PROPOSTE EMENDATIVE ALL'ART 25 E ALL'ART. 61 DEL D.L. N. 1/2012 (ATTO SENATO N. 3110)



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PROPOSTE EMENDATIVE ALL'ART 25 E ALL'ART. 61 DEL D.L. N. 1/2012 (ATTO SENATO N. 3110) PREMESSA L'Anav, è l'associazione di imprese che, all'interno del sistema di Confindustria, rappresenta le imprese private che operano nei diversi segmenti del trasporto di persone su strada, tra cui il settore del trasporto pubblico locale e quello del noleggio autobus con conducente, imprese che sono estremamente sensibili ad alcune misure contenute nel provvedimento e, in particolare, alle misure di ulteriore promozione della concorrenza nei servizi pubblici locali dettate dall'art. 25 ed a quelle di rimborso delle accise sul gasolio per autotrazione di cui all'art. 61 del Decreto in esame. Nell'ottica di poter contribuire ad un più approfondito esame del provvedimento ed al miglioramento dello stesso nel corso dell'iter parlamentare di conversione in legge, si propongono di seguito alcune proposte emendative concernenti: 1) la promozione della concorrenza nei servizi pubblici locali (art. 25 del D.L. 1/12); 2) il recupero delle accise sul gasolio per autotrazione (art. 61 del D.L. 1/12). ART. 25 (PROMOZIONE DELLA CONCORRENZA NEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI) Gli emendamenti proposti sono finalizzati a migliorare ulteriormente il quadro regolatorio dei servizi pubblici locali e, in particolare, del trasporto pubblico, nell'ottica di facilitare il percorso di liberalizzazione e di efficientamento e di contribuire, con lo sviluppo di tali rilevanti mercati, al rilancio della crescita economica del Paese. Importanza prioritaria, in quest'ottica, assume la proposta relativa alla deroga introdotta dal comma 1, lett. B), punto 6- a) con la quale si consente il mantenimento per ulteriori tre anni (a partire dal 31 dicembre 2012) delle attuali gestioni dirette o in house a favore delle aziende di proprietà pubblica che procedano ad integrazioni operative. Tale deroga, di fatto, consente alle Amministrazioni territoriali con interessi proprietari nelle aziende di gestione dei servizi di frenare, almeno a tutto il 2015, il processo virtuoso di liberalizzazione del mercato in evidente contrasto con i principi di promozione della concorrenza e di incentivo alla privatizzazione cui è, o dovrebbe essere, improntata la riforma. AFFIDAMENTI IN HOUSE 1. Il primo e prioritario intervento che si propone consiste nella soppressione parziale o, in subordine, nella modifica del comma 1, lett. B), punto 6, lett. a) dell'articolo 25, che appare contradditorio rispetto all'abbassamento della soglia economica entro la quale è consentito il ricorso all'affidamento in house (precedente punto 5) e palesemente in contrasto con i principi di liberalizzazione e di non discriminazione cui la riforma è 00185 Roma Piazza dell Esquilino, 29 C.F. 97185750581 -Tel. 06 48 79 301 Fax 06 48 21 204 e-mail: anavmail@tin.it www.anav.it

improntata. La deroga introdotta dalla disposizione, infatti, appare superflua rispetto al fine di incentivare le aggregazioni tra operatori, già utilmente perseguito dal D.L. 1/12 con il favor per l'organizzazione dei servizi in bacini territoriali ottimali (art. 3-bis introdotto dall'art. 25 in questione), e costituisce un evidente arretramento sia rispetto alle precedenti versioni della riforma (art. 23-bis e testo originale art. 4), che limitavano in maniera molto più netta il ricorso all'in house, sia, con riferimento al trasporto pubblico locale, rispetto all'attuale assetto del mercato, che vede diverse Regioni già impegnate nella seconda tornata di gare per l'affidamento dei servizi diversi da quelli ferroviari. La deroga, inoltre, non è coerente con il fine di incentivare l'aggregazione dei piccoli operatori privati, posto che, testualmente, essa consente "l'affidamento per la gestione in house", e quindi per la gestione ad un soggetto "a capitale interamente pubblico che abbia i requisiti richiesti dall'ordinamento europeo per la gestione in house" (così dispone l'art. 4, comma 13 del D.L. 138/11). Il requisito comunitario del controllo analogo da parte dell'ente affidante priverebbe di interesse il processo integrativo per le imprese private che dovrebbero soggiacere ai poteri di direzione e controllo da parte dell'ente pubblico, rinunziando alla propria autonomia ed alla stessa libertà di iniziativa economica. La deroga si presterebbe, inoltre, a facili abusi da parte delle amministrazioni territoriali, che potrebbero procedere ad integrazioni operative delle proprie aziende non con il fine virtuoso, ma teorico, di migliorarne l'efficienza e la qualità, ma con l'obiettivo concreto di mantenere lo status quo e non confrontarsi per altri tre anni con i competitors secondo le regole della concorrenza. Per il settore del trasporto pubblico regionale e locale ciò comporterebbe, in definitiva, il blocco di una quota di mercato fino all'80% che è quella attualmente occupata dalle società a prevalente partecipazione pubblica delle amministrazioni regionali e locali, lasciando alle imprese private l'onere di contendersi la parte restante. Si propone, pertanto, di sopprimere parzialmente il punto 6-a) o, in subordine, di modificarne il testo al fine di incentivare la creazione di operatori economici risultanti dall'integrazione tra gestori a prescindere dalla natura pubblica o privata del capitale. (Ipotesi 1) All'articolo 25, comma 1, lettera B), punto 6, lett. a), le parole successive alle seguenti: "31 dicembre 2012.", sono soppresse. (Ipotesi 2) All'articolo 25. comma 1, lettera B), punto 6, lett. a), sono apportate le seguenti modificazioni: a) dopo le parole "In deroga,", sostituire le parole "l'affidamento per la gestione «in house»" con le seguenti parole: "l'affidamento per la gestione diretta"; b) dopo le parole "a favore di", sostituire la parola "azienda" con le seguenti parole: "operatore economico, nelle forme di cui all'articolo 34 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163,"; c) sostituire, infine, le parole "La durata dell'affidamento in house all'azienda" con le seguenti parole: "La durata dell'affidamento diretto all'operatore economico". COSTI STANDARD 2. Il secondo intervento che si propone consiste nell'inserimento di un comma 1-bis all'articolo 25 del testo di D.L. attraverso il quale modificare il testo dell'articolo 21, 2

comma 3, del D.L. 98/11, convertito in legge 111/11, e s.m.i.. Il fine è quello di stabilire che i criteri di ripartizione delle risorse disponibili del Fondo per il trasporto pubblico locale siano definiti sulla base dei costi standard associati alla fornitura dei servizi, attribuendo tale competenza all'osservatorio nazionale sulle politiche del TPL, incaricato di predisporre il piano di ripartizione delle risorse. Si evidenzia a riguardo che il Parlamento stesso, in sede di conversione definitiva del D.L. 138/11 ha approvato un Ordine del giorno con il quale ha impegnato il Governo ad attribuire all'organo incaricato del monitoraggio sul settore del TPL "il compito di definire in via prioritaria i criteri di determinazione dei costi standard associati alla fornitura dei servizi". All'articolo 25, dopo il comma 1, inserire il seguente comma 1-bis: 1-bis. All'articolo 21, comma 3, del decreto legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito nella legge 15 luglio 2011, n. 111, e successive modificazioni, dopo le parole "criteri di riparto del fondo di cui al presente comma", sono aggiunte le seguenti parole: "definiti sulla base dei costi standard associati alla fornitura del servizio per la corretta quantificazione dei corrispettivi di esercizio e delle compensazioni degli obblighi di servizio pubblico, conformemente a quanto previsto dagli articoli 4 e 6 del regolamento (CE) 23 ottobre 2007, n. 1370/2007"; dopo le parole sull'attuazione dell'intesa, sono aggiunte le seguenti parole:, la definizione dei criteri di determinazione dei costi standard, che dovranno essere osservati dagli enti affidanti nella quantificazione dei corrispettivi da porre a base d'asta previsti nel bando di gara o nella lettera di invito di cui all'articolo 4, comma 11, del decreto legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito nella legge 14 settembre 2011, n. 148,. 3. Il terzo intervento che si propone consiste nell'inserimento di un punto 3-bis alla lett. B) del comma 1 dell'articolo 26 attraverso il quale modificare il testo dell'articolo 4, comma 5, del D.L. 138/11, convertito in legge 148/11, e s.m.i. con la previsione di un vincolo a determinare le compensazioni degli obblighi di servizio pubblico, con riferimento al trasporto pubblico regionale e locale, secondo un criterio di costi standard che tenga conto dell'ammortamento degli investimenti. L'obiettivo è quello di rimuovere le distorsioni allocative e le inefficienze connesse al criterio della spesa storica e di garantire alle aziende esercenti la adeguata remunerazione degli investimenti utili all'ammodernamento del materiale rotabile ed all'adeguamento degli impianti nel tempo. Anche in questo caso l'emendamento è coerente con l'ordine del giorno approvato dal Parlamento in occasione della conversione definitiva del D.L. 138/11 con il quale ha impegnato il Governo a introdurre "l'obbligo in sede di gara di definire le compensazioni per obblighi di servizio pubblico secondo il criterio dei costi standard". All'articolo 25, comma 1, lett. B), dopo il punto 3, inserire il seguente punto 3-bis: 3-bis. Al comma 5, dopo le parole "alle aziende esercenti i servizi stessi,", sono aggiunte le seguenti parole: "determinate, con particolare riferimento al trasporto pubblico regionale e locale, secondo il criterio dei costi standard che tenga in adeguata considerazione l'ammortamento degli investimenti effettuati,". 3

CONTINUITÀ NELL'EROGAZIONE DEI SERVIZI 4. Il quarto ed ultimo intervento che si propone relativamente alla disciplina dei servizi pubblici locali consiste in una modifica al testo del comma 1, lett. B), punto 7 dell'articolo 25, al fine di stabilire il tempo massimo entro cui i gestori di servizi pubblici sono obbligati alla prosecuzione della gestione una volta scaduta la validità del contratto di servizio e dell'atto di affidamento. Tale obbligo, infatti, anche in considerazione del fatto che non dà luogo a indennizzi o compensi aggiuntivi non può andare oltre i normali tempi della proroga tecnica stabiliti dalla consolidata giurisprudenza del Consiglio di Stato in sei mesi. All'articolo 25, comma 1, lett. B), punto 7, dopo le parole "anche oltre le scadenze ivi previste,", sono aggiunte le seguenti parole: "nel limite di sei mesi dalla scadenza del contratto di servizio o dell'atto di affidamento,". ART. 61 (ANTICIPO RECUPERO ACCISE PER AUTOTRASPORTATORI) ESTENSIONE DELLE MISURE DI RIDUZIONE ALLE IMPRESE DI NOLEGGIO AUTOBUS 1. Al fine di garantire la concorrenzialità del comparto e di contenere lo svantaggio competitivo rispetto ad altre modalità di trasporto, è necessario estendere anche alle imprese esercenti servizi di noleggio autobus con conducente le misure di riduzione dell accisa sul gasolio attualmente vigenti per le imprese di trasporto merci e di trasporto pubblico locale, regionale ed interregionale di competenza statale. La norma proposta permette di dare completa attuazione alla normativa comunitaria in materia di tassazione dei prodotti energetici dettata dalla Direttiva 2003/96/CE, che consente agli Stati membri di applicare livelli di imposizione differenziata al gasolio commerciale rispetto a quello non commerciale. Infatti, per espressa previsione della medesima Direttiva è gasolio commerciale, non soltanto quello utilizzato per il trasporto di merci e per il trasporto regolare di persone (trasporto pubblico locale, regionale ed interregionale di competenza statale) che già beneficia della riduzione dell accisa, ma anche il gasolio destinato al trasporto occasionale di persone mediante veicoli con più di nove posti. Si tratta, in particolare, del trasporto di gruppi di passeggeri costituiti su iniziativa di un committente o del vettore stesso, svolto senza orari, frequenze e/o fermate prestabiliti. Attività che a livello nazionale è disciplinata dalla L. 11 agosto 2003, n. 218. La misura emendativa proposta non comporta oneri attuali aggiuntivi in quanto prevede espressamente che la stessa operi solo con riferimento agli incrementi di accisa che verranno disposti successivamente all entrata in vigore della norma stessa. All'articolo 61, dopo il comma 4, sono inseriti i seguenti commi 4-bis e 4-ter: 4-bis. All'articolo 5, comma 2 del decreto legge 28 dicembre 2001, n. 452, convertito con modificazioni dalla legge 27 febbraio 2002, n. 16, dopo la lettera c) è inserita la seguente lettera: c-bis) alle imprese esercenti servizi di noleggio autobus con conducente ai sensi della legge 11 agosto 2003, n. 218. ; 4

4-ter. La disposizione di cui al precedente comma 4-bis del presente articolo si applica ai soggetti ivi indicati ai fini del rimborso dei maggiori oneri sostenuti in relazione ad aumenti dell'aliquota dell'accisa sul gasolio per autotrazione prevista nell'allegato I al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, e successive modificazioni, introdotti successivamente alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto. Roma, 2 febbraio 2012 5