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NEWS n.7 del 12maggio 2014 La Voce dell'apicoltore Notiziario ARAL Top news n. 7 2014 Miele: l'unica cosa che si produrrà sempre A R A L Associazione regionale Apicoltori Lazio Sede operativa: Via Albidona, 20 00040 Roma Tel. 06/7232131 CF 80400530582 P. IVA 0939641002 C. C. Postale /N. 64555006 Per la corrispondenza: Via di Tor Vergata 255 00133 Roma Cell. 3466281022; 3924578539 -Sito web www.aralonline.org - E Mail: info@aralonline.org Questo notiziario viene inviato solo via E MAIL ad apicoltori, autorità. sanitari, enti di ricerca. In caso di rinuncia, previa comunicazione,si provvederà a depennare l'utente.. * * * * * Argomenti 1) I lavori nel mese di giugno. 2) Adesioni all'a.r.a.l. 3) Perché ligustica autoctona. 4) Smielatura semplificata 5) La vespa velutina 6) Come difendesi dalle punture 7) Donna polacca condannata 8) Spesometro 9) Il calo produttivo del miele I LAVORI NEL MESE DI GIUGNO. In molte località del Lazio già si procede alla smielatura. Dopo la scarsa raccolta del miele di acacia, oltre al millefiori, gli apicoltori esperti in nomadismo si organizzano per produzione del miele di castagno. Alcuni accorgimenti: il miele va raccolto quando è maturo, cioè quando almeno i tre quarti dei favi del melario sono stati opercolati, si può fare la prova anche verificando con il mielometro il grado di umidità del miele che deve essere sempre sotto i 18. Per allontanare le api dal melario basta inserire la sera precedente al prelievo degli stessi, l'api - scampo. In alternativa si può utilizzare un soffiatore tra i favi del melario posto in posizione verticale sull'alveare. Le poche api rimaste si possono allontanare con una spazzola a setole lunghe. Il 1

prelievo dei melari può avvenire in qualsiasi momento e trasportati in laboratorio avvolti i teli anche di plastica per evitare contaminazioni da pulviscolo o da altre sostanze nocive. Per la pulizia dei favi è opportuno che la restituzione alle api avvenga a pomeriggio inoltrato per evitare il saccheggio, e tolti definitivamente massimo dopo 24 ore. Residui di miele possono causare lo sviluppo delle tarme da cera. I melari vanno conservati impilati uno sull'altro nella misura di massimo sei, tenuti su bancali rialzati almeno 30 cm anche all'aperto, protetti ai due estremi da una sottile rete e ricoperti con il coperchio di un'arnia. Gli apicoltori che posseggono molti alveari conservano i melari accatastati in locali chiusi utilizzando contro la tarma anidrite solforosa. In questo periodo, se il raccolto è abbondante si possono creare ancora sciami artificiali. ADESIONI ALL'A.R.A.L. Il 30 aprile si è conclusa la campagna di adesione all' A.R.A.L. per l'anno 2014. I soci effettivi che hanno versato la quota associativa sono stati 247 rappresentando circa 4.050 alveari in produzione, confermando, come ormai di consuetudine,l Associazione più rappresentativa di categoria nella Regione Lazio. Sono stati preparati gli elenchi degli associati che hanno sottoscritto l'abbonamento a riviste specializzate in apicoltura a prezzo scontato e l'elenco degli apiari assicurati. La conferma della avvenuta assicurazione degli apiari dei soci viene conservata nell'archivio dell'associazione. Una copia della polizza sarà trasmessa solo a coloro che ne faranno richiesta. PERCHÉ LIGUSTICA AUTOCTONA La situazione zootecnica laziale per ciò che concerne l allevamento delle api rispecchia il contesto riscontrabile in tutto il resto del territorio italiano e l Associazione Regionale degli Apicoltori del Lazio A.R.A.L.-- sensibile al diffuso dibattito che si svolge nel Paese, in merito alla salvaguardia delle popolazioni autoctone dell ape italiana, vuole promuovere un percorso di acculturamento degli apicoltori più disponibili ed interessati per la migliore diffusione di norme e tecniche finalizzate allo scopo. L importanza di salvaguardare popolazioni locali autoctone è nel Lazio sancita da apposita legge regionale L.R. n. 15/2000, gli apicoltori laziali hanno da tempo espresso profonda attenzione per un proprio patrimonio genetico da salvaguardare ed implementare. D altro canto le peculiarità delle specie autoctone sono da sempre note, ma mai come in questi ultimi anni se ne stanno apprezzando i pregi. La scriteriata immissione e diffusione negli apiari laziali di api provenienti da ogni dove, promossa e favorita da lusinghieri messaggi di super produzioni hanno avuto un unico risultato, indebolire e quasi escludere la popolazione autoctona dal territorio. Per arginare e tamponare almeno in parte il danno prodotto si ritiene utile dover far riappropriare i singoli apicoltori di antiche quanto aggiornate pratiche e tecniche che favoriscano la riproduzione, e 2

quindi la rimonta dei riproduttori in stretta autoctonia, ovvero favorire per quanto possibile la riproduzione nell ambito dello stesso apiario di provenienza. SMIELATURA SEMPLIFICATA Si richiama l'attenzione degli apicoltori che usufruiscono della smielatura in proprio (semplificata) a verificare le modalità di applicazione riportate nella Delibera regionale n. 159 del 3 luglio 2013- BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE LAZIO - N. 56 dell'11/07/2013 SEZIONE 4 - PARTE 1a : LABORATORI DI SMIELATURA IN PROPRIO. 1. Ambito di applicazione ed esclusioni; 1.1 Produzione primaria;1.2 Ambito locale; 2. Registrazione SCIA. 2.1 Notifica per l'inizio attività o per modifiche sostanziali (strutturali o di tipologia) disattività esistenti. 2.2 Comunicazione relativa ai mezzi di trasporto di prodotti alimentari. 3. Manuali di corretta prassi operativa. 4. Formazione5. Allegati ( Dalla scheda n. 13 alla scheda n. 16). La Delibera "Disciplina apistica igienicosanitaria" è riportata rtata sul sito web aralonline.org rg alla voce ASPETTI FISCALI. ALLEGATO al REG. 852/04 Requisiti applicabili ai locali utilizzati principalmente come abitazione privata ma dove gli alimenti sono regolarmente preparati per essere commercializzati I locali destinati alle operazioni di smielatura, confezionamento e deposito dei prodotti dell alveare devono essere ben areati ed illuminati, nonché mantenuti puliti in modo tale da evitare rischi di contaminazione, in particolare da parte di insetti e di animali infestanti. Devono essere disponibili appropriate attrezzature per mantenere un'adeguata igiene personale (servizio igienico non necessariamente contiguo al laboratorio). Le superfici di lavoro devono essere in buone condizioni, facili da pulire e, se necessario, da disinfettare; a tal fine si richiedono materiali lisci, lavabili, resistenti alla corrosione e non tossici, a meno che gli operatori alimentari non dimostrino all'autorità competente che altri materiali utilizzati sono adatti allo scopo. Devono essere presenti procedure scritte per la pulizia e, se necessario, la disinfezione degli strumenti di lavoro e dei locali. Deve essere disponibile acqua potabile calda e/o fredda. I prodotti alimentari devono essere collocati in modo da evitare, per quanto ragionevolmente possibile, i rischi di contaminazione. 3

Durante le operazioni di smielatura e di confezionamento non devono essere presenti mobili o altre strutture o materiali non lavabili e disinfettabili. Tutte le attrezzature, mobili ed utensili devono essere mantenuti in perfette condizioni di pulizia e di manutenzione. Le attrezzature e gli utensili destinati alla smielatura ed al confezionamento del miele (disopercolatori, smielatori, decantatori, ecc.) devono essere in materiale idoneo a venire in contatto con gli alimenti e con caratteristiche tali da permettere una facile pulizia. Nei locali di lavorazione non devono essere presenti detersivi, disinfettanti o altri prodotti che potrebbero comunque alterare o contaminare il miele. Il miele confezionato, i barattoli e gli altri contenitori vuoti ed i melari devono essere depositati in locali facilmente pulibili e mantenuti in buone condizioni igieniche. Il locale utilizzato per la smielatura ed il confezionamento potrà essere adibito anche al deposito del miele confezionato, delle attrezzature e dei melari durante la stagione invernale, nonché all attività di vendita, purché le attività siano effettuate in tempi diversi ed a conclusione di ogni precedente operazione. Tutte le attività e le operazioni svolte nell ambito della propria attività di apicoltore, dall allevamento alla produzione di alimento, dovranno essere descritte dettagliatamente in una procedura che consenta di attuare corrette prassi operative in materia di igiene e la eventuale individuazione di rischi e loro rimozione. Tale procedura dovrà essere presente al momento della registrazione. Adempimenti dell apicoltore Facendo riferimento alla normativa comunitaria vigente e soprattutto ai principi fondamentali su cui si basa la tutela del consumatore, l apicoltore deve garantire: la protezione dei prodotti o degli alimenti destinati alle api da contaminazioni chimiche, fisiche, biologiche, da parassiti, animali ed insetti; le misure di pulizia e disinfezione dei locali, delle attrezzature e delle arnie; il controllo delle malattie delle api; la buona salute e la formazione del personale addetto alla manipolazione dei prodotti dell alveare. Inoltre: il miele confezionato deve essere etichettato ai sensi della normativa vigente; deve essere garantita la tracciabilità del prodotto; l apicoltore deve detenere il registro dei trattamenti medicinali ai sensi del D. Lvo 158/06; l apicoltore deve consentire al Servizio Veterinario della ASL competente di effettuare tutti i controlli igienico-sanitari ritenuti opportuni; l apicoltore deve seguire, a livello della produzione primaria e delle operazioni associate, la procedura da lui descritta (nel suo piano di 4

autocontrollo) che può essere basata su manuali di corretta prassi igienica, ai fini del controllo dei rischi. In altre parole, le procedure descritte dall apicoltore dovrebbero contenere informazioni adeguate sui pericoli che possono insorgere nella produzione primaria e nelle operazioni associate e sulle azioni di controllo dei pericoli. Tra tali pericoli e misure figurano ad esempio: il controllo della contaminazione dovuta a metalli pesanti e materiale radioattivo; l'uso di acqua omissis ; l'uso corretto e adeguato di prodotti medicinali veterinari e di alimenti somministrati alle api e loro rintracciabilità; le misure protettive volte a evitare l'introduzione di malattie trasmissibili all'uomo tramite gli alimenti, nonché l'obbligo di informarne le autorità competenti; le procedure, le prassi e i metodi per garantire che l'alimento sia prodotto, manipolato, imballato, immagazzinato e trasportato in condizioni igieniche adeguate, compresi la pulizia accurata e il controllo degli insetti ed animali infestanti. LA VESPA VELUTINA E L ELIMINAZIONE DEI CALABRONI Un nuovo nemico delle nostre api ha varcato i confini italiani dalla vicina Francia ove era presente ufficialmente dal 2006. ll calabrone asiatico, come è stato soprannominato per via della sua somiglianza con il nostro calabrone autoctono (Vespa crabro) presente in Europa meridionale, è considerato una seria minaccia per gli alveari, essendo molto vorace e aggressivo nei confronti degli alveari. La Vespa velutina sembra in grado di arrecare gravi danni alle famiglie delle api da miele, che non sono in grado di difendersi efficacemente da questo predatore. Da tempo l'imenottero riconoscibile per il corpo scuro e le strisce gialle sull'addome, originario del sud-est asiatico, è sorvegliato speciale perché è predatore di api e può quindi avere un impatto enorme sull'apicoltura,. Il calabrone killer attacca le api da miele europee soprattutto nel periodo fra giugno e settembre. La vespa velutina si dispone nei pressi degli alveari, dove attacca e uccide molte decine di api in poche ore, per poi cibarsene successivamente. Nel 2011 è stato riportato sul sito aralonline una particolare trappola indicata da Rino Cassian, ma che in verità viene adottata da molti anni per difendere l' apiario dai calabroni, valida anche per il calabrone asiatico. - Trattasi dell'uso di una bottiglia di plastica vuota riciclata, della capacità di 1500 cl. sì divide la bottiglia in due parti, tagliandola proprio dove la bottiglia incomincia a rastremarsi verso l alto per formare il collo. Dalla divisione della bottiglia si ottengono due pezzi, uno inferiore a forma di cilindro, che serve come contenitore della sostanza attraente e uno superiore a forma d imbuto che ha la funzione di entrata, la parte superiore si capovolge e s inserisce nel cilindro fino a far combaciare i due tagli della bottiglia e si fissa sul cilindro mediante 5

punti per cucitrici zenith 548 e 590. Poi sulla circonferenza tagliata si fanno due buchi diametralmente opposti e s inserisce un filo di ferro che avrà la funzione di manico per appendere la trappola all albero. A questo punto, la trappola è pronta, manca solo l esca. L esca ottimale è la birra. Gli aromi dovuti alla presenza del malto e di altri odori secondari dovuti alla fermentazione e alla maturazione di altri ingredienti, mettono a dura prova persino gli insetti più reticenti. La quantità da inserire dentro la bottiglia varia dai 300 a 400 cl. e conviene cambiarla ogni settimana perché si ha l affievolirsi dei vapori che attirano gli insetti predatori, oppure una miscela con acqua, zucchero e aceto in proporzioni (100g H2o, 100gr zucchero, 20gr di aceto) anche se altri apicoltori consigliano, per catturare calabroni e vespe che sono carnivori, di inserire nelle trappole sarde appena acquistate. - Un sistema, molto più semplice per difendersi dalla vespa vellutina, che già molti apicoltori adottano contro il calabrone autoctono, è disporre di una tavola rettangolare di circa cm 30 per sessanta ( va bene anche un foglio di plastica rigido), spalmarci sopra in maniera omogenea la normale colla che si vende per la trappola contro i topi. Sistemarvi sopra come esca dei pezzettini di pesce o di carne.sistemare la trappola sopra il coperchio di lamiera di un alveare. Periodicamente la trappola deve essere rinnovata. Si assicura che funziona al 100%. API, VESPE, CALABRONI. COME DIFENDERSI DALLE LORO PUNTURE Con il loro pungiglione possono anche condurre alla morte, ma per fortuna oggi sono numerosi gli interventi possibili per contenere l azione d'insetti tipici della stagione estiva come api, vespe e calabroni. Le stime parlano di circa cinque milioni di italiani che annualmente vengono punti da un imenottero: nell 80% dei casi si percepisce semplicemente un dolore acuto al momento della puntura, mentre per due persone su dieci il problema si fa più serio: al dolore, che perdura per parecchie ore, subentra anche un notevole gonfiore della parte colpita. L 1% è addirittura allergico al veleno di api e simili, e in questo caso il rischio si chiama shock anafilattico, fenomeno che se non viene opportunamente trattato può provocare il decesso. Nonostante i progressi della medicina, e le numerose strategie per tenere lontane le punture di insetto, sono ancora oggi una decina le persone che 6

in media in Italia perdono la vita per il veleno di un imenottero. Ma cosa si può fare per evitare di andare incontro a uno shock anafilattico? I consigli sono principalmente due: sottoporsi a vaccino o premunirsi di un kit per auto iniezioni di adrenalina. Nel primo caso si tratta di affrontare una cura quinquennale a base di piccole iniezioni tale da rendere l organismo totalmente immune dalle punture di api, vespe e calabroni. Nel secondo il riferimento è invece a un kit formato da una fiala di adrenalina con autoiniettore (versione per adulti e per bambini) che consente al paziente di autosomministrarsi il farmaco, generalmente sul lato esterno della coscia; anche i cortisonici per via intramuscolare possono essere considerati farmaci di primo soccorso in caso di rischio di crisi allergica maggiore. Al contrario, dicono i tossicologi, gli antistaminici in crema non servono: il loro presunto effetto anestetico locale non è dimostrato e non esistono a tutt oggi prove convincenti della loro utilità. Infine, in caso di puntura, è importante conoscere i sintomi premonitori per poter intervenire tempestivamente e raggiungere il più vicino posto di pronto soccorso. I sintomi iniziali di uno shock anafilattico sono vampate di calore, prurito, difficoltà a respirare (broncospasmo), vertigini, senso di svenimento, pallore, gonfiore (edema) che interessa il volto, gli occhi, la lingua e le vie respiratorie e può presentare gradi variabili di gravità con diversa combinazione dei sintomi. In particolare edemi e prurito sono sintomi importanti perché possono presentarsi precocemente (dopo 10-20 minuti dalla puntura) e segnalare l imminente comparsa di una crisi. (Gogle 2014) DONNA POLACCA CONDANNATA PER AVER UCCISO DUE MILIONI DI API (Troppi pesticidi in campagna anti-zanzare del comune) Varsavia, 11 feb. (TMNews) - Una donna polacca è stata condannata a quattro mesi di carcere con la condizionale per aver ucciso due milioni di api utilizzando in misura eccessiva prodotti zanzaricidi. La donna, identificata dal tribunale come Joanna S. era responsabile di una campagna comunale per lo sterminio delle zanzare ed è stata giudicata colpevole di aver utilizzato pesticidi senza la necessaria autorizzazione del ministero della Salute. "Il programma antizanzare avrebbe potuto uccidere delle persone" ha detto Lucjan Furmanek, capo dell'associazione degli apicoltori a Gorlice, nel sudest della Polonia. "Spero che la decisione del tribunale impedisca altri disastri ambientali scervellati" ha aggiunto. La sentenza di Gorlice spiana la strada a una richiesta di risarcimento civile da parte degli apicoltori per la moria di api seguita alla campagna di disinfestazione dalle zanzare del 2010. Un'alluvione nella vicina città di Biecz quell'anno aveva causata una insolita proliferazione di zanzare nelle acque stagnanti. (fonte Afp) TMNews SPESOMETRO ANCHE PER GLI APICOLTORI IN REGIME 7

DI ESONERO Una notizia di cui ne siamo venuti a conoscenza solo ora. In data 30 aprile 2014 è scaduto il termine ultimo per l'invio all'agenzia delle Entrate dell'elenco delle operazioni effettuate nel corso del 2013 rilevanti ai fini IVA: lo "Spesometro". L'obbligo interessa tutti gli agricoltori titolari di partita IVA, anche coloro che sono in regime di esonero (fatturato inferiore ai 7000 euro, senza tenuta di contabilità IVA). In pratica la norma prevede che venga inviato l'elenco dei clienti e fornitori che, nel caso del regime di esonero, riguarda l'elenco dei clienti ai quali con loro autofattura sono stati ceduti prodotti agricoli e l'elenco dei fornitori che hanno rilasciato all'agricoltore fattura per acquisto di beni e servizi inerenti l'attività. L'invio dell'elenco all'agenzia delle Entrate doveva avvenire esclusivamente via telematica, direttamente se si è registrati ai servizi telematici dell'agenzia delle Entrate, o tramite intermediario rivolgendosi ad es. ai Centri di Assistenza Agricola o ad altro soggetto abilitato. Infine si ricorda che lo Spesometro non è una dichiarazione, ma una comunicazione, in caso di mancata o incompleta trasmissione dei dati si rende applicabile la sanzione prevista dall art. 11, D.Lgs. 471/97: da un minimo di 258 Euro ad un massimo di 2.065 Euro. tale operazione va ripetuta ogni anno entro i termini stabiliti. IL CALO PRODUTTIVO DEL RACCOLTO DI MIELE Nell ultimo decennio, nonostante i rilevanti investimenti privati e pubblici, nel mondo si è verificato un progressivo declino complessivo di sopravvivenza delle api e delle capacità produttive di miele. Molteplici le cause, ma per le zone dell'italia centrale le più rilevanti sono state quelle climatiche. Nel Convegno nazionale "Api e Clima", organizzato quest'anno dalla FAI - Federazione Apicoltori Italiani - in collaborazione con l'associazione Provinciale Apicoltori di Piacenza, si è inteso analizzare i principali fenomeni naturali che influiscono sulla sopravvivenza delle api dalle quali dipendono in modo particolare le sorti dell'agricoltura e dell'ambiente. Noi aggiungiamo che in questi primi mesi dell'annoil clima atmosferico si è manifestato particolarmente ostile per la raccolta del miele. Oltre all espandersi del modello di produzione agricola agroindustriale, all affermarsi delle colture OGM, al reiterarsi delle monocolture in monosuccessione e al crescente utilizzo di insetticidi neurotossici, la sopravvivenza e la produttività sono state condizionate in questo periodo dagli effetti climatici sulle famiglie di api per la qualità e quantità del pascolo. Nelle zone del Lazio a temperatura normale e cioè lungo la costa tirrenica, nell'entroterra pianeggiante e collinare, la fioritura dell'acacia ha avuto inizio, con molto anticipo, il 15 aprile. Da quella data in poi il tempo è stato continuamente piovoso e, pertanto, le api non hanno potuto raccogliere nettare. Di conseguenza la produzione di miele di acacia è stata disastrosa. Gli 8

apicoltori, in alcuni casi, hanno dovuto ricorrere a nutrire la api artificialmente, in altri casi le api per nutrirsi hanno consumato le scorte che avevano già accumulato. Inoltre, l'inclemenza del tempo non ha consentito a molte regine di fecondarsi, provocando così anche una scarsità di api nelle famiglie. Si spera ora in una rapida ripresa e nella raccolta del castagno e dell'eucalipto laddove sono rimaste quelle poche piante che ancora fioriscono. Nel Lazio si produce anche un ottimo millefiori il cui raccolto prosegue anche fino a tutto luglio. Mai arrendersi, dicono gli apicoltori, e noi glielo auguriamo. 9