Forme e decori delle ceramiche da mensa senesi nei secoli XIV-XV Maiolica arcaica

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Forme e decori delle ceramiche da mensa senesi nei secoli XIV-XV In questa sezione viene presentata la tipologia morfologico-decorativa della maiolica arcaica senese che aggiorna il panorama noto (FRANCOVICH, 1982, pp. 121-150) con i dati emersi dallo studio dei materiali rinvenuti nel pozzo della Civetta (LUNA, 1999). Oltre a questa viene fornita la tipologia morfologico- decorativa della ceramica ingobbiata e graffita, messa a punto da Francovich nel contributo fondamentale sulla ceramica medievale a Siena e nella Toscana meridionale (FRANCOVICH, 1982, pp. 151-170). Maiolica arcaica I reperti in maiolica arcaica rinvenuti nel pozzo della Civetta confermano pienamente il panorama morfologicodecorativo che emerge dalla tipologia messa a punto da Francovich. Tra le forme chiuse infatti i boccali presentano varianti dimensionali dei tipi noti cui si aggiungono però anche alcuni elementi di novità morfologica. E' il caso dei boccali 3.4 e 3.5 che potrebbero costituire una sorta di passaggio dal tipo 3 ai tipi 6, 7, 8; tale ipotesi deriva dal fatto che i due esemplari della Civetta presentano il ventre leggermente ribassato e una strozzatura del piede meno accentuata rispetto al tipo 3, e ciò potrebbe essere indizio del processo di trasformazione che porterà dai boccali a piede svasato ai boccali con piede a disco. Un altro tipo che presenta elementi di novità è il boccale 9 che dal punto di vista morfologico sembra più vicino a forme proprie di altre classi ceramiche quattrocentesche, ipotesi confortata anche dalla monocromia bianca che a Siena affianca i prodotti decorati dell'ultima fase della maiolica arcaica, e che caratterizza anche il microvasetto 12, riferibile ad esemplari invetriati diffusissimi soprattutto dalla metà del XV secolo. Infine il tipo noto dell' orciolo biansato (10) trova una variante dimensionale nel tipo 10.1 che mostra però anche differenze morfologiche nella forma del collo e nella impostazione delle anse. Anche per le forme aperte i materiali della Civetta presentano varianti dimensionali dei tipi noti (16.4; 16.5; 16.6; 13.1; 17.2; 19.2; 25.2) cui si aggiungono, per i catini, leggere differenze nella forma dei bordi; inoltre si identificano i tipi nuovi dei catini 14 e 15 (quest'ultimo con orlo morfologicamente analogo alla ciotola 18, trova confronti con esemplari in acroma depurata) e delle ciotole 22 e 22.1, con bordo estroflesso e leggera carena, anch'esse morfologicamente vicine ad esemplari depurati. Ad essi si aggiunge la ciotola 23 che sembra unire elementi tipici della produzione senese, quali i listelli, ad un tipo di bordo, inusuale, distinto dalla parete. Elementi di novità presenta anche il tipo 20 che ha lo stesso impianto delle ciotole 19, cui è aggiunto un versatoio. Infine si segnala la tazza 30 che presenta caratteristiche morfologiche nuove rispetto

al tipo 29 già noto, e che forse è da riferire ad una fase più tarda della produzione. Le decorazioni presentano motivi riconducibili alla tipologia nota; tuttavia la diversa combinazione degli elementi che caratterizzano il repertorio (foglie lanceolate, trilobate, embricazioni, reticoli, nodi, ecc.) porta ad un notevole ampliamento del panorama sia per le forme chiuse, sia per le forme aperte (tavv. III-VI). Nel riorganizzare la tipologia morfologica della maiolica arcaica senese abbiamo ridefinito anche le forme note indicando con un primo numero le caratteristiche del tipo, cui viene aggiunto un secondo numero che indica, dove essa è presente, la variante dimensionale o morfologica. Per le decorazioni invece si è effettuata una suddivisione tra motivi principali (divisi a loro volta in motivi vegetali, motivi geometrici e altri motivi) e sequenze secondarie. Tali raggruppamenti vengono indicati con una lettera che definisce il gruppo di appartenenza (a, motivi principali vegetali; b, motivi principali geometrici; c, altri motivi principali; d, sequenze secondarie; e, sequenze sulle anse), seguita da un numero che riguarda la singola decorazione. Le forme Forme chiuse Boccale 1 - FRANCOVICH, 1982, A.2.1, p. 124 Boccale 1.1 Descrizione: bocca trilobata, corpo cilindriforme leggermente bombato e rastremato verso l'orlo, ansa a sezione ellittica, fondo piano. Smalto esterno, vetrina marrone interna e sulla parte inferiore esterna. Dimensioni: h. cm. 17,6; diam. fondo cm. 9,4; ansa: la. cm. 1,8, >< cm. 1,2. Confronti: si tratta di una variante dimensionale del tipo 1 (FRANCOVICH, 1982, A.2.1, p. 124; anche in BERTI, CAPPELLI, FRANCOVICH 1986, I.4, p. 485), poco conosciuto in Toscana e documentato nel Lazio e che è attestato, a Siena, sia dall'esemplare rinvenuto nel pozzo della Civetta, sia dagli scarti di fornace provenienti da Villa Guinigi o dal giardino dell'ospedale della Scala (cfr. FRANCOVICH, 1982, pp 123-124). L'esemplare della Civetta è pubblicato in CUTERI-PAOLUCCI, 1983, fig. 58, p. 67; CAPPELLI, 1990, tav. VI, p. 349.

Decorazione: motivo principale a.20; sequenze d.10, d.12; e.2. Cronologia: ultimi decenni XIII-prima metà XIV secolo. Boccale 2 - FRANCOVICH, 1982, A.3.1, p. 125. Boccali 3; 3.1 - FRANCOVICH, 1982, A.1.1, A.1.2, p. 122-123. Tra i reperti della Civetta figurano esemplari del tipo 3 che presentano la decorazione b.3 accompagnata dalle sequenze d.10, d.12; e.3. Boccale 3.2 Descrizione : bocca trilobata, corpo ovoide espanso, ansa a sezione ellittica, piede svasato, fondo piano. Smalto esterno, vetrina marrone interna, gialla sulla parte esterna del piede. Dimensioni: h. cm.16,2; diam. fondo cm.7,8; ansa: la. cm. 2, >< cm.1,2. Confronti: tale forma costituisce una variante dimensionale del tipo 3 (FRANCOVICH,,1982, A.1.1, p 123; anche in BERTI, CAPPELLI, FRANCOVICH, 1986, fig. I.3, p. 485). Rispetto all'altra variante 3.1 il boccale in esame presenta la forma del corpo più espansa, cosa che farebbe pensare a un'evoluzione della forma 3.1 dalla metà del XIV secolo. In mancanza di dati certi tuttavia per la forma 3.2 si adotta per intero la cronologia di 3.1. Decorazione: motivo principale a.19. Cronologia : ultimi decenni XIII-seconda metà XIV secolo. Boccale 3.3 - FRANCOVICH, 1982, A.1.3, p. 123. Boccale 3.4 Descrizione : bocca trilobata, corpo ovoide con ventre ribassato, ansa a sezione ellittica, piede svasato, fondo piano.

Smalto esterno, vetrina interna e sulla parte esterna del piede. Dimensioni: h. da cm. 11,2 a cm. 17,2; diam. fondo da cm. 9,3 a cm. 10; anse: la. da cm. 2 a cm. 2,2, >< cm. 1,4. Confronti: questa forma costituisce una variante morfologica del tipo 3 (FRANCOVICH, 1982, A.1.1, p 122, anche in BERTI, CAPPELLI, FRANCOVICH, 1986, fig. I.3, p 485; variante di Firenze, 1988, p 36, n 7) di cui potrebbe essere una evoluzione verso i boccali con piede a disco (6-7-8; cfr. quanto detto in precedenza). L'esemplare della Civetta è pubblicato in BERNARDI et alii, 1984, tav. X, p 124; CAPPELLI, 1990, tav. V, p. 348. Decorazione: motivo principale c.3; sequenze d.10, d.11, e.3, e.4. Cronologia : ultimi decenni XIII- seconda metàxiv secolo. Boccale 3.5 Descrizione: bocca trilobata, corpo con ventre leggermente ribassato, ansa a sezione ellittica, piede svasato, fondo piano. Smalto esterno, vetrina interna e sulla parte esterna del piede. Dimensioni: h. cm. 16,2; diam. fondo cm. 7,8; ansa: la. cm. 2,2, >< cm. 1. Confronti : la forma costituisce una variante morfologica del tipo 3.3 (FRANCOVICH, 1982, A.1.3, p 122; variante di BERTI, CAPPELLI, FRANCOVICH, 1986, I.8, p 485) di cui potrebbe essere una evoluzione come suggeriscono il corpo leggermente ribassato e il piede meno svasato, così come 3.4 potrebbe esserlo di 3. Decorazione : motivo principale c.25. Cronologia: ultimi decenni XIII- seconda metà XIV secolo. Boccale 4 - FRANCOVICH, 1982, A. 7.1, p 126. Boccale 5 - FRANCOVICH, 1982, A. 8.1, p 126. Boccale 5.1 Descrizione: corpo bitronco-conico con fascia cilindriforme di raccordo. Smalto esterno grigiastro, vetrina marrone interna e sulla parte inferiore esterna. Dimensioni: diam. fascia di raccordo cm. 17. Confronti: si tratta di una variante dimensionale del tipo 5 (FRANCOVICH, 1982, A.8.1, p 129, anche in BERTI, CAPPELLI, FRANCOVICH, 1986, fig. I.13, p. 485.); lo stato molto frammentario dell'esemplare che mostra tale forma (l'unico a Siena in area urbana), permette solo di riconoscere il tipo particolare del boccale a corpo bitroncoconico. Decorazione : motivo principale a.24. Cronologia: seconda metà XIV- prima Boccali 6; 6.1 - FRANCOVICH, 1982, A. 4.1; A.4.2, p 127. Gli esemplari della Civetta presentano diversi motivi; il tipo 6 ha le decorazioni a.22, a.23, a.25, a.26, con le sequenze d.9 ed e.2. Boccale 7 - FRANCOVICH, 1982, A.5.1, p. 127. Boccale 8 - FRANCOVICH, 1982, A.6.1, p. 128.

Boccale 8.1 Descrizione: bocca trilobata, corpo panciuto con ventre ribassato, ansa a sezione ellittica, piede a disco, fondo piano. Smalto esterno monocromo bianco vetrina interna marrone. Dimensioni:: h. cm.15,7; diam. fondo cm. 9,2; ansa: la. cm. 2, >< cm. 1,2. Confronti: la forma costituisce una variante dimensionale del tipo 8.3 (FRANCOVICH, 1982, A.6.2, p.128, anche in BERTI, CAPPELLI, FRANCOVICH, 1986, fig. I.11, p. 485 ). Boccale 8.2 Descrizione: bocca trilobata, corpo panciuto con ventre ribassato, ansa a sezione ellittica, piede a disco, fondo piano. Smalto esterno monocromo bianco vetrina interna marrone. Dimensioni:: h. residua cm.12; diam. fondo cm. 7,2; ansa: la. cm. 2, >< cm. 1. Confronti : anche questa forma costituisce una variante dimensionale del tipo 8.3 (FRANCOVICH, 1982, A.6.2, p.128), ma anche di una forma aretina (BERTI, CAPPELLI, FRANCOVICH 1986, I.19, p. 485). Il tipo 8.2, come impianto, può essere considerato una variante di 8.3, ma è forse piu vicino al tipo aretino, cosa che non stupisce se si considerano i molteplici contatti tra la produzione senese e quella aretina. La continuazione, nell'ambito di quest'ultima, della forma in questione oltre la fine del XV secolo potrebbe far pensare a un fenomeno del genere anche in ambito senese, ma il tipo di contesto da cui proviene 8.2 non permette di andare oltre il campo delle ipotesi. Boccale 8.3 - FRANCOVICH, 1982, A.6.2, p. 128. Boccale 9 Descrizione: corpo panciuto e ribassato verso il fondo che tende a restringersi molto verso l'alto, ansa a nastro, sul ventre listello inciso, piede a disco, fondo piano. Smalto esterno monocromo bianco, vetrina interna. Dimensioni: h. residua cm.11,9; diam. fondo cm. 7; ansa: la. cm. 2,4, >< cm. 0,8. Confronti: non si conoscono confronti puntuali per questa forma anche se essa sembra simile, come impianto, a FRANCOVICH, 1982, fig. 277, n 120, p 312. Cronologia: XV secolo? Orciolo 10 - FRANCOVICH, 1982, A.11.1, p. 129. Orciolo 10.1 Descrizione: collo cilindrico e bordo pronunciato verso l'esterno, corpo leggermente ingrossato nella parte alta, anse a nastro, fondo piano. Smalto esterno, vetrina interna e sulla parte inferiore esterna. Dimensioni:: h. cm. 22,3; diam. orlo cm. 11,5; diam. fondo cm.12; anse: la. cm. 3,4, >< cm. 1. Confronti: si tratta di una variante morfologico-dimensionale del tipo 10 (FRANCOVICH, 1982, A.11.1, p 130, anche

in BERTI, CAPPELLI, FRANCOVICH, 1986, fig. I.9, p 485) rispetto al quale presenta anse meno pronunciate e collo più alto; forse il tipo 10.1 potrebbe essere più collocabile verso la parte centrale del XIV secolo, visto che la parte inferiore del corpo e il collo più alto sono simili a quelli dell'orciolo 11. In mancanza di dati certi tuttavia si adotta la datazione proposta per il tipo 10. L'esemplare della Civetta è pubblicato in CUTERI-PAOLUCCI, 1983, fig. 61, p. 69; CAPPELLI, 1990, tav. VII, p. 350. Decorazione: motivo principale b.8; sequenze d.10; e.5. Cronologia: prima metà - terzo quarto XIV secolo. Orciolo 11 - FRANCOVICH, 1982, A.10.1, p. 130. Microvasetto 12 Descrizione: orlo indistitnto, corpo leggermente ingrossato nella parte alta. Smalto esterno monocromo, vetrina internna. Dimensioni:: h. cm. 7,5; diam. max. cm.5,4; diam. fondo cm. 4,2. Confronti: una forma simile alla 12 si conosce da S.Marta (Siena), (FRANCOVICH, 1982, fig. 285, n 176); una, dalla Fortezza di Grosseto, (FRANCOVICH, GELICHI, 1980, tav. 36, n 8, p 146); un'altra dai pozzi di via del Proconsolo a Firenze, (Firenze, 1988, n. 20, p 39). Tutti e tre i confronti si riferiscono ad esemplari invetriati (la cui diffusione è massiccia soprattutto a partire dal XV secolo, FRANCOVICH, 1982, p. 71), ma la presenza della stessa forma anche in maiolica arcaica monocroma è normale nel panorama di progressiva standardizzazione delle forme che caratterizza le produzioni senesi del XV secolo e che accomuna, per alcune forme, diverse classi ceramiche. Cronologia : XV secolo.

Forme aperte Catino 13 - FRANCOVICH, 1982, B.2.1, p. 133. Catino 13.1 Descrizione: bordo verticale, orlo arrotondato, cavità troncoconica carenata. Smalto interno, vetrina esterna marrone chiaro. Dimensioni:: h. residua cm. 7; diam. orlo cm. 26,4. Confronti: questa forma costituisce una variante del tipo 13 (FRANCOVICH, 1982, B.2.1, p 133, anche in BERTI, CAPPELLI, FRANCOVICH, 1986, fig. II.9, p 487): per il pezzo in questione vengono adottati i confronti riferibili al XIV secolo, anche se una forma simile è presente fra i reperti del Nicchio (seconda metà XV-inizi XVI, FRANCOVICH, 1982, fig. 212, nc 81, p 234, e a Pisa e Lucca nella prima metà del XV secolo: BERTI, CAPPELLI, FRANCOVICH, 1986, fig. II.43, p 487). Decorazione: la frammentarietà del reperto permette di riconoscere solo una parte della decorazione nella sequenza d.10. Cronologia: prima metà XIV secolo. Catino 14 Descrizione: bordo sagomato esternamente a listelli, orlo arrotondato, cavità troncoconica carenata, piede a disco, fondo piano. Smalto interno, vetrina giallastra esterna. Dimensioni:: h. cm. 8,1; diam. bordo da cm. 21,2 a cm. 30,6; diam. fondo cm. 12. Confronti: non si conosce per questo tipo un confronto puntuale anche se esemplari con bordo a listelli e cavità troncoconica (ma con piede ad anello e orlo appuntito) sono presenti a Pisa nella prima metà del XIV secolo (BERTI, 1997, tav. 35 a-c, p 90); si conoscono inoltre due frammenti di orlo provenienti dalla contrada del Nicchio riconducibili almeno alla seconda metà del XV secolo (FRANCOVICH, 1982, fig. 212, nc 69, p 234 e fig. 236, fq 5, p 262). Per il pezzo in questione viene adottata la datazione più alta in relazione al tipo di decoro. L'esemplare in esame è pubblicato in BERNARDI et alii, 1984, fig. 73, p 120; CAPPELLI, 1990, tav. IX, p 351 (dove il pezzo è descritto con il piede ad anello e la cavità emisferica). Decorazione : motivo principale a.16; sequenza d.10. Cronologia: metà XIV secolo.

Catino 15 Descrizione: orlo piatto a tesa leggermente pronunciato verso l'esterno. Smalto interno, vetrina esterna marrone chiaro. Dimensioni:: h. residua cm. 5,2; diam. orlo cm. 27,8. Confronti: la frammentarietà dell'esemplare permette solo di accostare questo tipo di forma al tipo 18 (FRANCOVICH, 1982, B.7.1, p 135, anche in BERTI, CAPPELLI, FRANCOVICH, 1986, fig. II.5, p 487) in relazione al tipo di bordo, anche se c'è una notevole differenza dimensionale tra 18 e l'esemplare della Civetta. Si conosce anche una forma simile in acroma depurata proveniente dal Nicchio (FRANCOVICH 1982, na 18, p. 205). Decorazione: è visibile solo la decorazione secondaria costituita dalla sequenza d.3. Cronologia: XIV-XV secolo. Catini 16; 16.1; 16.2; 16.3 - FRANCOVICH 1982, B.1.1; B.1.2; B.1.3; B.1.4, pp. 131 e ss. Catino 16.4 Descrizione : bordo a nastro convesso, orlo arrotondato, cavità emisferica, piede a disco a orlo marcato, fondo piano. Smalto interno, vetrina esterna marrone giallastra. Dimensioni:: h. da cm. 10,5 a cm. 12; diam. orlo da cm. 23 a cm. 23,6; diam. fondo da cm. 10,2 a cm. 10,5. Confronti : il tipo 16.4 appartiene ai catini a nastro convesso che hanno come forma di riferimento il tipo 16 (cfr. sopra; FRANCOVICH, 1982, B.1.1, p 131, anche in BERTI, CAPPELLI, FRANCOVICH, 1986, fig. II.44, p 487). Decorazioni: motivi principali a.1; a.6, a.8, a.10, a.13; sequenze d.5, d.8, d.10.

Ciotola 16.5 Descrizione : bordo a nastro convesso, orlo arrotondato, cavità troncoconica, piede a disco a orlo marcato, fondo piano. Smalto interno, vetrina esterna marrone giallastra. Dimensioni : h. cm. 9,4; diam. orlo da cm. 18,2 a cm. 18,6; diam. fondo cm. 10. Confronti : come il tipo precedente anche 16.5 appartiene ai catini e ciotole a nastro convesso (FRANCOVICH, 1982, B.1.1, p 131, anche in BERTI, CAPPELLI, FRANCOVICH, 1986, fig. II.44, p 487). Dal punto di vista dimensionale 16.5 costituisce una via di mezzo tra i catini 16 e 16.4 e la ciotola piccola 16.6, cosa che può far pensare ad un utilizzo sia individuale sia collettivo della forma. L'esemplare in esame è pubblicato in CAPPELLI, 1990, tav. XII, p 353. Decorazione : motivo principale a.1. Cronologia : seconda metà XIV-seconda Ciotola 16.6 Descrizione : bordo a nastro convesso, orlo arrotondato, cavità emisferica, piede a disco, fondo piano. Smalto interno, vetrina esterna giallastra. Dimensioni: h. da cm. 7,1 a cm. 7,6; diam. orlo da cm. 15 a cm. 15,6; diam. fondo da cm. 6,6 a cm. 8,4. Si tratta di un tipo morfologicamente affine a 16.4, ma di dimensioni notevolmente minori; anche 16.6 appartiene al tipo di catini e ciotole a nastro convesso per il quale la forma di riferimento è il 16 (FRANCOVICH, 1982, B.1.1, p 131, anche in BERTI, CAPPELLI, FRANCOVICH, 1986, fig. II.44, p 487). Decorazione: motivi principali a.3, a.11; sequenza d.8. Cronologia: seconda metà XIV-seconda Ciotoloni 17; 17.1 - FRANCOVICH 1982, B.3.1; B.3.2, p. 133. Ciotolone 17.2 Descrizione: bordo esterno sagomato a listelli, orlo arrotondato. Smalto interno, vetrina esterna (la forma identificata nel pozzo della Civetta ha lo smalto monocromo bianco e l'esterno nudo). Dimensioni : h. residua cm. 5; diam. orlo cm. 31,4. Confronti: la forma appartiene alla tipologia dei ciotoloni con bordo a listelli caratteristici della produzione di area senese (cfr. sopra; FRANCOVICH, 1982, B.3.1 e B.3.2, p 133, anche in BERTI, CAPPELLI, FRANCOVICH, 1986, fig. II, 38-39, p 487). Cronologia : seconda metà XIV- seconda Ciotola 18 - FRANCOVICH 1982, B.7.1, p. 134. Ciotole 19; 19.1 - FRANCOVICH 1982, B.9.1; B.9.2, p. 136. Ciotola 19.2 Descrizione: orlo arrotondato, cavità emisferica, fondo piano, piede a disco a orlo marcato. Smalto monocromo bianco interno-esterno. Dimensioni:: h. cm. 6,7; diam. max. cm. 13,6; diam. min. cm. 6. La forma della ciotola emisferica, molto diffusa nella maiolica arcaica senese soprattutto nella fase matura della produzione e in

monocromia bianca (FRANCOVICH, 1982, B.9.1, B.9.2, B.9.3, p 136; anche in BERTI, CAPPELLI, FRANCOVICH, 1986, fig. II.34, p 487) continua ad essere attestata, in particolare nei corredi conventuali, anche dopo la fine della maiolica arcaica. Cronologia : seconda metà XIV- seconda metà XV. Ciotola 19.3 - FRANCOVICH 1982, B.9.3, p. 136. Ciotola 20 Descrizione: orlo arrotondato, cavità emisferica con beccuccio a sezione semicircolare, ansa a nastro, piede a disco, fondo piano. Smalto monocromo rosato interno- esterno. Dimensioni:: h. cm. 7,3; diam. orlo cm. 17,1; diam. fondo cm. 8; ansa la cm. 2,1; >< cm. 0,6. Confronti : non si conosce un confronto puntuale anche se la forma dell'esemplare in esame, senza versatoio, ha lo stesso impianto di 19.2. metà XV. Ciotola 21 - FRANCOVICH 1982, B.10.1, p. 137. Ciotola 22 Descrizione: bordo estroflesso, orlo arrotondato. Smalto monocromo bianco interno, esterno nudo. Dimensioni:: h. residua cm. 2,4; diam. orlo cm. 19,2. Confronti: tale forma non trova riscontro nella tipologia nota della maiolica arcaica, ma si avvicina ad esemplari in acroma depurata (BOLDRINI, RONCAGLIA, 1984, fig. 1, n 7, p 270). Cronologia : seconda metà XIV secolo? Ciotola 22.1 Descrizione: bordo estroflesso, orlo arrotondato, corpo leggermente carenato. Smalto interno, vetrina esterna marrone giallastra. Dimensioni:: h. residua cm. 3; diam. orlo cm. 18,6. Confronti: come per il tipo precedente anche per la forma 22.1 si hanno confronti con esemplari in acroma depurata (BOLDRINI, RONCAGLIA, 1984, fig. 1, n 7, p 270). Decorazione : sequenza d.10. Cronologia : seconda metà XIV secolo? Ciotola 23 Descrizione : bordo distinto dalla parete, orlo arrotondato, cavità emisferica, pareti esterne a listelli. Smalto monocromo bianco interno, esterno nudo. Dimensioni:: h. residua cm. 4,6 ; diam. orlo cm. 17. Confronti : non si hanno riscontri puntuali neanche per il tipo 23 anche se il bordo distinto dalla parete, quasi a nastro convesso, e i listelli sono elementi caratteristici delle forme aperte della maiolica arcaica senese. Cronologia : seconda metà XIV- seconda metà XV. Catino 24 - FRANCOVICH 1982, B.11.1, p. 138. Scodelle 25; 25.1 - FRANCOVICH 1982, B.4.1; B.4.2, p. 140. Scodella 25.2

Descrizione: larga tesa confluente e orlo arrotondato, corpo emisferico. Smalto monocromo bianco esterno-interno. Dimensioni: h. residua cm. 3; diam. orlo cm. 12,4. Confronti: si tratta di una variante dimensionale del tipo 25 (FRANCOVICH, 1982, B.4.1, p 134, anche in BERTI, CAPPELLI, FRANCOVICH, 1986, fig. II.13, p 487); poichè non è possibile risalire alla forma del fondo, il pezzo potrebbe essere riferito anche a una forma rinvenuta nella contrada del Nicchio (FRANCOVICH, 1982, fig. 19, ff1, p 243), ascrivibile alla seconda metà del XV- inizi XVI secolo. Cronologia: prima metà XIV-seconda metà XV. Scodella 26 - FRANCOVICH 1982, B.5.1, p. 139. Scodella 27 Descrizione: tesa piana, orlo arrotondato, cavità emisferica, piede ad anello. Smalto interno, vetrina esterna marrone chiaro. Dimensioni:: h. cm. 7,8; diam. orlo cm. 19,1; diam. fondo cm. 7,8. Confronti: non ci sono forme uguali a questo tipo nella maiolica arcaica di area senese, mentre una forma simile è presente a Pisa (BERTI, 1997, tav. 48b, p. 98). L'esemplare in esame è pubblicato in FRANCOVICH, 1982, B.12.1, p. 138; CUTERI-PAOLUCCI, 1983, fig. 59, p. 68; CAPPELLI, 1990, tav. VIII, p 350. Decorazione: motivo principale a.12; sequenze d.2 e d.9. Cronologia : prima metà XIV secolo. Rinfrescatoio 28 - FRANCOVICH 1982, B.6.1, p. 140. Tazza 29 -FRANCOVICH 1982, B.8.1, p. 141. Tazza 30 Descrizione: orlo arrotondato, corpo troncoconico, biansata con anse a sezione ellittica, piede a disco a orlo marcato, fondo piano. Smalto monocromo biancorosato e brillante interno-esterno. Dimensioni:: h. cm. 6,2; diam. orlo cm. 8,6; diam. fondo cm. 6,2; anse: la. cm. 0,8, >< cm. 0,6. Confronti : non si conoscono forme uguali a questo tipo di tazza anche se essa, come impianto, si avvicina ad esempari aretini (FRANCOVICH, GELICHI, 1983, tav. LIV, n 96; tale esemplere tuttavia ha una sola ansa circolare). Cronologia: XV secolo.

Le decorazioni a) Motivi principali con elementi vegetali a.1 Descrizione: motivo quadripartito con quattro foglie rotonde, campite in verde, intervallate da elementi geometricovegetali in bruno; nel mezzo cerchio in verde. Confronti: questa decorazione trova confronti oltre che a Siena e a San Gimignano (FRANCOVICH, 1982, fig. 257, n 31; idem, fig. 135, p 110) anche ad Arezzo (FRANCOVICH, GELICHI, 1983, tav. 5, n 7, p 37) dove è abbastanza diffuso il tipo del motivo centrale senza alcuna fascia delimitante nella parte interna del bordo (ibidem, tav. LV, nn 99-100). Forme associate: catino 16.4 e ciotola 16.5. a.2 - FRANCOVICH, 1982, M.I.8, p. 144. a.3 Descrizione: motivo quadripartito con foglie trilobate campite in verde alternate ad elementi vegetali. Confronti: si trovano confronti, con varianti nella forma delle foglie, in area aretina (FRANCOVICH, GELICHI, 1983, tav. LV, n. 99). Forma associata : ciotola 16.6. a.4; a.5 - FRANCOVICH, 1982, M.I.5; M.I.6, pp. 141-142. a.6 Descrizione: motivo quadripartito, a risparmio, entro il quale sono quattro foglie verdi su stelo, disposte a croce, con un quadrato in ramina nel punto d'incontro degli steli; negli spazi di risulta foglie con terminazione a semicerchio campite in verde. Confronti: si tratta di un motivo che ha un confronto identico a Siena, in area urbana (FRANCOVICH, 1982, fig. 88, p 79). Forma associata : catino 16.4. Cronologia : seconda metà XIV- seconda a.7 Descrizione : motivo quadripartito con otto foglie allungate e schematizzate, quattro campite in verde, quattro a risparmio con filetti orizzontali in bruno; negli spazi di risulta motivi orizzontali ondulati in manganese.

Confronti : un confronto identico si trova tra i materiali rinvenuti nel 'cassero' senese della Fortezza di Grosseto (FRANCOVICH, GELICHI, 1980, n. 35, p. 48). Forma associata : catino 16. a.8 - FRANCOVICH, 1982, M.I.7, p. 143. a.9 Descrizione: motivo quadripartito con quattro foglie allungate a risparmio, all'interno delle quali sono filetti verticali in bruno: esse sono intervallate con altre quattro foglie campite in verde. Confronti : un motivo identico compare su uno dei catini rinvenuti a Montalcino (BLAKE, 1980, tav. XV, p. 108), ma compare anche su forme aretine (FRANCOVICH, GELICHI, 1983, tav. 5, n 3, p 37). Forma associata: catino 16.4. a.10 - FRANCOVICH, 1982, M.I.4, p. 141. a.11 Descrizione: raggera di foglie lanceolate campite in verde e alternate a filetti verticali in bruno; al centro foglia trilobata anch'essa campita in verde. Confronti: non si conosce un confronto puntuale per questo tipo di decorazione anche se la foglia lanceolata, intervallata a filetti verticali in bruno è presente, come motivo principale, su vari boccali di produzione senese (cfr. infra). Forma associata : ciotola 16.6. a.12 Descrizione: raggera di foglie allungate, campite alternativamente in verde e bruno, queste ultime presentano una decorazione sinuosa a risparmio; negli spazi di risulta fogliette riempite a graticcio in bruno e verde, e punti inscritti entro tratti semicircolari. Confronti : non ci sono confronti puntuali neanche per questo motivo centrale anche se gli elementi che lo compongono sono tipici del repertorio decorativo della maiolica arcaica senese. Forma associata : scodella 27. Cronologia: prima metà XIV secolo. a.13; a.14 - FRANCOVICH, 1982, M.I.9; M.I.10, p. 144. a.15 Descrizione: raggera di foglie trilobate campite in verde con al centro foglia trilobata, anch'essa riempita in verde. Confronti: nemmeno in questo caso si conoscono confronti puntuali anche se la foglia trilobata è uno degli elementi più tipici del repertorio decorativo della maiolica arcaica senese. Forma associata: catino 16. a.16 Descrizione: raggera di ghiande tracciate in verde, riempite a graticcio in bruno e disposte attorno a un motivo stilizzato in manganese.

Confronti: tale motivo trova un confronto con, leggere varianti, in area pisana, sia su forme chiuse che su forme aperte (BERTI, 1997, fig. 87, p 175; fig. 46 a.1, p 131). Forma associata : catino 14. Cronologia: metà XIV secolo. a.17 Descrizione: pianta con quattro foglie cuoriformi, campite in verde, intervallate da altri elementi vegetali: negli spazi di risulta fiori bilobati anch'essi riempiti in verde. Confronti: è un motivo presente in area senese-aretina sia su forme chiuse (FRANCOVICH, GELICHI, 1980, nn. 65-66, pp. 74-75, Grosseto), che su forme aperte (FRANCOVICH, GELICHI, 1983, tav. LV, n.98 e 100 e tav. LVI, n. 103, Arezzo) con varianti nella forma delle foglie. Forma associata : catino 16. a.18 Descrizione: pianta con tre foglie trilobate, campite in verde, intervallate da altri elementi vegetali. Confronti : la decorazione è simile a quella precedente, con varianti nella forma e nella dimensione delle foglie, per cui anche per essa sono validi i confronti indicati per il tipo a.18. Forma associata : catino 16. a.19 Descrizione: pianta con due foglie trilobate campite in verde, inframmezzate da un bocciolo, anch'esso in ramina. Confronti: si tratta di un motivo abbastanza diffuso che trova confronti, con leggere varianti, in area aretina e grossetana (FRANCOVICH 1982, fig. 98, n. 2, p. 88 (Arezzo), e fig. 108, p. 95 (Grosseto), ma anche a Pisa e Orvieto (BERTI, TONGIORGI, 1977, fig. 5, n 3, p. 45, su forma aperta (Pisa); La ceramica orvietana, 1983, n. 32, p. 61 (Orvieto). Forma associata : boccale 3.2. Cronologia: prima metà XIV secolo. a.20 Descrizione : pianta con tre pigne tracciate in verde e riempite ad ovoidi puntinati in manganese. Confronti : è noto un confronto a Siena in area urbana (FRANCOVICH, 1982, fig. 68, p 74). Forma associata : boccale 1.1. Cronologia: fine XIII - prima metà XIV secolo. a.21 Descrizione: foglie di quercia disposte in posizione orizzontale alternate a filetti ondulati in manganese. Confronti: questo tipo di decorazione non trova un confronto preciso, ma la foglia di quercia, posta in posizione orizzontale, è presente nel repertorio decorativo della maiolica arcaica di area senese-grossetana (FRANCOVICH, 1982, M.I.1, p 139; FRANCOVICH, GELICHI, 1980, nn. 62-63, p 73). Forma associata: scodellone 25.

Cronologia: prima metà XIV- XV secolo. a.22 Descrizione: foglie lanceolate campite in verde e disposte nel senso della lunghezza, alternate a filetti verticali in manganese. Confronti: la foglia lanceolata è una caratteristica del repertorio decorativo della maiolica arcaica senese, dove appare variamente combinata, sia nei motivi principali sia nelle sequenze secondarie. Forma associata : boccale 6. a.23 Descrizione : foglie lanceolate campite in verde e disposte verticalmente, chiuse all'estremità da elementi triangolari e alternate a un doppio filetto in manganese. Confronti: il motivo è simile a quello precedente per cui valgono le considerazioni fatte sopra. Forme associate: boccali 6 e 6.1. a.24 Descrizione: foglie lanceolate, campite in verde, leggermente inclinate e disposte in sequenza orizzontale, alternate a filetti verticali in manganese. Confronti: ancora l'elemento della foglia lanceolata disposta però in un motivo ancora diverso rispetto ai due precedenti. Forma associata : boccale 5.1. Cronologia: seconda metà XIV- prima a.25 Descrizione: fascia verticale a risparmio tra due zone campite in verde, all'interno della quale è un motivo a foglie trilobate disposte in sequenza verticale. Confronti: questa decorazione è costituita da un motivo di solito utilizzato come sequenza secondaria (cfr. infra), ma trova riscontro in esemplari aretini (FRANCOVICH, GELICHI, 1983, tav. XX, n. 31 e tav. XXI, n. 33). Forma associata : boccale 6. a.26 Descrizione: motivo ondulato con con foglie trilobate disposte in sequenza orizzontale. Confronti: tale decorazione trova confronti oltre che in area senese (FRANCOVICH, GELICHI, 1980b, n. 64, p. 74) anche ad Arezzo (FRANCOVICH, GELICHI, 1983, tav. XX, n. 31 e tav. XXI, n. 33.) Forma associata : boccale 6.

b) Motivi principali con elementi geometrici b.1; b.2 - FRANCOVICH, 1982, M.I.1; M.I.3, pp. 139. b.3 Descrizione: nodi a risparmio in campo verde. Confronti: il motivo è uno dei più antichi del repertorio decorativo della maiolica arcaica senese; esso infatti è associato a tipi morfologici riferibili alla prima fase di produzione di tale classe ceramica (FRANCOVICH, 1982, fig. 1, p. 28). Forma di riferimento : boccale 3. Cronologia: prima metà XIV secolo. b.4 Descrizione: embricazioni riempite da rombi a graticcio. Confronti : anche in questo caso si tratta di un tipo che fa parte del repertorio caratteristico della prima maiolica arcaica senese (FRANCOVICH, 1982, fig. 13, p. 31). Forma associata: boccale non identificabile. Cronologia : XIV secolo. b.5 Descrizione: motivo a reticolo in verde con elementi a graticcio, al quale se ne sovrappone un altro, lineare, in manganese. Confronti: non si conoscono confronti puntuali anche se la presenza di elementi a graticcio potrebbe indurre a collocare tale motivo tra quelli appartenenti alla prima fase della maiolica arcaica. Forma associata: boccale non identificabile. Cronologia: XIV secolo. b.6 Descrizione: fasce oblique campite a graticcio e bordate da creste in verde, alternate a bande in manganese. Confronti: il motivo, anch'esso appartenente al primo periodo della maiolica arcaica senese, si trova anche su esemplari di area pisana e umbro-laziale (BERTI 1997, tav. XI, p. 24; La ceramica orvietana, 1983, n. 32, p. 61). Forma associata: boccale non identificabile. Cronologia: XIV secolo. b.7 Descrizione: bande ondulate a risparmio contrapposte e riempite a graticcio. Confronti : ancora un tipo di decorazione che fa parte della prima fase di produzione della maiolica arcaica: esso è associato infatti a boccali con piede svasato sia a Siena che a Montalcino, (BLAKE, 1980, p. 122, fig. 1 e tav. XIIIb; FRANCOVICH, 1982, fig. 2, p. 28). Forma associata: boccale non identificabile. Cronologia: XIV secolo.

b.8 Descrizione: losanga a lati concavi, in campo verde, cui sono sovrapposte due foglie lanceolate incrociate, definite in bruno e includenti altre due campite in verde. Il punto d'incontro delle foglie è decorato con un motivo a scacchiera. Confronti: non si conosce un confronto puntuale per tale motivo centrale anche se gli elementi che lo compongono sono tipici del repertorio decorativo della maiolica arcaica senese. Forma associata: orciolo 10.1. Cronologia: prima metà XIV secolo. Confronti: i motivi zoomorfi sono abbastanza diffusi, anche se non prevalenti, nel repertorio della maiolica arcaica in genere. In particolare figure di pavoni o falconi ornano soprattutto i boccali cilindrici e a piede svasato propri della prima fase della produzione (FRANCOVICH, 1982, fig.16, p 32 e figg. 24; 26-28, p 136 (Montalcino); Firenze 1988, p 34, fig. 7 (Firenze). Forma associata : boccale 3.4. Cronologia: XIV secolo. d) Sequenze secondarie Altri motivi principali c.1 Descrizione: croce in bruno contornata da un filetto in verde. Confronti: si tratta di un tipo di decorazione molto semplice che trova confronti anche in area orvietana (La ceramica orvietana 1985, nn 55-56, p 84). Forma associata : boccale 3.5. Cronologia: XIV secolo. c.2 - FRANCOVICH, 1982, M.I.2, p. 139. c.3 Descrizione: volatile con il piumaggio reso a tratteggio, becco appuntito e lunghe zampe filiformi; sullo sfondo foglie cuoriformi allungate. d.1; d.2; d.3; d.4; d.5; d.6; d.7 - FRANCOVICH, 1982, S.II.1; S.II.2; S.II.3; S.II.4; S.II.5; S.II.6; S.II.7, pp. 146-147. d.8 Descrizione: registro orizzontale bordato in bruno con fascia interna in verde ramina. Confronti: questa sequenza è una semplificazione della d.7 ed è assai fraquente nel repertorio decorativo relativo alla fase matura della maiolica arcaica senese; d.8 si trova infatti associata

soprattutto ai motivi quadripartiti, caratteristici anch'essi della più tarda produzione senese. Forme associate: tutte le forme aperte tranne 14, 25 e 27. d.9 Descrizione: registro orizzontale bordato in bruno con treccia interna in verde ramina. Confronti: questa sequenza sembra accompagnare soprattutto i motivi principali caratteristici della prima fase di produzione (FRANCOVICH, 1982, pp. 28 e ss). Forme associate: catino 14; boccali 1.1; 3; 3.4; orciolo 10.1. d.10 Descrizione : serie di elementi a "S" che possono essere disposti in senso verticale (nel caso delle forme chiuse) oppure orizzontale (nel caso delle forme aperte). Confronti : nella produzione senese d.9 sembra accompagnare i motivi principali sia nella prima che nella seconda fase della produzione (BLAKE, 1980, tav. XV; FRANCOVICH, GELICHI, 1980, scheda 16, p. 45; FRANCOVICH, 1982, fig. 71, p. 75). Forme associate : scodella 27; boccali 3.4 e 6. d.11 Descrizione : registro verticale con angoli incuneati semplici con vertice verso il basso. Confronti : anche questa sequenza sembra accompagnare i motivi principali in entrambe le fasi della maiolica arcaica (BLAKE, 1980, tav. XXI, p. 112; FRANCOVICH, 1982, fig. 32, p. 37). Forme associate : boccale 3.4. d.12 Descrizione : registro verticale con angoli incuneati doppi con vertice verso il basso. Confronti : il tipo sembra accompagnare i motivi principali in entrambe le fasi della maiolica arcaica; esso inoltre viene ripreso insieme ad altri elementi decorativi (foglie di quercia, foglie lanceolate, sequenze uguali alle d.5 e d.6, ecc.) nella produzione della zaffera a rilievo. Forme associate : boccale 3.4. d.13 Descrizione : registro verticale con serto ondulato e motivi vegetali stilizzati. Confronti : d.13 che viene impiegata a volte anche come motivo principale (cfr. a.26), sembra essere presente in entrambe le fasi della maiolica arcaica, (BLAKE, 1980, tav. XVI, p. 130; FRANCOVICH, GELICHI, 1980, scheda 32, p. 27). Forme associate: boccali non identificabili. d.14; d.15 - FRANCOVICH, 1982, S.III.1; S.III.2, p. 148. e) Sequenze sulle anse e.1 - barre alternate in bruno e verde inclinate verso destra. e.2 - barre alternate in bruno e verde inclinate verso sinistra. e.3 - barre orizzontali alternate in bruno e verde con una sequenza di uno a uno e due a uno.

e.4 - barre orizzontali alternate in bruno e verde con una sequenza di due a uno e uno a uno. e.5 - barre orizzontali alternate in bruno e verde con una sequenza di due a due. Come già sottolineato in precedenza i materiali del pozzo della Civetta confermano pienamente il panorama morfologico-decorativo noto della maiolica arcaica senese. Sono presenti esemplari che possono essere datati alla prima metà del XIV secolo come i boccali 1.1, 3, 3.2 e dell'orciolo 10.1. I tipi 3.4 e 3.5, per alcune varianti nella forma del piede e del corpo, potrebbero essere riferiti ai decenni centrali del '300. Le forme aperte della prima metà del XIV secolo invece sono esemplificate dai catini 13.1, 14 e dalla scodella 27, accanto ai quali compaiono le forme 15 e 25.2, che tuttavia sono attestate fino alla fine del '400. Alcune delle decorazioni presenti sulle forme della prima metà del '300 mostrano motivi che non saranno più impiegati nella fase matura della maiolica arcaica, come ad esempio i nodi a risparmio (b.4), le pigne (a.20), e una serie di motivi tutti caratterizzati dalla presenza di elementi campiti a graticcio ( a.16, b.2, b.4, b.5, b.6, b.7 ). Oltre a ciò, sulle forme aperte, è attestato l'impiego della sequenza secondaria della treccia in ramina (d.10), che come già sottolineato sembra essere caratteristica del primo periodo della maiolica arcaica senese. La maggior parte dei reperti recuperati nel pozzo tuttavia presentano caratteri riconducibili alla fase matura della produzione (seconda metà XIV- seconda metà XV secolo). Tra le forme chiuse infatti è presente un esemplare frammentario di boccale bitroncoconico (5.1), attestato a partire dalla seconda metà del XIV secolo; accanto ad esso si registrano boccali con piede a disco o con corpo ovoide (6.1 e 6.2) o con ventre ribassato (8.1 e 8.2; questi ultimi caratterizzati da monocromia bianca), riferibili soprattutto al XV secolo. Infine, probabilmente ascrivibili al pieno '400 sono il boccale con corpo sagomato 9 e il microvasetto a corpo ovoide 12. Le forme aperte della fase tarda presentano due esemplari di ciotola, riconducibili ai tipi 22 e 22.1, da porre probabilmente nella seconda metà del XIV secolo, ma soprattutto ciotole e catini a nastro convesso (16; 16.4; 16.5 e16.6), che hanno una grande diffusione nel corso del XV secolo. Allo stesso periodo appartengono alcuni esemplari di ciotoloni con bordo a listelli (17; 17.2) e di ciotole emisferiche ( 19.1 e 19.2, soprattutto monocrome). Infine compaiono anche alcune forme aperte, ognuna rappresentata da un solo esemplare, riferibili probabilmente al pieno XV secolo: si tratta della ciotola 23, con bordo ingrossato e parete sagomata a listelli, della ciotola 20, con versatoio, e

della tazza 30, biansata con corpo troncoconico. Le decorazioni relative a queste forme presentano motivi caratteristici della seconda fase della maiolica arcaica senese e mostrano una progressiva standardizzazione del repertorio. Sulle forme aperte prevalgono infatti i motivi quadripartiti (a.1, a.3, a.6, a.7, a.9, a.10), mentre le forme chiuse presentano motivi principali costituiti da soli elementi centrali (a.19, c.2), da volute di foglie trilobate (a.25, a.26), o dal tipico serto di foglie lanceolate (a.22, a.23, a.24). Oltre a questi si distinguono tra le forme aperte, un motivo vegetale disposto attorno ad un elemento centrale (a.15) e un motivo con foglie di quercia che presenta elementi comuni alle decorazioni in zaffera (a.21). Altre caratteristiche della maiolica arcaica tarda che si riscontrano negli esemplari della Civetta sono l'impiego della sequenza secondaria a banda continua (d.8) in luogo della treccia, e il colore della ramina che assume tonalità azzurrognole, dovute a un utilizzo ridotto dell'ossido di rame. Un dato interessante che risulta dallo studio di questi reperti (e che conferma quanto emerso dallo studio di Francovich) è la coincidenza di alcune forme della maiolica arcaica più tarda con quelle di altre produzioni, quali l'acroma depurata, l'invetriata e l'ingobbiata e graffita, fenomeno che comprova l'utilizzo di un solo tipo morfologico per diverse classi ceramiche. Tale fenomeno è riscontrabile nei catini e nelle ciotole a nastro convesso che hanno forme comuni con quelli invetriati; nello scodellone 25.1 rapportabile a forme ingobbiate e graffite e nella ciotola 19.2 riferibile anch'essa a esemplari ingobbiati e graffiti o acromi.

Ceramica ingobbiata e graffita Le forme L' ingobbiata e graffita senese, attestata in area urbana da scarti di fornace si caratterizza per l'assenza di forme chiuse e per un repertorio morfologico limitato che riprende le forme della maiolica arcaica e delle maioliche rinascimentali coeve. I tipi C.1.1 e C.1.2 infatti coincidono con la forma 16.1 della maiolica arcaica, la C.2.1 con la 17, e la 17.1, la C.3.1 e la C.3.2 con la 19 e la 19.1, mentre la C.4.1 e la C.4.2 derivano dalla forma 25. Il tipo C.5.1 che presenta piede ad anello, corpo emisferico schiacciato e orlo assottigliato, invece costituisce un caso isolato per l'ingobbiata e graffita, ma la decorazione associata, che presenta un motivo a foglie lanceolate è caratteristico della maiolica arcaica e dell'ingobbiata e graffita senesi. L'unica forma che non trova coincidenze con il repertorio della maiolica arcaica è la C.6.1, caratterizzata da fondo a ventosa, corpo troncoconico e tesa inclinata, caratteristiche morfologiche proprie della prima maiolica cinquecentesca. Il repertorio qui presentato è rappresentativo delle produzioni della seconda metà del XV secolo mentre al momento non è possibile fornire un quadro esaustivo dei tipi relativi alla prima fase di questa classe ceramica. Alcuni esempi di ingobbiata e graffita di prima fase tuttavia potrebbero essere una ciotola con corpo emisferico e bordo ingrossato, rinvenuta nel convento di Santa Marta, e alcuni frammenti di ciotolone con bordo sagomato a listelli provenienti dalle mura di Follonica, esemplari tutti caratterizzati da una decorazione elaborata con motivi vegetali e animali, di cui però è ancora dubbia la provenienza, pur non potendo escludere che si tratti di prodotti locali.

Le decorazioni Motivi centrali M.C.1.1: il motivo è costituito da quattro foglie di quercia inquartate con altre quattro foglie analoghe nei settori di risulta. M.C.2.1: il motivo è costituito da quattro foglie lobate e inquartate con gambo, con quattro foglie più piccole iscriventi un graticcio schematizzato nei settori di risulta. M.C.3.1: il motivo è costituito da qusattro foglie (edera?) con elemento circolare di raccordo per i gambi. M.C.4.1: il motivo è costituito da un fiore quadripetalo con racemi stilizzati nei settori di risulta e all'interno degli stessi petali. M.C.5.1: il motivo è costituito da un motivo costituito da un fiore centrale a otto petali con barrette oblique orizzontali delimitate all'interno e con elementi a cuspide alternati. M.C.6.1/6.2/6.3: il motivo è costituito da una girandola di quattro foglie accartocciate, con motivi stilizzati nei settori di risulta e all'interno delle stesse foglie. Nelle varianti 6.1 e 6.2 è presente un motivo centrale circolare di raccordo. Nella Variante 6.3 manca il motivo centrale di raccordo e si nota una maggiore standardizzazione dei tratti decorativi. M.C.7.1: il motivo è costituito da quattro foglie lanceolate disposte a girandola alternate ad altrettante foglie con racemi stilizzati nei settori di risulta. Motivo centrale circolare di raccordo. M.C.8.1: il motivo è costituito da quattro fogmie lanceolate disposte a croce con motivi circolari (bacche?) nei settori di risulta. M.C.9.1/9.2: il motivo è costituito da un nastro intrecciato in modo da formare quattro cappi con elementi diversificati (nella variante) e stilizzati nei settori di risulta. M.C.10.1/10.2: il motivo è costituito da un elemento fitomorfo su stelo (in una variante melograno e nell'altra foglie di quercia). M.C.11.1/11.2: il motivo è costituito da ritratti di profilo maschili e femminili. Sequenze Le sequenze sono sempre disposte sulla tesa o sul bordo della forma S.1.1: il motivo è costituito da una spina di pesce S.2.1: il motivo è costituito da una teoria di foglie di quercia con cuneo al centro e nei settori di risulta. S.3.1/3.2/3.3/3.4: il motivo è costituito da spazi metopali divisi da barrette oblique racchiudenti serie di motivi ondulati. Le varianti sono date dal diverso grado di accuratezza nel tracciare la decorazione graffita. S.4.1: il motivo è costituito da una serie di virgole, probabilmente semplificazione del motivo precedente. S.5.1/5.2/5.3/5.4/5.5/5.6: il motivo è costituito da una teoria di tratti sinusoidali,

le cui varianti sono costituite dal diverso grado di accuratezza nella sua conduzione. Il motivo compare ripetuto anche sulla parte esterna del vaso (variante S.5.3). S.6.1: il motivo si avvicina a quello precedente, ma presenta angoli acuti, tanto da costituire una serie di triangoli. Varianti più accurate si notano in M.C.1 e M.C.2. S.7.1: il motivo è costituito da virgole accompagnate da "S" rovesciati. S.8.1/8.2: il motivo è costituito da embricature disposte su due o più linee. S.9.1: il motivo è costituito da treccia continua. S.10.1: il motivo è costituito da nastro spezzato con triangolo lobato nei settori di risulta. S.11.1: il motivo è costituito da nastro spezzato condotto con decorazioni fitomorfe. S.12.1: il motivo è costituito da una serie di triangoli ottenuti con tratto continuo, alternati a punti. S.13.1: il motivo è composto da sequenza di rombi riempiti da elementi a virgola inseriti anche negli spazi di risulta. S.14.1/14.2: il motivo è costituito da serie di archetti obliqui sopra barrette parallele. S.15.1: il motivo è costituito da apici sovrastanti tre barrette oblique e parallele. S.16.1: il motivo è costituito da una teoria di "V" oblique. si tratta in questi casi di estreme standardizzazioni di motivi già utilizzati. Bibliografia "A.M."- " Archeologia Medievale" BALESTRACCI-PICCINNI, 1977 - D. BALESTRACCI, G. PICCINNI, Siena nel Trecento.Assetto urbano e strutture edilizie, Firenze. BALLARDINI, 1975 - G. BALLARDINI, Le maioliche italiane dalle origini alla fine del Cinquecento, Faenza. BERTI, 1972 - F. BERTI, Note sulla maiolica arcaica di Montelupo, "A.M.", IX, pp. 175-192. BERTI, 1984 - F. BERTI, Maioliche di Montelupo in stile compendiario, in Atti del XVII Convegno Internazionale della Ceramica, Albisola, pp 191-199. BERTI, 1986 - F. BERTI, Antiche maioliche di Montelupo. Secc. XIV-XVIII, Venezia. BERTI, 1997 - F. BERTI, Storia della ceramica di Montelupo. Uomini e fornaci in un centro di produzione dal XIV al XVIII secolo. Volume primo. Le ceramiche da mensa dalle origini alla fine del XV secolo, Montelupo Fiorentino, 1997. BERTI-PASQUINELLI, 1984 - F. BERTI, G. PASQUINELLI, Antiche maioliche di Montelupo. Secc. XIV-XVIII, Montelupo. BERTI, 1993 - G. BERTI, Le produzioni graffite in Toscana fra XV e XVII secolo, in Alla fine della graffita. Ceramiche e centri di produzione nell'italia settentrionale tra XVI e XVII secolo, a cura di S. GELICHI, Argenta, Convento dei Cappuccini, 12 dicembre 1992, Firenze. BERTI, 1995 - G. BERTI, Introduzione di nuove tecniche ceramiche nell'italia centro settentrionale, in Acculturazione e mutamenti.prospettive nell'archeologia medievale del Mediterraneo, a cura di E. BOLDRINI, R. FRANCOVICH, Firenze. BERTI, 1997 - G. BERTI, Pisa. Le "maioliche arcaiche". Secc. XIII-XV (Museo Nazionale di San Matteo), Firenze.

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