Dipartimento di Scienze Sociali - UniTo via S.Ottavio 50 10124 Torino T 011 670 26 06 F 011 670 26 12 Progetto MonVISO M o n i t o r a g g i o V a l u t a t i v o I m p a t t o S o c i a l e O p e r a Referenti aziendali Giusi Di Bartolo RUP TRM S.p.A Elisa Nardi Responsabile Comunicazione Integrata TRM S.p.A. Gruppo di lavoro universitario Maria Carmen Belloni Ordinario di Sociologia della Comunicazione, Università degli Studi di Torino Sergio Scamuzzi ordinario di Metodologia della Ricerca Sociale Università degli Studi di Torino Giuseppe Tipaldo Ph. D. In Ricerca Sociale, Università degli Studi di Torino Progetto MonVISO Note metodologiche
I questionari e il campionamento: brevi cenni sulla metodologia della ricerca La rilevazione, su scala locale, è stata condotta con l impiego di un questionario strutturato composto da 64 domande per la prima wave (aprile 2007), di cui 9 a risposta aperta; con la seconda tornata (luglio 2008) le domande si sono ridotte a 46, di cui solo 4 aperte. Per la terza (2009) i valori sono rimasti costanti. Il secondo e il terzo questionario constano di una prima parte rimasta inalterata rispetto al primo anno (20 quesiti dai quali si sono potute ricavare altrettante variabili analizzate in chiave longitudinale) e di un altra in cui, alla luce delle indicazioni emerse con la/e precedente/i discesa/e sul campo, si è proceduto modificando la formulazione di alcune domande, prevedendo nuove modalità di risposta o, più spesso, eliminando del tutto alcuni quesiti e sostituendoli con dei nuovi. Le domande sono state raccolte in cinque sezioni. Nella prima si è sondato il livello di conoscenza generale in merito alla gestione dei rifiuti nella Provincia di Torino e nel proprio Comune di residenza, per poi passare a domande più specifiche in merito al progetto del temovalorizzatore che si intende costruire al Gerbido. La seconda parte del questionario è stata tutta incentrata sulla rilevazione di alcuni ingredienti della cultura civica [Sciolla 2004] radicata tra gli intervistati (reti sociali informali, associazionismo, fiducia generalizzata e specifica). La terza sezione ha introdotto il campo delle credenze e delle rappresentazioni sociali, con un attenzione particolare agli ambiti del rischio e della scienza, da una parte, dell ambiente e dei rifiuti dall altra. I consumi mediali sono stati l oggetto della quarta parte. Mentre nell ultima, oltre alle cosiddette variabili strutturali (età, genere, stato civile, residenza, impiego lavorativo, informazioni in merito alla propria famiglia), è stata sottoposta a scrutinio la cosiddetta alfabetizzazione scientifica, ovvero la conoscenza di questioni scientifiche da parte di non esperti, concetto al quale, in letteratura, si fa sovente riferimento per mezzo della locuzione Public Understanding of Science. Nella stesura del questionario per la terza rilevazione sono state eliminate alcune parti già indagate in passato (in particolare cultura civica e conoscenza della scienza), in favore di quesiti mirati alla conoscenza dettagliata del progetto del termovalorizzatore del Gerbido, di TRM, delle sue iniziative in ambito socio-comunicativo. Tra i fattori di rischio associati all insediamento dell impianto si è prestata particolare cura nell esplorazione del rischio immobiliare per i residenti attorno all area dove verrà costruita l opera. Il piano di campionamento dell indagine ha previsto la realizzazione di un campione stratificato in modo non proporzionale. La zona di interesse (area prossima al sito individuato per la costruzione del termovalorizzatore) è stata suddivisa in tre sottoaree (fig. 1.1): a. Comuni/Circoscrizioni il cui territorio rientra per la maggior parte in una fascia di 5 Km di distanza dal sito; b. Comuni/Circoscrizioni il cui territorio rientra in parte in una fascia di 5 Km di distanza dal sito, ma che si estendono principalmente al di fuori di questa zona; c. zona di controllo il cui territorio non rientra in una fascia di 5 Km di distanza dal sito. I Comuni e le Circoscrizioni che rientrano nelle tre condizioni sopraelencate sono, rispettivamente: a. Beinasco, Grugliasco, Circoscrizioni 2 e 10 di Torino b. Collegno, Orbassano, Rivalta di Torino, Rivoli c. Circoscrizione 6 di Torino. 2
FIG. 1.1 MAPPA DEL PIANO DI CAMPIONAMENTO DELL INCHIESTA LONGITUDINALE Il campionamento è stato effettuato utilizzando un processo a due stadi. Nel primo, la lista di campionamento conteneva l elenco degli abbonati telefonici delle zone interessate. In mancanza di riferimenti più precisi, le circoscrizioni di Torino sono state individuate per mezzo dei codici postali che presentano la maggior associazione con le aree di interesse. Dalla lista di campionamento sono stati quindi estratti 16.000 nominativi. Nella seconda fase, mediante un campionamento casuale semplice, sono stati estratti i nominativi cui somministrare le interviste, decidendo di sovrastimare le aree maggiormente interessate dall insediamento dell impianto. Di qui, come anticipato in apertura, il motivo del ricorso a un campionamento stratificato non proporzionale. La numerosità campionaria è rimasta pressoché costante per tutte le rilevazioni (1006 casi), la componente panel nelle rilevazioni successive alla prima si attesta attorno ai 320 individui. La scelta di individuare le unità campionarie in funzione della distanza della residenza rispetto al luogo ove verrà realizzato l impianto risponde a una ragione ritenuta centrale per la ricerca longitudinale di cui questo primo report rappresenta lo stadio iniziale: l ipotesi, come suggerito dalla letteratura sociologica in materia [Segre e Dansero 1996 ; Mela et al. 2000 ; Bobbio e Dansero 2008] e dalle prime indicazioni di alcuni lavori internazionali [Palma-Oliveira et al. 2007], è che la relazione uomo-territorio, che trova una delle sue più nitide manifestazioni nell organizzazione fisica dello spazio ma soprattutto nella sua rappresentazione simbolica, giochi un ruolo non secondario nella costruzione dell atteggiamento nei confronti di quegli interventi che si propongono di modificarlo in modo permanente o comunque consistente. Se ne potrà vere un riscontro empirico solo a partire dall effettiva edificazione del termobruciatore. Oltre che dei dati provenienti dall inchiesta telefonica, Il lavoro si è avvalso di altri tre differenti strumenti d indagine: una serie di tre focus group condotti a partire da un sottocampione di individui facenti parte del panel appena menzionato; l osservazione partecipante presso un gruppo di discussione sul consumo responsabile e il risparmio energetico; l analisi documentaria compiuta su testi di varia natura, tra i quali hanno svolto un ruolo preminente ai fini della nostra ricerca gli articoli sulla gestione dei rifiuti, pubblicati su tutti i principali quotidiani nazionali nei mesi di dicembre 2007-aprile 2008. Progetto MonVISO Note metodologiche
Lo studio di caso (SDC) come metodo di ricerca Oltre all intrinseca complessità del fenomeno, vi sono almeno altre due motivazioni forti che hanno portato a identificare nello SDC la configurazione metodologica più consona a tracciare il disegno della ricerca progetto MonVISO. La prima delle due consiste nella necessità di «indagare un fenomeno attuale all interno del suo contesto, specialmente quando i confini tra fenomeno e contesto non sono chiaramente identificabili» [Yin 2003]. A ben vedere, si tratta di una peculiarità che si riscontra costantemente nelle opposizioni alle grandi opere, le quali mostrano sempre un forte radicamento locale, non solo sul piano meramente territoriale ma anche socio-culturale, ovvero simbolico [Mela et al. 2000; della Porta e Diani 2004; della Porta 2006; Bobbio e Dansero 2008; della Porta e Piazza 2008]; sarebbe, pertanto, altamente artificioso, oltre che scientificamente discutibile, isolare il fatto in sé dalla realtà che lo produce. La seconda ragione, invece, chiama direttamente in causa la prima fase del disegno della ricerca, più precisamente la formulazione della/e domanda/e cognitiva. Lo SDC rientra, infatti, tra i disegni più appropriati qualora la ricerca preveda come obiettivo la spiegazione di un fenomeno ( come, perché ) che, come il nostro, si manifesta tramite «un susseguirsi di eventi di grande attualità, sui quali il ricercatore ha un controllo molto basso o nullo» [Yin 2003]. Visto un po più in dettaglio, quello descritto in queste pagine si configura come un embedded single-case study [Yin 2003], ovvero uno studio di un solo caso realizzato attraverso l esame di più unità d analisi. La scelta di seguire un solo caso il progetto del primo impianto di combustione dei rifiuti urbani di Torino ha due ragioni fondamentali: da un lato, Torino si configura come un revelatory case [Yin 2003], cioè una di quelle situazioni che permette al ricercatore di fare esperienza di un fenomeno in precedenza, o in altri contesti, inaccessibile ad un indagine scientifica; dall altro lato, nel capoluogo piemontese, come verrà chiarito nel prossimo paragrafo, è stato possibile istituire uno studio longitudinale (longitudinal-case study) [ibidem], che ha consentito e ancora consente di tenere traccia delle evoluzioni del fenomeno nel tempo. Quanto esposto finora era finalizzato a giustificare la scelta di un disegno di ricerca che prevede un singolo caso, quello che segue invece si propone di gettar luce attorno alla decisione di incorporare nello studio più unità d analisi differenti (embedded case study). La letteratura in materia, riconosce a tale proposito due vantaggi: il primo consiste nella capacità di focalizzare meglio lo studio attorno ai suoi obiettivi [Yin 2003], e ha pertanto una valenza principalmente pragmatica; l altro attiene, invece, al campo dell epistemologia e chiama in causa i concetti di validità e attendibilità attraverso cui la scienza dà sostegno alle proprie procedure conoscitive [Corbetta 1999; Yin 2003]. L opzione adottata sotto questo profilo prevede, per l appunto, l analisi di più unità d analisi in relazione al medesimo fenomeno (embedded-case study), ricorrendo a più tecniche d indagine, sia qualitative sia quantitative. FIG. 1.2 PRINCIPALI COORDINATE DELLO STUDIO DI CASO COORDINATE RAGIONI DELLA SCELTA Case study complessità del fenomeno 1: morfologia caratterizzata da rapidi sviluppi su cui il ricercatore ha complessità del fenomeno 2: confini tra fenomeno e contesto non chiaramente identificabili obiettivi: esplorare e spiegare domande cognitive basate su come e perché Single Torino come revelatory case - i termovalorizzatori sono attualmente le grandi opere in relazione alle quali si concentra il maggior numero di proteste nel nostro paese (cap. 1) - il caso torinese viene monitorato da anni dal nostro gruppo di ricerca, fatto che ha permesso di ricostruire in modo piuttosto dettagliato l intera morfologia del fenomeno fin dal suo principio - gli attori istituzionali (Provincia e comuni, Comitato Locale di Controllo, TRM s.p.a.) coinvolti a vario titolo nel progetto si sono resi totalmente disponibili ad aprire incontri e archivi al gruppo di lavoro universitario, finanziando l allestimento di parte degli strumenti di ricerca Torino come longitudinal case: tenere traccia dell evoluzione di un fenomeno nel tempo - Panel CATI con wave annuale - Focus group da sottocampione CATI - Osservazione partecipante coperta - Analisi del contenuto dei giornali Embedded approccio multitecnica FONTE: ADATTATO AL CASO SPECIFICO SULLA BASE DELLE EURISTICHE CONTENUTE IN YIN [2003] 4
La scelta di un approccio «multitecnica, oltre che a ragioni di tipo tecnico, risponde all esigenza metodologica di illuminare un fenomeno sociale complesso, quale quello considerato in questa sede, attraverso l apporto di più strumenti d indagine. «Non soltanto esistono diverse direzioni lungo le quali accedere all oggetto di studio scrive Lazarsfeld a questo proposito ma si può ottenere un immagine della situazione, solo se tutte queste direzioni sono combinate» [in Tulelli 2003]. Denzin sembra attestarsi su posizioni affini a quelle di Lazarsfeld, quando, muovendo dal presupposto che tecniche diverse fra loro conducono necessariamente a «differenti caratterizzazioni della realtà empirica, per cui nessuna singola tecnica potrà mai cogliere completamente tutti gli aspetti rilevanti di tale realtà» [ibidem], suggerisce ai sociologi di imparare a maneggiare molteplici tecniche nell analisi di uno stesso fenomeno sociale, secondo un procedimento metodologico che definisce, per l appunto, approccio multitecnica, a cui più di recente è stato affiancata l espressione triangolazione 1. L uso di più fonti per la costruzione dei dati «consente al ricercatore di istituire una grande varietà di percorsi di analisi di tipo storico, attitudinale e comportamentale», ma il principale vantaggio che se ne trae consiste nella possibilità di sviluppare «linee di ricerca convergenti. Lungi da derive prossime al realismo ingenuo, l uso combinato di differenti tecniche di analisi può fornire un utile contributo nel determinare con maggior precisione «quali conclusioni è legittimo trarre dalla documentazione empirica consegnata da ciascuna tecnica» [Cardano 2003] 2 evitando di assumere separatamente i dati quantitativi da quelli qualitativi [Yin 2003] e, per Campbell e Fiske, anche di distinguere «la varianza del tratto dall indesiderata varianza della tecnica» [Tulelli 2003] 3. 1 Per una chiara esposizione del concetto di triangolazione quale metafora presa a prestito dalla geodesia si rimanda a Cardano [2003: 78-80] e Tulelli [2003]. Nel primo testo, inoltre, è contenuta un interessante presentazione delle quattro principali accezioni con cui il termine triangolazione viene tuttora impiegato nelle scienze sociali; nel secondo, invece, sono brevemente discussi i quattro tipi di triangolazione rintracciati da Denzin: 1. Data triangulation (triangolazione delle fonti di dati); 2. investigator triangulation (presenza, all interno della medesima inchiesta, di diversi ricercatori che lavorano in equipe); 3. theory triangulation (necessità di avvicinarsi alla documentazione empirica tenendo a mente più prospettive e interpretazioni); 4. methodological traingulation (distinta in: within-method traingulation: impiego di diverse strategie all interno di una medesima tecnica; across-method triangulation: diverse tecniche nello studio delle stesse unità empiriche). Per ulteriori approfondimenti si rimanda a Yin [2003]. 2 Il riferimento è all accezione del termine triangolazione che Cardano definisce riflessiva [2003: 79]. 3 I due autori sembrano qui attestarsi su posizioni prossime a quelle del realismo critico per quanto concerne l uso del termine triangolazione [Cardano 2003]. Chiarisce, inoltre, Tulelli [2003: 47] che «sebbene Lazarsfeld sia ispirato dallo stesso rifiuto dell operazionalismo manifestato da Campbell e Fiske egli ne arricchisce il contributo suggerendo di integrare, nello stesso disegno della ricerca, tecniche di diversa natura, vale a dire qualitative e quantitative, laddove la triangolazione metodologica di Campbell e Fiske rimane ancora dentro la prospettiva quantitativa». Progetto MonVISO Note metodologiche
BIBLIOGRAFIA Bobbio, L. e Dansero, E. 2008 La TAV e la Valle di Susa. Geografie in competizione, Torino, Allemandi. Cardano, M. 2003 Tecniche di ricerca qualitativa, Roma, Carocci. Corbetta, P. 1999 Metodologia e tecniche della ricerca sociale, Bologna, Il Mulino. della Porta, D. 2006 La politica locale. Potere, istituzioni e attori tra centro e periferia, Bologna, Il Mulino. della Porta, D. e Diani, M. 2004 Movimenti senza protesta? L'ambientalismo in Italia, Bologna, Il Mulino. della Porta, D. e Piazza, G. 2008 Le ragioni del no. Le campagne contro la TAV in Val di Susa e il Ponte sullo Stretto Milano, Feltrinelli. Mela, A., Belloni M., C. e Davico, L. 2000 Sociologia e progettazione del territorio, Roma, Carocci. Tipaldo, G. 2007 Mostro o meraviglia? Un'analisi comparata della stampa nell'insediamento di un inceneritore di rifiuti urbani a Torino e Trento, in «Comunicazione Politica», VIII, pp. 67-97. Tulelli, S. 2003 Triangolazione metodologica e ricerca empirica: il contributo di Paul F. Lazarsfeld, in «Sociologia e Ricerca Sociale», 72, pp. 37-61. Yin, R. 2003 Case study research. Design and methods, Thousand Oaks, London, New Delhi, Sage Publications. 6