SAN CHIRICO RAPARO AL CENTRO DELL ENOTRIA La mostra Magie d Ambra. Amuleti e gioielli della Basilicata antica, allestita presso i Musei Archeologici Nazionali di Potenza e Policoro, viene presentata tramite gli Istituti Italiani di Cultura, d intesa e in collaborazione tra la Direzione Generale per la Promozione e la Cooperazione Culturale del Ministero degli Affari Esteri e la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata, presso i principali Musei Archeologici del Mediterraneo Meridionale (Tunisi, Rabat, Il Cairo) e in alcune delle capitali del Nord Europa, nell ambito delle iniziative di promozione della cultura italiana all estero. Trattasi di preziose cinture, di gioielli e di sculture in ambra del periodo VIII-IV sec. a.c., ritrovati in necropoli della Basilicata, in particolare in Enotria. Il pregio di tali oggetti è la testimonianza del rango aristocratico cui doveva appartenere la donna che li indossava. L ambra di cui era fatto l oggetto, di provenienza del mar Baltico, e le qualità magiche attribuite a tale resina fossile, sono tutti indizi che avvalorano la grande vivacità che l Enotria in tale periodo viveva sia in termini di scambi culturali che commerciali con i Greci, sullo Ionio, e con gli Etruschi, sul Tirreno. L Enotria si colloca nell area dell odierna Basilicata, compresa tra il fiume Bradano, medio-alta Val d Agri, medio-alta Val Sinni fino al Tirreno e parte della Campania. La sua origine fu raccontata da Dionisio d Alicarnasso, storico del I secolo a.c. Enotro, 17 generazioni prima della spedizione contro Troia, accompagnato da molti della sua stessa stirpe, proveniente dall Arcadia, lasciò la Grecia per approdare sulle coste dello Ionio Trovando molta terra adatta al pascolo, ma anche all agricoltura. fondò numerose piccole città sulle montagne. E chiamò tutta la terrà che aveva occupato e che era assai estesa, Enotria, ed Enotri tutti coloro sui quali governò. Il periodo di massimo splendore dell Enotria è legato allo sviluppo avvenuto nelle città di Sibari sullo Ionio e di Poseidonia sul Tirreno. Il contesto storico va inquadrato nel VI secolo a.c. Gli Etruschi e i Cartaginesi, per contrastare l espansione greca stipulano un accordo (trattasi certamente del primo San Chirico Raparo al centro dell Enotria - aloisio.giovanni@gmail.com 1
accordo internazionale) su tre punti fondamentali: accordi di natura economica; patti di non aggressione; alleanza militare. Gli Etruschi e i Cartaginesi acquisiranno rispettivamente il controllo sulla Corsica e sulla Sardegna dopo aver vinto i Greci nella battaglia navale di Alalia. Gli Etruschi avranno via libera per far sentire la loro influenza fino in Campania, quindi a Poseidonia. Poseidonia fu colonia di Sibari, terminale di vie carovaniere di collegamento tra lo Ionio e il Tirreno. Fu fondata a seguito delle divergenze sorte per il controllo dello stretto di Messina, determinate non tanto dalla discordia tra i greci e gli etruschi, quanto dai difficili rapporti esistenti tra le diverse stirpi greche insediatisi lungo le coste della Sicilia e dello Ionio. In particolare, i Calcidesi controllavano i traffici tra oriente e il Tirreno e danneggiavano le floride colonie achee dello Ionio che avevano scambi commerciali con le aree del Tirreno. Nasce una grande amicizia tra gli Etruschi e Sibari, favorita dal fatto che Poseidonia era rappresentante della parte politica anticalcidese. Questa amicizia durerà fino al 510 a. C. quando Sibari verrà distrutta dalla rivale Crotone. Alle difficoltà nei collegamenti marittimi tra Sibari e Poseidonia si pose rimedio con la costruzione di vie carovaniere, utilizzando le valli e le zone meno impervie per superare i valichi di montagna. La via carovaniera principale era quella che saliva per la valle del fiume Agri (Akiris), passando dalla contrada Caliandro (Comune di San Chirico Raparo) e poi, in corrispondenza dell area in cui sorgerà Grumentum, deviava per la Sella Cessuta, dirigendosi al Vallo di Diano e quindi Poseidonia. E questa la via che permetterà lo scambio tra la civiltà etrusca e quella ellenica, non solo in termini di merci (metalli, ambra di provenienza nordica, contro oro, argento, oggetti lavorati di legno e metallo, ceramiche, stoffe, tappeti, profumi), ma anche dal punto vista culturale (scrittura, tecnica artistica, mitologia, religione). L assimilazione culturale derivante dalle aree tirreniche si riscontra sia nella posizione supina del defunto che nei corredi funebri; anche le coppe di ceramica poste su piede finestrato, riscontrate solo nell area mediana della Val d Agri, sono correlabili con quelle prodotte nel Lazio e in Campania. La presenza di vasi di origine greca disseminati lungo la valle è anche il segno della penetrazione culturale ellenica. E lungo le vie carovaniere, vere e proprie rotte commerciali che collegavano i Paesi del Nord Europa con l Oriente, che nascono relazioni commerciali e promozioni artigianali che con il tempo favoriranno migliori condizioni economiche e sociali San Chirico Raparo al centro dell Enotria - aloisio.giovanni@gmail.com 2
degli abitanti dell Enotria tali da consentire la formazione di nuclei familiari con caratteristiche nobiliari. Dopo la caduta di Sibari nel 510 a. C. e la contemporanea destabilizzazione delle aree della Campania verrà a interrompersi anche lo scambio tra lo Ionio e il Tirreno, facendo perdere prosperità e benessere agli abitanti dell Enotria, provocando quindi uno spopolamento di quest area. L arrivo dei Lucani, a fine V secolo a.c., permetterà un nuovo ripopolamento. Poseidonia prenderà il nome di Paestum. Seguiranno poi i Romani. Riprenderanno gli scambi tra Metaponto, Heracleia, Siris, Thouriori, dal lato verso la Grecia, e Paestum, dall altro lato. Come via principale di collegamento tra il Tirreno e lo Ionio fino al 1970 è rimasta quella dell Enotria, salvo varianti determinate da nuove costruzioni di strade effettuate a fine 800, a seguito della progressiva sostituzione dei veicoli da trazione animale a trazione meccanica. Sui resti della stazione di sosta (dotata di alloggi e servizi di carrettieri), ricordata come mansio da Mommsen, non ci sono più tracce, ma certamente era ubicata in prossimità della confluenza del torrente Racanello fiume Agri, in contrada Caliandro, località conosciuta non solo dagli studiosi di storia antica per gli aspetti legati all archeologia, ma anche dai geologi per l interessante struttura stratigrafica relativa al pliocene medio-inferiore. * * * Alcune ricerche archeologiche effettuate a San Chirico Raparo fin dall aprile del 1822, testimoniano la presenza di interessanti reperti provenienti da Noceto, come vasi apuli del IV-III secolo a.c. e monete d argento di Napoli, Metaponto e Thouriori. Essi venivano conservati in casa Simonetti (il barone Alberto Simonetti agli inizi del 900 è stato membro della Società Numismatica Italiana e corrispondente da San Chrico Raparo dell omonima rivista). L opinione corrente è che il paese di San Chirico derivi dall antico insediamento preromano denominato Polisandria, in contrada Noceto. Gli San Chirico Raparo al centro dell Enotria - aloisio.giovanni@gmail.com 3
oggetti rinvenuti in quell area avvalorano l esistenza di un centro abitato. In base alla qualità del materiale ceramico e per la tecnica usata nella fabbricazione degli stessi oggetti, si può senz altro affermare che gli abitanti dovevano condurre una vita piuttosto agiata. San Chirico Raparo fin dai secoli scorsi è stato meta di turismo archeologico in quanto paese nel quale sono stati effettuati le più importanti e fruttuose esplorazioni di necropoli indigene. Giovanni Pontano (1422-1503), Consigliere e Primo Segretario di Alfonso d Aragona duca di Calabria, studioso dell antichità classica, alla ricerca di testimonianze, epigrafe, ruderi, fu interessato al fenomeno caratterizzato dalla conformazione sifonale della sorgente Trigella, presso l Abbazia Basiliana di Sant Angelo, alle pendici del Monte Raparo, per cui in autunno la fonte si secca per poi riapparire in primavera. Nei versi (1518-54) delle Meteore del Pontano viene raffigurato il mito di una ninfa e di un fauno ispirato appunto dalla sorgente Trigella. Cronisti di fine 800 descrivevano l Abbazia di Sant Angelo come luogo di culto, rinomato nel passato sia in provincia che fuori, e di grande interesse architettonico (in quanto tipica delle cappelle rurali della Morea) e naturalistico per la presenza di grotte famose con stalattiti e stalagmiti. Theodor Mommsen, scienziato e scrittore, premio nobel per la letteratura nel 1902, nel 1845 visitò i luoghi della Val d Agri, in particolare, Saponara/Grumento e San Chirico Raparo. Egli, da una analisi storica del territorio, espresse il parere che nelle vicinanze di San Chirico dovesse essere ubicata Semuncla, una mansio tra Nerulo e Grumentum, lungo la via carovaniera, ricordata nell itinerario Antoniniano. Theodor Mommsen Mommsen, nato all estremo nord della Germania, trova una particolare predilezione per questi luoghi e spesso vi ritornerà nel corso della sua lunga e operosa esistenza. Egli non è interessato solo ai reperti archeologici, alle iscrizioni latine, agli avvenimenti storici, ma anche al dialetto lucano. Riferisce che l unica iscrizione latina di San Chirico la trova a Grumento. Qui si ricordano la pubblicazione sulla storia di Roma fino alla dittatura di Cesare, Corpus inscriptionum latinarum Lucaniae (1863) e l analisi scientifica dei dialetti lucani pubblicata dal Mommsen nel 1850 con il titolo Die nuteritalische Dialekte da cui prenderà origine la dialettologia antica dell Italia. San Chirico Raparo al centro dell Enotria - aloisio.giovanni@gmail.com 4
Emilio Magaldi riferimenti alle opere di Emilio Magaldi. Ricerche approfondite sulla storia romana della Basilicata sono state effettuate dal sanchirichese Emilio Magaldi (1906 1993) al quale si sono ispirati i maggiori storici di professione. Luigi Pareti nella pubblicazione Storia di Roma e del mondo romano in 6 volumi Torino 1952, per la trattazione storica dell area lucana, si avvalse delle intuizioni e considerazioni del prof. Magaldi: vedasi Lucania Romana Roma 1947. Anche nella Storia della regione lucano-bruzzia nell antichità di Luigi Pareti, pubblicata nel 1997, a cura di Angelo Russi, vi sono Tra gli anni 60 e 70 Dinu Adamesteanu (1913 2004), allora Soprintendente per i Beni Archeologici della Basilicata, ha effettuato scavi presso la necropoli di San Chirico Raparo, in contrada Madea, i cui reperti sono in mostra presso il Museo Archeologico di Policoro. L approccio metodologico-scientifico adottato dal prof. Adamesteanu, per comprendere il sistema di relazioni tra i coloni greci e gli indigeni, è stato prevalentemente a carattere topografico: aerofotogrammetria, cartografia e ricognizione diretta sul territorio. Sulla base dei nuclei di sepoltura rinvenuti in quell area, egli sosteneva che gli insediamenti dovevano essere sparsi e di piccole e medie dimensioni. Dinu Adamesteanu Con l adozione del modello francese per la ripartizione del territorio italiano (legge Rattazzi del 1859), l Enotria è stata ripartita tra la Campania e la Basilicata. Gli abitanti del Cilento e del Vallo di Diano non hanno accettato di buon grado tale separazione e recentemente hanno organizzato un Comitato promotore comprensoriale del Vallo di Diano e Golfo di Policastro per l annessione alla regione Basilicata. Tale comitato fino a poco tempo fa era formato da trenta promotori, rappresentanti delle forze politiche, ordini professionali e associazioni culturali. Lo scopo è quello di sviluppare iniziative per costruire una Grande Lucania. Giovanni Aloisio ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Le immagini riportate nel testo: parure e pendente in ambra rispettivamente del VI e del IV secolo a. C. provengono dal sito web http://www.archaeogate.it/; la cartina della Lucania antica proviene dal sito http://it.wikipedia.org/wiki/lucania; la foto del Guerriero lucano a cavallo - Pittura vascolare da una tomba nei pressi di Poseidonia del IV secolo a. C. - Museo Archeologico di Paestum è stata scansita da I Propilei Grande Storia Universale Mondadori, Vol. 3, Arnoldo Mondadori Editore, 1967; la foto panoramica di San Chirico è di Giovanni Aloisio; la foto di Theodor Mommsen proviene dal sito http://www.weltchronik.de/ws/bio/m/mommsent/mt01903a-mommsentheodor-18171130b-19031101d.htm; la foto di Emilio Magaldi è della Biblioteca del Comune di San Chirico Raparo; la foto di Dinu Adamesteanu proviene dal sito http://ro.wikipedia.org/wiki/dinu_adameşteanu. San Chirico Raparo al centro dell Enotria - aloisio.giovanni@gmail.com 5