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RELAZIONE TECNICA SPECIALISTICA E DI CALCOLO Pag.1 di pag.26

INDICE 1. IMPIANTO DI COGENERAZIONE 3 1.1.Generalità 3 1.2.Apparecchiature installate 3 1.3.Caratteristiche tecniche 3 1.4.Scheda tecnica 5 1.5.Schema di Impianto 8 1.6.Dimensionamento dei circuiti 11 1.6.1Circuito recupero calore 12 2. IMPIANTO ELETTRICO 13 2.1.RIFERIMENTI LEGISLATIVI E NORMATIVI 13 2.2.CONSEGNA DELL'ENERGIA IN MEDIA TENSIONE 14 2.3.PRESCRIZIONI SUI QUADRI ELETTRICI 15 2.4.INTERRUTTORI E SEZIONATORI 15 2.5.CANALIZZAZIONI 15 2.6.SCATOLE DI DERIVAZIONE 15 2.7.GIUNZIONI 16 2.8.CONDUTTORI 16 2.9.MODALITA DI POSA DEI CONDUTTORI 16 2.10.DIMENSIONAMENTO DELLE LINEE 17 2.11.MISURE DI PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI 18 2.12.MISURE DI PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI 18 2.13.IMPIANTO DI TERRA 19 2.14.PROTEZIONI CONDUTTURE CONTRO IL SOVRACCARICO 20 2.15.PROTEZIONE CONDUTTURE CONTRO IL CORTO CIRCUITO 21 2.16.CADUTA DI TENSIONE 22 2.17.DIMENSIONAMENTO CAVI 23 3. QUALITÀ DEI MATERIALI - MODALITÀ ESECUTIVE 25 Pag.2 di pag.26

1. IMPIANTO DI COGENERAZIONE 1.1. Generalità La presente relazione si riferisce alla realizzazione dell impianto di cogenerazione presso il centro Sports Action Orbassano SSD a r.l. con sede in Torino, Corso Duca degli Abruzzi n. 6, P. IVA 09919030016. 1.2. Apparecchiature installate Presso il centro SPORTS ACTION sarà installato un cogeneratore di potenza pari a: Potenza elettrica: 140kW e ; Potenza termica: 207kW t ; Fabbisogno di combustibile: 384kW; 1.3. Caratteristiche tecniche Si riportano di seguito le caratteristiche tecniche del cogeneratore da installare: Potenza elettrica di taglia: 140kWe; Pag.3 di pag.26

Potenza termica recuperata: 207kWt; Combustibile utilizzato: metano; Fabbisogno di combustibile: 384kW; Potere calorifero inferiore: 8.250kcal/mc 1 Rendimento elettrico: 36,5% 2 ; Rendimento termico: 53,9% 3 ; 1 Valore dedotto dalla letteratura tecnica 2 Vedi scheda tecnica 3 Vedi scheda tecnica Pag.4 di pag.26

1.4. Scheda tecnica Si allega di seguito lo schema del singolo cogeneratore: Pag.5 di pag.26

Pag.6 di pag.26

Pag.7 di pag.26

1.5. Schema di Impianto Si allega di seguito lo schema di impianto del cogeneratore: Pag.8 di pag.26

Il cogeneratore dovrà interfacciarsi con le utenze esistenti. All uopo si allega schema di impianto di progetto: Pag.9 di pag.26

Per maggiori dettagli si rimanda agli elaborati grafici di progetto. Pag.10 di pag.26

1.6. Dimensionamento dei circuiti Nel dimensionamento dei circuiti e nella scelta dei materiali sono state portate in conto le indicazioni del costruttore. Le perdite di carico sono state calcolate con la formula di Hazen-Williams: (1) 6.05 C 7 10 Q 4. d p 1.85 85 1.85 kpa dove: p Q d è la perdita di carico unitaria [kpa/m], è la portata d acqua [l/min], è il diametro interno medio della tubazione [mm], C è una costante il cui valore dipende dal materiale dei tubi e che vale: 120 per i tubi in acciaio; 150 per i tubi in plastica. Per il calcolo delle perdite di carico localizzate sono stati utilizzati i valori di lunghezza equivalente riportati nel seguente prospetto: Tipo di accessorio DN 25 32 40 50 65 80 100 125 150 200 250 300 Lunghezza di tubazione equivalente m Curva a 45 0.3 0.3 0.6 0.6 0.9 0.9 1.2 1.5 2.1 2.7 3.3 3.9 Pag.11 di pag.26

Tipo di accessorio DN 25 32 40 50 65 80 100 125 150 200 250 300 Lunghezza di tubazione equivalente m Curva a 90 0.6 0.9 1.2 1.5 1.8 2.1 3.0 3.6 4.2 5.4 6.6 8.1 Curva a 90 a largo raggio Tee o raccordo a croce 0.6 0.6 0.6 0.9 1.2 1.5 1.8 2.4 2.7 3.9 4.8 5.4 1.5 1.8 2.4 3.0 3.6 4.5 6.0 7.5 9.0 10.5 15.0 18.0 Saracinesca - - - 0.3 0.3 0.3 0.6 0.6 0.9 1.2 1.5 1.8 Valvola di nonritorno 1.5 2.1 2.7 3.3 4.2 4.8 6.6 8.3 10.4 13.5 16.5 19.5 Le perdite di interne alle macchine sono state dedotte dal manuale di installazione. 1.6.1 Circuito recupero calore Perdita di carico interna alla macchina: 1,5 m.c.a. Portata: 8.9mc/h Diametro circuito: 2 Lunghezza equivalente del circuito: 100ml; Perdita di carico del circuito: 211kPa=2.1m.c.a. Perdita di carico complessiva<6 Verifica gruppo di pompaggio: Prevalenza adottata: 10m.c.a; Prevalenza adottata>perdite di carico: 10>6 ESITO POSITIVO. Pag.12 di pag.26

Le valvole di regolazione a valle delle pompe consentiranno un idoneo funzionamento al sistema di pompaggio. 2. IMPIANTO ELETTRICO 2.1. RIFERIMENTI LEGISLATIVI E NORMATIVI I requisiti tecnici e le caratteristiche dell impianto elettrico e dei suoi componenti soddisfano a quanto richiesto dalla vigente normativa in materia di sicurezza degli impianti e anche per quella inerente la sicurezza nei luoghi di lavoro. In particolare si richiamano: LEGGI D.P.R. 547 del 15/4/55 Norme prevenzione infortuni sul lavoro; L. 186 del 1/03/68 Produz. inst. di apparecc., impianti elettrici ed elettronici; L. 791 del 18/10/77 Garanzia di sicurezza del materiale elettrico; D.P.R. 384 del 27/4/78 Disposizioni a favore dei mutilati ed invalidi in materia barr. arch.; D.M. del 10/4/84 Eliminazione dei radiodisturbi; L. 13 del 9/01/89 Superamento delle barriere architettoniche; D.L. 615 del 12/11/96 Direttive compatibilità elettromagnetica; D. M. 18/09/2002 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l'esercizio delle strutture sanitarie pubbliche e private; Decreto 22/01/2008 n. 37 Regolamento di attuazione dell art. 11-quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n. 248 del 02/12/2005 recante il riordino delle disposizion in materia di installazione degli impianti all interno degli edifici; Legge 03/08/2007 n. 123 Misure in tema di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro e delega del Governo per il riasetto e la riforma della normativa in materia; D.Lgs. 09/04/2008 n. 81 Attuazione dell articole 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Pag.13 di pag.26

NORME TECNICHE Quadri Elettrici: CEI 17-11 CEI 17-5 CEI 17-13 CEI 23-51 CEI 23-3 CEI 23-44 Cavi elettrici: CEI 20-21 CEI 20-22 Norme Generali: CEI 64-8 VI ed. CEI 64-8 VI ed. Norma UNI EN 12464-1 Norma UNI EN 1838 Norma UNI 11222 CEI 64-12 CEI 81-1 CEI 81-4 Interruttori di manovra e sezionatori; Interruttori automatici; Quadri elettrici; Quadri elettrici modulari; Interruttori automatici; Interruttori differenziali. Portata dei cavi; Cavi non propaganti l incendio. Impianti elettrici utilizzatori; Impianti elettrici in ambienti a maggior rischio in caso di incendio; Illuminazione dei luoghi di lavoro; Applicazione dell illuminotecnica - Illuminazione di emergenza; Luce e illuminazione - Impianti di illuminazione di sicurezza negli edifici; Guida per la realizzazione degli impianti di terra; Protezione di strutture contro i fulmini; Protezione di strutture contro i fulmini; 2.2. CONSEGNA DELL'ENERGIA IN MEDIA TENSIONE L'ENEL s.p.a. fornisce energia con una alimentazione trifase, 20.000 V- 50 Hz, sistema TN. Il punto di consegna si trova in prossimità della cabina di consegna di ENEL. L impianto si dirama verso la cabina di trasformazione interna alla struttura equipaggiata con un trasformatore di potenza pari a 800 kva. Pag.14 di pag.26

2.3. PRESCRIZIONI SUI QUADRI ELETTRICI I quadri elettrici dovranno avere le seguenti caratteristiche funzionali: ogni componente dovrà essere in grado di sopportare indefinitamente la corrente e la tensione nominali previste; tutte le apparecchiature installate sul quadro ed i relativi circuiti dovranno resistere alle sollecitazioni termiche e meccaniche; dovrà esistere selettività fra i vari interruttori contro le sovracorrenti, cortocircuiti e guasti di fase/terra in modo da poter garantire la sola esclusione del circuito interessato; dovranno essere impiegati materiali di ottima qualità; dovrà essere previsto un sovradimensionamento delle carpenterie rispetto ai dispositivi di almeno un 30%; dovrà essere impossibile accedere alle parti in tensione senza l ausilio di un attrezzo. 2.4. INTERRUTTORI E SEZIONATORI Gli interruttori e i sezionatori dovranno essere del tipo modulare per il montaggio su barra DIN. Il loro potere di interruzione sarà tale da essere coordinato con le protezioni. Nella scelta si dovrà tenere in debito conto delle curve caratteristiche al fine di determinare l energia passante e comunque non sono stati impiegati dispositivi con potere di interruzione inferiore a 4,5 ka. 2.5. CANALIZZAZIONI La distribuzione principale dovrà avvenire tramite canaline metalliche posate a parete. I cavi contenuti non dovranno superare in alcun modo il 70% della sezione interna. Tutte le uscite dovranno avere raccordi idonei per il mantenimento del grado di protezione. 2.6. SCATOLE DI DERIVAZIONE Sia che svolgano la funzione di derivazione che di rompi-tratta le dimensioni delle cassette dovranno essere tali da contenere tutti i conduttori in arrivo o in partenza oltre che le morsettiere, e sono state riempite per il 50% (e non oltre tale valore). Tutti i conduttori in arrivo o in partenza dovranno essere facilmente riconoscibili. Pag.15 di pag.26

2.7. GIUNZIONI Dovranno essere realizzate con morsetti di sezione adeguata, autoestinguenti e con serrafilo a vite. 2.8. CONDUTTORI I conduttori principali dovranno essere realizzati con cavi multipolari/unipolari FG7(O)R. La sezione minima adottata sarà: 1.5 mm 2, per i circuiti luce; 2.5 mm 2, per le prese; per le altre sezioni vedere quanto riportato negli schemi unifilari allegati. La sezione dei conduttori di neutro dovrà essere non inferiore a quella dei corrispondenti conduttori di fase. Per le sezioni dei conduttori di terra, di protezione ed equipotenziali si rimanda a quanto prescritto nel paragrafo Impianto di terra. 2.9. MODALITA DI POSA DEI CONDUTTORI Durante l esecuzione dell impianto si dovrà tenere conto dei coefficienti di riempimento, in particolare: Nei canali metallici si richiede che l altezza utile della canale sia non inferiore a 2 volte l altezza del rettangolo che circoscrive i conduttori; per i tubi protettivi, siano essi posati sotto intonaco che a vista, si richiede un diametro interno non inferiore a 1,4 volte il diametro del cerchio circoscritto ai conduttori con un minimo pari a 13 mm. Il tracciato dei tubi protettivi dovrà essere, per quanto possibile, rettilineo orizzontale o verticale. Le curve dovranno essere effettuate con raccordi o con piegature che non danneggino il tubo e non pregiudichino la sfilabilità dei cavi. Il raggio di curvatura dei cavi dovrà essere non inferiore ai seguenti valori: cavi con guaina in alluminio: 30 D; cavi con altra armatura (piombo, rame, ecc.): 16 D; Pag.16 di pag.26

cavi senza alcun rivestimento metallico, cavi armati con isolamento elastomerico, cavi con isolamento minerale e guaina di rame: 12 D; dove D è il diametro del cavo. Ad ogni brusca deviazione resa necessaria dalla struttura muraria dei locali, ad ogni derivazione dalle linee principali o secondarie, in ogni locale servito, la tubazione dovrà essere interrotta con cassette di derivazione. Nessuna derivazione dovrà essere eseguita all interno di scatola porta apparecchi. Tutte le giunzioni dovranno essere effettuate con morsetti isolati, del tipo volante per corde di sezione fino a 6 mm 2, con morsettiere fissate alla scatola per corde di sezione maggiore. Le cassette dovranno garantire una agevole dispersione di calore e un grado di protezione adatto all ambiente all interno del quale sono installate. Il coperchio delle cassette dovrà offrire adeguate garanzie di fissaggio e dovrà essere apribile solo con attrezzo. 2.10. DIMENSIONAMENTO DELLE LINEE Le linee dovranno essere costituite da: cavi multipolari/unipolari con conduttori flessibili con isolamento in gomma etilpropilenica ad alto modulo di qualità G7 sotto guaina di PVC, non propaganti l incendio e a ridotta emissione di gas corrosivi non propaganti l'incendio e a contenuta emissione di gas corrosivi (tipo FG7(O)R 0,6/1 kv); essi possono raggiungere una temperatura max di esercizio di 90 C e di corto circuito max di 250 C. Le sezioni dei conduttori sono state calcolate in funzione delle: effettive condizioni di impiego, tenendo conto dei vari coefficienti di utilizzazione e contemporaneità; della lunghezza dei circuiti; temperatura ambiente; modalità di posa; in modo da ottenere cadute di tensione non superiori al 2% per quel che riguarda i circuiti principali e non superiori al 3% per quel che riguarda i circuiti secondari. Il dimensionamento delle condutture del sistema di distribuzione è stato eseguito nel rispetto della Pag.17 di pag.26

Norma CEI 11-17 e 64-8, relativamente alla protezione delle correnti di sovraccarico e di corto circuito ed alle protezioni contro i contatti indiretti, considerando le portate dei cavi elettrici desunte dalle tabelle CEI - UNEL 35024/1. 2.11. MISURE DI PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI La protezione dovrà essere garantita mediante isolamento delle parti attive (per i cavi) e/o protezione mediante involucri o barriere (apparecchiature di comando, protezione e manovra, morsettiere, apparecchi utilizzatori). Tutte le parti attive non isolate dei circuiti dovranno essere protette dai contatti diretti mediante ripari di idonea resistenza meccanica, rimovibili solo mediante l'impiego di un attrezzo e costruiti in modo tale da realizzare comunque un grado di protezione meccanica non inferiore a IPXXB (protetto contro l'accesso con il dito di prova). 2.12. MISURE DI PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI La protezione dovrà essere garantita mediante interruzione automatica del circuito, con riferimento alle prescrizioni della Norma CEI 64-8. Per soddisfare la protezione contro i contatti indiretti mediante interruzione automatica del circuito prevista dall'art. 413.1.4.2 della Norma CEI 64-8 fasc. 1919 per i sistemi TT, dovrà essere verificata per tutti i circuiti la condizione: R a I a 50 V dove: - R a somma delle resistenze del dispersore e dei conduttori di protezione delle masse, in ohm; - I a è la corrente che provoca il funzionamento automatico del dispositivo di protezione, in ampere; qualora il dispositivo di protezione è un dispositivo a corrente differenziale, I a è la corrente nominale differenziale I dn. - 50 valore della tensione di contatto limite ammissibile, in volt. A tale scopo si è infatti previsto quanto segue: Pag.18 di pag.26

impiego di dispositivi di protezione a corrente differenziale I dn = 0,03 A per costituire anche una protezione supplementare contro i contatti diretti. 2.13. IMPIANTO DI TERRA L impianto elettrico utilizzatore dovrà essere provvisto di un proprio impianto di terra, collegato all impianto di terra esistente, al quale collegare tutte le masse ( parte conduttrice, facente parte dell impianto elettrico del cogeneratore che può essere toccata e che non è in tensione in condizioni ordinarie di isolamento ma che può andare in tensione in caso di cedimento dell isolamento principale ) e le masse estranee (parte conduttrice, che non fa parte dell impianto elettrico del cogeneratore, suscettibile di introdurre il potenziale di terra. In casi particolari si considerano masse estranee quelle suscettibili di introdurre altri potenziali). L impianto di terra dovrà essere realizzato in accordo alle prescrizioni delle norme CEI 11-8, CEI 64-8. La resistenza di terra risultante, misurata ai morsetti di ciascuna presa o apparecchio utilizzatore, dovrà soddisfare quanto richiesto nel paragrafo relativo alla protezione contro i contatti indiretti. L impianto di terra del cogeneratore dovrà essere collegato all impianto di terra esistente con un cavo in rame rivestito di sezione pari a 150 mm 2. Tutti i collegamenti dovranno essere realizzati con morsettiera apposita e bulloni in acciaio inox. La sezione dei conduttori di terra, ovvero dei conduttori che collegano gli elementi del dispersore tra loro e al nodo principale di terra è rilevabile dalla tabella seguente: Caratteristiche di posa del conduttore Sezione minima (mm 2 ) Protetto contro la corrosione ma non meccanicamente Non protetto contro la corrosione 16 (Cu) 16 (Fe) 25 (Cu) 50 (Fe) I conduttori di terra, nudi o isolati, dovranno essere protetti contro il danneggiamento meccanico mediante tubi o canaline isolanti. Per conduttori di protezione si intendono quelli che collegano le masse degli apparecchi elettrici Pag.19 di pag.26

al nodo principale di terra; la loro sezione si può dedurre dalla tabella seguente: Sezione dei conduttori di fase dell impianto S (mm 2 ) S 16 Sezione minima del corrispondente conduttore di protezione Sp (mm 2 ) Sp = S 16 < S 35 16 S > 35 Sp = S/2 2.14. PROTEZIONI CONDUTTURE CONTRO IL SOVRACCARICO Tutti i conduttori dovranno essere protetti contro i sovraccarichi a mezzo di dispositivi di protezione adatti ad interrompere le correnti di sovraccarico dei conduttori prima che tali correnti possano provocare un riscaldamento nocivo all'isolamento, ai collegamenti o all'ambiente circondante le condutture. La Norma CEI 64-8 richiede che per la protezione contro le correnti di sovraccarico si devono rispettare le due seguenti condizioni: 1. I b I n I z 2. I f 1.45 I z dove: - I b corrente di impiego o di lavoro dei circuiti; - I n corrente nominale dell'interruttore; - I z portata della conduttura a valle dell'interruttore; - I f corrente convenzionale di intervento del dispositivo di protezione. Nell'impianto in esame (in cui gli interruttori hanno portata superiore alla corrente di lavoro dei circuiti per evitare interventi intempestivi) la protezione contro i sovraccarichi è assicurata in quanto gli interruttori previsti, posti a monte dei circuiti costituiti, avranno portata inferiore a quella dei conduttori impiegati (I n I z ). Tenendo presente che secondo la Norma CEI 23-3 (Interruttori automatici per la protezione delle sovracorrenti per impianti domestici o similari) I f = 1.45 I n, è ovvio che la condizione 2 viene superata dalla condizione 1, essendo la taratura del relè termico inferiore alla portata del cavo. Pur se non espressamente richiesta la verifica verrà effettuata anche per i circuiti di illuminazione Pag.20 di pag.26

in modo da prescindere dalla verifica delle protezioni contro il corto circuito in fondo alla linea. 2.15. PROTEZIONE CONDUTTURE CONTRO IL CORTO CIRCUITO I dispositivi di protezione contro il corto circuito dovranno soddisfare i seguenti requisiti: 1. il potere di interruzione deve essere almeno uguale alla corrente presunta di corto circuito nel punto di installazione; 2. devono interrompere le correnti provocate da un corto circuito, in un punto qualsiasi della linea, in un tempo non superiore a quello che porta i conduttori alla temperatura limite ammissibile, rispettando la seguente condizione : I 2 t K 2 S 2 dove: I 2 t integrale di Joule in A 2 *s, esteso alla durata del corto circuito (energia specifica passante); K fattore specifico del conduttore; vale 146 per i cavi isolati in EPR e 115 per i cavi isolati in PVC; S è la minore tra le sezioni dei conduttori interessati dal corto circuito, espressa in mm 2. Condizione n 1 Il potere di interruzione dell'interruttore generale di utenza, che dovrà essere installato a protezione della linea principale di alimentazione del cogeneratore, è di 36 ka, valore adeguato a quello della corrente di corto circuito in corrispondenza del punto di cessione energia. Naturalmente le correnti di corto circuito nei punti a valle degli interruttori installati sui sottoquadri, per effetto dell'incidenza della impedenza delle condutture di collegamento, saranno di valore inferiore. Il calcolo è stato effettuato utilizzando la relazione che fornisce la corrente di corto circuito in un punto, partendo dalla corrente presunta di corto circuito all'origine, cioè: dove: I cco I cc1 484 L 2 100 cos cc0 5 I I S cc0 cc0 corrente presunta di corto circuito all'origine, in ka; cos cco fattore di potenza di corto circuito all'origine (CEI 17-5 ); 22 L S 2 2 Pag.21 di pag.26

L lunghezza delle condutture in metri (semplice per linee trifasi, doppia per quelle monofasi); S sezione delle condutture in mm 2 ; I cc1 corrente presunta di corto circuito dopo la conduttura di lunghezza L e sezione S, in ka. Condizione n 2 È sufficiente che si controlli che detta condizione sia soddisfatta per il corto circuito max, ossia in corrispondenza del punto di sezionamento del cavo più vicino all'interruttore che lo protegge; infatti la condizione che il cavo sia protetto contro il corto circuito minimo (guasto fase-neutro in fondo alla linea) è già compresa nella verifica di sovraccarico I valori dell'integrale di Joule si rilevano dalle curve caratteristiche I 2 *t/i cc fornite dal costruttore per gli interruttori che sono stati adottati, in corrispondenza dei valori delle correnti presunte di corto circuito. Nella nostra situazione circuitale, cioè con correnti di corto circuito superiori alle soglie di intervento magnetico delle protezioni e con circuiti correttamente dimensionati, si ha la verifica della condizione sull'energia specifica passante, imposta dalla Norma. 2.16. CADUTA DI TENSIONE Il calcolo di verifica, si esegue per il circuito facente capo al quadro generale utilizzando la relazione: dv = KIL ( R cos + X sen ) dove: K coefficiente che vale 2 in monofase e 1.73 in trifase; I corrente di lavoro in ampere; L lunghezza in km delle linee; R resistenza chilometrica di fase in ohm; X reattanza chilometrica di fase in ohm; cos fattore di potenza posto = 0.9; e verificando che i valori risultanti non siano superiori al 2%, per quel che riguarda le linee principali, e non superiori al 3%, per quel che riguarda le linee secondarie, del valore nominale della tensione. Per tale verifica ci si pone nella condizione più sfavorevole considerando il carico Pag.22 di pag.26

concentrato al termine della linea. 2.17. DIMENSIONAMENTO CAVI Il dimensionamento dei cavi viene effettuato in modo da garantire la protezione della conduttura alle correnti di sovraccarico. In base alla norma CEI 64-8/4 il dispositivo di protezione deve essere coordinato con la conduttura in modo tale che siano soddisfatte le condizioni: a) Ib <=In<=Iz b) If<= 1,45 Iz Per soddisfare tali condizioni è necessario dimensionare i cavi in base alla corrente nominale della protezione a monte. Dalla corrente Ib viene scelta la corrente nominale della protezione a monte e con questa si procede alla scelta della sezione dei cavi. La scelta viene fatta in base alla tabella che riporta la corrente ammissibile Iz in funzione del tipo di isolamento del cavo che si vuole utilizzare, del tipo di posa e del numero di conduttori attivi. Le perdite ohmiche nei cablaggi alle condizioni nominali possono essere valutate con l espressione: cdl(ib) = kcdt IB (Lc /1000 Vn) [Rcavo COS q + Xcavo sen p] 100[%] dove: kcdt = 2 per sistemi monofase e c.c.; kcdt = 1,73 per sistemi trifase. I parametri Rcavo e Xcavo sono ricavati dalla tabella UNEL in funzione al tipo di cavo (unipolare/multipolare) e in base alla sezione dei conduttori; i valori della Rcavo riportati sono riferiti a 80 C, mentre la Xcavo è riferita a 50 Hz, entrambe sono espresse in ohm/km. La caduta di tensione da monte a valle (totale) di un utenza viene determinata tramite la somma delle cadute di tensione, assolute di un solo conduttore, dei rami a monte all utenza in esame, da questa viene successivamente determinata la caduta di tensione percentuale riferendola al sistema (trifase o monofase) e alla tensione nominale dell utenza in esame. Pag.23 di pag.26

Nel sistema elettrico in esame per la parte in corrente continua la corrente di corto circuito è di poco superiore a quella di funzionamento alla massima potenza, cosicché è condizione sufficiente la verifica di Ib<=Iz Si pone come caduta di tensione massima nei conduttori in corrente continua, con l unico scopo di ridurre le perdite: ΔVmax = 2%. Nel tratto in alternata: ΔVmax = 1% Il conduttore di neutro per i circuiti a corrente alternata avrà la stessa sezione rispettivamente di quello di fase e di quello positivo. Le norme CEI 64.8 prevedono due metodi di dimensionamento dei conduttori di protezione: determinazione in relazione alla sezione di fase; determinazione tramite calcolo. In questo progetto viene applicato il primo criterio che consiste nel calcolare la sezione secondo il seguente schema: Spe = Sf se Sf< 16 mm 2 Spe = 16 mm2 se 16< Sf<= 35 mm 2 Spe = Sf/2 se Sf > 35 mm 2. La valutazione della temperatura dei cavi viene fatta alla corrente di impiego e alla corrente nominale, tramite la seguente espressione: Tcavo = Tambiente + [α x (Ib 22 /Iz 22 )] Tcavo Tambiente + [α x ((In 2 2 /Iz 2 2 )] Le temperature risultano espresse in C. Esse derivano dalla considerazione che la sovratemperatura del cavo a regime è proporzionale alla potenza in esso dissipata. Pag.24 di pag.26

Il coefficiente α tiene conto del tipo di isolamento del cavo e del tipo di tabella di posa che si sta usando. Il calcolo delle correnti di guasto viene fatto in modo da determinare le correnti di cortocircuito minime e massime immediatamente a valle della protezione (inizio linea) e a valle dell utenza (fine della linea). Per la parte in corrente continua i componenti sono assicurati dalle sovracorrenti in quanto, come già detto, le correnti di cortocircuito sono approssimabili a quelle di massima potenza del sistema. Nel quadro di parallelo ogni stringa sarà protetta da un fusibile da 10 A contro eventuali correnti di ritorno in seguito a guasto contemporaneo del diodo di blocco. Per la parte di circuito in corrente alternata rispetto alle correnti derivanti dalla rete sarà verificata la condizione: I 2 t<=k 2 S 2 in relazione alla curva caratteristica di intervento del dispositivo di protezione che sarà montato a protezione dell impianto fotovoltaico nel quadro generale e sarà un interruttore magnetotermico differenziale a protezione anche dai contatti diretti e indiretti. La scelta delle protezioni viene effettuata verificando le caratteristiche elettriche nominali delle condutture e di guasto, in particolare le grandezze che vengono verificate sono: corrente nominale, tramite la quale si è dimensionata la conduttura; numero dei poli; tipo di protezione; tensione di impiego, pari alla tensione nominale dell utenza; potere di interruzione. 3. QUALITÀ DEI MATERIALI - MODALITÀ ESECUTIVE Tutti i materiali e gli apparecchi impiegati nella realizzazione dell impianto elettrico oggetto della presente relazione: dovranno essere adatti all ambiente all interno del quale dovranno essere installati; dovranno avere caratteristiche tali da resistere alle azioni meccaniche, corrosive, termiche o dovute all umidità alle quali possono essere soggetti durante l esercizio; dovranno essere rispondenti alle relative norme e alle tabelle di unificazione CEI-UNEL; Pag.25 di pag.26

dovranno riportare i dati di targa ed indicazioni d uso utilizzando la simbologia CEI. Come regola generale nella esecuzione dei lavori la Ditta appaltatrice si dovrà attenere alle migliori e più moderne regole d arte, nonché alle prescrizioni particolari stabilite e/o richiamate in questa relazione. Per quanto non espressamente descritto nella presente relazione si fa riferimento alle norme citate in precedenza. Cava de Tirreni 07/10/2015 Il tecnico Pag.26 di pag.26