, ben fa il Direttivo dell A.I.A. ad erigersi a baluardo e difesa della purezza della tecnica acquerellistica. Ma il singolo socio che avvertisse, nell esecuzione di un proprio lavoro, la necessità di introdurre un determinato colore coprente per dare sostanza e corporeità all immagine, tradirebbe se stesso e la sua opera se non lo usasse per riguardo ad una norma astratta. Basta solo che quel lavoro non lo mandi ad un concorso per acquerello puro. E stata interessante, ed un po curiosa la disputa acquerello facile acquerello difficile. Credo che il difficile sia trasmettere il quantum di humanitas che riesce a rendere vivo, comunicante il lavoro. Peraltro Van Gogh in una lettera al fratello Theo trovava l acquerello diabolico! E ha fatto acquerelli da sogno! Ma sposterei l attenzione su altri punti cruciali del nostro lavoro. L acquerello oggi è attuale o sorpassato? C è un rapporto vitale fra il nostro tempo e il nostro dipingere con acque colorate? Hanno ragione coloro (e ce ne sono) che lo trovano inattuale, datato, completamente spaesato nel contesto dell Arte di oggi? E a proposito di facile e difficile, è più facile lavorare su campo asciutto o su campo bagnato? E più bello e importante l acquerello rispettoso di tutte le procedure tecniche, condotto a termine in ogni sua parte, o l acquerello dove presente e domina la sua specificità acquorea o l acquaticità che, appunto, è l anima dell acquerello? Mi piacerebbe poter dialogare su questo Grazie, caro Presidente, a te e a tutto il Direttivo per il lavoro importante che fate per tutti noi, soprattutto per quelli lontani. Un caro saluto dal socio Ennio Toniato San Giorgio in Bosco, 6 luglio 2008 P.S.: Mi permetto di aggiungere un suggerimento, una proposta, forse una provocazione. Immagino che sia sempre difficile scegliere le opere da inviare alle mostre a cui può partecipare solo un numero ristretto di persone. Il razionalismo pragmatico (e un po materialista poiché opererebbe quasi una pesatura ed una metratura di un prodotto artistico) della formula di solito applicata, difficilmente riesce a cogliere la sostanza sempre imponderabile. Allora perché non fare dei turni? Si può procedere per ordine alfabetico e si mandano alle mostre i soci a scaglioni : così tutti possono partecipare. Una volta accettati nell A.I.A. i soci dovrebbero essere considerati alla pari. Così si sa che, per turno, tutti possono essere presenti alle varie rassegne sia nazionale (con una propria lista) sia internazionali (con un altra lista). E solo una proposta, 9

Caro Presidente, ancora una volta leggo ne L Acquerello il tuo invito al dialogo, a scrivere per partecipare alla vita associativa, per far presenti punti di vista che nell intenzione dovrebbero essere costruttivi, assicurando la massima attenzione. Grazie! Tutto questo fa sentire vicini i soci lontani. Tu dici che l A.I.A. è il bene massimo a cui ogni consociato deve tenere. A mio avviso l A.I.A. non è il bene massimo: il bene massimo è ogni singolo socio e l A.I.A. è in funzione di tutti i soci e quindi di ogni singolo, visto che il tutti è fatto di 1+1+1+1. Ogni socio ha il dovere di rispettare i consoci e le norme che si sono date: ma l A.I.A. è per i soci e non i soci per l A.I.A.. Vorrei fare presente un problema: quello delle mostre all estero. Penso che sia aspirazione di tutti potervi partecipare. Ma con i criteri di valutazione stabiliti credo che le possibilità vengano ristrette ad una rosa di pochi membri che più o meno si alternano e rimangono sempre quelli. Gli altri allora non sarebbero che mattoni i quali servono a costruire il piedistallo per quei pochi; o, se vuoi, carne da cannone che dà comunque all A.I.A. la possibilità di esistere. Si veda allora di adottare altra formula, altri procedimenti, come, ad esempio, quello dell alternanza che forse è il più semplice e il più imparziale (o giusto). I criteri di valutazione non possono che essere relativi (ed anche soggettivi). Cerchiamo allora un sistema che si attenga il più possibile all uguaglianza ed alla parità di tutti i membri. Il nome dell A.I.A. viene messo in gioco soprattutto nel momento dell accettazione del nuovo socio, non tanto dopo. Caro Presidente ti ringrazio per la tua delicatezza nell avvisarmi della dimenticanza di pubblicare le mie precedenti lettere: nessun problema poiché ciò che avevo scritto è stato ampiamente trattato dagli estensori delle lettere pubblicate. Questo problema però vorrei che fosse preso in attenta considerazione e, nel caso, che se ne aprisse un dibattito. Ho altre cose da chiederti, ma le aggiungerò ad un prossimo scritto. Frattanto ricevi i più cari saluti ed un grazie sincero per il lavoro importante che svolgi per noi tutti S. Giorgio in Bosco, 9 marzo 2009 Ennio Toniato socio A.I.A. 10

Brevi appunti sul nostro giornale ed altro. Caro Presidente, Caro Tiziano Cavaletto, Caro Luigi Zucchero Cari Soci A.I.A. Consentitemi di esprimere alcune osservazioni sul nostro giornale con l intenzione (se sarà condivisibile) di renderlo più bello, più interessante, più esteso. Mi pare che non esista (e se c è vorrei tanto conoscerla) una pubblicazione sull acquerello. Non c è che il nostro giornale: è unico. Potrebbe quindi diventare un punto di riferimento importante, avere una fruizione più ampia ed una richiesta notevole. Bisognerebbe però che perdesse il tono laudativo che ha tuttora (oh, come siamo bravi!) lasciando da parte descrizioni di luoghi, vetrine di personaggi, kermesse varie e si concentrasse sull acquerello e la sua sostanza. Ad esempio: si è parlato di Lars Lerin suscitando il desiderio di vedere le sue opere, di conoscerlo Ma, ahimè! Degli acquerelli di Lerin ci sono tre immagini quasi marginali in bianco e nero, mentre il giornale è pieno di volti sorridenti, di microfoni, di gruppi festosi! Mi pare circoli anche un catalogo dell acquerellista svedese (e sarebbe utile che i soci sapessero come si può fare per averlo) e quindi c era la possibilità di avere altre significative immagini. A proposito: mi sembra interessante la relazione di Fernando Cavalieri perché suscitando il problema del supporto. Cosa che mi pare importante perché è con il supporto che l acqua colorata interagisce, manifestando le sue caratteristiche specifiche le quali danno all acquerello il suo carattere, la sua acquaticità, la sua essenza che lo fa essere acquerello. Tuttora si dibatte sulla purezza, cioè sul pigmento: il supporto è forse meno importante? Quindi la discussione si può e- stendere anche su questo aspetto del nostro dipingere; ne possono venire indicazioni e suggerimenti per scoprire nuove vie di tecnica e linguaggio. Cari amici, se vorrete prestarmi un secondo di attenzione ed eventualmente darmi una risposta, mi sentirei più vicino a voi e ve ne sarei molto grato. Ennio Toniato S. Giorgio in Bosco, 13 marzo 2009 11

12 Giugno 2009

TITOLO: La cosa più bella che possiamo sperimentare è il mistero, fonte di ogni vera arte e di ogni vera scienza ALBERT EINSTEIN Eccolo qui il mio amico Fernando Cavalieri, provocatore nato. Si diverte sicuramente, sornione com'è, a gettare un nuovo sasso nel lago dopo quello, lo ricorderete, del fatto che gli italiani dipingono più fiori degli stranieri. Immemore o, secondo chi scrive, fin troppo conscio del rumore all'epoca provocato, eccolo di nuovo con un angosciante dilemma: l'acquerello è facile o difficile? Mumble...mumble... Ho pensato a lungo se, per dirla con Shakespeare, Essere o non essere... (partecipe alla provocazione), se... fosse meglio perire, trafitto dagli strali di una fortuna avversa... (cioè ignorare il provocatore) o... prender l'arme contro un mare d' affanni... (ovvero dare addosso all'ingegnere). Inutile dire che non ho potuto resistere a quest'ultima ipotesi: a Cavalieri mi lega un'inspiegabile filo di amicizia, sottile quanto un nylon per la pesca d'altura (abbiamo poche occasioni per vederci) ma altrettanto forte e solido (eh! lo so! È inspiegabile, ma al cuor non si comanda!!). Per cui, come sempre, addosso all'ingegnere. Orbene. Cavalieri è persona troppo intelligente per non sapere che facile e difficile sono concetti largamente soggettivi per i quali non esiste una risposta universalmente valida e lui se ne sta lì, sornione come sempre, a vedere quale fiume di parole noi umani (quindi non Ingegneri) riusciamo a scrivere su quel piccolo sasso buttato nel lago. La risposta alla vexata quaestio ritengo di averla già data in modo sintetico: l'acquerello non è né facile né difficile, almeno a priori. L'aspetto che invece mi interessa è quello che Cavalieri tocca, apparentemente in modo marginale, quando parla di fogli, sale, liquidi, candele, spruzzatori e quant'altro concludendo che in ogni attività l'ampia disponibilità di mezzi facilita l'acquisizione del risultato. Su questo non sono completamente in sintonia (del resto essere in disaccordo con l'ingegnere è per me una specie di missione). Non concordo perchè ritengo che spesso l'eccesso di mezzi porti ad una forma di autorizzazione alla superficialità. Ritengo che dovremmo in realtà meglio conoscere ciò che usiamo (mi riferisco nello specifico a carte e colori, in quanto non faccio uso del resto) e che sia questa la strada da percorrere in luogo di quella dei molti mezzi. Ritengo che dovremmo usare un numero limitato e sceltissimo di pigmenti, supportati da una più completa informazione chimica sulle interazioni fra le componenti stesse ( e non mi risulta che nessun maestro dei nostri abbia ancora seriamente colmato la lacuna). Ritengo che anche l'introduzione di un solo ulteriore pigmento ad una tavolozza base di 7/8 colori produca tale rivoluzione da essere già ardua da governare. Pertanto più che gran dovizia di mezzi (e qualche trucchetto che non condivido) occorrerebbe una solida conoscenza sperimentale di quelli che sono gli strumenti principe (carte e colori) eludendo da un lato, la ristretta scelta di carte che offre il nostro ridicolo mercato e, dall'altro, evitando di annegare nel mare magno delle tabelle infinite di colori che ogni casa produttrice mette a disposizione. Le mie regole sono: conoscere al meglio i materiali che si usano semplificare le proprie scelte approfondire la conoscenza su ciò che si è scelto sperimentare, sperimentare, sempre sperimentare. Claudio Bertona 13

TITOLO: Viviamo in un'epoca nella quale il superfluo sembra essere la nostra unica necessità... OSCAR WILDE N on concordo, non posso proprio concordare con l'amico Renato Giananti per quanto da lui scritto nell'articolo ACQUERELLO...CHI E- RA COSTUI? apparso sul giornalino di dicembre scorso. Neppure comprendo cosa vada cercando. Credo che nessuno lo abbia discriminato perchè inquina i suoi acquerelli, credo invece che i suoi acquerelli, quando tali, siano stati sempre sinceramente apprezzati, primo fra gli altri, proprio da chi scrive (un Giananti purissimo è felicemente esposto nel mio salotto). Non riesco più a seguire il malcontento del buon Renato quando parte per altri lidi. Ritengo che lui sia assolutamente libero di abbellire i suoi acquerelli con pizzi e trine, con lavori ad uncinetto e persino con foglie di insalata e uova al tegamino. L'importante è il contesto in cui si desidera operare: nel primo caso il lavoro andrebbe presentato alla AIMI (Associazione Italiana Merlettisti Integralisti) nel secondo caso, quello di insalata e uova, trovo di maggiore utilità la presentazione ai concorsi enogastronomici capaci fra l'altro, ove questo fosse mai nell'interesse di Renato, di produrre risultati economici ben più significativi rispetto a qualsivoglia concorso di acquerello. Non comprendo neppure l'incomodo reso a Platone laddove si parte dalla riflessione che tavolo è in realtà l'idea di tavolo ovvero di ciò che assolve la sua primaria funzione (per arrivare a dire che per l'acquerello è in realtà bastante l'idea di acquerello, indipendentemente dalla tecnica utilizzata, ancorchè mista). Capisco l'approccio ma per quanto si possa ricomprendere in tavolo ogni superficie parallela al piano sulla quale poggiare quanto di nostra utilità, 14 pur tuttavia non riesco a vedere il mio amico Renato, con lo sguardo assonnato del primo mattino, avvolto nel suo pigiamone a righe bianco/azzurre, sedersi sul bidet e prendere la propria ricca colazione sulla adiacente tavoletta del water (che pure può assolvere in questo caso la pratica funzione di tavolo). L'unica cosa per la quale concordo con il buon Giananti è quando dice di aver sognato d'essere stato invitato alle dimissioni (ovviamente da un cerbero direttivo) in compagnia di Guttuso, Klee, Picasso, Grosz ed altri. Sì, su questo posso concordare, non poteva trattarsi d'altro che di un sogno... Claudio Bertona

Alcune righe esplicative sulla lettera, qui di seguito, della socia Anna Lapenna che ne ha espressamente chiesto la pubblicazione. E una mail indirizzata a tutto il direttivo pochi giorni dopo l assemblea dei soci, tenutasi il 9 febbraio scorso indetta per l approvazione del bilancio. Oltre ad alcune, più che giustificabili richieste di chiarimento sul rendiconto presentato, chiede una riconvocazione dell assemblea per errore di forma: effettivamente non si è provveduto alla doppia convocazione come corretto fare, quindi, per questi motivi non approva il rendiconto. Il 16 marzo viene convocata regolarmente la nuova assemblea, ripresentato il rendiconto dove incassi e pagamenti sono rimasti ovviamente invariati in quanto corretti, mentre si sono attualizzati i valori dei cespiti, sedie, scaffali, cataloghi, ecc.. Si risponde a tutti i chiarimenti richiesti precedentemente e, quindi, il bilancio viene approvato all unanimità. La socia Anna Lapenna non è intervenuta a quest ultima assemblea. Giovanni Carabelli Assemblea dei soci 9 febbraio 2009 Bilancio 2008 Il pressappochismo nella stesura del bilancio 2008 mi ha indotto ad astenermi dall approvazione. Nessuno peraltro, né il Presidente né il Direttivo, mi ha chiesto le motivazioni (è stato suggerito dalla Farinatti, ma non raccolto). Iniziamo dalla banalità della fotocopia del documento, quasi illeggibile, caratteri troppo piccoli e/o qualità scarsa della stampa; lo stesso tesoriere Ezio Grassi ha avuto difficoltà nella lettura all assemblea. A.1 incassi della gestione uote Quote associative: quanti soci ordinari siamo? Certo con una semplice divisione si può risalire al numero, peccato che la quota soci ordinari di 120 quindi cifra tonda non può dare un totale di 11.878. Contributi soci per partecipazione mostre 4. 821 cioè quali mostre? Poichè non c è il dettaglio e nessuna postilla mi risulta: 60 Cremona x 50 partecipanti = 3.000 120 Saragozza x 5 partecipanti = 645 Totale 3.645. La differenza di 1.176 da cosa è data? A.2 pagamenti della gestione Per ben due volte trovo la voce cancelleria sia in Acquisti di beni che in Oneri diversi di gestione. Godimento beni di terzi: noleggio pullman mostra Cremona 473; è stato forse offerto ai Soci? Dalla circolare n. 8 non risulta, però non trovo la stessa voce negli incassi. 15

B.2 attività detenute per la gestione dell Associazione Immobilizzazioni materiali: gli importi sono inesatti; sono stati indicati valori dei cespiti non attualizzati. Nel bilancio 2007 erano già stati svalutati. In sede di riunione è stato detto che verranno rettificati (lo dico per i soci che non erano presenti). Rimanenze finali: cataloghi nuovi 18,125 (perché questo importo?). I cataloghi sono stati svalutati e le cornici no? Il Sig. Nalli è un Probiviro o un Revisore? Perché viene indicato a fine bilancio nel collegio dei Revisori? A questo punto vorrei dei chiarimenti sui punti sopra segnalati mentre, per il futuro, è auspicabile ci siano insieme al bilancio degli allegati dettagliati. Non si può essere superficiali su queste cose basilari; se l idea dell AIA è quella di puntare più in alto di quanto si è fatto sinora, bisogna ricordare che il suo bilancio è anche un biglietto da visita. Vorrei sapere, visto che non è stato motivato con chiarezza ed è presente la figura del tesoriere, per quale ragione pensate di prendere una persona esterna per la tenuta della contabilità. Data la movimentazione dell associazione non mi sembra necessario. Quando io non sono stata più in grado di seguire la tesoreria ho passato l incarico ad un altro membro del direttivo. Chi decide di candidarsi per il direttivo dovrebbe sapere che oltre ad avere onori ha anche oneri. Quale sarà il compenso di questo commercialista per la tenuta dei libri contabili? Forse questo compenso sarebbe più giustificato se destinato ad un professionista che aggiorni e sistemi il sito internet. Ricordo che il programma del nuovo direttivo (circolare n.1/2008 - punto 1) diceva: migliorare la disponibilità finanziaria (non mi pare sia avvenuto) permetterà di sviluppare nuove iniziative e anche l assunzione di una segretaria part-time (a cosa servirebbe?). Infine a mio parere è necessaria una nuova convocazione di assemblea per l approvazione del bilancio, che rispetti le formalità previste dall Art. 8 dello Statuto. Rilevo infatti una grave mancanza formale e sostanziale nella vostra convocazione con circolare n. 1/2009. Anna Lapenna 16

IL MIO INCONTRO CON L ACQUARELLO Di Mirella Raggi H o conosciuto l acquarello verso la metà degli anni cinquanta; ero al primo anno del Liceo Artistico di Carrara (MS). Il mio insegnante di Ornato, il Prof. Berretta, mi ha avviata alla scoperta di questa tecnica meravigliosa; bastava guardarlo all opera per rimanere incantati.: il colore scorreva veloce sulla carta e, come per magia, le macchie si mescolavano insieme creando forme e colori fantastici. Il professore era molto anziano e la sua vista aveva dei problemi: quando interveniva sui nostri elaborati, traspariva il suo astigmatismo; le linee colorate, pertanto, erano sempre storte mentre il risultato finale ottimo. Egli prediligeva dipingere le trasparenze del vetro (come bottiglie e bicchieri) ed inoltre gli strumenti musicali, che realizzava con sapienti accostamenti cromatici, per simulare il colore dei metalli. Da lui, infatti, ho appreso, in particolare, l amore per la rappresentazione del vetro e le sue trasparenze. Già al secondo anno del liceo, però, lui purtroppo non c era più perché era andato in pensione e così si concludeva il mio primo incontro con l acquarello. Finito il Liceo Artistico, mi iscrissi all Accademia della Belle Arti di Carrara alla sezione di Scultura, dove approfondii lo studio della figura umana, mediante l osservazione della luce, che metteva in risalto i volumi delle forme. Dopo l Accademia, che ho terminato nella sede di Brera, a Milano (con lo scultore Francesco Messina tra i miei insegnanti), intrapresi l insegnamento di Disegno e Storia dell Arte, poiché avevo vinto la cattedra al Liceo Scientifico; cominciò così un era diversa, nella quale il mio spirito artistico non si trovava pienamente a suo agio. Fu in quel preciso momento che si risvegliò, in me, l amore per l acquarello; temevo, però, di non essere ormai più in grado di esprimermi, essendo trascorsi molti anni dalla consuetudine con questa tecnica; inoltre, trovavo difficoltà anche negli accostamenti dei colori, poiché le esperienze plastiche della scultura mi avevano portato in altra direzione. Inizialmente scelsi tinte quasi monocrome, che variavano dagli azzurri ai viola, anche perché i miei soggetti rappresentati erano, per lo più, paesaggi invernali. La passione per i viaggi di mio marito Silvio, in tutte le stagioni dell anno, mi portò ben presto a scoprire ed ammirare tutti i colori della natura, particolarmente quelli della montagna. Le Dolomiti, dove spesso andavamo, mi affascinavano: le rocce presenti che cambiavano colore, accendendosi al tramonto con tinte rosa-arancio, gli alberi, i fiori, i torrenti, con i massi grandi e piccoli e la trasparenza dell acqua che scorreva. La luce, poi, giocava un ruolo assai importante, mettendo in risalto sulle parti illuminate e gialli e verdi vibranti, mentre nelle zone d ombra e controluce, gli azzurri ed i viola. Inoltre, tenevo sempre ben presente le ombre proprie, portate ed autoportate, che non dipingevo grigie, ma sempre colorate. La natura era, insomma, un pretesto per iniziare a dipingere, ma poi, la mia fantasia trasfigurava le forme ed i colori, dando al dipinto una dimensione irreale. Ormai ero pronta per la grande avventura. Disponevo sulla grande tavolozza il colore dei tubetti, partendo dai chiari, fino ai toni più scuri: i miei preferiti erano l azzurro, il turchese, il giallo, l arancio, il rosso magenta, il viola e l indaco; mancava solo il nero perché, nelle miscele, mi avrebbe sporcato il colore. Usavo preferibilmente formati di carta grandi (50x70 o 70x100) e delineavo le zone che dovevano rimanere bianche, accennando a poche linee guida per inquadrare bene il soggetto. Bagnavo il foglio davanti e dietro, facendolo aderire ad un piano impermeabile, stendevo quindi su di esso un telo pulito e più grande con la pressione della mano, facendo così fuoriuscire l acqua sottostante e le eventuali bolle d aria. Il foglio rimaneva, allora, perfettamente aderente al supporto ed io iniziavo a dipingere sulla superficie leggermente umida. Stendevo con grossi pennelli i primi colori, lasciavo asciugare e poi aggiungevo delle nuove sovrapposizioni; prediligevo la tecnica della macchia a quella della sfumatura. Avevo presente di valorizzare una zona ben precisa, che io definivo il cuore della composizione, mediante l uso di tinte neutre e contrastanti, per cui l occhio dell osservatore venisse attratto in quel punto preciso. Sono nati così, in questi anni, i miei temi preferiti che sono: i fiori, il paesaggio e la figura umana. Al momento mi diverto particolarmente col colore, che uso con molta libertà compositiva in maniera quasi informale o mistilinea, avendo come unico obiettivo la gioia di una pittura tutta interiore. Per chi si accinge alla scoperta della tecnica dell acquarello vorrei suggerire particolarmente di tenere conto, nella stesura dei colori, della massima trasparenza avendo cognizione che la luce cioè il bianco - della carta, deve essere risparmiato. E bene conoscere seriamente anche lo studio della ruota cromatica, per poter poi scegliere opportunamente le varie armonie. L acquarello è una tecnica non facile, ma può dare molte soddisfazioni a chi lo mette in pratica con costanza, passione e sensibilità. 17

LE NOSTRE SERATE CULTURALI A cura di Luigi Zucchero ARTISTI A CONFRONTO SERATA A CONFRONTO unedì, 16 Febbraio, Carla Chiaberta e Renato Giananti hanno presentato alcune loro opere illustrate con l ausilio del proiettore. Il titolo era Acquerello.essere o non essere. I lavori erano tutti di un livello artistico notevole e in alcuni L casi con soggetti molto originali ed apprezzati da tutti i presenti. Al termine dell esposizione dei lavori si è aperto un ampio dibattito sull argomento della tecnica pura. La maggioranza dei soci si è espressa in modo sfavorevole all uso di altri materiali che non siano quelli previsti dall art. 3 del nostro Statuto. Nessuno vuole limitare la libertà di espressione ma finchè ci sono delle regole, queste vanno rispettate. Purtroppo, e questo ci dispiace, Renato Giananti, ha deciso di non rinnovare la sua iscrizione. Lunedì, 16 Marzo, è stata la volta di Raul Frontini e Angelo Gilardoni. Anche questo confronto è stato molto interessante in quanto due stili completamente diversi. Il primo ha infatti presentato opere ripercorrendo le varie tappe della sua evoluzione artistica che lo hanno portato ad una forma di espressionismo di notevole livello che denota anche una forte personalità. Gilardoni, con la sua solita verve ha presentato le sue opere che sono state particolarmente apprezzate. Il suo salto di qualità ha suscitato una gradevole sorpresa soprattutto per coloro che non avevano ancora avuto modo di seguire la sua evoluzione artistica; ciò dimostra che tali serate sono utili e contribuiscono a farci conoscere meglio. Lunedì, 18 Maggio, Tino Cedro ha presentato una quindicina di opere di soggetto vari, paesaggi, composizioni floreali, e figure. Non scopriamo certo oggi la sua pittura che racchiude una tecnica sopraffina dove il disegno la fà da padrone. Anche la scelta dei soggetti, sempre molto accattivanti, e molto ben realizzati hanno avuto anche in questa occasione il plauso di tutti i presenti. A lui vanno i complimenti per la sua modestia e per il modo in cui ha illustrato i suoi lavori. Purtroppo, Aurelio Pedrazzini non era presente, come previsto, a causa di un problema di salute che poi si è risolto; avrà certamente l occasione di rifarsi.. lo aspettiamo e gli inviamo i nostri più affettuosi saluti. Le tre serate sono state coordinate e condotte dal nostro vicepresidente Luigi Zucchero. Nelle ultime pagine di copertina (per poterle gustare a colori) si possono vedere alcune fotografie delle opere presentate nel corso delle serate illustrate in questo articolo. 18

Angelo Gilardoni: FANTASIA Angelo Gilardoni: QUEL CHE RESTA DEL GIORNO Angelo Gilardoni: L ABITO GRIGIO Raul Frontini: QUELLO CHE VORREMMO RAUL FRONTINI A sinistra: ARLECCHINO E LE ODALISCHE A destra: LO SHOPPING DELLE SIGNORE (E LE BAMBOLE?...) Carla Chiaberta: LIBELLULA Carla Chiaberta: SUONATE CAMPANE 19

Giugno 2009 C A R L A C HIA B E R T A L A B O HE ME Renato Giananti: ALLE TRE Renato Giananti: TENTATIVI Ho attraversato i continenti Per vedere il più alto dei monti Ho speso una fortuna Per navigare sui sette mari E non avevo avuto il tempo di notare A due passi dalla porta di casa Una goccia di rugiada su un filo d erba (Rabindranath Tagore) Renato Giananti: PESCECARRO IN LOVE Tino Cedro: VENEZIA - CANALE CON CHIESA TINO CEDRO - PAPAVERI Tino Cedro: L ARTISTA 20