REGOLAMENTO DIDATTICO del CORSO DI MASTER UNIVERSITARIO DI I LIVELLO. Esperto in Non Profit per lo sviluppo del territorio



Documenti analoghi
REGOLAMENTO DIDATTICO del CORSO DI MASTER UNIVERSITARIO DI I LIVELLO

REGOLAMENTO DIDATTICO del CORSO DI MASTER UNIVERSITARIO DI I LIVELLO. a.a. 2012/2013

REGOLAMENTO DIDATTICO del CORSO DI MASTER UNIVERSITARIO DI I LIVELLO

REGOLAMENTO DIDATTICO del CORSO DI MASTER UNIVERSITARIO DI I LIVELLO. Counseling e sviluppo delle risorse organizzative

REGOLAMENTO DIDATTICO del CORSO DI MASTER UNIVERSITARIO DI I LIVELLO A.A.2006/07. Dati e analisi statistiche per le decisioni strategiche e tattiche

REGOLAMENTO DIDATTICO del CORSO DI MASTER UNIVERSITARIO DI II LIVELLO A.A. 2016/17

REGOLAMENTO DEL MASTER DI PRIMO LIVELLO IN DIRITTO DEL LAVORO E DELLA PREVIDENZA SOCIALE 1

REGOLAMENTO DIDATTICO del CORSO DI MASTER UNIVERSITARIO DI I LIVELLO. Gestione e sviluppo delle risorse umane

REGOLAMENTO DEL MASTER UNIVERSITARIO BIENNALE DI SECONDO LIVELLO IN CRIMINOLOGIA FORENSE MA.CRI.F.

Anno Accademico 2005/ Corso di perfezionamento. Gestione di organizzazioni non profit e Progettazione sociale.

LAUREA MAGISTRALE BIENNALE IN SCIENZE ECONOMICHE (LM-56)

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PAVIA

Master Universitario di primo livello. Regolamento didattico

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI CATANIA

Requisiti curriculari, loro accertamento e verifica dell'adeguatezza della personale preparazione

Lauree magistrali Tirocini e stage: cosa sono Il tirocinio formativo e di orientamento è un periodo di formazione in strutture organizzative (enti,

REGOLAMENTO PER IL CONFERIMENTO DELLE BORSE DI STUDIO PER STUDENTI DEL PERCORSO FORMATIVO COMUNE DEL CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN MATEMATICA

Regolamento Corso di Laurea Magistrale in ECONOMIA E GESTIONE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI. (Classe LM-63, Scienze delle pubbliche amministrazioni)

LAUREA TRIENNALE IN ECONOMIA AZIENDALE (L-18)

Università Telematica OFFERTA FORMATIVA. Corso di Laurea in Gestione d Impresa

Regolamento Corso di Laurea Magistrale in. AMMINISTRAZIONE ECONOMIA E FINANZA (Classe LM-77, Scienze Economico Aziendali)

FACOLTÀ DI ECONOMIA (SEDE DI PIACENZA) ART. 1

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO

Pos. AG Decreto n. 449 IL RETTORE

REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEI CORSI PER MASTER UNIVERSITARI E DEI CORSI DI PERFEZIONAMENTO E DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

REGOLAMENTO DEL CORSO DI LAUREA SPECIALISTICA IN SCIENZE DEL LAVORO

PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI UN PROGETTO DI SERVIZIO SOCIALE

quarto ciclo di incontri per conoscere le professioni

REGOLAMENTO PER GLI STAGE

FACOLTÀ DI ECONOMIA. SEDE DI BRINDISI Via P. Longobardo, 23 - Brindisi Casale

In convenzione con DELLA TOSCANA $ $ 5 ( *2 / $ 0(172

REGOLAMENTO DIDATTICO del CORSO DI MASTER UNIVERSITARIO DI I LIVELLO SECURITY MANAGEMENT

CORSO DI LAUREA MAGISTRALE INTERCLASSE IN SOCIETÀ E SVILUPPO LOCALE

ATENEO TELEMATICO LEONARDO DA VINCI FACOLTÀ DI PSICOLOGIA REGOLAMENTO DIDATTICO DEL CORSO DI LAUREA IN SCIENZE PSICOLOGICHE

LAUREA MAGISTRALE BIENNALE IN MANAGEMENT DELLO SPORT E DELLE ATTIVITÀ MOTORIE (LM-47)

Regolamento per l'istituzione ed il funzionamento dei corsi di perfezionamento, di aggiornamento professionale e formazione permanente

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PERUGIA REGOLAMENTO DIDATTICO DEL CORSO DI LAUREA IN SERVIZIO SOCIALE

3 CORSO DI ALTA FORMAZIONE IN MATERIA DEMOGRAFICA

ANNO ACCADEMICO 2012/13 FACOLTA

LAUREA TRIENNALE IN SCIENZE MOTORIE (L-22)

TIROCINIO FORMATIVO ATTIVO

CLASSE DELLE LAUREE SPECIALISTICHE IN INGEGNERIA GESTIONALE

ANNO ACCADEMICO 2007/2008 CORSO DI LAUREA TRIENNALE IN FISICA

Psicologia forense 2014/15

Regolamento Corso di Laurea Magistrale in

REGOLAMENTO DIDATTICO

REGOLAMENTO DEL MASTER UNIVERSITARIO DI SECONDO LIVELLO IN CFO- DIREZIONE AMMINISTRAZIONE, FINANZA E CONTROLLO DI GESTIONE Seconda Edizione

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA FACOLTÀ DI ECONOMIA MARCO BIAGI

Regolamento Approvato dal Consiglio di Amministrazione del CSI-Piemonte il 16 luglio 2007

REGOLAMENTO DIDATTICO

CORSI PER MASTER UNIVERSITARIO DI I e II livello REGOLAMENTO ai sensi dell articolo 7, comma 4, del Regolamento didattico generale della Libera

Indice. Prefazione PARTE PRIMA LE FONDAZIONI DI PARTECIPAZIONE NELLE STRATEGIE COLLABORATIVE TRA AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE ED IMPRESE

POR CALABRIA , MISURA 3.7 AZIONE 3.7.b POR FSE CALABRIA ASSE IV CAPITALE UMANO OBIETTIVO OPERATIVO L.1 E L.2

UNIVERSITA' DEGLI STUDI DEL SANNIO REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEI CORSI DI MASTER UNIVERSITARIO DI PRIMO E SECONDO LIVELLO

MASTER POST DIPLOMA IN ESPERTO DI CREDITO COOPERATIVO GLOCALE

CONVENZIONE QUADRO TRA L UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA BENINCASA DI NAPOLI L AUTORITÀ PER LE GARANZIE NELLE COMUNICAZIONI

SEZIONE NONA FACOLTÀ DI SCIENZE BANCARIE, FINANZIARIE E ASSICURATIVE ART. 1

Regolamento per il riconoscimento crediti del Corso di Laurea Magistrale a ciclo unico in Scienze della Formazione Primaria (LM 85-bis)

REGOLAMENTO DEI CORSI PER MASTER UNIVERSITARIO

Regolamento della Scuola di Ateneo per le attività undergraduate e graduate dell Università degli Studi Link Campus University

LA FUNZIONE DOCENTE NELLA SCUOLA CHE CAMBIA: METODOLOGIA, DOCIMOLOGIA E STRUMENTI STATISTICI

REGOLAMENTO DIDATTICO del CORSO DI MASTER UNIVERSITARIO DI II LIVELLO. Professione docente e disabilità

ACCADEMIA DI PROGETTAZIONE SOCIALE MAURIZIO MAGGIORA

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO. REGOLAMENTO DIDATTICO del CORSO DI MASTER UNIVERSITARIO DI II LIVELLO

Master Universitario di I livello in Gestione dei Servizi Bancari e Finanziari. Incontro con gli OPF

SCHEDA RIEPILOGATIVA DEL MASTER IN PROFESSIONI DELLO SPETTACOLO MUSICA CINEMA TEATRO A.A. 2014/2015

Regolamento didattico Corso di Laurea Magistrale in Management e Sviluppo Socioeconomico (LM 56)

Università degli Studi di Trieste Facoltà di Medicina e Chirurgia Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali

MASTER di II Livello LA FUNZIONE DOCENTE E IL PIANO TRIENNALE DELL'OFFERTA FORMATIVA: DIDATTICA, INCLUSIVITA' E VALUTAZIONE

Laurea magistrale in Economia e politiche del territorio e dell impresa. LM 56 (Scienze dell economia)

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA FACOLTÀ DI BIOSCIENZE E BIOTECNOLOGIE

PERSONE DISABILI. E PROGETTO DI VITA Il lavoro sociale con la famiglia e le istituzioni. Anno Accademico

REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità

MASTER UNIVERSITARIO DI PRIMO LIVELLO: IL SISTEMA MONTAGNA UNIVERSITÀ TELEMATICA TEL.M.A. E UNCEM (UNIONE NAZIONALE COMUNI COMUNITA ENTI MONTANI)

REGOLAMENTO DIDATTICO

REGOLAMENTO DIDATTICO del CORSO DI MASTER UNIVERSITARIO DI I LIVELLO. "Gestione del cambiamento organizzativo" Change management

REGOLAMENTO DIDATTICO DELLA FACOLTA' DI INGEGNERIA

REGOLAMENTO DEL MASTER DI II LIVELLO GESTIONE DELLE POLITICHE ODONTOIATRICHE

Bachelor of Science in Ingegneria meccanica

SCIENZE BANCARIE, FINANZIARIE e ASSICURATIVE

Classe delle lauree in Ingegneria Industriale (classe 10) Facoltà di Ingegneria, Università degli Studi dell Aquila

Laurea Triennale in Scienze Turistiche (L-15)DURATA DEL

REGOLAMENTO DEL CORSO DI LAUREA INTEFACOLTA IN SCIENZE ORGANIZZATIVE E GESTIONALI. Art. 1 Oggetto del Regolamento. Titolo I ORDINAMENTO DIDATTICO

A.A. 2009/2010 GUIDA AI PERCORSI DI STUDIO

Articolo 1. Articolo 2. (Definizione e finalità)

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA. FACOLTÀ DI Medicina e Chirurgia

Corso di Laurea in Economia e Gestione delle Amministrazioni Pubbliche Anno Accademico 2015/16

UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE FACOLTÀ DI SCIENZE POLITICHE E SOCIALI

L Università di Trento tutti gli studenti che si impegnano. PREMI DI MERITO...quando studiare ti conviene

TITOLO I - DISPOSIZIONI GENERALI Articolo 1 (Ambito di applicazione) ALLEGATI: Allegato 1 Proposta di progetto


I EDIZIONE DI NUTRALAB CORSO IN INFORMAZIONE SCIENTIFICO-COMMERCIALE PER I PRODOTTI NUTRACEUTICI ENTE ORGANIZZATORE

REGOLAMENTO DIDATTICO DEL CORSO DI LAUREA IN ECONOMIA AZIENDALE

"Paolo Baffi" Centre on International Markets, Money and Regulation

Master universitario di SECONDO LIVELLO in Sistemi e Tecnologie Elettroniche per la Sicurezza, la Difesa e l Intelligence STATUTO

Progetto IDENTITAS: Formazione agli operatori di Bilancio di Competenze

Art. 1 Obiettivi formativi Art. 2 Sbocchi professionali

Energy Management DI PRIMO LIVELLO

Manuale della qualità

CORSO DI LAUREA IN BENI ENOGASTRONOMICI D.M. n. 270/2004

Transcript:

REGOLAMENTO DIDATTICO del CORSO DI MASTER UNIVERSITARIO DI I LIVELLO Esperto in Non Profit per lo sviluppo del territorio Direttori del corso: Silvana Signori e Stefano Tomelleri Commissione del Corso di Master: Gianluigi Bizioli Enrico Ginevra Ivo Lizzola Remo Morzenti Pellegrini Federica Origo Silvana Signori Stefano Tomelleri Laura Viganò Proposto da Facoltà di Economia, Facoltà di Giurisprudenza, Facoltà di Scienze della Formazione

Art. 1 - Inquadramento tematico del Master Il Master universitario di I livello Esperto in Non Profit per lo sviluppo del territorio è stato pensato e ideato congiuntamente da Facoltà di Economia, Facoltà di Giurisprudenza e dalla Facoltà di Scienze della Formazione dell Università degli Studi di Bergamo, con la collaborazione di SDM. L'Ateneo bergamasco vanta infatti al suo interno competenze specifiche sui diversi temi legati al mondo non profit, in ambito economico, aziendale e giuridico, in ambito socio-educativo e tecnologico. Si tratta di profili accademici di rilievo, affermati su questi temi a livello nazionale ed internazionale. Inoltre, si sono già realizzate iniziative formative in questi campi. Investire su questi temi per l Università di Bergamo significa mettere in campo risorse di ricerca e di didattica che, in modo sinergico con il territorio, costruiscano percorsi di studio, ricerca, riflessione finalizzati ad evidenziarne i risvolti concreti nel territorio locale ma anche in un contesto più ampio, nazionale e internazionale. Un laboratorio in cui le idee si forgiano per poi essere applicate ed esportate. La diffusione è da intendersi sia nell ambito di progetti pilota da realizzare con enti esterni sia nel vasto campo formativo. Il presente Master universitario di I livello ha lo scopo di valorizzare e promuovere una figura di esperto in grado di elaborare linguaggi comuni, promuovere una migliore democrazia sociale, di introdurre una riflessione sulle nuove politiche locali, nazionali e comunitarie in tema di non-profit. Intenti che mirano alla costruzione di contesti comuni e solidali, in una società che si presenta sempre più frammentata, multiculturale nella forma e nelle azioni, in cui le reti aumentano, ma non sempre riflettono una strategia di governo coerente. La realizzazione di questi obiettivi richiede la cooperazione tra le agenzie culturali, formative e produttive esistenti accomunate dai medesimi scopi. I processi di cambiamento dell attuale sistema non-profit sono una questione di radicale importanza, che non si possono ignorare. Se stanno cambiando i contesti in cui viviamo, abbiamo bisogno di cambiare anche il nostro modo di rappresentarli. Siamo, infatti, convinti che qualsiasi azione di progettazione e di governo che pensi di risolvere dall alto i problemi della realtà, se pur con azioni normative organiche e coerenti, rischi, in uno scenario fortemente globale, individualistico e frammentato, di rivelarsi strutturalmente fallimentare. Ispirandosi al modello tipicamente moderno di governance, tale normatività rischia di non intercettare le trasformazioni in corso dei legami identitari, oppure può trascurare di riconoscere gli sforzi di sperimentazioni virtuose che avvengono localmente nella società civile. E a fronte di ciò che crediamo nella necessità di promuovere una figura professionale che sia capace di promuovere processi di partecipazione e di rete tra persone, in grado di riconoscere, di valorizzare e di mitigare gli eccessi e i paradossi attribuiti agli attuali cambiamenti. La necessità di ripensare i criteri di progettazione, di governo e di azione nei contesti sanitari, socio-sanitari, sociali e assistenziali è per noi un modo per avviare un processo di costruzione di nuove categorie e strumenti operativi che aiutino ad interpretare, in termini evolutivi, l ambivalenza delle trasformazioni storiche e sociali in corso. Art. 2 - Obiettivi formativi e sbocchi professionali Il Master è indirizzato a coloro che desiderano approfondire la conoscenza teorica e pratica dei temi legati al terzo settore, imprenditoria sociale, associazionismo e cooperazione in un ottica di sviluppo del territorio. Si propone infatti di formare esperti nella gestione delle organizzazioni non profit, capaci di leggere le dinamiche del territorio in cui si troveranno ad operare, le politiche sociali e di welfare adottate, per poter individuare utili sinergie tra i diversi attori coinvolti (altre organizzazioni non profit, amministrazioni pubbliche, imprese for profit). Seguendo un approccio multi e interdisciplinare, il percorso si propone di affrontare macroambiti tematici quali: 1) Lo sviluppo del territorio: tra locale e globale, con un focus su cosa significhi fare comunità, l analisi delle politiche sociali e di welfare e la presentazione di metodi e strumenti per l analisi territoriale; 2) Management, contabilità e controllo, gestione e organizzazione delle risorse umane, profili giuridici del settore non profit; 3) La Responsabilità sociale nel settore non profit e la sua rendicontazione; 4) Fund raisin e gestione

finanziaria. Questi macroambiti tematici verranno approfonditi, in modo sinergico, dalle diverse discipline enunciate all art. 6. Il Master presenta quindi una varietà di argomenti trattati che, nel suo complesso, costituisce un bagaglio indispensabile per chi si voglia specializzare a tutto campo nell operatività del terzo settore e sul rapporto tra generatività sociale ed economica, partecipazione e cittadinanza attiva. Peraltro, coloro che già operano secondo una particolare declinazione del terzo settore (operatori, amministratori, volontari) potrebbero trovare più funzionale l approccio modulare, scegliendo, tra i moduli quelli che più si adattano al campo specifico di intervento. Target professionale Obiettivo del percorso è sviluppare una professionalità in grado di creare una rete di attori sul territorio che conosca le specificità del settore non profit. Il profilo tipo è quindi da ricercare in giovani neolaureati interessati dal settore e da gestori operativi con esperienze in non profit desiderosi di accrescere ed estendere la conoscenza sul settore. Le competenze acquisite durante il Master possono essere utilizzate anche nel settore pubblico, nell ambito delle politiche degli enti locali, nonché nel settore privato for profit particolarmente sensibile all implementazione di politiche collaborative con gli enti non profit. Art. 3 - Modalità di ammissione Sono ammessi alla frequenza del corso Master di I livello i possessori di: Diploma Universitario (V.O.); Laurea Triennale (N.O.) Il numero massimo dei posti disponibili è 30 Il numero minimo dei posti disponibili per assicurare la copertura finanziaria è 12 La Commissione si riserva di aumentare il numero di posti disponibili o di attivare il corso con un numero di partecipanti inferiore al minimo qualora si presentassero motivate e particolari esigenze, nel rispetto comunque del numero minimo fissato dagli organi accademici. Art. 4 - Durata del Master e misura dei crediti Un anno, per complessive 1500 ore così suddivise: 360 ore di formazione in aula 300 ore di tirocinio/progetto 765 ore di formazione individuale 75 ore di elaborazione tesi finale Stabilito un rapporto di: 1 C.F.U./25 h. di formazione, il master avrà una durata complessiva di 1500 ore per un totale di 60 crediti formativi universitari Art. 5 - Modalità relative all obbligo di frequenza La frequenza è obbligatoria. Sono ammesse assenze fino al 25% del monte ore d aula e fino al 25% del monte ore di stage.

I Direttori del Master si riservano di ammettere un numero superiore di assenze, previa valutazione della giustificazione delle assenze e della loro incidenza sul percorso formativo. I Direttori del Master possono accettare l iscrizione a singoli insegnamenti, purché i candidati siano in possesso dei titoli accademici richiesti per la partecipazione al Master. Al termine di ogni singolo insegnamento occorre sostenere un esame per ottenere l attestato di profitto con relativa assegnazione dei crediti formativi. I Direttori possono autorizzare la partecipazione a uditori, a costoro verrà rilasciato un attestato di frequenza. Art. 6 - Articolazione didattica del Master AREE ORE SSD C.F.U. AREA PSICOPEDAGOGICA Costruire legami solidali 32 M-PED/01 4 Psicologia del lavoro e delle organizzazioni 12 M-PSI/06 1,5 AREA SOCIOLOGICA Politiche sociali e welfare: prospettive e metodi 48 SPS/07 6 Sociologia della globalizzazione 16 SPS/09 2 AREA ECONOMICA Politiche pubbliche e del lavoro 32 SECS P/02 4 Economia e storia dell impresa non profit e dello sviluppo locale 32 SECS P/06 4 AREA AZIENDALE Contabilità, controllo, responsabilità e 64 SECS P/07 8 rendicontazione sociale Economia e gestione delle aziende non profit e 32 SECS P/08 4 delle cooperative Finanza, settore non profit e sviluppo del territorio 16 SECS P/11 2 AREA GIURIDICA Diritto dei servizi sociali e sussidiarietà orizzontale 24 IUS/10 3 Diritto comune, commerciale e tributario 52 IUS/04 6,5 Tot. attività didattica frontale 360 45 Stage/progetto 300 12 Elaborazione tesi 75 3 Attività di formazione individuale 765 Ammontare complessivo del Master 1500 60

Articolazione interna dei singoli moduli per aree tematiche: AREA PSICOPEDAGOGICA (n. 2 insegnamenti): Costruire legami solidali La ricerca azione come metodo per la promozione e lo sviluppo del territorio. Gestione dei progetti ed euro progettazione Psicologia del lavoro e delle organizzazioni Valorizzazione e motivazione del personale e dei volontari. Analisi della cultura organizzativa per la qualità del lavoro AREA SOCIOLOGICA (n. 2 insegnamenti): Politiche sociali e welfare: prospettive e metodi Nuove dinamiche demografiche e sociali: anziani longevi sani e fragili. Politiche sanitarie, socio sanitarie e cittadini: evoluzione dei servizi. Sociologia delle famiglie. Metodologia della ricerca empirica qualitativa e quantitativa. Ricognizione sociale Sociologia della globalizzazione Fenomeni migratori e multiculturalità. Smart cities, housing sociale e non profit AREA ECONOMICA (n. 2 insegnamenti) Politiche pubbliche e del lavoro Valutazione dell impatto delle politiche pubbliche, Politiche del lavoro e ruolo del terzo settore, Economia delle risorse umane nelle aziende non profit, Valorizzazione economica del volontariato. Economia e storia dell impresa non profit e dello sviluppo locale Storia della cooperazione e del non profit, Economia dell impresa non profit, L economia civile, Economia dello sviluppo locale. AREA AZIENDALE (n. 3 insegnamenti) Contabilità, controllo, responsabilità e rendicontazione sociale Modulo 1 Contabilità e controllo (n. 40 ore 5 C.F.U.) Contenuti: Contabilità e bilancio, Assetti istituzionali, mission e governance nelle aziende non profit, Strategia e controllo strategico, Pianificazione e controllo, Relazioni e sinergie tra amministrazioni pubbliche, private profit e non profit. Modulo 2 Responsabilità e rendicontazione sociale (n. 24 ore 3 C.F.U.) Contenuti: Responsabilità sociale d impresa e per l azienda non profit, Accountability e rendicontazione di missione e sociale. Economia e gestione delle aziende non profit e delle cooperative Economia e gestione delle aziende non profit e delle cooperative, Comunicazione e marketing sociale, Il Fund raising, Gestione e organizzazione delle risorse umane.

Finanza, settore non profit e sviluppo del territorio Finanza e settore non profit; Finanza per lo sviluppo del territorio. AREA GIURIDICA (n. 2 insegnamenti) Diritto dei servizi sociali e sussidiarietà orizzontale Diritto dei servizi sociali e sussidiarietà orizzontale Diritto comune, commerciale e tributario Il ruolo sociale del diritto privato, Il contesto istituzionale, Gli enti: autonomia e controllo, Il ruolo sociale dell impresa, Le regole dell impresa sociale, Diritto societario e responsabilità sociale dell impresa, Le società cooperative, Diritto sociale e diritto bancario, Le cooperative di credito, Profili tributari del terzo settore. Art. 7 - Modalità delle valutazioni di profitto Al termine degli insegnamenti verranno effettuate verifiche finali che accertino il profitto dello studente in riferimento alle diverse attività didattiche. Alle verifiche di profitto deve essere assegnata una votazione in trentesimi (eventualmente con lode). Per il conseguimento del titolo di Master è necessario conseguire la totalità dei crediti previsti dal piano didattico, superando con profitto (riportando una votazione di almeno 18/30simi) tutte le verifiche finali. Ai fini del calcolo della media dei voti conseguiti nelle verifiche di profitto, ogni voto con lode vale comunque 30 punti. Art. 8 - Modalità di valutazione della tesi di master La votazione della tesi viene ottenuta trasformando in centodecimi la media ponderata (rispetto ai crediti) dei voti conseguiti nelle verifiche di profitto in itinere. L elaborato di tesi deve essere esposto e discusso in seduta pubblica e al suo contenuto la Commissione Giudicatrice eventualmente assegna un voto (compreso entro i 10 punti) che concorre alla formulazione del voto finale. E possibile prevedere modalità di redazione dell elaborato di tesi come lavoro congiunto. Il voto finale viene espresso in 110mi. Per il conseguimento della lode è necessario il parere unanime della Commissione Giudicatrice La Commissione Giudicatrice è composta da minimo 5 membri, dei quali almeno 3 nominati tra i Professori di I e II fascia ed i Ricercatori dell Ateneo. La Commissione deve essere composta al massimo da 11 membri. Possono farne parte docenti a contratto dell Ateneo. La Commissione è presieduta dal Direttore del Master o da un Professore di I o II fascia.

Art. 9 Organi del Master e loro competenze Sono organi del Master i Direttori e la Commissione del Corso di Master Spetta ai Direttori: Proporre la Commissione di Selezione, ove prevista, composta dai Direttori e minimo altri 2 membri; Definire eventuali criteri di selezione; Proporre le Commissioni per le verifiche di fine insegnamento (minimo 2 membri tra i docenti del Master, di cui uno titolare dell insegnamento); Presiedere la Commissione del Corso di Master e convocarne le riunioni; Predisporre il budget del Master; Dare attuazione alle decisioni e agli indirizzi della Commissione del Corso di Master; Rappresentare il Master nei rapporti con l esterno per gli aspetti didattico-scientifici; Predisporre la relazione finale del Master; Autorizzare la frequenza ai singoli insegnamenti e proporre il relativo importo delle tasse di iscrizione Proporre la nomina del Presidente e dei membri della Commissione Giudicatrice della prova finale per il conseguimento del titolo di Master; Spetta alla Commissione: Individuare gli obiettivi formativi e gli sbocchi occupazionali; Definire i requisiti curriculari per l ammissione al Master; Stabilire il numero min-max posti disponibili; Riconoscere eventuali crediti pregressi; Predisporre la programmazione didattica del Master e proporre la copertura degli insegnamenti; Stabilire i criteri per l erogazione di eventuali borse di studio. L'Università degli studi di Bergamo ha implementato un sistema di gestione per la qualità in conformità alla Norma UNI EN ISO 9001:2008 nell'ambito della progettazione ed erogazione di azioni formative e di orientamento.