IL RUOLO DEGLI ENTI LOCALI PER LE POLITICHE DI RISPARMIO ENERGETICO Milano, 24 novembre 2011 Proprio in questi giorni è in discussione presso il Parlamento europeo la proposta di una nuova direttiva sul risparmio energetico, il cui scopo principale è quello di apportare le necessarie modifiche alle normative precedenti in modo tale da consentire il raggiungimento degli obiettivi che l'europa si é fissata per il 2020. È indispensabile infatti un rafforzamento delle politiche di sostenibilità ambientale, poiché le previsioni attuali ci dicono che, seguendo il trend registrato finora, arriveremo ad ottenere appena la metà di quanto ci siamo prefissati (incremento del 20% dell'efficienza energetica e della quota di energie rinnovabili nel consumo totale, e riduzione del 20% delle emissioni di gas serra). Si è resa perciò necessaria una revisione del programma. Tra gli aspetti più significativi introdotti da questa proposta, vi è una ritrovata attenzione da parte delle istituzioni comunitarie verso il ruolo svolto dagli Stati nazionali ed in particolar modo dalle autorità locali, le quali hanno una conoscenza più diretta e precisa delle realtà territoriali, e delle esigenze e delle criticità che presentano. Per prima cosa, la direttiva invita gli Stati membri a redigere dei "piani nazionali di efficienza energetica", che devono avere lo scopo di ridurre dell'1,5% i consumi annui di energia, attraverso i sistemi che ciascuna Nazione riterrà opportuni ed adatti alla propria situazione. Per monitorare le industrie di medie e grandi dimensioni si farà inoltre ricorso a degli audit energetici obbligatori e periodici, al fine di controllarne i consumi. In secondo luogo, al settore pubblico é richiesto di dare il buon esempio. Gli Stati dovranno perciò impegnarsi a ristrutturare ogni anno almeno il 3% della superficie complessiva degli immobili appartenenti ad enti pubblici, in modo tale da migliorarne l'efficienza energetica e ridurne i consumi. A livello dei consumatori finali, inoltre, si vuole promuovere un mercato dei servizi energetici più semplice e trasparente, fornendo alle famiglie e alle società informazioni chiare e frequenti sui loro consumi, cosicché ciascuno sia in grado di comprenderne l'impatto, anche economico, e compiere le scelte che più ritiene opportune. E' importante sensibilizzare la popolazione sui temi del risparmio e
dell'efficienza energetica, che potranno essere pienamente realizzate solo attraverso una maggiore responsabilità individuale ed un maggior interesse per il bene comune. Il Parlamento europeo ha più volte ricordato, anche nella risoluzione sull'efficienza energetica del dicembre scorso, che é necessario aumentare gli sforzi incentrandoli soprattutto a livello regionale e locale. A questo scopo l'europa promuove alcune importanti iniziative a sostegno dello sforzo delle realtà locali, per incoraggiarne una condotta virtuosa ed in linea con gli obiettivi 20-20-20. SMART CITIES Nella primavera scorsa la Commissione europea ha lanciato una consultazione pubblica, durante la quale sono stati raccolti contributi e proposte dei soggetti interessati, nell'ambito dell'iniziativa Smart Cities and Communities. Si tratta di un piano che intende aiutare città e comunità ad intraprendere misure adatte a migliorare la propria efficienza energetica e la propria sostenibilità ambientale, soprattutto nell'ambito dell'edilizia e delle reti di trasporto. Grazie a questa strategia le città interessate potranno anche costituire una rete integrata per lo scambio di informazioni, potendo attingere alle esperienze altrui e soprattutto a quelle delle città pioniere, quelle che per prime hanno adottato, anche in modo autonomo, misure per ridurre ed ottimizzare i propri consumi. È importante che in questa, come in altre questioni fondamentali, si costruiscano sinergie e collaborazioni tra gli enti pubblici ed i soggetti privati perché in un mondo globalizzato non possiamo pensare di agire senza considerare il quadro più ampio in cui siamo inseriti. L'Italia può con soddisfazione vantare alcuni esempi di città che hanno deciso di impegnarsi in questo senso. La città di Genova ha inaugurato un progetto che coinvolge centinaia di imprese, mirato a costruire una Smart City, incentrata in particolar modo sulla sua vocazione marittima e sull'intensa attività portuale, con l'intenzione di aumentarne sensibilmente la sostenibilità ambientale. Torino ha invece deciso di puntare maggiormente sul teleriscaldamento, sulla mobilità e sulla riqualificazione energetica degli edifici, in vista di una riduzione del 42% delle emissioni di CO2 e di un risparmio di 787 milioni all'anno sulla bolletta energetica rispetto ai livelli del 1991.
Questi esempi dimostrano non solo come si stia cercando di valorizzare le peculiarità di ciascuna realtà (come appunto suggerito dalla proposta della nuova direttiva) puntando sui settori più significativi in ciascun caso specifico, ma anche, come dicevo all'inizio, come i benefici che si possono trarre da queste innovazioni siano tangibili anche sul piano economico. PATTO DEI SINDACI Un altro importante segnale di attenzione alle esigenze e alle potenzialità delle realtà locali da parte dell'ue é dimostrato dall'iniziativa del Patto dei Sindaci, le adesioni al quale aumentano costantemente, a dimostrazione della diffusa sensibilità verso la questione dell'efficienza energetica anche a livello delle piccole realtà locali. Incoraggia vedere come dai cittadini, e dai loro più diretti rappresentanti, emerga il desiderio di contribuire agli obiettivi. Ciò sottolinea la grande disponibilità popolare nei confronti di questi temi, che riguardano anche la vita quotidiana di ciascuno. I firmatari del Patto si impegnano a sviluppare dei Piani di Azione per l'energia Sostenibile (SEAP), che implementano l'efficienza energetica e le azioni per la promozione dell'energia rinnovabile sia nei settori privati che pubblici della comunità, al fine di ridurre le emissioni di CO" di più del 20% fissato dall'unione. Il Patto é aperto a tutte le autorità locali costituite democraticamente con/da rappresentanti eletti, qualsiasi sia la loro dimensione e lo stadio di attuazione delle loro politiche energetiche e climatiche. L'impegno é volontario e a titolo totalmente gratuito. L'adesione si concretizza nella preparazione di un Inventario di Riferimento delle Emissioni entro l'anno successivo, e dalla presentazione di un Piano d'azione per l'energia Sostenibile (SEAP), approvato dal Consiglio Comunale. Successivamente, ogni due anni, dovranno essere pubblicati regolarmente dei resoconti sull'implementazione del piano stesso, organizzando anche degli "Energy day" allo scopo di sensibilizzare e coinvolgere i cittadini. Se un'autorità locale interessata non ha le competenze o le risorse necessarie per preparare il piano d'azione, le amministrazioni che hanno i requisiti possono agire come strutture di supporto. Un esempio di come questo meccanismo di collaborazione possa produrre ottimi risultati viene proprio dalla provincia di Milano. Nel 2009 la Provincia di Milano ha firmato il Patto dei Sindaci in rappresentanza dei Comuni che intendevano aderire all'iniziativa, vedendosi in tal modo riconosciuto dalla Commissione il ruolo di struttura di supporto per gli stessi. La provincia ha così
potuto sottoporre alla BEI un progetto pilota per la ristrutturazione di 530 edifici pubblici, in larga parte scuole, localizzati in 70 comuni dell'hinterland milanese, sui quali erano già state effettuate diagnosi energetiche. La BEI ha approvato il progetto, del valore complessivo di 90 milioni di euro, erogando un prestito per un importo di 65 milioni di euro, a copertura del 75% dei costi di intervento, da concedere a Società di Servizi Energetici (ESCO), a seguito di gare di appalto da effettuarsi sotto il controllo della BEI stessa. Il 25% di differenza dovrà essere allocato dalle ESCO in "equity". Il meccanismo contrattuale consentirà di ripagare il prestito BEI con il 90% dei risparmi che si ottengono con gli interventi di riqualificazione energetica e il rimanente 10% rimarrà fin dal primo anno nella disponibilità dei Comuni. Alla conclusione dei contratti il 100% del risparmio sarà di competenza dei Comuni. ELENA Nel 2009, la Commissione e la BEI hanno lanciato congiuntamente uno strumento di assistenza tecnica (ELENA) rivolto specificamente ad enti locali e regionali, concepito per aiutare queste autorità ad investire su ampia scala in programmi di efficienza energetica, utilizzo di energie rinnovabili e trasporto urbano sostenibile. ELENA è dotato di 15 milioni di euro per il suo funzionamento, e con la call 2011 sono stati stanziati 21 milioni per l'anno corrente. Le richieste di co-finanziamento, fino al 90% dei costi eleggibili, possono essere presentate entro il 2011, fino ad esaurimento dei fondi. ELENA finanzia i costi relativi all'assistenza tecnica per la preparazione, la realizzazione ed il finanziamento di programmi di investimento, mentre non sono compresi in questa categoria i costi legati alle infrastrutture. I programmi devono ricadere nel campo dell'edilizia pubblica o privata, dell'integrazione di fonti di energia rinnovabile negli edifici, in investimenti nel rinnovamento, estensione e costruzione di nuove reti di riscaldamento/refrigerazione, nel trasporto urbano. Questo strumento si rivolge ad investimenti che presentino uno specifico valore aggiunto europeo e che abbiano una consistenza di almeno 50 milioni di euro. La Cassa Depositi e Prestiti tedesca sta però sperimentando in Germania un sistema di integrazione tra loro di progetti di taglia inferiore all'interno di un quadro coordinato più ampio che riesca a raggiungere la soglia minima dei 50 milioni. In tal modo Comuni che singolarmente non avrebbero la possibilità di accedere al finanziamento,
riescono a soddisfare i requisiti agendo in rete e dividendo poi proporzionalmente le somme ricevute in prestito. FONDO EFFICIENZA ENERGETICA Nel senso di migliorare la sostenibilità e l'efficienza energetica si è diretto anche il mio personale impegno per la creazione di un Fondo europeo per l'efficienza energetica, che é operativo dallo scorso luglio. Il fondo é amministrato da Deutsche Bank, e ad esso contribuiscono anche la BEI e la Cassa Depositi e Prestiti. La dotazione iniziale è di 265 milioni di euro, ma si prevede che attraverso finanziamenti e contributi privati esso possa essere aumentato fino ad 800 milioni. Il 70% delle risorse é destinato al finanziamento di progetti riguardanti il risparmio e l'efficienza energetica, il 20% a progetti riguardanti le fonti rinnovabili ed il restante 10% in progetti in merito al trasporto urbano sostenibile. Il fondo istituisce strumenti finanziari specifici, come prestiti agevolati, garanzie, equity, volti a sostenere progetti alta qualità tecnica, generalmente compresi tra i 10 ed i 50 milioni di euro, tali da garantire, una volta raggiunto il break even, di restituire al fondo le somme investite. Si tratta di uno strumento a disposizione degli enti pubblici, o di privati che agiscano per conto pubblico, come le ESCO, e combina assistenza tecnica e sostegno finanziario. Sono personalmente convinto che, pur allontanandosi dalle vecchie logiche dei contributi a fondo perduto, che hanno dato risultati scarsi e poco soddisfacenti, l'europa debba compiere quanto in suo potere per incentivare e sostenere tutti i progetti che si dimostrano concretamente ricolti all'attuazione di una politica energetica in linea con gli scopi di cui parlavo. ESCO Noto con soddisfazione che negli ultimi tempi l'europa sta rivolgendo maggiore attenzione anche alla collaborazione tra enti pubblici ed organismi privati, come emerge anche dagli esempi che ho finora illustrato. Sull'esempio di quanto avviene già da anni in Paesi come Danimarca e Regno Unito, che rappresentano mercati avanzati in questo specifico settore, si tende a valorizzare il ruolo svolto dalle Energy Service Companies (ESCO), nel raggiungimento degli obiettivi di risparmio ed efficienza energetica. Sulla cooperazione di queste società con gli enti pubblici so che si occuperanno più diffusamente i relatori che seguiranno, ma mi preme sottolineare come questo
rapporto possa rappresentare una grande opportunità non solo per gli enti locali, che non devono così preoccuparsi di reperire grossi capitali iniziali per effettuare le ristrutturazioni necessarie, ma anche in senso più ampio per l'intero sistema economico. Questo mercato infatti presenta un grande potenziale di sviluppo, sia in termini monetari, di cui tanto abbiamo bisogno in un momento di crisi come questo, sia in termini di occupazione. Solo in Irlanda, ad esempio nell'ultimo biennio lo sviluppo delle attività delle ESCO ha portato alla creazione di 60.000 nuovi posti di lavoro, e benché l'italia si trovi in una situazione migliore per quanto riguarda l'efficienza energetica degli edifici pubblici e privati, le stime fanno pensare che un simile effetto positivo sull'occupazione possa verificarsi anche nel nostro Paese.