Fondazione Bruno Kessler. Rapporto di Autovalutazione della Struttura. 1 Missione della Struttura 2



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Transcript:

Valutazione della Qualità della Ricerca VQR 2004 2010 Fondazione Bruno Kessler Rapporto di Autovalutazione della Struttura Indice 1 Missione della Struttura 2 2 Programmazione della Ricerca 3 2.1 La programmazione....................... 4 2.2 Ruolo, composizione e competenze degli organismi...... 7 3 Strumenti di Verifica 8 3.1 Research Assessment....................... 9 4 Posizionamento della Struttura 10 4.1 Centro Materiali e Microsistemi................. 10 4.2 Centro di Information Technology............... 13 5 Attività di Terza Missione della Struttura 15 5.1 Centro Materiali e Microsistemi................. 16 5.2 Centro di Information Technology............... 17 6 Capacità di Attrazione di Risorse Esterne per la Ricerca 18 7 Collegamento tra Valutazione dei Risultati e Processi Decisionali 20 8 Principali Punti di Forza e di Debolezza delle Attività di Ricerca 21 8.1 La Valutazione Istituzionale: PAT 2008 & CE 2011...... 22 8.2 Centro Materiali e Microsistemi................. 24 8.3 Centro di Information Technology............... 25

1 Missione della Struttura La Fondazione Bruno Kessler (FBK), costituita il 24 novembre 2006 quale ente di interesse pubblico senza fini di lucro (ex L.P. 14, 2 agosto 2005), persegue lo sviluppo di ricerca di alta qualità e di impatto tecnologico, sia nella prospettiva dell avanzamento della conoscenza sia in quella del servizio alla comunità trentina. La Fondazione si concentra sull esplorazione di frontiere innovative del sapere, con una speciale attenzione all interdisciplinarietà ed alla dimensione applicativa, ponendosi in complementarietà e sinergia nei confronti dell istituzione universitaria. Sono scopi statutari della Fondazione: la promozione dell innovazione, nell accezione più ampia di nuovi sviluppi e sintesi culturali, civili e strumentali, col coinvolgimento della comunità e dell economia locale; il trasferimento dei risultati della ricerca, ed in particolare il sostegno a nuove imprenditorialità, la crescita di inedite capacità professionali, nonché la qualificazione delle strutture delle amministrazioni pubbliche; l apertura internazionale del territorio trentino, anche attraverso la promozione di collaborazioni e attività di scambio con realtà di ricerca nazionali ed internazionali. La Fondazione partecipa al Sistema Trentino dell Alta formazione e della Ricerca (STAR), stipulando con la Provincia Autonoma di Trento accordi di programma quinquennali, con obiettivi contestualmente convenuti, soggetti a verifica annuale. In sintonia con la missione statutaria, questi accordi sanciscono anche l impegno, da parte della Fondazione, a farsi interprete di nuove tendenze ed esigenze di interesse strategico per il territorio. La Fondazione è altresì fortemente impegnata nel campo dell alta formazione, contribuendo con risorse e programmi strutturati (generalmente, in convenzione con università) al finanziamento di borse di studio, all inserimento e crescita di giovani studiosi nelle unità di ricerca e all ospitalità internazionale dal ciclo della scuola secondaria al livello post-dottorale. Ci troviamo dunque dinnanzi ad un organizzazione che, proveniente da una tradizione pluridecennale (l Istituto Trentino di Cultura), si è radicalmente rinnovata nella forma istituzionale e giuridica (soggetto di diritto privato), nella struttura e negli strumenti (organi di governo; contratto di lavoro), nelle relazioni col territorio che la sostiene. In questa prospettiva, il settennio 2004 2010 è da intendersi come un periodo di straordinario cambiamento, segnato giusto a metà dalla nascita della Fondazione, e dalla ricerca, avvenuta nel successivo quadriennio, degli assetti più consoni all espletamento della sua missione. 2

Oggi la Fondazione è strutturata in centri di ricerca dotati di ampia autonomia operativa, supportati nelle loro attività da servizi coordinati a livello centrale. I centri di ricerca, pur diversi per orientamento, taglia e tradizione, si aggregano attorno a due poli disciplinari, l uno Scientifico e Tecnologico (Information Technology; Materiali e Microsistemi; Fisica Nucleare e Teorica; Ricerca Matematica) e l altro delle Scienze Umane e Sociali (Studi Storici Italo-Germanici; Scienze Religiose; Valutazione delle Politiche Pubbliche; Pace, Guerra e Mutamento Internazionale; Behavioral Economics). Quale segno distintivo del cambiamento, la Fondazione ha deliberato di partecipare alla VQR 2004 2010 su base volontaria, ponendo al confronto nazionale i risultati scientifici e la capacità di impatto socioeconomico dei suoi due centri maggiori: il Centro Materiali e Microsistemi (CMM), ed il Centro di Information Technology (CIT). A questi fanno capo, congiuntamente, oltre i 2/3 del volume di attività della Fondazione, per un totale di 138 autori registrati alla VQR. 2 Programmazione della Ricerca Con la L.P. 14, 2 agosto 2005, la Provincia Autonoma di Trento (PAT) ha stabilito i termini e le condizioni del riordino del Sistema Provinciale della Ricerca, profondamente riformandone l assetto generale e le regole di funzionamento. Oltre a definire il quadro giuridico entro il quale è data vita alla Fondazione Bruno Kessler (ed è contestualmente soppresso l Istituto Trentino di Cultura), la legge introduce gli strumenti per la promozione e lo sviluppo della ricerca e dell innovazione sul territorio trentino. In particolare, la legge introduce il Piano Pluriennale della Ricerca (PPR) quale unico documento programmatico di coordinamento degli strumenti a supporto della ricerca nella Provincia di Trento. Il PPR, che ha durata massima pari a quella della legislatura (5 anni) e viene aggiornato annualmente, è costruito anche in considerazione della programmazione nazionale in materia di ricerca. Il PPR individua, fra l altro, le aree prioritarie e gli obiettivi di interesse per il territorio provinciale, i criterii generali per la valutazione delle attività e dei progetti di ricerca, i criterii per il finanziamento, le modalità di erogazione e rendicontazione dei fondi e le modalità di valutazione dei progetti. In aderenza con gli obiettivi individuati dal PPR, la Fondazione e la Provincia Autonoma di Trento convengono e stipulano l Accordo di Programma, che fissa il quadro degli impegni reciproci e le forme di verifica dei risultati. Il transito effettivo dall Istituto Trentino di Cultura alla Fondazione Bruno Kessler secondo le direttrici indicate dalla legge 14/2005 è avvenuto nel quadriennio 2007 2011, con un accordo transitorio per il biennio 2007 2008 e con l avvio del primo Accordo di Programma (AdP) per il quinquennio 2009 2013. Tra le tappe principali della transizione è importante ricordare: 3

la costituzione formale della Fondazione; la strutturazione dei Centri e la loro progressiva aggregazione attorno a due poli (Scientifico e Tecnologico e delle Scienze Umane e Sociali); l adozione di un nuovo contratto collettivo di lavoro (di impostazione privatistica); la costruzione degli strumenti di supporto alla programmazione, alla gestione delle attività di ricerca ed alla loro valorizzazione socioeconomica; infine, la ristrutturazione e finalizzazione di tutto il comparto amministrativo verso il servizio di supporto alla ricerca. L assetto istituzionale e gli strumenti operativi dei quali la Fondazione è oggi dotata, pur non rappresentando il punto finale della sua evoluzione, sono il frutto di una costante opera di ripensamento, revisione e adattamento condotta a tutti i livelli dell organizzazione in stretta relazione con gli organismi per la programmazione e valutazione della PAT. 2.1 La programmazione Con queste premesse appare motivata la scelta, che qui operiamo, di limitare l esposizione della programmazione delle attività al periodo successivo al 2007: prima del 2007, infatti, la Fondazione semplicemente non esisteva; e mentre il patrimonio di competenze scientifiche e relazioni lasciatoci in eredità dall Istituto Trentino di Cultura non può essere sottovalutato, è pur vero che l anno 2007 segna una discontinuità macroscopica, tale da non consentire alcuna utile ricostruzione retrospettiva. La vita della Fondazione può dunque essere suddivisa in tre bienni: 2007 2008, segnato dalla costruzione della Fondazione e dall avvio effettivo delle attività (il passato); 2009 2010, nel quale si consolida la struttura di ricerca, quantomeno nel settore tecno-scientifico che partecipa alla VQR, e si definizione il primo Accordo di Programma (il passato-presente); 2011 2012, nel quale è stata impressa un accelerazione alla revisione dei processi di programmazione, per renderli meglio rispondenti alle esigenze emergenti della Fondazione, ed in sintonia con le tendenze metodologiche che avanzano a livello nazionale (il presente-futuro); Il passato. Nel primo biennio, la programmazione è stata condotta su base annuale, con un articolazione per Centri. Ci si è in particolare avvalsi della supervisione critica del Comitato Scientifico della Fondazione (CS) e del contributo proveniente dagli esiti di un comitato composto da esperti internazionali incaricato dalla PAT per la valutazione dell impatto delle attività della Fondazione Bruno Kessler e della Fondazione Edmund Mach. Su questo studio torneremo più diffusamente alla Sez. 8, ove le raccomandazioni in esso contenute saranno ripercorse in relazione alle azioni correttive intraprese. 4

Il passato-presente. essere così sintetizzati: Gli indirizzi principali del piano 2009 2013 possono Focalizzazione delle attività su un numero ridotto di linee sulle quali la Fondazione può essere fortemente competitiva; Cooperazione tra i Centri e tra le Unità di Ricerca (UdR), con programmi strutturati che promuovano il perseguimento di obiettivi comuni; Programmi capaci di suscitare sfide di innovazione lungo tutta la catena del valore, dalla ricerca al deployment dei prodotti; Impulso all internazionalizzazione, col perseguimento di relazioni forti e strutturate con partner stranieri, accademici e/o industriali, coi quali condividere esperienze, persone, programmi di formazione. I piani elaborati dai Centri recepiscono questa impostazione generale, declinandola secondo le proprie caratteristiche, e definendo i proprii obiettivi. Vengono altresì dettagliati i contributi attesi delle Unità di Ricerca, illustrando anche come gli obiettivi specifici si inquadrino nel perseguimento degli indirizzi generali. Fin qui per quanto riguarda la programmazione scientifica. Il piano delle attività 2009 2013 contiene tuttavia anche importanti innovazioni per quanto riguarda le funzioni di supporto strategico alla missione della Fondazione. In particolare, viene attivata una funzione di Grant Office centralizzato, capace di supportare la ricerca in tutte le fasi di proposta progettuale (competitiva e non; dal livello locale a quello Europeo ed internazionale). Il Grant Office opera sotto il presidio operativo costituito dall Area Innovazione e Relazioni con il Territorio AIRT. In questo modo, un unico coordinamento può seguire e documentare tutto il ciclo di vita di un idea progettuale, dalla prima intuizione alla valorizzazione del suo impatto socioeconomico. La seconda funzione strategica attivata (anch essa centralizzata) è quella di Valutazione della Ricerca, capace di censire affidabilmente la produzione scientifica della Fondazione, caratterizzarla in termini di indicatori di qualità riconosciuti internazionalmente, riferire agli organi di governo sui risultati della ricerca, informare i referenti della Fondazione ed in generale tutta la comunità sull andamento della ricerca della Fondazione. Il presente-futuro. A partire dal 2011, e progressivamente nel corso del 2012, è andata avanzando la necessità di rivedere criticamente i metodi e gli strumenti di programmazione/verifica delle attività, anche alla luce dei riscontri emersi dall esperienza fatta nei precedenti due bienni. Questo processo di riflessione si è in particolare soffermato sulla necessità di: 5

focalizzare i compiti del Comitato Scientifico sulle fasi di programmazione strategica; nella programmazione/verifica annuale, privilegiare la modalità di autovalutazione quantitativa con indicatori standardizzati; nella programmazione/verifica pluriennale, privilegiare l approfondimento con strumenti di peer-review; costituire un vero e proprio Nucleo di Valutazione della Ricerca (NVR) che: a) estenda e rafforzi la funzione di raccolta ed elaborazione dati oggi condotta dall Unità di Research Assessment (RA); b) costituisca un presidio metodologico per tutte le attività di valutazione della Ricerca. Questa evoluzione, che a rigore esula dall orizzonte temporale della VQR, rappresenta tuttavia il punto di elaborazione e di implementazione più avanzato raggiunto in Fondazione, quello sul quale andremo a costruire il nostro futuro a medio termine. In questo spirito lo consegniamo, in qualche dettaglio, alla considerazione della VQR. In accordo con gli strumenti di pianificazione definiti dalla legge istitutiva e di quanto previsto dallo Statuto, gli organi di governo della Fondazione definiscono ed adottano un Piano Pluriennale delle Attività di Ricerca e Investimenti (PPARI), di durata uguale a quella della legislatura della PAT (5 anni). I contenuti del PPARI sono definiti in attuazione degli obiettivi e delle priorità individuate dal Piano Provinciale della Ricerca (PPR), secondo quanto di competenza della Fondazione. L implementazione del PPARI avviene attraverso uno strumento di validità annuale, denominato Budget e Piano Annuale delle Attività (B&PAA). Il Comitato Scientifico della Fondazione è coinvolto nelle fasi di approvazione di entrambi i piani, competendo ad esso la loro valutazione (ex-ante). La gestione delle attività secondo le linee tracciate dai piani programmatici pluriennali ed annuali è responsabilità dei Direttori di Centro e dei responsabili delle Unità di Ricerca. Con ciclo annuale, i Direttori di Centro ed i responsabili di ricerca effettuano un esercizio di autovalutazione secondo un formato ben definito, fortemente ispirato alla Scheda Unica Annuale della Ricerca dei Dipartimenti (SUA-RD) prevista nell ambito del sistema di Autovalutazione, Valutazione Periodica e Accreditamento dei corsi di studio e delle sedi universitarie (D.L. n. 19, 27 gennaio 2012). La scheda di autovalutazione rappresenta una delle basi informative essenziali a fronte della quale il CS esprime la valutazione del B&PAA che i Direttori di Centro propongono per l anno successivo. Per la valutazione a medio termine delle attività e dei risultati, che per statuto deve avvenire con cadenza almeno triennale, è nominata una Commissione di Esperti (CE) che opera su mandato del CdA ed effettua: 6

una valutazione in itinere (metà ciclo) del PPARI, per permettere eventuali ripianificazioni delle attività in corso; una valutazione complessiva in prossimità della chiusura del PPARI, anche per consentire di trarre indicazioni nella costruzione del PPARI successivo. Al fine di garantire il necessario presidio di Assicurazione della Qualità nella programmazione, gestione e valutazione delle attività di ricerca, il CdA nomina il Nucleo di Valutazione della Ricerca (NVR). Le fasi di programmazione e approvazione del PPARI e dei B&PAA avvengono, rispettivamente, nell ultimo semestre del quinquennio, e nell ultimo trimestre di ogni anno. La valutazione (ex-post) delle attività previste nei suddetti piani avviene invece nel primo trimestre dell anno successivo a quello di riferimento per i B&PAA, e ogni 2 anni per il PPARI. Mentre per la valutazione annuale delle attività (B&PAA) è previsto un processo di autovalutazione, la valutazione pluriennale prevede una discussione e confronto formale con approvazione finale da parte del CdA. 2.2 Ruolo, composizione e competenze degli organismi Comitato Scientifico Il Comitato Scientifico è l organo della Fondazione cui compete la valutazione (ex-ante) dei piani programmatici annuali e pluriennali. Il Comitato scientifico è nominato dal Consiglio di Amministrazione su proposta del Presidente. Il mandato dei membri è quadriennale, rinnovabile una sola volta. Quale parte integrante nella predisposizione ed adozione del Piano Pluriennale delle Attività di Ricerca e degli Investimenti (PPARI) e del Budget e Piano Annuale delle Attività (B&PAA), il CS fornisce parere obbligatorio sui contenuti tecnico scientifici delle attività predisposte dai responsabili della ricerca e sui relativi dati economico-finanziari. Il CS esprime inoltre pareri sugli investimenti per grandi apparecchiature di laboratorio o infrastrutture, valutandone l opportunità strategica a fronte delle tecnologie esistenti. Il Comitato Scientifico interagisce con la Commissione di Esperti in merito ai criteri e parametri di valutazione per le revisioni pluriennali. Commissione di Esperti La Commissione di Esperti è nominata dal Consiglio di Amministrazione della Fondazione. La Commissione effettua la valutazione ex-post dei risultati e della qualità delle attività di ricerca, nonché della coerenza delle stesse con i piani programmatici, gli scopi e gli indirizzi della Fondazione. L attività della CE è sincronizzata sul ciclo della pianificazione pluriennale. In particolare, la CE interviene: 7

a metà del periodo corrispondente al Piano pluriennale delle attività di Ricerca e degli Investimenti, per dare al Consiglio di Amministrazione ed al Presidente indicazioni ed elementi per l orientamento del Budget e Piano Annuale delle attività successive all interno del Piano Pluriennale; alla conclusione del periodo corrispondente al Piano Pluriennale, per fornire al Consiglio di Amministrazione ed al Presidente una valutazione dei risultati conseguiti, ed indicazioni per la definizione del Piano Pluriennale successivo. La CE riceve dal Consiglio di Amministrazione indicazioni sulle modalità di valutazione, e si relaziona con il Presidente, il Segretario generale ed il Comitato Scientifico per quanto riguarda i criteri ed i parametri di valutazione. Nucleo di Valutazione della Ricerca Il Nucleo di Valutazione della Ricerca è la componente del sistema di Assicurazione della Qualità della Fondazione chiamata a presidiare la metodologia adottata nella programmazione, gestione e valutazione delle attività di ricerca. L NVR è composto da tre persone, nominate dal Presidente e dal Segretario Generale per una durata di cinque anni. I rapporti del NVR sono quadrimestrali, e volti: ad accertare, anche attraverso audizioni interne, il rispetto dei requisiti quantitativi e qualitativi nei processi che regolano la programmazione e la gestione della ricerca; ad accertare se e come i responsabili delle attività di ricerca tengano conto delle valutazioni e indicazioni espresse dal Comitato Scientifico e dalla Commissione di Esperti; a proporre azioni e formulare raccomandazioni volte a migliorare la qualità dell attività di ricerca della Fondazione. Il Presidente ed il Segretario Generale della Fondazione, qualora ne ravvisino la necessità, possono richiedere che il Nucleo di Valutazione della Ricerca esprima pareri in merito a questioni specifiche in materia di programmazione e verifica. 3 Strumenti di Verifica Nei cicli di programmazione annuale e pluriennale che abbiamo descritto nella sezione precedente, la verifica degli obiettivi rappresenta il momento 8

in cui si chiude il ciclo di feedback che costituisce il sistema di controllo della gestione della ricerca e dell intera Fondazione. In buona misura, l impostazione e gli strumenti di questo sistema sono stati già descritti, dando in particolare conto dei cicli temporali e degli organi e funzioni principali nei quali esso si articola. In questa sezione, da leggersi in stretta continuità con quella che la precede, illustriamo la nostra implementazione di uno degli ingredienti essenziali del sistema di Assicurazione della Qualità: la funzione di Valutazione della Ricerca, mentre alla Sez. 7 daremo brevemente conto di come questa funzione si inserisce nel sistema di incentivazione e distribuzione della premialità. 3.1 Research Assessment La funzione di valutazione della ricerca è oggi implementata nell unità di Research Assessment. L unità ha cominciato formalmente ad operare il 1 marzo 2010, avvalendosi di un lavoro propedeutico condotto per oltre un anno da un gruppo di studio costituito su mandato del Consiglio di Amministrazione. Questo gruppo di studio ha impostato quasi tutti gli aspetti rilevanti della funzione, coinvolgendo in ciò tutte le componenti della ricerca e buona parte dei servizi di supporto. Al termine del suo mandato, il gruppo di studio ha licenziato un documento di riferimento per le attività di valutazione della ricerca in Fondazione, che vengono ricondotte ad una modalità quantitativa (basata sulla stima di parametri obiettivi, quali quelli bibliomentrici) ed una qualitativa basata su giudizi di merito (peer-review) espressi da comitati di esperti internazionali. Per quest ultima modalità il documento contiene linee guida per l esecuzione, che consentono di gestire sistematicamente il processo in tutte le sue fasi. Il documento è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione nel novembre 2009. Come abbiamo detto, l Unità di Research Assessment ha preso formalmente avvio il 1 marzo 2010. Nel corso dell anno è stato messo a regime il processo di raccolta dei metadati descrittivi dei prodotti della ricerca (sistema U-GOV del CINECA). Oggi l archivio contiene oltre 8000 prodotti, aggiornati e manutenuti giornalmente. Rappresentazioni standardizzate della produzione scientifica vengono elaborate e pubblicate sul sito Web dell unità, anche disaggregate per centri ed unità di ricerca. Sempre su base giornaliera, i metadati descrittivi vengono arricchiti con informazioni relative ai valori di impatto: Impact Factor per le pubblicazioni su rivista; ranking ERA (Excellence in Research for Australia) per le conferenze del settore informatico. Su base periodica vengono svolte revisioni dell impatto citazionale. Vengono inoltre documentate le evidenze della presenza e riconoscimento dei ricercatori della Fondazione nelle rispettive comunità, censendo in modo sistematico i riconoscimenti ricevuti (premi; invited talk) e le attività 9

di servizio alla comunità (presenza in comitati editoriali; organizzazione di convegni, etc.) Degli strumenti a supporto della rendicontazione dell impatto socioeconomico e della capacità di attrarre finanziamenti dall esterno relazioniamo nelle Sez. 5. e 6. Vale qui forse la pena accennare al percorso di integrazione dei dati provenienti da diversi presidii (Research Funding; Research Assessment; Accounting; Human Resources), e che ci consente oggi di trattare in modo interoperabile una porzione crescente dei dati importanti per il governo e l accountability della Fondazione. Sempre nel 2010, l Unità di Research Assessment ha cominciato ad impostare la partecipazione a quella che è poi divenuta la VQR 2004 2010, predisponendo gli strumenti per la raccolta di dati non solo scientifici, ma anche relativi agli obiettivi di terza missione. In questa operazione, l unità ha stabilito una stretta cooperazione con altri servizi ed articolazioni della Fondazione (in particolare, con l AIRT ed i servizi amministrativi). È l unità di Research Assessment che conduce e coordina l intera partecipazione della Fondazione alla VQR 2004 2010. In cooperazione con le strutture tecniche ed amministrative della Provincia Autonoma di Trento a ciò deputate, nel 2011 è stata definita l impostazione del processo di verifica degli obiettivi in accordo di programma, che ha preso avvio nello scorso mese di giugno. Di concerto con gli organi di governo della Fondazione, l unità sta infine conducendo un processo di riforma del sistema delle incentivazioni e premialità per la ricerca (si veda, a questo proposito, la Sez. 7). 4 Posizionamento della Struttura Ai fini della VQR, il posizionamento della Fondazione nel panorama della ricerca è ricondotto al posizionamento dei due centri partecipanti, il Centro Materiali e Microsistemi (CMM) ed il Centro di Information Technology (CIT). 4.1 Centro Materiali e Microsistemi Il CMM è un organizzazione di ricerca applicata che svolge le proprie attività in settori che vanno dalla modellistica e sviluppo di nuovi materiali, a quello della sensoristica miniaturizzata, sino allo studio e all implementazione di soluzioni energetiche basate sulle fonti rinnovabili di energia. Il Centro ha una sua unicità nel panorama della ricerca nazionale in quanto possiede competenze e laboratori equipaggiati con strumentazione d avanguardia, grazie alle quali è possibile affrontare tutte le fasi di studio e di implementazione prototipale di dispositivi e sistemi integrati. Tutte 10

le principali parti della catena del valore tipicamente associabile ad una soluzione sistemistica sono quindi attraversate: modellazione nuovi materiali componenti moduli e sistemi in altri termini, il CMM è un organizzazione di ricerca applicata, integrata verticalmente. Questa peculiarità ha permesso al CMM di sviluppare competenze distintive riconosciute anche a livello internazionale, come ad esempio quelle relative ai rivelatori allo stato solido per radiazione e particelle, utilizzati con successo nell ambito di esperimenti di fisica delle alte energie presso il CERN di Ginevra, o in campo spaziale come ad esempio l equipaggiamento sensoristico delle stazioni orbitali dell ESA/ASI. Nel panorama Europeo ed internazionale il CMM ha competenze, massa critica ed infrastruttura a livello degli standard più elevati che si ritrovano in analoghe organizzazioni di ricerca, come ad esempio la rete degli istituti Fraunhofer in Germania. Il CMM ha all attivo numerosissime collaborazioni internazionali, ed ospita costantemente la presenza di ricercatori provenienti da enti esterni (oltre 1/3 dei lavori del CMM presentati alla VQR ha un coautore affiliato ad un organizzazione straniera). Questa attività di carattere internazionale è anche testimoniata dai numerosi progetti europei ai quali il CMM partecipa, spesso assumendone il coordinamento. Il Centro è articolato su 12 Unità di Ricerca, tematicamente ed operativamente riconducibili a tre aggregazioni funzionali i cluster. Specificamente: Cluster 1: Scienza e Tecnologia dei Materiali e dei Sistemi Integrati Cluster 2: Scienza e Tecnologia dei Dispositivi e Microsistemi Cluster 3: Area Scienza e Tecnologia dei Sistemi Integrati Di seguito riportiamo la collocazione dei cluster nel panorama della competizione nazionale ed internazionale. Cluster 1 Il Cluster Scienza e Tecnologia dei Materiali e delle Interfacce si pone strategicamente come nucleo abilitante allo sviluppo delle soluzioni componentistiche e sistemistiche sviluppate dagli altri due cluster. Le principali applicazioni sono nella sensoristica industriale e nelle scienze della vita (bio-elettronica). Il Cluster 1 si distingue a livello nazionale per la presenza di importanti competenze di modellazione computazionale ab-initio, (unità CTP LISC) oltre che, naturalmente, per la competenza nello sviluppo di nuovi materiali con tecniche di deposizione e modificazione delle superfici basate sui plasmi. La disponibilità di una notevole infrastruttura strumentale per l analisi chimico-fisica (laboratorio MinaLab), infine, chiude il cerchio 11

della capacità strategica di sviluppo di nuove soluzioni per i materiali e le interfacce funzionali. Dal punto di vista del posizionamento internazionale, il Cluster 1 si pone a livelli elevati per quanto riguarda le competenze nello studio, progettazione e sviluppo di materiali basati sulla chimico-fisica del carbonio, come testimoniato dal numero e dal livello delle pubblicazioni scientifiche nel settore. Gli autori appartenenti al Cluster hanno contribuito alla VQR con 102 articoli su rivista dotata di Impact Factor, a partire tuttavia da un potenziale complessivo di 241. Oltre metà di queste, dunque, è andata ridistribuita su altri autori, o non ha potuto essere accreditata per effetto del limite imposto dalla VQR sul numero di prodotti per singolo autore. Per quanto concerne le competenze e l infrastruttura relativa alla caratterizzazione chimico-fisica, il centro possiede competenze distintive uniche sia a livello nazionale che internazionale per quanto riguarda la spettroscopia ad emissione di ioni secondari (SIMS), testimoniata dalle numerose collaborazioni anche con aziende estere di primaria importanza (ad esempio, il colosso della microelettronica USA, Applied Materials). Cluster 2. Le attività del Cluster 2 sono riconducibili allo sviluppo di soluzioni dispositivistiche per sensori e microsistemi. Nel panorama nazionale, il Cluster 2 ha una assoluta unicità nel settore. È infatti l unico centro nazionale non privato a possedere infrastrutture e competenze per la progettazione, lo sviluppo, il packaging e la caratterizzazione di un ampia classe di sofisticati dispositivi basati sulla tecnologia CMOS del silicio. In ambito nazionale va inoltre rimarcata la pluriennale e fruttuosa collaborazione con l Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, all interno della quale il Centro CMM ha sviluppato tutta una serie di soluzioni sensoristiche per la rilevazione degli eventi di collisione nella Fisica delle Alte Energie (HEP). Va peraltro rimarcato come la piattaforma tecnologica dei sensori per la rilevazione di radiazione altamente energetica (ad esempio, i raggi X) ha recentemente permesso un interessante evoluzione verso lo studio di soluzioni sensoristiche per la rilevazione di radiazione in indagini medico-diagnostiche, come ad esempio quelle relative alla Tomografia a Emissione di Positroni (PET). Il Cluster 2 ha ottimi livelli di presenza internazionale specifica, testimoniati dall elevato numero di progetti (co)-finanziati da istituzioni europee (Commissione EU), dall Agenzia Spaziale Europea, progetti relativi alla sensoristica ottica, a quella MEMS ed al campo emergente al confine tra la scienza sensoristica con quella biologica (dispositivi bio-mems). Per il settennio della VQR è riconducibile al Cluster 2 l acquisizione di 43 progetti per un ammontare di entrate di cassa di oltre 10.6M Euro, e di 111 contratti di attività in conto terzi, per entrate superiori ai 6.0M Euro. 12

Cluster 3. Allo stato attuale, le attività del Cluster 3 si dispiegano lungo due assi principali relativi al settore delle energie rinnovabili (Unità REET) e a quello della rappresentazione tridimensionale di situazioni ambientali e architettoniche complesse (unità 3DOM-geomatica). In particolare l unità 3DOM possiede, nella mappatura tridimensionale, competenze applicative uniche sul territorio nazionale, ed è allineata agli standard più elevati a livello internazionale. Questa posizione è testimoniata anche dai numerosi incarichi ricevuti da enti pubblici locali, come da privati. In sostanza la specificità dell unità 3DOM è riconducibile alle competenze che ne fanno un unità molto versatile, capace di dare risposte a esigenze specifiche negli ambiti più diversi (e.g., paesaggistico, culturale, residenziale ed abitativo). Per quanto concerne l unità REET, essa concentra la propria competenza su alcuni importanti temi relativi a componenti di sistemi complessi di co-generazione di energia, come ad esempio lo sviluppo di motori di Stirling a bassa potenza. L unità REET ha inoltre saputo negli anni rafforzare la propria presenza in moltissimi progetti relativi alle energie rinnovabili promossi dalle comunità trentine, contribuendo in modo importante alla risposta territoriale del Centro. 4.2 Centro di Information Technology Le competenze oggi presenti nel CIT affondano le proprie radici nell Intelligenza Artificiale degli anni 80 (con tematiche quali Knowledge Representation, Automated Reasoning, Automated Planning, Natural Language Processing, Human Computer Interaction, Machine Learning, Computer Vision, Speech Recognition), e si sono estese a partire dagli anni 90 e fino ai giorni nostri verso settori quali Software Engineering, Software Services, Security & Trust, Model Checking, Embedded Systems, Wireless Sensor Networks, Knowledge Management & Semantic Web. La missione del Centro è quella di condurre una ricerca di alta qualità che abbia impatto sul mercato e la società, dimostrando in modo pratico il valore aggiunto della ricerca tramite sperimentazioni. Nel panorama scientifico internazionale il centro si posiziona come un organizzazione nella quale la ricerca anche quella curiosity driven viene sempre vagliata sperimentalmente tramite la realizzazione di sistemi, la validazione da parte degli utenti, le applicazioni industriali e/o l impatto sociale. In linea con questa visione, il Centro ha un duplice obiettivo: l impatto scientifico accompagnato da un forte impegno sul mercato e la società, ovvero fare ricerca di alta qualità che generi valore, e sia orientata all imprenditorialità. Gli ingredienti che caratterizzano il centro in questa direzione, e lo posizionano in modo unico sono: La competitività scientifica dei ricercatori. Questa viene illustrata non solo dalla qualità delle pubblicazioni su riviste e negli atti delle più impor- 13

tanti conferenze nei diversi settori di competenza, ma anche da parametri quali l h-index. In particolare, il CIT conta 6 ricercatori con h-index superiore a 30 e 16 ricercatori con h-index superiore a 20 (al dicembre 2011; fonte Google Scholar). La partecipazione a competizioni scientifiche e Grand Challenges Internazionali. Le competizioni internazionali in diversi settori di attività del Centro (quali Machine Translation, Speech Recognition, Natural Language Understanding, Audio Interpretation, Computer Automated Deduction, Neuroscience and Bioinformatics) sono largamente riconosciute dalla comunità come la prova sperimentale del valore della ricerca. Classificarsi fra i primi centri al mondo in queste competizioni contribuisce ad affermare il riconoscimento internazionale e la caratterizzazione sperimentale e pratica del Centro. Le reti internazionali. Oltre alla partecipazione a numerosi progetti, reti e consorzi europei e internazionali, la Fondazione (attraverso l associazione Trento RISE, della quale è socio fondatore) ha costituito a Trento il Co-Location Center italiano dell EIT ICT Labs. Trento è uno dei sei nodi europei assieme a Berlino, Parigi, Helsinki, Stoccolma ed Eindhoven, l unico italiano in tutti i settori dell EIT e l unico del sud Europa nel settore dell ICT. Trento RISE è l unico core partner scientifico del nodo italiano dell EIT ICT Labs, il quale annovera due core partner industriali (Telecom Italia ed Engineering SpA) e, come partner affiliati, STMicroelectronics, Centro Ricerche FIAT, Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Consiglio Nazionale delle Ricerche CNR, Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, Scuola Superiore Sant Anna di Pisa. Infine, il Centro si distingue per la sua capacità di legare fortemente le attività di ricerca ai metodi di impatto sul mercato e la società, quali i laboratori territoriali diffusi, i contratti e le sistematiche collaborazioni con le aziende, ed il lancio di spin-off ( new business creation ) descritte in maggior dettaglio in Sez. 5. Il Centro è articolato su 11 Unità di Ricerca e 4 unità applicative, tematicamente ed operativamente riconducibili a tre aree. Engineering ovvero la progettazione, sviluppo, realizzazione e analisi di sistemi ICT adattabili, affidabili e sicuri. La forza della ricerca in questa area sta nelle competenze relative a tecniche di Model Checking, Satisfiability, Verifica e Sintesi di software, oltre alle tecniche tradizionalmente riconducibili al Software Engineering. Quale esempio di prodotto di ricerca in quest area, ricordiamo il model checker NuSMV, distribuito in modalità open source. NuSMV è uno dei sistemi più utilizzati al mondo per la verifica e la progettazione di sistemi software basata su metodi formali (più di 50.000 download da parte di centri di ricerca e aziende quali Intel, Toyota, Compaq, STMicroelectronics, General Motors, ATrenta, Honeywell, Hitachi, Verysys, 14

IBM, e Fujitsu). NuSMV è stato utilizzato in numerose applicazioni industriali di successo, fra le quali progetti con Ansaldo, Union Switch & Signal, Alenia, Airbus, SAP, DoCoMo, SAIPEM, Rockwell. Content ovvero la sfida di trasformare l incessante e immenso flusso di dati provenienti dalle più svariate sorgenti in informazioni e conoscenza. La forza ed unicità della ricerca in questa area è dimostrata sia da una forte presenza nei progetti europei (per il settennio della VQR è ascrivibile a quest area la partecipazione in 24 progetti europei, per entrate di cassa che sfiorano i 5.7M Euro), come dal posizionamento nelle competizioni scientifiche e grand challenges internazionali. A solo titolo di esempio, riportiamo alcuni dei recenti piazzamenti: primi alla Pittsburgh Brain Activity Interpretation Competition PBAIC 2006 ; secondi alla NIST Machine Translation Evaluation 2009 (DARPA) nella Arabic-to-English task (meglio di competitori quali SRI, RWTH, Univ. Edinburgh, Univ. Columbia, Univ. Maryland); primi nella Signal Separation International Competition (SiSEC) 2009; primi in 2 e secondi in 7 categorie della Satisfiability Modulo Theories International Competition (SMT-COMP 09), CADE, Montreal, Canada, 2009. Alla U.S. Food and Drug Administration (FDA) Grand Challenge on MicroArray Quality Control (MAQC) Initiative 2009 (36 participanti: 25 dagli US, 7 dall Europa, 4 dalla Cina, ed 1 dall Italia) i modelli dell FBK-CIT si sono aggiudicati il titolo di Best Candidate Model for Liver Carcinogenity Experiment. Interaction ovvero lo studio di sistemi computerizzati che interagiscono sia con le persone che con l ambiente. Questa area è caratterizzata dallo sviluppo di una forte tecnologia per la visione artificiale, per l analisi del segnale audio, per lo sviluppo di interfacce e l interazione. I sistemi e le tecnologie (diverse delle quali sono coperte da brevetto, anche statunitense) spaziano dall identificazione di persone, al tracking di veicoli e persone, alla classificazione di eventi acustici e ad altri ambiti applicativi di punta. 5 Attività di Terza Missione della Struttura L impatto socioeconomico delle attività è parte essenziale della missione della Fondazione. Dal 2009 la Fondazione si è dotata di un presidio organico per le attività di terza missione denominato AIRT Area Innovazione e Relazioni con il Territorio. Il ruolo dell AIRT è triplice: relazionale, nel creare le condizioni affinché la Fondazione operi (e sia percepita) come un partner affidabile in ogni contesto, e nel relazionarsi col mondo esterno facendo sintesi dei contributi provenienti dai Centri; 15

di supporto al trasferimento tecnologico, mantenendosi in ricognizione continua sugli esiti della ricerca, e contribuendo ad individuare ed implementare percorsi di valorizzazione dei risultati, anche attraverso brevettazione, licenziamento, trasferimento di conoscenza e creazione di spin-off e start-up. di presidio nell acquisizione di finanziamenti, accompagnando tutte le fasi iniziali del ciclo di vita dei progetti finanziati, a partire dall individuazione di opportunità, fino alla stipula dei contratti. Vanno comprese, in questo, anche le nuove aziende create e/o partecipate dalla Fondazione, che AIRT segue dalla fase dell ideazione fino al momento del cosiddetto way-out. Di questa funzione e più in generale di strumenti amministrativi predisposti per una efficace gestione delle risorse finanziarie provenienti dall esterno sarà detto più diffusamente nella Sez. 6. In sinergia col livello istituzionale della Fondazione, i centri elaborano una propria visione ed implementano strategie coordinate per le attività di terza missione. 5.1 Centro Materiali e Microsistemi Il CMM si pone con determinazione e successo l obiettivo di promuovere l impatto socioeconomico delle proprie ricerche. A testimonianza della capacità del centro di rispondere concretamente alle esigenze delle aziende vanno menzionati i numerosi contratti di ricerca direttamente finanziati da imprese (anche straniere). Per il quadriennio 2007 2010, i dati consegnati alla considerazione della VQR segnalano entrate di cassa in conto terzi pari in media a 1.2M Euro/anno. Sempre nel medesimo quadriennio, il centro ha generato 4 società (spin-off); 10 i brevetti depositati. Mentre si tratta di risultati già buoni, siamo convinti che essi non riflettano ancora appieno le potenzialità del centro. Queste dovranno essere meglio sfruttate specialmente implementando una più forte sinergia tra le Unità di Ricerca. Più precisamente, la valorizzazione della ricerca perseguita nel Centro poggia sulla convinzione che nel futuro sarà premiata la capacità di proporre e sviluppare soluzioni ad alto valore aggiunto, come quelle riconducibili alla modulistica e sistemistica. In questa prospettiva, è possibile oggi identificare tre strategie distinte, corrispondenti alle caratteristiche dei tre Cluster (si veda la Sez. 4). Nel Cluster 1 (Scienza e Tecnologia dei Materiali e delle Interfacce) la strategia di valorizzazione passa principalmente per lo sviluppo di conoscenza e relativa IP funzionale al dispositivo per il quale il materiale è stato sviluppato. Sembra infatti improbabile che un determinato materiale, e/o tecnica analitica, possa essere oggetto di una commercializzazione diretta al 16

di fuori del contesto dispositivistico per il quale esso è stato pensato ed impiegato (modalità Technology Driven, con valore nel contenuto scientifico e tecnologico). Nel Cluster 2 (Scienza e Tecnologia dei Dispositivi e Microsistemi) la valorizzazione può avere due distinte declinazioni: essere oggetto di una diretta commercializzazione (e.g., un dispositivo), o essere funzionale alla commercializzazione di una soluzione modulistica/sistemistica. In ambedue i casi è fondamentale stabilire uno stretto coordinamento con i fruitori esterni delle soluzioni, gli unici in grado di definire le specifiche. In questo caso, la modalità di valorizzazione può dirsi Specification Driven, ove è decisivo che le specifiche siano chiaramente individuate e raggiunte, poiché eventuali incongruenze finirebbero per compromettere il livello più alto della catena del valore. Nel Cluster 3 (Scienza e Tecnologia dei Sistemi Integrati) la valorizzazione dei risultati avviene direttamente sul mercato, ovvero in collaborazione con il cliente finale (modalità Market Driven ). 5.2 Centro di Information Technology Elemento distintivo della missione del CIT è condurre ricerca che abbia impatto sulla società e sul mercato, dimostrandone il valore attraverso sperimentazioni, validazione da parte degli utenti, applicazioni industriali e di rilievo sociale. Dal punto di vista metodologico, queste le linee portanti della strategia di impatto del Centro: Laboratori Territoriali Diffusi: ovvero laboratori che escono dai confini delle strutture di ricerca per estendersi al territorio. Si tratta di un metodo per portare sul campo l innovazione tecnologica derivante dai risultati di ricerca, in modo tale da confrontarla ed adattarla ai diversi contesti, e validarla rispetto all accettazione e all adozione da parte degli utenti. A titolo di esempio menzioniamo: le case automatizzate per l assistenza all utenza debole degli alloggi pubblici di Trento; il sistema di cartella clinica personale sperimentato in 800 famiglie sul territorio; il sistema per il monitoraggio automatico di eventi in gallerie ( Smart Tunnel ). Collaborazioni e Contratti con Aziende ( Business Through Existing Companies ): questo tipo di attività è essenziale per dimostrare e validare il valore della ricerca tramite le applicazioni industriali. Attori globali coi quali abbiamo stabilito collaborazione e contratti industriali sono ad esempio: Telecom Italia, Engineering, STMicroelectronics, FIAT, Ansaldo, Union Switch & Signal, Alenia, Airbus, Boeing, SAP, DoCoMo. Nuove Imprenditorialità (New Business Creation): Il centro è sempre molto attivo nel lancio di spin-off (5 negli ultimi due anni). 17

Per quanto riguarda le tre aree di ricerca, esse possono essere così caratterizzate: Engineering: in quest area l impatto a livello di mercato avviene soprattutto attraverso contratti e collaborazioni con grandi aziende, poiché la tecnologia richiede forti investimenti in acquisizione di conoscenza, e canali di mercato che solo una grande azienda può permettersi. Oltre a quelle già menzionate, ricordiamo le collaborazioni con SAIPEM ed Euro Rail. Content: l area del Content Analytics/Modeling è vitale per affrontare sfide che hanno una forte opportunità di mercato, quali quelle dei Big Data, Open (Government) Data e della Semantica. Quest area, caratterizzata da un mercato molto dinamico, presenta eccellenti opportunità anche per piccole imprese (start-up) che propongono soluzioni ad alto rischio. Infatti, la metodologia di impatto sul mercato in quest area è basata fortemente sulla new business creation, ovvero sul lancio di spin-off (10 quelli creati a partire dalle primissime esperienze degli anni 90; 5 dal 2007). Interaction: quest area di ricerca si basa su una tecnologia hard di analisi di segnale in grado di sostenere applicazioni industriali e di mercato. Per questo motivo, la linea di impatto oltre che sulle applicazioni e collaborazioni con l industria, si basa sullo sviluppo di tecnologia anche brevettata. 6 Capacità di Attrazione di Risorse Esterne per la Ricerca La Fondazione Bruno Kessler eredita dall Istituto Trentino di Cultura ed in particolare da quello che fu il suo dipartimento tecnoscientifico, l IRST una riconosciuta capacità di attrarre risorse per la ricerca, da agenzie finanziatrici pubbliche, internazionali e non, come dal settore privato. La capacità di acquisire finanziamenti esterni (ovvero non provenienti dai finanziatori istituzionali) è essenziale per la vita e prosperità della Fondazione, ed è parte integrante della sua missione. Oltre a queste già ottime ragioni, al perseguimento di quote di autofinanziamento importanti se ne aggiunge almeno un altra: ed è che la capacità di autofinanziamento è effettivamente un buon testimone della competitività scientifica ed intellettuale dell organizzazione e della reputazione che essa ha nel raggiungimento di obiettivi concordati. Oltre alla dimensione della competitività (è aggiudicata su base competitiva la gran parte delle risorse che la Fondazione attrae dall esterno), la capacità di autofinanziarsi evidenzia anche, della Fondazione, una dimensione cooperativa il suo saper contribuire in ruoli importanti in consorzi di ricerca a livello europeo ed internazionale. Come per altri riguardi rilevanti ai fini della VQR, anche la capacità della Fondazione di attrarre finanziamenti esterni verrà meglio rappresentata operando una distinzione tra il pre- ed il post- 2007. 18

Antecedentemente alla costituzione della Fondazione le iniziative per l autofinanziamento originavano (quasi) esclusivamente dalla ricerca, con un coordinamento, spesso largamente informale, ai diversi livelli della struttura interna gli allora progetti; divisioni; istituti. I servizi di supporto curavano la sola gestione amministrativa, legale e patrimoniale dei contratti, sia che essi derivassero da progetti condotti in Programmi Quadro dell Unione Europea, sia da ricerca commissionata da privati, od altro. Si trattava, in buona sostanza di un sistema solo blandamente coordinato, e poco specializzato ad affrontare i problemi specifici presentati dalle diverse opportunità di finanziamento. Pur con questi limiti, tuttavia, l autofinanziamento dell IRST si è lungamente mantenuto su livelli di tutto rispetto. Con la costituzione della Fondazione, è andata progressivamente affermandosi una cultura ed anche una capacità più evoluta e professionalmente più matura di acquisire e gestire finanziamenti esterni, e contestualmente di valorizzarli quanto più possibile amplificandone l effetto lungo diverse dimensioni. Oggi, per i due Centri della Fondazione che partecipano alla VQR il dato medio di autofinanziamento è crediamo confortante, e può essere così sintetizzato: a partire dal 2008, e con fluttuazioni prevalentemente riconducibili ai cicli pluriennali delle fonti, il Centro di Information Technologies (CIT) si assicura in media finanziamenti esterni pari a oltre 5.4M Euro/anno (oltre il 49% dei costi diretti della ricerca), mentre il Centro Materiali e Microsistemi (CMM) si attesta ad oltre 4.2M Euro/anno (al 45% dei costi diretti). In Sez. 2 e più dettagliatamente alla Sez. 5 abbiamo già dato conto del ruolo che l AIRT (l Area Innovazione e Relazioni con il Territorio) svolge nell impatto e nella sostenibilità economica della Fondazione. All interno dell AIRT trova collocazione una funzione specifica (Research Funding) pensata e costruita per stimolare/accompagnare l acquisizione di fondi per la ricerca, dalle fasi preliminari ed informali alla firma del contratto. In particolare, l ufficio di Research Funding: a) aggiorna in modo personalizzato ogni ricercatore e responsabile di ricerca su nuove opportunità di finanziamento emerse nelle sue aree di interesse (a livello europeo, nazionale, locale); b) raccoglie le proposte provenienti dalla ricerca, e le supporta lungo il loro ciclo di vita, finalizzando l azione alla negoziazione e stipula di contratti, tutelando in ogni fase gli interessi della Fondazione. In stretta cooperazione con la ricerca, l ufficio di Research Funding accompagna le fasi istruttorie, le negoziazioni e la formalizzazione di tutti i contratti posti in essere dalla Fondazione: nel contesto di progetti Europei o di altri bandi pubblici o privati; nella definizione di collaborazioni, di accordi di riservatezza, di prestazioni di servizio; più in generale nella valorizzazione della proprietà intellettuale e nella costituzione di consorzi o partecipazioni ad attività imprenditoriali. Vale la pena segnalare, a questo proposito, che i contratti censiti e completamente documentati a partire dal 2007 supe- 19

rano abbondantemente il numero di 1300, con una media annua di nuove acquisizioni che si aggira attorno alle 250 unità. Una volta acquisiti, i finanziamenti esterni vanno non solo onorati, ma anche bene amministrati. Quando si consideri l entità delle cifre in gioco, che limitandoci ai soli finanziamenti nel VI e VII programma quadro dell Unione Europea ammontano rispettivamente a oltre 19M Euro con 21 progetti (4 dei quali in ruolo di coordinamento) e oltre 17M Euro con 34 progetti (3 da coordinatori), è chiaro che l efficienza nell amministrazione diviene un fattore competitivo determinante. A questo proposito, un punto di distinzione per la Fondazione è certamente costituito dal conseguimento, avvenuto nel novembre 2010, del Certificate on the Methodology for Personnel and Indirect costs, la certificazione Europea specificamente pensata da parte della Commissione per un ristretto numero di beneficiarii ricorrenti per i quali siano documentabili alti livelli di affidabilità amministrativa. Basato su una lunga esperienza nella gestione di progetti Europei, questo risultato è il frutto di un impegno durato due anni, condotto con la collaborazione di tutta la ricerca della Fondazione: a conclusione di questo percorso, è stato possibile sottoporre alla Commissione Europea il modello dei processi amministrativo-contabili della Fondazione, conseguendo quindi, prima realtà di ricerca in Italia ed assieme ad altre 10 in Europa, questa importante certificazione. Oltre a consentire una notevole semplificazione amministrativa e promuovere l uso corretto delle diverse metodologie di calcolo nel rispetto delle regole comunitarie, la certificazione consente alla Fondazione di diminuire i costi di verifica della spesa da parte delle Commissione europea, ciò riflettendosi positivamente anche nello svolgimento delle attività di ricerca. 7 Collegamento tra Valutazione dei Risultati e Processi Decisionali Come abbiamo avuto già modo di illustrare (specialmente, in Sez. 2), la connessione tra l allocazione delle risorse e gli esiti della valutazione avviene nel momento della programmazione annuale e pluriennale. Allo stato attuale, la Fondazione non possiede un sistema formalizzato che contempli l erogazione di risorse aggiuntive verso Centri od Unità di ricerca, a fronte del raggiungimento o superamento di obiettivi di risultato concordati. Per quanto riguarda in particolare il cofinanziamento di progetti acquisiti (e.g., Programmi Quadro EU), esso viene garantito sulla scorta delle disponibilità derivanti dall Accordo di Programma che la Fondazione stipula con la Provincia Autonoma di Trento e relative verifiche (queste sì condotte in modo formalizzato). Ci si approssima, in questo senso, ad un sistema di matching fund istituzionale, disciplinato attraverso un processo 20