Corso Operatore C.R.I. nel Settore Emergenza Aspetti psicologici nelle emergenze



Documenti analoghi
LE REAZIONI PSICHICHE NORMALI DEL SOCCORRITORE, PRIMA, DURANTE E DOPO IL SOCCORSO

ELEMENTI DI PSICOLOGIA DELL EMERGENZA

Accettazione della malattia diabetica e la famiglia. Dott.ssa Annalisa Tintori Psicologa

Le Attività Sociali SAN BONIFACIO Corso OPERATORI-SOCCORRITORI P.C. 02/10/2010. In emergenza

FATTORI DI RISCHIO E PROTEZIONE DEGLI OPERATORI DI SOCCORSO

LE STRATEGIE DI COPING

La depressione maggiore è un disturbo mentale che si manifesta con: uno stato d animo di profondo dolore o tristezza

GRUPPI DI INCONTRO per GENITORI

Insegna al tuo bambino la Regola del Quinonsitocca.

Patologie più comunemente coinvolte nel mobbing.

QUESTIONARIO DI EFFICACIA DELL INCONTRO. La valutazione dovrà essere espressa in scala da 1 (per niente) a 5 (pienamente).

FORMAZIONE DEI FORMATORI Disagio e bullismo. Dr Fabio Muscionico U.O. Gestione Consultori Familiari

La gestione delle situazioni di emergenza infatti coinvolge funzioni e strategie differenti.

EFFETTI A LUNGO TERMINE DELLO STRESS LAVORATIVO : IL BURN OUT

LA SCUOLA SI-CURA SI CURA DI ME!

LA TERAPIA DELLA RICONCILIAZIONE

IL LAVORO D EQUIPE TRA LAVORO DI RETE E RETE SOCIALE

domenica 24 febbraio 13 Farra, 24 febbraio 2013

Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, aprile

DEFUSING, DEBRIEFING e STRESS INOCULATION TRAINING

I sentimenti causati da perdita e separazione. Dr.ssa Barbara Ottaviani

LA SALUTE PRIMA DI TUTTO!

GVV FORMAZIONE REGIONE PIEMONTE

ACCOGLIERE UN BAMBINO VIOLATO:

I MOMENTI DI CURA: SOLO SODDISFAZIONE DI BISOGNI DI ACCUDIMENTO FISICO?

Guida per i nuotatori

Il teatro è uno strumento educativo e formativo che i bambini praticano. da sempre nella forma spontanea e divertente del gioco.

Proposta di intervento rieducativo con donne operate al seno attraverso il sistema BIODANZA

Viale Trastevere, 251 Roma

Manifesto TIDE per un Educazione allo Sviluppo accessibile

Ufficio Scolastico Regionale per l Abruzzo. Rapporto dal Questionari Studenti


LA PSICOLOGIA DELL EMERGENZA E IL TRIAGE PSICOLOGICO. Dott.ssa Giovanna Gioffrè

ANTONELLO VANNI FIGLI NELLA TEMPESTA LA LORO SOFFERENZA NELLA SEPARAZIONE E NEL DIVORZIO SAN PAOLO EDIZIONI, 2015

I principi di Anffas Onlus sul tema della presa in carico precoce Michele Imperiali comitato tecnico anffas onlus

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

IL COUNSELING NELLA SCUOLA: un esperienza diretta. Valeria Aquaro

Counseling Breve. Rivolto agli infermieri

La mediazione sociale di comunità

corso di FIORI DI BACH 18 ore Corso Gratuito per gli allievi che frequentano i percorsi o i minipercorsi Frequenza non obbligatoria

PRESENTAZIONE Mostra VIOLENZA ASSISTITA

Emozioni e stress in contesti di emergenza: vittime e volontari in campo

EDUCAZIONE ALLA LEGALITÀ a.s. 2013/2014

Le nuove sfide dell educazione. Dott.ssa Sara Nappi Psicologa Psicoterapeuta 16 Aprile 2013

Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale.

Quale futuro per il Welfare locale? 15 novembre 2013

CONTA SU DI ME. Volontari in emergenza (Ospedale, Domicilio, Scuola)

Rifocalizzare il lavoro educativo con la disabilità l attenzione alla sociomorfogenesi

Da dove nasce l idea dei video

La mia autostima. Edizioni Erickson. Deborah Plummer. Dario Ianes Centro Studi Erickson Università di Bolzano

Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata Roma, 16 Maggio Dott.ssa Francesca Alfonsi

IL MANAGER COACH: MODA O REQUISITO DI EFFICACIA. Nelle organizzazioni la gestione e lo sviluppo dei collaboratori hanno una importanza fondamentale.

Allegato B) PROCEDURA PER LA GESTIONE AZIENDALE DEI CASI DI EVENTI SENTINELLA 1. PREMESSA E INDICAZIONI GENERALI

Nozioni generali. Principali forme di trattamento

L avversario invisibile

SIDS : SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE. Suggerimenti per gli operatori che entrano in contatto con una famiglia colpita

DIMENSIONI CRITERI INDICATORI

RUOLO E PROBLEMATICHE DEL CAREGIVER NELLA DEMENZA

Accogliere e trattenere i volontari in associazione. Daniela Caretto Lecce, aprile

Conoscere i parametri vitali valutabili dal soccorritore Conoscere le tecniche di valutazione dei parametri vitali Riconoscere le situazioni di

CHE COS E L AUTO MUTUO AIUTO

CONSIGLI PER POTENZIARE L APPRENDIMENTO DELLA LINGUA

Punto di Svolta. Programmazione Neurolinguistica Umanistico Trasformativa. Programma anno 2012

CONVEGNO ABITARE È SAPERE DOVE DEPORRE GLI ABITI. Chieri, 19 febbraio 2010 LAVORI DI GRUPPO GRUPPO A RAPPRESENTAZIONI E CODICI DELL ABITARE

TERAPIA DI COPPIA. Rita Gagliardi. 27 aprile 2013

LA RETE LOCALE PER LE VITTIME DI VIOLENZA

L intelligenza numerica

I DISTURBI COMPORTAMENTALI

Processi di comunicazione scuola-famiglia

Ciao, intanto grazie per essere arrivato/a fin qui.

UN FARO A SALVAGUARDIA DELL INFANZIA (Diritti dell infanzia e dell adolescenza)

Il mondo dell affettività e della sessualità. Per genitori e ragazzi

BUON LAVORO. Linee guida per la realizzazione della campagna Buon lavoro! nelle residenze per anziani dell Alto Adige INTRODUZIONE LA CAMPAGNA

LE FATTORIE AUMENTANO

Psicologia dell orientamento scolastico e professionale. Indice

Scuola Triennale di Counseling Integrato. CORSO DI COUNSELING INTEGRATO STEP by STEP. Formazione teorico - pratica. Empowerment

Violenza assistita quando i bambini guardano

Attività per la scuola secondaria di II grado


J. Delors NELL EDUCAZIONE UN TESORO. Rapporto all UNESCO della Commissione Internazionale sull Educazione per il XXI secolo

PROMUOVERE LE COMPETENZE GENITORIALI: DALLA VALUTAZIONE INIZIALE AL SOSTEGNO POST-ADOZIONE. Jesús Palacios Università di Siviglia, Spagna

EDUCAZIONE AMBIENTALE NEI PARCHI DEL LAZIO

PROGETTO: TEATRO FORUM

PERICOLO o FATTORE DI RISCHIO

L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA. L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario

Bologna 22 ottobre. Dott. Angela Marina Codifava MMG di MO

DISLESSIA ED ADOLESCENZA: ASPETTI PSICOLOGICI ED EMOTIVI

PROGETTO AFFETTIVITÀ secondaria di primo grado

liste di liste di controllo per il manager liste di controllo per il manager liste di controllo per i

GIANLUIGI BALLARANI. I 10 Errori di Chi Non Riesce a Rendere Negli Esami Come Vorrebbe

YouLove Educazione sessuale 2.0

Un sogno assistenziale trasformato in realtà.

Seminario Un ponte tra Ospedale e territorio

SERVIZIO DI PSICOLOGIA

Dai comportamenti aggressivi al bullismo

LE LEGGI CHE DISCIPLINANO L ADOZIONE E L AFFIDO FAMILIARE

Auto Mutuo Aiuto Lavoro

LA CLASSE CONTESTO DIFFICILE IL MEGLIO DI NOI LO DIAMO QUANDO INTERPRETIAMO LE SITUAZIONI DIFFICILI COME PROBLEMI CHE AMMETTONO SOLUZIONI 1 PASSO

Progetto LABORATORIO TEATRALE Scuola Primaria Rognoni Sozzago (a. s. 2015/2016)

Transcript:

Corso Operatore C.R.I. nel Settore Emergenza Aspetti psicologici nelle emergenze

Argomenti della lezione Cosa è la psicologia dell emergenza Perché è necessario dare importanza agli aspetti psicologici Effetti di un evento traumatico sulla psiche a breve termine (cambiamenti che occorrono) a medio-lungo termine (PTSD, ecc.) Comportamenti legati al vissuto traumatico e che possono causare difficoltà di gestione: nel singolo (aggressività, catatonia, rifiuto, ) nel gruppo (panico, fuga, ribellione, ) Bisogni che diventano prioritari per le vittime Le buone pratiche nel soccorso (costruire alleanze): Comportamenti da attivare per rispondere alle necessità Comportamenti da attivare per informare 2

Obiettivi Capire le situazioni di stress per il soccorritore nell emergenza Capire la psicologia della vittima Avere delle basi per saper riconoscere e gestire i disturbi traumatici psicologici dei soccorritori ed elle vittime DURATA: 1 ORA 3

La psicologia dell emergenza ha come finalità lo studio, la prevenzione e il trattamento dei processi psichici, delle emozioni dei comportamenti che si determinano prima, durante e dopo gli eventi critici Sono quindi oggetto di studio e di intervento della psicologia dell emergenza, sia il singolo individuo che la comunità colpita dall evento traumatico, con il fine di aiutare a prevenire o superare quei fenomeni psichici che si determinano a seguito di un evento traumatico. 4

La psicologia dell emergenza rappresenta un modo trasversale di ricomporre e integrare contributi di pensiero e di ricerca e modelli di azione di varie branche della psicologia (psicologia sociale, psico traumatologia, psicologia dell età evolutiva, ) o di altre discipline inerenti, applicandole alla specifica realtà delle situazioni non ordinarie e degli eventi acuti In Italia ha poco più di 20 anni 5

L'attenzione all'uomo travolto da disastri, catastrofi, terremoti, genocidi ed altro, probabilmente è sempre esistita. Si è sempre prestato soccorso all'uomo colpito da una grave emergenza. Nella tradizione, però, dobbiamo rilevare un'attenzione quasi esclusiva per il corpo, per le ferite fisiche della persona travolta da un'emergenza. Proprio qui si inserisce il passo avanti che la nostra società contemporanea deve fare e sempre più sta compiendo: superare l'attenzione esclusiva al corpo e alle ferite fisiche ed occuparsi anche delle ferite psichiche, altrettanto gravi e profonde di quelle fisiche. 6

Un evento traumatico porta sempre con sé il rischio di una ferita psichica che nel tempo può risultare altrettanto grave e profonda di una ferita fisica! 7

La dimensione psichica è importante Oggi sappiamo bene quante persone portino quelle ferite psichiche, quei traumi, per tutta la vita, siamo pienamente consapevoli che molti rimarranno travolti e spersonalizzati dagli eventi subiti. Abbiamo una chiara consapevolezza del fatto che molte persone non saranno più attive e normali per il cronicizzarsi di quelle ferite psichiche, e che svilupperanno reazioni di panico, disturbi post traumatici da stress, depressione, disturbi ossessivi, reazioni psicotiche, etc. Proprio queste consapevolezze relative alla traumatologia psichica ci devono impedire di rimanere passivi ed inerti davanti alla sofferenza psichica dell'uomo nelle situazioni di emergenza. 8

Un pronto intervento psicologico in caso di eventi critici ha lo scopo di: prevenire ulteriori danni fisici e psicologici. aiutare a stabilizzare la risposta comportamentale immediata. promuovere, quando è possibile, un ritorno più veloce e completo a livelli di funzionamento precedenti all'incidente. semplificare gli interventi dei soccorritori, contenendo o evitando reazioni di panico. NON DEVE NECESSARIAMENTE ESSERE ATTUATO DA UNO PSICOLOGO!!! 9

L emergenza psichica può colpire l'adulto come il bambino, il giovane come l'anziano, il più forte come il più debole. E' evidente da questo che l'intervento sulla vittima di situazioni di emergenza non deve più occuparsi solo delle bende e delle trasfusioni per le ferite del corpo, ma anche del necessario sostegno psicologico, dell'infusione di fiducia, sicurezza e autostima, dell'elaborazione e dell eliminazione del dolore, nonché dell'induzione di un rassicurante e benefico vissuto di tutela da parte del sistema sociale di riferimento verso chi è nella disperazione e nel dolore. Non si è mai ABBASTANZA GRANDI o ABBASTANZA FORTI per non essere esposti a rischio PSICHICO! 10

LE REAZIONI PSICHICHE SONO NORMALI è l evento in sé a NON ESSERE NORMALE!!! 11

tutti siamo responsabili nell intervenire per prevenire o contenere situazioni di emergenza psichica non è solo lavoro da psicologi! 12

Per gestire una crisi occorre sapere imparare rapidamente... Per imparare rapidamente nel corso della crisi è necessario avere già imparato molto tempo prima Patrick Lagadec 13

Ma quand è che possiamo parlare di emergenza? 14

Una definizione di emergenza improvvisa difficoltà, situazione che impone di intervenire rapidamente circostanza imprevista 15

L emergenza ha molte facce Noi, di solito, facciamo riferimento prevalentemente alle emergenze che coinvolgono vaste fasce di popolazione ( maxi emergenze ) o che si riferiscono ad eventi oggettivamente di forte impatto e intensità, tali da coinvolgere infrastrutture, sistemi di comunicazione, equilibri del tessuto sociale. 16

Una definizione operativa di emergenza Si definisce emergenza ogni situazione in cui è necessario attivare risorse di soccorso fuori dell ordinario (legge 225/ feb.1992 art.5). Tale legge distingue anche fra incidenti semplici, complessi e catastrofi (art.2). 1. Incidente semplice è quello cui possono fare fronte le squadre di soccorso competenti per territorio (es. piccola frana, incidente stradale, incendio circoscritto, ) 2. Incidente complesso è quello che vede coinvolte contemporaneamente molte persone e che può essere gestito solo attraverso l intervento coordinato di più Enti e/o Amministrazioni (es.incidente stradale o industriale con decine di vittime) Non è intaccata la rete di comunicazione o di trasporti. 3. Catastrofe o disastro è la situazione in cui, indipendentemente dal numero di vittime, viene intaccata la rete delle infrastrutture e delle comunicazioni, il sistema sociale viene sconvolto Potremmo definirla anche come ogni scostamento dalle normali condizioni operative, tale da determinare situazioni di potenziale danno agli uomini e alle cose 17

Due aspetti ugualmente importanti: Punto 1 un disastro è: - un evento concentrato nello spazio e nel tempo - una situazione di stress massimo e collettivo - un evento nefasto, per lo più improvviso e brutale - una qualsiasi catastrofe naturale o provocata. Punto 2 un disastro provoca: - gravi danni e perdite sconvolgenti - impedimento delle funzioni sociali essenziali - distruzioni materiali e di ecografia umana - disorganizzazione sociale - incapacità di assorbimento autonomo - danni di gravità e di dimensioni tali da richiedere assistenza straordinaria di soccorso per la riparazione. 18

Attenzione: oltre alle situazioni in cui l'emergenza è collettiva (terremoto, alluvioni, eventi bellici), nelle quali ad essere traumatizzata è la collettività e ad essere in crisi è il sistema sociale, ci sono anche emergenze individuali, (aggressione, incidente stradale, stupro, malattie gravi), in cui ad essere traumatizzata è la persona colpita e ad essere in crisi è l'individuo. 19

Una considerazione in merito: Per i soccorritori c è una grande differenza fra queste tipologie di emergenza, ma per la vittima sono tutte ugualmente tragiche e sconvolgenti! 20

Ci sono tanti tipi di evento critico Gli eventi in grado di determinare reazioni emotive di notevole portata sono molteplici: possiamo considerare come evento critico ogni situazione che generi nella persona un grave sconvolgimento e una grave preoccupazione. Potremmo considerare critici : il coinvolgimento in una catastrofe o disastro, indipendentemente dalle sue proporzioni il ferimento proprio o di una persona cara a seguito di evento improvviso il coinvolgimento in atti criminali, sia come vittima che come testimone diretto un ricovero ospedaliero improvviso e imprevisto la perdita improvvisa di una persona cara un incidente d auto violenza fisica e/o sessuale 21

Ci sono tanti tipi di vittime : Vittime del primo tipo: chi subisce in modo diretto l impatto dell evento catastrofico (persone soccorse o estratte dalle macerie). Vittime del secondo tipo: parenti o persone care dei defunti o dei superstiti. Vittime del terzo tipo: i soccorritori (volontari o professionisti). Vittime del quarto tipo: la comunità coinvolta nel disastro e chi in qualche modo ne è eventualmente responsabile ( gli abitanti degli stabili contigui e, in ultima analisi, tutto il quartiere). Vittime del quinto tipo: individui il cui equilibrio psichico è tale che, anche se non direttamente coinvolti nel disastro, possono reagire all evento sviluppando un disturbo psicologico. Vittime del sesto tipo: persone che, per un diverso concorso di circostanze, avrebbero potuto essere loro stesse vittime del primo tipo o che hanno spinto altri ad essere presenti nell area del disastro o che si sentono coinvolte per altri motivi indiretti. 22

È importante, psicologicamente parlando, prendersi cura non solo delle vittime di 1 tipo, ma anche - e soprattutto - delle altre! 23

Quando l evento critico si verifica le persone si sentono vulnerabili ed impotenti (mancanza controllo) hanno necessità, però, per poter stare meglio, di accettarlo ed imparare a conviverci prima possibile. Come essere d aiuto? 24

Al soccorritore si chiede oltre alle capacità tecnicoprofessionali, di possedere ed utilizzare delle capacità di contenimento emotivo sia verso le vittime che verso i colleghi e verso se stesso. Tutto ciò con l obiettivo di: non aggravare ulteriormente la sofferenza della persona colpita facilitare il lavoro proprio e dei colleghi attraverso la costruzione di un alleanza con la vittima 25

La scena del trauma L intervento psicologico in emergenza si rivolge sia alle persone colpite da una catastrofe, da un lutto, da un trauma, sia ai soccorritori, cioè alle persone che intervengono per prime e che, assieme ai traumatizzati, sperimentano sentimenti di impotenza, angoscia, ansia, disperazione. 26

La traumatizzazione vicaria Il rischio che il soccorritore sia emotivamente coinvolto nelle esperienze traumatiche delle persone che soccorre deve essere tenuto in seria considerazione. 27

Le fasi di intervento sulla crisi L'intervento di soccorso si articola in varie fasi a cui si associano specifiche reazioni psicofisiche del soccorritore, talvolta anche molto marcate, ma che vanno considerate come reazioni normali a situazioni anomale e straordinarie (Hartsougt, 1985). 28

Reazioni del soccorritore 29 a. Allarme: è il primo impatto con l'evento traumatico ed è caratterizzato da - stordimento iniziale e dall'ansia - dalla irritabilità e dall'irrequietezza - Oppure da una reazione di tipo inibitorio

Reazioni del soccorritore b. Mobilitazione: superato l'impatto iniziale l individuo si prepara all'azione; l'agire aiuta a dissolvere la tensione e a recuperare l'autocontrollo. Alle reazioni della fase precedente, si associano, come preziosi fattori di recupero dell'equilibrio, il trascorrere del tempo, il passaggio all'azione finalizzata e coordinata e l'interazione con gli altri. 30

Reazioni del soccorritore c. Azione: inizia l'intervento di primo soccorso a favore delle vittime. Le emozioni sono contrastanti, dall euforia (quando si riesce a prestare aiuto), ai sentimenti di delusione, colpa, inadeguatezza (quando l'intervento non ha successo). 31

Reazioni del soccorritore d. Rilassamento 32 è la fase che va dalla fine dell intervento al ritorno alla routine lavorativa o sociale, dopo l intervento di emergenza. Contenuti psichici negativi inibiti durante la fase di azione trovano poi la forza di riemergere e manifestarsi nella fase del rilassamento.

Rischi per il soccorritore Come la vittima, anche il soccorritore è sottoposto a stress e le difficoltà possono essere sia fisiche che psichiche, in ogni tipologia d intervento vissuto come traumatico, che vanno dalla normalità (disagio fisiologico) alla franca patologia ma possono diventare una vera e propria malattia. 33

Rischi per il soccorritore Tra questi particolarmente comuni sono: - la difficoltà nel distendersi, nel rilassarsi addormentarsi. - la tristezza, la tensione, il riaffiorare di episodi e vissuti particolarmente forti sul piano emotivo, la rabbia. - disturbi comportamentali (abuso di farmaci,fumo, alcool ) 34

Lo stress peritraumatico quando i sintomi compaiono durante o subito dopo l'esperienza traumatica e consistono in reazioni così intense da causare una menomazione significativa sul piano della realtà e interferiscono sulla comunicazione, sulle relazioni, sul tempo libero e la cura di sé o le attività lavorative o scolastiche: 35

Quali sono? ansia (preoccupazione, nervosismo, vulnerabilità o senso di impotenza menomanti); depressione (anedonia, senso di indegnità, perdita di interesse per la maggioranza delle attività, risvegli precoci, senso di affaticamento persistente e mancanza di motivazione); problemi connessi all'uso di sostanze (abuso, dipendenza o autosomministrazione impropria di medicinali); sintomi psicotici (deliri, allucinazioni, immagini o pensieri bizzarri, catatonia). 36

Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD) Nel DSM-IV la diagnosi di PTSD si pone quando una persona, esposta ad eventi traumatici, sviluppa sintomi patologici persistenti nel tempo. 37

Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD) Il soggetto rivive l evento in maniera persistente con: 1. ricordi spiacevoli, immagini, pensieri, o percezioni. 2. sogni spiacevoli ricorrenti dell evento. 3. sensazioni di rivivere l esperienza, allucinazioni, episodi di flashback. illusioni, 38

Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD) È bene che qualsiasi disturbo tra i precedenti sia riconosciuto e sia trattato precocemente, poiché la cronicizzazione implica una terapia e un miglioramento più lungo e difficile. Non tutte le persone coinvolte in un trauma incorrono nel PTSD; meno del 50% infatti si ammalano di questo disturbo, essere di breve durata ma può anche cronicizzarsi. che può 39

Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD) Più facilmente possono soffrire di PTSD: adolescenti e giovani adulti con temperamento introverso e scarsa educazione e formazione soggetti dipendenti che hanno avuto precedenti disturbi psicopatologici. 40

Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD) Quali misure preventive e terapeutiche per il rischio dello stress post-traumatico nei soccorritori o negli operatori dell'emergenza oppure per intervenire su una condizione patologica in atto? 41

Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD) I modelli anglosassoni prediligono l'approccio cognitivo-comportamentale, attraverso l uso massiccio della tecnica del Defusing e Debriefing), i modelli europei (francesi in primis) propongono una visione integrata dell'intervento in emergenza, spesso anche su basi psicodinamiche (contributi di Francǫis Lebigot, Louis Crocq). 42

1. Il defusing Si tratta di far raccontare ed ascoltare con empatia e a ruota libera in gruppo, quel che è stato visto fatto e successo in emergenza; si lasciano esprimere le emozioni dando loro un nome e possibilmente anche localizzandole nel corpo. Non è indispensabile la presenza dell esperto. 43

1. Il defusing L'intervento di defusing è utile per ridurre il senso di isolamento; stimola il senso di l'appartenenza al gruppo che ha subito il trauma. Questa tecnica permette di condividere l'esperienza, dando l'opportunità al gruppo di sentirsi una squadra, considerarsi un "tutto" con la piena coesione tra i singoli. Aiuta il gruppo a ritornare alla normalità fornendo soluzioni a breve termine e stabilizzando le emozioni. 44

2. debrifing Si tratta di specifici gruppi di discussione strutturati e coordinati da un esperto nella gestione degli eventi critici; contribuiscono a ridurre l'impatto emotivo delle esperienze con le quali ci si è confrontati. Interventi di questo tipo sono stati utilizzati con il personale di soccorso coinvolto nell attentato alle torri gemelle di New York del settembre 2001. 45

3. Strategie di formazione Spiegazione agli operatori delle modalità di manifestazioni più tipiche dello stress legato al contesto di emergenza al fine di non trascurarle. Insegnamento di semplici e rapide tecniche di rilassamento o di autoipnosi. Utilizzazione di strategie di defusing e debriefing (Solomon, Macy, 2003) per gli eventi critici rivolte con regolarità agli operatori, per la condivisione tra colleghi delle tensioni emotive connesse al proprio operato. 46

Le persone non sono tutte uguali e allora? Indipendentemente dall evento in corso, trattare con un adulto non è la stessa cosa che trattare con un bambino e trattare con un anziano è diverso che farlo con un giovane maschi e femmine possono reagire con modalità differenti, 47

Dare un manuale di istruzioni non è possibile, però ci sono alcuni punti in comune fra le diverse situazioni e/o persone ci sono emozioni simili che entrano in gioco ci sono delle modalità di approccio che rendono più efficace l aiuto 48

Sono sempre di aiuto: presentarsi col nome non urlare, usare un tono di voce pacato e lento chiamare la persona col nome di battesimo cercare il contatto oculare toccare in modo dolce (sfiorare la mano, la spalla, ) riunire ad altre persone, se possibile distribuire incarichi semplici predisporre - se la situazione lo consente - dei generi di conforto (coperte, the o caffé caldi, qualcosa di dolce ) 49

Attenzione nei casi particolari Persona con reazioni esplosive (urla, autolesionismo, assalti violenti, ): va allontanata dal gruppo per evitare contagio da panico Portatori di handicap: chiedere (fuori dall urgenza immediata) se desidera essere aiutato e per cosa. Bambini: stimolarli a parlare (o disegnare) 50

Quali sono i cambiamenti principali che la persona colpita patisce? 51

Lo stravolgimento di riferimenti spaziotemporali Un disastro, un incidente, un evento improvviso e dai risvolti negativi porta ad uno stravolgimento dell ordine costituito : vengono a sparire quelli che erano i normali punti di riferimento spazio-temporali e insorge spesso un senso di disorientamento. Capacità basilari della persona vengono alterate, messe in parcheggio lasciando spazio a reazioni e comportamenti che possono costituire un ulteriore pericolo per la persona stessa 52

L accentuazione di reazioni emotive Un disastro, un incidente, un evento improvviso e dai risvolti negativi colora il mondo delle persone in modo diverso: gli stati d ansia, la paura, l apatia, la collera e l aggressività possono caratterizzare le persone lasciando spazio a comportamenti ai quali si può reagire prima ancora di aver capito la loro natura 53

La mancanza o la distorsione delle informazioni Un disastro, un incidente, un evento improvviso e dai risvolti negativi portano con sé la ricerca e la costruzione di informazioni Può accadere che le persone non si rendano conto di ciò che è successo, non sappiano immaginarsi il futuro, temano per la sorte di parenti, amici o conoscenti Si creano gli spazi per alimentare ipotesi, voci che conducono a scelte, aggregazioni incontrollate e non sempre funzionali al benessere 54

Si scende la scala dei bisogni di Maslow Ritornano ad essere importanti i bisogni di base 55

È possibile rendere meno traumatiche le situazioni Attraverso la costruzione di nostre capacità, ma anche con la semplice consapevolezza che in certe nostre attività rispondiamo a bisogni fondamentali: Quello di nutrire Quello di sentirsi al sicuro Quello di sentire che qualcuno si occupa di noi Quello di recuperare autonomia attraverso il recupero della conoscenza Quello di guardare avanti e condividere ritrovando famiglia, amici, persone dello stesso Paese, ecc. 56

per valorizzare ulteriormente quello che Fare in modo che le persone non si sentano sole facciamo si sentano ascoltate (in senso empatico!) conoscano: rispetto all evento rispetto a sé rispetto ai propri cari 57

La sicurezza fisica è la priorità massima Esistono dei limiti dettati dal tempo o dalla necessità di operare alcune scelte strategiche da cui non si può prescindere Ma la PAROLA serve: verbalizzare le limitazioni e motivarle in qualche caso fa bene alle persone (es. Scusi se sono brusco, ma è davvero importante che ) dopo l urgenza del primo recupero fisico può essere utile recuperare anche il piano psicologico) La parola serve per creare benessere 58

Far conoscere è importante L informazione deve essere coordinata tra i vari livelli operativi, ma non bisogna dimenticare che l informazione rappresenta la prima forma di intervento: spesso il sapere elimina fantasmi scomodi e consente alla persona colpita di attivare ciò che è in grado di mettere in gioco per aiutarsi ad essere aiutata 59

Comunicare in contesti di crisi Usare termini semplici e lineari Frasi corte e ben definite (deve essere chiaro il chi, cosa, come, quando, perché ) Se possibile non fare lo scaricabarile : se non sapete cosa dire, non mandate la persona da altri generici, informatevi voi e riferite. Chi è sotto choc ha capacità di attenzione e memorizzazione molto ridotte: non abbiate paura di ripetere o di chiedere conferma sulla effettiva comprensione. 60

Obiettivo: costruire alleanze Se costruisco un legame con la persona da trattare, le permetto di - comprendere il contesto - superare il senso di impotenza - sentirsi soggetto e non oggetto - fidarsi di me e di quanto rappresento Se costruisco un legame con la persona da trattare, risparmio tempo 61

Domande? 62

Grazie per l attenzione 63