OSSERVATORIO ENERGIA Giovedì, 22 ottobre 2015



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OSSERVATORIO ENERGIA Giovedì, 22 ottobre 2015

OSSERVATORIO ENERGIA Giovedì, 22 ottobre 2015 Fonti Rinnovabili 22/10/2015 Italia Oggi Pagina 34 Aiuti alle fonti rinnovabili Decreto al vaglio dell' Ue 1 22/10/2015 Corriere del Trentino Pagina 11 Rtr: colosso del solare a Rovereto 3 22/10/2015 L'Eco di Bergamo Pagina 16 Fonti rinnovabili, convegno sulle novità normative 4 22/10/2015 La Nazione (ed. Arezzo) Pagina 13 GIORGIO GRASSI Impianti fotovoltaici: c' è un progetto per 5 scuole 5 22/10/2015 L'Arena Pagina 1 Il mini generatore eolico nato a Badia Calavena 6 22/10/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 15 JACOPO GILIBERTO Via libera alla Shell in Mar Ionio 8 22/10/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 42 SISSI BELLOMO Petrolio, l' Opec incontra di nuovo Russia e Messico ma non si parla di... 10 22/10/2015 Il Gazzettino (ed. Rovigo) Pagina 35 Mai più trivelle nel Delta del Po 12 22/10/2015 La Nazione Pagina 25 Dai rifiuti il pieno di carburante Ecco l' auto di Ritorno al Futuro 13 22/10/2015 L'Arena Pagina 1, più consumi averona Così si risparmia sulla bolletta 14

Pagina 34 Italia Oggi Fonti Rinnovabili Aiuti alle fonti rinnovabili Decreto al vaglio dell' Ue Incentivo agli ex zuccherifici da eliminare, tariffa feed (tariffa onnicomprensiva costante indipendentemente dai prezzi zonali orari dell' elettricità) in premium da ridisegnare, incentivo più basso per chi utilizza componenti rigenerati rispetto ai nuovi. Sono queste alcune delle richieste contenute nel parere del 14 ottobre 2015 dell' autorità per l' energia elettrica, il gas e il sistema idrico in merito allo schema di decreto interministeriale per l' incentivazione dalla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili diverse dalla fonte solare fotovoltaica. Il provvedimento ha ricevuto due giorni fa il via libera della Conferenza unificata ma per entrare in vigore dovrà ottenere il via libera della Commissione europea. Le modifiche richieste. Tra le proposte di modifica, l' Aeegsi chiede la soppressione dell' articolo 4, commi 5 e 6, del decreto per consentire l' accesso agli incentivi anche agli impianti per i quali i lavori di realizzazione vengono avviati prima del loro inserimento nelle nuove graduatorie. Inoltre andrebbe soppresso anche l' articolo 19 sugli ex zuccherifici, che in base al decreto potranno accedere agli incentivi del decreto interministeriale 18 dicembre 2008 (cioè ai certificati verdi e allo strumento incentivante che ne prenderà il posto), con un contingente incentivabile di 120,5 mw elettrici. Per l' autorità questo comporterebbe una disparità di trattamento con le altre rinnovabili costrette, se di potenza superiore a 5 mw, a partecipare alle aste, e anche un aumento eccessivo degli oneri. I tecnici propongono anche di prevedere un incentivo più basso per chi utilizza componenti rigenerati rispetto ai nuovi. Quantificazione dell' incentivo. L' Aeegsi ritiene opportuno prevedere che, nel caso in cui vengano utilizzati componenti rigenerati, la tariffa base (riportata nell' allegato 1 allo schema di decreto) assuma un valore inferiore a quello spettante nel caso in cui vengano utilizzati componenti nuovi. È necessario puntualizzare meglio il significato del termine «componente rigenerato». Criteri di calcolo del feed in premium nei casi di prezzo zonale orario superiore rispetto alla tariffa base ovvero negativo. Al fine di evitare disparità di trattamento tra gli impianti di potenza fino a 500 kw (feed in tariff) e quelli di potenza superiore (feed in premium), è opportuno prevedere che l' incentivo di tipo feed in premium sia calcolato come differenza oraria, sia positiva che negativa, tra la tariffa base e il prezzo zonale orario, modificando in tal senso quanto riportato nell' allegato 1 allo schema di decreto. Criteri di calcolo del costo indicativo degli incentivi. Èopportuno modificare l' articolo 27, comma 1, punto v), dello schema di decreto, in modo tale che il costo indicativo massimo annuo degli incentivi contempli, per gli impianti che hanno aderito allo «spalmaincentivi» volontario (dl 145/2013), il valore Continua > 1

Pagina 34 < Segue Italia Oggi Fonti Rinnovabili dell' incentivo a valle e non antecedente dell' operazione di rimodulazione. 2

Pagina 11 Corriere del Trentino Fonti Rinnovabili Rtr: colosso del solare a Rovereto Il gruppo entra in Manifattura. «Silicon valley del verde» trento Altro insediamento importante negli spazi di Progetto Manifattura, l' incubatore green di Trentino sviluppo. Il gruppo Rtr, primo produttore in Italia di energia elettrica dal sole e uno dei più importanti in Europa, forte di un fatturato di 150 milioni di euro, ha scelto l' ex Manifattura tabacchi di Rovereto per aprire la sua prima sede in Trentino. «Già popolato da tante startup innovative, Progetto Manifattura si apre a gruppi di livello internazionale» ha detto l' assessore provinciale Alessandro Olivi alla firma del contratto di insediamento. Presenti Sergio Anzelini, consigliere delegato di Trentino sviluppo, e Paolo Lugiato, amministratore delegato della società. Con circa 318 megawatt picco di potenza complessiva, distribuiti in 119 impianti in tutta Italia, Rtr produce energia equivalente al consumo annuo di 160.000 famiglie. Il gruppo collocherà a Rovereto le proprie attività direzionali, di ricerca e sviluppo e la sede legale. «Ho vissuto negli Stati Uniti nel 1999 2001, gli anni del boom della internet economy ha ricordato Lugiato e quello è lo spirito che rivivo oggi lavorando in Manifattura. Per questo abbiamo scelto questo polo, che è davvero una Silicon valley del verde. La nostra intenzione è proporre dei progetti formativi rivolti alle scuole e sviluppare progetti con ateneo, privati, centri di ricerca trentini». Con l' arrivo di Rtr salgono a 43 le aziende insediate, per un totale di 195 addetti. 3

Pagina 16 L'Eco di Bergamo Fonti Rinnovabili Fonti rinnovabili, convegno sulle novità normative La normativa regionale sugli impianti termici alimentati da fonti rinnovabili (a partire dall' obbligo formativo per installatori e manutentori) è al centro del convegno, in collaborazione con Regione Lombardia, «Dgr 3965/2015 disposizioni per l' esercizio, il controllo, la manutenzione e l' ispezione degli impianti termici», in programma il 5 novembre alle 18.30 nell' Auditorium Calegari di via Torretta. L' incontro, che vedrà anche l' intervento dell' assessore regionale all' Ambiente, Claudia Terzi, è rivolto agli operatori del settore (termoidraulici, caldaisti, frigoristi, spazzacamini), con l' obiettivo di sciogliere dubbi e fornire chiarimenti sulle novità in materia di termoregolazione e contabilizzazione del calore, formazione e registrazione della documentazione nel catasto Curit. I lavori saranno aperti dal presidente di Confartigianato Bergamo, Angelo Carrara, a cui seguiranno gli interventi dell' assessore Terzi, di Mauro Brolis e Stefania Ghidorzi di Infrastrutture Lombarde. Moderatore sarà il vicepresidente di Confartigianato Bergamo e capo area Impiantistica, Giacinto Giambellini. Seguirà un dibattito. Intanto, nella sede di via Torretta, sono già partiti i corsi di aggiornamento per gli addetti delle imprese che operano sulle fonti di energia rinnovabili, necessari per poter continuare a mantenere l' abilitazione. Per iscrizioni: ufficio Formazione (tel.035.274.325; e mail: formazione@artigianibg.com). 4

Pagina 13 La Nazione (ed. Arezzo) Fonti Rinnovabili SAN GIOVANNI Impianti fotovoltaici: c' è un progetto per 5 scuole di GIORGIO GRASSI SULLA SCIA dei raggi solari, il Comune di San Giovanni cerca il risparmio energetico. Ne saranno dotati cinque edifici comunali. L' azienda proponente effettuerà la messa in opera di cinque impianti fotovoltaici su altrettanti edifici scolastici. Nello specifico si tratta della Media Masaccio, Elementare don Milani, Media Marconi ed elementare del Bani. Il quinto impianto fotovoltaico inizialmente previsto nel palazzetto di via Genova, sarà in seguito riallocato su un' altra scuola. L' ufficio tecnico del Comune sta verificando se la Scuola La Pira del Ponte alle Forche ha il tetto compatibile col tipo d' installazione. Il Comune intende ottenere un notevole risparmio energetico con la messa a dimora dei pannelli solari. AL RIGUARDO l' assessore David Corsi riferisce: «Gli impianti si ripagheranno col risparmio energetico e con la vendita della corrente in eccesso. Il canone di riparto è calcolato in modo che il Comune, comunque, ottenga un risparmio, e nello stesso tempo il gestore sia economicamente ripagato dell' investimento». Corsi sulla tempistica dell' installazione afferma: «Stimiamo di poter installare i primi 4 impianti ad iniziare dalle prossime vacanze di fine anno. L' assessore aggiunge: «Dopo il fotovoltaico dell' edificio comunale, aumentiamo la quantità di energia rinnovabile prodotta sugli edifici pubblici». Infine annuncia: «E' solo l' inizio di un percorso che a brevissimo ci vedrà impegnati in un progetto molto più ampio di risparmio energetico, il cui lavoro di inziale censimento e studio, gratuito per il Comune, ci verrà presentato nei prossimi giorni dallo stesso partner che installerà i cinque impianti fotovoltaici». GIORGIO GRASSI 5

Pagina 1 L'Arena Fonti Rinnovabili FONTI RINNOVABILI. Presentata la turbina a sei anni dall' avvio del progetto della nota società Il mini generatore eolico nato a Badia Calavena Sono già una trentina le turbine eoliche dell' azienda Penta Wind di Badia Calavena, installate soprattutto nell' Italia meridionale e insulare. Così il progetto avviato sei anni fa da Mirco Perlati, con l' appoggio del padre Rino, cammina con le proprie gambe grazie all' aerogeneratore da 10 chilowatt ideato e costruito dall' azienda veronese. La società ha formato il personale interno, utilizza componenti di qualità, quasi tutti di fabbricazione italiana, si avvale della collaborazione di ingegneri esterni per l' aerodinamica e l' elettronica. Nel progetto, è coinvolta l' università di Trento che oltre a testare la durata della macchina, ha dato suggerimenti affinchè l' autonomia del prodotto sia garantita ed eventualmente migliorata. Il mini generatore eolico è stato presentato agli investitori veronesi, nella stessa officina dove nasce, da 10 kw di potenza con un rotore con cinque pale di 10 metri di diametro che viene posto a 24 metri d' altezza, capace di produrre da 35 a 37mila kwh annui nella versione base, ma che può essere moltiplicata con un' installazione multiturbina arrivando fino a 60 kw di potenza, gestiti con lo stesso impianto e con la stessa autorizzazione. I vantaggi per il minieolico sono diversi: da una parte sono ancora appetibili gli incentivi statali che finanziano per 0,2 centesimi di euro ogni chilowattora prodotto fino a 20 kw e 0,268 centesimi dai 20 ai 100 kw per vent' anni. «Sono allo studio delle riduzioni degli incentivi per il futuro che riguarderanno solo le nuove installazioni», avverte il direttore commerciale di PentaWind, Moreno Fabris, «ma abbiamo già calcolato che lo scostamento è minimo per chi resta sotto i 60 kw, che è l' opzione che noi suggeriamo per la semplificazione che comporta nell' iter burocratico». Inoltre le turbine lavorano a bassa tensione ed è più semplice il collegamento alla rete Enel, che non ha necessità di costruire una cabina, senza tener conto che su un basamento di cemento armato il palo di sostegno e la turbina possono essere installati con il semplice utilizzo di un camion gru. È un prodotto destinato anche all' esportazione nei paesi nordici dove l' associazione minieolico azienda agricola è una realtà consolidata «oltre al fatto che è anche una scelta etica per l' utilizzo di energia pulita e il coinvolgimento di un indotto che è tutto italiano e veronese», aggiunge Mirco Perlati. La proposta di PentaWind è un pacchetto chiavi in mano che fornisce diritto di superficie, autorizzazioni edilizie, posizionamento della macchina (di solito se ne consigliano due) e garanzia di manutenzione compresa, oltre a polizza assicurativa per danni vandalici, eventi atmosferici e mancata produttività. Il tutto per 135 mila euro (per due aerogeneratori) in un sito che garantisca 7 metri/secondo di vento e un Continua > 6

Pagina 1 < Segue L'Arena Fonti Rinnovabili guadagno netto annuo del 7 per cento (già calcolato sul possibile abbassamento degli incentivi statali per l' e olico), un investimento che non è possibile attingere a nessun' altra forma finanziaria se non ad alto rischio di volatilità. «Su trenta macchine in stallate metà sono di proprietà di PentaWind che ha scelto di investire su se stessa e per essere sicura di quanto propone ai futuri clienti», spiega Perlati. Salutando gli investitori arrivati alla presentazione in PentaWind, il consigliere regionale Stefano Valdegamberi, che da sindaco aveva portato a Badia Calavena il primo impianto eolico, ha ricordato come questo evento abbia contagiato positivamente l' imprenditoria locale «e stimolato la nascita di nuovi progetti come quello di PentaWind. Sono orgoglioso che produca turbine eoliche sempre più vendute nel nostro paese, sfidando con successo i colossi delle multinazionali». o. 7

Pagina 15 Il Sole 24 Ore. Il ministro dell' Ambiente Galletti ha firmato due decreti Via ai progetti della compagnia petrolifera Via libera alla Shell in Mar Ionio Ripartono i grandi programmi di esplorazione off shore dopo un lungo stop Via libera ambientale alla Shell per cercare giacimenti di metano e petrolio in una delle zone più lusinghiere per la scoperta di grandi riserve ma anche una delle aree a maggiore sensibilità contestativa del Mezzogiorno: il golfo di Taranto. Il ministro dell' Ambiente, Gian Luca Galletti, ha firmato due decreti di valutazione di impatto ambientale (Via) ai progetti della Shell nel mare Ionio fra Calabria, Basilicata e Puglia. Dopo il sì ecologico, ai cantieri manca solamente la formalità della firma dello Sviluppo economico. È forse il primo grande via libera dopo una lunghissima sosta: la lentezza con cui diverse amministrazioni pubbliche partecipano all' iter, il divieto temporaneo (poi cancellato) all' uso di strumenti di ricerca geologica, le sequenze di ricorsi al Tar hanno rallentato gran parte delle procedure per la ricerca e l' uso dei giacimenti nazionali. Sono stati espressi diversi decreti Via in questi mesi, ma non su progetti di tali dimensioni e in un' area costeggiata da regioni molto permalose. Le aree di ricerca Le zone in cui le navi della Shell ispezioneranno i fondali sono due, di forma irregolare. Una prima area di ricerca è vasta 730 chilometri quadri e dista 27 miglia nautiche da Taranto e una quindicina dalla Calabria. Non vi sono punti di particolare sensibilità ambientale. La seconda area da esaminare è di 617 chilometri quadri, più accostata alla costa calabrese (a 8 miglia dalla spiaggia di Trebisacce) e si avvicina a due aree di sensibilità ambientale. Le precauzioni ambientali Gli esperti della commissione Via del ministero hanno esaminato il progetto e hanno ritenuto che le prospezioni del colosso petrolifero nelle profondità sotto il mare si possano fare, a patto che vengano osservate alcune precauzioni per ridurne gli effetti sull' ambiente. Per esempio, sono state imposte alla Shell regole molto severe sull' uso dell' air gun, il "cannone" ad aria compressa che, sparando grandi bolle sotto il mare, produce sul fondale un colpo in cui eco permette di leggere le profondità del sottosuolo. È nel mondo la tecnica di ricerca geologica sottomarina più sostenibile, eppure anch' essa con i suoi colpi subacquei può disturbare la vita marina e suscita grandi timori ambientali. Per questo motivo ogni uso dell' air gun sarà preceduto da biologi che escludano la presenza di delfini e balene, avrà un suono gradualmente ascendente in modo da allontanare gli animali e così via. Continua > 8

Pagina 15 < Segue Il Sole 24 Ore Geologia e politica Il sottosuolo non è ancora stato esplorato, ma i geologi sospettano che in quel braccio di mar Ionio possano celarsi grandi giacimenti: parrebbe trattarsi della continuazione, sotto il fondo del mare, della stessa tipologia di sottosuolo che poco più a nord ha svelato le aree petrolifere della Val d' Agri (Eni) e Tempa Rossa (Total). Il progetto di ricerca di giacimenti risale a molti anni fa, al 2009, ma si è fermato mille volte fra cautele politiche e opposizione delle regioni prospicienti. In questi giorni i politici lucani insorgono contro l' approvazione del ministero e la Regione Basilicata ha annunciato l' ennesimo ricorso contro il progetto, in vista del referendum contro l' uso dei giacimenti nazionali proposto da dieci Regioni. In lista d' attesa Sono ancora in attesa di via libera i progetti per la ricerca di giacimenti in altre zone molto promettenti, cioè quelli dell' Eni nel Canale di Sicilia, della Tgs Nopec al largo della costa nordovest della Sardegna, della Schlumberger in tutto lo Ionio e nel mare fra la costa ragusana e Pantelleria. In questi mesi sono inoltre decollate le autorizzazioni ai progetti sul giacimento Ombrina Mare della Rockhopper, contestatissimo in Abruzzo, della Petroceltic a Trebisacce, dell' Edison per ampiare l' area petrolifera Vega nel Canale di Sicilia. RIPRODUZIONE RISERVATA. JACOPO GILIBERTO 9

Pagina 42 Il Sole 24 Ore. Nessun risultato al meeting voluto dal Venezuela Petrolio, l' Opec incontra di nuovo Russia e Messico ma non si parla di «tagli» Fmi: bilancio a rischio anche per l' Arabia Saudita Qualcuno ci aveva sperato, altri forse avevano frainteso. Ma di tagli della produzione di petrolio ieri all' Opec non si è neppure parlato: l' incontro con i Paesi non Opec, che il Venezuela aveva voluto ad ogni costo organizzare, si è concluso com' era prevedibile con un buco nell' acqua. A Vienna sono arrivati meno ospiti del previsto e gli unici ministri presenti erano il venezuelano Eulogio Del Pino e l' ecuadoriano Pedro Merizalde Pavòn. Gli altri Paesi erano rappresentati da oscuri funzionari ministeriali come si conviene in quello che l' Opec ha sempre definito un "incontro tecnico" oppure hanno snobbato l' appuntamento: Norvegia, Azerbaijan e Oman erano stati invitati, ma non si è presentato nessuno. C' erano invece la Russia, il Brasile, il Messico, la Colombia e il Kazakhstan. Ma non si è deciso nulla. O almeno, nulla che valesse la pena di annunciare al mondo: nel tardo pomeriggio di ieri, ore dopo la fine della riunione, l' Opec non aveva ancora diffuso nessuna dichiarazione, nemmeno il più scarno dei comunicati stampa. Non c' era stata una posizione ufficiale, del resto, nemmeno al termine di incontri analoghi che si erano svolti in maggio e, prima ancora, nel novembre 2014, alla vigilia dello storico vertice che segnò la svolta nelle strategie dell' Opec. Ieri, come ha riferito il ministro Del Pino, il Venezuela ha proposto di convocare tra un mese un vertice tra capi di Stato Opec e non Opec «per discutere la stabilità del mercato». Caracas vorrebbe inoltre reintrodurre una banda di oscillazione per i prezzi del petrolio, un riferimento che l' Opec ha abbandonato da anni, suggerendo 88 $/barile come «prezzo di equilibrio», necessario per contrastare il crollo degli investimenti e un conseguente declino del 10% della produzione globale. A Vienna nessuno sembra averlo preso sul serio, anche se nei giorni scorsi il ministro iraniano Bijan Zanganeh aveva invocato il ritorno ad un prezzo di riferimento, tra 70 e 80 $/barile. E il mercato ha ignorato del tutto la vicenda: il Wti è scivolato del 2,4% a 45,20 $/bbl, ma il maggior fattore ribassista è stato l' ulteriore forte aumento delle scorte di greggio Usa (+8 milioni di barili). Un cambio di rotta da parte dell' Opec era d' altra parte ben difficiele da immaginare, ora che le sue strategie hanno cominciato sia pure in ritardo a funzionare. In pratica gli Stati Uniti, patria dello shale oil, sono tornati alla casella di partenza: l' incremento della Continua > 10

Pagina 42 < Segue Il Sole 24 Ore produzione di greggio accumulato dallo scorso novembre a oggi è stato quasi competamente spazzato via. Oggi l' output Usa è sceso intorno a 9,1 milioni di barili al giorno, circa 500mila in meno rispetto al picco di giugno e promette di scendere ancora, forse addirittura più di quanto si attenda il Governo americano, che ora prevede un minimo di 8,86 mbg ad agosto 2016. La produttività per pozzo, dopo essere salita del 30% in reazione al crollo dei prezzi, da luglio ha infatti smesso di crescere nelle maggiori aree di shale del Paese, fa notare Drillinginfo. E il numero di trivelle è ai minimi dal 2010. Resta il fatto che il malessere dei produttori Opec è sempre più palpabile. Persino l' Arabia Saudita a oltre un anno dal crollo dei prezzi del greggio sta accusando contraccolpi: il Fondo monetario internazionale ieri ha avvertito che in meno di 5 anni le sue finanze rischiano di essere prosciugate se il Governo non tira drasticamente la cinghia. Kuwait, Qatar edemirati arabi uniti hanno ossigeno per i prossimi vent' anni almeno. Ma nell' insieme i Paesi del Golfo Persico hanno perso 36 miliardi di $ di entrate e avranno bilanci in deficit del 13% quest' anno..@sissibellomo RIPRODUZIONE RISERVATA. SISSI BELLOMO 11

Pagina 35 Il Gazzettino (ed. Rovigo) Mai più trivelle nel Delta del Po Unanimità in Consiglio regionale alla proposta di Azzalin che ha vietato la ricerca di idrocarburi Scampata per sempre la minaccia delle trivelle sul Delta del Po. Il consigliere regionale polesano del Pd, Graziano Azzalin, ispiratore della proposta di legge statale 11 approvata dal Consiglio regionale nel 2011 per vietare prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi nelle province di Venezia, Padova e Rovigo, poi arenatasi in Parlamento, ha espresso soddisfazione perl' esito positivo della decisione veneta. Con un unico rammarico: «Peccato che un simile atteggiamento non trovi riscontro sull' altra sponda del Po. «Il Delta ha continuato Azzalin è stato messo definitivamente al sicuro da ogni rischio di trivellazioni grazie al voto unanime del consiglio regionale che, per chiarire definitivamente ogni dubbio al riguardo, ha approvato all' unanimità la modifica della legge istitutiva del Parco nella quale si specifica che non solo non possono essere rilasciate autorizzazioni per l' estrazione di idrocarburi, ma nemmeno permessi di ricerca di alcun tipo. Anche i vibroseis, i mezzi di ricerca a vibrazione sismica, dunque, nel Delta non potranno entrare in funzione». Nella seduta dell' assemblea di Palazzo Ferro Fini sono arrivati 41 sì su 41 presenti sulla proposta di legge che vedeva Azzalin come primo firmatario. Soddisfazione anche per Patrizia Bartelle, consigliera regionale di Rovigo del M5S: «È stata una votazione unanime che ci dà soddisfazione. È solo l' ultimo capitolo di un lungo lavoro iniziato sul territorio a contatto con le associazioni e i cittadini. L' unica amarezza, per la quale continuiamo a lottare, è che non sia possibile inserire nel testo di legge le aree adiacenti perché non di competenza regionale, ma nazionale. Ricordiamo che anche il confinante comune di Cavarzere, nel veneziano, ha problemi molto gravi si subsidenza. Il nostro impegno continuerà». Già in commissione si era registrata l' unanimità e lo stesso capogruppo della Lega Nord Nicola Finco aveva sottoscritto la norma «Non avevo dubbi che anche il consiglio avrebbe risposto in modo affermativo a questa proposta ha concluso Azzalin perché è rivolta a chiarire ogni dubbio dopo la sentenza del Tar che aveva cassato la delibera con la quale la Regione aveva negato l' autorizzazione di ricerca di idrocarburi». riproduzione riservata. 12

Pagina 25 La Nazione Dai rifiuti il pieno di carburante Ecco l' auto di Ritorno al Futuro L' auto del film Ritorno al Futuro, con un motore alimentato a rifiuti, da fiction diventa realtà. Il Consorzio italiano compostatori ha mostrato come il biogas della parte organica dell' immondizia può generare combustibile. La macchina del tempo aveva un dispositivo (Mr. Fusion) che dal pattume traeva energia per mettersi in moto. Non sono più fantasie. 13

Pagina 1 L'Arena IL CONFRONTO. In base alle rilevazioni di Sostariffe, tutte le altre città venete, tranne Belluno, sono in calo, più consumi averona Così si risparmia sulla bolletta In Veneto solo due città vedono aumentare nel 2015 il costo dell' energia elettrica in bolletta: sono Verona con un +7% e Belluno addirittura con il +16%. Tutte le altre città venete vedono un calo dei costi. Lo studio è stato eseguito da SosTariffe.it che ha stimato i consumi e il costo delle bollette per l' energia elettrica in tutte le città del Veneto. Secondo l' osservatorio, Treviso è la città con i consumi più alti, ovvero 3341 kwh annui ( 10% dal 2014) che corrispondono a quasi 731 euro di spesa annua. Verona è in controtendenza perché aumenta i consumi di energia elettrica con una media pari a 3236 kw rispetto ai 3021 del 2014 (+7%) e un costo bolletta media che resta sotto i 700 euro, vale a dire 695,93 euro. Tuttavia con alcuni suggerimenti proposti da SosTariffe.it i costi possono essere tagliati in Veneto del 42%, ovvero 287 euro l' anno. Nei periodi autunnali e invernali i consumi di energia elettrica subiscono un incremento, gonfiando la bolletta della luce. Quali sono i fattori che incidono maggiormente sul costo finale dell' energia? Quali gli accorgimenti migliori per ridurre le spese? Sapere a quanto ammontano i costi per l' energia e dove agire per ridurli è utile per non ritrovarsi con un salasso in bolletta. Per quanto riguarda il Veneto, SosTariffe.it ha cercato di stimare i consumi medi di energia elettrica in ogni città della regione, la variazione rispetto ai consumi del 2014 e i costi finali che gli utenti si ritroveranno in bolletta a fine anno per il 2015 rispetto al 2014 (vedi tabella). Dall' analisi si evince che i consumi di energia nel 2015 in Veneto sono leggermente diminuiti dal 2014 di circa il 4%. Nel 2015 in regione si consumano in media circa 3187 kwh annui a nucleo familiare, contro i 3316 kwh dell' anno passato. Secondo questa stima, dunque, nel 2015 si spenderanno in media circa 679,65 euro per l' energia. A Belluno è stato rilevato l' aumento più alto dei consumi in regione (+16%). Oggi in questa città si consumano circa 2900 kwh contro i 2500 kwh del 2014. Nonostante questo dato Belluno è anche quest' anno la città con la bolletta meno cara di tutta la regione: annualmente si arriva a spendere circa 584 euro. Verona segue a ruota con un aumento dei consumi di energia elettrica pari al 7% e un costo bolletta che resta però sotto la soglia dei 700 euro. Vicenza è, invece, la città veneta più risparmiosa dato che in questa città si registra il calo maggiore di consumi in regione: dal 2014, infatti, la Continua > 14

Pagina 1 < Segue L'Arena diminuzione è stata del 15%. Oggi Vicenza si consumano circa 3032 kwh annui per una spesa di 628,17 euro in bolletta. A pesare maggiormente sui prezzi dell' energia elettrica ci sono alcuni cattivi comportamenti che possono essere tuttavia sostituite con alcuni consigli. Anche a Treviso la variazione del fabbisogno energetico dall' anno scorso è stata notevole: in questa città, infatti, nel 2015 si consumano mediamente circa il 10% in meno di kwh all' anno, ma questo non ha influito sul fatto che Treviso è la città con la bolletta più salata del Veneto. Qui nel 2015 si arriveranno a spendere in media quasi 731 euro per la luce. A pesare maggiormente sui prezzi dell' energia elettrica ci sono alcune cattive abitudini che possono essere tuttavia sostituite con alcuni consigli chefanno risparmiare. o. 15