Risposte dell UNI al Ministero dell Ambiente su quesiti posti da ASL



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Risposte dell UNI al Ministero dell Ambiente su quesiti posti da ASL

Quesito 1 Il rispetto dell indice di rumore da calpestio dei solai in opera si applica anche per le strutture poste nella stessa unità immobiliare? Il rispetto di tale requisito deve essere conseguito anche per solai non sovrapposti tra loro, posti sullo stesso piano? In generale, sia per il fatto che il DPCM 5-12-1997 non fa mai esplicito riferimento a strutture che separano ambienti posti nella stessa unità immobiliare, sia per la impossibilità a conseguire i valori limite richiesti in talune situazioni costruttive, l indice di rumore di calpestio si applica solo fra unità immobiliari diverse. Nota 1. Ciò non toglie che una futura revisione del DPCM possa considerare situazioni in cui il rispetto di tale indice sia da considerare anche nella stessa unità immobiliare, a meno di estendere il concetto di unità immobiliare a specifiche situazioni (es. camere d albergo). L indice di rumore al calpestio si applica anche ad ambienti non sovrapposti fra loro (purché l ambiente disturbato sia un ambiente in cui è prevista la presenza di persone). Nota 2. A tal riguardo esiste altresì una metodologia di prova definita dalla norma UNI EN ISO 140-14, la quale, pur non essendo citata dal DPCM 5-12-1997 costituisce un importante riferimento tecnico.

Quesito 2 Nel caso di ristrutturazioni effettuate su edifici esistenti, in quali casi le strutture devono essere adeguate al decreto? Il DPCM 5-12-1997 si applica alle ristrutturazioni per le quali si verifica una o più fra le seguenti condizioni: - è richiesto un documento autorizzativo (autorizzazione, o concessione o permesso o altro) per la sua realizzazione; - la ristrutturazione determina una modifica nel numero di unità immobiliari; -la ristrutturazione è finalizzata al cambio di destinazione d uso dell edificio (o almeno della parte di edificio ristrutturata) Quesito 3 In caso di cambio di destinazione d uso da locali non abitabili (garage, ripostiglio, magazzino, deposito, etc.) a locali abitabili, la modifica comporta l adeguamento dei locali al decreto, anche se le parti strutturali e i componenti della facciata non sono modificati? -Vale la risposta al quesito 2.

Quesito 4 I locali che comunemente sono considerati non abitabili (servizi igienici, ripostigli, spogliatoi, etc.) sono soggetti al rispetto dei limiti del decreto? Partendo dal principio (art. 2 della legge 447/95) che gli ambienti abitativi sono quelli destinati alla permanenza di persone o di comunità la valutazione dei requisiti passivi si applica sempre ai fini della protezione di tali ambienti rispetto a fonti di rumore esterne ad essi. Pertanto i requisiti di isolamento acustico si applicano: - sempre fra ambienti abitativi (anche non contigui) - fra ambienti abitativi e altri ambienti (garages, servizi igienici, ecc ), nei casi in cui in questi ultimi possano essere presenti delle sorgenti di rumore; Non si applicano invece tra ambienti non abitativi. Nel caso del rumore degli impianti vale la stessa regola: cioè il loro effetto acustico viene valutato nei soli ambienti abitativi. Nota 1 Possono essere considerati ambienti abitativi quelli in cui le persone possano permanere per tempi relativamente lunghi e godere di un adeguato confort acustico (camere da letto, salotti, sale da pranzo, ecc ), esclusi quindi ambienti in cui le persone sostano per tempi più brevi e in cui il clima acustico non è un requisito essenziale (bagni, ripostigli, vani scale, corridoi, ecc..)

Quesito 5 Il rispetto dei limiti per il rumore da impianti deve essere applicato per l emissione derivante da impianti inseriti in locali inseriti nella stessa unità immobiliare o ci si deve riferire a rumore prodotto da una unità immobiliare verso un altra unità? La rumorosità degli impianti viene valutata unicamente fra unità immobiliari differenti. Nota 1. Seguendo il documento del CSLP (punto 7), al fine di salvaguardare la quiete negli ambienti abitativi (che è lo scopo per cui sono stabiliti i requisiti del DPCM 5-12-1997), si potrebbe estendere la valutazione alle sorgenti sonore presenti in tali ambienti (es. fan coils), anche se obiettivamente in questi casi il limite di 25 db(a) appare di difficilissima praticabilità. Quesito 6 In quali locali deve essere verificato il rispetto del limite per il rumore da impianti a ciclo continuo e discontinuo? La verifica va effettuata negli ambienti abitativi. Sono quindi esclusi da tale

Quesito 7 Nel caso di locali classificati con diverse categorie e limiti ai sensi della tabella A del DPCM 5/12/97 (ad esempio piano terra commerciale e piano primo residenza) quali sono i limiti da applicare per i vari parametri? E corretto applicare i limiti della categoria come se fossero riferiti all ambiente disturbato (nel caso specifico, è corretto considerare per l isolamento da calpestio il valore di 63 db per la civile abitazione nei confronti del commerciale; o viceversa, i 55 db del commerciale vero la residenza nel caso in cui ci sia un locale commerciale al piano primo ed una civile abitazione al piano terra)? Su questo quesito non vi è accordo fra gli esperti dell UNI. Purtroppo vi è un evidente errore nella tabella dei valori, e ognuna delle due alternative formulate nella domanda presenta delle incongruenze applicative. Quesito 8 Nel caso di verifica dell isolamento di facciata per locali aventi più pareti a contatto con l esterno, il parametro deve essere ottenuto rispetto alla singola facciata oppure si può fare la media logaritmica dei singoli valori calcolati secondo norma UNI TR 11175 o misurati in opera? Il concetto di facciata di un locale è definito nella norma UNI EN ISO 12354/3 come