SCHEDA PROGETTO PER L IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA



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SCHEDA PROGETTO PER L IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA 1) Ente proponente il progetto: Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Protezione Civile 2) Codice di accreditamento: 3) Classe di iscrizione all albo: Nazionale NZ02284 2 CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: RIDRISV 2 (La RIDuzione del RIschio Sismico e Vulcanico in Italia) 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Settore B: Protezione civile Area di intervento 04: Ricerca e monitoraggio zone a rischio 6) Descrizione dell area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto: PREMESSA Dopo una breve descrizione del progetto verrà analizzato in dettaglio il contesto settoriale e territoriale entro cui il progetto stesso è collocato. In questo senso, poiché il Dipartimento di Protezione Civile opera sul piano nazionale, il contesto di riferimento è necessariamente nazionale. Successivamente verrà svolta un analisi SWOT, utilizzata usualmente per il supporto alle decisioni, che permetterà di evidenziare i punti di forza (Strength) e le debolezze (Weakness), al fine di far emergere le opportunità (Opportunities) e le minacce (Threats) che caratterizzano il contesto di riferimento. Il progetto RIDRISV 2 ripropone, con alcune variazioni, alcuni dei temi del progetto attualmente in corso, che è stato particolarmente apprezzato dai volontari nei suoi obiettivi e contenuti. Si pone dunque in continuità con il progetto RIDRISV, proseguendo nella realizzazione delle attività finalizzate alla mitigazione del rischio sismico e vulcanico nelle quali è impegnato il Dipartimento della Protezione Civile. In particolare: le attività di caratterizzazione della pericolosità sismica locale 1

(microzonazione sismica), che costituiscono uno dei temi individuati dal programma nazionale per la prevenzione del rischio sismico al quale sono destinati fondi distribuiti su 7 annualità (2010-2016); le analisi di vulnerabilità e rischio sismico dei centri storici italiani; le attività di prevenzione non strutturale del rischio vulcanico. Nel Progetto RIDRISV 2, rispetto al precedente, si è voluto dedicare maggiore attenzione al tema della vulnerabilità del patrimonio edilizio pubblico, introducendo una specifica attività sugli interventi di riduzione del rischio sismico del patrimonio scolastico nazionale e sulla gestione delle informazioni relative alle verifiche sismiche degli edifici strategici e rilevanti previste dalla OPCM 3274/2003. FINALITÀ DEL PROGETTO Il presente progetto è indirizzato alla formazione tecnica e professionale dei giovani che svolgeranno il servizio civile. Le attività sono state programmate in maniera tale da costituire uno specifico percorso formativo, applicato a concrete esigenze di difesa del territorio e di protezione civile, come previsto all art. 1 della legge 64 del 2001. INQUADRAMENTO ISTITUZIONALE A seguito del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 6 dicembre 2010, pubblicato sulla G.U. n. 25 del 1 febbraio 2011, è stato modificato l assetto del Dipartimento di Protezione. Nell ambito delle attività correlate nello specifico alla valutazione, prevenzione, previsione e mitigazione del rischio sismico e vulcanico, il Dipartimento, attraverso l Ufficio Rischio sismico e Vulcanico: elabora, propone criteri e metodologie ed esegue analisi per: la valutazione e la mitigazione dei rischi sismico e vulcanico; la previsione dell impatto degli eventi sismici e vulcanici sul territorio; l ottimizzazione degli interventi in condizioni di emergenza e ricostruzione post-evento; i programmi di prevenzione, nonché per la classificazione e la normativa sismica. integra le attività del Centro Funzionale Centrale e della rete dei Centri Funzionali decentrati, anche attraverso le attività di monitoraggio strumentale del territorio, effettuata dall Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e dagli altri Centri di Competenza. assicura il coordinamento con i Centri di Competenza e altri enti di ricerca, cura i rapporti con la comunità scientifica, con gli ordini professionali, con il sistema produttivo. assicura il supporto tecnico necessario alle attività della Commissione Nazionale per la previsione e prevenzione dei Grandi Rischi. fornisce inoltre il supporto tecnico-scientifico nell ambito delle attività ed opere post-emergenza sismica e vulcanica. La riduzione del rischio sismico è affrontata attraverso: il miglioramento della conoscenza del fenomeno, anche attraverso il monitoraggio del territorio e la valutazione adeguata del pericolo a cui è esposto il patrimonio abitativo, la popolazione e i sistemi infrastrutturali; l attuazione di politiche di riduzione della vulnerabilità dell edilizia più antica, degli edifici "rilevanti" (scuole, beni monumentali), degli edifici strategici (ospedali, strutture adibite alla gestione dell emergenza), attraverso un ottimizzazione delle risorse utilizzate per il recupero e la 2

riqualificazione del patrimonio edilizio; l aggiornamento della classificazione sismica e della normativa; l ampliamento della conoscenza sulla consistenza e qualità dei beni culturali esposti al rischio con particolare riguardo ai centri storici; lo sviluppo, insieme con Regioni ed Enti Locali, degli studi di microzonazione sismica per un corretto utilizzo degli strumenti ordinari di pianificazione, per conseguire nel tempo un riassetto del territorio che tenga conto del rischio sismico e per migliorare l operatività e lo standard di gestione dell emergenza a seguito di un terremoto; l intervento sulla popolazione con una costante e incisiva azione di informazione e sensibilizzazione Per quanto concerne il rischio vulcanico,tra le attività svolte vi sono: la promozione di iniziative necessarie per fronteggiare i rischi conseguenti ad eventi vulcanici, la cura, la gestione e lo sviluppo del Centro Funzionale Centrale per il Rischio Vulcanico (CFC-RV), la promozione, la realizzazione e lo sviluppo, anche attraverso i Centri di Competenza, di reti e sistemi, compresi quelli di interesse europeo, per la sorveglianza in tempo reale dell attività vulcanica; la partecipazione alle attività di vigilanza dei presidi territoriali e la preparazione di atti di indirizzo per programmi di previsione e prevenzione; la promozione di piani e programmi di intervento anche infrastrutturali per la mitigazione del rischio; la partecipazione all elaborazione dei piani nazionali attraverso la predispone gli scenari di rischio per le attività di valutazione e allertamento in tempo reale. In particolare, nell ambito del Rischio Vulcanico il CFC-RV è la struttura di supporto tecnico-scientifico interna del Dipartimento della Protezione Civile. Nel CFC-RV convergono i segnali dei principali sistemi di monitoraggio e sorveglianza gestiti dai Centri di Competenza, per consentire, nell eventualità del verificarsi di una crisi vulcanica, la condivisione in tempo reale di dati e informazioni e la rapida valutazione delle criticità. Tali informazioni unitamente a quelle ricavate dalla promozione di studi e ricerche risultano indispensabili per la predisposizione degli scenari di rischio e per le attività di valutazione e allertamento. CONTESTO TERRITORIALE L Italia è un paese ad elevata sismicità per la frequenza degli eventi che hanno interessato il suo territorio e per l intensità che alcuni di essi hanno storicamente raggiunto, determinando un rilevante impatto sociale ed economico. In Italia il rapporto tra i danni prodotti dai terremoti e l energia rilasciata nel corso degli eventi è molto più alto rispetto a quello che si verifica normalmente in altri paesi ad elevata sismicità, quali la California o il Giappone, vista la vulnerabilità molto elevata delle costruzioni presenti sul territorio, poiché la maggior parte di queste è stata costruita senza criteri antisismici. La dimensione del problema legato al rischio sismico in Italia è commensurabile tenendo in considerazione gli: oltre 30.000 eventi sismici di media e forte intensità a partire dall anno 1000 d.c. ad oggi, dei quali 200 disastrosi 3

oltre 120.000 vittime nell ultimo secolo circa 100 miliardi di euro di danni negli ultimi trenta anni. Dal punto di vista territoriale, la sismicità è diffusa su tutto il territorio nazionale, tranne il Salento e la Sardegna; mentre la maggiore concentrazione di forti terremoti è nell Italia centro-meridionale e in Friuli. Le eruzioni vulcaniche rappresentano un forte rischio per le zone densamente popolate del territorio italiano, l Italia insieme all Islanda presenta infatti la maggiore concentrazione di vulcani attivi in Europa ed è uno dei primi al mondo per numero di abitanti esposti a rischio vulcanico. Di qui una forte richiesta, da parte delle istituzioni preposte sul territorio alla prevenzione e messa in sicurezza dei cittadini e dei beni, di sistemi di monitoraggio e soprattutto di acquisizione dati. L offerta di tali dati è garantita dalle Università, dall INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), dai Centri di Ricerca. Questi enti di ricerca offrono una serie informazioni e studi necessari anche alla pianificazione edilizia e quindi alla riduzione della vulnerabilità del nostro territorio. Tra gli eventi sismici più significativi che hanno colpito il territorio italiano negli ultimi 15 anni si ricordano: terremoto dell Umbria-Marche (1997) con 11 vittime, di terremoto di San Giuliano (2002) con 30 vittime, di cui 27 bambini, terremoto di L Aquila (2009) con 308 vittime terremoto in Emilia Romagna (2012) con 17 vittime. Questi dati, che mostrano un aumento delle perdite e dei disastri a fronte di un occorrenza di eventi approssimativamente costante, si spiegano con un aumento del rischio a seguito della crescita e dello sviluppo, principalmente in relazione a due fattori: 1. una significante crescita delle aree urbane potenzialmente soggette ad eventi sismici e vulcanici; 2. l elevata vulnerabilità sismica degli edifici esistenti. causata dalla presenza di un gran numero di edifici a carattere storico-artistico da un lato e da molti relativamente nuovi ma che non presentano caratteristiche antisismiche adeguate alle più recenti normative antisismiche. Tuttavia, ancora poco viene fatto ai fini della prevenzione dai fenomeni naturali e in particolare dal rischio sismico e dal rischio vulcanico. Ciò che sorprende sono due aspetti: I) la conoscenza del livello oggettivo di rischio è spesso mancante e II) le innovazioni tecnologiche non sono utilizzate nella pratica. Questi due aspetti comportano una generale sottostima del problema e, quando invece ben percepito, una non corretta riduzione dello stesso. Il primo passo verso una corretta valutazione dei rischi sismico e vulcanico e l avvio di azioni efficaci per la sua riduzione consiste nel miglioramento delle conoscenze, nella riduzione della vulnerabilità e dell esposizione, attraverso azioni indirette 4

(normativa, pianificazione) e azioni dirette (interventi di rafforzamento locale e miglioramento delle costruzioni), nella mitigazione del rischio. Rischio sismico Gli studi di pericolosità sismica concorrono alla classificazione sismica del territorio nazionale, che definisce il tipo di azione utilizzata nella progettazione degli edifici nuovi e nell adeguamento di quelli esistenti. Con l Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 2003, promossa dal Dipartimento della Protezione Civile, si è provveduto a riclassificare il territorio sismico italiano, venendo a colmare un periodo di stasi di circa 20 anni. Nel 2003 i Comuni classificati in zona 1, la più pericolosa, sono circa raddoppiati, passando da 368 a 716, e quelli in zona 3 sono passati da 11 a 1634. E stata inoltre prevista una zona 4, la meno pericolosa, che comprende altri 3427 Comuni. Di fatto tutta l Italia è stata classificata come sismica. Una tabella di contingenza relativa al Comuni classificati sismici prima e dopo il 2003 è riportata in Figura 1. 1984\2003 Zona 1 Zona 2 Zona 3 Zona 4 I cat 368 368 II cat 348 2151 2499 III cat 88 11 99 NC 85 1623 3427 5135 716 2324 1634 3427 Figura 1. Tabella di contingenza dei Comuni classificati sismici prima e dopo OPCM 3274 A livello territoriale, la classificazione sismica italiana prima e dopo il 2003 è riportata in Figura 2. Il fatto che molti Comuni abbiano subito un incremento di classificazione sismica comporta che numerose opere siano oggi sottoprotette rispetto all azione sismica. Questo è tanto più rilevante quanto più la struttura sottoprotetta svolge un ruolo essenziale nel corso dell emergenza sismica, come nel caso di Ospedali, Caserme, centri di gestione dell emergenza. Tuttavia non è immediato determinare e portare a conoscenza dei cittadini e delle istituzioni preposte quale è il livello di sicurezza degli edifici esistenti. Essi sono stati progettati in altri tempi con criteri diversi da quelli attuali, con diversi modelli di calcolo e con diversi materiali. Inoltre, l edificio esistente in uso presenta delle ovvie difficoltà di conoscenza dei dettagli costruttivi, spesso nascosti ad una indagine visiva (si pensi alle barre di armatura annegate nel cemento armato), che richiedono estese demolizioni per poter essere indagati. 5

Figura 2. Classificazione sismica in Italia prima e dopo il 2003 Nel 2010, a seguito del terremoto nella Regione Abruzzo del 6 aprile 2009, per ovviare a questa carenza di conoscenza del territorio e di interventi sulle costruzioni esistenti è stato avviato un Piano Nazionale per la Prevenzione del Rischio Sismico, previsto dall art. 11 del DL n. 39/2009, la cosiddetta legge Abruzzo, convertito con la legge n. 77/2009. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, con l OPCM 3907/10 ha predisposto i criteri, le priorità, i metodi di indagine e le modalità di spesa del fondo per la prevenzione del rischio sismico relativamente all annualità 2010. Analogamente, per l annualità 2011, è stato fatto con l OPCM 4007/12. Il programma prevede una somma complessiva di circa 1 miliardo di euro, ripartiti su sette anni a partire dal 2010. Al fine di definire lo stato dell arte e i criteri di utilizzazione delle conoscenze ad oggi consolidate o di quelle conseguibili nell arco temporale previsto dall art. 11 della L. 77/2009 è stata preventivamente condotta un analisi del problema, esaminando singolarmente i fattori che concorrono al rischio sismico: Pericolosità sismica, intesa come probabilità che in un determinato intervallo di tempo si verifichino eventi di una data magnitudo in una data zona, con i conseguenti effetti in termini di scuotimento del suolo e di possibili effetti cosismici; Vulnerabilità sismica, intesa come propensione delle costruzioni a danneggiarsi a causa dello scuotimento sismico; Esposizione, intesa come valore esposto al rischio, espresso in termini di persone e cose. Il Dipartimento della Protezione civile ripartisce i contributi tra le Regioni sulla base dell indice medio di rischio sismico. Le Regioni gestiscono i contributi per le indagini di microzonazione sismica e predispongono i programmi degli interventi sugli edifici pubblici, sentiti i Comuni interessati. Studi di microzonazione sismica I contributi sono concessi, nel limite delle risorse disponibili, alle Regioni e agli Enti Locali; le Regioni, sentiti gli Enti Locali interessati, individuano con proprio 6

provvedimento i territori nei quali è prioritaria la realizzazione degli studi. Il documento tecnico di riferimento per la realizzazione degli studi è rappresentato dagli Indirizzi e criteri per la microzonazione sismica approvati il 13 novembre 2008 dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. Per supportare e monitorare a livello nazionale gli studi è istituita una Commissione Tecnica che opera a titolo gratuito presso il Dipartimento della Protezione Civile. La Commissione è presieduta dal direttore dell Ufficio valutazione, prevenzione e mitigazione del rischio sismico. Gli Enti Locali si impegnano a favorire le indagini sul territorio sia tecnicamente sia logisticamente, fornendo tutti i dati utili agli studi. Con l OPCM 4007/12 è stata introdotta anche l analisi della Condizione Limite per l Emergenza (CLE) definita come quella condizione per la quale dopo un terremoto viene garantita la funzionalità degli elementi (edifici strategici, aree di emergenza, vie di accesso e connessione) indispensabili alla gestione dell emergenza. La CLE integra le conoscenze degli studi di microzonazione sismica per una corretta pianificazione. Interventi di rafforzamento locale, miglioramento sismico, demolizione e ricostruzione per edifici pubblici e privati Per gli interventi di rafforzamento locale o miglioramento sismico o, eventualmente, di demolizione e ricostruzione, il costo convenzionale di intervento inclusi i costi delle finiture e degli impianti strettamente connessi all esecuzione delle opere infrastrutturali - è determinato nella misura massima prevista dalle OPCM 3907/10 e 4007/12. La selezione degli interventi è affidata alla Regioni, che assicurano l omogeneità dei criteri e delle verifiche eseguite. Il contributo concesso è pari ad una quota del costo convenzionale di intervento dipendente dall esito della verifica tecnica, che è espresso in termini di livello di adeguatezza, definito dal rapporto tra capacità (resistenza effettiva dell opera) e domanda (resistenza che ha un opera nuova). Altri interventi urgenti e indifferibili per la mitigazione del rischio sismico Con particolare riferimento a situazioni di elevata vulnerabilità ed esposizione, anche afferenti alle strutture pubbliche a carattere strategico o per assicurare la migliore attuazione dei piani di protezione civile. L individuazione degli interventi finanziabili è effettuata dal Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, sentito il Presidente della Regione interessata. Centri storici Ai centri storici è dedicato uno specifico progetto del Dipartimento della Protezione Civile. La presenza in Italia di un patrimonio culturale inestimabile costituito, per una considerevole parte, dall edificato storico corrente dei nostri centri storici, che ancora sfugge ad una quantificazione sistematica di consistenza, ha indotto il Dipartimento della Protezione Civile [DPC] a realizzare, in sinergia con il Ministero per i Beni e le Attività culturali [MiBAC] 1, una applicazione WEB Centri Storici e Rischio Sismico [CSRS] di rilievo del patrimonio edilizio storico esposto al rischio sismico, da condividere con tutti i livelli di governo del territorio. 7

Edifici scolastici Un ulteriore attività di competenza del Dipartimento di Protezione Civile è il programma di interventi per adeguamento strutturale ed antisismico di edifici appartenenti al sistema scolastico nazionale, finanziato attraverso il fondo per interventi straordinari della Presidenza del Consiglio dei Ministri, istituito ai sensi dell art. 32 bis del D.L 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla L. 24 novembre 2003, n. 326, ed incrementato con la legge 24 dicembre 2007, n. 244, di 20 milioni di Euro all anno a partire dal 2008. Ad oggi risultano attivate 4 annualità del programma con circa 200 interventi finanziati. Edifici e opere strategiche e rilevanti Agli edifici ed opere strategiche e rilevanti è dedicato uno specifico progetto del Dipartimento della Protezione Civile, Sistema Informativo Verifiche sismiche per OPCM 3274 (SIV3274), sviluppato dalla società Selex e presente sul portale del DPC. 8

Rischio vulcanico Sebbene meno frequenti e devastanti dei terremoti, le eruzioni vulcaniche rappresentano un forte rischio per le zone densamente popolate del territorio italiano. Il rischio vulcanico, coerentemente con la corrente definizione di rischio, si può definire come il prodotto della probabilità di occorrenza di un evento eruttivo per il danno che ne potrebbe conseguire. Il rischio è traducibile nell'equazione R = P x V x E, dove: P = Pericolosità (Hazard): è la probabilità che un fenomeno di determinata intensità si verifichi in un certo intervallo di tempo e in una data area; V = Vulnerabilità: la vulnerabilità di un elemento - persone, edifici, infrastrutture, attività economiche - è la propensione a subire danneggiamenti in conseguenza delle sollecitazioni indotte da un evento di una certa intensità; E = Esposizione o Valore esposto: è il numero di unità, o valore, di ognuno degli elementi a rischio, come vite umane o case, presenti in una data area. In generale la Vulnerabilità delle persone e degli edifici risulta sempre elevata quando si tratta di fenomenologie vulcaniche. Il rischio è minimo solo quando lo sono anche la Pericolosità o il Valore esposto. E il caso di vulcani "estinti"; vulcani che presentano fenomenologie a pericolosità limitata; oppure di vulcani che si trovano in zone non abitate. Quanto maggiore è la probabilità di eruzione, tanto maggiore è il rischio. A parità di Pericolosità invece il rischio aumenta con l aumentare dell urbanizzazione dell area circostante il vulcano. Le eruzioni vulcaniche si verificano quando il magma, proveniente dall'interno della Terra, fuoriesce in superficie. Possono avvenire dalla bocca del vulcano - è il caso del Vesuvio - o da bocche che si aprono in punti diversi, nel caso dei Campi Flegrei o dell Etna. La durata delle eruzioni vulcaniche è variabile: possono durare poche ore o anche decine d'anni. Il vulcano Kilauea nelle isole Hawaii, ad esempio, è in eruzione dal 1986. Fenomeni precursori. In genere, le eruzioni vulcaniche sono precedute e accompagnate da alcuni fenomeni, tra cui: l'innesco di fratture (terremoti) causato dall'induzione di tensioni meccaniche nelle rocce; il rigonfiamento o cambiamento di forma dell'edificio vulcanico provocato dall'intrusione del magma; variazioni del campo gravimetrico e magnetico nell'intorno dell'edificio vulcanico; l'incremento e cambiamento di composizione delle emanazioni gassose dai crateri e dal suolo; variazioni delle caratteristiche fisico-chimiche delle acque di falda. Questi fenomeni, che accompagnano la risalita del magma, possono essere rilevati da opportune reti strumentali fisse, in acquisizione 24 ore al giorno, oppure attraverso la reiterazione periodica di campagne di misura. Per i vulcani non esiste una scala di magnitudo come quella usata per i terremoti ma vi sono diverse misure e informazioni che possono aiutare nella classificazione delle eruzioni. Una prima classificazione distingue le eruzioni vulcaniche in effusive o esplosive. Le prime sono caratterizzate da una bassa esplosività e da emissioni di magma fluido che scorre lungo i fianchi del vulcano. Nelle seconde, il magma si frammenta in brandelli di varie dimensioni, chiamati piroclasti, che vengono espulsi dal vulcano con violenza. Una seconda classificazione delle eruzioni vulcaniche si ottiene dalla combinazione di dati quantitativi (come volume dei prodotti emessi, 9

frammentazione del magma ed altezza della colonna eruttiva) e da osservazioni qualitative. Si esprime attraverso l Indice di Esplosività Vulcanica, (VEI )-Volcanic Explosivity Index un indice empirico che classifica l energia delle eruzioni esplosive con valori che vanno da 0 a 8. In base a questa classificazione, le eruzioni si distinguono in: Hawaiana, Stromboliana, Stromboliana/Vulcaniana, Vulcaniana, Sub-pliniana, Pliniana, Krakatoiana, Ultra-pliniana. L attività di un vulcano può essere caratterizzata dall emissione di modeste quantità di magma, con limitati effetti sull ambiente, o al contrario da eventi eruttivi catastrofici capaci di modificare profondamente l ambiente circostante il vulcano e perturbare il clima anche a livello globale. Vi sono inoltre altri fenomeni che, anche se non direttamente connessi all attività vulcanica e poco frequenti, risultano pericolosi e possono determinare significative variazioni sul territorio, quali fenomeni franosi o l attività vulcanica sottomarina che può dare origine a maremoti. Uno dei parametri considerati dalla comunità scientifica internazionale per classificare i vulcani italiani è lo stato di attività, in base al quale si suddividono in estinti, quiescenti ed attivi. Si definiscono estinti i vulcani la cui ultima eruzione risale ad oltre 10mila anni fa. Tra questi ci sono i vulcani Amiata, Vulsini, Cimini, Vico, Sabatini, Isole Pontine, Roccamonfina e Vulture. Si tratta di vulcani che hanno dato eruzioni negli ultimi 10mila anni ma che attualmente si trovano in una fase di riposo. Secondo una definizione più rigorosa, si considerano quiescenti i vulcani il cui tempo di riposo attuale è inferiore al più lungo periodo di riposo registrato in precedenza. Si trovano in questa situazione: Colli Albani, Campi Flegrei, Ischia, Vesuvio, Salina, Lipari, Vulcano, Isola Ferdinandea e Pantelleria. Tra questi, Vesuvio, Vulcano e Campi Flegrei, hanno una frequenza eruttiva molto bassa e si trovano in condizioni di condotto ostruito. Non tutti i vulcani quiescenti presentano lo stesso livello di rischio, sia per la pericolosità dei fenomeni attesi, sia per la diversa entità della popolazione esposta. Inoltre alcuni presentano fenomeni di vulcanismo secondario - come degassamento dal suolo, fumarole - che nell ordinario possono indurre a situazioni di rischio. Infine, si definiscono attivi i vulcani che hanno dato eruzioni negli ultimi anni. Si tratta dei vulcani Etna e Stromboli che eruttano frequentemente e che, per le condizioni di attività a condotto aperto, presentano una pericolosità ridotta ed a breve termine. L attività vulcanica in Italia è concentrata anche nelle zone sommerse del Mar Tirreno e del Canale di Sicilia. Alcuni vulcani sottomarini sono ancora attivi, altri ormai estinti rappresentano delle vere e proprie montagne sottomarine. Oltre ai più noti Marsili, Vavilov e Magnaghi, vanno ricordati i vulcani sottomarini Palinuro, Glauco, Eolo, Sisifo, Enarete e i numerosi apparati vulcanici nel Canale di Sicilia. CONTESTO SETTORIALE Il progetto si inserisce in un più ampio programma di attività e azioni nel settore della riduzione del rischio sismico e vulcanico. Tra le principali attività portate avanti in questo ambito, all interno del Dipartimento, vi sono: la valutazione delle amplificazioni locali e degli effetti cosismici, quali frane, fagliazione e liquefazione; la classificazione sismica; la valutazione della vulnerabilità dell edificato pubblico e privato; la gestione delle emergenze: acquisizione, condivisione, sintesi ed elaborazione dei dati provenienti dai Centri di Competenza responsabili del monitoraggio e della sorveglianza dei vulcani attivi italiani; l attuazione del programma di interventi di mitigazione del rischio 10

sismico su edifici del sistema scolastico nazionale. Il progetto, descritto compiutamente nel seguito nasce dall intento di proseguire un percorso di aumento della conoscenza e trasferimento della conoscenza al fine di una riduzione del rischio sismico e vulcanico e si sviluppa su quattro temi: a) acquisizione e valutazione degli studi di microzonazione sismica realizzati nell ambito dell OPCM 3907/10 e OPCM 4007/12 che regolano l utilizzo dei contributi del Fondo nazionale per la prevenzione del rischio sismico; b) attuazione, monitoraggio e disseminazione dei risultati del programma degli interventi di mitigazione del rischio sismico su edifici del sistema scolastico nazionale, finanziati a valere sul Fondo per interventi straordinari della Presidenza del Consiglio dei Ministri, istituito ai sensi dell art. 32 bis del D.L 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla L. 24 novembre 2003, n. 326, ed incrementato con la legge 24 dicembre 2007, n. 244, di 20 milioni di Euro all anno a partire dal 2008; c) gestione, implementazione e valutazione dei dati presenti nell applicativo SIV3274 (Sistema Informativo Verifiche sismiche per OPCM 3274), sviluppato dalla società Selex e presente sul portale del DPC. L applicativo è relativo alla: raccolta delle informazioni relative al censimento generale degli edifici e delle opere strategiche e rilevanti; raccolta delle informazioni relative ai risultati delle verifiche sismiche degli edifici e delle opere strategiche e rilevanti; raccolta delle informazioni relative al monitoraggio dei finanziamenti per interventi di riduzione del rischio sismico; d) gestione del database CSRS per la valutazione dell esposizione e vulnerabilità dei Centri storici esposti al rischio sismico; e) ricerca e studio di modelli di intervento e iniziative di divulgazione e comunicazione del rischio vulcanico. Nel dettaglio: a) Microzonazione sismica L osservazione dei danni alle costruzioni e alle infrastrutture spesso evidenzia differenze sostanziali anche a piccole distanze oppure crolli e danni notevoli anche a grandi distanze dall epicentro. Esempi di questo tipo si sono osservati in Abruzzo, a seguito del terremoto del 2009, all interno della città dell Aquila oppure in alcuni comuni anche distanti, come a S.Pio delle Camere, nella frazione di Castelnuovo. Effetti locali di particolare evidenza si sono manifestati anche nel terremoto emiliano del 2012 con estesi fenomeni di liquefazione dei terreni in particolare nel comune di S. Agostino e Mirabello. Sicuramente la qualità delle costruzioni può influire sulle differenze del danno, ma spesso le cause vanno ricercate in una differente pericolosità sismica locale, determinata da effetti di amplificazione del moto sismico o da instabilità del suolo. Tutto ciò è oggetto degli studi di Microzonazione Sismica (MS), attraverso i quali è possibile individuare e caratterizzare le zone stabili, le zone stabili suscettibili di amplificazione locale e le zone soggette a instabilità, quali frane, rotture della superficie per faglie e liquefazioni dinamiche del terreno. Le problematiche trattate dagli studi di MS hanno avuto un forte sviluppo a livello scientifico negli ultimi 40 anni, anche se la loro importanza era emersa già in epoca 11

passata. E da tempo noto che le condizioni locali dei terreni di fondazione condizionano in modo importante gli effetti del terremoto. Già un secolo fa i criteri informatori delle Norme Tecniche approvate con regio decreto 18 aprile 1909, n. 193, a seguito del disastroso terremoto di Messina e Reggio Calabria del 1908, riportavano il divieto di nuove costruzioni e ricostruzioni su terreni posti sopra e presso fratture, franosi o atti comunque a scoscendere, od a comunicare ai fabbricati vibrazioni e sollecitazioni tumultuarie per differente costituzione geologica o diversa resistenza delle singole parti di essi. In uno studio condotto nel 1969 da alcuni studiosi americani in occasione del terremoto di S. Francisco del 1957, emersero risultati che indicavano con evidenza come nell ambito della stessa città, a poche centinaia di metri di distanza, lo stesso terremoto provocasse scuotimenti decisamente differenti in dipendenza degli spessori e delle caratteristiche dei terreni più soffici presenti negli strati più superficiali. Da allora gli studi su molti terremoti (es. Città del Messico, Messico 1986; Kobe, Giappone 1992; Izmit, Turchia 1999, San Giuliano di Puglia, Italia 2002, L Aquila 2009) hanno mostrato con sempre maggiore evidenza come le caratteristiche locali del territorio possano alterare in maniera evidente l azione sismica. Gli studi di MS hanno l obiettivo di razionalizzare la conoscenza di questi fenomeni restituendo informazioni utili per il governo del territorio, per la progettazione, per la pianificazione per l emergenza e per la ricostruzione post sisma. Nella pianificazione territoriale, in funzione delle varie scale e dei vari livelli di intervento, gli studi di MS sono condotti su quelle aree per le quali le condizioni normative consentono o prevedono l uso a scopo edificatorio o per infrastrutture, o la loro potenziale trasformazione a tali fini, o prevedono l uso ai fini di protezione civile. Gli studi di MS sono di fondamentale importanza nella pianificazione al fine di: orientare la scelta di aree per nuovi insediamenti definire gli interventi ammissibili in una data area programmare le indagini e i livelli di approfondimento stabilire orientamenti e modalità di intervento nelle aree urbanizzate definire priorità di intervento. Nella pianificazione d emergenza sia di livello comunale che provinciale, gli studi di MS consentono una migliore e consapevole individuazione degli elementi strategici di un piano di emergenza ed in generale delle risorse di protezione civile. La conoscenza dei possibili effetti locali indotti da un evento sismico su un territorio contribuisce a: scegliere aree e strutture di emergenza ed edifici strategici in zone stabili; individuare i tratti critici delle infrastrutture viarie e di servizio e le opere rilevanti, in caso di collasso, per le quali potrebbero essere necessarie specifiche valutazioni di sicurezza. Nella fase della ricostruzione la MS: contribuisce a scegliere le aree per le abitazioni temporanee; fornisce elementi ai tecnici e amministratori, sull opportunità di ricostruire gli edifici non agibili; contribuisce a scegliere nuove aree edificabili. 12

Nella progettazione di opere nuove o di interventi su opere esistenti, gli studi di MS evidenziano l importanza di fenomeni quali le possibili amplificazioni dello scuotimento legate alle caratteristiche litostratigrafiche e morfologiche dell area e dei fenomeni di instabilità e deformazione permanente attivati dal sisma. Gli studi di MS, quindi, possono offrire elementi conoscitivi utili per la progettazione di opere, con differente incisività in dipendenza del livello di approfondimento e delle caratteristiche delle opere stesse. La realizzazione di uno studio di MS è uno strumento conoscitivo dalle diverse potenzialità, che ha costi differenziati in funzione del livello di approfondimento. Al momento di decidere l esecuzione e il livello dello studio, occorre tener presente l utilità che da esso può derivare, in modo da compararla con i costi da affrontare. Il miglioramento della conoscenza prodotto dagli studi di MS può contribuire concretamente, insieme a studi di vulnerabilità ed esposizione, all ottimizzazione delle risorse rese disponibili per interventi mirati alla mitigazione del rischio sismico. In funzione dei diversi contesti e dei diversi obiettivi gli studi di MS possono essere effettuati a vari livelli di approfondimento, con complessità ed impegno crescenti, passando dal livello 1 fino al livello 3: il livello 1 è un livello propedeutico ai veri e propri studi di MS, in quanto consiste in una raccolta di dati preesistenti, elaborati per suddividere il territorio in microzone qualitativamente omogenee il livello 2 introduce l elemento quantitativo associato alle zone omogenee, utilizzando ulteriori e mirate indagini, ove necessarie, e definisce una vera carta di MS il livello 3 restituisce una carta di MS con approfondimenti su tematiche o aree particolari. Le modalità tecniche di esecuzione e di applicazione della MS sul territorio italiano sono definite dagli Indirizzi e Criteri per la Microzonazione Sismica approvati recentemente dal DPC e dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome (Gruppo di lavoro MS, 2008). b) Attuazione, monitoraggio e disseminazione dei risultati del programma degli interventi di mitigazione del rischio sismico su edifici del sistema scolastico nazionale (OPCM 3728 e successive) Il fondo per interventi straordinari della Presidenza del Consiglio dei Ministri, istituito ai sensi dell art. 32 bis del D.L 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla L. 24 novembre 2003, n. 326, è stato incrementato con la legge 24 dicembre 2007, n. 244, di 20 milioni di Euro all anno a partire dal 2008, da destinare ad interventi di adeguamento strutturale ed antisismico di edifici appartenenti al sistema scolastico nazionale. La prima annualità del programma è stata disciplinata dall Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 3728 del 28/12/2008 pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 15 gennaio 2009. Le annualità successive (2009, 2010 e 2011) sono state disciplinate rispettivamente dalle Ordinanze 3864/2010, 3879/2010 e 3927/2011. La legge istitutiva del fondo straordinario della Presidenza prevede che gli interventi siano individuati con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Sulla base dei piani presentati dalle Regioni, ed approvati dalla Commissione Mista di cui all art.3, comma 7, dell OPCM 3827/2008, sono stati quindi emanati i citati decreti relativi alle annualità 2008, 2009, 2010 e 2011 del programma. I decreti sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale il 12/01/2010, 26/02/2010, 04/12/2010, 04/03/2011, 13

19/04/2011, 14/03/2011 ed hanno finanziato interventi di adeguamento sismico su 46, 52 e 40 e 57 edifici scolastici, rispettivamente per le annualità 2008, 2009, 2010 e 2011. Le relative risorse economiche sono state trasferite alle relative Regioni. Le Ordinanze 3728/2008, 3864/2010, 3879/2010 e 3927/2011 prevedono l affidamento dell incarico di progettazione entro 4 mesi dalla data di pubblicazione del decreto di finanziamento e l aggiudicazione della gara di affidamento dei lavori entro 12 mesi dalla data di pubblicazione dello stesso decreto di finanziamento. c) Sistema Informativo Verifiche sismiche per OPCM 3274 (SIV3274) L Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003 e successive modificazioni, ha previsto che i soggetti proprietari di edifici ed infrastrutture strategiche ai fini della protezione civile o che possono assumere rilevanza in caso di collasso post-sisma debbano procedere alla loro verifica sismica, sulla base della normativa tecnica contenuta nell Ordinanza stessa, entro 5 anni a decorrere dall 8 maggio 2003. Dall obbligo sono escluse le opere che sono già state progettate sismicamente o adeguate in conformità alle norme emanate dopo il 1984, purché il comune in cui sono situate non sia stato in seguito classificato in una zona sismica più gravosa. Successivamente con decreto del Capo del Dipartimento della protezione civile n. 3685 del 21 ottobre 2003 sono state individuate le tipologie di opere da verificare sismicamente che ricadono nella competenza statale, ovvero relative ad Amministrazioni dello Stato ed Enti ad essi collegati. All interno di tale contesto normativo il Servizio Valutazione Vulnerabilità e Normativa Tecnica ed attività ed opere (post-emergenza) dell Ufficio Rischio sismico e Vulcanico del DPC ha sviluppato delle schede di raccolta delle informazioni tecniche in relazione ai livelli di verifica previsti dal suddetto Decreto n. 3685/2003. Tali schede sono state diffuse a Regioni ed amministrazioni dello Stato al fine di consentire una raccolta dei risultati effettuata con criteri e formati il più possibile omogenei, sì da poter pervenire ad una organica banca dati. Per la raccolta delle informazioni relative al censimento generale delle opere da verificare sono state predisposte le schede di livello 0 (L0) per gli edifici e per i ponti. Le schede sono complete di istruzioni per la corretta interpretazione dei campi e la relativa compilazione. Per la raccolta delle informazioni relative alle verifiche sismiche sono state predisposte le schede di livello 1-2 (L1/2) sia per gli edifici che per i ponti, che rappresentano la grande maggioranza delle opere. Anche queste schede sono complete di istruzioni per la corretta interpretazioni dei campi e la relativa compilazione. Le schede di livello 1 e 2 sono state concepite non solo per uniformare la restituzione dei risultati, ma per costituire una check list ad uso del professionista incaricato della verifica affinché consideri le informazioni basilari necessarie per portare a termine la verifica. Tali schede sono state adottate con l OPCM 3502 del 9/3/2006 che riguarda le Amministrazioni dello Stato. Alcune Regioni hanno recepito le schede tal quali, altre hanno introdotto in esse modifiche che riflettono i contenuti delle rispettive indicazioni tecniche: tuttavia le informazioni fondamentali sono comuni, anche se a volte restituite in campi differentemente numerati. Il sistema informativo rappresenta uno strumento di gestione del censimento di tutti gli edifici ed opere strategiche e rilevanti presenti sul territorio nazionale e la gestione dei risultati delle verifiche sismiche finanziate con OPCM 3362 e 3376 del 14

2004 ed OPCM 3502 e 3505 del 2005. L applicativo è inoltre interoperabile con l applicativo SITDPC presente sul portale SNIP-DPC e deve essere implementato per poter interagire con altri applicativi sempre presenti sul portale come CSRS (Centri storici e rischio sismico) e SET (Software per la gestione informatizzata delle attività tecniche post terremoto nei Centri Operativi Misti (COM)) d) Riduzione rischio sismico nei centri storici La Scheda WEB CSRS (Centri Storici e Rischio Sismico) nasce come strumento condiviso di indagine per completare ed aggiornare, attraverso una rete nazionale di scambio di informazioni tra diversi livelli di governo territoriale (Dipartimento della Protezione Civile, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regioni, Province, Enti locali), la banca dati Atlante dei centri storici esposti a rischio sismico. La banca dati è finalizzata a supportare un modello di analisi del rischio di perdita di interesse culturale per i centri storici esposti ad eventi sismici. Attualmente all indirizzo http://centristorici.test.protezionecivile.it/csrs4/index.htm è accessibile il tutorial descrittivo del prototipo mentre gli utenti, appositamente autorizzati dietro specifica richiesta, possono accedere al software attivo in sole quattro province. L attivazione a livello nazionale è in fase di implementazione. Il censimento dei centri storici esposti al rischio si avvale dei risultati delle attività di collaborazione previste nell ambito del Comitato tecnico scientifico interministeriale [CTS] per la realizzazione, gestione e sviluppo di banche dati di interesse comune, costituito con decreto del Capo del Dipartimento della protezione civile n. 4341 dell 11 settembre 2007, e da ultimo modificato con decreto del Capo del Dipartimento della protezione civile n. 3504 del 13 maggio 2010. e) Rischio vulcanico Il Dipartimento, direttamente o in collaborazione con altri soggetti del Servizio Nazionale di Protezione Civile, svolge attività di previsione, prevenzione e mitigazione del rischio vulcanico sul territorio italiano e adotta misure per ridurre la perdita di vite umane e di beni in caso di eruzione. Si occupa inoltre di seguire le fasi di gestione e superamento delle emergenze vulcaniche. Per quanto concerne la riduzione del rischio vulcanico, il progetto offre al volontario l opportunità di effettuare la ricerca e lo studio di modelli di intervento e iniziative di divulgazione e comunicazione del rischio vulcanico intraprese nei vari complessi vulcanici del mondo per la salvaguardia della popolazione esposta. Mediamente in Italia l'uso del territorio vicino ai vulcani, non ha tenuto conto della loro pericolosità, permettendo l'instaurarsi di situazioni di alto rischio. Naturalmente non tutti i vulcani italiani presentano lo stesso livello di rischio. In seguito a numerosi studi e ricerche condotte e finanziate dal Dipartimento è emerso che la popolazione ha una scarsa percezione del rischio da cui deriva poi una bassa fiducia nelle autorità locali e di Protezione Civile ad affrontare una potenziale emergenza connessa ad un eruzione vulcanica. Il livello di preparazione e di conoscenza della popolazione residente nelle aree vulcaniche italiane risulta quindi del tutto inadeguato a fronteggiare eventuali situazioni di emergenza. Tale fenomeno è imputabile in gran parte alla disinformazione e ad un insufficiente attività informativa-educativa. Da questi studi emerge pertanto l assoluta necessità del Dipartimento della Protezione Civile nonché delle autorità locali presenti sul territorio di promuovere una serie di iniziative volte ad aumentare la percezione del rischio vulcanico. Il tema della riduzione del rischio vulcanico attraverso la corretta informazione della 15

popolazione è comune a tutti i paesi nel mondo caratterizzati dalla presenza di vulcani attivi pertanto, il volontario, dovrà prendere in esame le metodologie e tutti gli strumenti impiegati in tali paesi ponendo particolare attenzione a: la modalità di disseminazione delle conoscenze scientifiche sui vulcani e sulla previsione delle eruzioni; l accrescimento della consapevolezza relativa ai pericoli vulcanici nella popolazione residente nelle aree vulcaniche ad alto rischio; la modalità di divulgazione delle informazioni relative alle azioni da intraprendere da parte della popolazione durante un eventuale emergenza vulcanica. Dopo aver effettuato tale indagine di dettaglio e confrontandosi con gli esperti del settore comunicazione presenti all interno del Dipartimento, il volontario elaborerà una relazione con le informazioni reperite fornendo una valutazione sulle modalità, le iniziative e gli strumenti più efficaci adottati dagli altri paesi, al fine di suggerire al Dipartimento le strategie più idonee da intraprendere per aumentare sul territorio italiano la percezione del rischio vulcanico. ANALISI SWOT DEL CONTESTO NAZIONALE SULLA RIDUZIONE DEL RISCHIO SISMICO E VULCANICO Punti di forza (Strength) Italia paese trainante nello predisposizione e implementazione di politiche di mitigazione del rischio naturale; Italia paese con strutture di previsione e prevenzione dei rischi naturali e strutture di intervento in emergenza fortemente integrate Italia paese all avanguardia nella difesa del patrimonio storico-culturale Debolezze (Weakness) Territorio sensibile al rischio naturale solo dopo grandi catastrofi; Richiesta di fondi elevati per la riduzione concreta del rischio; Metodi e indirizzi per la pianificazione per l'emergenza sismica e vulcanica scarsamente applicati dalle Amministrazioni locali. Opportunità (Opportunities) Miglioramento delle conoscenze tecniche della pericolosità locale Miglioramento delle conoscenze tecniche per la riduzione della vulnerabilità degli edifici; Miglioramento delle conoscenze tecniche per la riduzione della vulnerabilità dei Centri storici Contributo al miglioramento della conoscenza sulle metodologie per la pianificazione per l'emergenza sismica e vulcanica. Minacce (Threats) Assenza di interesse politico ad investire nella riduzione della vulnerabilità sismica degli edifici; Scarso ritorno immediato nelle politiche di mitigazione del rischio sismico e vulcanico; Gestione delle emergenze post-calamità estemporanee con possibilità di aggravi per l'incolumità della popolazione colpita. 16

Destinatari del progetto I destinatari di questo progetto sono rappresentati da tutte quelle istituzioni e da tutti quei privati che potranno beneficiare dell aumento di conoscenza e del trasferimento di conoscenza operato dal progetto. In particolare, risultati di carattere scientifico e banche dati saranno utilizzabili dalla comunità scientifica; banche dati saranno utilizzabili anche dalle istituzioni preposte alla valutazione di scenari sismici, quali il Dipartimento della Protezione Civile stesso, e dalle Regioni, Province e Comuni nei loro settori di Protezione Civile. Per quanto riguarda i risultati di carattere tecnico, questi saranno fruibili dal mondo professionale (ingegneri, architetti, geologi). Infine risultati nel settore della gestione dell emergenza saranno utilizzabili dal Dipartimento della Protezione Civile stesso e dalle Regioni, Province e Comuni nei loro settori di Protezione Civile. In senso lato, tutti i cittadini esposti a rischio sismico beneficeranno in qualche modo dei risultati del progetto. Ma anche quelli non esposti ne potranno trarre un vantaggio in quanto risulteranno in qualche modo ridotte in futuro le perdite economiche di eventi sismici, che ad oggi ricadono sulla intera collettività. 7) Obiettivi del progetto: Innovatività del progetto Il tema riguardante la microzonazione sismica, nell ambito dell attuazione dell art.11 della L. 77/09, rappresenta, per il panorama italiano la prima iniziativa a scala nazionale di prevenzione con l ausilio di finanziamenti, ripartiti su più annualità, per strutture pubbliche e private. Il tema della riduzione del rischio strutturale ed antisismico di edifici del sistema scolastico nazionale è di evidente importanza, per le ovvie ricadute sociali di un simile programma di prevenzione. Attraverso il presente progetto verranno raggiunti i seguenti obiettivi: i) aumento della qualità del programma di interventi da ottenersi attraverso un più continuo monitoraggio del programma stesso, ii) aumento della trasparenza degli obiettivi del programma di interventi, delle risorse utilizzate, dei risultati conseguiti e della tempistica necessaria. L innovatività consiste nel dotarsi di strumenti che consentano al mondo politico, agli amministratori, ai cittadini ed ai tecnici di settore, di venire a conoscenza delle iniziative intraprese dall Amministrazione e poter valutare il raggiungimento degli obiettivi stabiliti. Sullo stesso piano si inseriscono il censimento di tutti gli edifici ed opere strategici e rilevanti e la raccolta dei risultati delle verifiche sismiche e il tema riguardante i Centri storici che, presentando una elevata vulnerabilità del sistema urbano, hanno bisogno di particolari valutazioni, anche considerando lo straordinario ruolo che questa parte dei beni culturali rivestono nell economia nazionale. Per quanto riguarda la riduzione del rischio vulcanico ad oggi non è stata condotta un analisi comparata dei piani di emergenza e degli interventi intrapresi dagli altri paesi in caso di ripresa dell attività eruttiva dei complessi vulcanici presenti. Infine, risulta di notevole importanza l analisi delle strategie di comunicazione utilizzate dagli altri paesi più idonee da intraprendere al fine di aumentare sul territorio la percezione del rischio vulcanico. Obiettivi generali del progetto sono: Migliorare le conoscenze sulla pericolosità sismica locale raggiungendo una copertura degli studi di microzonazione sismica almeno di livello 1 per 17

la maggior parte dei comuni italiani classificati in zona 1 e 2. Innescare un processo virtuoso di conoscenza del sottosuolo nei centri abitati a rischio sismico. Relativamente al tema della riduzione del rischio strutturale ed antisismico di edifici del sistema scolastico nazionale: i. aumento della qualità del programma di interventi da ottenersi attraverso un più continuo monitoraggio del programma stesso; ii. aumento della trasparenza degli obiettivi del programma di interventi, delle risorse utilizzate, dei risultati conseguiti e della tempistica necessaria. Migliorare le conoscenze degli edifici ed opere strategiche e rilevanti; Definire uno strumento per realizzare un inventario degli edifici dei centri storici, per prime valutazioni di rischio del patrimonio culturale italiano, con la messa a punto di valutazioni di vulnerabilità basate su modelli semplificati. Migliorare le metodologie per la pianificazione per l emergenza per il rischio sismico, attraverso l analisi delle indicazione normative e di alcune best practices Ampliare le conoscenze sugli apparati vulcanici presenti nel mondo e soprattutto sui modelli di intervento e sulle iniziative di protezione civile e salvaguardia della popolazione intraprese dagli altri paesi Migliorare la capacità di diffusione delle informazioni e dei dati, al fine di aumentare negli enti e nelle strutture preposte alle attività di soccorso, nonché nella popolazione la percezione delle effettive condizioni di rischio presenti sul territorio. Migliorare la gestione dell emergenza da parte del Dipartimento della Protezione Civile e nella predisposizione di Scenari di Emergenza. Obiettivi specifici del progetto, legati a quelli generali sopra individuati, sono: Creare un database degli studi di microzonazione sismica prodotti dalle Regioni attraverso i fondi dell art.11 della L. 77/09 Costituire un set di dati del sottosuolo che possa favorire la conoscenza della pericolosità sismica locale del territorio italiano, utile per una corretta pianificazione. Facilitare l uso da parte delle Regioni del sistema Web-GIS di approvazione dei piani di intervento su edifici del sistema scolastico nazionale; Preparazione e disseminazione di materiale informativo sul programma di interventi su edifici del sistema scolastico nazionale, quali rapporti semestrali, brochure, ecc. Omogeneizzazione e informatizzazione sui costi e sulle tipologie di intervento finalizzata alla creazione di una base dati utile alla stima dei costi per interventi su edifici del sistema scolastico nazionale Gestire, implementare e valutare i dati presenti nell applicativo SIV3274 (Sistema Informativo Verifiche sismiche per OPCM 3274); Creare un database di conoscenze sulla vulnerabilità dei Centri storici, anche al fine di indicare dei criteri di valutazione delle priorità di interventi. Fornire una valutazione sulle modalità, le iniziative e gli strumenti più 18

efficaci di divulgazione e comunicazione adottati dagli altri paesi del mondo, al fine di suggerire al Dipartimento le strategie più idonee da intraprendere per aumentare sul territorio italiano la percezione del rischio vulcanico. I risultati attesi, rispetto agli obiettivi generali del progetto sono: a) microzonazione sismica Indicatori di questo risultato sono: Numero di carte di microzonazione sismica acquisite Numero di database riferiti al sottosuolo italiano Rapporti semestrali sul programa Convegno sui risultati raggiunti b) Programma di interventi sul sistema scolastico nazionale Indicatori di questo risultato sono: Rapporti semestrali sul programma; Preparazione di materiale di disseminazione del programma da inserire nel sito del Dipartimento: Aggiornamento del sistema Web-Gis per l approvazione dei piani ed il monitoraggio degli interventi; Data base dei costi di intervento. c) valutazione dell esposizione e vulnerabilità sismica degli edifici ed opere strategiche e rilevanti Indicatori di questo risultato sono: Mappe della distribuzione sul territorio del censimento e sulle verifiche degli edifici ed opere strategiche e rilevanti del territorio nazionale; Query per l estrazione di dati di interesse in fase di prevenzione e o di emergenza; d) valutazione dell esposizione e vulnerabilità sismica dei centri storici Indicatori di questo risultato sono: Mappe territoriali dell interesse culturale e dell esposizione culturale dei centri storici Mappe territoriali di vulnerabilità dell edificato storico dei centri Mappe territoriali delle perdite attese di interesse culturale dei centri storici Report dei nuovi centri storici e dei nuovi beni di interesse architettonicoculturale acquisiti nella banca dati CSRS. Report sulla consistenza dei centri storici in caso di evento sismico e nel corso della fase di gestione dell emergenza. e) rischio vulcanico Indicatori di questo risultato sono: Numero di fonti bibliografiche consultate e analizzate; Numero di complessi vulcanici analizzati; Numero di modelli di intervento e di piani di emergenza analizzati; Contatti intrapresi con la comunità scientifica internazionale; Numero di iniziative di protezione civile a salvaguardia della popolazione esposta al rischio vulcanico analizzate e reperite; Numero di metodologie e strumenti di disseminazione delle conoscenze scientifiche sui vulcani e sulla previsione delle eruzioni analizzati e 19

reperiti; Numero di metodologie e strumenti di divulgazione delle informazioni relative alle azioni da intraprendere da parte della popolazione durante un eventuale emergenza vulcanica analizzati; Relazione sull attività di studio svolta e con le informazioni reperite, supportata da una valutazione sulle modalità, le iniziative e gli strumenti più efficaci adottati dagli altri paesi. 8) Descrizione del progetto e tipologia dell intervento che definisca in modo puntuale le attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in servizio civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo: PREMESSA I volontari saranno inseriti nell attuale programma di lavoro del Dipartimento della Protezione Civile, finalizzato al potenziamento delle attività di prevenzione del rischio sismico in Italia e ideato per rispondere ai compiti di coordinamento e indirizzo del Dipartimento nei confronti delle Regioni coinvolte nelle azioni di riduzione degli effetti del terremoto. Tale programma comprende, tra le altre, anche le attività previste dai 5 piani di attività del presente progetto, e in particolare quelle di: microzonazione sismica per l attuazione dell art. 11 della L. 77/09 Individuazione della cartografia in standard WMS e predisposizione delle modalità di accesso ai siti per poterla utilizzare; Attività di supporto al programma di interventi di mitigazione del rischio sismico su edifici del sistema scolastico nazionale ed in particolare: Monitoraggio del programma e redazione di rapporti semestrali; Preparazione di materiale di disseminazione del programma, anche da inserire nel sito del Dipartimento; Inserimento di dati nel sistema Web-Gis per l approvazione dei piani ed il monitoraggio degli interventi; Raccolta, omogeneizzazione e informatizzazione di dati sui costi di intervento; Informatizzazione delle schede di vulnerabilità sismica di edifici scolastici per una più corretta valutazione del rischio sismico delle scuole. gestione, implementazione e valutazione dei dati presenti nell applicativo SIV3274 Sistema Informativo Verifiche sismiche per OPCM 3274; supporto informatico al progetto Centri storici e rischio sismico che riguarda la migliore conoscenza dei centri storici e dei beni di interesse culturale, finalizzata ad un migliore supporto anche in emergenza al rilievo dei danni agli edifici di interesse storico-culturale Ricerca e studio di modelli di intervento e iniziative di divulgazione e comunicazione del rischio vulcanico. I volontari in servizio civile saranno direttamente coinvolti nelle attività sopra descritte ed avranno il compito di supportare tecnici ed esperti del Dipartimento sulla base delle loro specifiche conoscenze. Dopo una formazione iniziale ad ampio spettro, inerente tutte le tematiche del rischio sismico e vulcanico, i volontari saranno seguiti costantemente nel loro lavoro, così da poter raggiungere gli obiettivi prefissati. Nel seguito si descrivono i piani di attuazione di ciascuna linea di attività. 20