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ANNO 14 No. 4 Sabato 3 Marzo 2012 www.tribunadilodi.it tribunadilodi@gmail.com La Tribuna di Lodi QUINDICINALE D INFORMAZIONE NAZIONALE E LOCALE Spedizione in abbonamento postale art. 2, comma 20, lettera C, legge 662 / 1996 - EURO 1,00 Lodigiano in gioco a pag. 4 di Francesco Cancellato Con la crisi, crescono scommesse, slot machine, gioco online. Anche nel nostro territorio. I numeri di un emergenza. E le scelte dei Sindaci per arginarla. OPERAZIONE SOLE Potenza Istantanea Energia Prodotta Emissioni Evitate 12.224 34.518 18.329 kw MWh t (CO 2 ) a pag. 6 LODI 50 ANNI FA Oggi come ieri, la città alle prese con il suo bilancio a pag. 7 POESIA La giovane lodigiana Paola Fenini pubblica la raccolta "Aloni" Adesso l impianto va a 150! Ben puliti i pannelli e belle giornate serene, in questo periodo che sembra davvero un inizio di primavera: sono le condizioni ideali per il funzionamento del nostro impianto fotovoltaico, che comincia a registrare dopo un lungo periodo di stasi- ottimi valori. Nel corso di una giornata si sfiora, infatti, la produzione di circa 150 Kw. Niente male davvero, in attesa di ancora maggiori ore di luce. Il prossimo numero sarà in edicola sabato 17 marzo

2 La Tribuna di Lodi commenti SABATO 3 MARZO 2012 Signor Sinistro Con gli euro non si fa la polenta Prendete uno come me, che è poi uno come voi. Mediamente acculturato, mediamente attento a come va il mondo e soprattutto mediamente incline a fidarsi di chi governa. Capita che nel bel mezzo del cammin di nostra vita, uno capisca che il suo tenore di vita negli ultimi dieci anni è precipitato, che il suo lavoro è a rischio, che il futuro è diventato incerto, a tratti inquietante, non tanto per sé quanto per i propri figli, per chi verrà dopo di noi. Metti che uno rifletti e ragioni sulle aspettative che fecero da balia alla moneta unica, sulle dichiarazioni della sinistra che fu vittoriosa alla fine degli anni novanta. E scopre che sì, è vero, fummo fautori dell euro con Prodi. L Italia divenuta seria e affidabile, certo. L Italia matura che rinunciava alla facile tentazione della svalutazione periodica della liretta nazionale, già. L euro che partiva come collante monetario tecnico, ma che sarebbe presto diventato espressione di unità politica europea. Ora, se questi furono i capisaldi del pensiero ulivista degli anni 90, che cosa ci ritroviamo in mano nel 2012? L Italia affidabile no, visto che siamo la periferia discussa e tibile dell eurozona. L Europa divenuta nazione men che discumeno, visto che stiamo perdendo Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna. Siamo diventati più ricchi? Manco per sogno. Al contrario, siamo poveri, con sempre meno servizi sociali, insicuri ed economicamente marginali. Dunque, finita la riflessione, uno si chiede. Ma dov è il vantaggio? Quando uno sente dire che non si faranno Olimpiadi a Roma per motivi di bilancio, d acchito puo essere anche soddisfatto. Ma poi si chiede, per dire: ok, ma quei 30.000-50.000 posti di lavoro che non avremo, chi ce li dà? E ancor piu si chiede: ma che ci guadagniamo, a curare il bilancio in questo modo? Alla fine, sapete, dopo tutto quel che siè detto a uno come me, mediamente medio, viene un dubbio. Perché l euro, visto che non è nemmeno garanzia di unità politica? Perché la stabilità, equilibri e credibilità, se in loro nome non posso nemmeno investire in nulla, nelle Olimpiadi come nella scuola? Perché la spending review, se anno dopo anno ho sempre meno soldi e risorse per i miei figli? Certo, amici miei, sono solo cattivi pensieri da cattiva digestione del nostro tempo. Pero è meglio farli, questi cattivi pensieri. Perché la cosa più stupida che potremmo fare è sederci ad ammirare la stabilità finanziaria con un panorama di rovine alle spalle. Sarò retrò e fuori tempo, ma non dimentico che parole come capitalismo e finanza hanno significati precisi e storiche urgenze. E che non è per caso che cento anni fa sorsero movimenti contrapposti con nomi, obiettivi e speranze altrettanto precise e altrettanto urgenti. La storia non si ripete, vero. Ma per una volta, almeno una, cerchiamo di non arrivare ultimi ai suoi appuntamenti. È Crisi Ue Noi non siamo la Grecia questa la frase più volte ripetuta, quella che più spesso ci ritroviamo ad ascoltare, a dire agli altri e a noi stessi. La Grecia rappresenta lo spettro di un futuro possibile, il punto d arrivo se le cose non cambieranno, la prossima fermata di questo treno chiamato crisi. È vicina perché poco distante, perché come il nostro è un Paese mediterraneo, come noi hanno storia e cultura millenaria, come da noi il turismo è una risorsa importante. Anzi, per loro fondamentale. Si potrebbero adesso sviscerare dati micro e macro economici, approfondire temi e analisi, per cercare di comprendere quali le analogie e quali le differenze, perché loro e non noi. Si potrebbe fare come l attuale governo, che ci dice di stare attenti, che certo noi non siamo la Grecia ma se non mettiamo in atto le riforme, se non diminuiamo l evasione, se non paghiamo il canone Rai insomma si potrebbe utilizzare il confronto con l ellenico disastro come si fa con i bambini con l uomo nero. Certo è che la partita all interno dell Europa unita è ancora aperta. Salvare la Grecia per salvare l Euro, l equazione perfetta messa in discussione da qualche tempo, un po come sta accadendo per la teoria delle relatività di Einstein a causa della velocità dei neutrini. Oggi si sta pensando che forse possa convenire pilotare il default della Grecia, farla uscire dall Eurozona, rinunciare agli interessi sul debito che quello Stato ha nei confronti di Germania e Francia in primis, guarda caso. C è chi si è convinto che sia meglio staccare la spina, altrimenti ogni sei mesi ci si ritroverà a rifinanziare lo stesso debito, anzi un debito sempre più alto; che poi se la vedano loro, i greci, con la crisi che da soli hanno generato e nascosto, con l impatto sociale che la crisi ha avuto sin qui e che avrà nel caso fossero lasciati soli. Meglio tagliare i rami secchi. Oppure mettere alla guida di questa Grecia distrutta la cosiddetta Troika (Eu-Bce-Fmi) come appare inevitabile dall accordo che sembra essere stato raggiunto mentre queste parole prendono forma. D altra parte ai vertici di queste grandi istituzioni, o dei loro apparati strategico-economici, ci sono molti dei personaggi che hanno insegnato a quella Grecia come si potevano truccare i conti. Che adesso sappiano essere maestri migliori. La Tribuna di Lodi - Quindicinale di politica e d informazione edito dalla Cooperativa Ettore Archinti Onlus Anno 14 - No. 4 del 3/03/2012 - Autorizzazione del Tribunale di Lodi n 306 del 7/12/99 Spedizione in abb. postale art. 2, comma 20, lettera C, legge 662/1996 Direttore responsabile: Vittorio Valenza - Coordinatore di Redazione: Francesco Cancellato Redazione: Elisa Bettinelli, Gian Franco Colombi, Daniele Germiniani, Gian Marco Locatelli (corsivi), Domenico Ossino, Angela Regina Punzi, Angelo Stroppa, Bernadette Zerella - Impaginazione: Claudio Cortivo Direzione, redazione e amministrazione: presso il Circolo E. Cerri, associato AICS 26900 Lodi - Viale Pavia, 26 - Tel. 0371 35879 - Fax 0371 432740 - e-mail: ettore.archinti@libero.it Abbonamento annuale 15,00 - Abbonamento sostenitore 25,00 - Benemerito per importi superiori - Conto corrente postale n 13762240 intestato a Coop. Ettore Archinti Stampa: Fotlito 73 - Via Gramsci, 17-26812 - Borghetto Lodigiano - LO

La Tribuna di Lodi (Fc) SABATO 3 MARZO 2012 3 Un pasticcio Scrivevamo, nello scorso numero della Tribuna, che ci sembrava strano che fosse stato disposto dalla Procura il sequestro del depuratore per due soli valori fuori norma datati 2010. Pensavamo - e l abbiamo scritto - che potesse esserci altro contro SAL, in mano all accusa. Il sequestro, riflettevamo, è una misura cautelativa importante, che di certo non si decide a cuor leggero. Sbagliavamo e avevamo ragione allo stesso tempo, visto che pochi giorni fa il tribunale del riesame ha accolto il ricorso dei due indagati, il Presidente di SAL Antonio Redondi e il suo Direttore Generale Carlo Locatelli e ha disposto il dissequestro dell impianto, smentendo clamorosamente la Procura. Sbagliavamo, perchè la Procura, per quanto ci è dato di sapere oggi, aveva in mano soltanto quei due valori sballati datati 2010. Avevamo ragione, perchè per due valori sballati datati 2010 non si dovrebbe sequestrare un impianto nel 2012. Sopratuttto se SAL, dopo quell ispezione, ha realizzato, come sembra, tutte le modifiche richieste. Invece che sequestrare, non sarebbe bastato dare un occhiata? Fosse solo questa, la domanda: perchè aspettare due anni da quell ispezione per mettere sotto indagine i vertici di SAL? Perchè accusare SAL di essicare in modo scorretto (e inquinante) i fanghi secchi provenienti da altri depuratori, se è vero che dal gennaio del 2011 l azienda non riceve rifiuti di provenienza esterna? Perchè nel 2011 è stato disposto il raddoppio della linea di debatterizzazione dell acqua ai raggi ultravioletti se, come ha dichiarato al Cittadino la responsabile dell ufficio d ambito Diomira Creti Le analisi che venivano presentate riguardo al funzionamento del depuratore di Lodi sono sempre risultate conformi? E ancora: visto che i coliformi fecali, come dice il nome, si trovano nelle feci e visto che solitamente i WC sono allacciati alle fogne, perchè le analisi del 2010 hanno riscontrato valori fuori norma dei coliformi fecali nell acqua della roggia Molina a valle del depuratore? Vuol per caso dire che fra Montanaso e Lodi più di qualcuno scarica le proprie acque sporche direttamente in roggia Molina senza allacciarsi alla rete fognaria? In ultimo, una semplice curiosità: perchè il 1 Febbraio il Pm che aveva ordinato il sequestro dell impianto risultava essere, su tutti i giornali, il peso massimo della Procura Armando Spataro, mentre nel giorno del dissequestro, questi cambia improvvisamente nome e diventa il molto meno famoso Pm Giovanni Benelli? Sono tutte domande a cui speriamo il tempo dia risposta. Nel frattempo, rimane la sensazione che qualcuno, comunque vadano a finire le cose, abbia combinato un gran pasticcio. Resta da capire se questo qualcuno lavora negli uffici della SAL o in quelli della Procura.

4 La Tribuna di Lodi l'inch di Francesco Cancellato Si chiamano settori anticiclici. Sono quelli che prosperano nelle situazioni di crisi, quando il resto dell economia affonda. Non si direbbe, ma ce ne sono parecchi: da quelli legati ai consumi alimentari - perchè la gente, se ha meno soldi, rinuncia al superfluo, ma deve comunque mangiare - al turismo a basso costo (meno viaggi alle Maldive, più ombrelloni aperti a Rimini), fino ai bar dove i disoccupati passano il tempo. L epicentro di tutto ciò che è anticiclico, oggi, è legato al settore del gioco. Gli ingredienti, del resto ci sono tutti: le giocate - qualunqui esse siano - costano poco e aiutano a passare il tempo. Soprattutto, offrono ogni volta la speranza di un futuro roseo che il lavoro e la quotidianità faticano ormai ad alimentare. I numeri aiutano a raccontare questa tendenza: in Italia, nel 2011, il mercato del gioco, nella sua totalità, ha incassato 76,1 miliardi di Euro, posizionandosi al primo posto in Europa e al terzo tra i Paesi che giocano più al mondo. 76,1 miliardi di Euro, per intenderci, sono pari al debito finanziario di tutti i Comuni italiani nel 2010, a quattro manovre finanziarie normali (non come l ultima, quindi), a quattro volte la spesa complessiva degli italiani in salute, otto volte in più di quanto spendono in istruzione. La medaglia, però, ha come al solito due facce. Se davanti alla macchinetta c è chi consuma ricchezza - circa 30 milioni di persone, chi più chi meno - dietro c è chi ne produce: 120.000 addetti e 5.000 aziende, grandi e piccole, pari al 4% del PIL nazionale, cosa che fa di quella del gioco la quinta industria nazionale, l unica in crescita. Senza contare, ovviamente, l incidenza del gioco illegale. Che in Italia, notoriamente, ha il suo bel peso. In Lombardia, nel lodigiano Di quei 76,1 miliardi, gran parte sono stati fatturati in Lombardia. Tanto per dare un idea, nei soli mesi di ottobre e novembre il fatturato del settore del gioco d azzardo nel territorio regionale è stato pari a circa 2,5 miliardi di Euro. Un fiume di denaro che passa anche per il lodigiano, del quale si hanno i dati relativi alla spesa dei cittadini al gioco nel 2010. Spesa pari a 266 milioni di Euro, in media 1.209 Euro a testa, pari all 8.3% del reddito annuo procapite. Un mese di stipendio ogni anno, in altri termini, che finisce in lotterie, tradizionali e istantanee (28 milioni totali, 127 Euro a testa), lotto (21 milioni totali, circa 100 Euro a testa), concorsi ippici (quasi 6 milioni, circa 30 Euro a testa), ma soprattutto dentro le macchinette. Sono loro a portarsi via la fetta più grande della torta: 190 milioni circa, pari a 863 Euro che, in media, sono uscite in un anno dalle tasche di ogni cittadino lodigiano. Dato ancor più grave, questo, se si considera il momento. Quella di Lodi è la provincia con il più basso reddito procapite della Lombardia (14.000 Euro circa), con un indebitamento medio (27.479 Euro) superiore a quello di Milano e secondo in Italia solo a quello di Roma e con un crollo dei consumi (-1,3%) che non ha risparmiato alcun settore. Fatti salvi, come da manuale, l alimentare e, per l appunto, il gioco. Questo il 2010. Nel 2011 il gioco è cresciuto ancora: i 266 milioni Lodigiano in gioco dell anno precedente sono diventati 286, pari a 1394 euro a testa. Quasi ce ne dimenticavamo: questi numeri sono al netto di tutte le scommesse e le partite a poker che vengono giocate su internet. Allarme giovani Altro è chiedersi chi siano i giocatori lodigiani. Una domanda cui, dati i numeri, è difficile rispondere. Quel che in prospettiva preoccupa maggiormente, tuttavia. è la grande penetrazione del gioco d azzardo tra i giovani. Lo raccontano due dossier di Ispad e Espad frutto dell attività di ricerca del CNR sulle dipendenze giovanili. Nel 2010, il 45% degli studenti lodigiani fra i 15 e i 19 anni, ha giocato una qualche somma di denaro. Il 21,2% ha tentato la fortuna con le macchinette da bar, il 41% scommettendo sui risultati degli eventi sportivi, addirittura il 60% acquistando almeno un Gratta e Vinci. Sono percentuali, queste, più o meno in linea con i dati regionali e nazionali. Preoccupa, tuttavia, il fatto che crescano al crescere dell età, come se in qualche modo l abi-

iesta SABATO 3 MARZO 2012 5 con una minor offerta d intrattenimento complessiva. Non è un caso, se si pensa che quasi il 70% delle giocate lodigiane hanno luogo nei bar e nelle tabaccherie, centri di gravità permanente di queste piccole realtà. L indagine svela che fra i comuni con una maggior offerta di gioco d azzardo per abitante ci sono realtà come San Martino in Strada, Mairago, Abbadia Cerreto, Cavenago, Camairago, Bertonico, Ospedaletto Lodigiano, Cavacurta, Maleo, San Rocco al Porto. Scendendo nel dettaglio dello studio, tale offerta si compone di poche ricevitorie (quasi tutte a Lodi), poche agenzie di scommesse (a Lodi, ma anche a Montanaso, San Martino, Marudo, Salerano, Guardamiglio e Castelnuovo), mentre com era del resto ampiamente prevedbile, è capillare la diffusione di slot machine e macchinette per il video poker. Ce n è una ogni mille abitanti in ognuno dei comuni del lodigiano, con una maggior concentrazione (dalle 8 alle 40 macchinette ogni mille persone) nella bassa, ed in particolare nella fascia sud- orientale della provincia, fra Bertonico, Codogno e Castelnuovo Bocca d Adda. Con la crisi, crescono scommesse, slot machine, gioco online. Anche nel nostro territorio. I numeri di un emergenza. E le scelte dei Sindaci per arginarla. Sindaci alla riscossa Non stupisce che diversi Comuni del lodigiano abbiano provato a prendere provvedimenti volti ad arginare la crescita del gioco d azzardo nelle loro comunità. Già due anni fa, a Lodivecchio, è stato modificato ad hoc il regolamento comunale per impedire l apertura di due nuove sale da gioco. A San Martino in Strada, il giovane Sindaco Luca Marini, che si ritrova ben tre sale da gioco nel paese (di cui due nell abitato) ha posto l obbligo del rispetto di una distanza minima di 500 metri dalle scuole, luoghi di culto, ospedali e altri locali, sia pubblici che privati. Simile il provvedimento adottato dal Sindaco di Crespiatica, che ha fatto approvare un regolamento che impedisce l apertura di sale gioco nell abitato, autorizzandone l insediamento solo sulla statale che lo lambisce. Il Sindaco di Orio Litta Cappelletti, invece ha puntato su politiche per la prevenzione. E lo stesso Assessore alle Attività Produttive del Comune di Lodi, Simone Uggetti, ha annunciato che, pur non essendoci oggi avvisaglie di nuove aperture di sale scommesse, sarà opportuno riflettere su possibili modifiche agli strumenti comunali che disciplinano le attività commerciali per prevenire eventuali effetti negativi. Il problema, a margine di tutto questo attivismo, è un altro: come racconta sconsolato il Sindaco di Lodivecchio Cordoni, gli enti locali hanno le mani legate per quanto riguarda le autorizzazioni su sale scommesse e slot inseriti nei bar. tudine a giocare tendesse a radicarsi nell individuo, a diventare parte delle sue giornate. Tra i diciannovenni, infatti, la percentuale degli stuenti giocatori arriva infatti fino al 55%, dato peraltro sensibilmente più alto sia di quello regionale (50%), sia di quello nazionale (51%). I rischi che l abitudine si trasformi in qualcosa di peggio sono piuttosto elevati: lo studio in questione ha rilevato una dipendenza al gioco nel 5,8% dei casi. Dato inferiore a quello regionale (9%), ma che desta comunque molta preoccupazione. Piccolo paese, grande problema Una ricerca curata anch essa nel 2010 dall Osservatorio Territoriale delle Dipendenze dall ASL di Lodi svela particolari interessanti sulla localizzazione territoriale delle opportunità di gioco. In altre parole, dove si gioca. Se pensate che la parte del leone la facciano comuni come Lodi, Sant Angelo Lodigiano, Codogno e Casalpusterlengo - i più grandi e i più ricchi della provincia - vi sbagliate di grosso. La parte del leone la fanno infatti i piccoli comuni, quelli con i livelli di reddito più bassi e I dati 76,1 miliardi fatturati dal mercato del gioco in Italia 286 milioni di Euro giocati nel lodigiano nel 2011 1.394 Euro spesi ogni anno in media da un lodigiano nel gioco 45% di studenti lodigiani tra i 15 e 19 anni che giocano 5,8% di loro è dipendente dal gioco

6 La Tribuna di Lodi idee per lodi SABATO 3 MARZO 2012 Salviamo i ciclisti (anche a Lodi) In Inghilterra i blogger si mobilitano per leggi e regolamenti a favore dei ciclisti. E se ci provassimo pure a Lodi? di Domenico Ossino di Domenico Ossino I ciclisti pedalano, navigano in internet e leggono i giornali stranieri. Sono i blogger che hanno lanciato in Italia la campagna Salviamo i ciclisti, partita dalle pagine del Times dopo che una giornalista è stata travolta da un camion mentre si recava in bicicletta al lavoro. Si tratta di un appello alle forze politiche, per chiedere misure cautelative nei confronti delle tante persone che preferiscono le due ruote alle quattro e per sensibilizzare l opinione pubblica sul tema della sicurezza stradale. Proprio come in Gran Bretagna, anche in Italia il web sta funzionando come gigantesco amplificatore della campagna, soprattutto attraverso la condivisione della notizia sui social network. E proprio dalle loro pagine di Facebook, il Sindaco di Lodi e l Assessore Simone Uggetti - che viaggia in bici dovrebbero anch'essi aderire all appello, perché la sicurezza è il primo requisito per una Lodi realmente ciclabile. Otto i punti dell appello inglese, fatto proprio dai blogger italiani. Si chiede che gli autotreni che girano nei centri città siano dotati di sensori o allarmi sonori che segnalino la svolta; di barre di sicurezza che separino i ciclisti dalle macchine; che gli incroci più pericolosi delle città siano dotati di semafori preferenziali per le due ruote; che sia condotta un indagine nazionale per stimare il numero di ciclisti nelle città e di incidenti stradali; che sia destinato il 2% del budget stanziato per la costruzione di strade alla creazione di nuove piste ciclabili; che nei test di guida si perfezioni la formazione sulla sicurezza dei ciclisti; che sia posto il limite di velocità massimo di 30 km/h per le auto circolanti nelle aree residenziali sprovviste di piste ciclabili; che i privati partecipino alla realizzazione di piste; che ogni città nomini un commissario alla ciclabilità per promuovere le riforme. Più attenzione verso le biciclette significa anche più sanzioni agli automobilisti in sosta sulle piste ciclabili. Il messaggio dell Amministrazione di Lodi per gli automobilisti deve essere chiaro: le piste ciclabili appartengono alle due ruote. Rilevato che Lodi vanta moltissime piste ciclabili, rendiamole più percorribili ai ciclisti. Monitorando meglio il traffico delle automobili a favore di pedoni, ciclisti e mezzi pubblici, incrementando le zone 30, investendo anche su bike sharing e rastrelliere di nuova generazione. E a proposito di sicurezza sulle due ruote, dato che da tempo Fiab Ciclodi collabora con il Comune di Lodi, perché non presentare anche ai ciclisti lodigiani l ebook redatto da questa associazione per altre città italiane? Si chiama Consigli per la sicurezza di chi va in bicicletta e contiene suggerimenti e regole per il ciclista urbano. 1962 - Il bilancio del Comune di Lodi, ma anche uno strano libro stampato nel 1889. I l giovane G (quello del servizio militare citato in La Tribuna del 4 febbraio 2012), lavorando nel 1962 presso il comune di Lodi, è alle prese ogni giorno, da mattina a pomeriggio inoltrato, con il Bilancio comunale: G, al contrario di altri diplomati che, in alternativa al semplice travet comunale, hanno preferito optare per i super-stipendi della banche, si è trattenuto sul posto, collaborando di buon grado con il ragioniere capo, considerato da G personaggio molto elegante, bonario, comprensivo dei problemi umani dei colleghi. Proprio il bilancio è il rompicapo giornaliero di G : la preparazione del documento (di massima importanza per l Amministrazione Comunale) richiede un minimo di tre mesi e, quasi ogni giorno, si devono eseguire complicate variazioni programmatiche, volute alcune volte in modo capriccioso dagli assessori (la sistemazione di una via piuttosto di un altra, ecc.). I numeri si susseguono vorticosamente nella testa di G che, nel tempo libero, cerca di dedicarsi a varie letture: Un giorno gli capita fra le mani un libro molto vecchio, mal rilegato, con pagine rovinate e consunte dal tempo: il titolo In città e in campagna letture per le classi elementari superiori (!) del Territorio Lodigiano, non sembra interessare molto. L autore è un certo Giuseppe Garganico, risale al 1889 ed è stampato da C. Dell Avo, una nota litografia editrice che occupava un grande stabile tra piazza Vittoria e via Garibaldi. Sfogliando il libro, G scopre che si tratta di una serie di argomenti di storia lodigiana ed italiana, più che altro, esperienza di vita dell autore. Interessanti le citazioni di alcuni frammenti di brani: La nostra città è bellina, pulita e abbastanza regolare: così dicono tutti e specialmente quelli che, avendo girato alquanto il mondo, hanno ragione più degli altri di essere creduti. Battaglia del ponte di Lodi Napoleone era l uomo per il quale, come disse, la parola impossibile non è registrata che sul vocabolario degli imbecilli..,si mette a sedere sotto il portichetto, è pensieroso: dà qualche ordine e medita..

La Tribuna di Lodi idee per lodi SABATO 3 MARZO 2012 7 Raccontare la poesia del lodigiano Paola Fenini presenta ALONI di Elisa Bettinelli Non capita spesso di assistere ad una presentazione di un libro di poesie, non capita spesso di assistere ad una presentazione del genere a Lodi e ancora più raro è che l autrice sia nativa della nostra città. Questa rarissima occasione ci è stata regalata dalla Casa Editrice Linee Infinite. Questa realtà del nostro territorio, nata dalla passione di cinque soci, è un progetto Lodigiano che vuole consentire a scrittori esordienti di entrare a far parte a tutti gli effetti del panorama letterario, mettendo in risalto le qualità degli autori e delle opere, senza dimenticare le inevitabili logiche del mercato, ma proponendosi come un alternativa alla cultura omogeneizzante che segue sovente le sole regole del marketing e della scrittura creativa. Un tentativo molto alto, ma nello stesso tempo molto umile di far uscire Lodi da quel deserto culturale che tanto la contraddistingue nel panorama nazionale e regionale. Basti pensare che solo a Pandino Linee Infinite è riuscita ad organizzare un Festival Fantasy per la prossima primavera, mentre a Lodi le 50.000 anime che popolano la città sono spesso totalmente insensibili ai richiami della letteratura. Venerdì 24 Febbraio sera alle 21:00 nell Aula Magna del liceo Verri, in una sala curiosa e impaziente, Paola Fenini ha presentato la sua opera prima ALONI 30 versiframmenti irriducibili raccolta di poesie da lei scritta senza scopo e per urgenza. Paola definisce così il suo approdo alla poesia, un desiderio di condivisione attraverso la scrittura della sua personale visione del mondo che la circonda. Ogni suo verso è meditato, levigato, pensato e studiato; ogni parola è esemplificativa e mirata per esprimere al meglio il suo sentire. La giovane autrice, nata nel 1984 e si è laureata in lettere e storia dell arte presso L Università di Pavia. Aloni è la sua prima raccolta di poesie. Nella vita di tutti i giorni anche Paola è una giovane precaria che fa i cosidetti salti mortali per arrivare a fine mese pur di lavorare nel mondo dell Arte a cui tanto è legata e in cui riversa la sua grande passione. La poesia è invece un aspetto della sua vita più intimo: <<Mi piace pensare come Lodi, cinquant anni fa me lo vedo davanti, quale lo descriveva a me ancor fanciullo, un vecchione di Lodi, che era stato granatiere nell esercito napoleonico.. Bozzoli e seta: Lodi vanta il primo mercato di bozzoli della regione lombarda., un insetto che allo stato di larva è detto bombice del gelso, o semplicemente baco: costruisce come sua dimora temporanea il bozzolo da cui trae la seta che, tra le materie tessili, è come l oro tra i metalli. Il viale della Stazione si estende per ben 160 metri di lunghezza sopra 20 di larghezza: la costruzione di questa strada rimonta all anno 1862 i cui si pose la linea ferroviaria Milano Piacenza Il libro è formato da ben cento argomenti più disparati: per qualche tempo è servito a G per diradare i numeri del bilancio comunale (tanti) che lo inseguivano nella mente: allora gli strumenti contabili e grafici di elaborazione al confronto di oggi erano di poco superiori alla cosiddetta età della pietra con un grave dispendio di energia lavorativa. GICOL Shelley che la poesia sia la misconosciuta legislatrice del mondo>> risponde Paola alla domanda che cos è per te la poesia. Il suo libro descrive emozioni, luoghi e vicende comuni, raccontate però attraverso un linguaggio ricco di parole auliche e spesso difficili, scelte per impreziosire ed esaltare la nostra ricca lingua, ormai usata al minimo delle sue potenzialità espressive. Il titolo Aloni è stato scelto perché ogni poesia, senza un titolo preciso, non vuole avere confini, non vuole essere racchiusa dentro limiti stilistici o narrativi, ma vuole essere pensiero evocativo e racconto senza finale. La sua poesia racconta il reale e il quotidiano, le vicissitudini Italiane e locali, parla di Tarantasio e dei Gratta e Vinci, in un connubio profondo e intenso. Parla con intensità della miseria umana e della sua povertà,economica e sentimentale, narra le differenze esasperate di una Milano dei pendolari, dei senzatetto e degli ultimi. Ma ci regala anche inaspettati scorci di una bellezza sempre prorompente nonostante la fitta nebbia della nostra amata odiata pianura. A Lambrate dov era il giardino dei rom macera vaneggia la zolla disfatta ed il cantare dei galli intacca la quiete intatta. Occhieggian sparute galline in coccodè d assenza tre le rovine di ciò che è fermenta l esistenza greve. Erano baracche rade d acciaio e panni sciupati macchie di verdi spiritati di ramifi cati desideri in violenze inesplose. E sola mi par sovrana l inconcludenza di un indolente, velata resistenza che regna nel dispiacere dell intolleranza.

8La Tribuna di Lodi la casa delle associazioni SABATO 3 MARZO 2012 Dal 10 al 25 marzo al Museo Archinti Mostra fotografica di Delia De Maio Il museo E. Archinti presenta la mostra fotografi ca Belfast. di Delia De Maio: dal 10 al 25 marzo 2012, una selezione di quattordici scatti della ventottenne fotografa di Pandino, realizzati durante un Workshop fotografi co risalente al febbraio 2010 a seguito del corso di fotografi a tenutosi presso IL GRUPPO FOTOGRAFICO PROGETTO IMMAGI- NE di Lodi, organizzato da Aldo Mendichi e Alberto Prina. Le fotografi e di Delia De Maio, scattate durante questo workshop che si è svolto percorrendo a piedi i quartieri, le diverse aree metropolitane, testimoniano i segni, i dettagli e gli sguardi di una città che nonostante tutto ha ancora voglia di raccontare e raccontarsi. Si tratta - spiega l artista - di un approccio, questo, ad una fotografi a di reportage sociale, in zone anche estremamente desolate e degradate ma ricche di spunti per una fotografi a utile ed impegnata. Belfast è stata per trent anni uno scenario di scontri e rivolte, che ha visto contrapporsi la popolazione Irlandese a maggioranza cattolica repubblicana/nazionalista, contro la fazione lealista/protestante favorevole al mantenimento dell Ulster nel Regno Unito. Trent anni di scontri di sangue che si conclusero solo nella seconda metà degli anni 90, con l accordo fi rmato il Venerdi Santo del 10 aprile 1998, che sancì il ceasifi re da parte di entrambe le due fazioni paramilitari (IRA E INLA cattoliche da una parte, UVF UDA protestanti dall altra). Le cicatrici della città dovute agli scontri rimangono tutt ora evidenti: fi li spinati, telecamere a circuito chiuso, murales, peacewall che separano, anche se ora solo simbolicamente, le differenti comunità, documentati abilmente dagli scatti della giovane fotografa. Il raccoglitore delle targhe in ottone, posto all ingresso della nostra sede di Viale Pavia, si è fatto più grande. Non sono più 15, ma 20, le targhe esposte. Una di queste deve essere ancora incisa, ma è riservata allo Hockey Club Lodi, che vi provvederà quanto prima. Anche un osservatore frettoloso può così avere una visione d insieme delle molteplici attività che sono ospitate nella sede di Viale Pavia 26.: dallo sport alla cultura, dall intrattenimento del tempo libero a importanti servizi alla persona. Possiamo davvero dire, senza alzare i toni ma con una punta di legittimo orgoglio, che la nostra sede, per la sua storia e per ciò che è diventata, ha davvero qualcosa di speciale.