CONVEGNI DI FORMAZIONE PERMANENTE Anno 2011



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COLLEGIO DEGLI INGEGNERI E ARCHITETTI DI MILANO CONVEGNI DI FORMAZIONE PERMANENTE Anno 2011 Titolo dell intervento : Relatore: Moderatore: Il rischio nelle demolizioni Arch. Carlo Borgazzi Barbò Ing. Giancarlo Bobbo 09 maggio 2011 - Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano, Corso Venezia 16

ANALISI E CONFRONTO TRA IL D.P.R. 164/56 ED IL NUOVO TESTO UNICO IN MATERIA DI SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO e s.m.i. D.P.R. 7 gennaio 1956, n. 164 Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle costruzioni Capo IX - Demolizioni Art. 71 Rafforzamento delle strutture 1. Prima dell'inizio di lavori di demolizione è fatto obbligo di procedere alla verifica delle condizioni di conservazione e di stabilità delle varie strutture da demolire. 2. In relazione al risultato di tale verifica devono essere eseguite le opere di rafforzamento e di puntellamento necessarie ad evitare che, durante la demolizione, si verifichino crolli intempestivi. D. Lgs. 81/2008 e s.m.i. Sezione VIII Demolizioni Art. 150 Rafforzamento delle strutture 1. Prima dell'inizio di lavori di demolizione è fatto obbligo di procedere alla verifica delle condizioni di conservazione e di stabilità delle varie strutture da demolire. 2. In relazione al risultato di tale verifica devono essere eseguite le opere di rafforzamento e di puntellamento necessarie ad evitare che, durante la demolizione, si verifichino crolli intempestivi. 2011 Arch. Carlo Borgazzi Barbò, tutti i diritti riservati. Vietata la riproduzione anche parziale. 1 di 42

D.P.R. 7 gennaio 1956, n. 164 Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle costruzioni Capo IX - Demolizioni Art. 72 Ordine delle demolizioni 1. I lavori di demolizione devono procedere con cautela e con ordine dall'alto verso il basso e devono essere condotti in maniera da non pregiudicare la stabilità delle strutture portanti o di collegamento e di quelle eventuali adiacenti, ricorrendo, ove occorra, al loro preventivo puntellamento. 2. La successione dei lavori, quando si tratti di importanti ed estese demolizioni, deve risultare da apposito programma il quale deve essere firmato dall'imprenditore e dal dipendente direttore dei lavori, ove esista, e deve essere tenuto a disposizione degli ispettori del lavoro. D. Lgs. 81/2008 e s.m.i. Sezione VIII Demolizioni Art. 151 Ordine delle demolizioni 1. I lavori di demolizione devono procedere con cautela e con ordine, devono essere eseguiti sotto la sorveglianza di un preposto e condotti in maniera da non pregiudicare la stabilità delle strutture portanti o di collegamento e di quelle eventuali adiacenti. 2. La successione dei lavori deve risultare da apposito programma contenuto nel POS, tenendo conto di quanto indicato nel PSC, ove previsto, che deve essere tenuto a disposizione degli organi di vigilanza. 2 di 42

D.P.R. 7 gennaio 1956, n. 164 Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle costruzioni Capo IX - Demolizioni Art. 73 Misure di sicurezza 1. La demolizione dei muri deve essere fatta servendosi di ponti di servizio indipendenti dall'opera in demolizione. 2. E' vietato fare lavorare gli operai sui muri in demolizione. 3. Gli obblighi di cui ai comma precedenti non sussistono quando trattasi di muri di altezza inferiore ai cinque metri; in tali casi e per altezze da due a cinque metri si deve fare uso di cinture di sicurezza. D. Lgs. 81/2008 e s.m.i. Sezione VIII - Demolizioni Art. 152 Misure di sicurezza 1. La demolizione dei muri effettuata con attrezzature manuali deve essere fatta servendosi di ponti di servizio indipendenti dall'opera in demolizione. 2. E' vietato lavorare e fare lavorare gli operai sui muri in demolizione. 3. Gli obblighi di cui ai commi 1 e 2 non sussistono quando trattasi di muri di altezza inferiore ai due metri. 3 di 42

D.P.R. 7 gennaio 1956, n. 164 Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle costruzioni Capo IX Demolizioni Art. 74 Convogliamento del materiale di demolizione i 1. Il materiale di demolizione non deve essere gettato dall'alto, ma deve essere trasportato oppure convogliato in appositi canali, il cui estremo inferiore non deve risultare ad altezza maggiore di due metri dal livello del piano di raccolta. 2. I canali suddetti devono essere costruiti in modo che ogni tronco imbocchi nel tronco successivo; gli eventuali raccordi devono essere adeguatamente rinforzati. 3. L'imboccatura superiore del canale deve essere sistemata in modo che non possano cadervi accidentalmente persone. 4. Ove sia costituito da elementi pesanti od ingombranti, il materiale di demolizione deve essere calato a terra con mezzi idonei. 5. Durante i lavori di demolizione si deve provvedere a ridurre il sollevamento della polvere, irrorando con acqua le murature ed i materiali di risulta. D. Lgs. 81/2008 e s.m.i. Sezione VIII - Demolizioni Art. 153 Convogliamento del materiale di demolizione i 1. Il materiale di demolizione non deve essere gettato dall'alto, ma deve essere trasportato oppure convogliato in appositi canali, il cui estremo inferiore non deve risultare ad altezza maggiore di due metri dal livello del piano di raccolta. 2. I canali suddetti devono essere costruiti in modo che ogni tronco imbocchi nel tronco successivo; gli eventuali raccordi devono essere adeguatamente rinforzati. 3. L'imboccatura superiore del canale deve essere realizzata in modo che non possano cadervi accidentalmente persone. 4. Ove sia costituito da elementi pesanti od ingombranti, il materiale di demolizione deve essere calato a terra con mezzi idonei. 5. Durante i lavori di demolizione si deve provvedere a ridurre il sollevamento della polvere, irrorando con acqua le murature ed i materiali di risulta. 4 di 42

D.P.R. 7 gennaio 1956, n. 164 Capo IX - Demolizioni Art. 76 Demolizione per rovesciamento 1. Salvo l'osservanza delle leggi e dei regolamenti speciali e locali, la demolizione di parti di strutture aventi altezza sul terreno non superiore a m 5 può essere effettuata mediante rovesciamento per trazione o per spinta. 2. La trazione o la spinta deve essere esercitata in modo graduale e senza strappi e deve essere eseguita soltanto su elementi di struttura opportunamente isolati dal resto del fabbricato in demolizione in modo da non determinare crolli intempestivi o non previsti di altre parti. 3. Devono inoltre essere adottate le precauzioni necessarie per la sicurezza del lavoro quali: trazione da distanza non minore di una volta e mezzo l'altezza del muro o della struttura da abbattere e allontanamento degli operai dalla zona interessata. 4. Si può procedere allo scalzamento dell'opera da abbattere per facilitarne la caduta soltanto quando essa sia stata adeguatamente puntellata; la successiva rimozione dei puntelli deve essere eseguita a distanza a mezzo di funi. 5. Il rovesciamento per spinta può essere effettuato con martinetti solo per opere di altezza non superiore a m 3, con l'ausilio di puntelli sussidiari contro il ritorno degli elementi smossi. 6. Deve essere evitato in ogni caso che per lo scuotimento del terreno in seguito alla caduta delle strutture o di grossi blocchi possano derivare danni o lesioni agli edifici vicini o ad opere adiacenti pericolosi i ai lavoratori addetti. D. Lgs. 81/2008 e s.m.i. Sezione VIII - Demolizioni Art. 155 Demolizione per rovesciamento 1. Salvo l'osservanza delle leggi e dei regolamenti speciali e locali, la demolizione di parti di strutture aventi altezza sul terreno non superiore a m 5 può essere effettuata mediante rovesciamento per trazione o per spinta. 2. La trazione o la spinta deve essere esercitata in modo graduale e senza strappi e deve essere eseguita soltanto su elementi di struttura opportunamente isolati dal resto del fabbricato in demolizione in modo da non determinare crolli intempestivi o non previsti di altre parti. 3. Devono inoltre essere adottate le precauzioni necessarie per la sicurezza del lavoro quali: trazione da distanza non minore di una volta e mezzo l'altezza del muro o della struttura da abbattere e allontanamento degli operai dalla zona interessata. 4. Il rovesciamento per spinta può essere effettuato con martinetti solo per opere di altezza non superiore a m 3, con l'ausilio di puntelli sussidiari contro il ritorno degli elementi smossi. 5. Deve essere evitato in ogni caso che per lo scuotimento del terreno in seguito alla caduta delle strutture o di grossi blocchi possano derivare danni o lesioni agli edifici vicini o ad opere adiacenti pericolosi ai lavoratori addetti. 5 di 42

LE TECNICHE COMUNEMENTE RICONOSCIUTE SONO: demolizione con disco diamantato demolizione con filo (o nastro) diamantato il carotaggio (tradizionale e continuo) idrodemolizione demolizione con mezzi meccanici demolizione con cariche esplosive 6 di 42

LE TECNICHE DI DEMOLIZIONE 1 PARTIRE DALL ALTO VERSO IL BASSO 2 UTILIZZARE COMANDI O ATTREZZATURE CHE PERMETTONO ALL OPERATORE DI LAVORARE A DISTANZA 7 di 42

DEMOLIZIONE CON DISCO DIAMANTATO Il disco diamantato è un utensile munito di placchette costituite da un impasto di polvere di diamante industriale e metallo che formano la parte tagliente dell'utensile diamantato. La scelta del disco viene effettuata in base al tipo di conglomerato cementizio da incidere, alla presenza e quantità degli indurenti superficiali, alla quantità e qualità dell'armatura in acciaio. 8 di 42

DEMOLIZIONE CON DISCO DIAMANTATO L utensile diamantato è costituito da un corpo in acciaio sul cui bordo periferico sono montati dei settori a impregnazione di diamante industriale. 9 di 42

Esempio: demolizione con sega da parete a disco diamantato di un vano verticale 1. Individuazione dell intervento da effettuare 2. Esecuzione sulla parete della tracciatura del vano 3. Trasporto del sistema della sega a parete (peso oltre 30 kg almeno due operatori) 4. Posizionamento dell asta rigida da fissare alla parete parallelamente alla traccia, ancorandola al muro con tasselli. 5. Posizionamento i della testa t della sega a parete sull asta rigida e montaggio del disco di vario diametro ancorato al motore. 6. Esecuzione del taglio. IMPORTANTE: La lama viene adeguatamente protetta da un carter per eliminare il pericolo di proiezione di materiale. Risulta fondamentale il raffreddamento dell utensile diamantato, in quanto l attrito con la superficie e l alto numero dei giri determina un elevatissimo surriscaldamento dello stesso. Sega da parete con disco diamantato posizionata per eseguire un taglio verticale 10 di 42

DEMOLIZIONE CON FILO (O NASTRO) DIAMANTATO Il filo diamantato é un cavo d'acciaio sul quale vengono fissate delle perline intervallate da una speciale plastica immessa ad alta pressione. La perlina può avere diversi diametri a seconda del materiale su cui andrà ad agire. Come nella tecnica a disco, anche quella a filo permette un risparmio di forza lavoro, una precisione e una velocità impensabili con i metodi tradizionali. 11 di 42

DEMOLIZIONE CON FILO (O NASTRO) DIAMANTATO È un cavo d acciaio di lunghezza variabile sulla superficie del quale vengono fissate delle perline diamantate di diverso diametro a seconda dell utilizzo. 12 di 42

IL CAROTAGGIO (tradizionale e continuo) Il carotaggio è un sistema di perforatura mediante apposita macchina carotatrice elettrica o idraulica. Le corone diamantate sono tubi in acciaio di vari diametri con placchette diamantate fissate sul bordo. I cristalli di diamante presenti sugli utensili emergono man mano che si consuma la lega metallica. Si pratica in questo modo una fresatura capace di incidere qualsiasi materiale in modo netto. Tale metodo garantisce un intervento preciso che non avrà in seguito bisogno di ulteriori lavori di ripristino. 13 di 42

IDRODEMOLIZIONE L idrodemolizione utilizza getti d acqua ad altissima pressione (da 500 a 2000 bar) che asportano gradualmente i materiali dai diversi manufatti senza precluderne l integrità e la statica. La gradualità degli interventi consente la rimozione di spessori da pochi decimi a svariati centimetri. Il getto diventa come un utensile tagliente che scava il materiale al suo passaggio, in modo selettivo, tanto più in profondità quanto maggiori sono portata, pressione e tempo di contatto. Questa tecnica permette di eseguire tagli a freddo dei più svariati materiali, come acciai, leghe, refrattari e conglomerati cementizi. 14 di 42

IDRODEMOLIZIONE Viene utilizzata principalmente per opere di risanamento di travi, piloni, cavalcavia e qualsiasi altro manufatto ammalorato di cui non si vuole intaccare l armatura. È anche impiegata quando si rende necessario rimuovere delle incrostazioni o degli strati ammalorati presenti sulle strutture in cemento armato, sulle superfici di serbatoi di stoccaggio, tubazioni ecc. L idrodemolizione trova impiego in tutte quelle situazioni in cui è necessario garantire condizioni di massima sicurezza, assenza di polveri, rumori e massima precisione d intervento. 15 di 42

DEMOLIZIONE CON MEZZI MECCANICI Si eseguono con mezzi in grado di supportare pinze di grosso calibro azionate da sistemi idraulici molto potenti in grado di ridurre in frantumi le strutture da demolire. Facilitano il compito di asportare le strutture demolite dal cantiere. Spessore massimo delle strutture da demolire è variabile in funzione della pinza. É possibile ridurre le strutture in frammenti senza ricorrere alla percussione, con vantaggi in termini di rumore e vibrazioni trasmesse. Consentono di demolire strutture di materiale diverso, anche in cemento fortemente armato tipo solai, pareti, pilastri, travi, scale silos e parti di edifici. 16 di 42

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DEMOLIZIONE CON MEZZI MECCANICI Demolizione comandata in remoto con pinza su testina mobile sostenuta da autogru ATTENZIONE!! cavi elettrici aerei 18 di 42

DEMOLIZIONE CON ESPLOSIVI Questa tecnica consiste nel posizionamento manuale di cariche o di microcariche (cariche inferiori a 1 kg) che, innescate elettricamente, causano un esplosione capace di disarticolare la costruzione e provocarne il crollo: il brillamento genera delle discontinuità negli elementi portanti che perdono la stabilità e le capacità meccaniche e, sotto l effetto del peso proprio della struttura e della forza di gravità, cedono facendo precipitare a terra il manufatto. 19 di 42

Esempio: demolizione di una ciminiera Posizionamento delle cariche alla base della ciminiera Parte della base della ciminiera è stata demolita meccanicamente per indebolirne la struttura in modo da poter dare una direzione al ribaltamento 20 di 42

Predisposizione P di i i d dell lletto tt di sabbia che dovra assorbire l impatto col terrano della ciminiera Momento della detonazione 21 di 42

Esempio: demolizione di edificio multipiano in struttura puntiforme in c.a. Esecuzione dei fori nella struttura in cui vengono alloggiate le cariche esplosive 22 di 42

Esempio: demolizione di edificio multipiano in struttura puntiforme in c.a. Posizionamento delle cariche esplosive in corrispondenza dei pilastri interni. Corretto posizionamento delle cariche in modo da assicurare con la loro deflagrazione il passaggio da una situazione di isostaticità ad una di labilità che sia causa del crollo 23 di 42

ORGANIZZAZIONE DEL CANTIERE Delimitazione e segnaletica di sicurezza Formazione di letti di caduta 24 di 42

Schermatura a mezzo di pannello con teli in P.V.C.sostenuto t da autogru che avanza col procedere del fronte di demolizione in modo che polveri e frammenti non si propaghino p lontano dalla zona oggetto di demolizione. Letto di sabbia 25 di 42

Posizionamento di adeguata cartellonistica stradale dl Delimitazione della sede stradale 26 di 42

Prestare massima attenzione ai contenuti dei serbatoi Verificare la presenza di silos, serbatoi interrati e non, cisterne, ecc. 27 di 42

Verificare che non vi siano sottoservizi iche possano cedere sotto il peso dei mezzi di cantieri in tale caso prima del passaggio dei mezzi procedere ad una preventiva demolizione delle solette per poter tombare eventuali interrati 28 di 42

Predisporre idonea cartellonistica indicante il rischio di caduta dall alto alto in caso di parziali demolizioni di edifici Posizionare parapetti normali sul fronte della demolizione di resistenza idonea 29 di 42

Assicurarsi i che tutte tt le cabine elettriche siano state isolate o messe fuori servizio 30 di 42

ESEMPIO DI PINZA DEMOLITRICE DATI CARATTERISTICI Peso Massima Pressione di Modello operativo apertura esercizio KG mm bar S-36XR 3730 1200 250 31 di 42

ESEMPIO DI FRANTUMATORE DATI CARATTERISTICI Peso Massima Pressione di Modello operativo apertura esercizio KG mm bar G-30JR 3180 910 280 32 di 42

DATI CARATTERISTICI Lunghezza braccio di demolizione H = 50 m Peso della pinza P = 1300 kg 33 di 42

GESTIONE DEL MATERIALE DEMOLITO Principale legge italiana per la gestione del materiale demolito Decreto n. 22 del 5 febbraio 1997 (DECRETO RONCHI e s.m.i.) Il processo di gestione si esprime in vari momenti sequenziali: 1. Raccolta del materiale 2. Smaltimento e trattamento delle macerie 3. Dismissione del cantiere 34 di 42

GESTIONE DEL MATERIALE DEMOLITO RACCOLTA DEL MATERIALE A Differenziazione del materiale finalizzata al riuso B Differenziazione del materiale demolito finalizzato al riciclaggio C Stoccaggio dei diversi materiali in contenitori differenti 35 di 42

GESTIONE DEL MATERIALE DEMOLITO SMALTIMENTO E TRATTAMENTO DELLE MACERIE A Rimozione e trasporto dei materiali recuperati destinati alla vendita oal riutilizzo B Rimozione i e trasporto t dei materiali di risulta con destinazione i a un impianto di trattamento o in discarica categoria 2B C Frantumazione e vagliatura del materiale di risulta in loco e riutilizzazione dello stesso 36 di 42

GESTIONE DEL MATERIALE DEMOLITO DISMISSIONE DEL CANTIERE A Smantellamento degli impianti di cantiere, reti elettriche, acqua e gas B Smontaggio e allontanamento delle opere provvisionali C Allontanamento delle macchine operatrici e delle attrezzature utilizzate D Pulizia dell area di cantiere E Rimozione delle recinzioni, della segnaletica, dei dispositivi per la protezione e per la riduzione del disturbo 37 di 42

GESTIONE DEL MATERIALE DEMOLITO SELEZIONE GRANULOMETRICA DELLA FRAZIONE INERTE MEDIANTE VAGLIATURA SEPARAZIONE DELLA FRAZIONE FERROSA MEDIANTE DEFERIZZAZIONE 38 di 42

GESTIONE DEL MATERIALE DEMOLITO GRUPPO MOBILE DI FRANTUMAZIONE Il mix dei detriti subisce un processo di frantumazione e vagliatura finalizzati a trasformarli in dimensioni tali da soddisfare le distribuzioni granulometriche richieste dalle possibili applicazioni cui il materiale riciclato sarà destinato. 39 di 42

TIPOLOGIE DI MACCHINE ED ATTREZZATURE CANNON FOG Descrizione Cannone da nebbia capace di lanciare un fluido tri-fase che precipita progressivamente uniforme a lunghe distanze. Funzionamento Da 50 a 250 metri dal punto di sparo con inclinazione da 42 min a 45 max gradi sull'orizzontale terrestre. Particolare della lancia nebulizzatrice 40 di 42

TIPOLOGIE DI MACCHINE ED ATTREZZATURE Utilizzo delle cuffie di protezione dell operatore all esposizione al rumore durante il funzionamento del cannon fog. 41 di 42

TIPOLOGIE DI MACCHINE ED ATTREZZATURE Il cannon fog in azione durante le fasi di demolizione 2011 Arch. Carlo Borgazzi Barbò, tutti i diritti riservati. Vietata la riproduzione anche parziale. 42 di 42