LA FORMAZIONE PROFESSIONALE INIZIALE COME SERVIZIO POPOLARE PER CONTRASTARE LA DISPERSIONE E IL DISAGIO IN LINEA CON LA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA

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LA FORMAZIONE PROFESSIONALE INIZIALE COME SERVIZIO POPOLARE PER CONTRASTARE LA DISPERSIONE E IL DISAGIO IN LINEA CON LA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA Claudio Gentili Direttore Education Confindustria Roma, 26 gennaio 2010

STUDIO E LAVORO COME SCELTA DI LIBERTA La società non può abdicare al suo compito educativo L educazione è il primo veicolo per salvaguardare il patrimonio distintivo dei valori e dei saperi di una società, ma anche il suo patrimonio di conoscenze tecnologiche e di cultura di impresa Come ha scritto Benedetto XVI nella lettera alla Diocesi di Roma sull emergenza educativa: il rapporto educativo è anzitutto l incontro di due libertà e l educazione ben riuscita è formazione al retto uso della libertà

LA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA PRINCIPIO - PERSONA SUSSIDIARIETÀ SOLIDARIETÀ BENE COMUNE

DAL 1891 AL 2009: LE ENCICLICHE 1891 - Rerum Novarum - Questione sociale 1931 - Quadragesimo anno - Questione finanziaria 1961 - Mater et Magistra - Segni dei tempi 1967 - Populorum Progressio - Sviluppo dei popoli 1971 - Octogesima Adveniens - Carità politica 1981 - Laborem Exercens - Il lavoro 1991 - Centesimus annus - La fine della guerra fredda 2009 - Caritas in Veritate - Sullo sviluppo umano integrale nella carità e nella verità

DOMANDA SOCIALE: ASPETTI ANTROPOLOGICI Criticità Istituzioni scolastiche troppo centrate sull istruzione Istituzioni formative troppo mirate ad addestrare a ruoli standard, sempre meno presenti nel tessuto sociale ed economico OBIETTIVO: mutare il concetto di qualità del sistema formativo

DOMANDA SOCIALE: ASPETTI ANTROPOLOGICI Tre linee di rinnovamento 1. Rinnovamento della didattica e della qualità del personale docente 2. Rinnovamento delle relazioni tra istituzione scolastica e formativa e contesto di riferimento, qualità dell organizzazione interna 3. Qualità del governo e della regolazione del sistema nel suo complesso

DOMANDA SOCIALE: ASPETTI ANTROPOLOGICI Quattro diritti formativi 1. Sviluppare le proprie potenzialità in un percorso formativo adeguato 2. Acquisire competenze per esercitare positivamente un ruolo sociale attivo 3. Riconoscere i risultati dell apprendimento acquisito in modo formale, informale e non formale 4. Perseguire una formazione lungo tutto l arco della vita

LAVORO E FORMAZIONE Il lavoro assume una rilevanza specifica in quanto modalità di espressione dell identità personale Nel lavoro vengono coinvolte non solo le capacità operativo-manuali, ma anche la dimensione cognitiva, motivazionale-creativa, culturale ed etico-valoriale È necessario invertire la tendenza alla progressiva liceizzazione dei percorsi formativi professionalizzanti Qualificare l offerta in un sistema di istruzione e formazione professionale organico, integrato in un sistema educativo più ampio, ma con una propria peculiarità metodologica, organizzativa e regolativa

ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE A livello europeo il sistema VET (Vocational Education and Training) comprende tutti i percorsi formativi professionalizzanti In Italia l Istruzione e Formazione Professionale ne comprende solo una parte: sono diversi infatti i soggetti istituzionali che governano la Formazione Professionale (iniziale, superiore, continua), l Apprendistato, l Istruzione Tecnica e Professionale, l Educazione degli Adulti La strategia europea scommette su un apprendimento permanente che punta sulla occupabilità e sul diritto di cittadinanza per tutti Ma l Italia deve affrontare una forte criticità legata alla popolazione giovanile il fenomeno della dispersione scolastica e formativa e della crescita dei debiti formativi (soprattutto nei primi 2 anni di scuola secondaria superiore, in particolare nell Istruzione Tecnica e Professionale)

FORMAZIONE PROFESSIONALE INIZIALE Una proposta di formazione sperimentata e stabilizzata in più Regioni che intercetta destinatari eterogenei (135mila unità) il giovane quattordicenne che sceglie o è orientato alla FPI, i drop out, i giovani immigrati

FORMAZIONE PROFESSIONALE INIZIALE Caratteristiche della FPI obiettivi formativi rivolti alla formazione dell adolescente, sia dal punto di vista della cittadinanza che della vita professionale assolvimento dell obbligo di istruzione certificazione con qualifica professionale spendibile a livello nazionale e aperta alla mobilità europea progetto formativo ispirato alla cultura del lavoro e in stretto rapporto con il mondo del lavoro (risposta ai fabbisogni formativi delle imprese, formazione attraverso stage e tirocini, aggiornamento competenze tecnicoscientifiche, misure di accompagnamento al lavoro, strutture accreditate nei poli formativi)

FORMAZIONE PROFESSIONALE INIZIALE La FPI ambisce a costituire la base per la costruzione di un sistema che prosegue nei percorsi di formazione superiore e continua, nell ottica di una formazione lungo tutto l arco della vita MA HA ANCORA ALCUNI LIMITI non è inserita nel sistema nazionale ha bisogno di ulteriori misure di stabilizzazione soprattutto finanziarie richiede una maggiore chiarificazione rispetto all offerta erogata dall Istruzione Professionale di Stato

I PERCORSI REGIONALI DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE Le Regioni hanno definito la base comune del nuovo repertorio nazionale delle qualifiche e dei diplomi professionali secondo i principi dell EQF Sono state aggiunte 7 nuove qualifiche alle 14 già definite nell accordo Stato-Regioni del 2003, più 28 profili di diplomi professionali (con i relativi standard) Il Repertorio costituirà il punto di riferimento per tutta l offerta del sistema di Istruzione e Formazione Professionale, compresa quella oggetto degli eventuali accordi con gli istituti professionali di Stato per il rilascio delle qualifiche triennali

IL RIORDINO DEGLI ISTITUTI PROFESSIONALI La natura di questi istituti è profondamente cambiata, in quanto articolati su percorsi solo quinquennali Gli istituti professionali potranno rilasciare qualifiche di durata triennale, in regime di sussidiarietà, a partire dal prossimo anno scolastico solo previa intesa tra MIUR, MEF e singole Regioni Per lo sviluppo dei contenuti curricolari e per approfondire gli aspetti organizzativi, il MIUR si avvale dello stesso gruppo di supporto utilizzato per gli IT

NUOVO IMPIANTO ORGANIZZATIVO 2 SETTORI - 6 INDIRIZZI SETTORE DEI SERVIZI 1. Servizi per l agricoltura e lo sviluppo rurale SETTORE INDUSTRIA E ARTIGIANATO 1. Produzioni artigianali e industriali 2. Servizi per la manutenzione e l assistenza tecnica 3. Servizi socio-sanitari 4. Servizi per l enogastronomia e l ospitalità alberghiera 5. Servizi commerciali

NUOVI MODELLI ORGANIZZATIVI DIPARTIMENTI COMITATO TECNICO SCIENTIFICO UFFICIO TECNICO (SETTORE INDUSTRIA ED ARTIGIANATO) per favorire l integrazione disciplinare e la progettazione formativa con composizione paritetica di docenti e di esperti del mondo del lavoro, del mondo produttivo, delle professioni e della ricerca scientifica e tecnologica con funzioni consultive e di proposta per organizzazione aree di indirizzo e utilizzazione degli spazi di autonomia e flessibilità con il compito di organizzare in maniera funzionale i laboratori, il loro adeguamento alle innovazioni tecnologiche, le misure necessarie per la sicurezza delle persone e dell ambiente

IL RIORDINO DEGLI ISTITUTI PROFESSIONALI Caratteristiche distintive della Riforma Più saperi e competenze coerenti con le esigenze formative delle filiere di riferimento (produzione di beni e/o servizi) Più capacità di rispondere alle richieste di personalizzazione dei prodotti e dei servizi Più competenze nell uso di tecnologie e metodologie innovative in contesti applicativi

ASPETTI CRITICI Eccessiva assimilazione nel biennio dell istruzione professionale al curricolo della tecnica Scarsa valutazione identità dell istruzione professionale Debole valorizzazione della qualifica triennale professionalizzante come opzione Raccordo con il sistema di Formazione Professionale Regionale Mancanza modello comune di alternanza scuola-lavoro per gli istituti professionali Eccesso di standardizzazione nelle scelte disciplinari

IN ITALIA IL TASSO DI DISOCCUPAZIONE SUPERA LA MEDIA DEI PAESI OCSE (6,2% VS. 5,6%) e le previsioni OCSE per il IV trimestre 2010 confermano un incremento del tasso al 10,5% vs. 9,9% della media OCSE Le previsioni sulla disoccupazione, 2010 Valori assoluti Valori percentuali (in milioni) (tasso di disoccupazione) OECD 25.487 Spagna 8,0 Stati Uniti 8.698 Francia 7,9 Spagna 2.706 Germania 7,5 Germania 1.833 Italia 6,2 UK 1.388 Canada 6,1 Giappone 1.239 OECD 5,6 Italia 1.124 UK 5,3 Francia 1.019 Stati Uniti 4,7 Canada 733 Irlanda 4,5 Irlanda 232 Giappone 3,8 Fonte: elaborazioni Confindustria Education su dati OECD Previsioni tasso di disoccupazione (%) Canada Francia Germania Irlanda Italia Giappone Spagna Tasso di disoccupazione 6,1 7,9 7,5 4,5 6,2 3,8 8 5,3 4,7 5,4 Previsioni al IV trimestre 2010 9,8 11,3 11,8 15,1 10,5 5,8 19,8 9,8 10,1 9,6 Regno Unito Stati Uniti G7 OCSE 5,6 9,9

INDUSTRIA E SERVIZI TRAINANO L OCCUPAZIONE IN ITALIA Lʹoccupazione italiana: composizione per settore, 2008 (valori percentuali, totale occupati=100) 120.0 100.0 100%=23,4 milioni 100 80.0 60.0 40.0 20.0 0.0 3.8 5.0 5.2 6.3 8.3 8.4 11.2 15.1 15.3 Agricoltura Turismo Altri servizi Pubblica Trasporti personali amministrazione comunicaz. credito Costruzioni Servizi alle imprese 21.3 Commercio Istruzionesanità altri serivi senso stretto Industria in pubb priv. Totale Fonte:elaborazioni Confindustria Education su dati Istat

JOB CREATION: NEI PAESI UE DOPO IL CROLLO, L OCCUPAZIONE TIENE NEL MANIFATTURIERO UE25: dinamiche dellʹoccupazione (livelli e tassi di crescita) Settore primario e utilities Agricoltura Estrazioni Elettricità, gras e acqua Manifatturiero Alimentari, bevande e tabacco Macchinari Altre industrie manifatturiere Costruzioni Distribuzione e trasporti Distribuzione Alberghi e ristoranti Trasporti e telecomunicazioni Altri servizi Banche e assicurazioni Altre attività e difesa Altri servizi Servizi non vendibili Pubblica amministrazione e difesa Istruzione Sanità e servizi sociali Totale Livelli (in migliaia) 1996 2006 2015 15.052 11.918 9.628 12.230 9.753 7.764 1.005 651 500 1.817 1.514 1.364 37.802 34.871 34.415 5.012 4.781 4.632 7.943 7.502 7.542 24.847 22.588 22.241 13.729 15.141 15.583 48.356 54.242 57.740 28.945 32.153 34.031 7.891 9.932 11.547 11.520 12.157 12.162 34.022 45.639 54.559 5.743 6.014 6.032 17.424 26.140 33.079 10.855 13.485 15.448 43.753 48.846 52.011 13.837 14.258 14.432 12.896 14.507 15.574 17.020 20.081 22.005 192.714 210.657 223.936 Tassi di crescita 1996 2006 2006 2015 2,3 2,3 2,2 2,5 4,3 2,9 1,8 1,2 0,8 0,1 0,5 0,4 0,6 0,1 0,9 0,2 1,0 0,3 1,2 0,7 1,1 0,6 2,3 1,7 0,5 0,0 3,0 2,0 0,5 0,0 4,1 2,7 2,2 1,5 1,1 0,7 0,3 0,1 1,2 0,8 1,7 1,0 0,9 0,7 Fonte: Unione Europea, European Center for Vocational Training 2008. Stime IER su dati Cambridge Econometrics E3ME model

JOB DESTRUCTION: NEGLI USA IL CROLLO DEL MANIFATTURIERO USA: cambiamenti nella composizione del manifatturiero (numero occupati e variazioni % 2000 2008, per settori) Var. assoluta numero occupati Var % occupazione Manifattura 3.775 22,0 Beni durevoli 2.385 21,9 Legno e prodotti in legno 130 21,7 Lavorazione minerali non metalliferi 79 14,2 Metallurgia 171 27,9 Prodotti in metallo (esclusi macchinari) 232 13,2 Macchinari ed apparecchiature nca 265 18,2 Computer e prodotti di elettronica ed ottica 615 33,0 Apparecchiature elettriche 168 28,6 Mezzi di trasporto 432 21,3 Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi 419 32,4 Mobili 194 28,3 Altre imprese manifatturiere 101 13,8 Beni di consumo non durevoli 1.390 22,0 Alimentari 76 4,9 Bevande e tabacco 17 8,0 Tessili 222 59,6 Abbigliamento e confezioni 269 58,0 Articoli in pelle e simili 31 47,2 Carta e prodotti di carta 148 24,6 Stampa e riproduzione di supporti registrati 206 25,6 Coke e raffinerie 8 6,1 Prodotti chimici 122 12,5 Articoli in gomma e materie plastiche 215 22,9 Occupazione privata (escluso manifatturiero) 7.056 7,5 Fonte: elaborazioni Congressional Budget Office su dati BLS

JOB CREATION E DESTRUCTION PER SETTORE Il gap degli addetti per settori, 2007 2004 (differenza assoluta delle quote sul totale dellʹexport) 1.00 0.80 0.60 0.40 0.20 0.00 0.20 0.40 0.60 0.80 1.00 0.79 ʺjob destructionʺ 0.31 0.15 0.15 0.13 0.11 0.06 0.06 0.05 0.04 0.03 0.03 0.05 0.15 0.37 0.42 ʺjob creationʺ Fonte: elaborazioni Confindustria Education su dati Istat 0.82 Tessili Cuoio, pelle e similari Abbigliamento Gomma e materie plastiche Pasta carta Prodotti chimici Mobili Macchine elettriche Coke, raffinerie di petrolio Altre industrie manifatturiere Minerali non metalliferi Prodotti in legno Autoveicoli Alimentari Apparecchi meccanici Altri mezzi di trasporto Metallurgia

LA LENTA E COSTANTE RIPRESA DELL INDUSTRIA ITALIANA AL 2017

Learn more, better work SONO ANCORA TROPPI I GIOVANI NEET (Not in education, employment, training) La quota di giovani italiani che non sono né occupati, né studenti, né in formazione è la più alta in ambito OCSE e in progressivo aumento dal 2002 Italy United Spain Japan Greece New Zealand Portugal Switzerland Canada Belgium Australia Slovak Austria France United States Hungary Sweden Ireland Czech Republic Denmark Germany Poland Finland Norway Netherlands 23.6 21.8 20.2 18.0 17.7 16.6 15.5 15.1 14.7 14.2 14.1 13.4 13.1 12.9 12.7 12.0 10.6 10.0 9.0 8.8 8.4 7.6 7.2 6.9 5.9 NEET Not in Employment, Education and Training in Italia 33.0 31.0 29.0 27.0 25.0 23.0 21.0 19.0 17.0 15.0 30.3 26.3 23.6 22.0 21.0 1998 2000 2002 2004 2006 0.0 5.0 10.0 15.0 20.0 25.0 Fonte: elaborazioni Confindustria Education su dati OCSE

Fonte: elaborazioni Confindustria su dati Excelsior, MPI e Istat. IL GAP DOMANDA OFFERTA DI DIPLOMATI TECNICI E PROFESSIONALI 2008: prima della crisi le imprese non trovano 181mila tecnici DOMANDA del settore privato di diplomati tecnici e professionali nel 2008 323.492 Domanda > Offerta GAP = 181.274 OFFERTA di diplomati tecnici e professionali nell a.s. 2006/2007 142.218 2009: nonostante la crisi le imprese non trovano 76mila tecnici DOMANDA del settore privato di diplomati tecnici e professionali nel 2009 214.037 Domanda > Offerta GAP = 76.319 OFFERTA di diplomati tecnici e professionali nell a.s. 2007/2008 137.718

Lo stock di iscritti ai licei e agli istituti tecnici, a.s. 1990/ʹ91 2009/ʹ10 (valori %, totale iscritti alla scuola superiore di II grado = 100) quota % 50.0 47 istituti tecnici 45.0 40.0 41 39 36 42 LA SCUOLA ITALIANA DIPLOMA MENO TECNICI 35.0 30.0 31 1990/91 1991/92 1992/93 licei* nellʹa.s.1998/ʹ99. Fonte : elaborazioni Confindustria Education su dati MPI 35 37 1993/94 1994/95 1995/96 1996/97 1997/98 1998/99 *Per evitare salti nella serie storica, sono stati inclusi anche gli studenti degli istituti psico pedagogici sin dal 1990/ʹʹ91, benchè la riforma sia entrata in vigore 35 38 1999/00 2000/01 2001/02 2002/03 2003/04 2004/05 2005/06 2006/07 2007/08 2008/09 2009/10 anni scolastici 34 Il sorpasso dei Licei sugli Istituti Tecnici Lʹincidenza dei tecnici sul totale degli occupati: trend 1992 2007 (valori %, n professioni tecniche/ n occupati) 22.0 20.0 18.4 20.9 22.0 21.6 L IMPRESA ITALIANA ASSUME PIU TECNICI 18.0 16.0 16.6 Il sorpasso della Germania 14.0 12.0 12.9 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 Italia Fonte : elaborazioni Confindustria su dati Eurostat 2000 2001 2002 Germania 2003 2004 2005 2006 2007

LA DOMANDA DI DIPLOMATI TECNICI E PROFESSIONALI, 2009 La domanda delle imprese di diplomati tecnico professionali, 2009 (valori assoluti) amministrativo commerciale meccanico turistico alberghiero elettrotecnico informatico edile socio sanitario elettronico agrario alimentare termoidraulico chimico tessile, abbigliamento e moda legno, mobile e arredamento grafico pubblicitario aeronautico e nautico biologico e biotecnologia cartario cartotecnico orafo stampa ed editoria lavorazione vetro e ceramica 14,840 13,530 7,790 6,400 5,700 3,290 2,840 2,300 1,870 1,720 1,410 1,160 900 790 310 230 160 90 80 75,910 0 10,000 20,000 30,000 40,000 50,000 60,000 70,000 80,000 90,000 * Per 74,690 diplomati non è specificato lʹindirizzo per cui per ottenere la domanda complessiva di diplomati tecnico professionali occorre aggiungere alla somma dei valori Fonte : elaborazioni Confindustria su dati Excelsior, 2009

LE NUOVE COMPETENZE E LE SKILLS RICHIESTE DAL MERCATO DEL LAVORO Le competenze emergenti più richieste Sociali/Culturali Relazioni interculturali Lavoro in team Autonomia Imprenditorialità e proattività Tecniche Informatiche e multimediali Nuovi materiali Nuovi processi produttivi Conoscenza specifica su tematiche legate a: salute, ambiente e clima Manageriali Gestione Relazioni Internazionali Gestione catena del valore delle relazioni internazionali Conoscenza dei mercati finanziari internazionali Green management (conoscenza approfondita delle nuove soluzioni legate all ambiente, clima e salute) + Multiskills e nuove combinazioni di skills

LA NUOVA OCCUPAZIONE: AUMENTANO I LAVORI con QUALIFICA PROFESSIONALE MEDIA E ALTA La tendenza dell occupazione in Europa, 1996-2020, per qualifica professionale 250 Negative scenario EU-25+ Posti di lavoro (milioni) 200 150 100 50 20,9% 46,2% 25,3% 31,4% 48,6% 50,0% Qualifica Alta Qualifica Media 32,9% 26,2% 18,6% Qualifica Bassa 0 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012 2014 2016 2018 2020 Fonte: Future Skill Needs in Europe, medium term forecast 2020, Cedefop 2009

LA FORMAZIONE NEL DIBATTITO POLITICO ITALIANO La Vita buona ha le radici in una vita attiva in cui il lavoro è la base dell autonomia sociale delle persone Welfare delle opportunità e delle responsabilità universale, efficace, solidale ed equo basato su 3 diritti fondamentali: salute e sicurezza equa remunerazione apprendimento continuo La formazione è indissolubilmente legata al lavoro 3 linee di riforma lavoro, impresa, competenze

L ITALIA AL 2020 Piano di azione per l occupabilità dei giovani attraverso l integrazione tra apprendimento e lavoro PER PREPARE I GIOVANI DI OGGI AI MERCATI DEL LAVORO DI DOMANI, GARANTIRE LA PIENA OCCUPABILITA, FACILITARE LA TRANSIZIONE DALLA SCUOLA AL LAVORO favorire interventi integrati e strutturati di politiche attive del lavoro rendere fluidi e trasparenti i meccanismi che regolano l incontro tra domanda e offerta di lavoro potenziare rete operatori presenti sul mercato del lavoro contrastare i canali informali di ingresso nel mondo del lavoro rilanciare la borsa continua nazionale realizzare attività di orientamento al lavoro e di career service nelle scuole e nelle università

5 BUONI MOTIVI PER SCEGLIERE LA FORMAZIONE PROFESSIONALE Imparare lavorando attraverso laboratori, compiti reali e progetti, con una forte passione per il fare Imparare un mestiere e una professione fondati su una base culturale Avviare un'attività imprenditoriale nel manifatturiero e nei servizi Avere la libertà di trovare un lavoro nella propria regione Imparare a lavorare in una scuola che valorizzi la concretezza e apra subito al mondo del lavoro