RASSEGNA STAMPA SINDACALE Sabato 18 febbraio 2012
Pagina: www.oggitreviso.it LE COMMESSE SCIOPERANO ANCORA "No alla liberalizzazione delle aperture domenicali" TREVISO Le aperture domenicali, alle commesse, non vanno giù. E, contro la liberalizzazione, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil annunciano nuove inizative. A partire dallo sciopero indetto per domenica 19 febbraio. Muniti di volantini, le commesse e i sindacati daranno vita a un presidio domenica mattina, dallae 10 alle 12 in centro a Treviso, davanti al Coin. Ma iniziative di sensibilizzazione proseguiranno fino alla pronuncia del Tar del Veneto, il 22 febbraio, sui ricorsi presentati per dire no alla liberalizzazione totale delle aperture domenicale. Il Tar dovrà stabilire se a regolare gli orari e le aperture dei negozi debba essere la Regione o la legge sulle liberalizzazioni approvata a fine anno. Al Tar spiegheremo che non ci sono solo gli interessi della Grande Distribuzione sostengono i rappresentanti di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil di Treviso -, ma vanno difesi gli interessi dei lavoratori, delle associazioni rappresentative, della comunità e della sicurezza sociale. Noi siamo per una programmazione limitata di aperture domenicali che consenta un equilibrio fra le necessità dei lavoratori e quello dei consumatori: la legge regionale recepisce tali necessità.
Pagina: www.trevisotoday.it Cisl Treviso denuncia situazione dei lavoratori precari della Recus di Villorba Lavoratori precari alla Recus di Villorba: la denuncia di Cisl Contratti a progetto, ma vincolati come se avessero un contratto "normale": queste le condizioni di 50 lavoratori di un'azienda di Villorba, denunciate da Cisl Treviso Cisl Treviso denuncia situazione dei lavoratori precari della Recus di Villorba Contratti a progetto ma orari vincolanti, obbligo di sottostare all'autorità disciplinare dei capi ufficio e di comunicare ferie e permessi, postazione lavorativa in sede, retribuzione minima e variabile a discrezione dell'azienda. Questa è la situazione di cinquanta lavoratori dell'azienda di recupero creditizio Recus di Villorba, denunciata da Cisl Treviso. CONTRATTI NON RINNOVATI - Cisl rende inoltre noto che, dopo essersi rivolti al sindacato per far valere i propri diritti, alcuni lavoratori hanno visto non rinnovato il loro contratto con scadenza 31 dicembre 2011. "Nonostante i numerosi tentativi intrapresi dalla Cisl per trovare un'intesa - afferma Simone Botti, referente del sindacato trevigiano per i lavoratori atipici - la Recus ha deciso di andare per la sua strada continuando a calpestare i diritti minimi dei lavoratori". "Fin dai primi incontri, avvenuti in dicembre e con la mediazione di Unindustria, essendo Recus una sua associata - continua Botti - abbiamo chiesto la conferma dei contratti in scadenza e il mantenimento del sistema retributivo in vigore nel 2011". L'azienda ha risposto alle richieste del sindacato modificando il contratto, alzando gli obiettivi e diminuendo il compenso minimo e non ha confermato i lavoratori che si erano rivolti al sindacato. Finite nel vuoto anche le successive richieste, da parte della Cisl, di reintegrare i lavoratori precari non riconfermati. Da qui la decisione del sindacato di denunciare la situazione alle autorità competenti e preposte per i controlli. 50 PRECARI - La sede di Villorba della Recus impiega circa sessanta lavoratori, cinquanta dei quali inquadrati con contratti a progetto che si occupano del recupero dei crediti mediante attività di call center. Il lavoro fondamentale dell'azienda, dunque, viene svolto da operatori precari con contratto a progetto, sottolinea Cisl Treviso. E tuttavia, rileva il sindacato, il rispetto del contratto è puramente formale. Secondo quanto denunciato dai lavoratori, l'autonomia citata nel contratto è puramente virtuale: i lavoratori sono costretti a seguire orari vincolanti, a sottostare all'autorità disciplinare dei capi ufficio, a godere di una pausa massima di dieci minuti ogni due ore di lavoro, a sottoscrivere un preciso calendario di ferie e permessi, ad accettare mansioni predeterminate che vengono successivamente sottratte secondo l'arbitrio dell'azienda, ad effettuare un numero considerevole di tentativi telefonici dai quali dipende lo stipendio, a lavorare il sabato per garantire un compenso minimo. PRIMA IMPUGNAZIONE - Già nel giugno 2011, spiega il sindacato, due ex collaboratrici a progetto della Recus si erano rivolte all'ufficio Contenzioso della Cisl per procedere all'impugnazione dei contratti. "Questa vicenda - afferma Franco Lorenzon, segretario generale della Cisl di Treviso - colpisce lavoratori precari già sottoposti al ricatto del 'o così o vai a casa'. Ciò che questa azienda sottrae ai propri dipendenti è soprattutto la libertà e la dignità; non appena si è sparsa la voce che alcuni lavoratori avevano contattato il sindacato, si sono messe in moto minacce volte a scoraggiare l'adesione". "Le minacce si sono concretizzate alla scadenza dei contratti - continua Lorenzon - I collaboratori sospettati di essersi rivolti al sindacato sono stati lasciati a casa. Questo fatto, le condizioni di lavoro e di mancanza di diritti dei lavoratori a progetto sono per noi intollerabili: se le aziende pensano di affrontare le sfide dell'oggi e del domani sacrificando i diritti minimi e non negoziabili delle nuove generazioni siamo destinati a finire davvero male".
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www.radiovenetouno.it I precari: "Nessuna autonomia, minacce e persino pedinamenti" "VAI DAL SINDACATO? NIENTE LAVORO NEL NOSTRO CALL CENTER" La denuncia Cisl sul caso di una ditta di recupero crediti Una cinquantina di lavoratori, su sessanta totali, con contratti a progetto, di fatto impiegati come dipendenti fissi, con orari rigidi, obbligo di sottostare allo stretto controllo dei capi, pause di 10 minuti ogni due ore, calendario predeterminato e concordato di ferie e riposi, pratiche modificate all'insaputa dei singoli addetti. Di più: un clima di intimidazione, con mancato rinnovo del rapporto di lavoro per chi ha cercato di far valere i propri diritti o peggio di rivolgersi al sindacato. E' questa la situazione, secondo la denuncia della Cisl trevigiana e di un gruppo di addetti, alla Recus di Villorba: la società, che ha filiali anche a Sassari ed in Romania, si occupa di recupero crediti per conto terzi, l' Equitalia dei privati, la definiscono i sindacati. Tra i suoi clienti, finanziarie specializzate nel credito al consumo come Fiditalia, Argos Ducato, ma anche gruppi noti come Enel, Deutsche Bank, Carrefour, Seat Pagine Gialle. Il cuore dell'attività è rappresentato da un call center, da cui gli operatori sollecitano la restituzione delle somme dovute ai clienti. Vi lavorano in gran parte donne, tra i 20 e 40 anni, diverse con figli. La retribuzione è legata all'entità di credito recuperato: per diverse persone il minimo è di poco superiore a 400 euro. Soprattutto non è rispettata l'autonomia che il tipo di contratto prevede, come spiegano Simone Botti e Franco Lorenzon, referente per i lavoratori atipici e segretario provinciale della Cisl. Ai venti collaboratori che hanno chiesto il rispetto del contratto, secondo quanto riferito dalla Cisl, non sarebbe stato rinnovato il rapporto di lavoro in scadenza a fine anno. Alcuni sono stati poi ripresi, sia pure con condizioni peggiori rispetto al precedente, mentre chi aveva contattato il sindacato sarebbe stato lasciato a spasso. Secondo i cocopro alcuni di loro sarebbero stati persino pedinati per verificare se si recavano dai sindacalisti. Nonostante i tentativi di mediazione, anche tramite Unindustria, a cui l'azienda è associata, al momento non vi sono stati cambiamenti. Per questo ora il sindacato è pronto a procedere anche per vie legali.