La prevenzione del rischio silicotigeno nella lavorazione dei marmi tecnici



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La prevenzione del rischio silicotigeno nella lavorazione dei marmi tecnici Milano 18 settembre 2015 Clinica del Lavoro Roberto ZANELLI Direttore S.Pre.S.A.L. A.S.L. ASTI www.snop.it

INPUT DELL INTERVENTO L intervento è scaturito da una prima segnalazione di sospetta malattia professionale di un lavoratore dipendente (silicosi), a cui faceva seguito una seconda segnalazione relativa ad altro lavoratore (silico-sarcoidosi).

DESCRIZIONE ATTIVITÀ La ditta svolgeva la lavorazione di agglomerati a base di quarzo per la realizzazione di top (cucine, bagni) e rivestimenti d arredo. d Gli agglomerati utilizzati vengono prodotti da diverse aziende, sia italiane che straniere. Le lavorazioni si effettuavano in un unico capannone i cui reparti (legno, mat.. lapidei, confezionamento) non presentavano alcuna separazione fisica.

VALUTAZIONE SANITARIA Non risultavano al Servizio precedenti segnalazioni di sospette malattie professionali dell apparato respiratorio relative ai lavoratori della ditta. Nel 2008 veniva effettuata la sorveglianza sanitaria; il protocollo sanitario prevedeva l effettuazione di visita medica comprensiva di spirometria ed audiometria. Non veniva effettuato o previsto alcun esame Rx del torace La ditta non aveva mai pagato il premio assicurativo INAIL per il rischio silicosi.

RISCHIO DA INALAZIONE POLVERI Gran parte delle lavorazioni avvenivano a secco ed in assenza di idonei sistemi di aspirazione generalizzata e localizzata

POLVERI DIFFUSE IN AMBIENTE DI LAVORO SFRIDI PULVERULENTI

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE Per la protezione delle vie respiratorie, venivano utilizzati DPI non adeguati al rischio rappresentato dalla inalazione di silice cristallina (utilizzo di DPI classificati FFP1 ed FFP2 anziché in classe FFP3).

VALUTAZIONE DEL RISCHIO CHIMICO Il DVR risultava carente nella identificazione delle tipologie di polveri inalabili in relazioni alle lavorazioni effettuate. Risultavano sottostimati i livelli di esposizione utilizzati per il calcolo delle fasce di rischio. Non veniva preso in considerazione quanto citato nella scheda di sicurezza degli agglomerati in quarzo utilizzati, in merito ai rischi evidenziati, ai sistemi per l abbattimento l delle polveri e alle protezioni individuali per i lavoratori. Non risultavano essere stati effettuati campionamenti ambientali per la valutazione dell'esposizione a polveri ed in particolare della silice.

SCHEDA DATI DI SICUREZZA (1)

SCHEDA DATI DI SICUREZZA (2)

SCHEDA DATI DI SICUREZZA (3)

SCHEDA DATI DI SICUREZZA (4)

INFORMAZIONE/ FORMAZIONE LAVORATORI Nel corso delle indagini si rilevava che i lavoratori, nell'effettuare le lavorazioni, mettevano in atto comportamenti e/o procedure a rischio evidenziando pertanto la mancata formazione, informazione ed addestramento sui rischi lavorativi e sulle corrette procedure da adottare.

LAVORAZIONI E ATTREZZATURE (1) LA LAVORAZIONE DELLE LASTRE COMPRENDE LE SEGUENTI FASI: TAGLIO FRESATURA BORDATURA LUCIDATURA CON UTILIZZO DELLE SEGUENTI ATTREZZATURE: FRESE A PONTE PANTOGRAFI UTENSILI ELETTRICI PORTATILI (FLESSIBILI, TRAPANI, ecc.)

LAVORAZIONI E ATTREZZATURE (2) molatrice foratrice

NUOVE MODALITA OPERATIVE ADOTTATE A SEGUITO DI PRESCRIZIONE OPERAZIONI DI LUCIDATURA AD UMIDO

LEVIGATRICE PNEUMATICA AD ACQUA

TAGLIO A GETTO D ACQUA

MONITORAGGIO AMBIENTALE Sono stati determinati i seguenti parametri: POLVERI RESPIRABILI SILICE CRISTALLINA LIBERA NELLA FRAZIONE RESPIRABILE Il monitoraggio è stato effettuato in accordo a quanto descritto dalla norma UNI EN 689 (Allegato XLI D.Lgs 81/08). Il campionamento è stato eseguito durante la normale attività produttiva e con le consuete condizioni di esercizio degli impianti.

RISULTATI I campionamenti realizzati e le successive analisi di laboratorio hanno permesso di: Confermare un NETTO miglioramento dell esposizione esposizione a Silice Libera Cristallina (SLC), dovuta all adozione adozione delle tecnologie ad umido. Definire un rinnovato quadro espositivo degli addetti. I dati di esposizione a SLC variano da 0.006 a 0.018 mg/m3, valori compresi tra il 20 e il 70% del limite (TLV-TWA TWA ACGIH 0.025 mg/m3). Evidenziare attraverso la realizzazione di un campionamento ambientale con prelievo in postazione fissa, il permanere di un elevata diffusione di SLC, pari al 36 % del TLV (0.009 mg/m3).

CONCLUSIONI Le tecnologie operative ad umido hanno abbattuto notevolmente il rischio espositivo per gli addetti. Si ribadisce comunque che il tipo di lavorazione è potenzialmente a rischio in quanto la materia prima in lavorazione contiene SLC al 70-90%, sostanza caratterizzata da un elevata pericolosità.

CONCLUSIONI La scarsa conoscenza dei rischi legati alla lavorazione dei marmi tecnici, facilmente reperibili in letteratura, da parte delle figure aziendali preposte alla prevenzione ha determinato danni gravissimi alla salute dei lavoratori. Pertanto necessita l impegno l di tutte le istituzioni per aumentare la consapevolezza di questo rischio.