COMUNE DI CAPANNORI. Provincia di Lucca REGOLAMENTO URBANISTICO VARIANTE GENERALE



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COMUNE DI CAPANNORI Provincia di Lucca REGOLAMENTO URBANISTICO VARIANTE GENERALE ai sensi del D.P.G.R. 27 aprile, n.26/r adottata con Del. del C.C. n. 41del 16.06.2008 approvata con Del. del C.C. n. 13 del 12.03.2009 n. 14 del 13.03.2009 e n. 15 del 16.03.2009 Regolamento d attuazione dell articolo 62 della legge regionale 3 gennaio 2005, n.1 (norme per il governo del territorio) in materia di indagini geologiche RELAZIONE TECNICA febbraio 2009

2 I N D I C E 1 - PREMESSA...3 2 - CONTENUTI E METODOLOGIA DI LAVORO...3 3 - ASPETTI GEOLOGICI E GEOMORFOLOGICI...6 3.1 - Elementi di geomorfologia e analisi alla propensione al dissesto...6 3.2 - Valutazioni della PERICOLOSITÀ GEOMORFOLOGICA...8 3.2.1 - Zone a Maggiore Pericolosità Sismica Locale- ZMPSL...11 3.3- Valutazioni della PERICOLOSITÀ SISMICA...14 3.4 Valutazioni dell'azione sismica...16 3.4.1 - Aree indagate...16 3.4.2 - Le categorie di suolo di fondazione ai sensi del DM 14/09/2005...17 4 - ASPETTI IDROGRAFICI E IDRAULICI...19 4.1 - Pertinenze fluviali...20 4.2 - Studi idraulici...22 4.3 - Valutazione della PERICOLOSITA IDRAULICA...24 5 - FATTIBILITA...25 5.1 - Processo diagnostico...25 5.2 - Fattibilità geomorfologica, sismica e idraulica...26 5.3 - Prescrizioni d uso per le aree di pertinenza fluviale...49 GEOLOGIA E GEOMORFOLOGIA T A V O L E TAV. A.1 - GEOMORFOLOGIA - scala 1:10.000 TAV. A.2. - PERICOLOSITA GEOMORFOLOGICA - scala 1:5.000 TAV. A.2.a - ZONE A MAGGIOR PERICOLOSITA SISMICA LOCALE scala 1:10.000 TAV. A.3 - PERICOLOSITA SISMICA scala 1:5.000 TAV. A.4. - CATEGORIA DI SUOLO DI FONDAZIONE - scala 1:10.000 IDROGRAFIA E IDRAULICA TAV. B.1. - PERTINENZE FLUVIALI scala 1:10.000 TAV. B.2.a - SCENARI IDRAULICI Tr 20 anni - scala 1:10.000 TAV. B.2.b - SCENARI IDRAULICI Tr 30 anni - scala 1:10.000 TAV. B.2.c - SCENARI IDRAULICI Tr 200 anni - scala 1:10.000 TAV. B.3. - AREE ESONDABILI Tr 200 anni- scala 1:10.000 TAV. B.4. - PERICOLOSITA IDRAULICA - scala 1:5.000 ALLEGATI ALL. 1 - PROSPEZIONI SISMICHE A RIFRAZIONE CON ONDE P ED SH ALL. 2 STUDI IDRAULICI Comune di Capannori Variante generale RELAZIONE TECNICA

3 1- PREMESSA Per in carico dell Amministrazione comunale di Capannori, con determinazione dirigenziale n. 1827 del 23/12/2005, integrata in seguito con le determinazioni dirigenziali n. 1267 del 19/09/2007 e n. 2016 del 12/12/2008, sono state svolte indagini e valutazioni geologico-tecniche a supporto della Variante Generale al Regolamento urbanistico vigente, con l obiettivo di attuare un processo che allo stesso tempo portasse sia alla revisione delle indagini costituenti l attuale Quadro Conoscitivo, per la verifica di coerenza con gli atti di pianificazione territoriale sovraordinati, entrati in applicazione in tempi successivi all approvazione dello strumento urbanistico in atto, sia al recepimento dei contenuti del recente Regolamento d attuazione alla LR 1/05 art. 62, relativo alle indagini geologico-tecniche di supporto alla pianificazione urbanistica DPGR 27 aprile 2007 n. 26/R. Il quadro normativo fondante, pertanto, la suddetta attività è stato il seguente: Piano Stralcio Riduzione Rischio Idraulico - DPCM 5 novembre 1999; Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Lucca (PTCP) Del. del CP n. 189 del 18 dicembre 2000; Piano Assetto idrogeologico del F. Arno (PAI) DPCM 6 maggio 2006; Piano Assetto idrogeologico del F. Serchio (PAI) Del. del CI n. 132 del 5 ottobre 2004: Piano di Indirizzo Territoriale della Regione Toscana - Del. del CR n.72 del 24 luglio 2007. 2- CONTENUTI E METODOLOGIA DI LAVORO Una prima valutazione di conformità dello strumento urbanistico comunale ai Piani di Bacino, così come definita dagli artt. 27 Adeguamento degli strumenti urbanistici di governo del territorio - e 44 - Effetti del Piano nei confronti della pianificazione territoriale -, rispettivamente per le norme di attuazione del Piano di Bacino F. Arno e del Piano di Bacino del F. Serchio - Stralcio Assetto idrogeologico -, essendo il territorio comunale interessato da entrambi i bacini idrografici, è stata compiuta nel settembre 2006, con specifica variante ( Variante a stralcio al RU, per aree ricadenti nelle zone a pericolosità idraulica molto elevata e nei nodi viari ad elevata intensità di traffico ), a causa della rilevante vincolistica che veniva ad imporsi nella gestione degli insediamenti esistenti e delle trasformazioni previste, per le aree PI4 pericolosità idraulica molto elevata, nel bacino dell Arno (art. 6 delle NA), e AP aree allagate e/o ad alta probabilità di inondazione (art. 22 delle NA), per il bacino del Serchio. In sede di Variante Generale, questo processo di verifica di coerenza con i Piani sovraordinati, è stato, poi, esteso, anche a tutti gli altri elementi di criticità geomorfologica ed idraulica presenti nel territorio comunale ed evidenziati dalle relative cartografie della pianificazione vigente. Congiuntamente a questa attività di comparazione con i Piani di bacino, essendo trascorso qualche anno dalla stesura degli ultimi elaborati del Quadro Conoscitivo (PS: febbraio 2001 RU: aprile 2004), è stato necessario anche l approntamento di una fase di ricognizione presso la stessa Amministrazione comunale e gli altri Enti, con competenze di governo del territorio, per l aggiornamento dello stesso QC, in merito alle problematiche geologiche, geomorfologiche ed Comune di Capannori Variante generale RELAZIONE TECNICA

4 idrauliche. In particolare, oltre all acquisizione presso la stessa AC di interventi di bonifica che hanno interessato negli ultimi anni, la messa in sicurezza di diverse aree in dissesto, fondamentali, in questa attività di revisione, sono stati gli apporti conoscitivi derivati dai seguenti studi: la Carta inventario dei fenomeni franosi (individuati a scala 1: 10000, anche tramite analisi interferometrica di immagini radar ad apertura sintetica dei satelliti ERS), prodotta nel marzo 2006 dall AdB del F. Arno, con il Dipartimento di Scienze della Terra di Firenze; lo Studio idraulico del sottobacino dell Ozzeri con proposta degli interventi per l adeguamento dei corsi d acqua del sottobacino, promosso dal Dipartimento Infrastrutture Servizio Difesa del Suolo della Provincia di Lucca, giugno 2006. Successivamente alla richiesta di parere di competenza agli Enti sovraordinati sull aggiornamento del QC - così come previsto dal comma 8 dell art. 32 delle NTA dell AdBA e dal punto 2 dell art. 44 delle NTA dell AdBS - per poter procedere all adozione della Variante generale, sono stati svolti, in questa sede, ulteriori approfondimenti del QC, sia per gli aspetti idraulici che geomorfologici. Nel dettaglio, la fase di interlocuzione con le due Autorità di Bacino, ha comportato, per quanto concerne gli aspetti legati alla geomorfologia, le seguenti operazioni: 1. Recepimento della la Carta della franosità del bacino del Fiume Serchio (dicembre 2007), alla scala 1: 10000, per le sezioni della TAV. 17-Ponte Moriano (sezione 261070), della TAV. 23 - Nozzano (sezione 261140)/Lucca (sezione 261150) e della TAV. 25 San Giuliano Terme (sezione 273020)/Sant Andrea di Compito (sezione 273030), che interessano l intero territorio comunale nel bacino del Serchio, adottata dal Comitato Istituzionale con del. n. 161del 18 marzo 2008. 2. Declassificazione da pericolosità molto elevata (P.F.4 - G4), a pericolosità elevata (P.F.3 G3) nel caso di varie frane interessati da interventi di consolidamento. 3. Riconoscimento di un area in dissesto non precedentemente inventariata. 4. Modifica di alcune perimetrazioni riguardanti la zona di possibile influenza di movimenti franosi. Si puntualizza che, le attività ai punti 2, 3 e 4, riguardanti esclusivamente alcuni movimenti franosi ricadenti nel Bacino dell Arno, sono state la conseguenza di specifiche ricognizioni di campagna, espletate con il coordinamento tecnico del geol. Lorenzo Sulli della stessa AdB del F. Arno. Relativamente alle problematiche idrauliche, sempre a seguito della richiesta di parere di competenza, sono stati, invece, espletati ulteriori approfondimenti nella zona del Padule dello Spada, già oggetto di revisione per effetto dello Studio idraulico del sottobacino dell Ozzeri, e nuovi studi idraulici per il canale Ozzoretto (nel tratto compreso tra l autostrada A11 e località S. Margherita) e per il torrente Fraga. Le suddette valutazioni sono state svolte, come già nel passato per il RU vigente, dall ing. Renzo Bessi. Oltre a ciò l attività di controllo dell Adb del F. Serchio ha implicato, per esigenza di integrale coerenza con le perimetrazioni del PAI e di completa conformità alle valutazioni idrauliche dello studio del sottobacino dell Ozzeri, l assoggettamento alla specifica vincolistica delle aree a pericolosità idraulica elevata (I3) e molto elevata Comune di Capannori Variante generale RELAZIONE TECNICA

5 (I4), rispettivamente per un area nella zona Vorno, individuata dalla perimetrazione di Aree a moderata probabilità di inondazione ed aree di pertinenza fluviale - P2 - dal PAI (art. 23 delle NA), e per alcune aree localizzate nei pressi del confine con il comune di Lucca, riconosciute come aree di residua esondazione a fronte di eventi idraulici di elevata criticità, nello Studio idraulico del sottobacino dell Ozzeri, sopradetto. In ultimo, alle revisioni sopra dette, si è aggiunta nei primi mesi del 2009 quella derivante dall attività controllo dell Ufficio Tecnico del Genio Civile di Lucca e Pisa, che hanno comportato ulteriori integrazioni degli studi idraulici per il settore settentrionale del territorio comunale, a seguito di nuove valutazioni, di cui l Ufficio in questione era a conoscenza, che hanno evidenziato situazioni di maggior criticità per il rio Ampollora, Dezza e Sanetta, l incremento del grado di pericolosità geomorfologica nell area in loc. Paganico, in cui è possibile l innesco di cavità, e nelle aree interessate da potenziali fenomeni di subsidenza, ed infine, modifiche a livello normativo per garantire comunque sufficienti condizioni di sicurezza anche per interventi a bassa esposizione. Da questi sostanziali controlli e in ottemperanza al regolamento di attuazione dell art. 62 della LR 1/05 in materia di indagini geologiche DPGR del 27 aprile 2007 n. 26/R, sono stati riprodotti per tutto il territorio comunale la CARTA GEOMORFOLOGICA, con indicazioni della propensione al dissesto, la CARTA DELLA PERICOLOSITA GEOMORFOLOGICA, la CARTA DELLA PERICOLOSITA IDRAULICA e la CARTA DELLA PERICOLOSITÀ SISMICA. Oltre a ciò si aggiunge anche la revisione della CARTA DELLE PERTINENZE FLUVIALI, con l intento prioritario di assolvere all individuazione delle cosiddette aree da destinarsi alla rinaturalizzazione dei corsi d acqua, in coerenza con quanto sancito all art. 24 delle norme del PTCP, e con le osservazioni che vennero prodotte dall URTAT di Lucca, in occasione del controllo della panificazione in atto. In elenco e schematicamente si riportano, pertanto, tutti gli elaborati cartografici riprodotti: GEOLOGIA E GEOMORFOLOGIA - TAV. A.1. - Elementi geomorfologici e valutazioni della propensione al dissesto scala 1:10.000 - TAV. A.2. - Pericolosità geomorfologica scala 1:5.000 - TAV. A.2.a - Zone a maggior pericolosità sismica locale scala 1:10.000 - TAV. A.3. - Pericolosità sismica scala 1:5.000 - TAV. A.4. - Categorie di suolo di fondazione - scala 1:10.000 - Indagini geofisiche - Relazione sulle indagini geologiche (regolamento di attuazione dell art. 62 della L.R. 1/05) IDROGRAFIA E IDRAULICA - TAV. B.1. - Pertinenze fluviali scala 1:10.000 - TAV. B.2.a - Scenari idraulici Tr < 20 anni - scala 1:10.000 - TAV. B.2.b - Scenari idraulici Tr < 30 anni - scala 1:10.000 - TAV. B.2.c - Scenari idraulici Tr < 200 anni - scala 1:10.000 - TAV. B.3. - Aree esondabili Tr < 200 anni scala 1:10.000 - TAV. B.4. - Pericolosità idraulica scala 1:5.000 - Relazione ideologico idraulica e relativi allegati Comune di Capannori Variante generale RELAZIONE TECNICA

6 Restano tuttavia parte integrante del QC gli elaborati cartografici a supporto del Piano Strutturale (dicembre 2000) della TAV. A-9 - Carta dei sondaggi e dei dati di base, della TAV. A-10 - Carta litotecnica, della TAV. A-12 - Carta dell isopaca della copertura, della TAV. A-14 - Carta della Permeabilità del suolo e della TAV. A-17 Carta della soggiacenza di massima (novembre 1992) e del Regolamento Urbanistico (aprile 2003) rappresentati della TAV. 1 - Carta geologica, della TAV. 3 Carta delle aree esondate e della TAV. 4 - Carta della vulnerabilità dell acquifero. Anche per quanto concerne l analisi della fattibilità, intesa come disciplina delle condizioni di attuazione delle trasformazioni edificatorie, che attualmente discende dall applicazione dei criteri di analisi del PTCP (matrice tra classe di pericolosità - grado di esposizione del bene), si è pervenuti ad una sua significativa rielaborazione (All. A - Direttive per le indagini geologico-tecniche, punto 3.6). Infatti, l attuale Carta della fattibilità (TAV. 8 del RU), è stata sostituita da Abachi di correlazione, ciascuno per ogni tematismo di pericolosità (geomorfologica sismica e idraulica), in grado di fornire per diverse tipologie di intervento considerate, specifiche disposizioni, in termini di approfondimenti di studi e/o di indagini geologico-tecniche. 3- ASPETTI GEOLOGICI E GEOMORFOLOGICI L impianto metodologico, riguardante lo studio dell assetto geologico e geomorfologico elaborato a livello di PS e ripreso dal RU, ha fornito, di fatto, una più che esaustiva ricognizione delle forme e dei processi geomorfologici legati alla dinamica di versante presenti nel territorio comunale (restituzione cartografica mediante CTR in scala 1: 10000), sia nel rispetto delle direttive definite dal punto B.3 Elementi per la valutazione degli aspetti geomorfologici del DPGR n. 26/R, sia tenendo conto degli specifici indirizzi tecnici dettati dalle pianificazioni di bacino. 3.1- Elementi di geomorfologia e analisi alla propensione al dissesto Come già detto per la Carta degli elementi geomorfologici di Tav.2, è stata necessaria una sua completa ristesura, sia perché, essendo trascorso qualche anno dalla redazione degli strumenti di pianificazione in atto, è stato indispensabile il suo aggiornamento per l individuazione di nuovi dissesti idrogeologici e il riconoscimento di nuovi studi e/o interventi di messa in sicurezza geomorfologica, sia perché, ritenendola un elaborato fondamentale per i successivi tematismi, è stata riprodotta in modalità georeferenziata. Durante la fase di aggiornamento del QC, si é pervenuti, infatti, anche all organizzazione dei dati territoriali tramite GIS, dal momento che le informazioni precedentemente disponibili erano state acquisite solo come immagini raster, in differenti scale grafiche. La redazione su piattaforma informatica della Carta degli elementi geomorfologici e delle successive cortografie (CTR 1:10.000 e CTR 1: 5000 - sistema di riferimento Roma 1940, rappresentazione Gauss - Boaga fuso ovest esteso), ha, di fatto, rappresentato anche un'efficace strumento nel processo di analisi comparativa Comune di Capannori Variante generale RELAZIONE TECNICA

7 tra gli elementi di conoscenza disponibili e quelli forniti dagli atti di pianificazione sovraordinata. Per l aggiornamento della carta inventario dei dissesti geomorfologici, sono state perseguiti, come già accennato, i seguenti obiettivi: 1. censimento di nuovi dissesti idrogeologici; 2. riconoscimento di nuovi studi e/o interventi di messa in sicurezza geomorfologica. Nel caso dell assolvimento del primo punto sono state compiute mirate ricognizioni di campagna, con l ausilio, talvolta, anche dell analisi fotointerpretativa. In particolare, l elaborato cartografico della TAV. A.1 GEOMORFOLOGIA e valutazioni della propensione al dissesto, rispetto alla precedente stesura, aggiunge nell ambito territoriale del bacino dell Arno alcuni modesti fenomeni franosi, nella zona a nordovest della frazione di Valgiano e S. Gennaro, e un piccolo dissesto attivo, lungo la viabilità di S. Gennaro. Sulla base delle informazioni acquisite dalla stessa AC, sono state, inoltre, evidenziate con apposita simbologia grafica le aree in frana che in tempi recenti sono state oggetto di interventi di bonifica. Ciò ha interessato, in particolare, alcuni fenomeni franosi in prossimità degli abitati di Matraia, Valgiano, Petrognano e S. Gennaro. Per l attività di aggiornamento punto b - sono stati considerati: la Carta inventario dei fenomeni franosi (individuati a scala 1: 10000, anche tramite analisi interferometrica di immagini radar ad apertura sintetica dei satelliti ERS), prodotta (marzo 2006) dall AdB del F. Arno, con il Dipartimento di Scienze della Terra di Firenze, e la Carta geomorfologica - TAV. 2, del RU vigente. la Carta della franosità del bacino del Fiume Serchio (dicembre 2007), alla scala 1: 10000, per le sezioni della TAV. 17-Ponte Moriano (sezione 261070), della TAV. 23 - Nozzano (sezione 261140)/Lucca (sezione 261150) e della TAV. 25 San Giuliano Terme (sezione 273020)/Sant Andrea di Compito (sezione 273030), che interessano l intero territorio comunale nel bacino del Serchio. Per la redazione della nuova carta degli elementi geomorfologici di TAV. A.1, è stato comunque utilizzato lo stesso processo di analisi della versione precedente: infatti sono stati evidenziati, fatta eccezione per alcuni nuovi elementi, che si descriveranno di seguito, i medesimi fattori predisponenti (come individuazione di corpi di frana attivi e quiescenti, condizioni litologiche, gradiente morfologico, assetto morfologico, ecc), in grado di indicare la suscettibilità alla rottura del versante e, quindi, le condizioni di instabilità più o meno precarie. Con l esclusione delle aree di fondovalle e/o pianeggianti, sono state, poi, riconosciute aree potenzialmente instabili per caratteristiche litologiche e si è assegnato, sulla base di casistiche numeriche, da fonti di letteratura, un peso alle formazioni litoidi e ai depositi alluvionali antichi affioranti, riconducendoli a n. 3 classi con diversificata propensione al dissesto (elevata, media, limitata). Tra i fattori predisponenti, in aggiunta a quanto rilevato in precedenza, per le aree di versante, sono state, infatti, introdotte, a seguito di specifiche richieste da parte di tecnici dell AdBA, anche le aree interessate da processi di erosione superficiale e diffusa, (caratterizzate attualmente da impianti vegetazionali sporadici o Comune di Capannori Variante generale RELAZIONE TECNICA

8 praticamente assenti), per essere state percorse in tempi recenti da eventi incendiari. In particolare tale identificazione si è avvalsa del censimento delle aree percorse da fuoco, effettuato dalla stessa AC a partire dall anno 2000; l ultimo aggiornamento dell informazione utilizzata, peraltro assunta in modalità georeferenziata risale al maggio del 2007. Nelle aree di pianura, tenendo conto delle pregresse rilevazioni dall AdB del F. Arno e dal PTCP, è stata poi riportata, dopo un opportuna verifica, la perimetrazione delle aree oggetto di subsidenza potenziale, con l'individuazione di quella nei pressi dell abitato di Paganico, interessata dal singolare fenomeno delle cavità, perimetrazione già indicata dalla Carta delle Pericolosità Geologica - TAV. 6 - del RU in atto. 3.2- Valutazioni della PERICOLOSITÀ GEOMORFOLOGICA La fase operativa successiva, è stata quella del far discendere dalla carta degli elementi geomorfologici la carta della PERICOLOSITA GEOMORFOLOGICA - TAV. A.2, alla scala 1: 5000, sulla base dei criteri del DPGR n. 26/R e tenendo conto, al contempo, degli specifici indirizzi in materia, dettati dalle norme di pianificazione a livello sovraordinato. La metodologia di analisi messa in atto, che utilizza la classificazione esplicata nelle Direttive alle indagini geologico-tecniche: Allegato A - punto C.1 - Aree a pericolosità geomorfologica, è stata schematizzata nell apposita tabella di correlazione allegata al testo (v. TAB. 1). Nell ambito di tale attività ai fini della pericolosità da frana, rispetto alla stesura precedente, come elemento innovativo, è stato introdotta la valutazione della cosiddetta zona di influenza, riferibile all area di possibile evoluzione del dissesto, così come indicata dal punto B.3 Elementi per la valutazione degli aspetti geomorfologici. Tale valutazione, in funzione della peculiarità del tessuto insediativo del territorio collinare (centri abitati e infrastrutture viarie con distribuzione, spesso, a carattere estensivo) e dell intento di assoggettarsi anche a quanto già indicato a tal proposito dell Adb del F. Arno (norme di attuazione: All. 2) e dell Adb del F. Serchio (norme di piano: art. 12 Aree a pericolosità di frana molto elevata), è stata sviluppata per tutti i movimenti franosi, sia attivi che quiescenti, osservati nel territorio comunale. In particolare l individuazione della zona di influenza è stata effettuata per le seguenti tipologie di dissesto: frane attive frane quiescenti aree soggette a franosità per erosione lineare di sponda aree in rocce coerenti e semicoerenti soggette a franosità per forte acclività esposte a possibili fenomeni di crollo e caduta massi. Ad esclusione delle frane attive, la cui delimitazione si è avvalsa di specifiche ricognizioni in situ e/o analisi fotointerpretativa, per le altre categorie di dissesto, in relazione a colloqui intercorsi con tecnici dell AdBA e in funzione anche della quantità numerica della casistica, la zona di influenza è stata determinata sulla stima di parametri geometrici associati all estensione del movimento franoso, e, in minor misura, su aspetti morfometrici rilevati alla scala della riproduzione cartografica. Infatti, ad esclusione delle frane attive, questa fascia di possibile coinvolgimento e/o richiamo del movimento franoso, nel suo immediato intorno, è stata determinata Comune di Capannori Variante generale RELAZIONE TECNICA

9 attribuendo ad ogni fenomeno franoso considerato un buffer proporzionato al suo sviluppo areale secondo una maglia a tre gradazioni (minimo/10 m, medio /20 m, massimo/40 m). A tale fascia, conseguentemente, è stato poi assegnata la stessa classe di pericolosità geomorfologica del movimento franoso di riferimento. Le varie classi di pericolosità geomorfologica sono state valutate in applicazione dei criteri e della codifica alfabetica indicata dal DPGR n. 26/R; pertanto le stesse risultano formalmente assai diverse rispetto a quelle della pianificazione in uso e descritte dai criteri degli allegati alle norme del PTCP. In particolare nella classe a Pericolosità geomorfologica molto elevata G.4, in cui sono riscontrati fenomeni attivi con relativa zone d influenza, sono state introdotte le aree che risultano caratterizzate dai seguenti elementi geomorfologici: o frane attive, inclusive del corpo frana, della nicchia di distacco e dell area di possibile evoluzione del dissesto; aree instabili per caratteri morfologici: o ripe fluviali soggette a franosità per erosione lineare di sponda da parte del corso d acqua e relativa zona di possibile estensione del fenomeno; o aree in rocce coerenti e semicoerenti in condizioni di forte acclività soggette a possibili fenomeni di crollo e caduta massi, con la delimitazione della relativa zona di probabile ulteriore coinvolgimento. Queste aree, dove fondamentali devono essere gli interventi di bonifica e recupero ambientale a livello di area nel suo complesso, nell analisi della sostenibilità delle trasformazioni, sono state valutate come fattori escludenti allo sviluppo del nuovo assetto urbanistico, costituendo un indubbio impegno tecnico-economico non commisurabile agli attuali intenti dell AC, dal momento che, già a livello di strumento pianificatorio, il loro utilizzo deve essere preceduto da accurati approfondimenti di indagine (campagna geognostica, monitoraggio strumentale ecc), mirati alla definizione di specifici interventi di consolidamento e da dettagliati programmi di controllo delle condizioni di stabilità in seguito alla loro messa in sicurezza. Nella classe di Pericolosità geomorfologica elevata G.3 - sono state inserite le aree che presentano i seguenti elementi distintivi: o frane quiescenti, comprensive del corpo frana, della corona di distacco e dell area di possibile condizionamento per la ripresa del dissesto; aree potenzialmente instabili per caratteri morfologici: o aree in terreni prevalentemente argillitici acclivi e/o con situazioni morfologiche locali favorevoli all'imbibizione; o aree in terreni detritici acclivi; o aree soggette a scivolamento superficiale e/o soliflusso; o aree in terreni acclivi argilloso-sabbiosi e/o sabbioso-conglomeratici, con situazioni morfologiche locali che ne favoriscono l'imbibizione; o aree ai bordi di scarpata in depositi fluviali suscettibili a possibili fenomeni di collasso o frana; o aree soggette ad erosione superficiale diffusa per essere state percorse da fuoco; Comune di Capannori Variante generale RELAZIONE TECNICA

10 o aree interessate da colate detritiche torrentizie. aree potenzialmente franose per caratteri litologici: o aree interessate da affioramenti di terreni litoidi caratterizzati da una elevata propensione al dissesto, rappresentando terreni in aree di versante di qualità scadente (terreni argillitici e terreni con struttura caotica) con pendenze indicativamente non inferiori al 10 15%, oppure con formazioni litoidi affioranti o sub-affioranti con pendenze del versante superiori 25%-35%. FORMAZIONI LITOIDI AFFIORANTI O SUB-AFFIORANTI Classe di pendenza > Classe di pericolosità Arenaria Macigno nell area di San Ginese 25%-35% G.3 Flysch a Elmintoidi 25%-35% G.3 Microbrecce a Nummuliti 25%-35% G.3 Scaglia 25%-35% G.3 Complesso di base 10%-15% G.3 In queste aree, dove non sono presenti fenomeni franosi quiescenti, oppure si riscontra, per il concorso di più fattori preparatori, una potenziale suscettibilità da frana, l approfondimento delle condizioni di rischio e la progettazione di specifici interventi di bonifica, dovrà essere supportato in fase di progettazione esecutiva da indagini che dovranno essere adeguate al tipo di intervento previsto ed estese in un congruo intorno. Sempre in questa classe di pericolosità geomorfologica sono state incluse, in seguito ad espressa richiesta dell Ufficio Tecnico del Genio civile di Lucca, le aree di pianura in cui affiorano depositi alluvionali di recente deposizione soggette a potenziale subsidenza e quelle interessate dal così detto fenomeno delle cavità di Paganico, fenomeno, che per le sue peculiarità geologiche ed evolutive, è stato più volte in passato oggetto di accurati studi e investigazioni da parte della stessa AC. In tal modo queste zone pur rivelando condizioni di criticità geomorfologica elevata sono state ritenute, nel processo di analisi della sostenibilità alla trasformazione edificatoria, come fattori condizionanti per l impegno progettuale da esse richiesto, ma non fattori in grado di escludere la possibilità di uso di suolo per l espansione antropica. Nella classe di Pericolosità geomorfologica media G.2 - sono state inserite le aree in cui sono presenti elementi geomorfologici litologici e giaciturali dalla cui valutazione risulta una media o bassa propensione al dissesto ed in particolare si tratta aree potenzialmente franose per aspetti litologici, caratterizzate da una propensione al dissesto media e bassa, trattandosi di terreni non/poco fratturati o di qualità media, con pendenze indicativamente non inferiori al 10% (ad es. Arenaria Macigno negli affioramenti delle Pizzorne ), oppure di formazioni e depositi di cui sopra con pendenze inferiori a quelle elencate. Comune di Capannori Variante generale RELAZIONE TECNICA

11 La classe di Pericolosità geomorfologica bassa G.1 - è stata, infine, assegnata alle aree pianeggianti o sub-pianeggianti in cui i processi geomorfologici, le caratteristiche giaciturali e/o litologiche, non costituiscono fattori in grado di produrre fenomeni di movimenti di massa. Sulla base di quanto esposto, la consultazione dell elaborato della pericolosità geomorfologica TAV. A.2, non potrà quindi prescindere dal congiunto esame della carta degli elementi geomorfologici e della valutazione della propensione al dissesto TAV. A.1, ai fini della comprensione delle problematiche morfo-evolutive presenti. 3.2.1 Zone a Maggiore Pericolosità Sismica Locale- ZMPSL Altra questione di rilevante importanza e di notevole innovazione, è stata quella dell analisi del rischio sismico, che per l attuale RU risulta trattata dalla sola mappatura nelle aree collinari per specifiche situazioni di pericolosità geomorfologica in relazione all input sismico - Carta della fragilità geomorfologica I fenomeni sismici TAVV. 1 a c. In seguito alla nuova normativa sismica - OPCM n. 3274/2003, OPCM n. 3519/2006, Del. GRT n. 431/2006-, il Comune di Capannori è stato classificato sismico di Zona 3 (corrispondente alla vecchia III Categoria). Con il DM del 14 Settembre 2005, sono state inoltre approvate le Norme tecniche per le costruzioni (originariamente definite Testo Unico ), che recepiscono integralmente, per quanto concerne la definizione delle Azioni sismiche di progetto, l OPCM 3274/03. Alla zona 3 è associato un valore della massima accelerazione orizzontale di ancoraggio dello spettro di risposta elastico, di cui alle Norme tecniche per le costruzioni, ag/g, = 0,15 (con g = accelerazione di gravità), con probabilità di superamento pari al 10% in 50 anni (ovvero con tempo di ritorno = 475 anni). A fronte delle recenti normative in materia sismica, le disposizioni del DPGR n. 26/R (Allegato A- Direttive alle indagini geologico-tecniche: punto C.5 Aree a pericolosità sismica locale), hanno inteso, quindi, predisporre ad un analisi della risposta sismica locale, mediante l individuazione e la mappatura delle aree a maggiore pericolosità sismica, in riferimento agli aspetti geologici e geomorfologici acquisiti. La prima sintesi interpretativa è infatti rappresentata dalla carta delle ZONE A MAGGIOR PERICOLOSITÀ SISMICA LOCALE (ZMPSL) - TAV. A.2.a, che, se pur riportando solo informazioni qualitative, permette di individuare, sintetizzando i dati areali e lineari contenuti nelle cartografie di carattere geologico e geomorfologico, per l intero territorio comunale, i possibili scenari di pericolosità sismica locale, sia in termini di estensione superficiale, sia per tipo di effetti attesi. Con riferimento all elenco dei vari elementi richiamati negli All.ti 1 e 2 alle Direttive del regolamento 26/R di seguito riportati sono stati in particolare riconosciuti come esistenti e pertinenti quelli caratterizzati da: Zona caratterizzata da movimenti franosi attivi (1) Zona caratterizzata da movimenti franosi quiescenti (2A) Zone potenzialmente franose (2B), così come definite nell ALL. 1 Comune di Capannori Variante generale RELAZIONE TECNICA

12 Zone con terreni particolarmente scadenti (4) (argille e limi molto soffici ) Zone di bordo della valle e/o aree di raccordo con il versante (8) Zone con presenza di depositi alluvionali granulari e/o sciolti (9) 1 Aree costituite da conoidi alluvionali e/o coni detritici (11) Contatti tettonici, faglie, sovrascorrimenti e sistemi di fratturazione (13) Non sono state considerate le zone caratterizzate da movimenti franosi inattivi (3) in quanto non segnalate sul territorio comunale dalla cartografie di P.S. o di R.U.; non sono state inoltre indagate le zone di ciglio con H>10 m (6), né le zone di cresta rocciosa sottile (7) che potrebbero causare amplificazione sismica per effetti topografici in quanto non correlate ad alcun grado di pericolosità nella zona sismica di riferimento. La pericolosità dovuta alle zone di contatto tra litotipi con caratteristiche fisico-meccaniche significativamente diverse (12) è stata considerata ricompresa per lo più in quella propria delle aree di bordo valle ed in parte in quella, sempre segnalata, lungo i contatti tettonici o per faglia. Allo scenario individuato dalla sigla numerica 4 zone con terreni particolarmente scadenti (argille e limi molto soffici, riporti poco addensati), è stata correlata l area di Paganico, nella quale gli studi di approfondimento effettuati hanno rivelato la presenza di particolari strutture stratigrafiche nei depositi superficiali (reticolo di cunicoli e cavità). a comportamento prevalentemente granulare, che potrebbero determinare, a fronte di input sismico, fenomeni di densificazione per il primi 2 m ca. dal piano campagna. 1 In merito alla definizione di questa tipologia, il Servizio Sismico regionale ha informalmente precisato che devono intendersi praticamente tutti i depositi alluvionali (ma anche eolici o marini, possiamo aggiungere) granulari sciolti, poco o mediamente addensati, molto addensati e depositi coesivi poco, mediamente e molto consistenti ), depositi che, secondo il D.M. 14 Settembre 2005 Norme tecniche per le costruzioni, ricadono nelle categorie di suolo di fondazione B, C, D. Comune di Capannori Variante generale RELAZIONE TECNICA

13 ALLEGATO 1 ALLEGATO 2 Comune di Capannori Variante generale RELAZIONE TECNICA

14 3.3- Valutazioni della PERICOLOSITÀ SISMICA Successivamente alla predisposizione della carta delle ZMPSL, - TAV. 2.a, che ha consentito la messo in evidenza degli elementi in grado di generare fenomeni di amplificazione locale ed instabilità dinamica, si è passati alla redazione della carta della PERICOLOSITÀ SISMICA - TAV. A.3, assegnando ai diversi elementi della cartografia suddetta, i corrispondenti gradi di pericolosità, valutati secondo i criteri delle direttive del regolamento regionale - DPGR n. 26/R. Tenendo conto delle disposizioni di attuazione del regolamento regionale e degli elementi riconosciuti e mappati, sono state, pertanto, attribuite le seguenti pericolosità sismiche: Pericolosità sismica locale molto elevata S.4: aree in cui sono presenti fenomeni di instabilità attivi (1) e che pertanto potrebbero subire una accentuazione dovuta ad effetti dinamici quali possono verificarsi in occasione di eventi sismici; tali aree nell ambito del processo della sostenibilità delle trasformazioni urbanistiche sono state considerate, derivando dalla pericolosità G4, come fattori escludenti. Pericolosità sismica locale elevata S.3: aree in cui sono presenti fenomeni di instabilità quiescenti (2A) e che pertanto potrebbero subire una riattivazione dovuta ad effetti dinamici quali possono verificarsi in occasione di eventi sismici; zone potenzialmente franose o esposte a rischio frana (2B) per le quali non si escludono fenomeni di instabilità indotta dalla sollecitazione sismica; zone con terreni di fondazione particolarmente scadenti che possono dar luogo a cedimenti diffusi (4); presenza di faglie e/o contatti tettonici (13); queste aree per la stessa analisi delle aree S.4, rappresentano fattori condizionanti la trasformazione e non escludenti. Pericolosità sismica locale media S.2: zone con possibile amplificazione stratigrafica (9, 10, 11). Pericolosità sismica locale bassa S.1: aree caratterizzate dalla presenza di formazioni litoidi e dove non si ritengono probabili fenomeni di amplificazione o instabilità indotta dalla sollecitazione sismica. Di seguito, si riporta per meglio comprendere il processo di analisi applicato, uno schema di sintesi. Comune di Capannori Variante generale RELAZIONE TECNICA

15 ELEMENTO GRADO DI PERICOLOSITA SISMICA LOCALE POSSIBILI EFFETTI Zona caratterizzata da movimenti franosi attivi (1) Molto elevata - S4 Zona caratterizzata da movimenti franosi quiescenti (2A) Zone potenzialmente franose (2B) Elevata - S3 Accentuazione dei fenomeni di instabilità in atto e potenziali dovuti ad effetti dinamici quali possono verificarsi in occasione di eventi sismici Zone con terreni particolarmente scadenti (argille e limi molto soffici, riporti poco addensati) (4) Elevata - S3 Cedimenti diffusi Zone di bordo della valle e/o aree di raccordo con il versante (8) Elevata - S3 Amplificazione sismica dovuta a morfologie sepolte Depositi alluvionali granulari e/o sciolti costituenti l intera piana alluvionale (9) Zona con presenza di coltri detritiche di alterazione del substrato roccioso e/o coperture colluviali (10) Media - S2 Amplificazione diffusa del moto del suolo dovuta alla differenza di risposta sismica tra substrato e copertura dovuta a fenomeni di amplificazione stratigrafica Conoidi alluvionali e/o coni detritici (11) Contatti tettonici, faglie, sovrascorrimenti e sistemi di fratturazione (13) Elevata - S3 Amplificazione differenziata del moto del suolo e dei cedimenti; meccanismi di focalizzazione delle onde

16 3.4 Valutazioni dell'azione sismica Ad integrazione della cartografia prodotta è stata realizzata anche una carta delle CATEGORIE DI SUOLO DI FONDAZIONE - TAV. A.4 - al fine di agevolare, per le costruzioni di modesta entità, l ottemperanza alle norme tecniche allegate all OPCM n. 3274/03, successivamente assorbite dal DM 14.09.2005 Norme tecniche per le costruzioni. Per l individuazione del profilo stratigrafico del suolo di fondazione è necessario misurare la velocità V s30 con prospezioni sismiche a rifrazione con onde P e onde Sh, oppure con prospezioni sismiche in foro tipo downhole o crosshole, sia, infine, indirettamente, dal numero di colpi della prova SPT in fori di sondaggio. Quest ultima metodologia è comunque fortemente sconsigliata, anche dal Servizio sismico della Regione Toscana, in quanto i valori di correlazione Nspt/Vs sono alquanto dispersi. Per la misura delle velocità V s30 e la definizione delle categorie di profilo stratigrafico del territorio comunale è stata utilizzata la metodologia sperimentata e adottata nell ambito del Programma VEL (Valutazione Effetti Locali) della Regione Toscana in Garfagnana, Lunigiana e Valtiberina, basata su misure sistematiche degli spessori delle coperture e delle velocità delle onde sismiche trasversali con sismica a rifrazione con onde di taglio SH e prove downhole, rigidamente codificate da specifici capitolati. La lunghezza della linea per ottenere informazioni certe su uno spessore di 30 m è dell ordine di 120 m. Sono state pertanto eseguite n. 10 prospezioni sismiche distribuite sul territorio comunale in modo da avere una copertura sufficientemente estesa in relazione anche alle previsioni urbanistiche. 3.4.1- Aree indagate Le prospezioni sismiche, elencate nella tab. A, sono state localizzate generalmente in prossimità di edifici scolastici o comunque sensibili. Nella tabella A sono indicati, oltre il numero identificativo dell area oggetto di variante, anche le caratteristiche litologiche salienti dell area. Le prospezioni sono state eseguite dalla Geoprove di Pietro Barsanti, Alessandro Petroni & C. S.a.S.: per la metodologia esecutiva e di elaborazione si rimanda allo specifico rapporto di cui all All. n. 1. Tabella A N AREA Località Caratteristiche 1 Piaggiori Alluvioni intravallive 2 Guamo Alluvioni di sbocco in pianura 3 S. Leonardo in Trep. Alluvioni intravallive 4 Colognora Alluvioni di pianura aperta 5 Colle di Compito Alluvioni di sbocco in pianura 6 Marlia Alluvioni di sbocco in pianura 7 Le Pianacce Alluvioni di pianura aperta 8 Borgonuovo Alluvioni di pianura aperta 9 Lappato Alluvioni intravallive 10 Gragnano Depositi sabbiosi e sabbioso-argillosi

E stato infine tenuto conto di dati provenienti da altre prospezioni sismiche a rifrazione effettuate per conto dello stesso Comune di Capannori. 17 3.4.2 - Le categorie di suolo di fondazione ai sensi del DM 14/09/2005 In base alle velocità V s30 rilevate i vari siti indagati sono stati classificati in una delle tipologie previste dalle Norme tecniche per le costruzioni: la classificazione è stata poi estesa all intero territorio comunale interpolando i dati puntuali ottenuti dalle prospezioni sismiche con i numerosi dati stratigrafici desumibili da banche dati disponibili. La metodologia proposta è quindi una sorta di microzonazione semplificata, applicabile essenzialmente a territori di bassa sismicità (Zona 2) come quello di Capannori, in grado sia di permettere la redazione di cartografie di riferimento nel quadro normativo sismico regionale e nazionale, sia, soprattutto, di offrire agli Amministratori ed ai Progettisti uno strumento di lettura del territorio immediato in relazione alle prescrizioni delle Norme tecniche per le costruzioni. E evidente che tale metodologia si adatta bene ai territori di pianura e laddove esistono informazioni geologiche e geotecniche sufficienti a garantire l uniformità di comportamento dei depositi e delle varie formazioni geologiche sotto il profilo sismico, e quindi l estrapolabilità del dato sismico rilevato all intorno significativo: il processo diviene ovviamente più critico nelle aree collinari e montuose, dove le eterogeneità lito-stratigrafiche e la rigidezza sismica dei terreni del substrato possono essere elevate, soprattutto, come in presenza di coperture detritiche di spessore difficilmente valutabile a priori, senza il ricorso ad indagini specifiche. Da queste analisi, anche se la normativa vigente non ne prevede l obbligatorietà, si è infine pervenuti alla realizzazione della carta delle CATEGORIA DI SUOLO DI FONDAZIONE - TAV. A.4 - secondo la classificazione prevista dal DM 14.09.05 (attualmente riscritto dal DM del 14 gennaio 2008, pubblicato con GU n. 29 del 4.02.08) e dall Eurocodice 8 parte 1 (EN 1998-1; 2003). Nella cartografia allegata l attribuzione certa della categoria di profilo stratigrafico è limitata ad un intorno significativo dell area indagata, mentre il rimanente è presunto sulla base delle informazioni stratigrafico-geotecniche disponibili. Ovviamente lo studio sismico e la relativa cartografia non possono essere considerati strumenti esaustivi, basandosi su un limitato numero di profili sismici in ambiti ritenuti geologicamente omogenei: l indagine costituisce quindi un primo screening territoriale che dovrà essere nel proseguo integrato ed aggiornato attraverso l acquisizione di nuovi dati derivanti dalle indagini di supporto ai Piani Urbanistici Attuativi o di interventi diretti. In quest ottica appare auspicabile un aggiornamento almeno biennale della cartografia. Per quanto concerne il calcolo di V s30, effettuato secondo la relazione (1), si è considerato che la fondazione dei futuri fabbricati sia appoggiata un metro sotto la superficie attuale del terreno. In base ai risultati ottenuti si sono desunte le seguenti categorie di profilo stratigrafico, in applicazione al DM 14/09/2005: profili stratigrafici di tipo A, corrispondenti alle zone di versante con affioramento o subaffioramento del bedrock sano, caratterizzate da velocità V s30 800 m/sec (nessuna amplificazione del moto sismico);

profili stratigrafici di tipo B o C, corrispondenti alle zone di pianura caratterizzate da potenti coltri alluvionali recenti o antiche o di origine fluviolacustre con velocità delle V s30 comprese rispettivamente tra 360 800 m/sec e 180 360 m/sec (media amplificazione del moto sismico); profili stratigrafici di tipo E, corrispondenti alle zone di versante o di fondovalle caratterizzate da coltri di alterazione, detritiche o alluvionali a bassa velocità delle Vsh (inferiore a 360 m/sec), di spessore compreso tra 5 e 20 m, sovrastanti il bedrock ad elevata velocità delle Vsh ( 800 m/sec) (media amplificazione del moto sismico). Si tenga presente che le fasce tipo E cartografate al contatto tra gli affioramenti rocciosi dei rilievi collinari ed i depositi alluvionali e/o fluvio-lacustri non hanno un significato geometrico preciso: stanno semplicemente ad indicare la possibilità di una laminazione del deposito alluvionale o fluvio-lacustre al di sopra del bedrock fino a rientrare nello spessore critico (5 20 m), con passaggio dalla categoria tipo B o C alla categoria tipo E. Si consideri inoltre che, ai sensi della D.C.R.T. n 94/85, queste fasce sono le uniche zone in cui possono verificarsi cedimenti differenziali, sia pure modesti, sotto scuotimento sismico. Sono state attribuite alla categoria E anche le coperture detritiche e le frane quiescenti, anche se in molti casi si potrebbe eccedere lo spessore massimo di 20 m indicato per questa categoria di suolo di fondazione. Per quanto attiene invece la vecchia normativa simica (DM del 20 nov. 87, DM del 3 dic. 87, DM 11/03/1988, DM del 4 maggio 90, DM del 9 gennaio 96, DM del 16 gennaio 1996), applicabile nei periodi transitori delle nuove norme tecniche, il coefficiente di fondazione ε, volendo tener conto delle indicazioni fornite dal Servizio Sismico della Regione Toscana nell ambito dei progetti di adeguamento sismico degli edifici definiti strategici (scuole etc.), può essere valutato secondo la seguente correlazione tra il coefficiente stratigrafico S della OPCM n. 3274/03 ed il coefficiente ε del DM 16/01/96: 18 Categorie di suolo di fondazione Fattore amplificativo S Coefficiente di fondazione e A 1,0 1,0 B, C 1,25 1,15 E 1,25 1,3 D 1,35 1,3 Per quanto concerne invece l amplificazione sismica causata da fattori topografici, nelle Norme tecniche per le costruzioni, si afferma che i coefficienti amplificativi S possono assumere anche valori superiori in funzione delle condizioni morfologiche del sito (inclinazione dei pendii, dimensione dei cigli etc.). Nella vecchia normativa (DM 16/01/1996) non si fa riferimento alle condizioni morfologiche del sito: pertanto, tenendo conto anche dei risultati finora disponibili del progetto VEL sui fattori amplificativi, si raccomanda anche per le costruzioni su pendio l adozione di coefficienti di fondazione adeguatamente maggiorati. Il potenziale di liquefazione dei terreni sotto scuotimento sismico, fenomeno che può verificarsi in terreni sabbiosi monogranulari sotto falda limitatamente ai primi 10 15 m dalla superficie del terreno, a causa della progressiva riduzione delle tensioni efficaci, può in prima analisi essere definito, salvo accertamenti specifici in sede di intervento diretto, da

basso a nullo nei territori caratterizzati dalla Categoria di suolo di fondazione tipo C ed E, e nullo in quelli caratterizzati da profilo stratigrafico tipo B. Infatti solo nei terreni tipo C ed E possono essere presenti livelli sabbiosi sciolti potenzialmente liquefacibili sotto scuotimento sismico: si tenga tuttavia presente che Jamiolkowsky ed Altri 2004 affermano che non sono mai stati osservati fenomeni di liquefazione per terreni caratterizzati da Vs > 200 m/sec (che rappresentano la maggior parte dei casi esaminati) con terremoti di magnitudo M=7.5, cioè di entità assai superiore a quella della magnitudo attesa per il territorio di Capannori (Zona 3), valutabile pari ad M = 4 5. In sede di intervento diretto sarà comunque necessaria una valutazione puntuale del potenziale di liquefazione, particolarmente nei depositi di tipo C ed E. Analogamente, con esclusione della zona di Paganico, per le problematiche note, non si ravvedono situazioni litologico - stratigrafiche (terreni prevalentemente sabbiosi a granulometria eterogenea molto sciolti e/o depositi di terreni con caratteristiche fisicomeccaniche particolarmente scadenti), tali da poter determinare apprezzabili cedimenti del suolo per fenomeni di addensamento sotto scuotimento sismico: sono invece possibili modesti cedimenti differenziali nei casi in cui si passi dal bedrock rigido ad una copertura detritica e/o alluvionale molto sciolta (fascia tipo E precedentemente descritta). In sede di intervento diretto sarà quindi necessaria una valutazione accurata dello spessore e della consistenza della copertura, con eventuale spostamento del fabbricato in progetto o l adozione di tipologie fondazionali particolari. 19 4- ASPETTI IDROGRAFICI E IDRAULICI Il riesame della Carta delle pertinenze fluviali TAV. 5 del PS, come già precisato inizialmente, ha avuto come scopo prioritario l intento di pervenire all individuazione delle cosiddette aree da destinare alla rinaturalizzazione dei corsi d acqua, in coerenza con quanto sancito all art. 24 delle norme del PTCP, essendo stato questo un aspetto, legato all integrità ecologica del corsi d acqua, non sufficientemente assolto dall attività di programmazione e pianificazione dello strumento urbanistico vigente. Per quanto riguarda gli aspetti idraulici, i nuovi dettami del regolamento regionale - DPGR n. 26/R, come già accennato, hanno inoltre comportato la necessità di procedere ad una totale revisione di quanto disponibile nella definizione delle relative classi di pericolosità idraulica, sia per i criteri di analisi applicati, sia per insufficienza informativa del QC disponibile. La definizione, infatti, della pericolosità idraulica in uso è stata elaborata su base storico-inventariale, in relazione ad una classificazione dell evento alluvionale (e di ristagno), relativamente alla sua intensità (altezza lama d acqua) e frequenza (distribuzione temporale), così come disposto dalle norme tecniche di attuazione del PTCP, ed integrata da studi idraulici, per situazioni di allagamento con Tr = 20 anni e Tr = 200 anni, situazioni che sono state, poi, utilizzate per la definizione delle cosiddette schede del rischio idraulico, riguardanti la messa in sicurezza, con opere strutturali e accorgimenti tecnici, di specifiche zone del territorio comunale, descritte come comparti idraulici. Le nuove disposizioni, invece, indicano la necessità di considerare, almeno per le unità territoriali organiche elementari (UTOE), potenzialmente interessate da previsioni insediative e infrastrutturali, gli ambiti territoriali coinvolti da allagamenti per fenomeni di inondazione e/o di insufficienza di drenaggio, riferiti rispettivamente a Tr 30 anni, 30<Tr 200

ed eventualmente per specifiche indicazioni dei PAI o per esigenze di protezione civile, anche gli ambiti implicati in scenari idraulici con 200<Tr 500. Solo al di fuori delle UTOE, è possibile ricondursi alle perimetrazioni dei PAI, oppure in assenza di studi idraulici, sono definiti gli ambiti territoriali di fondovalle per i quali ricorrano notizie storiche di allagamento e posti in situazioni morfologicamente sfavorevoli (a quota altimetrica 2 m rispetto al ciglio di sponda o al piede esterno dell argine). In tal senso, sono state quindi espletati a supporto della presente Variante nuovi studi idraulici, peraltro sotto il diretto controllo da parte delle due Autorità di Bacino, a completamento di quelli già disponibili per l attuale pianificazione, e revisioni ed integrazioni degli studi già approvati con il vigente RU. 20 4.1 - Pertinenze fluviali Il riesame della Carta delle pertinenze fluviali TAV. 5 del PS, ha avuto come scopo prioritario l intento di pervenire all individuazione, in coerenza con quanto sancito all art. 24 delle norme del PTCP, delle cosiddette aree da destinare alla rinaturalizzazione dei corsi d acqua, essendo stato questo un aspetto in parte disatteso negli obiettivi di governo del territorio della precedente pianificazione. Dal punto di vista normativo, i piani di risanamento delle acque, a seguito del D.Lgs. 152/99, devono infatti rispondere all obiettivo prioritario di risanare gli ecosistemi acquatici come garanzia di conservazione e ripristino della qualità delle acque per i diversi tipi di utilizzo. Tale disposizione, che peraltro si raccorda con gli obiettivi ambientali della Direttiva 200/60/UE, sanciti dall art. 4, e trova il suo presupposto nel superamento della classica visione di un tempo, a carattere essenzialmente ingegneristico, basata esclusivamente sulla sicurezza idraulica e quindi sulla realizzazione di opere strutturali, impone la necessità di occuparsi del corso d acqua in termini di integrità ecogeologica, riconoscendo ad esso un carattere di elemento naturale, distinguibile e caratterizzabile dall ambiente circostante, per le sue dinamiche e per le sue funzionalità (di serbatoio idrico, di contenitore di biodiveristà faunistica e flogistico-vegetazionale e di filtro di agenti di pressione e d impatto da attività antropiche e, talvolta, di risorsa energetica), nonché per le sua valenza paesaggistica, alieutica e ricreativa. In particolare, nella visione eco-sisitemica, i piani alluvionali originari sono zone costituite da varie consociazioni vegetali (erbacee, arbustive e arboree) in grado di svolgere un importante funzione idraulica ed ecologica, come di protezione da eventi esondativi, da processi erosivi e di sedimentazione, oltre che di capacità autodepurative delle acque affluenti verso il corso d acqua. Operativamente, pur essendo consapevoli dei molteplici aspetti coinvolti dall obiettivo della riqualificazione della rete idrografica (equilibrio geomorfologico, naturalità del regime idrico, rapporto con la piana inondabile e con le strutture della comunità biologica, ecc.), sono state delimitate, attraverso l analisi fotointerpretativa, con immagini satellitari (satellite IKONOS - agosto 2006) e mirati rilievi di campagna, nonché tenendo conto di precedenti studi (ad es. Carta dell uso del suolo Corpo Forestale dello stato anno 2000),