Monitoraggio della violenza di genere nella Provincia di Livorno: i dati dell accesso ai Centri Anti Violenza



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Monitoraggio della violenza di genere nella Provincia di Livorno: i dati dell accesso ai Centri Anti Violenza Il ruolo degli Osservatori Sociali per il contrasto, la prevenzione e le azioni positive nell ambito della violenza di genere La promulgazione della Legge Regionale 59 del 2007 ha dato l avvio ad un percorso specifico di studio ed analisi del fenomeno in oggetto, ovvero la violenza di genere, sull intero territorio regionale, specificandone anche modalità ed indirizzi. In primo luogo, la normativa attribuisce un ruolo fondamentale e prioritario alla conoscenza del fenomeno sul territorio regionale, stabilendo che presso l'osservatorio Sociale (regionale) sia istituita una apposita sezione denominata Osservatorio Regionale sulla violenza di genere che realizzi il monitoraggio sulla violenza attraverso la raccolta, l'elaborazione e l'analisi dei dati forniti dai centri antiviolenza, dai servizi territoriali e dai soggetti aderenti alla rete territoriale ed analizzi i dati. Secondariamente la legge stabilisce un metodo di lavoro, ovvero l approccio multidisciplinare al fenomeno, il coordinamento delle azioni, l utilizzo di percorsi di rete partecipati anche per la realizzazione delle azioni e per la programmazione degli interventi sui territori. Con il metodo (l approccio multidisciplinare) e gli strumenti (l Osservatorio Sociale, la rete territoriale) la Regione indica anche il fine, che è quello di realizzare una sinergia tra i soggetti coinvolti per sviluppare la conoscenza delle problematiche relative alla violenza di genere e per armonizzare le varie metodologie di intervento adottate nel territorio. Con questa base normativa e di indirizzo, l Osservatorio Sociale Regionale si è fatto promotore di un progetto per la realizzazione di un sistema di osservazione, monitoraggio, analisi e previsione del fenomeno della violenza di genere nonché di monitoraggio e analisi di impatto delle relative politiche, che vede il coinvolgimento diretto in qualità di soggetti operanti sul territorio degli Osservatori Sociali Provinciali. Presso ogni Osservatorio Provinciale è stata istituita una apposita sezione di lavoro inerente la violenza di genere; parallelamente è stato avviato un tavolo di lavoro regionale presso l Osservatorio Sociale Regionale, che coinvolge operatori degli Osservatori Provinciali e referenti regionali. Il lavoro è iniziato nel corso del 2008, ed ha coinvolto altri soggetti istituzionali (e non), nonché uffici e strutture regionali; nel corso degli incontri si è realizzata una sinergia con il settore sanitario regionale, con la vicepresidenza regionale (presso la quale ha sede un gruppo di lavoro istituzionale sulla violenza di genere), con i sistemi informativi regionali, con i referenti del progetto fili e trame 1, solo per citarne alcuni. Il lavoro si è sviluppato in due fasi: 1. Mappatura delle strutture che si occupano a vario titolo della violenza di genere, per poter realizzare un anagrafe ed un censimento da inserire in un data base regionale. 2. Raccolta ed analisi di un flusso dati che possa fornire informazioni quantitative omogenee a livello territoriale sul fenomeno. 1 Fili e trame contro la violenza intrafamiliare verso donne e bambini è un progetto della Associazione Artemisia presentato per il finanziamento alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per i Diritti e le Pari Opportunità (anno 2007), per il quale la Regione Toscana, in qualità di partner, ha concesso un contributo di co-finanziamento.

Entrambi gli aspetti sono stati realizzati dagli Osservatori Sociali Provinciali ognuno per il proprio territorio di riferimento 2. I primi lavori del gruppo degli Osservatori sono stati dedicati alla progettazione ed istituzione di un percorso di analisi specifico riguardante la violenza di genere, così come indicato dalle normative regionali. La prima necessità riscontrata è stata quella di individuare gli interlocutori, ovvero i soggetti istituzionali e non che sul territorio si occupano della problematica in oggetto; successivamente ci si è dedicati alla costituzione di una base dati sulla quale sviluppare la conoscenza, l analisi ed il monitoraggio del fenomeno sul territorio della Regione Toscana. La Provincia di Livorno a questo proposito si è attivata attraverso una serie di incontri che hanno coinvolto le istituzioni, le associazioni del territorio, i centri antiviolenza, i centri di ascolto, predisponendo una scheda di rilevazione dei soggetti e delle attività e inviandola ad un ampio indirizzario di soggetti istituzionali e del terzo settore. Dalle schede pervenute e dai contatti intercorsi è stato possibile elaborare una prima mappatura dei soggetti, delle strutture e dei servizi del territorio che si occupano a vario titolo di informare, aiutare, indirizzare le donne vittime di abusi e di violenze. Parallelamente a livello regionale si è attivato un processo di coordinamento delle azioni poste in atto dalle province toscane, fino alla definizione di un percorso di lavoro condiviso ed alla stesura di una scheda di rilevazione omogenea per tutto il territorio regionale. La scheda definitiva risulta essere il frutto di un lavoro interdisciplinare coordinato dall Osservatorio Sociale Regionale che ha coinvolto in prima persona istituzioni e soggetti del terzo settore dell intero territorio regionale. Scheda di rilevazione regionale Soggetto/Ente Tipo struttura Nome della struttura Indirizzo (via numero civico c cap città) Telefono Fax Orario di Apertura Sito WEB Tipologia del servizio offerto Note (es. situato c/o,etc. etc) In collaborazione con i sistemi informativi della Regione è stata in seguito sviluppata un applicazione attraverso la quale gli Osservatori Provinciali rilevano, archiviano, pubblicano e aggiornano le informazioni relative a tali strutture in un unico Data Base regionale delle strutture per la violenza di genere. L elenco completo delle strutture censite è visibile all indirizzo web www.e.toscana.it/strutture_violenza e facilmente fruibile tramite filtri tematici e/o geografici. Sono inseriti nell anagrafe i Centri Antiviolenza, i Consultori, i Centri Ascolto, i Pronto Soccorso degli Ospedali, i Servizi Sociali ed altre strutture operanti sul territorio; per ognuna di esse sono indicate anche le modalità di accesso ed i servizi offerti. Il Data Base, ad accesso pubblico e libero, risulta essere una mappatura pressoché completa dei servizi disponibili per l utenza, e parallelamente rappresenta un ottimo strumento di lavoro per gli operatori, ad esempio per indirizzare gli utenti ai vari servizi. 2 Quello che proponiamo nelle pagine successive è il risultato del lavoro realizzato, per la parte che interessa il territorio della Provincia di Livorno. Il report del lavoro relativo a tutto il territorio regionale è pubblicato in Primo rapporto sulla violenza di genere in Toscana a cura di Regione Toscana, Osservatorio Sociale Regionale anno 2009.

Elenco strutture operanti nel territorio della Provincia di Livorno: Tipo struttura Nome della struttura Indirizzo Comune Telefono Centro antiviolenza Centro donna antiviolenza Piombino Via Lerario,92 Piombino 0565-49419 Centro antiviolenza Centro Donna Livorno Via Strozzi,3 Livorno 0586-890053 Pronto soccorso Pronto soccorso Pronto soccorso Pronto soccorso Associazione Randi Via Della Maddalena, 4 Livorno 339-2785450 Azzurrorosa Via Maroncelli,37 Cecina 0586-669009 Rosignano Caritas Via Lungomonte Marittimo 0586-751612 Caritas Diocesana Via delle Cateratte,15 Livorno 0586-884693 Centro Ascolto Idea.LI Viale Alfieri,23 Livorno 0586-405699 Crocevia dei Popoli Loc. Fiorentina,7 Piombino 0565-276149 Sportello Donna Cecina Piazza Carducci, 23 Cecina 0586-611612 Sportello Donna CISL Via Goldoni,73 Livorno 0586-899732 Rosignano Sportello Donna Rosignano Via Della Costituzione,1 Marittimo 0586-764042 adolescenti Via F.lli Rosselli,5 Cecina 0586-631731 Rosignano adolescenti Via Aldo Moro,1 Marittimo 0586-726608 giovani Via San Francesco,59 Livorno 0586-895121 giovani Via Del mare,82 Livorno 0586-223188 Castagneto familiare Piazza Europa,1 Carducci 0565-774572 c/o Presidio Ospedaliero via familiare Montanara,39 Cecina 0586-614208 Rosignano familiare Via Aldo Moro,1 Marittimo 0586-726608 familiare Via Malenchini,7 Collesalvetti 0586 962063 familiare Via Fiera di Sant'antonino,3 Livorno 0586-223505 familiare Via E. rossi,46 Livorno 0586-223608 familiare Via Venuti,56 Livorno 0586-223904 familiare Via Del mare,84 Livorno 0586 223188 familiare Via C. Marx,1 Stagno 0586-941291 migranti Via E. Rossi,46 Livorno 0586-223608 0565- familiare Largo Torchiana, 1 Portoferraio 926800.816 Piombino San Vincenzo Presidio Ospedaliero di Cecina Pronto Soccorso Via Montanara,1 Cecina 0586-614214 Presidio Ospedaliero di Livorno Pronto Soccorso - Viale Alfieri,23 Livorno 0586-223329 Presidio Ospedaliero di Piombino Pronto Soccorso Loc. Salivoli,1 Piombino 0565-67913 Presidio Ospedaliero di Portoferraio Pronto Soccorso Via San Rocco,1 Portoferraio 0565-926634

Una volta censite le strutture di riferimento per il territorio, il lavoro successivo si è indirizzato verso la costituzione di una base dati conoscitiva rilevabile dai soggetti individuati (per lo più coinvolti attivamente in progetti e attività in partenariato con la Provincia o i Comuni del territorio) o da attività di ricerca già realizzate. Per la Provincia di Livorno sono stati coinvolti tutti i soggetti aderenti al progetto A.D.A., nonché i soggetti istituzionali firmatari del protocollo di intesa per la violenza di genere ex LR 59/2007. Il riscontro purtroppo non ha dato molti risultati: i dati riguardanti nello specifico la violenza per lo più non sono rilevati anche perché sono difficilmente individuabili come tali. Per quanto riguarda le denunce alle autorità giudiziaria abbiamo voci generiche percosse e minacce o delitti ; per il pronto soccorso non si fanno indagini sulle cause o motivi dell accesso se non sommarie; i centri di ascolto rilevano un disagio diffuso e spesso multiproblematico difficile da identificare; i servizi distrettuali, a meno di avere specifici progetti, non riescono ad isolare il fenomeno dalle rilevazioni sugli accessi delle utenti. D altro canto le indagini ufficiali sul fenomeno della violenza sono molto scarse e presentano comunque problematiche di interpretazione e misurazione delle tipologie, oltre ad essere molto generiche ed ampie territorialmente 3 ; oppure sono parti di analisi più generali ed identificano alcuni aspetti troppo specifici per essere significativi (ad esempio i delitti o gli omicidi intrafamiliari). L unica rilevazione sistematica inerente la violenza è realizzata dai Centri Anti Violenza, che accolgono soggetti vittime di tali abusi dando loro ascolto, sostegno e l aiuto possibile. Le volontarie dei Centri raccolgono ognuna con proprie schede gli accessi, registrando dati anagrafici della donna e alcune notizie riguardo alla violenza riportata; i dati non sono sistematizzati (solo raramente risultano essere posti in una banca dati, per lo più sono mantenuti in cartaceo) e risultano scarsamente omogenei sul territorio, ma possono rappresentare comunque una ottima base di partenza per lo studio del fenomeno. Sono allora state raccolte tali schede dai Centri Anti Violenza delle province; per la Provincia di Livorno: Centro Donna di Livorno, Largo Strozzi 3 Centro Donna Antiviolenza di Piombino, Via Lerario 92 Dalla analisi comparativa delle schede utilizzate dai Centri, in un lavoro di sinergia e coordinamento tra i vari attori in gioco, si è arrivati alla realizzazione di una scheda condivisa e di un data base regionale unificato, nel quale gli Osservatori Provinciali e gli stessi Centri Antiviolenza registrano i dati sugli accessi dell utenza. Il data base raccoglie in forma aggregata i dati dell anno 2008 e del primo semestre del 2009. Dal 1 Luglio 2009 sono registrate le singole schede di ogni utente. I dati dei Centri Antiviolenza della Provincia di Livorno 4 - Nel corso della propria vita una donna su tre nel mondo subisce violenza; una su quattro è vittima di violenza domestica; ogni anno quattro milioni di donne e ragazze vengono sfruttate o costrette a prostituirsi; 3 Si veda ad esempio ISTAT La violenza ed i maltrattamenti dentro e fuori dalla famiglia- anno 2006, ISTAT Indagine multiscopo sulla sicurezza dei cittadini-anno 2002; a cura del Ministero per i Diritti e le Pari Opportunità nel 2005 è stata fatta una relazione sui dati dei delitti aventi come vittima persone di sesso femminile; la banca dati EURES registra dal 1990 i delitti e gli omicidi. www.istat.it; www.pariopportunita.gov.it; www.eures.it 4 Fonti: Regione Toscana, documenti di lavoro, www.pariopportunita.gov.it, www.interno.it, www.eures.it, www.lastampa.it. Per la parte relativa ai Centri Antiviolenza Data Base Violenza di Genere Regione Toscana.

- In Italia la violenza è la prima causa di morte o invalidità permanente per le donne fra i 14 e i 50 anni: più del cancro, più degli incidenti stradali; - Sono più di mezzo milione (520mila) le donne dai 14 ai 59 anni che nel corso della loro vita hanno subito una violenza tentata o consumata (il 3% delle donne in quella classe d età) - Il 24,2% delle donne abusate nel corso della vita ha subito più volte violenza dalla stessa persona - Più della metà (9 milioni 860mila, pari al 55,2%) delle donne tra i 14 ed i 59 anni hanno subito nell arco della loro vita almeno una molestia a sfondo sessuale (piu di una donna su due) - Ogni giorno, in media, 7 donne subiscono violenza sessuale - Il 44% delle donne che hanno subito uno stupro o un tentativo di stupro lo ha subito in luoghi familiari (casa propria, lavoro, casa di amici e parenti o spazi circostanti) - Nell anno 2006 il il 36,7% degli omicidi volontari ha come vittima una donna. - Il 68,7% degli omicidi intrafamiliari hanno come vittima una donna, ed avvengono per il 52,8% all interno di una coppia affettiva, per il 35,9% tra marito e moglie, per il 13,3% tra ex coniugi - Nell anno 2004 per il reato di violenza sessuale il dato della Toscana è pari a 8 reati per 100mila abitanti contro 6,4 reati per 100mila abitanti in Italia; nell anno 2005 lo stesso dato è di 8,6 contro il valore italiano di 6,8 ed ancora nell anno 2006 il valore toscano sale a 10,1 reati contro il valore italiano pari a 7,6. Erroneamente si ritiene che la violenza sia cosa altrui; è un fenomeno latente, che vive nella quotidianità di ogni cittadino, maschio e femmina; ogni tanto diventa eclatante, ed allora si accendono i riflettori e la nostra società, mediatica, si adopera per accendere gli animi, sostenere la vittima, che, doppiamente vittima, si trova al centro delle cronache, soggetto (oggetto) delle trasmissioni televisiva e dei giornali. Per un po di tempo. Poi i riflettori si spengono, la cronaca trova altre attraenti notizie ed il problema ritorna a vivere latente nelle trame della società reale. Certamente non è facile cercare di conoscere ed analizzare il problema della violenza. Per lo più non è misurato, non è misurabile, vive di paura e di silenzio. Quello che qui vogliamo analizzare è quello che riesce ad emergere: è la punta dell iceberg, ne siamo consapevoli. Si stima che soltanto il 10% delle violenze subite sia raccontato a qualcuno, è ragionevole presupporre che la percentuale di coloro che si rivolgono ad un Centro Antiviolenza sia ancora più bassa ma crediamo sia importante, anche per valorizzare la fatica e l impegno delle donne che hanno avuto la forza di reagire e raccontare nonchè l umiltà di chiedere aiuto. A cura delle operatrici volontarie dei Centri Antiviolenza di Livorno e Piombino, sono stati inseriti in un data base i dati sugli accessi dell anno 2008 e dei primo 10 mesi dell anno 2009. Prima di presentare i dati relativi alla Provincia di Livorno rilevabili dal Data Base, sono doverose alcune premesse: - i dati si riferiscono agli accessi ai Centri delle vittime che spontaneamente vi si sono rivolte; - la registrazione del dato è assolutamente anonima ed effettuata a cura delle volontarie - i dati non possono dare notizie sull entità del fenomeno ma solo sulle donne che spontaneamente si sono rivolte ai Centri - Le valutazioni delle tendenze tra l anno 2008 e l anno 2009 bisogna sempre tenere presente che i dati dell anno 2009 sono riferiti ai primi 10 mesi dell anno. D altra parte quella che transita dai Centri Anti Violenza è risultata essere l unica strada praticabile per dare i numeri del problema e pur nella consapevolezza che questa non possa portare a notizie sull entità del fenomeno, essa costituisce comunque una porta di accesso ad esso, per cominciare (se non a misurare) almeno a tipizzare il fenomeno della violenza alle donne.

Utenti dei Centri Antiviolenza della provincia di Livorno Richiesta diretta ANNO 2008 Segnalazione da altri Totale richieste Richiesta diretta GENNAIO-OTTOBRE OTTOBRE 2009 Segnalazione da altri Totale richieste Centro Donna Livorno 15 15 17 1 18 Centro Donna Piombino 36 36 48 6 54 Totale richieste 51 0 51 65 7 72 Nell anno 2008 si sono complessivamente rivolte ai Centri di Livorno e Piombino 51 donne; nell anno 2009, nei primi 10 mesi, si registra una utenza pari a 72 unità. Se si confermano le tendenze, su base annua avremo un incremento sul totale utenti pari a circa il 71%, un dato importante e significativo, segnale probabile della ottima opera di conoscenza e di relazioni con il territorio che i Centri hanno messo in atto. Utenti dei Centri Antiviolenza della Toscana per provincia di attività del centro Richiesta diretta ANNO 2008 PRIMO SEMESTRE 2009 Segnalazione da altri totale richieste Richiesta diretta Segnalazione da altri totale richieste LUGLIO UGLIO-SETTEMBRE 2009 Richiesta diretta Segnalazione da altri totale richieste AREZZO 71 32 103 34 22 56 17 6 23 FIRENZE 479 225 704 294 123 417 140 48 188 GROSSETO 40 20 60 13 15 28 6 4 10 LIVORNO 51 0 51 43 0 43 10 4 14 LUCCA 96 23 119 51 49 100 10 4 14 MASSA CARRARA 4 1 5 10 1 11 10 4 14 PISA 164 18 182 95 11 106 10 4 14 PISTOIA 81 39 120 47 23 70 24 7 31 PRATO 87 74 161 50 0 50 15 22 37 SIENA 121 9 130 59 2 61 20 2 22 TOSCANA 1194 441 1635 696 246 942 262 105 367 Una analoga tendenza alla crescita delle utenze si riscontra in tutte le province della Regione, ipotizzando anche sintomi di cambiamento della cultura della donna, che consapevolizza cosa le sta accadendo e ha gli strumenti culturali per una reazione/rivolta alla situazione. Crediamo che una forte spinta a questo cambiamento della cultura possa essere stato dato in Toscana dalla entrata in vigore della legge 59/2007, soprattutto per il lavoro di rete e di approccio multidisciplinare che implica. La legge chiarisce le competenze dei soggetti coinvolti e invita gli stessi ad avviare la costituzione di una rete di servizio multidisciplinare, efficiente ed efficace, diffusa sull intero territorio regionale, valorizzando quello che già è presente in Toscana per attivare l'immediato intervento in caso di necessità, stimolare il coordinamento delle attività, il lavoro di rete e la coprogettazione e quindi, di fatto, favorendo la diffusione della conoscenza delle strutture e dei servizi sul territorio. L accesso ai Centri avviene per la maggior parte dei casi in modo diretto e spontaneo; solo in minor misura ci si rivolge al centro su indicazione di altri servizi o soggetti. Rileviamo invece che spesso, chi si rivolge al centro ha già avuto contatti per lo stesso problema con altri servizi, primi tra tutti i servizi sociali, secondariamente le forze dell ordine ed il Pronto Soccorso. Pochi invece sono gli accessi al per tali problematiche.

Si è già rivolta ad altri servizi? Centro Donna Livorno Centro Donna Piombino <<Non valorizzato>> 33 No 8 9 26 5 Sì, consultorio 1 Sì, forze dell'ordine 3 2 2 Sì, pronto soccorso 4 Sì, servizio sociale 5 5 5 10 Sì, altro 2 3 2 Non so/non risponde Questo aspetto si riscontra più marcato e definito dalla aggregazione degli accessi dei Centri di tutta la Toscana. Solo il 23% degli accessi ai Centri risultano essere una prima richiesta della donna; nel 77% dei casi la donna si è già rivolta ad altri servizi, privilegiando il Servizio Sociale Dati accessi ai Centri Antiviolenza toscani anno 2008 Si riscontra ancora una volta l importanza del lavoro di rete sul territorio, per il coordinamento degli interventi e delle azioni, per la vera presa in carico della persona che altrimenti rischia di essere trattata come un caso da ogni servizio al quale si rivolge, ricevendo risposte sempre parzialmente soddisfacenti. Solo nella minoranza dei casi si arriva a sporgere denuncia contro l aggressore. I Centri della provincia di Livorno hanno iniziato a rilevare questo aspetto nelle utenti dalla metà dell anno 2009, ma si riscontra una buona percentuale di denunce rispetto alle segnalazioni rilevate; i dati aggregati regionali presentano anch essi una percentuale piuttosto alta, pari al 35% di donne che hanno sporto denuncia,rispetto al 65% che non lo ha fatto. Ha sporto denuncia? Centro Donna Livorno Centro Donna Piombino <<Non valorizzato>> 15 2 36 34 Sì 5 4 No 3 16

Andando nel dettaglio del contatto con il Centro, riscontriamo che prioritariamente la donna pone questioni molto generali quali richiesta di informazioni, consulenze psicologiche o legali, ascolto e solo in un secondo momento, per lo più in successivi accessi, rivela questioni più specifiche inerenti le aggressioni e/o violenze subite, l aggressore, la propria situazione familiare e lavorativa, ed altre notizie anagrafiche. Prima richiesta della donna Centro Donna Livorno Centro Donna Piombino <<Non valorizzato>> 15 10 Informazioni 2 36 36 Consulenza legale 7 51 43 Assistenza psicologica 4 13 9 Ascolto 3 42 58 Assistenza sanitaria Allontanamento 11 7 Altro 15 21 Non so/non risponde La forma di violenza più denunciata è quella fisica (53% dei dati aggregati regionali anno 2008), ma essa raramente si presenta da sola; chi subisce maltrattamenti di ordine fisico è anche spesso vittima di soprusi e violenze psicologiche (51% dei dati aggregati regionali anno 2008) o mancato sostegno economico. Si rilevano inoltre molti casi di violenze reiterate di tipologia diversa sulla stessa persona. Tipo di violenza riferita Centro Donna Livorno Centro Donna Piombino <<Non valorizzato>> 15 10 2 Non so/non risponde Fisica 4 21 38 Psicologica 2 36 50 Economica 2 15 35 Stalking (persecuzione e molestie assillanti) 2 2 Violenza/molestie sessuale 1 12 5 Mobbing Si apre qui una porta sull aspetto reale che caratterizza la violenza sulle donne: la denigrazione, la reiterazione dei fatti, la violazione dei diritti umani e sociali; caratteri di una violenza che vive con la donna, magari anche all interno di un contesto relazionale o familiare e che segue la donna nei suoi percorsi di vita. Questa ipotesi sembra confermata dalle risposte della donna riguardo a chi sia l autore delle violenze che subisce: il primo ad essere indicato è il marito o partner, (o ex marito ed ex partner) convivente o ex convivente

Chi è l aggressore? Centro Donna Livorno Centro Donna Piombino <<Non valorizzato>> 15 10 Coniuge 4 25 9 Partner convivente 2 18 Partner non convivente 1 Ex coniuge 1 2 Ex partner 1 Datore/collega di lavoro 1 5 Conoscente 5 11 Padre 2 Madre 1 Figlio/a 1 Altro/i parente/i 3 3 Sconosciuto 2 2 I dati della nostra Provincia sono allineati con quelli aggregati regionali, che rilevano come nel 41% dei casi l aggressore sia il coniuge, e nel 29% dei casi il partner. Complessivamente parliamo quasi del 70% delle violenze rivelate dalle vittime ai Centri! Aggressori indicati anno 2008 dati aggregati regionali 6% 5% 4% 2%1% Coniuge Partner Ex coniuge 7% 15% 41% Altro Genitore Ex partner Conoscente N.S./N.R. 19% Datore/collega di lavoro È la violenza della quotidianità quella che maggiormente spinge le donne a reagire e parlare del problema. Una violenza che vive spesso all interno delle mura domestiche (coniuge, partner conviventi, genitori) e che a tentativi di uscirne, come nel caso di una separazione o allontanamento, a volte continua a seguire la vittima. Appare qui lontana l immagine che i giornali e le televisioni danno della violenza sulla donna, quella legata a eclatanti fatti di cronaca che insinuano la paura sociale dell aggressione dallo sconosciuto o dal branco per strada; questa è l eccezione, peraltro abbastanza facile da denunciare perché quanto meno ha un sostegno morale nell opinione pubblica. La realtà della violenza di genere vive nella nostra società, nelle nostre famiglie; è una quotidianità di violenza quella che rileviamo, che vive nelle maglie della nostra società moderna. Ma chi è la donna che subisce e rivela la violenza subita? Per lo più è italiana (71% del totale regionale anno 2008), ha tra i 30 ed i 50 anni (64% del totale regionale anno 2008), è coniugata

(51% del totale regionale anno 2008), ha figli, ha una cultura medio bassa (73% del totale regionale anno 2008) ed è occupata, magari in occupazioni precarie (54% del totale regionale anno 2008). Capiamo da questo che non abbiamo strumenti per dire che la violenza sulle donne possa essere legata a particolari situazioni di disagio, quali l immigrazione, la prostituzione, la mancanza di un lavoro; si conferma quanto sopra detto, ovvero una violenza latente ma viva nella società, trasversale ad essa ed ai gruppi sociali che la compongono. Età Donna Centro Donna Livorno Centro Donna Piombino Minore di 18 anni 3 2 18-29 anni 1 3 5 6 30-39 anni 9 7 6 18 40-49 anni 3 7 11 15 50-59 anni 2 6 8 60-69 anni 1 2 2 Maggiore di 70 anni 3 3 Nazionalità Italiana 11 13 34 42 Straniera 4 5 2 12 Stato Civile <<Non valorizzato>> 2 Nubile 4 10 10 Coniugata 11 10 18 28 Separata/divorziata 4 4 5 13 Vedova 3 1 Titolo di studio Centro Donna Livorno Centro Donna Piombino <<Non valorizzato>> 36 36 Licenza elementare 2 10 Media inferiore 5 11 5 Media superiore 8 4 2 Laurea 2 1 1 Condizione lavorativa <<Non valorizzato>> 2 Occupata 6 7 25 21 Non occupata 6 10 7 19 Studentessa 1 4 2 Occupazione precaria 3 8 Altro 2

Conclusioni? I dati sopra esposti, pur parziali, a causa prioritariamente della modalità con la quale sono stati raccolti e della fonte dalla quale provengono, rappresentano comunque un punto di osservazione originale sul tema e soprattutto là dove confermano o smentiscono situazioni di senso comune hanno innegabilmente un valore, almeno indicativo, per gli addetti ai lavori. Ci aspettiamo già per il prossimo anno di avere dati quantitativi più consistenti e quindi rappresentativi: il progetto regionale prevede infatti la messa a regime del sistema di raccolta dati, attraverso il coinvolgimento dei consultori, dei servizi sociali e dei centri di ascolto, (ovvero delle strutture censite nel database regionale visibile all indirizzo www.e.toscana.it/violenza_genere) e quindi la organizzazione di un flusso periodico di dati riguardanti le azioni contro la violenza di genere. In questo senso da questo breve report sono state aperte delle prospettive di lettura e degli spunti di analisi. Pur con le dovute premesse sopra esposte, dai dati possiamo sicuramente estrapolare alcune conclusioni. Considerazioni che trovano fondamento nelle percezioni che rilevano quotidianamente gli operatori dei Centri Antiviolenza che da anni sostengono le vittime di maltrattamenti e soprusi. La violenza è nella vita delle donne e degli uomini, così come lo è nella cultura sociale; per lo più è legata a rapporti di fiducia delle donne (coniuge, partner, conoscente) e questo la rende più difficile da consapevolizzare, spesso è reiterata, quasi sempre è legata a sentimenti di paura e sensi di colpa. È difficile riuscire ad avere dati certi sul fenomeno, ma dal nostro studio comunque possiamo confermare come il malcostume della violenza di genere sia allarmante come dimensioni e molto più diffuso di quanto si possa pensare. Si conferma anche che vive nella cultura degli uomini e delle donne, che è trasversale alle classi sociali, che non è legato a fenomeni di marginalità e devianza ma piuttosto di sostanza di rapporto tra i sessi. È su questi aspetti che dovranno incidere le prossime analisi, facendo approfondimenti anche di tipo qualitativo, affrontando il problema nella sua prospettiva di problema sociale diffuso e non legato alla devianza o a problematiche personali specifiche degli autori o delle vittime. Cambia la prospettiva di indagine, così come deve cambiare l approccio alla risoluzione del problema: non più progetti, sicuramente mirati ma sempre legati ad un contesto specifico, ma servizi alle donne vittime di violenza. Un servizio organizzato, strutturato, multidisciplinare di presa di in carico della persona, così come si ricava anche dalle indicazioni normative regionali, che invitano alla organizzazione di reti di servizi sui territori.