P.zza Serenissima n 1 36027 Rosà



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Oggetto: Progetto per la realizzazione di un nuovo polo scolastico a servizio delle frazioni di Cusinati e San Pietro di Rosà nel Comune di Rosà (VI). Pratica n.47951 Committente: AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI ROSA P.zza Serenissima n 1 36027 Rosà RELAZIONE TECNICA 1

PREMESSA L'attività in oggetto è soggetta al controllo di prevenzione antincendio per i punti sotto specificati: Attività Principale n 67/4/C Scuole di ogni ordine, grado e tipo, collegi accademie e simili per oltre 300 persone presenti. Attività Secondaria n 65/1/B Palestra non aperta al pubblico con superficie superiore a 200 mq. Attività Secondaria n 74/1/A ( Verrà gestita successivamente con SCIA ) Impianto termico di riscaldamento dei locali e produzione acqua calda sanitaria, alimentato a gas metano con potenzialità superiore a 116 kw e inferiore a 350 kw. Per l attività in oggetto è già in possesso di un parere di conformità prot. n. 14887 rilasciato in data 13/08/2013, tuttavia risulta necessario richiedere un ulteriore valutazione del progetto a seguito di varianti sostanziali apportate all attività scolastica e in particolare: - Modifica conformazione architettonica della struttura pur mantenendo praticamente inalterati volumetria e capienza; - Ridimensionamento della Palestra con l eliminazione degli spalti; - Integrazione pratica con la parte relativa alla valutazione del rischio per l eventuale futura installazione di un impianto fotovoltaico. Documentazione relativa all'attività regolata da specifiche disposizioni antincendio: D.M. 26.08.1992 NORME DI PREVENZIONE INCENDI PER L EDILIZIA SCOLASTICA 1.1 Campo di applicazione. La scuola in oggetto, risulta essere di nuova realizzazione. 1.2 Classificazione. Vista la capienza attualmente prevista dall amministrazione comunale di 350 persone ( che potrebbero arrivare a 500 in seguito del possibile futuro ampliamento indicato in planimetria ), si classifica come una scuola di tipo 2. 2. CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE 2.0 Scelta dell area. L'edificio non sarà ubicato in prossimità di attività che comportino gravi rischi di incendio e/o esplosione. 2.1 Ubicazione. L'intero edificio sarà indipendente e ad esclusivo utilizzo dell attività scolastica. Unica eccezione è relativa al corpo di edificio adibito a palestra che, oltre alle normali attività 2

fisiche legate all attività scolastica, potrà ospitare società sportive per sedute di allenamento ed eventi sportivi anche aperti al pubblico. 2.2 Accesso all area. Sull angolo a Nord Est è presente un accesso carrabile con un cancello di larghezza pari a 5 mt. E stato ricavato un accesso di servizio di larghezza 3,5 mt che porta ai locali adibiti a mensa e, in caso di emergenza permette l accesso ai mezzi antincendio lungo tutto il lato Sud. Altezza libera non inferiore a 4 mt. Raggio di volta minimo 13 mt. Pendenza non superiore al 10%. Resistenza al carico: almeno 20 tonnellate ( 8 sull asse anteriore e 12 sull asse posteriore ). 2.3 Accostamento autocale. Non previsto in quanto non sono presenti locali con altezza superiore a 12 mt e la scuola si sviluppa interamente su un unico livello al piano terra. 2.4 Separazioni. L'intero edificio sarà indipendente e ad esclusivo utilizzo dell attività scolastica. 3. COMPORTAMENTO AL FUOCO 3.0 Resistenza al fuoco delle strutture I requisiti di resistenza al fuoco saranno valutati secondo le prescrizioni e le modalità di prova stabilite dal Decreto 16/02/2007 e successive circolari di aggiornamento. Il dimensionamento degli spessori e delle protezioni da adottare, per i vari tipi di materiali suddetti, nonchè la classificazione degli edifici in funzione del carico di incendio, vanno determinati con le tabelle e con le modalità specificate nel Decreto 16/02/2007 e successive circolari di aggiornamento, tenendo conto delle disposizioni contenute nel Decreto Ministeriale 09 marzo 2007 per quanto attiene il calcolo del carico di incendio. La resistenza al fuoco ( REI/R ) delle strutture portanti e/o separanti dell'edificio sarà maggiore o uguale a 60'. I requisiti di resistenza al fuoco delle porte e degli altri elementi di chiusura saranno valutati e classificati in conformità al Decreto 16/02/2007 e successive circolari di aggiornamento. 3

3.1 Reazione al fuoco dei materiali Le caratteristiche di reazione al fuoco dei materiali hanno le seguenti caratteristiche ( secondo la presente regola tecnica ): - Negli atri, nei corridoi, nei disimpegni, nelle scale, nelle rampe, nei passaggi in genere sono stati impiegati materiali di classe di reazione al fuoco 1 in ragione del 50% massimo della loro superficie totale. Per le restanti parti sono stati impiegati materiali di classe di reazione al fuoco 0. - In tutti gli altri ambienti i materiali di rivestimento dei pavimenti sono di classe di reazione al fuoco 2 e gli altri materiali di rivestimento di classe di reazione al fuoco 1. - I materiali di rivestimento combustibili sono stati installati in aderenza agli elementi costruttivi di classe 0 escludendo spazi vuoti o intercapedini. - I materiali suscettibili di prendere fuoco su entrambe le facce sono di classe di reazione al fuoco non inferiore a 1. - Le poltrone ed i mobili imbottiti sono di classe 1IM. - I sedili non imbottiti costituiti da materiali combustibili sono di classe di reazione al fuoco non superiore a 2. - Eventuali materiali isolanti in vista con componente isolante direttamente esposto alle fiamme, hanno classe di reazione al fuoco 1. Tali materiali saranno riclassificati e certificati ai sensi Decreto 15 Marzo 2005. 4. SEZIONAMENTI 4.0 Compartimentazioni L edificio avendo un altezza antincendio inferiore a 12 metri sarà suddiviso in un unico compartimento, poiché la superficie complessiva è inferiore a 6.000 mq. 4.1 Scale Non presenti. 4.2 Ascensori Non presenti. 5. MISURE PER L AFFOLLAMENTO IN CASO DI EMERGENZA 5.0 Affollamento Il massimo affollamento ipotizzabile ( vedi tabella di progetto tavola VVF2 ) è fissato in: - 350 persone ( 300 alunni + 50 persone tra docenti e ausiliari ); 4

- Sala Polifunzionale: 0,4 persone/mq ( Utilizzata dalle stesse persone in base alle necessità didattiche ); - Mensa e Palestra: 0,4 persone/mq ( Utilizzata dalle stesse persone in base alle necessità didattiche ). Anche l affollamento dei vari laboratori, rientrerà nel numero massimo di persone gia presenti nel senso che le lezioni vengono tenute alternativamente nelle aule o nei laboratori. 5.1 La capacità di deflusso La capacità di deflusso sarà pari a 60 per ogni piano. 5.2 Sistema delle vie d uscita Come si può evincere dall elaborato grafico VVF1, la scuola sarà provvista di un sistema organizzato di vie d uscita, dimensionato in base al massimo affollamento ed alla capacità di deflusso sopra stabiliti e che addurranno in luogo sicuro, principalmente spazi esterni. L altezza dei percorsi minima non sarà inferiore a 2 metri. Le uscite di sicurezza sono distribuite in piante con criteri di uniformità e di simmetria, per quanto possibile, con riferimento alla conformazione architettonica del fabbricato. I pavimenti in genere ed i gradini in particolare non presenteranno superfici sdrucciolevoli. Le superfici vetrate e gli specchi saranno installati in modo tale da non trarre in inganno sulle vie di esodo. Le vie di uscita saranno tenute sgombre da materiali che possono costituire impedimento al regolare deflusso delle persone. 5.3 Larghezza delle vie d uscita La larghezza delle vie d uscita sarà multipla del modulo d uscita e non inferiore a due moduli. Anche le porte dei locali frequentati dagli studenti avranno larghezza non inferiore a 1,2 metri. 5.4 Lunghezza delle vie d uscita La lunghezza delle vie d uscita sarà sempre inferiore a 60 metri. 5.5 Larghezza totale delle uscite di ogni piano La larghezza totale delle uscite è determinata dal rapporto fra il massimo affollamento ipotizzabile e la capacità di deflusso. Sono presenti in totale n 2 uscite di larghezza 192 cm ( 3 moduli ) + n 1 uscite di larghezza 180 cm ( 3 moduli ) + n 1 uscita costituita dall ingresso principale di larghezza 240 cm ( 4 moduli ). 5

Totale moduli: 10 moduli. 10 x 60 = 600 persone massime consentite. La capacità di deflusso determinata dalle uscite di sicurezza riesce a coprire in modo abbondante l affollamento attualmente previsto di 350 persone e anche quello futuro in caso di ampliamento pari a 500 persone. Se in futuro dovesse essere messo in opera l ampliamento indicato, saranno eseguite le necessarie opere per mantenere efficiente il sistema di vie di esodo in considerazione del nuovo affollamento. Essendo inoltre una variante sostanziale in termini di prevenzione incendi, sarà presentata una ulteriore istanza per la valutazione del progetto si sensi dell art. 3 comma 1 del DPR 151/11. 5.6 Numero delle uscite Il numero delle uscite di sicurezza e pertanto pari a 4 relativamente alle aree puramente didattiche, allo stato attuale senza tenere conto dell ampliamento. La Sala Mensa sarà gestita per mezzo di n 2 uscite di cui una direttamente verso l esterno ( larghezza 192 cm = 3 moduli x 60 pp = 180 persone ) e una costituita dall accesso diretto dal corridoio di larghezza 240 cm. Le aule didattiche saranno servite da una porta ogni 50 persone presenti ( massimo 30 alunni per aula ). Le porte avranno larghezza almeno di 1,2 metri e si aprirà nella direzione dell esodo. Le porte che si aprono verso corridoi interni di deflusso saranno realizzate in modo da non ridurre la larghezza utile dei corridoi stessi e creare impedimento al regolare esodo delle persone. 6. SPAZI A RISCHIO SPECIFICO Gli spazi a rischio specifico presenti nella scuola sono: - Laboratori per esercitazioni; - Depositi; - Sala Polifunzionale ( Spazio per informazioni e attività parascolastiche ); - Mensa ( Servizio Logistico ). - Palestra 6.1 Spazi per esercitazioni e laboratori Sono state predisposte n 2 aule da adibire a laboratori - atelier per le esercitazioni. L accesso ad ogni locale avverrà per mezzo di porte tagliaufoco REI 120 e le strutture di separazione hanno resistenza al fuoco minima REI 120. All interno dei locali non verranno impiegate sostanze esplosive e/o infiammabili e nemmeno 6

verranno impiegati gas combustibili. 6.2 Spazi per depositi I locali adibiti a depositi di materiale didattico, di materiale per i servizi amministrativi, attrezzature palestra e l'archivio, avranno resistenza al fuoco minima REI120 e la porta sarà di tipo tagliaufoco REI120. Verrà ricavata una apertura di aerazione permanente di superficie non inferiore a 1/40 della superficie in pianta, protetta da robuste griglie a maglia fitta. All interno il carico di incendio non sarà mai superiore a 30 kg/mq. 6.3 Servizi tecnologici L impianto termico per il riscaldamento locali sarà costituito da un generatore di calore alimentato a gas metano di rete. 6.3.1 Impianti di condizionamento e ventilazione Non saranno presenti impianti condizionamento e o ventilazione meccanica centralizzati. Soltanto alcuni locali per esempio i servizi e i ripostigli, potrebbero essere dotati di impianti localizzati di estrazione aria a seguito di particolari prescrizioni ULSS. 6.4 Spazi per l informazione e le attivita parascolastiche - Sala Polifunzionale La Sala Polifunzionale potrà essere usata per riunioni informative e attività legate all attività scolastica e con capienza inferiore a 100 persone. - Palestra La palestra sarà ad esclusivo utilizzo dell attività scolastica e non sarà aperta al pubblico. 6.5 Autorimesse Non presente. 6.6 Spazi per servizi logistici 6.6.1 Mense Sarà presente un locale per la consumazione dei pasti con capienza di 180 posti a sedere. Nei locali di servizio annessi non saranno presenti apparecchiature a gas. 7

6.6.2 Dormitori Non presenti. 7. Impianti elettrici 7.0 Generalità L'impianto elettrico sarà realizzato in conformità alla legge 168 del 1 marzo 1968. La scuola sarà munita di un interruttore generale di sgancio tensione elettrica dell intera attività, posto in posizione segnalata e munito di un comando a distanza esterno in prossimità dell ingresso principale e uno in posizione presidiata ( Segreteria ). In particolare ai fini della prevenzione incendi, l'impianto elettrico: - non costituirà causa primaria di incendio o di esplosione; - non fornirà alimento o via privilegiata di propagazione degli incendi; - sarà suddiviso in modo che un eventuale guasto non provochi la messa fuori servizio dell'intero sistema; - disporrà di apparecchi di manovra ubicati in posizione protetta e riporterà chiare indicazioni dei circuiti cui si riferiscono. L impianto sarà certificato secondo le procedure di cui al DM 37/08. 7.1 Impianto elettrico di sicurezza I seguenti sistemi di utenza disporranno di impianti di sicurezza: - illuminazione; - allarme; L'alimentazione di sicurezza è automatica ad interruzione breve ( < 0.5 sec ) per l'impianto di allarme ed illuminazione. L'autonomia dell'alimentazione di sicurezza consentirà lo svolgimento in sicurezza del soccorso e dello spegnimento per il tempo necessario: in ogni caso l'autonomia minima viene stabilita per ogni impianto come segue: - illuminazione di sicurezza: 1 ora; - Allarme: 30 minuti. L'impianto di illuminazione di sicurezza assicurerà un livello di illuminazione non inferiore a 5 lux ad 1 m di altezza dal piano di calpestio lungo le vie di uscita. Il quadro elettrico generale sarà ubicato in posizione facilmente accessibile segnalata e protetta dall'incendio. 8

8. SISTEMI DI ALLARME L'attività scolastica sarà munita di un sistema di allarme acustico in grado di avvertire tutte le persone presenti delle condizioni di pericolo in caso di incendio. L'impianto sarà installato secondo la regola dell'arte. Il comando di attivazione del sistema di allarme sarà in posizione presidiata ( Segreteria ). 8.1 Tipo di impianto Essendo la scuola di tipo 2, l impianto dall allarme sfrutterà il normale impianto a campanelli ma con un suono particolare. 9. MEZZI ED IMPIANTI FISSI DI PROTEZIONE ED ESTINZIONE DEGLI INCENDI 9.0 Generalità Le apparecchiature e gli impianti di estinzione degli incendi saranno realizzati a regola d'arte ed in conformità a quanto di seguito indicato. 9.1 Rete idranti L edificio in oggetto sarà protetto da una rete idrica antincendio chiusa ad anello e allacciata all acquedotto cittadino per l alimentazione di idranti UNI45. Per il posizionamento degli idranti vedasi elaborato grafico VVF1. In ogni caso per numero e posizione, si riuscirà a raggiungere ogni punto dell attività sia internamente che esternamente. In prossimità dell ingresso carrabile, all interno di un apposito pozzetto segnalato, sarà presente un attacco motopompa VVF. L impianto sarà in grado di assicurare una portata minima dell anello di 360 lt/min ( non sono presenti colonne montanti in quanto trattasi di edificio monopiano ). L alimentazione idrica assicurerà l erogazione a n 3 idranti posti in posizione idraulicamente sfavorita di 120 lt/min con pressione residua al bocchello di 2 bar ( 120 x 3 = 360 lt/min 21,6 mc/ h ) per un tempo non inferiore a 60 minuti. La rete di tubazioni è indipendente da quella dei servizi sanitari. Le tubazioni saranno protette dal gelo. L impianto sarà tenuto costantemente sotto pressione. Qualora l acquedotto non garantisca le condizioni richieste, sarà prevista una riserva idrica antincendio da circa 25 mc alimentata da acquedotto pubblico. Sarà inoltre installato un gruppo di pressurizzazione antincendio a norma UNI12845 installato secondo le modalità di cui alla norma UNI11292 costituito da n 1 pompa jolly di 9

mantenimento, da n 1 pompa principale da 21,6 mc/h e circa 55 m.c.a. di prevalenza entrambe con avviamento automatico e alimentazione da propria linea preferenziale e da n 1 motopompa da 21,6 mc/h e circa 55 m.c.a. alimentata da motore diesel. 9.2 Estintori Gli estintori saranno collocati: - in prossimità degli accessi; - in vicinanza di aree di maggior pericolo. Gli estintori saranno collocati in posizione facilmente accessibile e visibile; appositi cartelli faciliteranno l'individuazione, anche a distanza. Gli estintori portatili saranno collocati in ragione di uno ogni 200 mq di pavimento, o frazione. Gli estintori portatili avranno una capacità estinguente non inferiore a 13 A 89 BC. 10. SEGNALETICA DI SICUREZZA Sarà installata la segnaletica di sicurezza prevista dal decreto legislativo 81/08. In particolare sulle porte di uscita di sicurezza sarà installata una segnaletica di tipo luminoso, mantenuta sempre accesa durante l esercizio dell attività e dotata di alimentazione di sicurezza in caso di emergenza. In particolare la cartellonistica indicherà: - le porte delle uscite di sicurezza; - i percorsi per il raggiungimento delle uscite di sicurezza; - l ubicazione dei mezzi fissi e portatili di estinzione degli incendi. 12. NORME DI ESERCIZIO 12.0 Generalità Il responsabile dell'attività provvederà affinchè nel corso della gestione non vengano alterate le condizioni di sicurezza ed in particolare: - sui sistemi di vie di uscita non siano collocati ostacoli che possano intralciare l'evacuazione delle persone riducendo la larghezza o che costituiscano rischio di propagazione dell'incendio; - siano presi opportuni provvedimenti di sicurezza in occasione di situazioni particolari, quali: manutenzioni, risistemazioni, ecc..; - siano mantenuti efficienti i mezzi e gli impianti antincendio siano eseguite tempestivamente le eventuali manutenzioni o sostituzioni necessarie e siano condotte periodicamente prove degli stessi con cadenze non superiori a sei mesi; - siano mantenuti costantemente in efficienza l'impianto elettrico in conformità a quanto previsto dalle vigenti norme; 10

- siano mantenuti costantemente in efficienza gli impianti di ventilazione, condizionamento e riscaldamento. In particolare, il controllo dovrà essere finalizzato alla sicurezza antincendio e deve essere prevista una prova periodica degli stessi con cadenza non superiore ad un anno. Le centrali termiche dovranno essere affidate a personale qualificato, in conformità a quanto previsto dalle vigenti regole tecniche. 12.1 Chiamata dei servizi di soccorso I servizi di soccorso dovranno poter essere avvertiti in caso di necessità tramite la rete telefonica. La procedura di chiamata sarà chiaramente indicata a fianco di ciascun apparecchio telefonico, dal quale sia possibile. 12.2 Informazione e formazione del personale Il responsabile dell'attività deve provvedere affinchè, in caso di incendio, il personale sia in grado di usare correttamente i mezzi disponibili per le operazioni di primo intervento, nonchè di azionare il sistema di allarme e il sistema di chiamata di soccorso. Tali operazioni devono essere chiaramente indicate al personale ed impartite anche in forma scritta. Tenendo conto delle condizioni di esercizio, il personale deve essere chiamato a partecipare almeno due volte l'anno a riunioni di addestramento e di allenamento all'uso dei mezzi di soccorso, di allarme e di chiamata di soccorso, nonchè a esercitazioni di evacuazione dei locali sulla base di un piano di emergenza opportunamente predisposto. In caso di una situazione di pericolo deve essere tenuto a svolgere le seguenti azioni: - applicare le istruzioni che gli sono state impartite per iscritto; - contribuire efficacemente all'evacuazione degli occupanti. 12.3 Istruzioni di sicurezza Verranno esposte le istruzioni di sicurezza, in posizione opportuna. Le istruzioni di sicurezza sono relative al comportamento del personale e alla gestione degli alunni e del pubblico in caso di sinistro. In particolare sarà esposta una planimetria che indica: - le vie di evacuazione; - la posizione degli impianti di estinzione disponibili; - la posizione dei dispositivi di arresto degli impianti di distribuzione del gas e dell'elettricità; - la posizione del quadro generale e del sistema di allarme; - la posizione del dispositivo di arresto degli eventuali sistemi di ventilazione; - la posizione degli impianti e locali che presentano un rischio speciale; - la posizione degli eventuali spazi calmi. 11

12.4 Piano di sicurezza antincendio Tutti gli adempimenti necessari per una corretta gestione della sicurezza saranno pianificati in un apposito documento, adeguato alle dimensioni e caratteristiche dell attività, che specifica in particolare: - i controlli - gli accorgimenti per prevenire gli incendi; - gli interventi manutentivi; - l informazione e l addestramento al personale; - le istruzioni per gli alunni, il personale docente, il persone di servizio e per il pubblico; - le procedure da attuare in caso di incendio. 12.5 Registro dei controlli periodici Sarà predisposto il registro dei controlli periodici, dove siano annotati tutti gli interventi ed i controlli relativi alla efficienza degli impianti elettrici, di illuminazione, di sicurezza, dei presidi antincendio, dei dispositivi di sicurezza e di controllo delle aree a rischio specifico e della osservanza dei carichi di incendio nei vari ambienti dell'attività, nonchè le riunioni di addestramento e le esercitazioni di evacuazione. Tale registro deve essere mantenuto costantemente aggiornato e disponibile per i controlli da parte del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco. 12

Documentazione relativa all'attività regolata da specifiche disposizioni antincendio: D.M. 18.03.1996 NORME DI SICUREZZA PER LA COSTRUZIONE E L ESERCIZIO DEGLI IMPIANTI SPORTIVI Coordinato con le modifiche del D.M. 06.06.2005 Art. 4 Ubicazione. La palestra in oggetto consentirà l avvicinamento e la manovra dei mezzi di soccorso e la possibilità di sfollamento verso le aree adiacenti. L'area per la realizzazione di un impianto, è tale che la zona esterna garantisce, ai fini della sicurezza, il rapido sfollamento. A tal fine i parcheggi e le zone di concentrazione dei mezzi pubblici sono stati ricavati al difuori della recinzione in modo da non costituire ostacolo al deflusso. L eventuale luogo per il coordinamento delle eventuali emergenze sarà la Segreteria della scuola. Lo spazio dedicato all attività sportiva si trova alla stessa quota rispetto al piano di riferimento. Come per l attività scolastica, saranno garantiti: Altezza libera non inferiore a 4 mt. Raggio di volta minimo 13 mt. Larghezza non inferiore a 3,5 mt. Pendenza non superiore al 10%. Resistenza al carico: almeno 20 tonnellate ( 8 sull asse anteriore e 12 sull asse posteriore ). Art. 20 Complessi e impianto con capienza non superiore a 100 spettatori o privi di spettatori. L'indicazione della capienza della zona spettatori deve risultare da apposita dichiarazione rilasciata sotto la responsabilità del titolare del complesso o impianto sportivo. La palestra in oggetto è ubicata nel volume dell attività scolastica alla quale è legata e sarà separata con strutture REI 120. La comunicazione con l attività scolastica avviene per mezzo di un vano filtro a prova di fumo REI 120. La palestra è provvista di n 1 uscita costituita dall ingresso principale di larghezza 240 cm ( 4 moduli ) sul lato NORD + n 2 uscite di larghezza 200 cm ( 3 moduli ) + n 1 di larghezza 120 cm ( 2 moduli ) sul laro SUD. I percorsi di esodo sono inferiori a 40 mt Le strutture, le finiture e gli arredi saranno conformi al successivo art. 15. Il deposito attrezzi sarà conforme alle disposizioni del successivo art. 16. Gli impianti elettrici saranno realizzati in conformità alla legge 10 marzo 1968, n. 186 (G.U. n. 77 13

del 23 marzo 1968); la rispondenza alle vigenti norme di sicurezza deve essere attestata con la procedura di cui al DM 37/08 e legge 5 marzo 1990, n. 46, e successivi regolamenti di applicazione. Sarà installato un impianto di illuminazione di sicurezza che assicuri un livello di illuminazione non inferiore a 5 lux ad 1 m di altezza dal piano di calpestio lungo le vie di uscita. Saranno presenti n 4 estintori aventi capacità estinguente non inferiore a 13A-89B. A protezione del deposito attrezzi n 1 estintore con capacità estinguente non inferiore a 13A- 89B. Sarà installata apposita segnaletica di sicurezza conforme alla vigente normativa e alle prescrizioni di cui alla direttiva92/58/cee del 24 giugno 1992 che consenta la individuazione delle vie di uscita, del posto di pronto soccorso e dei mezzi antincendio; appositi cartelli devono indicare le prime misure di pronto soccorso. Per lo spazio e la zona di attività sportiva si applicano le disposizioni contenute nel successivo art. 6 e nell'ultimo comma dell'art. 8. I suddetti impianti dovranno essere conformi oltre che alle disposizioni del presente articolo anche ai regolamenti del C.O.N.I. e delle Federazioni sportive nazionali, riconosciute dal C.O.N.I., riportate nell'allegato. Art. 6 Spazi riservati agli spettatori e all attività sportiva. Spazi riservati agli spettatori Non previsti spettatori. Spazi riservati all attività sportiva La capienza dello spazio di attività sportiva è pari al numero di praticanti e di addetti previsti in funzione delle attività sportive. Lo spazio di attività sportiva sarà collegato agli spogliatoi ed all'esterno dell'impianto con percorsi separati da quelli degli spettatori. Lo spazio riservato agli spettatori sarà delimitato rispetto a quello dell'attività sportiva; tale delimitazione sarà conforme ai regolamenti del C.O.N.I. e delle Federazioni sportive nazionali. Sul parapetto di delimitazione dell area destinata al pubblico, realizzato con materiale incombustibile di altezza minima 1,10 mt, saranno ricavati due varchi di larghezza minima di 2,40 mt che, in caso di necessità possano essere aperti su disposizione dell'autorità di pubblica sicurezza verso la zona attività sportiva. Art. 8 Sistema di vie di uscita. Zona riservata agli spettatori Non previsti spettatori. Zona di attività sportiva 14

Una uscita di sicurezza corrisponde all ingresso principale di larghezza sul lato NORD pari a 2,40 mt. Le altre in posizione contrapposta di cui n 1 di larghezza 1,20 mt + n 2 di larghezza 2,00 mt. Sono state ricavate n 2 uscite di sicurezza di larghezza pari a 2,00 mt. ricavate sul prospetto sud dell area di gioco. Art. 15 Strutture, finiture, arredi. Ai fini del dimensionamento strutturale dei complessi ed impianti sportivi sarà assunto un valore non inferiore a 1,2 per il coefficiente di protezione sismica con riferimento al decreto del Ministro dei lavori pubblici 24 gennaio 1986 "Norme tecniche relative alle costruzioni sismiche" e successive modificazioni ed integrazioni. I requisiti di resistenza al fuoco degli elementi strutturali dei locali di cui al presente decreto, vanno valutati secondo le prescrizioni e le prescrizioni e le modalità di prova stabilite dal Decreto 16/02/2007 e successive circolari di aggiornamento. Il dimensionamento degli spessori e delle protezioni da adottare per i vari tipi dei suddetti materiali, nonchè la classificazione dei locali stessi secondo il carico d'incendio, vanno determinati con le tabelle e con le modalità e le modalità di prova stabilite dal Decreto 16/02/2007 e successive circolari di aggiornamento. Negli impianti al chiuso e per gli ambienti interni degli impianti all'aperto le caratteristiche di reazione al fuoco dei materiali impiegati devono essere le seguenti: a) negli atri, nei corridoi di disimpegno, nelle scale,nelle rampe e nei passaggi in genere, sarà consentito l'impiego di materiali di classe 1 in ragione del 50% massimo della loro superficie totale (pavimenti +pareti + soffitti + proiezione orizzontale delle scale). Per la restante parte dovrà impiegato materiale di classe 0 (non combustibile); b) in tutti gli altri ambienti sarà consentito che i materiali di rivestimento dei pavimenti siano di classe 2 e che i materiali suscettibili di prendere fuoco su entrambe le facce e gli altri materiali di rivestimento siano di classe 1; c) ferme restando le limitazioni previste alla precedente lettera a) sarà consentita l'installazione di contro soffitti nonchè di materiali di rivestimento posti non in aderenza agli elementi costruttivi, purchè abbiano classe di reazione al fuoco non superiore a 1 e siano omologati tenendo conto delle effettive condizioni di impiego anche in relazione alle possibili fonti di innesco. In ogni caso le eventuali poltrone e gli altri mobili imbottiti dovranno essere di classe di reazione al fuoco 1 IM, mentre i sedili non imbottiti e non rivestiti, costituiti da materiali rigidi combustibili, devono essere di classe di reazione al fuoco non superiore a 2. Tali materiali saranno riclassificati e certificati ai sensi Decreto 15 Marzo 2005. Le pavimentazioni delle zone dove si praticano le"attività sportive", all'interno degli impianti sportivi, sono da considerare attrezzature sportive e quindi non necessitano di classificazione ai 15

fini della reazione al fuoco; non è consentita la posa in opera di cavi elettrici o canalizzazioni che possono provocare l'insorgere o il propagarsi di incendi all'interno di eventuali intercapedini realizzate al di sotto di tali pavimentazioni. Negli impianti al chiuso, nel caso in cui le zone spettatori siano estese alle zone di attività sportiva, la classificazione della pavimentazione ai fini della reazione al fuoco è comunque necessaria. Le citate pavimentazioni, se realizzate con materiali combustibili, vanno ovviamente computate nel carico d'incendio ai fini della valutazione dei requisiti di resistenza al fuoco degli elementi strutturali degli impianti sportivi. Eventuali lucernari dovranno avere vetri retinati oppure essere costruiti in vetrocemento o con materiali combustibili di classe 1 di reazione al fuoco. E' consentito l'impiego del legno per i serramenti esterni ed interni. Art. 16 Deposito. Sarà presente un deposito di attrezzature sportive con superficie pari a circa 35 mq. Strutture di separazione e porta di accesso REI120. Carico di incendio limitato a 50 kg/mq. Ventilazione naturale pari a 1/40 della superficie in pianta. In prossimità della porta di accesso al deposito sarà posizionato in estintore portatile di tipo omologato e il locale sarà protetto da impianto automatico di rilevazione e allarme incendio. E' consentito detenere all'interno del volume dell'edificio in armadi metallici, dotati di bacino di contenimento, prodotti liquidi infiammabili strettamente necessari per le esigenze igienicosanitarie. 16

RELAZIONE SCIA ANTICIPATA Documentazione relativa all'attività regolata da specifiche disposizioni antincendio: D.M. 12.04.1996 Premessa Il riscaldamento dell'attività scolastica e dell annessa area sportiva, avverrà con l installazione di un impianto radiante a pavimento, il gruppo termico a centrale termica sarà ubicata all esterno sulla copertura e sarà costituita da un generatore ibrido costituito da pompe di calore ad assorbimento e caldaie a condensazione alimentate a gas metano per una potenzialità termica complessiva di 260 kw. A causa delle possibili varianti in corso d opera, il dato effettivo di potenza sarà trasmesso contestualmente alla presentazione della SCIA e comunque sarà sicuramente inferiore a 350 kw. La presente relazione verrà redatta seguendo l'articolazione del D.M. 12.04.96, descrivendo i paragrafi di pertinenza all'impianto. Installazione generatore di calore all esterno Il generatore di calore in oggetto è costituito kit di n 5 caldaie modulari collegate in cascata del tipo a condensazione, idonee per installazioni all esterno e completo di tutte le sicurezze rispondenti alla normativa INAIL ( ex ISPELS ). Il generatore è inoltre integrato con pompe di calore di tipo ibrido ( elettriche e a gas ad assorbimento ) ai fini del rispetto del D.Lgs. 28 del 03/03/2011 sulla promozione dell uso dell energia da fonti rinnovabili. In apposito vano tecnico al piano terrato e sottostante il generatore, saranno installati i collettori principali di distribuzione del fluido termico e le pompe per la circolazione dello stesso alle varie zone dell impianto. Sarà rispettata una distanza di 100 cm dalla parete esterna del fabbricato. Il generatore in oggetto sarà collegato alla rete gas metano di zona. Impianto interno di adduzione del gas Generalità L'impianto sarà conforme a quanto specificato dall'articolo 5 dell'allegato al D.M. 14.04.96 e in particolare: Le tubazioni verranno dimensionate in modo tale da garantire il corretto funzionamento degli apparecchi di utilizzazione. L'impianto ed i materiali impiegati saranno conformi alla legislazione tecnica vigente. 17

Materiali delle tubazioni Tubi in acciaio Verranno impiegati tubi in acciaio con saldatura longitudinale aventi caratteristiche qualitative e dimensionali non inferiori a quelle indicate dalla norma UNI 8863. Tubi in polietilene Verranno impiegati tubi in polietilene, ammessi unicamente per l interramento all esterno degli edifici, con caratteristiche quantitative e dimensionali non minori a quelle indicate dalla norma UNI ISO 4437 serie S5, con spessore minimo 5 mm. Giunzioni, raccordi, e pezzi speciali, valvole Tubazioni in acciaio a) l'impiego di giunti a tre pezzi sarà ammesso esclusivamente per i collegamenti iniziale e finale dell'impianto interno; b) le giunzioni dei tubi di acciaio saranno realizzate mediante raccordi con filettature o a mezzo saldatura di testa per fusione o a mezzo di raccordi flangiati; c) nell utilizzo di raccordi con filettatura sarà consentito l'impiego di mezzi di tenuta, quali ad esempio canapa con mastici adatti ( tranne per il gas con densità maggiore di 0,8 ), nastro di tetrafluoroetilene, mastici idonei per lo specifico gas. È vietato l'uso di biacca, minio o altri materiali simili; d) tutti i raccordi ed i pezzi speciali saranno realizzati di acciaio oppure di ghisa malleabile; quelli di acciaio con estremità filettate o saldate, quelli di ghisa malleabile con estremità unicamente filettate; e) le valvole dovranno essere di facile manovrabilità e manutenzione e con possibilità di rilevare facilmente le posizioni di aperto e di chiuso. Esse devono essere di acciaio, di ottone o di ghisa sferoidale con sezione libera di passaggio non minore del 75% di quella del tubo sul quale vengono inserite. Tubazioni in polietilene a) i raccordi ed i pezzi speciali sono stati realizzati in polietilene; le giunzioni saranno realizzate mediante saldatura di testa per fusione a mezzo di elementi riscaldanti o mediante saldatura per elettrofusione o saldatura mediante appositi raccordi elettrosaldabili; b) le giunzioni miste, tubo di polietilene con tubo metallico, sono state realizzate mediante raccordi speciali (giunti di transizione) polietilene-metallo idonei per saldatura o raccordi metallici filettati o saldati. c) le valvole per tubi di polietilene potranno essere, oltre che dello stesso polietilene, anche con il corpo di ottone, di bronzo o di acciaio, sempre con le medesime caratteristiche. 18

Posa in opera Percorso delle tubazioni Il percorso tra punto di consegna ed apparecchi utilizzatori sarà il più breve possibile ed avrà le seguenti caratteristiche di posa: a) all esterno dei fabbricati: interrato e a vista nella parte finale di collegamento. b) all'interno dei fabbricati, nei locali di installazione degli apparecchi: a vista. ( non saranno presenti collegamenti interni ) Generalità a) le tubazioni saranno protette contro la corrosione e collocate in modo tale da non subire danneggiamenti dovuti ad urti. b) sarà vietato l'uso delle tubazioni del gas come dispersori, conduttori di terra o conduttori di protezione di impianti e apparecchiature elettriche, telefono compreso; c) sarà vietata la collocazione delle tubazioni nelle canne fumarie, nei vani e cunicoli destinati a contenere servizi elettrici, telefonici, ascensori o per lo scarico delle immondizie; d) eventuali riduttori di pressione o prese libere dell'impianto interno dovranno essere collocati all'esterno degli edifici o, nel caso delle prese libere, anche all'interno dei locali, se destinati esclusivamente all'installazione degli apparecchi. Queste dovranno essere chiuse o con tappi filettati o con sistemi equivalenti; e) sarà vietato l'utilizzo di tubi, rubinetti, accessori, ecc., rimossi da altro impianto già funzionante; f) all'esterno dei locali di installazione degli apparecchi dovrà essere installata, sulla tubazione di adduzione del gas, in posizione visibile e facilmente raggiungibile una valvola di intercettazione manuale con manovra a chiusura rapida per rotazione di 90 ed arresti di fine corsa nelle posizioni di tutto aperto e di tutto chiuso; g) per il collegamento dell'impianto interno finale, e iniziale (se alimentato tramite contatore), dovranno essere utilizzati tubi metallici flessibili continui. h) nell'attraversamento di muri la tubazione non deve presentare giunzioni o saldature e dovrà essere protetta da guaina murata con malta di cemento. Nell'attraversamento di muri perimetrali esterni, l intercapedine fra guaina e tubazione gas dovrà essere sigillata con materiali adatti in corrispondenza della parte interna del locale, assicurando comunque il deflusso del gas proveniente da eventuali fughe mediante almeno uno sfiato verso l'esterno; i) sarà vietato l'attraversamento di giunti sismici; l) le condotte, comunque installate, dovranno distare almeno 2 cm dal rivestimento della parete o dal filo esterno del solaio; m) fra le condotte ed i cavi o tubi di altri servizi dovrà essere adottata una distanza minima di 10 cm; nel caso di incrocio, quando tale distanza minima non possa essere rispettata, dovrà 19

comunque essere evitato il contatto diretto interponendo opportuni setti separatori con adeguate caratteristiche di rigidità dielettrica e di resistenza meccanica; qualora, nell'incrocio, il tubo del gas sia sottostante a quello dell'acqua, esso dovrà, essere protetto con opportuna guaina impermeabile in materiale incombustibile o non propagante la fiamma. Posa in opera interrata all esterno del fabbricato a) tutti i tratti interrati delle tubazioni metalliche, peraltro molto limitati, sono stati provvisti di un adeguato rivestimento protettivo contro la corrosione ed isolati, mediante giunti dielettrici, da collocarsi fuori terra, nelle immediate prossimità delle risalite della tubazione; b) le tubazioni sono state posate su un letto di sabbia lavata, di spessore minimo 100 mm, e ricoperte, per altri 100 mm, di sabbia dello stesso tipo. E stato posato, a circa 300 mm sopra la tubazione, un idoneo nastro di segnalazione; c) l'interramento della tubazione, misurato fra la generatrice superiore del tubo ed il livello del terreno, è di circa 800 mm. d) le tubazioni interrate in polietilene sono state collegate alle tubazioni metalliche prima della fuoriuscita dal terreno e prima del loro ingresso nel fabbricato; e) le tubazioni metalliche interrate sono state protette con rivestimento esterno pesante, di tipo bituminoso e sono state posate ad una distanza reciproca non minore del massimo diametro esterno delle tubazioni (ivi compresi gli spessori delle eventuali guaine). Posa in opera a vista all esterno del fabbricato collegamento finale Le tubazioni saranno adeguamente ancorate per evitare scuotimenti, vibrazione e oscillazioni. Saranno collocate in modo tale da non subire danneggiamenti dovuti ad urti e danneggiamenti e, se necessario, saranno adeguatamente protette. La tubazione sarà colorata di colore giallo. Gruppo di misurazione Il contatore del gas dovrà essere installato all'esterno in contenitore o nicchia areata oppure all'interno in locale o in nicchia entrambi areati direttamente dall'esterno. Prova di tenuta La prova di tenuta dovrà essere eseguita prima di mettere in servizio l'impianto interno e di collegarlo al punto di consegna e agli apparecchi. Se qualche parte dell'impianto non sarà in vista, la prova di tenuta dovrà precedere la copertura della tubazione. La prova dei tronchi in guaina contenenti giunzioni saldate dovrà essere eseguita prima del collegamento alle condotte di impianto. 20

La prova sarà effettuata adottando gli accorgimenti necessari per l esecuzione in condizioni di sicurezza e con le seguenti modalità: a) si tappano provvisoriamente tutti i raccordi di collegamento agli apparecchi e al contatore; b) si immette nell'impianto aria od altro gas inerte, fino a che sia raggiunta una pressione pari a: - impianti di 6a specie: 1 bar, - impianti di 7a specie: 0,1 bar (tubazioni non interrate), 1 bar (tubazioni interrate); c) dopo il tempo di attesa necessario per stabilizzare la pressione (comunque non minore di 15 min.), si effettua una prima lettura della pressione, mediante un manometro ad acqua od apparecchio equivalente, di idonea sensibilità minima; d) la prova deve avere la durata di: - 24 ore per tubazioni interrate di 6^ specie; - 4 ore per tubazioni non interrate di 6^ specie; - 30 min per tubazioni di 7^ specie; Al termine della prova non dovranno verificarsi cadute di pressione rispetto alla lettura iniziale. e) Se si verificassero delle perdite, queste dovranno essere ricercate con l ausilio di soluzione saponosa o prodotto equivalente ed eliminate; le parti difettose devono essere sostituite e le guarnizioni rifatte. È vietato riparare dette parti con mastici, ovvero cianfrinarle. Eliminate le perdite, occorre eseguire di nuovo la prova di tenuta dell'impianto. f) La prova sarà considerata favorevole quando non si verifichino cadute di pressione. Per ogni prova a pressione dovrà essere redatto relativo verbale di collaudo. Disposizioni complementari Impianto elettrico L'impianto elettrico sarà essere realizzato in conformità alla legge n. 186 del 1 marzo 1968 e tale conformità deve essere attestata secondo le procedure previste dalla legge n. 37 del 2008. L'interruttore generale sarà installato all'esterno, in prossimità del gruppo termico e in posizione segnalata ed accessibile. Mezzi di estinzione degli incendi In prossimità del generatore sarà installato un estintore da 6kg a polvere di tipo omologato. Segnaletica di sicurezza La segnaletica di sicurezza richiamerà l'attenzione sui divieti e sulle limitazioni imposti e segnalare la posizione delle valvole esterne di intercettazione generale del gas e dell'interruttore elettrico generale. 21

Esercizio e manutenzione Si richiamano gli obblighi di cui all'art. 11 del D.P.R. 26 agosto 1993 n. 412 (S.O.G.U. n. 242 del 14 ottobre 1993). Documentazione relativa alla valutazione dell aggravio del rischio per l installazione di un impianto fotovoltaico Premessa Il fabbricato in oggetto prevede l eventuale futura installazione di un impianto fotovoltaico da 60 kw da posizionarsi sopra la copertura della palestra. Attualmente in progetto è prevista la sola predisposizione dei collegamenti tra la copertura e la zona per la futura installazione dell inverter ( sotto la scala di servizio per l accesso alla copertura nella zona di installazione del generatore di calore ). Indicazioni generali installazione impianti fotovoltaici - Caratteristiche dell impianto: o o o o Al fine di evitare la propagazione dell incendio l impianto sarà installato su una struttura o elementi di struttura incombustibili (classe A1), oppure verrà interposto tra il modulo fotovoltaico e il piano di appoggio uno strato di materiale di resistenza al fuoco almeno EI30 ed incombustibile; Le strutture portanti dovranno considerare la presenza del carico dovuto all impianto fotovoltaico ( CIRCA 20 Kg/mq ), soddisfacendo i livelli di prestazione contro l incendio di cui al DM 09/03/2007; Una possibile via di veicolazione dell incendio sono i lucernari; l installazione dell impianto fotovoltaico dovrà garantire il corretto funzionamento delle apparecchiature e la possibilità di provvedere alla loro manutenzione; Dovrà essere previsto un comando di emergenza, in posizione segnalata e accessibile, che determini il sezionamento dell impianto elettrico all interno dei compartimenti e dell impianto fotovoltaico stesso. - Propagazione: o L impianto sarà installato sulla copertura della palestra, la stessa è collegata ad altri edifici facenti parte dell intero complesso scolastico, aventi però altezza inferiore. Gli stessi hanno una copertura a shed con caratteristiche strutturali uguali alla copertura della palestra, dovranno essere pertanto incombustibili (classe A1). La zona palestra / spogliatoi comunica, per mezzo di vano filtro aerato, con l attività scolastica di pertinenza. 22

o o o o Il generatore di calore sarà tenuto ad una distanza dalla copertura della palestra non inferiore a 2 metri. Un altra causa di propagazione dell incendio deriva dei percorsi delle linee elettriche in c.c. che dal generatore fotovoltaico andranno ad attestarsi agli apparati di conversione. Le linee elettriche in c.c., le calate dalla copertura saranno posate esternamente. I quadri elettrici e gli apparati di conversione sono posti sotto la scala di servizio per l accesso alla copertura e saranno aerati e protetti. - Segnaletica: o L area in cui sarà installato l impianto fotovoltaico e i suoi accessori (quadri, inverter, ecc..), dovranno essere segnalati con idonea cartellonistica conforme al D.Lgs. 81/2008 (ATTENZIONE: IMPIANTO FOTOVOLTAICO IN TENSIONE DURANTE LE ORE DIURNE). Tale segnaletica dovrà essere riportata su ogni varco di accesso del fabbricato e dovrà resistente ai raggi UV. o I dispositivi di sezionamento dell impianto dovranno essere anch essi segnalati con idonea cartellonistica conferme al D.Lgs. 81/2008. - Salvaguardia degli operatori VVF: o Non essendo ancora stata emanata una norma specifica per la salvaguardia degli operatori VVF, si rifà a quanto indicato nella nota PROT EM 622/867 del 18/02/2011 Procedure in caso di intervento in presenza di pannelli fotovoltaici e sicurezza degli operatori vigili del fuoco, che fornisce alcune indicazioni operative tratte dall analisi dei seguenti rischi: o Rischio caduta: l impianto fotovoltaico sarà complanare alla copertura a shed; al fine di garantire un passaggio per la manutenzione e per gli interventi dei VVF, è stato creato un corridoio perimetrale di circa 0,8 m dal parapetto al generatore fotovoltaico. Verrà realizzata anche una linea vita, gli operatori Vigili del Fuoco dovranno utilizzare i comuni d.p.i. previsti per i lavori in altezza. Per l accesso alla copertura è stata prevista una scaletta di tipo a marinara posizionata come evidente nell allegata tavola di progetto. o Rischio di crollo della struttura e di caduta dei pannelli: come elencato nei paragrafi precedenti, il dimensionamento della copertura dovrà considerare il carico dei moduli fotovoltaici e della struttura di sostenimento degli stessi, valutando anche la condizione che tali strutture possano garantire una portata idonea sotto l azione del fuoco. È necessario che i soccorritori, ancorché dotati dei d.p.i. previsti dalle procedure operative standard, valutino attentamente l'evoluzione dello scenario incidentale. o Rischio di propagazione dell incendio: vedi paragrafi precedenti; o Rischio di inalazione di prodotti chimici pericolosi: In condizioni normali, i materiali usati per gli impianti PV sono considerati non pericolosi; essi possono diventare pericolosi in caso di esposizione 23

o all'incendio o in caso di esplosione. Infatti, in queste situazioni i pannelli PV possono rilasciare sostanze chimiche tra cui il boro, il tellurio di cadmio, l arseniuro di gallio e il fosforo. Alcuni di tali prodotti sono noti perché possono comportare problemi di natura tossicologica o causare danni all'ambiente. Al fine di evitare inalazione di agenti chimici pericolosi, gli operatori VVF dovranno essere muniti anche dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie. Rischi di natura elettrica: l impianto fotovoltaico nelle ore diurne, più precisamente in presenza di luce, è in continuo funzionamento. Sono stati previsti i dispositivi di sezionamento che consentono di disalimentare l impianto elettrico a valle dell inverter. Gli operatori pertanto devono considerare il sistema PV ed i suoi componenti costantemente in tensione ed adottare le procedure operative standard previste in caso di interventi con presenza di sistemi connessi all'alimentazione elettrica, provvisti dei proprio dpi. Bassano del Grappa, lì 16/10/2014 Il Progettista Arch. Favero Denis Amministrazione Comunale di Rosà Responsabile Area Lavori Pubblici Arch. Mirko Campagnolo 24

N Area oggetto di intervento 25

Area oggetto di intervento 26

Art. 6.2 SPAZI PER DEPOSITI DEL D.M.26/08/92 Possono essere adibiti alla conservazione dei materiali per uso didattico e per i servizi amministrativi ( non può diventare un deposito comunale generico ) e soprattutto non può contenere materiali infiammabili liquidi e gassosi ( che possono essere stoccati solo al di fuori del volume del fabbricato ). Internamente all attività scolastica possono essere stoccati al massimo 20 lt di liquidi infiammabili contenuti in armadiatura metallica con bacino di contenimento. Può essere ricavato fino ad un 2 livello interrato Caratteristiche di resistenza al fuoco commisurate al carico di incendio minimo REI60 Accesso tramite porte minimo REI 60 Superficie massima lorda di ogni singolo locale se interrato è di 500 mq Aperture di aerazione pari a 1/40 della superfice in pianta protette da robuste griglie in maglia fitta Limite del carico di incendio a 30 kglegnast/mq = 550 MJ/mq ( valore molto basso ) oltre il quale viene previsto un impianto di spegnimento automatico ( attualmente il gruppo di pressurizzazione in progetto non ha le potrebbe risultare oltremodo oneroso ) così come altri sistemi alternativi allo sprinkler. Simulazione sui 500 mq Il carico di incendio di 30 kglegnast/mq = 550 MJ/mq Corrisponde a circa 14.000 kg di Plastica + 7.000 kg di Carta Va previsto un estintore ogni 200 mq 27

LETTERA CIRCOLARE 30/10/96 N.2244/4122 Sono pervenuti a questo Ufficio numerosi quesiti in ordine all'applicazione di alcune delle misure previste dal decreto citato in epigrafe. Al riguardo, sul conforme parere che il Comitato Centrale Tecnico Scientifico per la prevenzione incendi ha espresso nella riunione del 22 ottobre 1996, si riportano nell'allegato A i relativi chiarimenti. Inoltre, per quanto riguarda gli edifici scolastici esistenti alla data di emanazione del disposto in questione, includendo in tale fattispecie anche quegli edifici per i quali a tale data era stato richiesto il parere preventivo, si trasmettono, con l'allegato B, le misure che il Comitato Centrale Tecnico Scientifico per la prevenzione incendi ha definito nella medesima riunione, al fine di permettere la concessione di deroghe in via generale ai punti citati nell'oggetto. Tali disposizioni, essendo in linea con i princìpi informativi di analoghe deroghe rilasciate nel corso del tempo, consentono ai Comandi Provinciali VV.F. di procedere direttamente all'approvazione dei progetti, intendendosi accolte in via generale le deroghe alle specifiche prescrizioni del decreto in argomento. Allegato A alla Lettera-Circolare Prot. N. P2244/4122 sott. 32 del 30 ottobre 1996 Chiarimenti1) Punto 5.6 - Numero delle uscite e 6.1 Spazi per esercitazioni: la realizzazione, sia dell'uscita che adduca direttamente in luogo sicuro che di strutture REI 60, prevista dal combinato disposto dai punti 5.6 secondo capoverso - e 6.1 - quinto capoverso, è necessaria nel caso di spazi per esercitazioni nei quali il materiale presente costituisca rischio per carico di incendio o per caratteristiche di infiammabilità ed esplosività o per complessità degli impianti. Si chiarisce pertanto che non rientrano in tali fattispecie, ad esempio, le aule di disegno, informatiche, di linguistica, per esercitazioni musicali o similari. 2) Punto 6.1 - Spazi per esercitazioni: la realizzazione di aperture: permanenti di aerazione pari ad 1/20 della superficie in pianta dei locali è necessaria nei locali ove si manipolano sostanze esplosive e/o infiammabili. A tale proposito si chiarisce che l'utilizzazione di becchi bunsen o di altri bruciatori alimentati a gas naturale non ricade in tale fattispecie. Si ricorda peraltro che le apparecchiature e le relative aperture di aerazione devono essere conformi alle norme di buona tecnica in materia di sicurezza degli apparecchi a gas e si fa presente che i locali destinati a laboratori chimici didattici e di ricerca dove si utilizzano sostanze esplosive o infiammabili devono essere dotati di impianti di ventilazione idonei ad evitare il ristagno e/o l'accumulo di gas e vapori (tossici e/o infiammabili) e di apposite cappe di aspirazione; 3) Punto 6.2 - Spazi per depositi: si chiarisce che per deposito devono essere intesi gli ambienti destinati alla conservazione dei materiali per uso didattico e per i servizi amministrativi, con l'esclusione degli archivi e delle biblioteche in cui sia prevista la presenza continuativa di personale durante l'orario di attività scolastica. Pertanto, solo nei locali con carico di incendio superiore a 30 kg/m2 in cui non sia prevista la presenza continuativa di personale dovranno essere realizzati gli impianti automatici di rivelazione di incendio (locali fuori terra) o di estinzione (locali interrati) come disposto dal punto 9.3. Nei depositi, inoltre, è fatto divieto di fumare o fare uso di fiamme libere; 4) Punto 9.1 - Rete idranti: ai fini della realizzazione della rete, prescritta al primo capoverso, si chiarisce che possono essere installati naspi DN 25; l'alimentazione, in tale caso, deve garantire ai tre naspi idraulicamente più sfavoriti una pressione al bocchello di almeno 1,5 bar. Negli edifici di tipo 4 e 5 devono essere installati in ogni caso idranti DN 45. 28