Parlare di famiglia oggi Il futuro del Paese Italia è affidato alle nuove generazioni: quali sono le condizioni perché queste ci siano e siano in grado di svolgere il loro ruolo? Abbiamo realizzato una FESTA TEMATICA nazionale per parlare dei temi che stanno a cuore alle famiglie (fisco, infanzia e adolescenza, giovani, anziani, disabilità e non autosufficienza, casa, violenza): abbiamo la stella polare della prima conferenza nazionale della famiglia (organizzata dal Min. Bindi a Firenze nel 2007) e dell indagine conoscitiva sulle condizioni sociali delle famiglie in Italia realizzata dalla commissione Affari Sociali tra il 2006 ed il 2007 sotto la presidenza dell on. Mimmo Lucà (che ha consentito l acquisizione quadro completo iniziative Regionali e locali) che puntava a definire livelli essenziali prestazioni o liveas Abbiamo le risorse previste con coerenza nelle finanziarie del Governo Prodi E sentiamo anche l esigenza di impedire la perdita di memoria su quanto è stato fatto: è emblematico l annuncio in questi giorni da parte del Governo di un provvedimento che finalmente porta alla piena parificazione tra i c.d. figli naturali e figli legittimi, come non ricordare che un provvedimento analogo era già stato definito dal governo Prodi ed aveva visto la convergenza di tutti i gruppi parlamentari e che il suo iter fu interrotto solo dalla caduta del Governo? Perché ci sono voluti oltre 2 anni per riprenderlo? È stato modificato nei contenuti? Su quale piano di interlocuzione ci poniamo con il Governo e con il Paese? Siamo certi di non soffrire alcun disagio e di avere le carte in regola per parlare di politiche per la famiglia, poiché alla prova dei fatti tutte le politiche ad oggi esistenti sono state approvate da governi di centrosinistra. Ed i nostri Governi hanno saputo approvare leggi che poi si sono ricordati di finanziare, evitando le belle dichiarazioni di principio di cui il governo Berlusconi è saturo salvo poi verificare che ha cancellato tutti i fondi che rendono praticabili i bei principi espressi. E quindi dobbiamo porci un quesito che sta alla base del nostro trend demografico e che interpella la nostra idea di società: vogliamo favorire od ostacolare la fecondità? E quindi cosa offriamo e chiediamo alle famiglie italiane? Ed in questo quadro: Quale ruolo per le donne? Quale natura assume il diritto alla Maternità? Credo che Chiara Saraceno abbia saputo sintetizzare in modo egregio il nodo politico (e delle politiche da realizzare) che abbiamo di fronte: Non si può auspicare una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro, una maggiore flessibilità dei contratti di lavoro, l innalzamento della età pensionistica e contestualmente la disponibilità delle reti familiari a farsi carico della fragilità in età anziana o per altre cause, la disponibilità dei giovani e in particolare delle donne ad avere figli, senza mutare l organizzazione del tempo di lavoro, il sistema di protezione sociale e l offerta di servizi. Finora la gran parte dei mutamenti sia delle condizioni nel mercato del lavoro che nei comportamenti e aspettative delle donne è stata fronteggiata pressoché dal lato delle 1
famiglie, in particolare delle donne, con il risultato di produrre sovraccarichi di lavoro (le donne italiane occupate e con carichi familiari in Italia hanno uno degli orari di lavoro complessivi più lunghi in Europa), lunghe dipendenze dei giovani dalla famiglia di origine con conseguente ritardo nella autonomizzazione e nella formazione di nuove famiglie, forte dipendenza degli anziani fragili dalla disponibilità di cure da parte della famiglia allargata e una forte riduzione della fecondità. E ora che qualche cosa avvenga sia sul fronte dei servizi che su quello della rete di sicurezza sociale. La questione del tempo della cura come tempo che non va imposto ma che va riconosciuto e garantito a chi è disponibile a spenderlo. In generale, la questione della cura del diritto a riceverla e a darla, della divisione (e condivisione) delle responsabilità tra i diversi soggetti, entro la famiglia e tra questa e altri attori sociali deve diventare centrale nelle politiche sociali così come è centrale per molti tratti nella vita delle persone e delle famiglie. (Chiara Saraceno Politiche della famiglia) E questo comporta al tempo stesso un diritto alla cura che non può essere scaricato sulle sole famiglie e (nemmeno tanto implicitamente) sulle donne, ma deve essere garantito da livelli essenziali di assistenza sociale (o di prestazione) che rendano esigibili i diritti delle singole persone e delle famiglie come naturale prioritario tessuto in cui si sviluppa la vita delle persone senza destini obbligati ma consentendo ad ognuno di realizzare (in relazione con il mondo degli affetti familiari e delle reti sociali) il proprio progetto di vita. È un approccio che ci porta in direzione opposta a quanto affermato nel libro verde di Sacconi ed anche nel documento preparatorio della conferenza della famiglia in cui troppo spesso si parla di auto-mutuo aiuto, di solidarietà tra generazioni, di solidarietà di vicinato ecc. è accettabile che le politiche pubbliche siano ridotte all auto-mutuo aiuto Le famiglie italiane, in assenza di risposte adeguate, hanno aggiunto al loro ruolo di ammortizzatore sociale nuove funzioni: si sono organizzate un proprio welfare informale approfittando della novità prodotta dai fenomeni migratori e in particolare di un largo settore di immigrazione irregolare che si offre a basso prezzo consentendo il ricorso a servizi privati anche ad ampie fasce del ceto medio. Secondo dati OCSE, l Italia, insieme alla Grecia e alla Spagna, è il paese con la più alta percentuale di immigrati impiegati nel settore dei servizi domestici Ma si tratta di un welfare non solo totalmente affidato alle risorse famigliari (e quindi fortemente diseguale), ma anche esposto a rischi di sfruttamento (in ogni direzione) e inadeguatezza delle cure. È arrivato il momento di parlare anche dei connotati più profondi di questo mercato della cura: esso avviene al di fuori di ogni tipo di pur blanda regolazione qualità vita badanti, come se le badanti stesse non avessero diritto ad una loro vita familiare. La rete dei servizi Sono molte quindi le situazioni di cui la famiglia è chiamata a farsi carico, per alcune di esse l Italia ha saputo elaborare punte di eccellenza (penso ai servizi per l infanzia), su altre stiamo tornando indietro anche rispetto alle prime interessanti sperimentazioni (penso ai servizi per la non 2
autosufficienza), e su alcune frontiere, vedi tutto il tema della disabilità, vengono oggi messi in discussione anche i pur minimi diritti che sembravano riconosciuti. Queste diverse dimensioni, unite alla difficoltà dei giovani di rendersi autonomi, chiedono con chiarezza la definizione di politiche pubbliche adeguate. È inaccettabile un idea di welfare che dietro allo slogan meno Stato e più società nasconde (in realtà esibisce!) l idea di uno Stato che arretra, taglia le risorse, scarica sulle famiglie un carico insostenibile di attesa. Ed è inaccettabile anche un uso strumentale del Terzo Settore che non viene chiamato ad un nuovo protagonismo e ad una collaborazione nel definire obiettivi e modalità di realizzazione delle politiche pubbliche, ma viene utilizzato solo come strumento di abbattimento dei costi di un welfare residuale in cui la gratuità ed il plusvalore prodotto dal terzo settore non sono più un moltiplicatore degli investimenti pubblici, ma al contrario sono partite di bilancio che consentono un risparmio da parte dello Stato. Abbiamo pertanto bisogno di tornare a definire dei livelli essenziali delle prestazioni per le poiltiche familiari, così come in senso più generale per le politiche sociali, che diano esigibilità ai diritti e assicurino politiche adeguate a quegli obiettivi. Ciò vuol dire pensare ad un mix di trasferimenti monetari e di servizi. E soprattutto devono disegnare un quadro coerente, ovvero dovrebbero evitare che i criteri e i meccanismi messi in opera in un campo (ad esempio nei trasferimenti monetari) non contraddicano gli obiettivi perseguiti in un altro (ad esempio le pari opportunità tra uomini e donne e la partecipazione al mercato del di queste ultime). Appare inoltre chiaro che i trasferimenti monetari, pur importanti soprattutto dal punto di vista della equità tra individui e famiglie con carichi di dipendenza diversi, sono solo una parte di politiche che promuovano insieme l assunzione di responsabilità familiari e l equità tra i generi e le generazioni. I nostri temi, il nostro lavoro Su tutto questo il intende lavorare con continuità e con un gioco di squadra che valorizza e porta a sintesi altre elaborazioni che stiamo producendo grazie al lavoro della Segreteria nazionale e dei Forum. Ma anche grazie ad esperienze che gli EELL hanno realizzato con Istituzioni e realtà del Terzo Settore. Lavoreremo sulle Politiche per la Famiglia seguendo questa articolazione: Fisco e tariffe a misura delle famiglie : il gruppo sul fisco è in realtà una prosecuzione da parte di Stefano Fassina del lavoro già avviato per l'assemblea e sta proseguendo con altri incontri a partire da quello con il forum delle associazioni familiari, Famiglie e immigrazione il gruppo sull'immigrazione è la focalizzazione delle questioni specifiche riguardanti le famiglie immigrate e la famiglia come luogo di inclusione, e quindi è in continuità con il lavoro del Forum immigrazione presieduto da Livia Turco 3
Infanzia e adolescenza c'è il forum preposto presieduto da Anna Serafini con il quale è partito un lavoro di confronto ed un lavoro della bicamerale infanzia che sul piano del governo ha prodotto una relazione di minoranza Famiglia e politiche educative: svilupperemo con il forum Scuola presieduto da Giovanni Bachelet e con Francesca Puglisi per la Segreteria, un approfondimento sul rapporto tra famiglia e scuola e sul ruolo educativo della famiglia Famiglie e fragilità: la rete dei servizi in collaborazione con il forum Politiche Sociali presieduto da Livia Turco svilupperemo un riflessione specifica con l ottica delle ricadute sulla famiglia e sul ruolo che la famiglia può svolgere rispetto ad una serie di temi (non autosufficienza, disabilità e disagio mentale, dipendenza, violenza ecc), cercando di definire la questione dei LIVEAS/LEF nell ambito della rete integrata di servizi. famiglie e lavoro: in collaborazione con il Forum Lavoro presieduto da Emilio Gabaglio e in collaborazione con Stefano Fassina per la Segreteria Nazionale affornteremo in particolare alcuni temi come: conciliazione e condivisione dei ruoli; congedi, part time volontario, sostegni per il lavoro delle donne, assegni universali di maternità. famiglia e generazioni: sarà un modo per approfondire i temi della autonomia dei figli (learnfare, fondo per l autonomia) e della vecchiaia attiva (pensionamento progressivo, part time, formazione mirata,attività di volontariato..) famiglia e diritti: consentirà di fare il punto sulle normative riguardanti matrimonio, separazione e divorzio, istituzione del Tribunale per la famiglia e sul più ampio tema riguardanti le pari opportunità e rapporti di genere all interno del contesto familiare. Famiglie e politiche abitative: sulle politiche abitative Matteo Mauri della Segreteria nazionale ha già avviato un lavoro che approfondiremo per quanto riguarda le esigenze delle famiglie. Il lavoro non manca, ma al tempo stesso c è anche tanto lavoro già fatto o in itinere, a noi il compito di portarlo a sintesi e di coinvolgere i nostri territori (amministrazioni e livelli locali del partito) perché l elaborazione diventi patrimonio comune e condiviso, su cui avanzare una proposta chiara al Paese. Roma, 4 novembre 2010 Cecilia Carmassi Resp. Politiche per la Famiglia Segreteria nazionale 4
Le proposte già approvate: La proposta sul fisco - Le famiglie La proposta prevede la riduzione al 20% dell aliquota sul primo scaglione, oggi al 23%, la riduzione del numero delle aliquote intermedie e la revisione degli scaglioni a vantaggio dei redditi bassi e medi. Inoltre, la giungla di deduzioni e detrazioni oggi vigenti viene disboscata e ricondotta a razionalità. Si cambia radicalmente la detrazione: oltre che per livello di reddito, si differenzia per età, a vantaggio dei giovani e degli ultra-settantacinquenni, in particolare non-autosufficienti, e delle responsabilità familiari. Il problema dell incapienza viene affrontato con l imposta negativa. In altri termini, si prevede l erogazione di un trasferimento pari alla detrazione spettante ma non goduta. Per quanti ai margini del mercato del lavoro, si introduce il reddito di solidarietà attiva (vedi il Documento sul lavoro approvato dall Assemblea Nazionale del 22 Maggio 2010) mirato e condizionato a programmi di reinserimento lavorativo. Nel segno della universalizzazione dei diritti e del riconoscimento dei costi sostenuti dalle famiglie per i figli, ai fini di contribuire alla coesione sociale e allo sviluppo di politiche per la natalità, si introduce il bonus per i figli, un istituto unico, generalizzato, fruibile dai capienti come sconto d imposta e dagli incapienti come trasferimento a loro favore. Il bonus per i figli unifica le detrazioni fiscali e gli Assegni al nucleo familiare. Riguarda tutti coloro che hanno figli minori, dipendenti, parasubordinati, indipendenti (autonomi, professionisti, imprenditori). Il bonus per i figli è di 3000 euro all anno per ogni figlio. Viene introdotto gradualmente a cominciare dalla fascia 0-3 anni. Per incentivare il lavoro femminile e sostenere la famiglia, la leva fondamentale sono i servizi: dagli asili nido, all assistenza alle persone non-autosufficienti. In sinergia con il potenziamento dei servizi, proponiamo di introdurre una consistente agevolazione fiscale (detrazioni ad hoc o riduzione dell aliquota Irpef) per il reddito da lavoro delle donne in nuclei familiari con figli minori. La proposta sul lavoro La strategia proposta dal Pd per promuovere il diritto unico del lavoro, si articola lungo due principi di fondo: la migliore flex-security europea; l universalità dei diritti fondamentali di cittadinanza, in particolare il welfare orientato a promuovere il benessere di tutto il nucleo famigliare, anche attraverso misure di conciliazione lavorofamiglia. I capisaldi della strategia del Pd, da portare avanti in modo graduale al fine di evitare ogni onere aggiuntivo per la finanza pubblica, sono i seguenti: 5. trasformazione dell'indennità di maternità in diritto di cittadinanza e relativo finanziamento a carico della fiscalità generale; per incentivare l occupazione femminile, introduzione di una detrazione fiscale per il reddito da lavoro delle donne in nuclei famigliari con figli minori; superamento degli assegni famigliari e della detrazione per figli a carico ed introduzione di un contributo annuale di 3000 euro all anno per ogni figlio fino alla maggiore età, a cominciare dalla fascia 0-3 anni, esteso anche ai lavoratori autonomi e professionisti; introduzione del part-time agevolato e volontario, innalzamento dell indennità per i congedi parentali, 5
incentivazione del rientro al lavoro delle donne ultra-quarantenni; potenziamento, secondo i principi della sussidiarietà, dei servizi alla famiglia (dagli asili nido all assistenza agli anziani non-autosufficienti); credito di imposta per l occupazione femminile nelle aree svantaggiate; avvio del Conto personale di cittadinanza, forma di risparmio agevolata per favorire l autonomia ed il lavoro dei giovani 6