LA CORICOLTURA VITERBESE



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LA CORICOLTURA VITERBESE ASPETTI PRODUTTIVI E DI MERCATO di S. Gasbarra 1, G. Iapichino 2, P. Pace 3 1. Introduzione Lo scopo di questa analisi è dare un quadro sintetico ed immediato del mercato corilicolo nazionale e della provincia di Viterbo. La presente relazione presenta i valori strutturali del settore della produzione, raccolta e coltivazione delle nocciole dal 1970 con cadenza decennale. I dati storici sono stati ricavati dalle statistiche elaborate negli anni passati successivamente ad ogni censimento, mentre per quelli relativi al 2001 si è fatto riferimento agli studi annuali che l ISTAT pubblica dato che il corrispondente valore censuario non è ancora disponibile. È da ricordare, inoltre, che non sempre è possibile risalire ai dati provinciali dato che non tutte le statistiche su tale settore vengono disaggregate in modo così puntuale. Infine nelle rilevazioni ufficiali un ulteriore problema è rappresentato dal fatto che la produzione di nocciole viene aggregata ad un comparto più ampio che comprende i frutti con guscio in generale. 2. La produzione In Italia la superficie destinata alla produzione di nocciole è concentrata principalmente in 4 regioni: Piemonte, Lazio, Campania e Sicilia. All interno di quest ultime è possibile rintracciare le province che tradizionalmente si dedicano al settore (Cuneo, Viterbo e Roma, Avellino e Napoli, Messina). Esse costituiscono da sempre, infatti, le zone in cui è più diffusa la coltivazione rappresentando più dell 80% dell intero terreno nazionale destinato a questo uso. Dal punto di vista varietale troviamo che la Tonda Gentile Romana è la cultivar più rappresentata negli impianti della provincia di Viterbo, con una quota di circa il 90%. Risulta 1 Vicedirettore Ce.F.A.S. Az. Speciale CCIAA Viterbo, Agronomo 2 Collaboratore Ce.F.A.S., Referente Sportello Meteora, Agronomo 3 Borsista Ce.F.A.S. 1/8

molto apprezzata dalle industrie di trasformazione per le maggiori garanzie di uniformità del prodotto. Tale varietà inoltre presenta una buona adattabilità a diverse condizioni ambientali e pedoclimatiche. Le altre cultivar, presenti sempre nella provincia, rappresentano il restante 10% degli impianti e sono il Nocchione e la Tonda di Giffoni, che assolvono anche alla funzione di impollinatori. Nel Piemonte vediamo prevalere la cultivar Tonda delle Langhe, mentre in Campania, oltre la già citata Tonda di Giffoni, troviamo la Mortella, la S. Giovanni, la Riccia di Talanico di Avellino, infine in Sicilia prevale la Tonda di Sicilia. Le superfici di produzione della nocciola (riferimento alla tab.1), dopo una fase di progressiva espansione (per tutti gli anni 70), hanno avuto una generale diminuzione per tutti gli anni 80. Ciò è stato soprattutto causato dal crollo verificatosi nelle province campane 4 (Avellino e Napoli), non compensato dalla costante espansione avutasi nella provincia di Viterbo, che è continuata fino agli inizi degli anni 90 stabilizzatasi, poi, nel corso dell ultimo decennio. Questo fenomeno ha profondamente modificato l assetto nazionale di diffusione della coltura, localizzandola prevalentemente nel Lazio e in particolare nella provincia di Viterbo. Tab.1 DISTRIBUZIONE DELLA SUPERFICIE CORILICOLA 1970-71 (Ha) 1980-81 (Ha) 1990-91 (Ha) 2001 (Ha) Avellino 17073 25,6 17085 23,0 14720 21,8 12680 18,5 Cuneo 3155 4,7 5054 6,8 5875 8,7 6410 9,4 Messina 12759 19,2 12777 17,2 12752 18,9 12500 18,2 Napoli 11192 16,8 9806 13,2 4283 6,4 6654 9,7 Roma 310 0,5 586 0,8 1268 1,9 1137 1,7 Viterbo 9302 14,0 14793 19,9 17412 25,8 17225 25,2 Tot. Italia 66617 100 74379 100 67435 100 68477 100 Fonte: Ns. elaborazioni su dati censimento e, per i valori del 2001, ns. elaborazioni su dati delle Statistiche Congiunturali su coltivazioni e foreste. 4 La riduzione delle superfici nelle provincie meridionali è comunque così repentina da suggerire che si tratti soprattutto di un aggiornamento delle statistiche dovuto al censimento dell 81 così spiega G.Dono in Aspetti del mercato nel settore corilicolo 1995. 2/8

La produzione di nocciole a livello nazionale segue un andamento simile a quello descritto precedentemente (Cfr. tab.2). Anche se nel valutare questi dati è da tenere presente l influenza rappresentata dalle rese annuali, si nota il costante aumento delle quantità prodotte in provincia di Viterbo. Dal 1970 in cui la produzione della Tuscia rappresentava soltanto 11,6% di quella nazionale, si è arrivati al 2001 ad una quota pari al 31,8%, con un incremento medio ogni dieci anni pari a quasi il 55%. Nessuna provincia italiana ha fatto registrare un tasso di crescita così alto. La sola zona di Cuneo ha aumentato la produzione, mentre le altre province più importanti hanno ridotto progressivamente la quota sul totale. Tab.2 DISTRIBUZIONE DELLA PRODUZIONE CORILICOLA 1970-71 (Q.li) 1980-81 (Q.li) 1990-91 (Q.li) 2001 (Q.li) Avellino 299500 37,0 446800 39,0 326750 29,7 234650 20,1 Cuneo 40650 5,0 74700 6,6 81550 7,4 126600 10,8 Messina 84450 10,4 69800 6,1 94300 8,6 125000 10,7 Napoli 125000 15,5 186250 16,4 103100 9,4 104118 8,9 Roma 7400 0,9 10600 0,9 15750 1,4 12086 1,0 Viterbo 93850 11,6 195700 17,2 335100 30,4 371241 31,8 TOT. ITALIA 810500 100 1138500 100 1101750 100 1167399 100 Fonte: Ns. elaborazioni su dati censimento e, per i valori del 2001, ns. elaborazioni su dati delle Statistiche Congiunturali su coltivazioni e foreste In particolare, nella Tuscia, la superficie agricola destinata alla produzione di nocciole, a tutto il 2000, rappresenta il 14,3% del totale, ponendosi come terzo tipo di coltivazione più diffusa dopo il grano duro (41,4%) e olivo (17,4%). Ma il ruolo più importante è quello assunto da questo comparto nell economia viterbese, coinvolgendo più di 8.000 famiglie e 30 comuni ed in 15 di essi la nocciolicoltura è l attività produttiva prevalente (Cfr. tab3). Non mancano esempi, infine, di tentativi di creazione di strutture indotte come, per esempio, l utilizzazione dei gusci quale combustibile per la cottura di pane e dolci, od per la produzione di energia elettrica. Quest ultima esperienza poi abbandonata nel 1992 per ragioni ambientali. 3/8

Tab.3 PESO DELLA PRODUZIONE CORILICOLA SULLA SAU COMUNALE Comuni % sulla SAU Bassano Romano 28,1 Calcata 58.0 Canapina 31.5 Capranica 77.5 Caprarola 71.0 Carbognano 78.0 Corchiano 55.2 Fabbrica di Roma 49.5 Faleria 64.1 Ronciglione 51.5 Soriano nel Cimino 40.1 Sutri 26.2 Vallerano 63.0 Vasanello 53.6 Vignanello 74.2 Fonte: Ns. elaborazioni su dati ISTAT 3. I dati del mercato I produttori sono soprattutto raggruppati in grandi Associazioni che svolgono un ruolo fondamentale nella regolazione del mercato, soprattutto per quanto riguarda la concentrazione dell offerta e il miglioramento del prodotto. Le organizzazioni associative hanno accorpano le cooperative di produttori già esistenti sul territorio. In provincia di Viterbo sono attive tre Associazioni; l ASSOFRUTTI di Caprarola (I^ associazione riconosciuta a livello nazionale), l APRONVIT, che ha riunito le cooperative di Capranica e di Fabbrica di Roma e l APNAL di Ronciglione. Le Associazione contribuiscono all integrazione verticale della filiera, ed operano fino ai primi livelli del canale commerciale. Inoltre esse ricevono, a seguito dell approvazione di uno specifico progetto, contributi ai sensi del Reg. CEE 2159/89. Ciò consente loro di svolgere un ruolo di controllo e di assistenza nei piani di sviluppo e miglioramento del prodotto, conferendo contributi agli agricoltori che, nel perseguimento dei piani di sviluppo adottati, acquistino e distribuiscano i 4/8

fattori produttivi (in particolar modo antiparassitari), nei modi e nei tempi indicati dalle strutture di assistenza tecnica delle Associazioni stesse. Per quanto riguarda il valore della produzione corilicola, è possibile effettuarne una stima indiretta, sulla base dei punti resa 5 realizzati nelle diverse zone di produzione, che vanno a determinare il prezzo all origine. Il punto resa dipende direttamente dalla qualità riscontrata nella nocciola 6 e, pertanto, dipende, da variabili ambientali (clima, presenza di parassiti, ecc.) e gestionali (tecniche di concimazione, controllo dei parassiti 7, irrigazione 8 e modalità di raccolta). In base a tali considerazioni si è indotto il valore della produzione corilicola differenziato per zona di coltivazione (Cfr. tab.4) Tab.4 VALORE DELLA PRODUZIONE DELLE NOCCIOLE 2001 Val. della produzione 2001 Val. della produzione % Avellino 30.621.825 21.0 Cuneo 16.521.300 11.4 Messina 14.500.000 10.0 Napoli 13.587.399 9.3 Roma 1.472.075 1.0 Viterbo 45.217.154 31.1 Tot. Italia 145.574.655 100.0 Fonte: Ns. elaborazioni su dati Istat 5 Si determina attraverso il rapporto (a/b) dove: a) peso del campione costituito da 100 frutti essiccati b) peso dei 100 semi del campione raccolto 6 La qualità del prodotto espressa in punti resa,da informazioni acquisite sul mercato, risponde mediamente ai seguenti valori: Avellino (45), Cuneo (45), Messina (40), Napoli (45), Roma (42), Viterbo TGR (42), Viterbo Nocchione (38) 7 Le principali avversità parassitarie del nocciolo sono riconducibili a: Crittogame - Marciume bruno dei frutti (Monilia fructigena Pers.) Batteriosi Cancro batterico del nocciolo (Pseudomonas syringae pv.avellanae) Acari Eriofide galligeno delle gemme (Phytoptus avellanae Nal.) Insetti Balanino (Curculio nucum), Cimici del nocciolo (Gonocerus acutengulatus, Raphygaster nebulosa, Nezara viridula) 8 La tecnica irrigua praticata sui noccioleti della provincia di Viterbo è riconducibile essenzialmente al sistema a goccia con due gocciolatoi a pianta da 4 l/h posti on line sulle ali gocciolanti o, tipologia in forte espansione, al sistema di subirrigazione con ali gocciolanti interrate a circa 0.30 mt. di profondità e portanti gocciolatoi in line da 2,00 2.50 l/h ogni 0,60 0.90 mt.. 5/8

Il prodotto viene quasi esclusivamente venduto sgusciato e destinato, per almeno il 70% dell intera produzione mondiale, all esportazione. I principali acquirenti internazionali sono rappresentati dalle industrie dolciarie. Si stima (Dono, 1995) che solo il 4% degli scambi totali sia rappresentato dalla nocciola in guscio. 4. La formazione del prezzo Il prezzo delle nocciole è notevolmente influenzato dalle transazioni internazionali. L influenza maggiore sul prezzo è data dalla quantità di produzione immessa nei mercati internazionali dalla Turchia, che da sola rappresenta il 70% dell'offerta mondiale. Per la presente annata si stima che la produzione turca sia stata di 630 650.000 tonnellate di nocciole, a fronte di circa 250.000 tonnellate di scorte accumulate nei precedenti tre anni. Insieme ad altri Paesi produttori, come l Italia, la Spagna e l Oregon (USA), si stima che la produzione dell anno possa raggiungere circa 800 850.000 tonnellate di produzione (Agrisole), che sovrasterebbe la domanda complessiva a livello mondiale. Comunque la Turchia non è interessata, solitamente, ad immettere un quantitativo spropositato di prodotto nel mercato in quanto porterebbe ad una drastica riduzione dei prezzi internazionali, con conseguenze negative sui livelli di reddito dei propri agricoltori. A tal fine è stata creata la Fiskobirlik, l Unione delle Cooperative per il Mercato delle Nocciole, che agisce di fatto come un organismo pubblico, in quanto attua misure governative di sostegno dei prezzi con interventi di ritiro dal mercato; buona parte del prodotto ritirato viene poi distribuita gratuitamente nelle scuole o nelle caserme. Inoltre il Governo Turco ha imposto il versamento di una tassa che gli esportatori devono versare nel Fondo di Sostegno e Stabilizzazione dei Prezzi, al fine di allineare i prezzi interni e quelli di esportazioni, e di avere i fondi necessari a realizzare gli interventi di sostegno prima citati. L oscillazione del prezzo della nocciola, per quel che riguarda l effetto Turchia può, inoltre, ritenersi di tipo ciclico. Difatti può verificarsi che a distanza di alcuni anni le scorte accumulate nei magazzini della Fiskobirlik siano in eccesso rispetto a quelle che si riescono ancora a stoccare, e che il costo del ritiro e dello stesso immagazzinamento sia troppo elevato. 6/8

Per questi motivi il Governo Turco può decidere di abbassare il livello della tassa sull esportazione, con conseguente immissione di notevoli quantitativi di produzione nei mercati internazionali. Come tutti gli anni l Unione Europea chiede a viva voce al Governo di Ankara di ridurre la superficie produttiva della nocciola, in modo da evitare di incorrere ai problemi connessi alle politiche di sostegno del prezzo; quest anno è stata fatta esplicita richiesta di ridurre, entro i prossimi quattro anni, di almeno 100.000 ettari la superficie, e a dissuadere gli agricoltori a realizzare nuovi impianti, questione che comunque non incontra il favore di tutte le forze politiche turche. Un altro fattore che influenza il prezzo della nocciola è la valuta statunitense, in quanto le transazioni internazionali vengono effettuate utilizzando il dollaro, e, poiché gli agricoltori italiani hanno ricevuto, fino all ultima campagna commerciale del 2001, il pagamento in lire, l andamento del tasso di cambio lira/dollaro, che per la prossima campagna commerciale sarà /$, diventa importante nel determinare le quotazioni del prodotto in Italia. 5. Iniziative camerali a favore del settore corilicolo La breve analisi del comparto corilicolo, dimostra l oramai acquisita posizione di preponderanza della provincia di Viterbo in ambito nazionale. La crescita di questo settore avuta nel corso degli anni 70 ed 80, è stata succeduta dal consolidamento negli anni 90 ed i dati più recenti confermano questa tendenza. La particolare posizione geografica e la qualità del prodotto finito, unite alla tradizionale esperienza maturata in questo mercato nel corso degli anni, rendono la Tuscia il centro di produzione più importante d Italia sia in termini di quantità che di estensione agraria dedicata alla coltura. Oltre a ciò il mercato delle nocciole assume un ruolo fondamentale all interno dell economia viterbese sia in termini lavorativi che di produzione di ricchezza. La Camera di Commercio di Viterbo è intervenuta a favore del settore costituendo il Centro Studi sull Economia del Nocciolo, che ha operato dal 1990 al 1997, realizzando studi e ricerche che poi sono stati oggetto di pubblicazione in una collana di Quaderni, incentrata sugli aspetti del mercato e della struttura produttiva del settore corilicolo nella provincia. 7/8

Nel corso delle riunioni del Comitato del Centro Studi era già stato individuato, come obiettivo finale delle attività di studio e di ricerca, la redazione di un disciplinare di prodotto da sottoporre agli organi di controllo nazionali ed europei. Tale traguardo è stato raggiunto nell anno 2001. Si è costituito infatti, presso la sede della Camera di Commercio, un Comitato tecnico di lavoro che ha redatto, in stretta collaborazione con le predette Associazioni di produttori, un disciplinare finalizzato all ottenimento del riconoscimento DOP per la nocciola del viterbese. Altro passo in avanti nel supportare il comparto nonché ulteriore strumento di promozione e di regolamentazione del settore corilicolo, non potrà che essere rappresentato dalla Costituzione del Comitato Nazionale di Vigilanza del prodotto, per l ammissione della nocciola in Meteora, mercato degli scambi telematici che opera a livello nazionale e promosso dalla UnionCamere. Riferimenti bibliografici Agostini M., Nocciole, Ankara vara un piano per smantellare le eccedenze, Agrisole 31 agosto 6 settembre 2001. Angeli A., Senni S. Aspetti strutturali del tessuto produttivo corilicolo nella provincia di Viterbo, Quaderni del Centro Studi sull Economia del Nocciolo n 2, Viterbo 1995. Camerini J., Dono G., La corilicoltura nel viterbese: un analisi di mercato, Tesi di laurea, Viterbo 1993. Dono G., Aspetti del mercato nel settore corilicolo, Quaderni del Centro Studi sull Economia del Nocciolo n 1, Viterbo 1995. Istat, Statistiche congiunturali su coltivazione e foreste, Roma 2000. 8/8