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AZIENDA SPECIALE DELLA PROVINCIA DI MATERA Azienda provinciale per l istruzione e la Formazione professionale, l Orientamento e l impiego FSE Basilicata 2007/2013 CORSO N : UN TESORO ECOSOSTENIBILE IN RIVA AL MARE Per P.O. FSE Basilicata 2007-13 Intesa Interistituzionale 2011-13 Asse IV Cap. Umano ALTERNANZA SCUOLA LAVORO A.S. 2013/14 PROVINCIA UNIONE EUROPEA REGIONE BASILICATA REPUBBLICA ITALIANA DI MATERA

ZONA OGGETTO DI STUDIO NOME Bosco Pantano di Policoro e Costa Ionica Foce Sinni CODICE IT9220055

Un tesoro ecosostenibile in riva al mare

L'AMBIENTE COSTIERO Una pianificazione territoriale che possa valorizzare e riqualificare la fascia costiera di Policoro puntando sia alla razionalizzazione urbanistica degli insediamenti residenziali e industriali presenti che alla salvaguardia ambientale. Tra la terra e il mare esiste una zona di interfaccia di straordinario pregio ambientale: il litorale, un luogo in continua trasformazione dove il vento, le acque interne e il mare si contendono gli spazi e governano la vita delle specie vegetali e animali. L equilibrio che regola le dinamiche di un litorale e degli ecosistemi costieri è naturalmente fragile, l intervento poco attento dell uomo può determinare cambiamenti irreversibili che a catena possono ripercuotersi sull intero sistema costiero. Le tipiche coste basse e sabbiose di Policoro, essendo più fruibili, risentono in particolare modo della sua presenza. Così le spiagge, le dune, le aree umide sono particolarmente esposte a fenomeni di erosione e di degrado. Per la loro importanza ecologica, il posidonieto e gli apparati dunali costituiscono gli elementi più fragili dell ambiente costiero. Le specie vegetali che crescono su di essa, oltre a contribuire attivamente alla sua edificazione, man mano che la fascia costiera si accresce e si articola morfologicamente, si organizzano in differenti fitocenosi che si evolvono contemporaneamente all'ambiente stesso. Ciascuna comunità vegetale si dispone secondo fasce parallele alla linea di costa seguendo l andamento dei cordoni dunali. Le comunità si differenziano invece fra loro lungo il profilo topografico dunale, organizzandosi lungo i forti gradienti ambientali, a formare la cosiddetta zonazione costiera della vegetazione.

Schema di una costa bassa sabbiosa in assenza di fattori di disturbo. Sono stati evidenziati, in alto, l orientamento dei principali gradienti ambientali e, in basso, la tipica zonazione delle comunità vegetali che si dispongono lungo tali gradienti in ragione dei particolari adattamenti e delle specializzazioni proprie delle specie di ciascuna fitocenosi. Si evince, inoltre, lo sviluppo delle dune e delle diverse comunità che le popolano in fasce parallele alla linea di costa.

Durante l'attività di stage il gruppo ha rilevato dal mare verso l'entroterra la seguente zonazione: 1 - La spiaggia emersa: il Cakileto 2 - La duna embrionale: l Elymeto 3 - Le dune mobili: l Ammofileto

4 - L interduna: il Crucianelleto, i pratelli e le depressioni interdunali 5 - Il retroduna: la macchia mediterranea e i boschi retrodunali

La spiaggia emersa: il Cakileto In prossimità della battigia, è presente la cosiddetta zona afitoica, cioè priva di piante superiori. Può essere invece cospicuo il materiale vegetale morto che il mare deposita sulle spiagge. Nel tratto successivo della spiaggia emersa, la prima fascia di vegetazione è generalmente costituita dalle cosiddette specie pioniere, specie annuali con un ciclo vitale estremamente breve, che si conclude nel giro di pochi mesi in tarda primavera o in estate. Alla fine del brevissimo ciclo vitale, a fine estate sono prodotti i frutti/semi che rimangono sepolti sotto la sabbia o sono dispersi grazie al vento, al moto ondoso, alle correnti marine e alle maree, per poi germinare in autunno o l anno successivo. Si fa spesso riferimento a questa cenosi con il nome di Cakileto, dal nome di una delle specie più diffuse, Cakile maritima. Un altra specie molto comune è Salsola kali. Questa comunità è stata attribuita all habitat 1210 - Vegetazione annua delle linee di deposito marine, secondo il Manuale di Interpretazione degli habitat della Direttiva 92/43/EEC (Biondi et al. 2009).

FLORA RISCONTRATA:

La duna embrionale: l Elymeto (Elytrigeto) Nella parte alta della spiaggia si trovano i primi accumuli di sabbia, le dune embrionali, ancora soggette al rimaneggiamento del vento e occasionalmente raggiunte dagli spruzzi delle onde. Su tali accumuli si insediano le prime piante perenni che innescano il processo evolutivo del sistema dunale. Un ruolo fondamentale nel processo lo riveste Elymus farctus subsp. farctus, specie perenne pioniera che intrappola la sabbia e consolida il suolo con i suoi rizomi lunghi e fitti, favorendo dunque la colonizzazione da parte di altre specie. La fascia di vegetazione a Elymus farctus, di aspetto molto aperto e rado, è caratterizzata dalla presenza quasi costante di poche altre specie dunali. Sulle coste italiane troviamo Echinophora spinosa, Cyperus capitatus = Cyperus kallii, Otanthus maritimus subsp. maritimus e Sporobolus virginicus = Sporobolus pungens. Questa comunità è stata attribuita all habitat 2110: Dune embrionali mobili secondo il Manuale di Interpretazione degli habitat della Direttiva 92/43/EEC (Biondi et al. 2009).

FLORA RISCONTRATA:

Le dune mobili: l Ammofileto Dove le dune embrionali si fanno più consistenti, dietro di esse si osservano le dune mobili anche se in ambiente Mediterraneo si tratta spesso di dune relativamente stabilizzate. La specie più caratteristica e tipica delle dune mobili è una poacea perenne, Ammophila arenaria subsp. australis. Si tratta di una specie molto resistente al vento e al continuo insabbiamento la cui porzione epigea è più sviluppata di quella di Elymus farctus. I suoi densi cespi favoriscono efficacemente l accumulo di sabbia e reagiscono all insabbiamento crescendo in altezza, consentendo così la crescita della duna, finché viene raggiunto un equilibrio dinamico tra accumulo ed erosione eolica. L effetto di fissazione e consolidamento della duna, anche se incompleto, è quindi in questo caso decisamente più marcato, grazie allo sviluppo degli apparati radicali, notevoli sia per la loro estensione che per le proprietà meccaniche. In alcune situazioni questa comunità può presentare valori di copertura piuttosto elevati. Essa trova il suo optimum dove sono continui gli apporti di sabbia, mentre regredisce dove prevale l erosione. La composizione floristica tipica di questa cenosi comprende anche Anthemis maritima, Echinophora spinosa, Eryngium maritimum, Medicago marina, Euphorbia paralias, Calystegia soldanella e Pancratium maritimum. Questa comunità è stata attribuita all habitat 2120: Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria (dune bianche) secondo il Manuale di Interpretazione degli habitat della Direttiva 92/43/EEC (Biondi et al. 2009).

FLORA RISCONTRATA:

L interduna: il Crucianelleto, i pratelli e le depressioni interdunali Dietro le prime dune mobili stabilizzate da Ammophila arenaria si crea una zona riparata con rilievi più modesti, dove il substrato è ancora sabbioso ma con una certa componente di materia organica e dunque più compatto. In questa fascia più riparata sono numerose le specie che trovano le condizioni adatte per la loro sopravvivenza; si tratta soprattutto di camefite, cioè di piante perenni con gemme non molto lontane dal suolo. Sulle coste osservate, lungo i fianchi in lieve pendio delle dune, si stabilisce la Crucianella maritima, una camefita dai fusti prostrati, legnosi alla base, che forma una fitocenosi caratteristica, indicata con il nome generale di Crucianelleto. Questa specie è accompagnata da altre specie tra cui Ononis variegata, Pancratium maritimum, Lotus cutisoides e sporadicamente da sparsi individui delle specie legnose di macchia. Questa comunità è caratterizzata da specie perenni è spesso sostituita da altre fitocenosi, in cui generalmente predominano al contrario specie erbacee annuali che si espandono negli spazi aperti raggiungendo una notevole copertura. Fra esse, si possono citare Silene colorata, Ononis variegata e numerose poacee, quali Vulpia fasciculata, Phleum arenarium subsp. caesium, Lagurus ovatus e Cutandia maritima. In questo caso si parla, per via del breve ciclo vitale, di pratelli terofitici. Nelle vallecole poste fra i cordoni litorali si sviluppa un ambiente particolare del sistema dunale, le depressioni interdunali, modellate dal deflusso dell acqua piovana e arricchite dalle particelle più fini e dal materiale organico in decomposizione proveniente dalla sommità delle dune. L impermeabilità del substrato, dovuta all accumulo di materiale fine nel suolo, può far sì che in queste lacune si creino veri e propri ambienti umidi. Queste comunità sono state attribuite ai seguenti habitat. 2210: Dune fisse del litorale (Crucianellion maritimae), 2230: Dune con prati dei Malcolmietalia, 2190: Depressioni umide interdunali, secondo il Manuale di Interpretazione degli habitat della Direttiva 92/43/EEC (Biondi et al. 2009).

FLORA: Magnolioph yta Eudicotiled oni Rosidi Ordine Famiglia Fabales Brom head Fabaceae Lindl. Tribù Genere Ononis L.

La retroduna La vegetazione dei litorali sabbiosi raggiunge la sua forma più complessa nella fascia di transizione all ambiente continentale che è costituita dalle cosiddette dune fisse. Esse ospitano una vegetazione arbustivo- arborea, sempreverde, che approfitta della maggiore stabilità e delle condizioni più riparate tipiche di questa fascia. Il primo tratto è generalmente caratterizzato da una macchia pioniera bassa, che nell Italia centrale è spe\sso dominata dal Ginepro coccolone (Juniperus oxycedrus subsp. macrocarpa) e che ripara dai venti salsi e dall azione abrasiva dei granelli di sabbia le formazioni di macchia più interne. Questa comunità, detta Ginepreto, costituisce il primo stadio legnoso nelle aree sabbiose e contribuisce fortemente al consolidamento della duna. La macchia pioniera è abbastanza ben rappresentata sul litorale tirrenico grazie alla sua elevata resistenza al disturbo. In caso d erosione della linea di costa, la macchia pioniera può però venire a trovarsi a diretto contatto con la spiaggia. Divengono allora osservabili segni evidenti di danno alle foglie causati dallo spray marino. Questa comunità è stata attribuita all habitat prioritario 2250*: Dune costiere con Juniperus spp. secondo il Manuale di Interpretazione degli habitat della Direttiva 92/43/EEC (Biondi et al. 2009). Procedendo verso l interno, segue dunque una macchia alta strutturalmente più complessa, composta da più specie arbustive, come Pistacia lentiscus e Phillyrea latifolia e da specie lianose, quali Smilax aspera, Lonicera implexa) eclematis flammula. Questa comunità è stata attribuita all habitat 2260: Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavanduletalia secondo il Manuale di Interpretazione degli habitat della Direttiva 92/43/EEC (Biondi et al. 2009). Nelle zone ancora più interne, caratterizzate da suoli più maturi, compare il leccio (Quercus ilex) che di norma costituirebbe il vero e proprio bosco litoraneo o Lecceta. Nell Italia centrale, tuttavia, tali formazioni sono divenute rare a causa dello sfruttamento edilizio e, nella maggior parte dei casi, sono state sostituite da rimboschimenti a pini mediterranei (Pinus pinea, Pinus pinaster, Pinus halepensis).

FLORA RISCONTRATA:

FLORA LUNGO I FIUMI: