PROGETTO PRELIMINARE Cava Casa Gallo



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P R OVI N C I A D I F I R ENZE C O M U N E D I M A R R A D I PROGETTO DI COLTIVAZIONE DI UNA CAVA DI PIETRA SERENA PROGETTO PRELIMINARE Cava Casa Gallo Ditta Committente Ceroni Cave S.r.l. Via Molino n. 2, loc. S. Adriano 50034 - Marradi (FI) Progettisti Geo-logic Studio Geologico Associato dott. geol. Francesco Giannini dott. geol. Tommaso Perlatti Data: Giugno 2011 Via di San Niccolò, 9 50125 Firenze, Tel e Fax055/6503831 e-mail geo.logic@tiscali.it

INDICE 1 ELEMENTI DESCRITTIVI PRELIMINARI... 4 1.1 SCHEDA INFORMATIVA... 4 1.2 INQUADRAMENTO TERRITORIALE... 5 1.2.1 inquadramento generale dell area interessata dall attività estrattiva... 5 1.2.2 ambiti di applicazione di vincoli, limitazioni d uso e/o procedure di tutela ambientale... 5 1.2.3 caratteri del paesaggio... 6 1.2.4 influenze dell intervento e delle opere accessorie sull area e sul territorio circostante... 6 1.2.5 precedenti autorizzazioni per l area d interesse... 8 1.3 ANALISI DELLE CARATTERISTICHE FISICHE DELL AREA... 8 1.3.1 geologia generale e locale... 8 1.3.2 geomorfologia generale e locale... 9 1.3.3 tettonica... 10 1.3.4 idrografia e idrogeologia generale e locale... 10 1.3.5 stratigrafia e descrizione del giacimento... 12 2 ELEMENTI DEL PROGETTO DI COLTIVAZIONE... 18 2.1 PIANO DI COLTIVAZIONE... 18 2.1.1 descrizione dello stato attuale dei luoghi... 18 2.1.2 metodo di coltivazione... 19 2.1.3 durata ipotizzata dell intervento in funzione delle componenti tecniche ed ambientali... 28 2.1.4 descrizione schematica delle fasi di lavorazione... 28 2.1.5 picchetti di confine... 30 2.1.6 viabilità di accesso e di arroccamento... 30 2.1.7 regimazione delle acque meteoriche... 30 2.1.8 elementi paesaggistici e interventi di mitigazione... 32 2.1.9 macchinari e attrezzature... 33 2.1.10 polveri... 34 2.1.11 manodopera... 35 2.1.12 locali di servizio e impianti di lavorazione... 35 2.1.13 recinzioni... 36 2.1.14 rischio idraulico e di frana riferimenti legislativi... 36 2.2 URBANIZZAZIONE, TRATTAMENTO RIFIUTI, TUTELA AMBIENTALE... 37 2.2.1 impianto elettrico e impianto idrico... 37 2.2.2 stoccaggio dei materiali utili e di risulta... 37 2.2.3 ciclo delle acque di cava e di impianto... 41 2.2.4 inquinamento atmosferico... 42 2.2.5 inquinanti fisici... 42 2.2.6 caratteristiche e localizzazione stoccaggio oli e carburanti... 43 CONCLUSIONI... 44 2

PREMESSA Il progetto preliminare descritto nelle pagine seguenti si riferisce alla richiesta di variante in ampliamento al Piano di Coltivazione vigente della cava di pietra serena denominata Casa Gallo, ubicata in località omonima, nel Comune di Marradi. La richiesta di variante è avanzata dalla ditta Ceroni Cave s.r.l. titolare dell autorizzazione vigente. La cava è attualmente autorizzata con atto n. 1 rilasciato dall Amministrazione Comunale di Marradi in data 02.07.2008 ed avente validità fino al 2.12.2012; il presente progetto viene pertanto proposto in quanto quello vigente sta esaurendo sia la sua durata temporale che le volumetrie autorizzate. L ampliamento richiesto coinvolge, oltre all attuale area in coltivazione, un area a nord ovest contigua all attuale zona di cava, recentemente inserita con variante al Piano Regolatore del Comune tra le Aree per le attività estrattive, al fine di adeguarsi al Piano delle attività estrattive regionale e Provinciale (quest ultimo ancora in fase di redazione). La variante proposta è redatta e impostata con lo scopo di ottimizzare lo sfruttamento del giacimento di pietra serena oggetto di coltivazione (peraltro principale comparto estrattivo nel Comune di Marradi) in un area già in parte inserita nell area estrattiva attuale; le operazioni di scavo e di ripristino previste nell ambito del progetto sono mirate a limitare in maggior misura possibile i disagi nei confronti dell ambiente circostante. Rispetto al Piano di Coltivazione vigente la presente variante non contempla modificazioni nelle metodologie di coltivazione e di risistemazione a verde. Il progetto di ripristino sarà adeguato alle nuove aree coinvolte e con esso saranno aggiornati gli importi relativi alle spese per le opere di risistemazione ambientale; la polizza fidejussoria sarà dunque aggiornata in base alla cifra risultante dal calcolo delle spese previste. La presente documentazione rappresenta il progetto preliminare previsto ai sensi della LR 10/2010; pur trattandosi di una versione preliminare, in quanto la versione definitiva ed esecutiva sono previste nelle fasi istruttorie successive, nell ambito della presente sarà comunque data descrizione dei luoghi, delle metodologie di coltivazione, 2

fornita la durata prevista dell attività, definita l organizzazione delle varie operazioni e le tutele da adottarsi per la tutela delle componenti ambientali coinvolte. La presente relazione si accompagna alla procedura di verifica di assoggettabilità redatta ai sensi dell'art. 48 della LR 10/2010, nell ambito della quale saranno esaminati gli impatti previsti dall intervento in oggetto. Tematiche più specifiche, come la stabilità dei versanti, la gestione delle acque meteoriche e dei materiali di risulta, così come la valutazione di impatto acustico e delle emissioni in atmosfera, saranno trattate nella fase di progettazione definitiva. Le figure di inquadramento, oltre alla carta geologica, geomorfologica e idrogeologica e la documentazione fotografica, sono riportate a fondo testo; gli elaborati grafici relativi alle planimetrie di escavazione e ripristino, in scala 1:1.000, sono allegate fuori testo (Tavv. da 1 a 5), analogamente alle rispettive sezioni sovrapposte (Tav. 6). 3

1 ELEMENTI DESCRITTIVI PRELIMINARI 1.1 SCHEDA INFORMATIVA Denominazione convenzionale della cava: - Cava Casa Gallo. Tipologia dei materiali estratti: - pietra serena da taglio. Estensione dell area d intervento: - l intervento proposto interessa una superficie complessiva di 83.000 mq, dei quali 35.000 mc già ad oggi autorizzati. Una schematica disamina sulle superfici coinvolte è riportata nel par. 2.1.2.4. Anagrafica dell azienda imprenditrice: Ceroni Cave s.r.l. Via Molino, 2 - Loc. S. Adriano - 50034 MARRADI (FI). Finalità industriali dei prodotti commerciali: - il materiale lapideo estratto viene venduto alle principali ditte che possiedono impianti di segagione e laboratori di lavorazione situati sia nel Comune di Marradi che nel Comune di Firenzuola, dove viene lavorato e commercializzato come pietra ornamentale. In seguito si auspica la realizzazione di un impianto di lavorazione nell ambito del territorio comunale tale da poter assorbire e trasformare in loco parte della materia prima estratta. Viene inoltre commercializzato parte dello sfrido arenaceo, recuperato come materiale. Titoli e disponibilità delle aree: - la ditta committente possiede la disponibilità dei terreni interessati dall intervento. Durata della coltivazione: - per completare i lavori di cui al presente progetto, comprese le operazioni complete di ripristino ambientale, si ritengono necessari circa 15 anni. 4

1.2 INQUADRAMENTO TERRITORIALE 1.2.1 INQUADRAMENTO GENERALE DELL AREA INTERESSATA DALL ATTIVITÀ ESTRATTIVA L area d interesse si trova sui rilievi dell Appennino Tosco-Emiliano, nel territorio del Comune di Marradi (Fi). L inquadramento dell'area d'intervento è illustrato dalle carte in scala 1:25.000 e 1:10.000 delle figure 1 e 2. Ci troviamo circa 2 km a nord ovest (in linea d aria) del centro abitato di Marradi, in un area situata tra le località Ca del Gallo, La Busca e Poggio del Falco. L area estrattiva si trova all interno di una conca naturale delimitata a monte da un crinale avente direzione nordovest sudest e lateralmente da crinali secondari con andamento circa opposto. L altitudine media della zona estrattiva è 650 m s.l.m. Il paesaggio è montuoso, con versanti piuttosto ripidi e vallate incise. Come riportato in figura 3, catastalmente le particelle interessate ricadono nei mappali n. 3, 4, 5, 6, 40, 41, 43, 44, 129 del foglio 21. Le coordinate UTM del baricentro dell area di cava sono le seguenti: Nord = 4.885.160; Est = 708.340. La cava di progetto è compresa nell'area estrattiva definita dallo strumento Urbanistico del Comune di Marradi; il limite indicato, stralciato dalla documentazione ufficiale del Comune, è stato riportato sulla cartografia progettuale in scala 1:1.000. L area rientra interamente nei limiti previsti dal PRAER e, come appositamente verificato con i tecnici della Provincia, rispecchia fedelmente il limite di PAERP attualmente ancora in fase di approvazione. 1.2.2 AMBITI DI APPLICAZIONE DI VINCOLI, LIMITAZIONI D USO E/O PROCEDURE DI TUTELA AMBIENTALE La figura 4 riporta uno stralcio della carta dello Statuto del P.T.C.P. della Provincia di Firenze; l area d intervento è vincolata ai sensi degli articoli 7 (territorio aperto), 17 (boschi). Per la presenza di bosco l area è da intendersi vincolata ai sensi del del D.L. n. 42/04 del 22.01.2004 (Vincolo Paesaggistico L. 431/85) così come si caratterizza per la presenza del vincolo idrogeologico che copre tutto il territorio indagato. 5

1.2.3 CARATTERI DEL PAESAGGIO La zona in esame ed il suo vasto intorno evidenziano un paesaggio tipicamente appenninico, con rilievi pronunciati incisi da valli fluviali; la copertura boschiva, costituita principalmente da castagni, carpini e specie quercine, è talvolta interrotta da appezzamenti agricoli o da chiarie dovute alla presenza del substrato roccioso, qui rappresentato per un vasto intorno dalle litologie appartenenti alla Formazione Marnoso-arenacea. La passata attività agro-silvo-pastorale legata ai pochi insediamenti presenti, quasi tutti disabitati e comunque distanti dall area dove si conduce l attività estrattiva, è leggibile nei caratteri delle formazioni boscate (soprattutto castagneti e boschi cedui abbandonati) e nella presenza di aree a prato o prato-pascolo nei tratti di versante più pianeggianti. Data la posizione incassata in una valle cieca che si affaccia sul Fosso di Colecchio, la visibilità della cava è sostanzialmente limitata ad un tratto di poche decine di metri della SP n. 306, oltre che ovviamente ai versanti che circondano l area di cava, presso le quali si ergono due sole abitazioni di cui una diruta e non frequentata (La Busca) e solamente una abitata (Le Caselle), comunque posta a circa un chilometro dall area di cava. Il paesaggio risente in parte già oggi della presenza dell attività estrattiva che nella zona è in essere, per quanto a periodi alterni, da diversi decenni. Inevitabilmente l ampliamento dell attività porterà ad una accentuazione della percezione visiva dei fronti di scavo che comunque potranno essere mitigati con gli interventi di ripristino da svilupparsi contestualmente alla coltivazione. E stato inoltre prescelta come zona in ampliamento quella più nascosta rispetto alle visuali principali. 1.2.4 INFLUENZE DELL INTERVENTO E DELLE OPERE ACCESSORIE SULL AREA E SUL TERRITORIO CIRCOSTANTE La cava Casa Gallo è presente sul territorio già da molti anni; gli interventi previsti nell ambito della presente documentazione comporteranno un ampliamento verso ovest dell area ad oggi autorizzata, mentre non sono previste variazioni verso est, così come non saranno modificate le strade di accesso e le viabilità limitrofe. 6

Prevedendo un ampliamento su un area contigua a quella attualmente in esercizio, ma ad oggi non interessata da nessuna attività, si determineranno inevitabilmente degli impatti su quelle componenti ambientali ad oggi non direttamente interessate; occorre tuttavia tener presente che si tratta di ampliamento di attività già in esercizio ed a regime; ciò significa che non si assisterà ad un incremento del carico di lavoro, e quindi del grado di incidenza dell attività in termini di impatti, ma piuttosto una prosecuzione temporale ed areale degli attuali effetti. Questo è del resto il motivo per cui in linea di massima è preferibile proseguire, anche tramite ampliamento, un attività già in essere piuttosto che prevedere la proliferazione di analoghi esercizi dislocati, altrove, sul territorio. Per lo stesso motivo anche il flusso di traffico da e per la cava, dato che la produttività media annuale non subirà modificazioni, rimarrà equivalente a quella odierna. In ogni caso per la valutazione degli impatti si rimanda all allegato Studio Preliminare Ambientale, parte integrante, insieme alla presente documentazione, della Procedura di verifica di assoggettabilità di cui alla LR 10/2010. Gli aspetti legati alla gestione delle acque, alle verifiche di stabilità ed alle emissioni acustiche ed in atmosfera, benché brevemente trattati nelle seguenti pagine e nello studio preliminare ambientale, saranno oggetto di specifiche relazioni da produrre in fase di progettazione definitiva, come previsto dalla normativa di settore vigente. La zona dove si sviluppa l attività di estrazione, oltre ad essere caratterizzata dalla presenza di un materiale ormai qualitativamente conosciuto e testato, risulta decentrata rispetto alle aree antropizzate o di maggior passaggio e frequentazione. Inoltre la cava è presente già da molti anni sul territorio, pertanto l intervento va a coinvolgere una zona ormai già in parte compromessa; inoltre le scelte progettuali contemplano proposte mirate a limitare gli impatti generati dall escavazione, contenendo al loro interno aspetti definibili come mitigazioni degli impatti (contestuale ripristino delle aree progressivamente esaurite, massimo utilizzo della risorsa, nessun deposito di versante, recupero della coltre pedologica ecc). 7

1.2.5 PRECEDENTI AUTORIZZAZIONI PER L AREA D INTERESSE La cava come detto è presente ormai da alcuni decenni, l attuale autorizzazione è la n. 1/2008 rilasciata dal Comune di Marradi il 2/07/2008, con validità di anni fino al 12/2012. 1.3 ANALISI DELLE CARATTERISTICHE FISICHE DELL AREA Di seguito si riportano le descrizioni delle componenti ambientali a carattere geologico dell area d interesse. Le indagini conoscitive sono state eseguite nell ambito dell area d intervento ed estese anche nelle zone limitrofe in modo da ottenere una visione più completa possibile delle problematiche generali; le verifiche di dettaglio sono invece state condotte limitatamente all area d intervento. Le planimetrie tematiche di riferimento, riportate in allegato 1, sono rappresentate dalla carta geologica, geomorfologica ed idrogeologica, figg. 5, 6 e 7 scala 1:5.000, stralciate dallo Strumento Urbanistico vigente del Comune di Marradi. 1.3.1 GEOLOGIA GENERALE E LOCALE La geologia dell'alto Mugello è caratterizzata dall'accavallamento dei terreni "liguri" sulla Formazione Marnoso-Arenacea (Serravalliano-Langhiano). Questa, secondo molti Autori, ha uno spessore complessivo di circa 3.000 m. La litologia della Marnoso-Arenacea è caratterizzata dall'alternanza di arenarie torbiditiche gradate, a grana generalmente media e fine, siltiti, marne siltitiche e, subordinatamente, argilliti. Le arenarie sono quarzoso-feldspatiche-micacee a cemento calcareo. Le caratteristiche mineralogiche salienti della pietra serena sono l'elevato contenuto in calcite e in quarzo e l accessoria presenza di dolomite. Per quanto riguarda invece le caratteristiche meccaniche, si riscontrano elevata resistenza alla compressibilità e all'usura, buona resistenza alla degradazione e scarsa gelività. Quanto detto ovviamente vale per i materiali di migliore qualità, aventi granulometria media e privi di impurità argillose. 8

Nell'area estrattiva in esame ed in un vasto intorno affiora esclusivamente la Formazione della Marnoso-Arenacea, nell ambito di tale formazione, come testimoniato dalle pregresse attività svolte nel sito in oggetto, che confermano la vocazione estrattiva dell area, l interesse giacimentologico è rappresentato dalla presenza di diversi filari arenacei, dei quali alcuni aventi spessore fino a 4 m, presenti in un intervallo stratigrafico di oltre 100 metri. Localmente l assetto degli strati forma una struttura monoclinale che immerge circa in direzione NNO con pendenze intorno agli 8-10, con giacitura nei confronti del versante di franapoggio che, in linea generale, garantisce buoni margini di sicurezza in termini di rischio cinematico di scivolamenti o crolli. 1.3.2 GEOMORFOLOGIA GENERALE E LOCALE La geomorfologia dei rilievi della Formazione Marnoso-Arenacea nella zona di Marradi è caratterizzata dal recente ringiovanimento e sollevamento di quest'area appenninica. Generalmente il grado di attività della Marnoso-Arenacea è piuttosto ridotto; i processi di smantellamento sono piuttosto lenti ed avvengono prevalentemente con approfondimento degli impluvi per erosione concentrata e con il crollo di cunei rocciosi dalle scarpate molto inclinate. Le vallecole hanno profilo a "V" e versanti leggermente scalettati per il diverso comportamento delle fasce a prevalenza arenacea rispetto a quelle a prevalenza marnosa. Le prime mostrano inclinazioni molto elevate, con valori che oscillano tra i 40 e gli 80, mentre le seconde possono scendere fino a 30-40 di pendenza. Nella zona d interesse non sono presenti dissesti geomorfologici o altre evidenze significative ad eccezione degli stessi fronti di cava, che possono essere considerate delle scarpate di degradazione attive a causa della forte pendenza; nelle vicinanze sono individuate anche scarpate attive naturali laddove gli affioramenti rocciosi originano versanti subverticali privi di vegetazione. In corrispondenza dei fronti di cava viene eseguito un periodico controllo strutturale dei fronti con individuazione dei cunei potenzialmente instabili che comunque vengono di solito individuati nel corso dei lavori di coltivazione e progressivamente disgaggiati. 9

1.3.3 TETTONICA L'evoluzione tettonica della zona è strettamente legata a quella dell'intero sistema appenninico, formatosi in conseguenza al sollevamento e alla compressione di un vasto complesso sistema deposizionale marino. Si ritiene che la fase orogenetica e l'arrivo delle unità liguri abbiano interrotto la sedimentazione della Marnoso-Arenacea, i cui apporti avevano probabilmente origine alpina, tra l'elveziano e il Tortoniano (circa 11 milioni di anni fa) provocando il piegamento e lo scollamento della formazione Marnoso-Arenacea. Nonostante gli sforzi tettonici subiti l ammasso roccioso oggetto di studio evidenzia almeno a scala di intervento una sostanziale compattezza ed omogeneità, che del resto costituisce un presupposto importante per lo sfruttamento estrattivo. Gli affioramenti mostrano un locale andamento monoclinalico della pendice e le pendenze degli strati sono intorno ai 10, generalmente a reggipoggio a traversopoggio, caratteristiche che consentono una efficace e più sicura, anche da un punto di vista di stabilità delle pareti, coltivazione del giacimento. In fase di progettazione definitiva sarà eseguito un rilievo di dettaglio con evidenziazione dei principali sistemi di fratturazione (famiglie) necessario alla predisposizione dell analisi strutturale e geomeccanica finalizzata allo studio della stabilità dei versanti, che costituirà una documentazione specifica. 1.3.4 IDROGRAFIA E IDROGEOLOGIA GENERALE E LOCALE Come riportato anche nelle relazioni di settore redatte a supporto della variante al Piano regolatore, l area estrattiva in esame è ubicata all interno del bacino idrografico del fiume Lamone; più in particolare si sviluppa su un tratto di versante alla cui base scorre un impluvio minore affluente di sinistra del Fosso di Solecchio, che a sua volta si getta nel Lamone in corrispondenza dell abitato di Marradi. Il versante su cui si svilupperà la cava in progetto è caratterizzato da alcune linee di impluvio che tuttavia non rilevano presenza di acqua se non in occasione degli eventi meteorici più significativi. Da un punto di vista idrogeologico tutta l area di studio ed un suo vasto intorno è caratterizzata da terreni con alternanze di arenarie e argilliti/marne definiti in linea 10

generale mediamente permeabili per fratturazione, in quanto costituiti da un substrato lapideo il cui grado di fratturazione consente una permeabilità media e quindi una produttività idrica potenziale media. In questo tipo di terreni si può riscontrare un'ampia variabilità della permeabilità anche localmente, in quanto è funzione sia della densità che della persistenza delle fratture, oltre che dell'incidenza dei litotipi argillitici (meno permeabili) su quelli arenacei. Le formazioni flyschoidi come quella che caratterizza l area d intervento possono spesso costituire sia bacini di ricarica che di accumulo per le acque profonde. Manifestazioni sorgentizie sono talvolta presenti e legate principalmente agli accumuli detritici o colluviali ed alle zone nelle quali la roccia sottostante si può presentare fratturata, ma sono presenti anche quelle di faglia, di strato e di fessura. In ogni caso nel luogo d interesse non sono mai stati intercettati livelli che ospitano falde idriche, probabilmente anche per via dell acclività dei versanti, che facilita lo scorrimento superficiale rispetto all infiltrazione, ed alla posizione prossima al crinale spartiacque. La nuova area a destinazione estrattiva, poiché si sviluppa in adiacenza alle realtà estrattive esistenti e circa alle medesime quote, non andrà dunque ad intercettare la risorsa idrica sotterranea, eventualmente presente a profondità notevoli rispetto ai livelli interessati dalla coltivazione. Le opere di presa individuate più prossime all area di intervento sono tutte poste a distanze significative ed in contesti idrogeologici differenti rispetto all area oggetto della presente variante. L unica opera di captazione ad uso acquedottistico si trova a notevole distanza dall area d interesse ed è ubicata su un versante appartenente ad un diverso sottobacino idrico e quindi in un contesto idrogeologico avulso dall area di cava. Anche le altre sorgenti, le più vicine delle quali sono individuate in prossimità del fondovalle, si trovano a notevole distanza (maggiore di 800 m) e pertanto non siano direttamente correlate con l area a destinazione estrattiva (vedi figura 7). In merito all interferenza tra la cava e l attuale assetto idrico superficiale, è evidente che quest ultimo sarà inevitabilmente alterato dalle operazioni di scavo; il presente progetto tuttavia è stato concepito in modo da prevedere una contemporanea e progressiva sistemazione idrica dell area e delle zone contermini e la costante 11

regimazione idrica di tutta l area di cantiere, che andrà adeguandosi di volta in volta allo sviluppo della cava con lo scopo primario di convogliare le acque di ruscellamento evitando ristagni ed erosioni, verso le aree di decantazione prima e verso gli impluvi naturali successivamente al trattamento. Le operazioni di ripristino saranno poi finalizzate, oltre che alla risistemazione morfologica e vegetazionale, anche a ricostituire una adeguata regimazione delle acque superficiali, ristabilendo l originario assetto idrologico. Ulteriori dettaglio sulla gestione delle acque meteoriche saranno esplicitati nel Piano di gestione delle acque. 1.3.5 STRATIGRAFIA E DESCRIZIONE DEL GIACIMENTO La Formazione Marnoso-Arenacea è costituita dalla ripetizione di sequenze torbiditiche con deposizione di materiali a granulometria decrescente verso l'alto. La serie completa, detta sequenza di Bouma, è caratterizzata da arenarie a granulometria media solitamente prive di strutture. Su di esse sono depositate arenarie fini e silt caratterizzate da laminazione prima parallela, poi convoluta e nuovamente parallela leggera; chiudono la sequenza le marne e le marne argillose, prive di strutture sedimentarie. Le sequenze sono spesso ridotte o troncate. La vocazione estrattiva dell area è evidente e testimoniata di per sé anche dall inserimento dell area tra quelle delle risorse estrattive definite dal vigente PRAER, nonché dalla discendente perimetrazione di PAERP (attualmente in fase di approvazione) e del PS comunale. In effetti la recente approvazione della variante allo strumento urbanistico è venuta incontro alla necessità di adeguare i limiti dell area destinata ad attività estrattiva a quelli dei piani sovraordinati e rendere possibile il razionale utilizzo della risorsa, che prima di tale variante non risultava possibile a causa dei limiti di intervento tortuosi e mal strutturati. L area in questione è stata oggetto di coltivazione già diverse decine di anni fa; nei precedenti interventi l oggetto principale dell escavazione era costituito dal filare arenaceo alto circa 3,8 m (denominato masso grosso ) presente circa a quota 53 m della colonna stratigrafica di seguito riportata. L attività si concentrava quindi su un unico filare considerando scarto (scoperchiatura) tutto il materiale soprastante che, per 12

un altezza di circa 30-40 m, veniva abbattuto per giungere al banco d interesse. Analoghe situazioni sono tuttora attive nei bacini estrattivi di Firenzuola dove alcune cave, definite appunto di masso grosso, prevedono scoperchiature anche di 60-70 m per giungere ad un unico filare sfruttabile ai fini ornamentali alto circa 5 m. Diversamente dai primi interventi di estrazione, l attuale gestione alla cava Casa Gallo prevede la coltivazione di un intervallo stratigrafico maggiore, di spessore pari a circa 60 m, in cui è presente, oltre al suddetto masso grosso, un altro filare di notevoli dimensioni (circa 4,0 m) che segna la quota 0 della colonna stratigrafica allegata ed un terzo banco alto circa 2,0 m posto a quota stratigrafica 26. Oltre a questi l ampliamento proposto consentirà di raggiungere altri filari arenacei di dimensioni variabili da 0,2 a 1,2 m che certamente costituiranno banchi utili ai fini della produzione di pietra ornamentale. Come già riportato nello studio preliminare a supporto della variante dello Strumento Urbanistico per ampliare l area estrattiva, la stratigrafia completa è stata ottenuta dallo studio giacimentologico degli affioramenti presenti che coprono l intero intervallo di riferimento; oltre a ciò è stata eseguita una stima della qualità e della possibile destinazione commerciale dei vari litotipi intercettati. La stratigrafia del giacimento di seguito riportata evidenzia i vari litotipi riscontrati suddivisi in arenaria (idonea alla produzione di prodotti ornamentali), arenaria di qualità più scadente (adatta per scogliere, lastricati o inerti), marne e alternanze di litotipi diversi (costituiscono materiale che solo in parte può essere commercializzato come inerte). Per ogni strato arenaceo è riportato lo spessore e la tipologia di prodotto a cui prevedibilmente potranno essere destinati i pezzi ottenuti. 13

In. In. Or. La.S. In. In. La.S. La.S. In. In. In. Or. La.S. Or. In. MASSO GROSSO 2 In. La.S. 14

Or. La.S. In. Or. La.S. Or. In. MASSO GROSSO 1 Or. La.S. In. In. In. Or. In. La.S. Or. La.S. La.S. La.S. Or. In. In. 15

Per eseguire una stima, per quanto indicativa, delle potenzialità del giacimento si tiene conto dello spessore, delle caratteristiche litologiche e del grado di fratturazione dei singoli filari. Considerando che il giacimento oggetto d interesse è composto da una sequenza torbiditica il cui spessore intercettato è di circa 70 m, una stima di massima sulle percentuali dei vari prodotti ottenibili rispetto al totale scavato è la seguente: - arenaria per la produzione di blocchi da taglio e prodotti in pietra ornamentale: 22,2% - arenaria scadente di buone dimensioni per blocchi da scogliera o lastricati: 10,5% - arenaria buona o scadente di piccole dimensioni per inerti di pregio: 6,3% - misto tra arenaria e marne per produzione di inerti in genere: 15,5% - marne per produzione di stabilizzato e materiale di riempimento: 45,5% I prodotti idonei all uso ornamentale, da quelli di maggior pregio ai lastricati o alle bozze, verranno ricavati principalmente dai filari arenacei di maggiori dimensioni ma anche filari di spessore limitato possono, se di qualità elevata, fornire materiale ad uso ornamentale. Dai filari arenacei di qualità più scadente ma il cui spessore (indicativamente > 0,5 m) consente la realizzazione di blocchi informi di adeguate dimensioni, è possibile ricavare sia lastricati di vario spessore sia blocchi da scogliera che, seppur non annoverabili tra i prodotti ad uso ornamentale, devono comunque intendersi come un prodotto di pregio. Gli inerti di maggior pregio (pietrame) saranno realizzati sia dai filari di arenaria di qualità scadente sia da quelli di buona qualità ma aventi spessori in banco troppo modesti per realizzare prodotti finiti. Altri prodotti, commercializzabili come inerti di varia natura (pietrisco, stabilizzato e materiale per riempimenti), potranno essere realizzati dagli intervalli stratigrafici in cui la fitta alternanza di litotipi diversi (arenaria e marne) impedisce una differenziazione del prodotto se non direttamente nella vagliatura del frantoio. In ogni caso la produzione di pietra ornamentale che sarà, secondo il nuovo progetto, prevedibilmente estraibile presso la cava Casa Gallo, sarà certamente maggiore di quanto non sia avvenuto fino ad oggi sia per effetto dell intercettazione di 16

numerosi filari utili, sia per l impostazione del lavoro che prevede la sistematica diversificazione dei prodotti. Solo in tal modo infatti è possibile ottenere lo sfruttamento completo della risorsa e la riduzione degli sprechi. Intento della ditta, oltre a quello primario dell estrazione della pietra da ornamento, è infatti quello di trasformare direttamente sul posto il materiale non idoneo alla produzione di pietra ornamentale, ricavando materiali di seconda scelta e inerti in genere. Tale aspetto risulta particolarmente importante poiché il materiale recuperato potrà essere avviato alla commercializzazione in loco, con il duplice vantaggio di offrire un prodotto a costi contenuti nel bacino di utenza del territorio di Marradi, ottimizzando nel contempo l utilizzo della risorsa pietra. 17

2 ELEMENTI DEL PROGETTO DI COLTIVAZIONE 2.1 PIANO DI COLTIVAZIONE La necessità della presente proposta di variante nasce dall esigenza di materia prima da parte della ditta committente ed in generale dalle richieste di mercato di pietra serena di buona qualità, presente nell area estrattiva in esame. Di seguito saranno descritte le scelte tecniche ed operative funzionali allo svolgimento dell attività, graficamente illustrate nelle tavole di progetto, rimandando gli aspetti più di dettaglio alla fase di progettazione esecutiva. 2.1.1 DESCRIZIONE DELLO STATO ATTUALE DEI LUOGHI La morfologia dei luoghi oggetto di intervento è illustrata dalla planimetria a curve di livello della tavola 1 aggiornata al Novembre 2010, oltre che dalle fotografie riportate a fondo testo. Allo stato attuale i lavori di escavazione si svolgono nella porzione sud orientale dell area di cava ad oggi autorizzata; più in particolare negli ultimi anni si sono concentrati esclusivamente nel piazzale inferiore posto sul lato est dell area di cava, dove già a partire dal 2007 erano iniziati i lavori di estrazione. La coltivazione si sta progressivamente spostando verso ovest e sta rapidamente giungendo all esaurimento dell area ad oggi autorizzata, da cui l estrema necessità da parte della ditta richiedente di ottenere i necessari permessi per la prosecuzione dell attività. Nel prossimo periodo potrà infatti essere affrontato lo scavo nella zona in cui è impostata l attuale strada di accesso alla zona superiore (realizzandone una nuova sull attuale fronte di scavo), presso la quale i margini di intervento sono molto limitati e non potranno garantire una sufficiente produzione. Come avviene ormai da alcuni anni sul piazzale inferiore dell area di cava è posizionato il frantoio mobile per la frantumazione degli inerti, tramite il quale il materiale abbattuto non idoneo alla produzione ornamentale può così essere agevolmente frantumato, accumulato e prelevato direttamente dal piazzale per essere commercializzato come inerte o, per quanto riguarda il materiale di scarto non riutilizzabile, caricato su dumper e trasportato nelle zone attualmente in fase di 18

ripristino morfologico. Grazie a tale operatività anche il materiale non ornamentale viene valorizzato e può essere immesso sul mercato. 2.1.2 METODO DI COLTIVAZIONE 2.1.2.1 tecniche di coltivazione, metodologie di scavo e riporto La coltivazione della cava viene ad oggi condotta con i metodi tradizionali adottati nelle cave di pietra serena, come analogamente avverrà per la variante in oggetto. Per i livelli di scarto (dove presenti) vengono effettuate più serie di fori perpendicolari al banco mediante l'uso dei tagliablocchi. La loro profondità è di solito intorno ai 3 m e dipende dalla potenza degli strati intercettati. La fascia da perforare ha generalmente lato maggiore di 10-20 m parallelo alla superficie libera e lato minore di 2-3 m. La maglia delle cariche è mediamente di 70 cm. Una volta completate le trivellazioni vengono caricati i fori con esplosivo gelatinato e, mediante miccia detonante, viene fatta brillare la mina. A questo punto i tagliablocchi continuano la perforazione di nuove canne per la successiva sparata, mentre una pala meccanica o un escavatore movimentano il materiale frantumato, agendo ai piedi dello scavo. Il materiale viene poi trasportato tramite pala meccanica nel sito predisposto alla frantumazione o allo stoccaggio e successivamente rimovimentato per essere avviato al mercato degli inerti o per essere posto a dimora per contribuire alla conformazione morfologica definitiva. I lavori sopra descritti proseguono a gradini per le fasi di scoperchiatura; al raggiungimento del filare utile i procedimenti di coltivazione variano per consentire l'asportazione dei materiali ornamentali senza che si abbia il deterioramento della pietra. L'estrazione continua ad essere eseguita con l'ausilio degli esplosivi, ma con fori molto più ravvicinati caricati di 19

sola miccia detonante, che ha il solo effetto di rottura del blocco lungo l'allineamento delle cariche. Le successive fasi di movimentazione possono essere svolte con la sola pala meccanica che lavora nel gradino inferiore, sposta i blocchi e rimuove le eventuali intercalazioni di materiale di scarto; la pala meccanica è inoltre utilizzata per le principali manutenzioni e modifiche della viabilità interna alla cava. I blocchi, una volta estratti, vengono portati presso il dispositivo di sollevamento, tramite il quale vengono caricati su camion e trasportati verso gli impianti di segagione. 2.1.2.2 Gestione del materiale di risulta Deposito materiali di risulta (rifiuti di estrazione) Presso la cava Casa Gallo non è previsto alcuna struttura di deposito per lo stoccaggio dei rifiuti di estrazione poiché il materiale di risulta non idoneo alla commercializzazione (pietra ornamentale, bozze e scogliere, inerti in genere) sarà impiegato direttamente per il riempimento dei vuoti creati dalla precedente fase estrattiva. I prodotti di scarto andranno infatti a costituire modeste quantità, in quanto la ditta è in grado di commercializzare la gran parte del materiale estratto anche se non idoneo all uso ornamentale; questi quantitativi potranno essere gestiti nell ambito della cava impiegandoli direttamente per i ripristini dei piazzali esauriti e per il tombamento dei fronti di cava, interessando esclusivamente superfici già oggetto di coltivazione e senza la necessità di creare delle strutture di deposito per lo stoccaggio provvisorio o definitivo di tali materiali. Accantonamento suolo In considerazione del fatto che esistono già allo stato attuale delle zone di cava esaurite ed in fase di ripristino morfologico, il substrato pedologico che sarà intercettato durante le fasi di scopertura della zona in ampliamento potrà trovare immediata collocazione nelle aree pronte ad essere rinverdite e in quelle che progressivamente si verranno a creare con l avanzamento dei lavori. Non si prevede quindi di dovere creare delle zone di stoccaggio del suolo se non per periodi limitati e comunque sempre all interno dei piazzali di cava. Poiché il suolo 20

che sarà possibile recuperare dall area di cava di nuova coltivazione non risulterà sufficiente al completamento dei ripristini previsti, sarà necessario, soprattutto nelle ultime fasi di coltivazione, utilizzare del terreno vegetale idoneo proveniente dall esterno dell area di cava. Questo sarà acquistato, o comunque reperito, e regolarmente gestito secondo la normativa in materia di terre e rocce di scavo, avendo cura cioè che lo stesso risulti non inquinato ed idoneo agli interventi di ripristini previsti. Tombamento fronti di scavo L attuazione del presente progetto di variante prevede il parziale tombamento dei fronti estrattivi tramite il riporto di materiale ottenuto in cava nel corso delle operazioni di coltivazione. Come evidenziato dalle tavole di progetto il ripristino morfologico tenderà a ricreare per quanto possibile una conformazione simile a quelle antecedenti all intervento di scavo, realizzando spartiacque laddove erano presenti crinali e linee di deflusso in corrispondenza degli originari impluvi. A conclusione dei lavori di rimodellamento il fronte inferiore potrà essere tombato quasi interamente grazie all impiego del materiale proveniente, oltre che dal piazzale inferiore stesso, anche dal piazzale superiore; il fronte superiore potrà essere per buona parte ricoperto sebbene non sarà possibile il completo tombamento. In ogni caso oltre ai fronti di scavo saranno ripristinati progressivamente anche quei gradoni che non potranno essere ricoperti dai depositi sui piazzali; la buona larghezza delle berme consentirà un discreto riporto di terreno che potrà facilitare l attecchimento delle specie arbustive previste. Operando in tal modo, sebbene la presenza dell attività estrattiva non potrà essere celata del tutto, si potrà comunque giungere ad una buona ricucitura con il paesaggio boscato circostante; occorre poi considerare che le operazioni di recupero ambientale saranno effettuate gradualmente sul fronte, per cui si assisterà ad una risistemazione progressiva delle pareti di scavo già nel corso dell attività estrattiva. I terrapieni saranno oggetto di opere di drenaggio superficiale e una volta concluso il modellamento morfologico saranno dotati anch essi di un idoneo materasso terroso come substrato (proveniente delle aree in scavo in quel momento o portato dall esterno, 21

sempre nel rispetto delle norme che ne regolano l impiego ed il trasporto), e di un ripristino vegetazionale con inerbimento e piantumazione di essenze pioniere tipiche della zona (prevalentemente carpino, acero montano, ontano, cerro, roverella, etc.), secondo quanto sarà previsto nel progetto di ripristino. 2.1.2.3 Dimensionamento e sviluppo per stati di avanzamento Le operazioni di coltivazione da affrontare presso la cava Casa Gallo possono essere distinte tra il settore attualmente in coltivazione, per il quale si prevede il completo esaurimento nel corso del 2011, ed il settore di ampliamento per la cui attuazione sono previste tre fasi di avanzamento più l intervento di ripristino; lo svolgimento delle fasi prevedrà la coltivazione di un area con contestuale ripristino delle zone progressivamente esaurite. Nei paragrafi successivi saranno affrontate e puntualizzate le descrizioni delle operazioni di coltivazione e ripristino previste suddivise nelle varie fasi, con dettaglio delle superfici e delle scelte tecniche proposte. L area attualmente autorizzata interessa una superficie di circa 3,5 ha, comprese le aree ripristinate ed in via di ripristino, le strade etc; la zona in ampliamento copre un area di circa 4,8 ha, corrispondente a circa il 13% dell area destinata ad attività estrattiva dallo strumento urbanistico comunale e non ancora coinvolta da tale attività. Preparazione e allestimento La cava è attiva ormai da diversi anni ed esistono già le infrastrutture necessarie, le strade di accesso, i locali di servizio e gli impianti necessari. Come unica operazione di allestimento e preparazione è da prevedere un preliminare confinamento strumentale dell area di cava, provvedendo successivamente all installazione di un apposita recinzione corredata da cartelli di allerta. Prima Fase di avanzamento (Tavola 2) Dal momento in cui sarà possibile intraprendere l ampliamento dell area estrattiva previsto dal presente progetto, il giacimento attualmente in coltivazione risulterà sostanzialmente esaurito; il primo intervento previsto dal presente progetto 22

prevede lo sbasso del piazzale superiore fino ad intercettare il filare masso grosso 2 che, come detto costituisce il livello base del giacimento. Rispetto al piano del piazzale attuale si dovrà quindi procedere con un abbassamento di circa 40 m adottando il classico sistema degli sbassi successivi che, a partire dalla quota superiore prevede una serie di scarpate aventi una pendenza di circa 80 intervallate ogni 15 m da un gradone avente una larghezza di 5 metri. Tale impostazione è tipica delle cave di pietra serena aventi strati immergenti a reggi-poggio come quelli dell area di studio, come ampiamente testimoniato dalle numerose cave presenti nel territorio comunale di Firenzuola, dove le numerose cave in attività presentano fronti con un gradone di 4 metri ogni 15 metri di altezza; rispetto a tale schema la cava Casa Gallo prevede di lasciare dei gradoni con una larghezza maggiore (5 metri anziché 4) sia per favorire il ripristino stesso dei gradoni sia per incrementare le condizioni di sicurezza. Al termine della prima fase di avanzamento avremo quindi il completamento dell area di cava attualmente in fase di esaurimento (porzione sud est dell area di cava) e la creazione di un più ampio piazzale laddove ad oggi è presente il piazzale di cava superiore e di un fronte con immersione sud ovest. Per tutta questa prima fase non sarà necessario realizzare nuove piste di arroccamento poiché il punto di partenza dell escavazione coincide con il piazzale superiore attuale, già perfettamente raggiungibile da tutti i mezzi. Per lo stesso motivo sarà facilmente raggiungibile l attuale piazzale di lavorazione, dove è presente il frantoio mobile, e dove potrà essere proseguito il ripristino morfologico di questa zona già ad oggi in fase di coltivazione. In questa prima fase, per effetto della locale morfologia, si avrà la creazione di un ampio piazzale (circa 2,5 ha) nonostante l altezza del fronte sia relativamente contenuta (circa 40 m); di contro la stratigrafia intercettata in questa fase non è particolarmente ricca di filari arenacei sufficientemente spessi e prevalgono invece i piccoli livelli e gli interstrati marnosi. Saranno tuttavia intercettati sia il masso grosso 2 che il banco di circa 2,5 presente tra i due masso grosso (1 e 2), garantendo dunque una adeguata produzione. Per quanto riguarda la contestuale realizzazione degli interventi di ripristino, già nel contesto della prima fase di escavazione parte del materiale non idoneo all uso 23

ornamentale potrà essere impiegato per il ripristino del piazzale di cava ad oggi in fase di completamento e per il recupero dello stesso piazzale di scavo. Seconda Fase di avanzamento (Tavola 3) La seconda fase di escavazione si attuerà quando la prima sarà quasi giunta al termine della coltivazione; con questa fase l area di cava si sposta verso nord sul versante ad oggi non ancora interessato da escavazione e sul quale risultano presenti numerosi strati arenacei. La seconda fase deve tuttavia intendersi come una sorta di fase preparatoria alla terza ed ultima fase che andrà a costituire lo sviluppo più significativo della nuova cava, se non in termini areali certamente in termini di quantità e qualità dei blocchi intercettati. Con la seconda fase si prevede infatti di creare un piazzale di dimensioni relativamente contenute (circa 6.000 mq) sul versante posto a nord ovest dell attuale piazzale superiore. La realizzazione di tale piazzale, che avrà un altezza massima di circa 60 m e che prevede lo smantellamento parziale del vecchio fronte di scavo, consentirà in primo luogo di raggiungere in tempi relativamente contenuti già alcuni banchi arenacei (tra i quali anche il masso grosso 1) e quindi di garantire un certo sostentamento alla ditta esecutrice e in secondo luogo risulterà utile alla successiva fase di escavazione quando le fasi iniziali dello scavo richiederanno una zona, posta a valle, dove poter depositare e separare il materiale progressivamente scavato. Per consentire la realizzazione del nuovo piazzale sarà necessario realizzare una pista di arroccamento provvisoria che prevedibilmente sarà progressivamente eliminata nel corso dell abbassamento del piazzale man mano che si andrà formando il nuovo fronte di scavo. In questa fase parte del materiale non idoneo all uso ornamentale potrà essere impiegato direttamente per il ripristino morfologico del sottostante piazzale realizzato nel corso della prima fase. Non a caso la progressione temporale delle fasi prevede preliminarmente la realizzazione del piazzale inferiore, poi quello intermedio e quindi quello posto a quote superiori. In tal modo sarà di gran lunga semplificato il compito di ripristinare i vuoti di cava (ossia i piazzali esauriti) poiché sarà utilizzato il materiale prodotto durante la coltivazione del piazzale posto a quota superiore, quindi con maggiore facilità e minor utilizzo dei macchinari nello spostamento del materiale stesso. 24

Al termine della seconda fase quindi gran parte del ripristino morfologico del piazzale inferiore realizzato nella prima fase sarà già stato realizzato, sebbene probabilmente non ancora completo o pronto alla successiva di ripristino vegetazionale. Per quanto riguarda il nuovo fronte ed il relativo piazzale creato in questa fase, non sono da prevedersi interventi di ripristino poiché lo stesso fronte sarà completamente smantellato nel corso della terza fase quando, partendo da quote più alte, si giungerà alla medesima quota del piazzale realizzato nella seconda fase. Terza Fase di avanzamento (Tavola 4) Come anticipato la terza ed ultima fase di escavazione prevede un ulteriore arretramento ed allargamento del fronte realizzato nella fase precedente. Partendo da una quota di circa 700 m s.l.m. si procederà come di consueto per sbassi successivi fino a giungere al piazzale della seconda fase; il fronte che si verrà a creare avrà un altezza di circa 90 metri e sarà conformato a ferro di cavallo in modo da limitare lo scavo ad una larghezza complessiva di circa 150 m, alla quale corrisponde una superficie di circa 1,4 ha, quando l area destinata a cava avrebbe consentito un prolungamento verso nord ovest del fronte di cava di oltre 500 metri. In questa fase potrà ovviamente essere portato a compimento il ripristino del piazzale inferiore; durante le ultime fasi di scavo sarà tuttavia necessario cominciare anche il ripristino morfologico del piazzale superiore (quello cioè creato proprio durante la terza fase). Per far ciò sarà quindi necessario, una volta giunti alle ultime fasi di scavo, procedere per settori separati operando una sorta di taglia e cuci per consentire di portare a compimento singoli settori di cava e successivamente tombarli con il materiale di risulta proveniente dal settore limitrofo. In tal modo si faciliterà il compito di realizzare il ripristino morfologico evitando di creare notevoli depositi temporanei all interno del piazzale di cava e di movimentare più volte il materiale stoccato. La situazione morfologica riportata in tavola 4 non corrisponde quindi ad una situazione reale poiché via via che una porzione del piazzale di cava viene esaurito lo stesso sarà immediatamente tombato. Come anticipato in precedenza, per il completamento del ripristino sarà in questa fase necessario reperire dall esterno del suolo idoneo all attecchimento delle essenze 25

vegetali; il quantitativo esatto di tale materiale sarà computato con relativa precisione in fase di progettazione definitiva. Rimane tuttavia inteso che questo sarà acquistato o reperito da scavi o sbancamenti di zone idonee e non inquinate ed in ogni caso comunque gestiti nel rispetto della normativa in materia di terre e rocce di scavo. Ripristino finale (Tavola 5) La tavola 5 mostra lo stato dei luoghi al termine degli interventi di ripristino morfologico; quest ultima fase prevede in effetti soltanto la sistemazione morfologica finale del piazzale superiore (quella del piazzale inferiore sarà raggiunta già durante la terza fase) ottenuta utilizzando il materiale stesso prodotto dalle operazioni di coltivazione, non idoneo all uso ornamentale ma avente caratteristiche idonee ad essere impiegato per i riempimenti dei vuoti di cava. Per quanto possibile, compatibilmente con le operazioni di coltivazione, anche gli interventi di ripristino del piazzale superiore avranno inizio prima dell esaurimento del giacimento operando, come sopra accennato, per settori limitati da portare progressivamente ad esaurimento e quindi immediatamente tombati. Il tombamento del fronte di scavo non potrà essere totale, ma coprirà comunque buona parte del fronte, lasciando scoperti solamente 4 gradoni che comunque saranno anch essi ripristinati con adeguato riporto di terreno e successivo inerbimento, e avrà una conformazione tale da ricostituire le originarie linee di impluvio e raccordarsi con i versanti circostanti. Come consuetudine l ultimo strato di riporto dovrà essere rappresentato dal suolo idoneo alla successiva piantumazione; questo potrà solo in minima parte essere recuperato dall area di scavo stessa (la maggior parte sarà infatti impiegato per il ripristino del piazzale sottostante) e dovrà quindi essere fatto pervenire dall esterno, o acquistandolo o recuperando quello proveniente da scavi e sbancamenti eseguiti (ad esempio a fini edilizi) nelle zone circostanti, e comunque trattato nel rispetto della normativa in materia di terre e rocce da scavo. Il completamento delle opere di ripristino morfologico dovrà prevedere anche la definitiva realizzazione del sistema di drenaggio, tramite il quale le acque meteoriche saranno convogliate verso gli impluvi naturali; il dettaglio della regimazione idraulica sarà trattato in fase di progettazione definitiva quanto sarà predisposto anche lo 26