Rilettura dei Navigli tra Quattrocento e Cinquecento



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Rilettura dei Navigli tra Quattrocento e Cinquecento Nel 400 e nel 500 Milano ha svolto in Europa un ruolo centrale nella costruzione dei canali e nella distribuzione delle acque per l irrigazione e per la produzione di energia. Fernand Braudel, autore dell opera Civiltà e imperi del Mediterraneo nell età di Filippo II, cita la Lombardia come il migliore esempio di progressivo addomesticamento delle acque, di lenta trasformazione dei terreni paludosi in terreni fertili. Un opera grandiosa avvenuta grazie al lavoro di moltissimi uomini; essi hanno intelligentemente utilizzato le acque del Ticino e dell Adda, due lunghi fiumi alimentati dai ghiacciai alpini, equidistanti dalla città, abbondanti di acque durante l estate. Oggi ricorderò le date più significative dell evoluzione pratica nella costruzione dei canali, della straordinaria opera di diffusione dell acqua nelle pianure, per irrigare i prati naturali e artificiali. Rileggeremo insieme le tappe più importanti della costruzione del sistema dei Navigli, veri e propri fiumi artificiali, che hanno fatto di Milano un importante porto fluviale. La prima conquista avviene tra il 1420 e il 1440 quando Filippo Maria Visconti completa l unione e il collegamento via acqua dei castelli ducali a corona della città e promuove, nel fossato del castello di Milano, insieme agli ingegneri della Fabbrica del Duomo, il primo tentativo di costruzione di una doppia chiusa. Nel 1438 gli ingegneri Aristotele Fioravanti da Bologna e Filippo degli Organi da Modena, entrambi al servizio della Fabbrica del Duomo, costruiscono la prima conca di navigazione d Europa. Vi è testimonianza di questa conca nell assito ritrovato grazie agli scavi archeologici eseguiti in darsena dove vi era la conca affiancata al Laghetto di Sant Eustorgio. La Conca di Santa Maria o della Fabbrica consentiva il passaggio delle navi dal laghetto al fossato difensivo, la cosiddetta Cerchia dei Navigli, che da canale 1

infraurbano stava per diventare, con l ampliamento dei borghi fino al Redefossi, un canale periurbano. A metà del 400 Francesco Sforza, insieme a uno dei più grandi ingegneri idraulici operanti in Milano, Bertola da Novate, deriva dal Naviglio Grande un nuovo Naviglio che prenderà il nome dal castello di Bereguardo. Con il Naviglio di Bereguardo Bertola da Novate completa il corso d acqua artificiale sussidiario del Ticino, dal Lago Maggiore a Pavia. Un canale parallelo al fiume collegato a Milano tramite il ramo del Naviglio Grande, che dal Castello di Abbiategrasso raggiungeva il Laghetto di Sant Eustorgio, fuori Porta Ticinese. Con il Naviglio di Bereguardo Bertola realizza il collegamento via acqua da Milano al Mare Adriatico, via Naviglio Grande-Bereguardo-Ticino-Po. Nel 1456 Francesco Sforza e Bertola da Novate replicano sul fronte est di Milano la grande impresa, compiuta in epoca medioevale (1179-1257) sul fronte ovest, di portare le acque del Ticino in città. Per portare in città l acqua dell Adda, Bertola taglia la parete rocciosa parallela all Adda e svolta il Naviglio della Martesana per giungere fino al Seveso alle porte di Milano tra il 1457 e il 1463. Il canale della Martesana, o Naviglio Piccolo, deve superare il fiume Lambro e Bertola costruisce un ponte-canale a tre archi, il primo ponte-canale realizzato in Europa. Leonardo da Vinci osserverà questo ponte-canale qualche decennio più tardi registrando, sul suo taccuino, la seguente osservazione: il gran peso della barca che passa per il fiume sostenuto dall arco del ponte, non cresce peso ad esso ponte perché come sottolineava il tecnologo toscano che ben conosceva il principio di Archimede la barca pesa di punto quanto il peso che tale barca caccia dal suo sito. 2

L annotazione è tratta dal foglio 361 r-b del Codice Atlantico, foglio nel quale l ingegnere ducale aveva schizzato diversi ponti-canali dotati di conche, immaginati per superare il Ticino o altro fiume grosso per alimentare la sua città ideale. Quando arriva a Milano, precisamente nel 1482, Leonardo da Vinci, l ingegnere che si era proposto a Ludovico il Moro anche per condurre acque da un loco ad un altro, l ingegnere inteso ai compiti pratici, parte alla volta di Milano portando con sé cierti strumenti per (navigli) e cierti strumenti per d acqua. Giunto a Milano Leonardo scrive un promemoria delle cose da fare, da vedere, da verificare in città e annota più che altro: Misura di navilio, conche e sostegni e barche maggiori, e spesa, Truova un maestro d acqua e fatti dire i ripari d essa e quello che cos(ta), Un riparo e una conca e un navilio e uno molino alla lombarda, Un nipote di Gian Angelo dipintore ha uno libro d acque, che fu del padre, Pagolino Scodellino, detto Assiolo, è bono maestro d acque. L interesse di Leonardo per i Navigli di Milano è subito evidente: Nessun canale che esca fuori dai fiumi sarà durevole osserva Leonardo ammirato dalla struttura delle sponde dei navigli se l acqua del fiume donde nasce non è integralmente rinchiusa, come il canal di Martigiana, e quel ch esce di Tisino e, sottolineando il ruolo funzionale e prevalente del Naviglio Piccolo precisa: facendo il canal di Martigiana si diminuisce l acqua all Adda, la quale è distribuita in molti paesi al servizio de prati. Leonardo registra le misure delle maggiori barche, il valore economico del Naviglio Grande e il rendimento annuo del trasporto delle merci e delle persone: Le maggiori barche che si facciano, sono larghe 7 braccia e ½ e lunghe 42 braccia e alte di sponde un braccio e ½. Vale 50 ducati d oro, rende 125 mila ducati l anno il Naviglio (Grande) ed è lungo 40 miglia e largo braccia 20. 3

Credo non vi sia descrizione così breve e significativa del Naviglio Grande, il maggiore alimentatore di Milano. Giovan Battista Settala, il primo storico dei Navigli alla fine del 500 preciserà: fu fatto questo canale per dare abbondanza di legna da fuoco e da opera, di carbone, di vino, di calcine, di pietre vive e cotte, di grassine, di pesci che dal Lago Maggiore dà Svizzeri e dà luoghi circonvicini in abbondanza e con poca spesa si conducano a Milano. Vedere le imbarcazioni cariche di blocchi di Candoglia entrare e uscire dalla Conca della Fabbrica fu, anche per Leonardo, una dimostrazione tangibile delle acquisite capacità pratiche degli ingegneri idraulici padani, un avanzamento registrato nel foglio 148 del Codice Atlantico, dove è disegnata la Conca. Come si conviene ad un ingegnere chiamato presso una corte, come quella di Ludovico il Moro, dalla potenza e ricchezza della quale si attendono grandi cose, Leonardo traccia sulla mappa a volo di uccello della città, il prolungamento della Martesana. L immissione della Martesana nella Cerchia Interna sarebbe servita ad alimentarla ed estendere la navigazione oltre il laghetto di Santo Stefano. Leonardo suggeriva anche la realizzazione dell opera, con il ricorso al finanziamento privato e la successiva cessione dell opera al Ducato di Milano: una specie di project-financing dell epoca, un bando aperto a tutti, per l uso plurifunzionale del Naviglio: Ecci, signor, molti gentiluomini che faranno infra loro godere l intervento delle acque, mulini a passaggio di navili, e quando sarà renduto loro il prezzo, lor renderanno il Naviglio di Martigiana. La connessione diretta del Naviglio della Martesana con la Cerchia dei Navigli, nel tratto tra il Seveso, Porta Nuova e Piazza San Marco, venne realizzata effettivamente nel 1496-97, con la partecipazione di Leonardo da Vinci. 4

Le conche di navigazione in corrispondenza della Cassina de Pomm, della chiesa dell Incoronata e di San Marco, necessarie per equiparare il dislivello del terreno in pendenza verso Milano, avevano tutte i perfezionamenti ideati (o osservati?) da Leonardo. In Via San Marco si trova, senza più acqua, la conca dell Incoronata o delle Gabelle che conserva i gradoni per attutire l impeto dell acqua in caduta dal portello inferiore del portone di monte. Leonardo suggeriva di legare le imbarcazioni nella conca che non abbiano cagione di correre innanzi verso il loco basso, dove cade l acqua del portello, che congiungendo là l acqua, che cade d esso portello infra l altra acqua, poi cadrebbe nella barca e subito la empirebbe e sommergerebbe (f. 46 v-b C.A.). Milano deve valorizzare questo prototipo di conca e per questa finalità l Istituto per i Navigli, con il contributo della Fondazione Banca del Monte di Lombardia, ha donato al Comune di Milano un progetto di restauro della Conca delle Gabelle e dei portoni e l inserimento di una fontana-canale. Con l inserimento della Martesana nella Cerchia dei Navigli, la navigazione lungo il fossato si sviluppa di molto, cresce anche l acqua per il movimento dei mulini e degli opifici e soprattutto aumenta la portata d acqua per l irrigazione dei prati, delle marcite e della dilagante risicoltura. Con la dominazione francese, ai primi del 500, l interesse politico-economico di Milano si rivolge verso nord-est alla ricerca di vie di penetrazione dal Ducato di Milano verso la Francia, nell area tra Brescia, Bergamo, i fiumi Oglio, Mincio e Adda. Leonardo studia come raggiungere agevolmente il Lago di Como e indica due tracciati: il primo attraverso i laghi brianzoli lungo il Lambro Settentrionale, il secondo via Adda, superando il tratto ripido del fiume in Paderno mediante una concavità ai Tre 5

Corni. Leonardo immagina di far diventare Milano il principale porto collegato via acqua oltre che con il Lago Maggiore anche con il Lago di Como. Dopo la morte di Francesco I, il re di Francia nominerà una commissione diretta da Carlo Pagnani per rendere navigabile l Adda e congiungere, mediante il Naviglio della Martesana, Milano al Lago di Como. La commissione Pagnani, una commissione tecnico-amministrativa alla quale partecipavano gli ingegneri idraulici Benedetto Missaglia e Bartolomeo della Valle ricercava anch essa un Naviglio utile alla città di Milano. Dopo una serie di ipotesi, la commissione conferma, senza menzionarlo, l intuizione di Leonardo per congiungere, tramite il Naviglio, i due tratti dell Adda separati dalle rapide di Paderno. Il Pagnani, nel 1520 descrive in un libretto dal titolo Decretum super fluminae Aduae reddendo navigabili, le ricerche effettuate e propone il progetto del Naviglio di Paderno, con una versione lunga diversa rispetto a quella corta immaginata da Leonardo. Ma per realizzare il programma di sistemazione di tutto il corso dell Adda e la costruzione del Naviglio di Paderno, l unico tra i navigli milanesi ideato solo per la navigazione, sarebbe stata necessaria una stabilità politica di lunga durata. Viceversa alla dominazione francese seguì quella spagnola e occorrerà aspettare un periodo di pace perché il tema della navigazione da Milano al Lago di Como, torni di attualità. Gli Spagnoli costruendo i Bastioni demolivano la conca vecia della Fabbrica e incaricavano la Fabbrica del Duomo di ricostruirla. Cristoforo Lombardo coadiuvato da Vincenzo Seregni e con l ausilio di Domenico Giunti nel 1558 ricostruivano la nuova conca di Santa Maria o della Fabbrica nella via degli Olocati, ora in via Conca del Naviglio, un monumento idraulico da valorizzare. 6

L Istituto per i Navigli ha proposto un progetto di riconnessione della conca alla Darsena e di riapertura del Laghetto di via degli Olocati, un porticciolo a servizio del Parco delle Basiliche, del Parco dell Arena romana e del Museo Diocesano. Nella seconda metà del 500 risultò ancora più evidente l importanza del Naviglio di Paderno e la necessità di evitare la doppia rottura di carico del trasporto via acqua da Milano al Lago di Como. Molti ingegneri idraulici formularono proposte e avanzarono progetti per realizzare l opera che avrebbe consentito di ottenere la continuata e libera navigazione da Milano al Lago di Como. E importante sottolineare i conflitti tra i diversi usi delle acque, per l irrigazione, per il movimento delle ruote idrauliche per la navigazione presenti in città lungo la Cerchia Interna ai Bastioni. Un conflitto risolto brillantemente da Danese Filiodone, con l ampliamento e l allargamento del Naviglio Martesana nel 1573, operazione che fece risaltare ancora di più la necessità di ampliare la via d acqua da Milano lungo l Adda fino al Lago di Como. Al completamento della rete dei Navigli, così come sarà realizzata compiutamente nei primi decenni dell Ottocento, mancavano da risolvere due rotture di carico doppie: la prima quella tra il terminale di Bereguardo, per raggiungere il terzo porto di Pavia sul Ticino, per garantire cioè l accesso al Po e quindi al mare da Milano; la seconda il Naviglio di Paderno per connettere Milano via acqua con continuità al Lago di Como, tramite l Adda. Ampliamenti e perfezionamenti di cui si occuperà con tenacia e perseveranza un altro grande ingegnere idraulico che operò a Milano dal 1551 al 1599: si tratta del pittore, architetto e ingegnere Giuseppe Meda. Sarà lui a realizzare, anche se non completamente, il Naviglio di Paderno, sarà lui insieme a Martino Bassi, a progettare compiutamente il Naviglio di Pavia, sostitutivo del Naviglio di Bereguardo, per consentire di connettere Milano all Adriatico in corrente 7

e senza rottura di carico. Il Meda aveva ripreso il concetto del naviglio corto di Leonardo per l Adda ipotizzando due salti, il primo alto 6 metri, il doppio dell altezza delle conche presenti allora in Milano; il secondo dell altezza di 18 metri, un vero e proprio Castello d acqua, come lui stesso lo aveva definito. Per costruire il Naviglio di Paderno e le sue mirabili conche il Meda non solo ci ha rimesso i suoi denari, è finito più volte in prigione, si è ammalato, è morto senza poter vedere la sua opera completata e per di più con l accusa di aver defraudato la città di Milano. La sua maggiore invenzione, il canale di soccorso, si è poi diffusa in tutta Europa, ed è testimoniata in Milano dalla presenza dei canali di soccorso in tutte le conche del Naviglio da Milano a Pavia realizzate nell Ottocento. Poco sappiamo della formazione tecnica e culturale degli ingegneri idraulici del 400 e 500: Aristotele Fioravanti, Filippo da Modena, Bertola da Novate, Benedetto Missaglia, Bartolomeo della Valle, Martino Bassi e Giuseppe Meda. Nessuno di loro ha scritto codici o ha scritto trattati e poco note sono le loro grandi opere idrauliche. Se qualche documentazione c è, essa è di contenuto tecnico-pratico ed è scritta nelle memorie, nei capitoli o capitolati delle loro opere. Grazie alle invenzioni degli idraulici pratici e degli innumerevoli campari d acqua, Milano divenne ben presto una città-porto, una delle più popolate città d Europa dove, tramite il Naviglio Grande e la Martesana, i due grandi laghi lombardi, quello di Como e il Maggiore, erano allora in comunicazione nel cuore stesso dello Stato e come notava Braudel Milano riceveva con poca spesa di trasporto, il grano, il ferro e soprattutto il legname, e spediva verso il Po e Ferrara i grossi pezzi di artiglieria delle sue fonderie: insomma aveva rimediato al difetto capitale di essere una città in mezzo a terre. 8

Empio Malara Presidente dell Istituto per i Navigli/Associazione Amici dei Navigli 9