Dalla Camera obscura(oscura) alla Reflex

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Transcript:

Dalla Camera obscura(oscura) alla Reflex Introduzione La camera oscura o camera Obscura La prima foto Le sostanze fotosensibili e i processi Le compatte analogico / digitale Le Bridge Le Mirrorless Le Reflex analogico / digitale Gli elementi di una reflex Fonti Utilizzate Pagina 1

Introduzione In questo approfondimento parlerò della camera obscura, le sostanze fotosensibili e dei vari tipi di fotocamere (Compatte, Reflex, Bridge e Mirrorless). Mi concentrerò di più sulle macchine reflex e delle loro componenti. Ho scelto questo argomento perché ho scoperto da poco che ho questa passione: quella di fotografare. Trovo molto interessante questo argomento in quanto adoro fare le foto. Questa mia passione è nata quando io e mio padre abbiamo partecipato ad un corso di fotografia base tenuto dal docente Marco Frigerio. Già dalla prima lezione mi è piaciuto. Le lezioni si svolgevano ogni martedì sera dalle 21:00 alle 23:00 per 5 lezioni. Oltre alle lezioni abbiamo fatto 2 uscite: la prima siamo andati al parco Villa Finzi, in via Sant Erlembaldo vicino alla fermata Gorla M1, e la seconda a Monza. Grazie a questo corso ho imparato le basi per fotografare. A settembre comincerò un corso di fotografia avanzata. Continuerò questa mia passione e hobby con altri due miei amici: Ayrton e Richard. In futuro abbiamo progettato di creare un gruppo di fotografi, e il nostro team si chiamerà ARC (Ayrton, Richard e Calvin). Pagina 2

La Camera Obscura o camera oscura La camera oscura fu un fenomeno che Aristotele descrisse nel IV secolo a.c. La camera obscura, è uno strumento ottico che è composto da una scatola oscurata con un foro stenopeico sul fronte e un piano di proiezione dell immagine sul retro. La camera oscura è alla base della fotografia, ed è precursore della fotocamera. Una camera oscura può essere fatta da una semplice scatola con un piccolo foro stenopeico su un lato che lascia entrare la luce. Questa luce proietta sul lato opposto all interno della scatola, un immagine capovolta. Più il foro è più piccolo l immagine è più nitida e definita, con una camera così semplice è facile che tutti gli oggetti nell immagine sono tutti a fuoco. La prima foto La prima foto fu scattata da Joseph Nicéphore Niépce nel 1826. Il tempo d esposizione di 8 ore è per questo che gli edifici sono illuminati dal sole sia da destra e da sinistra. Questa foto è stata la prima della storia dell umanità, e questa immagine raffigura il cortile della sua casa visto dalla finestra della stanza. Pagina 3

Le sostanze fotosensibili e I vari Processi Le sostanze fotosensibili sono alcune sostanze che subiscono alterazioni in presenza di luce, in particolare il nitrato d argento, o meglio altri composti chimici derivati, e sono alogenuri d argento: il bromuro, il cloruro e lo ioduro. Alcune di questi sali erano già state notate nel XIII e XVII secolo, ma i primi esperimenti chimici sul loro annerimento furono pubblicati nella metà del 700 da J. H. Schulze, da Giovanni Battista Beccaria e da J. Senebier. Pagina 4

Nel 1839 Louis Jacques Mandé Daguerre, ha inventato la dagherrotipia, che è il primo procedimento fotografico per lo sviluppo di immagini. Il dagherrotipo si ottiene utilizzando una lastra di rame su cui è stato applicato elettroliticamente uno strato d'argento, quest'ultimo viene sensibilizzato alla luce con vapori di iodio. La lastra deve quindi essere esposta entro un'ora e per un periodo variabile tra i 10 e i 15 minuti. Nel 1841 Henry Fox Talbot ha inventato il primo processo negativopositivo con il nome Calotipia. Il processo della calotipia prevede la realizzazione di un negativo fotografico, dal quale possono venire stampati più positivi. Il negativo si ottiene da un foglio di carta da scrivere, resa fotosensibile attraverso successive spennellature e bagni di soluzione di nitrato di Pagina 5

potassio e d argento, ioduro acido gallico. Una volta asciutto, la carta viene esposta alla luce solare per un tempo variabile (tra i 10 e i 60 secondi), rimane impressa. Producendo il negativo. Lippmann è ricordato in particolare per il suo innovativo metodo per ottenere delle fotografie a colori, nel 1891. Lippmann riuscì a produrre una lastra fotografica a colori sfruttando l'interferenza delle onde dell'immagine con la loro stessa riflessione su uno specchio di mercurio posto dietro l'emulsione sensibile. Ogni raggio di luce impressiona l'emulsione in punti la cui distanza è legata alla sua lunghezza d'onda, dunque al suo colore. Illuminando la lastra ottenuta in modo particolare, si possono ricostituire, per un angolo di vista abbastanza ridotto, i raggi che hanno generato la lastra. Pagina 6

Le Macchine Compatte analogiche o digitali Le fotocamere compatte hanno l obiettivo fisso, sono completamente automatiche, (le più sofisticate hanno alcune funzioni semiautomatiche o manuali) e sono tascabili. Per alcune c è la visione dell inquadratura attraverso il mirino, alcune nello schermo. Hanno il flash incorporato, uno zoom da moderato grandangolo (28mm) a moderato tele (90mm). Le foto vengono salvate in pellicola, in quelle digitali in jpg (in quelle più sofisticate hanno lo scatto in RAW). Le Macchine Bridge Le fotocamere bridge ha la stessa praticità di una compatta ma ha le funzionalità di una reflex, per questo che si chiama bridge. Questo tipo di fotocamera ha una caratteristica primaria lo zoom che da grandangolare o normale può Pagina 7

arrivare facilmente alle dimensioni di un medio teleobiettivo o di un super teleobiettivo, fino a 500mm. In alcuni casi da 24 fino a 1000mm con una Nikon P510 e con la CanonSX50 può arrivare fino a 1200mm. Le Macchine Mirrorless Le macchine Mirrorless o EVIL (Elettronic Viewfinder Interchangeable Lens) sono una categoria di fotocamere digitali, possono avere obiettivi intercambiabili e l assenza dello specchio tipico del mirino ottico reflex. La ripresa dell obiettivo raccolta dal sensore, viene mostrata in modo continuo(liveview) su un microschermo LCDOLED. Le Macchine reflex Le macchine reflex hanno la possibilità di cambiar obiettivo, si può avere visione nell inquadratura attraverso l obiettivo, o in quelle digitali in liveview in un LCD. Hanno sia funzioni automatiche, che semiautomatiche oppure Pagina 8

manuali. Ha una funzione sofisticata come il sollevamento dello specchio, compensazione dell esposizione e autofocus drive. Hanno il flash incorporato o esterno, in quelle analogiche si usa la pellicola, in quelle digitale scattano in jpg, raw o combinato jpg + raw. Elementi di una reflex Una Reflex è composta da un obiettivo(rimovibile), diaframma, otturatore (la velocità), specchio, pentaprisma, pellicola o sensore. L obiettivo L obiettivo è composto da lenti concave o convesse progettate per mettere a fuoco i raggi di luce su un piano (sensore, pellicola). Esistono vari tipi, Grandangolari, normali, tele (teleobiettivi) e zoom, varia l angolo di campo, cioè il campo visivo. La nitidezza, il contrasto, la risoluzione e la luminosità di un obiettivo serve a capire la sua qualità e caratteristiche. Pagina 9

La nitidezza è uno degli aspetti più importanti di ogni obiettivo, perché serve a correggere distorsione, vignettatura e altri difetti dell ottica. Il contrasto serve a indicare l abilità di una lente nel distinguere diverse intensità di luce (ad esempio neri e bianchi). La risoluzione indica la quantità di piccoli dettagli che una lente è in grado di trasmettere. La luminosità dipende da due fattori: il diametro della lente frontale (la dimensione della finestra) e la lunghezza focale (distanza della finestra dalla parete). Luminosità = lunghezza focale : diametro La luminosità è chiamata anche apertura relativa e viene comunemente indicata con la lettera f seguita dalla barra / e dal numero che proviene dalla divisione sopraccitata. Ad esempio f/3 indica che il rapporto tra lunghezza focale e diametro è uguale a 3. Pagina 10

Il diaframma e l otturatore Il diaframma e l otturatore lavorano insieme. Il diaframma è un meccanismo usato per regolare la quantità di luce che attraversa l obbiettivo, in maniera simile all iride dell occhio umano. L otturatore serve a controllare per quanto tempo la pellicola o il sensore resta esposto alla luce. Lo Specchio Lo specchio serve a riflettere la luce che attraversa l obiettivo e che permetterà la visualizzazione dell immagine attraverso il mirino e permetterà all immagine che stiamo puntando di riflettersi sul sensore. Pagina 11

Il Pentaprisma Il pentaprisma è un prisma ottico a cinque facce, di cui quattro sono interessate dal percorso dalla luce: due fungono rispettivamente da superficie di ingresso ed uscita, due fanno da piani di riflessione; questi ultimi sono resi riflettenti, poiché l angolo di incidenza troppo piccolo (rispetto all angolo critico) e impedisce di sfruttare la proprietà di riflessione totale. A differenza del semplice prisma a riflessione, il pentaprisma produce un immagine diritta (cioè come la vedi). La Pellicola / Sensore La pellicola fotografica serve a conservare le immagini riprese con una macchina fotografica. È costruita a strati, il supporto di base è un sottile nastro di materiale plastico, a cui è sovrapposto uno strato antialone per evitare riflessi interni. Questo procedimento è nelle macchine reflex analogiche. Pagina 12

Il sensore fa la stessa cosa della pellicola, cioè salvare le immagini che poi vedremo sul LCD della macchina. Le salva in una scheda di memoria, Compact Flash, e le foto le può salvare in jpg(jpeg) o RAW. Le foto in jpg sono compresse e perdono molte informazioni. Invece in formato RAW le foto non compresse e le foto è molto pesante, e queste foto in computer devono essere aperte per forza con un programma. Pagina 13

Fonti Utilizzate Pagina 14