Bur n. 52 del 20/05/2014 (Codice interno: 273825) DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE n. 618 del 29 aprile 2014 Approvazione di "Primi indirizzi operativi per l'utilizzo dei pozzi privati ai Comuni delle Province interessate dalla presenza di sostanze perfluoroalchiliche (PFASs) nelle acque destinate al consumo umano." [Sanità e igiene pubblica] Note per la trasparenza: Per tutelare la salute della popolazione nell'utilizzo delle acque sotterranee mediante pozzi privati ad uso potabile, si procede all'approvazione di primi indirizzi operativi per gli ambiti interessati dalla presenza di PFASs. L'Assessore Daniele Stival di concerto con l'assessore Maurizio Conte, riferisce quanto segue. Il Ministero della Salute, Direzione Generale della Prevenzione, Ufficio IV, con nota prot. n. 10774 del 10.05.2013, indirizzata alla Regione del Veneto, Direzione Prevenzione, acquisita dall'up Veterinaria (oggi Sezione Veterinaria e Sicurezza Alimentare) in data 21 maggio 2013, prot. 213583, ha dato comunicazione della presenza di sostanze perfluoroalchiliche (di seguito denominate PFASs) nelle acque superficiali e potabili in diversi Comuni veneti in concentrazioni definite "preoccupanti" in punti di erogazione pubblici e privati in numerosi Comuni. A seguito della nota del Ministero dell'ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 29 maggio 2013, prot. n. 0037869/TRI, Divisione III, indirizzata ad una pluralità di amministrazioni centrali e periferiche nella quale si chiedeva di "effettuare gli accertamenti necessari all'individuazione delle fonti di immissione delle sostanze" PFAS "all'attivazione delle conseguenti iniziative di tutela delle acque", la Regione del Veneto, di concerto con tutte le amministrazioni istituzionalmente competenti, ha delineato un percorso condiviso e coordinato di prevenzione e tutela. Con il parere del 7.06.2013, prot. n. 002264, l'istituto Superiore di Sanità, pur non evidenziando l'esistenza di un rischio immediato per la popolazione esposta, afferma che la situazione potrebbe comportare un rischio potenziale per la salute umana e consiglia l'adozione di misure di trattamento delle acque potabili per l'abbattimento delle sostanze perfluoroalchiliche e di prevenzione e controllo della filiera idrica sulla contaminazione delle acque destinate al consumo umano nei territori interessati. La Regione, quindi, attivandosi tempestivamente per conformarsi alle indicazioni ricevute, ha provveduto ad assicurare tutte le azioni specificamente enumerate nella D.G.R. n. 1490 del 12.08.2013, con la quale è stata altresì istituita la Commissione Tecnica Interdisciplinare costituita da rappresentanti della Regione e degli altri Enti coinvolti, con lo scopo di valutare i diversi profili della questione e di formulare proposte alle Autorità competenti in ordine alle ulteriori azioni da adottare per la prevenzione e la tutela della salute pubblica. Nel contempo la Regione ha costantemente garantito la puntuale trasmissione all'istituto Superiore di Sanità, con cadenza settimanale, di tutti i dati raccolti in relazione alla campagna di monitoraggio immediatamente avviata. In risposta ad una richiesta di ulteriore parere del Ministero della Salute, l'istituto Superiore di Sanità in data 16.01.2014, prot. n. 0001584 ha affermato che le concentrazioni dei PFASs per le acque potabili distribuite dai gestori del servizio idrico integrato nelle aree in questione "sono significativamente inferiori ai valori limite estrapolabili dalla TDI (Tolerable daily Intake) dell'istituto Europeo per la Sicurezza Alimentare (EFSA) e che i livelli forniti rappresentano un valore provvisorio tossico logicamente accettabile", contestualmente indicando i livelli di performance (obiettivo) nei valori di seguito specificati: PFOS: 0,03 µg/litro; PFOA: 0,5 µg/litro; altri PFAS: 0,5 µg/litro. Per regolamentare e valutare eventuali scostamenti correlati all'analisi dei dati rispetto ai livelli di performance indicati dall'iss, sono in corso di elaborazione delle procedure di indirizzo regionali che prevedono: valutazioni statistiche sulla rappresentatività delle informazioni rilevate dalla rete regionale dei controlli; indicazioni tecnologiche conseguenti ad eventuali superamenti; sorveglianza sul mantenimento dei livelli di performance ed eventuali provvedimenti di limitazione d'uso ed analisi di rischio basata sugli strumenti di TDI già indicati dall'efsa. I valori citati ed indicati dall'istituto Superiore di Sanità nel parere del 16.1.2014, confermati dal Ministero della Salute (nota prot. n. 2565-P-DGPRE del 29.01.2014) devono essere considerati valori obiettivo anche per le acque di pozzo non trattate
destinate al consumo umano. Per quest'ultime, nelle more dell'adeguamento alle indicazioni sulle procedure tecnologiche per l'impiego ad uso potabile dell'acqua da pozzi privati non allacciati o in fase di allacciamento alla rete, si farà riferimento ai valori della TDI (Tolerable daily Intake) indicati dall'istituto Europeo per la Sicurezza Alimentare (EFSA) in 0,3 µg/litro per il PFOS e 3 µg/litro per il PFOA, fino a nuova e diversa indicazione a cui ci si adeguerà tempestivamente. Inoltre, il Ministero della Salute, con nota del Direttore Generale della Direzione Generale della Prevenzione prot. n. 2565-P-DGPRE del 29.01.2014, indirizzata alla Regione del Veneto, ha raccomandato l'applicazione di adeguate tecnologie di assorbimento e/o filtrazione, atte a garantire il rispetto dei suddetti livelli, attraverso anche membrane di provata efficienza per la rimozione di PFAS nella filiera di produzione e distribuzione delle acque destinate al consumo umano. Con nota del 23 settembre 2013, prot. 410319, il Dirigente del Servizio Promozione e Sviluppo Igiene e Sanità Pubblica, in merito alla presenza di sostanze perfluoroalchiliche nelle acque potabili, ha dato indicazioni ai Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende Ulss relativamente ai pozzi privati prevedendo: che venga data indicazione ai Comuni affinché si procedesse alla: ricognizione dei pozzi privati presenti nell'ambito territoriale di riferimento tenendo conto delle mappature della distribuzione dell'inquinamento messe a punto da Arpav; individuazione dell'utilizzo di quelli ad impiego potabile; indicazione, in presenza di concentrazioni elevate, di allacciarsi alla rete acquedottistica dove possibile o all'utilizzo di sistemi di abbattimento, dove non è possibile l'allacciamento. Con la medesima nota si è raccomandato che nel caso di pozzi ad uso potabile con concentrazioni elevate, vengano adottate dalle autorità competenti le opportune misure di interdizione del consumo d'acqua ad uso potabile. Con D.G.R. n. 168 del 20.02.2014 con oggetto "Pianificazione delle attività a tutela della salute dei soggetti esposti alla presenza di sostanze perfluoroalchiliche (PFASs) nelle acque potabili" sono state definite le attività necessarie a fronteggiare la problematica della presenza di sostanze perfluoroalchiliche (PFASs) nelle acque potabili erogate dalle reti acquedottistiche, a seguito della nota del Ministero della Salute del 29.01.2014 e del documento tecnico dell'istituto Superiore di Sanità del 16.01.2014. Tuttavia, l'utilizzo delle acque ad uso potabile, nonché gli altri usi collegati alla residenza, oltre che dalle reti di distribuzione delle acque destinate al consumo umano (acquedotti), avviene con prelievi d'acqua effettuati mediante pozzi domestici privati, nelle ipotesi di aree non servite da acquedotti o quando il soggetto gestore del servizio idrico dichiari di non poter soddisfare adeguatamente il fabbisogno richiesto oppure dichiari l'impossibilità di eseguire l'allacciamento alla rete. L'utilizzo dei pozzi ad uso domestico di cui al R.D. 11 dicembre 1933, n. 1775 articoli 92 e seguenti e di cui all'articolo 10 D. Lgs 12 luglio 1993, n. 275, è stato disciplinato anche da disposizioni regionali quali tra l'altro la D.G.R. n. 1509/2008, la D.G.R. n. 383 del 23 febbraio 2010 e le D.G.R n. 596 e n. 597 del 9 marzo 2010. Inoltre si ricorda che l'articolo 40, comma 9, del Piano di Tutela delle Acque (PTA) della Regione del Veneto, approvato con DCR n.107 del 2009, prevede che la realizzazione di pozzi per gli usi domestici di acque sotterranee, di cui all'articolo 93 del R.D. n. 1775/1933, sia ammessa esclusivamente in zone sprovviste di acquedotto civile. Pertanto, in via precauzionale, per garantire e tutelare la salute della popolazione nell'utilizzo delle acque sotterranee prelevate con pozzi privati ad uso potabile, è necessario procedere con l'approvazione di ulteriori indicazioni di prevenzione relative alle sostanze PFASs ed in generale al controllo igienico sanitario delle acque. Per questo è necessario definire degli indirizzi, da inviare ai Comuni delle Province interessate dalla presenza di sostanze perfluoroalchiliche (PFASs) nelle acque, riguardanti le misure da attuarsi così come indicato nell'allegato "A" al presente provvedimentoe di cui costituisce parte integrante. Alla trasmissione del presente provvedimento ai Comuni coinvolti dalla presenza di sostanze perfluoroalchiliche (PFASs) nelle acque provvederanno le Aziende Ulss nel cui ambito territoriale sono situati e che sono state sino ad ora individuate (Aziende Ulss n. 5 di Arzignano, n. 6 di Vicenza, n. 17 Este, n. 20 di Verona e n. 21 di Legnago). Considerata l'esigenza di celerità determinata dalla necessità di intervenire efficacemente in via precauzionale, le attività di mappatura e di monitoraggio dei dati nonché le ordinanze devono essere completate entro tre mesi dalla pubblicazione della presente deliberazione. I relatori concludono la propria relazione e propongono all'approvazione della Giunta Regionale il seguente provvedimento. LA GIUNTA REGIONALE Uditi i relatori, i quali danno atto che le Strutture proponenti hanno attestato l'avvenuta regolare istruttoria della pratica anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale;
VISTO il R.D. 11 dicembre 1933, n. 1775 articoli 92 e seguenti ; VISTO D. Lgs. 12 luglio 1993, n. 275, articolo 10; VISTO l'articolo 2, comma 2, lett. a) della L.R. n. 54 del 31/12/2012; VISTO l'articolo 40 del Piano Tutela delle acque (PTA) approvato con D.C.R n.107 del 5/11/ 2009, come modificato nelle sue Norme Tecniche con D.G.R. n. 842 del 15/5/2012 in particolare articolo 11, comma 8; VISTO il parere dell'istituto Superiore di Sanità trasmesso con nota prot. n. 15565/DGPRE dell'8/07/2013 del Ministero della salute; VISTO il parere dell'istituto Superiore di Sanità trasmesso con nota prot. n. 2565-P-DGPRE del 29/01/2014 del Ministero della Salute; VISTA la DGR n. 1509/2008 ; VISTA la DGRn. 383 del 23 febbraio 2010; VISTE le DGR n. 596 e n. 597 del 9 marzo 2010; VISTA la DGR n. 1490 del 12/08/2013; VISTA la DGR n. 2014 del 4/11/2013; VISTA la DGR n. 168 del 20/02/2014. delibera 1. di richiamare quanto evidenziato in premessa, che costituisce parte integrante e sostanziale del presente provvedimento; 2. di prendere atto dei livelli di performance indicati dal Ministero della Salute con nota prot. n. 2565 - P - DGPRE del 29.01.2014 e dei limiti fissati dall'efsa da impiegare fino a nuova e diversa indicazione a cui ci si adeguerà tempestivamente; 3. di approvare i "Primi indirizzi operativi per l'utilizzo dei pozzi privati ai Comuni delle Province interessate dalla presenza di sostanze perfluoroalchiliche (PFASs) nelle acque", contenuti nell'allegato A alla presente deliberazione di cui costituisce parte integrante; 4. di dare atto che è in corso di approvazione un accordo tra Istituto Superiore di Sanità (ISS) e Regione del Veneto, in attuazione del quale verranno date ulteriori indicazioni operative sulla base degli indirizzi tecnici in esso contenuti; 5. di attivare e/o implementare e mantenere l'aggiornamento delle banche dati regionali con le informazioni relative ai pozzi, anche con riferimento ai pozzi privati, mettendole a disposizione delle strutture regionali deputate alla prevenzione sanitaria; 6. di incaricare le Aziende Ulss specificate in premessa, Dipartimento di Prevenzione - Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione, alla trasmissione del presente provvedimento ai Comuni coinvolti dalla presenza di sostanze perfluoroalchiliche (PFASs) nelle acque e ad eseguire le verifiche e valutazioni sui valori rilevati nei pozzi privati; 7. di incaricare il Settore Promozione e Sviluppo Igiene e Sanità Pubblica della trasmissione del presente provvedimento alle Aziende Ulss nel cui ambito territoriale sono situati i Comuni coinvolti dalla presenza di sostanze perfluoroalchiliche (PFASs) nelle acque, alle amministrazioni competenti e a tutti i soggetti istituzionalmente interessati; 8. di dare indicazione che le ordinanze e le attività di mappatura e di monitoraggio dei dati di competenza dei Comuni devono esser completate entro tre mesi dalla pubblicazione della presente deliberazione; 9. di incaricare la Commissione Tecnica Interdisciplinare PFASs, di cui alla DGR n. 1490 del 12.08.2013, di verificare e monitorare nel corso dell'applicazione la necessità di eventuali modifiche agli indirizzi operativi approvati con il presente atto; 10. di dare atto che la presente deliberazione non comporta spesa a carico del bilancio regionale; 11. di pubblicare il presente provvedimento nel Bollettino Ufficiale della Regione Veneto.
giunta regionale 9^ legislatura ALLEGATOA alla Dgr n. 618 del 29 aprile 2014 pag. 1/3 Primi indirizzi operativi ai Comuni delle Province interessate dalla presenza di sostanze perfluoroalchiliche (PFASs) per l utilizzo dei pozzi privati In via precauzionale, al fine di tutelare la salute della popolazione si rende necessario che i Comuni assumano immediatamente un ordinanza sindacale ai sensi dell articolo 50 del decreto legislativo 267/2000 con la quale si ordina a tutti i cittadini utilizzatori di pozzi privati per uso idropotabile personale o per produrre alimenti, di provvedere ad effettuare e produrre le analisi delle acque prelevate dai pozzi (indipendentemente dagli altri adempimenti necessari comunque previsti da norme statali e regionali in materia di utilizzo dei pozzi, denuncia, comunicazione, concessione). La medesima ordinanza vale per tutte le imprese/aziende agricole o agro-industriali che producono alimenti utilizzando direttamente acqua di pozzo. L ordinanza deve contenere: i parametri da ricercare; i criteri di campionamento da rispettare e la metodologia da utilizzare per le analisi; le scadenze entro le quali vanno prodotte le analisi, che vanno comunque acquisite con la massima tempestività. Nell ordinanza deve essere data informazione ai cittadini e alle imprese interessate circa i laboratori di analisi chimiche e microbiologiche, anche privati accreditati, presso cui rivolgersi per effettuare le analisi. I laboratori devono essere accreditati secondo le norme UNI CEI EN ISO/IEC 17025 e loro eventuali successivi aggiornamenti. Gli stessi verranno informati che, laddove possibile, previo accordo con il gestore del Servizio Idrico Integrato (S.I.I.), potranno rivolgersi al servizio analisi del gestore del S.I.I. a prezzi calmierati. Nell ordinanza dovrà essere precisato che i risultati delle analisi devono essere trasmessi all Azienda Ulss competente perché verifichi l eventuale avvenuto superamento o meno dei valori tollerabili limite fissati dall EFSA e che l Azienda Ulss provvede, poi, alla comunicazione dei risultati delle analisi al Comune e, per conoscenza, su supporto informatico alla Regione. L ordinanza dovrà comunque precisare che: - qualora non vi sia il superamento dei valori, il Comune darà immediato avviso della potabilità dell acqua, dando indicazione di ripetere le analisi ogni 6 mesi; - qualora vi sia il superamento dei valori, il Comune darà immediata comunicazione della non potabilità dell acqua e adotterà una ordinanza da notificare al privato con l avviso che: 1. l acqua del pozzo non potrà essere utilizzata per usi potabili potrà, invece, essere utilizzata per l igiene personale e per ogni altro uso non potabile; 2. verrà istituito un servizio di fornitura di acqua potabile di emergenza tramite fontanelle pubbliche /autobotti che avrà una durata provvisoria; 3. al termine della fornitura di emergenza il proprietario del pozzo dovrà aver eseguito a proprie spese almeno una delle seguenti azioni:
ALLEGATOA alla Dgr n. 618 del 29 aprile 2014 pag. 2/3 allaccio alla rete idropotabile esistente, qualora sia a distanza raggiungibile dalla propria proprietà; allaccio ad altro pozzo privato nelle vicinanze non interessato dal fenomeno; terebrazione di un nuovo pozzo a diversa profondità, o approfondimento del pozzo esistente, fino alla profondità non interessata dal fenomeno (in questo caso vanno comunque ripresentate le analisi); installazione di un proprio impianto di trattamento. In questo ultimo caso va dato l avviso che vanno comunque ripresentate le analisi dell acqua dopo la messa in funzione dell impianto e va dato altresì avviso delle modalità di gestione volte ad evitare complicanze accessorie quali, ad esempio, quelle derivanti da inquinamenti batterici successivi al trattamento o da riduzione dell efficienza del filtro. I privati che scelgono di dotarsi di impianti singoli di trattamento devono inoltre garantire il monitoraggio periodico sull efficacia di tali impianti nel tempo. In ogni caso i Comuni devono: provvedere a mappare i pozzi privati esistenti sul proprio territorio e a trasmettere alle Aziende sanitarie competenti (ed alla banca dati regionale) tutte le informazioni acquisibili sullo stesso, che saranno specificate nei dettagli; dopo aver raccolto le segnalazioni di non potabilità (in ragione del fatto che possono essere interessate porzioni diverse del territorio comunale, con conseguente necessità di programmare diverse postazioni di approvvigionamento in emergenza), dare avviso alla Protezione Civile o al gestore del S.I.I., laddove ne dia la disponibilità, dei luoghi deputati ad accogliere le fontanelle pubbliche/autobotti per il servizio idropotabile di emergenza; per quanto riguarda i controlli successivi, fornire ogni utile informazione relativa all eventuale servizio a costo calmierato disponibile per la cittadinanza; I privati che scelgono di dotarsi di impianti singoli di trattamento, devono garantire il monitoraggio periodico sull efficacia di tali impianti nel tempo, mantenendo una registrazione degli stessi controlli.
ALLEGATOA alla Dgr n. 618 del 29 aprile 2014 pag. 3/3 Diagramma di flusso Azioni: La Regione adotta la DGR contenente indicazioni per l acqua dei pozzi privati ad uso potabile L Azienda Ulss trasmette la DGR ai Comuni interessati I Comuni adottano l Ordinanza sindacale per le analisi PFASs dei pozzi privati e contestualmente attivano e danno seguito alla ricognizione degli stessi (banca dati regionale) Il privato fa effettuare le analisi PFASs del pozzo privato e comunica i risultati all Azienda Ulss L Azienda Ulss interpreta i risultati delle analisi e li comunica al Comune e, per conoscenza, su supporto informatico alla Regione Il Comune uso fontanelle pubbliche*/autobotti** e obbligo allacciamento entro il più breve tempo possibile - Allaccio ad altro pozzo privato nelle vicinanze non interessato dal fenomeno; - Terebrazione di un nuovo pozzo a diversa profondità, o approfondimento del pozzo esistente, fino alla profondità non interessata dal fenomeno (in questo caso vanno comunque ripresentate le analisi); - Installazione di un proprio impianto di trattamento Pozzo non allacciato e allacciabile Pozzo non allacciabile Nel caso di superamento dei valori EFSA, adotta l Ordinanza sindacale e dispone la non potabilità dell acqua *Gestore S.I.I. **Protezione Civile Entro i valori EFSA: dispone la potabilità dell acqua Utilizzo acqua per uso potabile