2. STRUMENTI E MODELLI D INTERVENTO



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12 2. STRUMENTI E MODELLI D INTERVENTO 2.1 Il target La diffusione a livello planetario della microfinanza, la conseguente varietà di contesti in cui essa opera e la progressiva sofisticazione dell offerta tendente ad una segmentazione sempre più raffinata del mercato di riferimento, costituiscono degli elementi che riducono la possibilità di fornire una definizione omnicomprensiva del cliente tipo dell industria della microfinanza. In prima approssimazione si può affermare che oggi la microfinanza si rivolge a quelle fasce di popolazione che - seppur economicamente attive - non dispongono di un adeguato accesso a servizi finanziari in grado di migliorarne le condizioni di vita 13. In base a tale definizione il mandato fondamentale affidato alla microfinanza è duplice. In primo luogo, essa non elegge più come target privilegiato la microimpresa. A differenza di quanto avveniva nei decenni precedenti, oggi si è compreso che non tutti i poveri hanno una vocazione imprenditoriale; cionondimeno esprimono bisogni complessi in ambito finanziario che non si esauriscono nel credito per l avvio o lo sviluppo di un attività economica. In secondo luogo, la microfinanza ha assunto un importante ruolo di sviluppo anche verso soggetti che non appartengono a fasce di popolazione particolarmente povere 14 e che tuttavia sono esposte a esclusione da parte del mercato finanziario e per tale ragione non possono partecipare appieno alla vita economica e sociale all interno della comunità di riferimento. Nell ambito della finanza per lo sviluppo si è 13 Brigit Helms, Acccess for All. Building inclusive financial systems, CGAP, 2006, pg. 17 14 Hege Gulli, Microfinance and poverty, Microfinance Unit IADB, 1998, pg. 5 quindi elaborato un progressivo superamento della nozione di microcredito, che coincideva con il prestito ai poveri come strumento privilegiato di emancipazione economica e sociale, per passare al più complesso concetto di microfinanza, categoria all interno della quale rientrano oltre che il prestito per l impresa anche i crediti per finalità sociali, per la casa, il risparmio, i servizi assicurativi, i servizi di gestione delle transazioni finanziarie (money transfer internazionale e locale e branchless banking), il migrant banking e i programmi di inclusione bancaria. A ognuna delle citate categorie corrisponde un cliente tipo differente, con profilo socio-economico e bisogni diversi (TAB. 1). Sembra in ogni caso dimostrato dalla prassi che generalmente la microfinanza non si rivolga ai cosiddetti più poveri tra i poveri o a soggetti che versano in condizioni di povertà estrema quanto piuttosto a fasce di popolazione che economicamente possono essere collocate a cavallo della soglia di povertà, fissata dalla Banca Mondiale a 1,25 dollari statunitensi al giorno 15. TAB. 1: Livello di povertà dei clienti di alcune IMF CARD (Filippine) UWFT (uganda) 4 programmi (Bolivia) BRAC (Bangladesh) Indigenti Trascurabili Trascurabili Trascurabili Trascurabili Estremamente Alcuni Pochi Quasi 40% Poveri nessuno Moderatamente Molti Molti Molti 35% Poveri Vulnerabili non poveri Alcuni Molti molti 25% Fonte: Microfinance and risk management: A client perspective In altre parole la microfinanza oggi assume un ruolo essenziale all interno del mercato 15 Focus CGAP, n. 17 2000: Microfinance and risk management: a client perspective, pg. 2

13 finanziario internazionale quale strumento di inclusione finanziaria verso fasce di popolazione considerate in passato non bancabili e che invece l esperienza ha dimostrato essere dotate di particolare forza economica e capacità finanziaria a tal punto da essere in grado di non subire e anzi orientare l offerta verso prodotti e servizi sempre più mirati ed efficaci. La microimpresa rappresenta ancor oggi il target classico della microfinanza e quello più diffusamente servito dai programmi di microfinanza (sia nei paesi poveri che in quelli economicamente sviluppati). La microimpresa presenta caratteristiche organizzative ed economiche che ne favoriscono lo sviluppo anche in condizioni di estrema incertezza di mercato. Microimprese sono infatti presenti nei paesi più poveri sia nel contesto urbano che rurale, nascono e si sviluppano velocemente in contesti post-bellici 16 (o che hanno subito un disastro naturale) in situazioni di conflitto a bassa intensità, o in mercati chiusi quali i campi profughi. La grande adattabilità al contesto ha fatto in modo che questo tipo di unità economica si sia diffuso in tutto il mondo con grande vitalità. La microimpresa, in particolare nei paesi poveri, opera prevalentemente all interno della cosiddetta economia informale che raggruppa quelle unità produttive impiegate nella produzione di beni e servizi con lo scopo principale di generare lavoro e reddito per le persone impiegate. Queste unità operano tipicamente con un basso livello di organizzazione, con divisione tra capitale e lavoro scarsa o nulla e su scala molto ridotta. Le relazioni di lavoro ove esistano, sono basate essenzialmente sul lavoro occasionale, legami di parentela, personali o sociali, e molto di rado su 16 Tamsin Wilson, Microfinance during and after armed conflicts: lessons from Angola, Cambodia, Mozambique and Rwanda, DFID, 2002, pag. 40 accordi scritti con garanzie formali 17. Il settore dell economia informale è particolarmente fiorente nei paesi in via di sviluppo tanto da assumere particolare rilevanza a livello macroeconomico: esso pesa per circa il 60% del PIL nell area dell Africa sub-sahariana, per il 24% in Asia e il 30% in America Latina 18. In Africa l economia informale impiega circa il 78% dei lavoratori non agricoli, in America Latina il 57% e in Asia una quota dal 45 all 85% 19. Nell ambito delle politiche di riduzione della povertà, l espansione del settore della microimpresa, proprio per la sua capacità di generare sviluppo in presenza di una dotazione di capitale e know-how esigui, è fortemente incoraggiato in molti paesi a basso reddito. Ciò avviene sia attraverso politiche incentivanti intraprese dai governi locali sia grazie ai forti investimenti da parte dei donors internazionali - nel quadro di programmi nazionali e locali di cooperazione allo sviluppo. La microfinanza rappresenta uno degli strumenti principali attraverso i quali tale strategia trova compimento, tanto da essere considerata dai policy maker il mezzo privilegiato per il raggiungimento del primo degli otto obiettivi di sviluppo del Millennio riguardante lo sradicamento della povertà estrema e della fame. Il caso forse più emblematico e sicuramente più noto di utilizzo massiccio della microfinanza come strumento di sviluppo della microimpresa 17 Definizione di unità produttiva nell ambito dell economia informale elaborata nel 1993dall International Conference of Labour Statisticians (ICLS), in Kristina Flodman Becker, The informal economy, SIDA, 2004, pag. 12 18 Expert Group on Informal Sector Statistics (Delhi Group), Measurement of the contribution of informal sector/informal employment to GDP in developing countries: some conceptual and methodological issues, Jacques Charmes Institute of Research for Development, 2000 19 Kristina Flodman Becker, op. cit., SIDA, 2004, pag. 19

14 è quello del Bangladesh. Nel paese operano attualmente più di 640 20 programmi di microfinanza sia privati che governativi. Molti di essi hanno una copertura nazionale ed un elevato numero di prestatari. In base ai dati aggregati relativi al 2009, raccolti a livello nazionale dal Microfinance Market Exchange 21, il settore serve circa 20,2 milioni di prestatari e 27,4 milioni di risparmiatori 22 e gestisce un portafoglio crediti attivi pari a 2,3 miliardi di dollari statunitensi e depositi per 1,8 miliardi. Le tre più grandi istituzioni di microfinanza del paese (Grameen Bank, BRAC e ASA) hanno 12,6 milioni di prestatari attivi. La quota di portafoglio crediti erogata dalle microfinanziarie di grandi dimensioni a favore della microimpresa è cresciuto nel periodo 2000 2006 dallo 0,6% al 4,2% 23. Tale percentuale sebbene sia ancora contenuta in termini assoluti è tuttavia significativa se si considera che le istituzioni di microfinanza nel paese hanno una forte tendenza a servire fasce molto povere di popolazione in particolare in contesto rurale e concedono conseguentemente crediti soprattutto per lo sviluppo di attività agricole e attività generatrici di reddito non strutturate 24. Accanto a quello della microimpresa, un ambito d intervento indubbiamente rilevante per la 20 Mahmoud, Chowdhury Shameem, Dynamics of market share in the microfinance industry in Bangladesh, MPRA, 2009, pag. 3 21 www.mixmarket.org 22 Su una popolazione di 156 milioni di persone. 23 Mahmoud, Chowdhury Shameem, op. cit., MPRA, 2009, pgg.13 14. 24 Le attività generatrici di reddito (income gene rating activities IGA), a differenza dell attività svolta nell ambito della microimpresa, implicano attività part-time, spesso stagionali. Generalmente, molti membri della famiglia sono direttamente coinvolti nella vita dell attività, cosi come il nucleo familiare diversifica le proprie attività economiche in modo da minimizzare il rischio di una riduzione o di una perdita del reddito familiare. microfinanza ed in pieno sviluppo è rappresentato dai servizi di gestione delle transazioni finanziarie. In questo caso il target di riferimento è estremamente ampio e coincide con le fasce di popolazione esposte ad esclusione bancaria, ossia prive di conto corrente o di deposito e mezzi elettronici di pagamento. A tale categoria, oltre alle persone che vivono al di sotto della soglia di povertà, appartengono anche i soggetti incapaci o impossibilitati ad avere rapporti con le banche ad esempio per difficoltà relazionali, diffidenza o a causa della distanza geografica dai punti di erogazione dei servizi. Tra questi ricordiamo i migranti, i rifugiati, gli anziani, i giovani, i disoccupati, i lavoratori precari, le famiglie residenti in aree remote. Nell opera di avvicinamento a questo ampio target, la microfinanza risulta facilitata dalle nuove tecnologie dell informazione la cui diffusione ha ormai portata planetaria. L uso di telefoni cellulari, così come l accesso a internet attraverso la banda larga, non sono più appannaggio esclusivo dei paesi ricchi ma rappresentano tecnologie largamente disponibili anche nei paesi poveri. Più dell 80% della popolazione mondiale vive in aree coperte dalla rete GSM 25. Nel 2009 la GSM Association ha registrato più di 4 miliardi di SIM (subscriber identity module) attive e l 80% dei nuovi contratti per l utilizzo di telefonini è stato sottoscritto nei Paesi emergenti, in gran parte da persone a basso reddito. Nel mondo, il 25,6% della popolazione dispone di un accesso a internet con una crescita dal 2000 al 2009 del 380,3% 26. Il veloce sviluppo delle tecnologie dell informazione nei paesi poveri, rappresenta 25 Mark Pickens; David Porteous; Sarah Rotman, Scenarios for Branchless Banking in 2020. Focus Note 57. Washington, D.C.: CGAP. 26 http://www.internetworldstats.com/stats.htm

15 un importante opportunità per la diffusione dei servizi finanziari anche presso popolazioni soggette ad esclusione per motivi geografici o economici. L accesso ai servizi finanziari (risparmio e credito in primis) senza la presenza fisica di un istituzione intermediaria (cosiddetto Branchless Banking) - reso possibile grazie all utilizzo delle nuove IT - rappresenta uno degli ambiti più promettenti della microfinanza, in grado di fare progredire velocemente il processo di inclusione finanziaria, sia nel Nord che nel Sud del mondo. La portata della rivoluzione in corso è testimoniata ad esempio dalla diffusione dei servizi di trasferimento di denaro offerta in Kenya dalla società Safaricom attraverso il servizio M-PESA. Dal suo lancio commerciale, nel marzo 2007, più di 7 milioni di persone circa un adulto su quattro nel Paese hanno utilizzato questo servizio. Grazie soprattutto ad M-PESA, il tasso di inclusione finanziaria in Kenya è raddoppiato negli ultimi tre anni. Esempi simili si registrano in Sud Africa e Filippine. In Sud Africa, più di un terzo degli utenti di sistemi di pagamento via telefono cellulare è composto da persone tradizionalmente considerate non bancabili. Il 26% dei Filippini che utilizzano tale mezzo di pagamento vive con meno di 5 dollari al giorno. Nell ambito europeo, entro la fine dell anno sarà in vigore la normativa che renderà possibile non solo l attivazione di servizi di trasferimento di denaro tra telefoni cellulari (peer to peer) nell area euro 27, ma anche l accesso via telefonia mobile a forme di microcredito fino a 150 euro. L applicazione del modello di social network, (fatto proprio dal web 2.0) al settore finanziario ha consentito la creazione di servizi innovativi di 27 In tale ambito la Commissione Europea sta supportando il progetto Secure Mobile Payment Service che consente di effettuare transazioni monetarie in tempo reale via telefonino e internet. credito a livello nazionale e internazionale. In Italia (con molte difficoltà) come all estero, stanno nascendo le cosiddette social lending communities, luoghi virtuali in cui si incontrano la domanda e l offerta di credito. Siti come Zopa, Kasbia o Boober, offrono la possibilità ai privati di prestare denaro ad altri privati, senza l intermediazione di una banca. In ambito internazionale, kiva.org consente a singoli microimprenditori in America Latina, Africa e Asia di ricevere piccoli prestiti da persone residenti a migliaia di chilometri di distanza. In particolare, l applicazione di tali tecnologie ai servizi di trasferimento internazionale delle rimesse, oltre a consentire l accesso a prodotti di risparmio e credito, rappresenterebbe un utile mezzo per espandere, a costi ridottissimi, le potenzialità della microfinanza, raggiungendo fasce di popolazione attualmente escluse. Un target di particolare interesse della microfinanza è quello riferibile alle comunità transnazionali costituite dai migranti e dalle loro famiglie nei paesi d origine. Nonostante il calo del 6% rispetto al 2008 (a causa degli effetti della crisi economica internazionale), i flussi di rimesse in entrata registrate dalle banche centrali dei paesi in via di sviluppo ammontavano nel 2009 a circa 316 miliardi di dollari statunitensi 28. I volumi delle rimesse rappresentano oramai un elemento in grado di incidere in maniera determinante sulle economie di molti paesi. In Tagikistan esse rappresentano il 50% del PIL, in Moldova il 31% e in Honduras il 20%. Le rimesse rappresentano per i paesi poveri un indiscutibile fattore di crescita e un'importante fonte di reddito per molte famiglie. Ma l'impatto delle rimesse sul livello di sviluppo dei paesi destinatari dipende dal loro utilizzo. Si distingue 28 Dilip Ratha; Sanket Mohapatra; Ani Silwal, Outlook for remittance flows 2010 2011, in Migration and Development Brief n. 12, 2010, World Bank

16 infatti tra rimesse impiegate per i consumi e per gli investimenti. Le rimesse sono indirizzate alla soddisfazione dei bisogni della famiglia in base ad un ordine di priorità dal quale è difficile prescindere. Fino a quando i paesi poveri non raggiungeranno un grado sufficiente di benessere, è ragionevole supporre che le famiglie continueranno ad impiegare gran parte delle rimesse (fino all'80% 29 ) per soddisfare i bisogni primari, per la sanità e l'istruzione. Sebbene generalmente si considerino tali categorie d'impiego come improduttive dal punto di vista economico, non bisogna tuttavia sottovalutarne la portata. Innanzitutto, se anche usate per i consumi, le rimesse apportano benefici rilevanti alle comunità transnazionali nel loro insieme per almeno tre ordini di ragioni: 1) Il meccanismo delle rimesse rappresenta una forma di condivisione del rischio (risk sharing model) tra donatore e ricevente 30. Le rimesse apportano benefici sia per il migrante che intenda in prospettiva rientrare nel proprio Paese, che per le famiglie d'origine. Grazie ad esse, entrambi gli attori sono in grado di attenuare le conseguenze di possibili shock esterni quali da un lato la perdita del lavoro con conseguente repentino rientro in patria - per il migrante, dall'altro crisi, emergenze o carestie per la famiglia. In tale prospettiva, le rimesse fanno parte di una strategia precisa di gestione del rischio. 2) Esiste una sorta di contratto di credito implicito (loan agreement model) 31 tra la famiglia d'origine e il migrante. La famiglia 29 Samuel Munzele Maimbo; Dilip Rata, Remittances. Development, impact and future prospects, World Bank Publications, 2005 in riferimento a dati forniti dalla FENACOAC Guatemala, relativi al 2002 30 Samuel Munzele Maimbo; Dilip Rata, op. cit. 31 OECD, Migration, remittances and development, OECD Publishing, 2005 d'origine finanzia i costi iniziali del progetto migratorio. In questa fase, il migrante beneficia quindi dell'appoggio finanziario (credito) dei familiari. In una seconda fase, quando cioè il migrante ha un lavoro stabile ed un livello di reddito adeguato, il credito sarà rimborsato alla famiglia attraverso le rimesse. Ci può essere un'ulteriore fase. Le rimesse trasferite consentiranno ad altri familiari di emigrare. Una volta rientrato in patria, il migrante potrà quindi beneficiare delle rimesse dei migranti di seconda generazione che avranno utilizzato parte delle sue risorse per realizzare il loro progetto migratorio. 3) Le rimesse consentono di adempiere agli obblighi morali nei confronti della famiglia d'origine. Il migrante è spesso un'estensione spaziale della famiglia d'origine che, proprio attraverso il processo migratorio di uno dei suoi componenti, sta riducendo il rischio di impoverimento diversificando le proprie attività. Il progetto migratorio del singolo è quindi deciso in ambito familiare e le rimesse non sono considerate una fonte di entrate esterna rispetto a quella delle famiglie. Le rimesse utilizzate per i consumi hanno inoltre un importante effetto moltiplicatore sulle economie locali. Le spese per i consumi stimolano infatti le vendite al dettaglio che, a loro volta, inducono un aumento della domanda interna di beni e servizi e quindi la produzione e l'offerta di lavoro. Si consideri inoltre che non sempre, come generalmente si pensa, solo le rimesse investite in attività economiche hanno un impatto di lungo periodo. Le rimesse utilizzate dalla famiglia per affrontare spese in ambito sanitario o nell'istruzione, inducono effetti di lungo

17 periodo sulla crescita economica di una comunità. Ciò premesso, è tuttavia corretto considerare le rimesse rivolte agli investimenti uno strumento efficace in grado di favorire nel lungo periodo lo sviluppo endogeno delle comunità locali, e contribuire ad affrancare i paesi poveri dalla dipendenza cronica nei confronti dei paesi economicamente sviluppati. Solo una piccola percentuale delle rimesse è rivolta ad investimenti produttivi quali l acquisto di attività generatrici di reddito, terreni ad uso agricolo, le spese di avviamento d'impresa o l acquisizione di attrezzature. In riferimento al contesto italiano, ad esempio, una ricerca condotta da ABI e CESPI sui comportamenti finanziari degli immigrati 32, riporta alcune stime sull'utilizzo delle rimesse provenienti dall'italia: solo l'8% dei fondi trasferiti è impiegato per scopi direttamente produttivi. L'avviamento d'impresa, pur essendo una delle prospettive più diffuse in tema di progetti di rientro, non rappresenta attualmente un ambito privilegiato nel paniere delle possibili scelte d'investimento attuate dai migranti. Tuttavia, i maggiori benefici di tipo economico, nel lungo periodo, potrebbero derivare proprio dall'investimento produttivo delle rimesse. Tale prospettiva, potrebbe essere rafforzata se il finanziamento d'impresa non fosse affidato direttamente ai migranti ma mediato da un sistema finanziario locale in grado di offrire concrete opportunità di accesso al credito alle micro e piccole imprese. Il risparmio dei migranti, versato presso le banche o microfinanziarie autorizzate nei paesi di destinazione delle rimesse, può in tal modo costituire una risorsa finanziaria determinante a disposizione del tessuto imprenditoriale locale e 32 José Luis Rhi-Sausi; Marco Zupi, Banche e nuovi italiani. I comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria Editrice, 2009 offrire la possibilità di attivare una miriade di servizi finanziari, collegati alle rimesse ma che in esse non si esauriscono. Un efficiente sistema finanziario transnazionale di tipo inclusivo è in grado di generare importanti ricadute in termini di sviluppo nei paesi di provenienza e migliorare le condizioni di vita dei migranti nei paesi d accoglienza. Le banche mostrano un progressivo interesse per le comunità di migranti. Sempre più spesso si parla di migrant banking, riferendosi a servizi bancari ritagliati sulle esigenze dei migranti in Italia e caratterizzati da un marketing basato sul linguaggio dell accoglienza 33. Accanto ai servizi nel Paese di destinazione è tuttavia importante definire nuovi schemi operativi che rappresentino dei veri e propri ponti finanziari con i paesi d origine. Questi nuovi modelli devono essere in grado di intercettare la domanda dei migranti e delle loro comunità di appartenenza sia in Italia che nei paesi d origine. Lo studio dei nuovi bisogni espressi e latenti in ambito finanziario e il perfezionamento di schemi operativi attraverso i quali tali bisogni trovano soddisfazione, rappresentano quindi ambiti di ricerca fondamentali, anche in vista della realizzazione di nuovi programmi di cosviluppo tra i paesi di provenienza e destinazione dei migranti 34. 2.2 Gli attori della microfinanza Come visto in precedenza, la microfinanza non è nata dall esperienza dei grandi pionieri degli anni 70, Grameen Bank e ACCION in primis. 33 Nicolò Borracchini, Banche e Immigrati: credito, finanza islamica e rimesse, Pacini Editore, 2007 34 Committee of Ministers, Council of Europe, Migrants and co-development - Recommendation Rec(2007)10 and explanatory memorandum (2008), Council of Europe, 2008

18 Essa è sorta spontaneamente a fronte del bisogno di ridistribuire all interno delle comunità di base le risorse finanziarie disponibili tra i soggetti in surplus e quelli in deficit. La microfinanza, anche se non con questo nome, esiste da sempre, animata da una miriade di attori che operano sia in forza dei rapporti di reciprocità 35 che si sviluppano tra gli appartenenti ad un gruppo, sia attraverso l azione di intermediari professionali (GRAF. 1). GRAF. 1: Gli attori della microfinanza Gli scambi finanziari, in particolare nelle comunità di base dei paesi poveri, sono caratterizzati da un elevato livello di informalità. Nella microfinanza informale l intermediario non opera quasi mai nel quadro della normativa vigente in materia di intermediazione finanziaria e basa il rapporto con il debitore sulla conoscenza diretta e sulla fiducia (spesso rafforzata da un vincolo sociale, di parentela, amicizia o lavorativo) più che sulla possibilità di coazione all adempimento derivante dalla sottoscrizione da parte del debitore di un contratto di credito o di una garanzia 36. La 35 Leonardo Becchetti, Oltre l homo oeconomicus. Felicità, responsabilità, economia delle relazioni, Città Nuova Editrice, 2009, pagg. 18-19 36 Susan Johnson; Ben Rogaly, Microfinance and poverty reduction, Oxfam, 1997, pagg. 17-20 microfinanza informale, svolge un importante funzione di volano delle economie locali e favorisce l inclusione dei singoli all interno della vita economica e sociale di comunità. 2.2.1 I money lenders Oltre ai prestiti diretti tra parenti o amici, i rapporti finanziari informali tra singoli individui possono passare attraverso la figura dell usuraio o del cosiddetto banchiere ambulante. Nel primo caso, pur esercitata a condizioni vessatorie per il prestatario, l attività dell usuraio può essere considerata come la risposta sbagliata ad un bisogno reale e contiene in sé elementi virtuosi ripresi sapientemente dalla microfinanza formale. L usura dimostra infatti come anche i poveri esprimano bisogni finanziari complessi per la soddisfazione di necessità sociali o per lo sviluppo di attività economiche; che i servizi di credito a favore dei poveri sono efficienti se l erogazione del servizio avviene in tempi immediati e senza la necessità di affrontare laboriose procedure di ammissione al credito (come invece avviene presso le banche commerciali); che il tasso d interesse (solitamente molto elevato nel mercato dell usura) non rappresenta una variabile determinante per il prestatario; che le garanzie reali non costituiscono per l usuraio il mezzo principale per affrontare nella relazione con il debitore il problema delle asimmetrie informative (solitamente l usuraio conosce molto bene i propri affidati e se commercianti, opera spesso nel loro stesso mercato locale); che il rischio di credito può essere efficacemente affrontato attraverso un adeguato frazionamento e diversificazione degli impieghi. Non va dimenticato che accanto alla figura dell usuraio, esempi virtuosi di prestatori individuali - che tuttavia fanno leva sulle medesime strategie per l erogazione del credito

19 sono costituiti da altre figure quali commercianti, datori di lavoro, proprietari terrieri, grossisti. Anche in questo caso i prestatori sono in grado, attraverso l attività informale di credito, di allocare la liquidità in eccesso a fronte del pagamento di interessi in moneta o in natura (ad esempio parte del raccolto o lavoro). Il tasso riconosciuto per tale servizio è anche in questo caso molto elevato. Come nel caso dell usura ciò è dovuto da un lato alla mancanza di alternative per il debitore, e dall altro perché i costi di transazione del credito sono fissi indipendentemente dall ammontare erogato e di conseguenza i margini su prestiti di piccolo importo sono ridotti 37. 2.2.2 I banchieri ambulanti Altro operatore individuale della microfinanza informale, molto diffuso nell Africa francofona, è il banchiere ambulante. In questo caso l operatore si incarica individualmente con i suoi clienti di raccogliere con frequenza concordata (di solito quotidianamente) una somma fissa di denaro. Il ciclo di raccolta del risparmio dura solitamente un mese. Alla scadenza il banchiere ambulante restituisce l intera somma al risparmiatore, trattenendo a titolo di commissione una quota solitamente pari a un giorno di risparmio. La funzione principale del banchiere ambulante consiste nel garantire la sicurezza dei risparmi depositati, anche se non sono infrequenti gli operatori che oltre a raccogliere risparmio svolgono anche l attività creditizia 38. 2.2.3 Le ROSCA Una forma più complessa di gestione del risparmio e del credito è data dalle cosiddette ROSCA (Rotating Saving and Credit Associations). Rispetto ai prestatori individuali, le ROSCA sono strutture collettive 39 che raggruppano soggetti uniti da legami sociali, di amicizia, vicinato o lavoro. Sebbene vi siano numerose variabili nei diversi contesti, il modello di base è il medesimo. Un gruppo di individui si accorda per contribuire regolarmente al versamento di una quota fissa di risparmio. Il totale raccolto viene affidato a turno a tutti i membri del gruppo. L ordine di attribuzione delle somme è deciso congiuntamente o stabilito per estrazione casuale. La raccolta continua fino a quando tutti hanno beneficiato delle somme raccolte 40. Grazie a questo semplice meccanismo gli aderenti possono disporre di uno strumento finanziario di accumulo del risparmio e nel momento in cui divengono affidatari del denaro raccolto, possono disporre in un unica soluzione di somme che autonomamente non sarebbero stati in grado di raccogliere ed effettuare quindi piccoli investimenti per l abitazione o l attività economica. Per i modelli meno evoluti di ROSCA, che non consentono di negoziare con gli altri membri del gruppo l ordine di attribuzione delle somme raccolte, il principale svantaggio del sistema è dato dall impossibilità per il singolo di ricevere sempre il denaro nel momento in cui egli ha effettivamente bisogno. 2.2.4 Le ASCA Una variante più complessa delle ROSCA è quella delle ASCA (Accumulating Savings and Credit Associations). A differenza delle 37 Marguerite S. Robinson, The micro finance revolution. Sustainable finance for poor, IBRD/World Bank, 2001, pagg. 13-16 38 Souleymane Soulama, Micro-finance, pauvreté et développement, CPI, 2005, pagg. 29-30 39 Le ROSCA sono diffuse in moltissimi paesi, in contesti e con nomi diversi: tontine in Camerun, hui a Taipei, tanda in Messico, ecc. 40 Beatriz Armendariz de Aghion; Jonathan Morduch, The economics of microfinance, MIT, 2005, pag. 59

20 ROSCA, nelle ASCA il risparmio raccolto viene accumulato fino ad una data definita e non viene quindi conferito a turno ai membri del gruppo. Alla scadenza i membri decidono se sciogliere l ASCA o continuare nella raccolta. Nel primo caso ad ognuno viene restituito il risparmio versato più eventuali quote di utile generato dal fondo attraverso l attività di credito. Quest ultima può essere effettuata a favore dei membri o anche all esterno 41. 2.2.5 I Self Help Groups Simili alle ASCA sono i Self Help group (SHG) 42. Come nel caso delle ASCA, si tratta di gruppi solitamente composti da donne unite da legami sociali molto stretti ed aventi un profilo socio-economico affine. I SHG hanno lo scopo di condividere e risolvere in comune i problemi individuali di carattere sociale ed economico. I gruppi incorporano quindi alcuni meccanismi propri della microfinanza di raccolta del risparmio e di concessione dei crediti. A differenza delle ASCA, i SHG hanno dimensioni più contenute (da 10 a 20 membri) e hanno un collegamento forte diretto o mediato da organizzazioni di livello intermedio con istituzioni finanziarie locali o nazionali presso le quali ottengono servizi di sia di risparmio che di credito. L esperienza dei SHG è particolarmente sviluppata in India. Sotto l ombrello della National Bank for Agriculture and Rural Development (NABARD), che fornisce servizi di supporto tecnico e credito alle istituzioni finanziarie locali che appoggiano attraverso il credito i SHG (Bank linkage Programme), nel paese i beneficiari raggiunti sono stati ben 48,6 milioni di cui quasi 39 milioni erano soggetti che versavano in situazione di estrema povertà 43. 2.2.6 Le CVECA Il passaggio dalla microfinanza informale a quella formale si verifica in presenza di attori che operano attraverso modelli organizzativi più complessi che richiedono un riconoscimento legale e in molti casi autorizzazioni aper l esercizio dell attività di intermediazione finanziaria. E questo il caso delle Caisses Villageoises d Épargne et de Crédit Autogérées (CVECA) 44. Si tratta di un modello operativo sviluppato a metà degli anni 80 dall ONG francese CIDR e diffusosi in numerosi paesi dell Africa Occidentale. Esso si struttura su tre livelli: le caisses villageoises, le associazioni regionali di CVECA e il Service Commun. Al primo livello, la caisse villageoise assume il compito di erogare servizi di risparmio e credito all interno del villaggio. Si tratta si un organizzazione di microfinanza che appartiene al villaggio, il quale ne gestisce direttamente le attività e ne assume il controllo e la governance. La dimensione di villaggio di tali strutture è confermata dal fatto che i profitti generati dall attività di intermediazione finanziaria sono investiti per la realizzazione di progetti comunitari (costruzione di scuole, acquisto di pompe per l approvvigionamento idrico ecc.). L associazione regionale costituisce il secondo livello del sistema CVECA. Si tratta di una sorta di unione delle caisses villageoises che ha il compito di coordinare le attità svolte alla base e intercettare i crediti esterni necessari ad alimentare il sistema. Il Service Commun, 41 Kim Wilson; Malcolm Harper; Matthew Griffith, Financial promise for the poor. How groups build microsavings, Kumarian Press, 2010, pag. 2 42 U. Jerinabi, Micro credit management by women s self help groups, DPH, 2006, pag. 20 43 www.nabard.org 44 Korotoumou Ouattara; Claudio Gonzalez-Vega; Douglas H. Graham, Village Banks, Caisses Villageoises, and Credit Unions: Lessons from Client-Owned Microfinance Organizations in West Africa, USAID, 1999, pagg. 27-40

21 fornisce a pagamento ai primi due livelli servizi di supporto tecnico. La metodologia legata all erogazione dei servizi segue solitamente l approccio savings-first: durante il primo anno di attività, le casse non ricevono alcuna dotazione finanziaria per lo sviluppo dei servizi di credito ma possono fare affidamento solo sulla loro capacità di raccolta. Quest ultima si sviluppa sia attraverso prodotti di risparmio a vista (non remunerati) che a termine (remunerati). La metodologia di credito è basata sul prestito individuale e solitamente prevede che il beneficiario disponga di garanzie reali (pegno). Quello delle CVECA risulta essere un modello finanziario particolarmente efficace in contesti rurali. La coesione sociale presente all interno dei villaggi assicura da un lato una buona performance in termini di tassi di rimborso e dall altro consente di contenere i costi operativi in quanto la gestione delle attività è affidata a titolo volontario ai membri stessi della comunità. 2.2.7 Le banche villaggio Contemporaneamente alla nascita del modello CVECA, FINCA ha lanciato lo schema del village banking 45. Anche in questo caso si tratta di un associazione auto-gestita da un gruppo di persone (in numero variabile da 30 a 50) che svolge l attività di raccolta e di impiego a favore dei membri. Il modello prevede che, dopo una fase di formazione, la banca villaggio riceva a titolo di prestito il capitale iniziale (external account) per l avvio dell attività di credito da una sponsoring agency. Tutti i membri della banca villaggio rispondono in solido della restituzione del debito, il cui ammontare corrisponde alla somma dei crediti che la banca 45 Joanna Ledgerwood, Microfinance handbook. An institutional and financial perspective, The World Bank, 1999, pag. 85 villaggio concederà ai singoli. Nel secondo ciclo, l ammontare del credito a favore di ogni membro è proporzionale al volume dei risparmi accumulati nel periodo (ad ogni ciclo, il risparmio versato non può essere inferiore al 20% del credito). In questo modo la banca villaggio, oltre a disporre di risorse esterne (external account) può utilizzare per l attività creditizia fondi resi disponibili dalla comunità sottoforma di risparmio (internal account). 2.2.8 Le Financial Services Associations La finalità propria delle CVECA e delle banche villaggio di fornire una struttura che mobilizzi le risorse finanziarie presenti a livello comunitario viene perseguita anche nel caso delle Financial Services Associations (FSA) 46. Anche le FSA erogano servizi di risparmio e credito nell ambito della comunità locale. A differenza dei modelli precedentemente presentati, tuttavia, le FSA basano la propria forza finanziaria soprattutto sul capitale sociale raccolto presso i membri. Il modello patrimoniale su cui si basano le FSA è simile a quello che regge le società per azioni. Per poter beneficiare dei servizi dell associazione i singoli devono preventivamente acquistare delle azioni, rivendibili sul mercato locale in caso di recesso. Le azioni sottoscritte sono da considerarsi veri e propri investimenti remunerati. Ciò spinge molti ad acquistare azioni senza richiedere nel contempo l accesso ai servizi di credito offerti dall associazione. Il capitale raccolto grazie a tale metodologia ha volumi tali da consentire di alimentare l attivo senza l ausilio di ulteriori risorse (in Uganda i depositi rappresentano solo il 20% del portafoglio crediti) e, trattandosi di capitale di rischio, senza dover adottare particolari misure prudenziali a salvaguardia dei 46 Douglas Pearce; Brigit Helms, Financial Services Associations: the story so far, CGAP, 2001, pag. 5

22 risparmiatori come avviene nell attività di raccolta del risparmio. 2.2.9 Le cooperative di risparmio e credito Un evoluzione dei modelli basati su strutture finanziarie comunitarie è quella propria delle cooperative di risparmio e credito 47. Si tratta di intermediari finanziari non-profit che forniscono servizi di risparmio e credito all interno della cerchia dei soci. Il modello di governance è quello classico delle cooperative. Organo supremo è l assemblea dei soci il cui meccanismo decisionale è retto dal principio una testa - un voto secondo il quale ogni socio ha pari potere decisionale indipendentemente dal numero di quote detenuto. Quello delle cooperative di risparmio e credito è un modello efficace per il finanziamento delle micro e piccole imprese e grazie al suo facile accesso e all elevato livello di democrazia interno, interpreta compiutamente il ruolo di inclusione finanziaria, proprio della microfinanza, soprattutto nelle aree rurali. Proprio in tali contesti esse sono in grado di mobilizzare efficacemente, sottoforma di risparmio e capitale sociale, le risorse finanziarie interne alla comunità ed impiegarle a favore delle attività produttive locali attraverso crediti individuali. Il modello consente inoltre di razionalizzare e ridurre alcuni rischi e categorie di costi tradizionalmente legati all intermediazione finanziaria. L eleggibilità al credito, è spesso subordinata ad un propedeutico rapporto di risparmio con la cooperativa e vincolata all esistenza di una proporzione definita tra deposito personale e ammontare del credito concesso. Ciò riduce notevolmente i costi di valutazione del merito creditizio del cliente e il 47 Bernd Banlkenhol, Credit unions and the poverty challenge: extending outreach, enhancing sustainability carico delle garanzie richiesta. Inoltre il riconoscimento dell individuo a livello del gruppo-cooperativa, costituisce un criterio importante di selezione della clientela e induce ad una riduzione del rischio d inadempienza. Le fonti interne sono spesso integrate da risorse esterne appartenenti alla rete regionale (Unioni) o nazionale (Federazioni) delle cooperative di risparmio e credito che ha inoltre lo scopo di fornire alle istituzioni di primo livello assistenza tecnica e servizi di audit, contabilità e gestionali. A loro volta le organizzazioni di secondo livello sono riunite sotto il cappello del WOCCU (World Council of Credit Unions) che attualmente raggruppa a livello mondiale circa 49 mila cooperative per un totale di 184 milioni di membri 48. Il WOCCU ha il compito di favorire lo scambio di esperienze e rappresentare il sistema cooperativo a livello internazionale attraverso azioni di pressione istituzionale. 2.2.10 Le organizzazioni Non Governative Passando alle organizzazioni di microfinanza la cui governance e proprietà non appartiene alla comunità locale, senza dubbio il modello più diffuso è rappresentato dalle organizzazioni non governative (ONG). Si tratta di istituzioni nonprofit che operano solitamente con una personalità giuridica di tipo associativo. Nel mondo ci sono attualmente circa 9 mila ONG operanti nel settore della microfinanza 49. Sono istituzioni che operano spesso a favore di piccole comunità anche se in molti contesti, essendo il modello giuridico da esse offerto il più adatto e agile all interno di specifici quadri normativi nazionali, le loro dimensioni possono essere ragguardevoli. In Bangladesh ad esempio, le ONG BRAC e Proshika hanno globalmente un portafoglio attivo di circa 5,6 milioni di clienti. 48 www.woccu.org 49 Financial Access 2010, CGAP.

23 Nonostante il modello consenta di operare con maggiore semplicità, in quanto slegato da vincoli imposti alle istituzioni regolamentate dalle leggi bancarie locali (quali banche o altri intermediari finanziari autorizzati), esso tuttavia fatica a svilupparsi se non attraverso un processo di trasformazione in istituzione di microfinanza regolamentata spesso oneroso e problematico. Da un lato il modello associativo implica infatti una struttura di governance non rappresentativa della comunità o degli azionisti. Ciò limita spesso la possibilità di aumentare la forza patrimoniale dell istituzione attraverso l intervento di investitori privati e per contro perpetua il rapporto di dipendenza finanziaria da fonti sussidiate (donors internazionali o governativi). Dall altro lato, la mancanza di autorizzazioni specifiche da parte degli enti nazionali di controllo, impedisce quasi sempre a questo tipo di organizzazioni di raccogliere risparmio, limitando la capacità di approvvigionamento finanziario a livello locale. Il citato processo di trasformazione in istituzione regolamentata implica quindi l acquisizione dello status di intermediario finanziario e l apertura al mercato. Il processo di commercializzazione, spesso necessario per consentire all ONG di gestire un volume d attività sufficiente al raggiungimento del punto di pareggio, è teso ad attrarre presso i mercati locali ed internazionali investitori privati e fonti finanziarie non sussidiate. In questo percorso molte istituzioni sono costrette ad un aggiustamento della mission e a perseguire la sostenibilità economico-finanziaria a discapito della performance sociale. In altri casi, un attenta pianificazione del processo di sviluppo consente di raggiungere entrambi gli obiettivi senza quindi tradire il mandato originario espresso nella mission. In base ai dati riportati dal Microbanking Bulletin del 2003, su 231 microfinanziarie valutate, ben 139 avevano raggiunto l autosufficienza operativa. Di queste, le 41 che si rivolgevano alla fascia di popolazione più povera erano anche quelle che mediamente avevano raggiunto livelli di redditività superiori. Le stesse istituzioni avevano inoltre raggiunto un numero di clienti tre volte superiore di quello servito dalle 139 istituzioni nel loro insieme 50. 2.2.11 Le istituzioni finanziarie non bancarie (NBFI) A questa categoria corrispondono le entità finanziarie regolamentate di tipo non bancario che operano con il target caratteristico della microfinanza per la fornitura di servizi diversi dal risparmio quali il credito, leasing, assicurativi e di trasferimento del denaro. Tra queste troviamo alcune microfinanziarie di grandi dimensioni quali ad esempio Shares in India. Registrata dal 2000 come istituzione finanziaria non bancaria, Shares nel 2009 gestiva un portafoglio crediti attivi pari a 490,9 milioni di dollari statunitensi e 2,4 milioni di prestatari attivi 51. Come nel caso delle ONG, anche le istituzioni finanziarie non bancarie godono di una maggiore flessibilità operativa rispetto alle banche commerciali grazie al minore controllo da parte delle autorità centrali. Nei paesi che si sono dotati di una specifica normativa volta a regolamentare e a favorire lo sviluppo del settore della microfinanza, le istituzioni non bancarie hanno inoltre la possibilità di sviluppare propri modelli organizzativi, operativi e una struttura patrimoniale in linea con le caratteristiche più favorevoli al raggiungimento del mercato di riferimento. Per contro, in contesti nazionali nei quali il quadro giuridico di riferimento non 50 www.mixmarket.org 51 www.mixmarket.org

24 contempli ancora disposizioni dedicate al settore, le microfinanziarie debbono adattarsi alla normativa vigente, spesso troppo restrittiva soprattutto in termini di consistenza patrimoniale minima necessaria, non compatibile con i volumi d impiego gestiti dalle istituzioni con dimensionamento ridotto. In ogni caso le leggi bancarie nazionali solitamente non consentono alle istituzioni di microfinanza di tipo non bancario di erogare particolari servizi per i quali è richiesto un maggior grado di tutela nei confronti dei clienti, quali ad esempio il risparmio. 2.2.12 Il settore bancario Solo più di recente il settore bancario si è affacciato al mercato della microfinanza. Ciò è avvenuto in parte come effetto del processo di trasformazione di alcune istituzioni di microfinanza che nel loro percorso di sviluppo, hanno ritenuto che il modello bancario fosse quello più congeniale per la gestione di grandi volumi d impiego, per meglio attrarre investitori e sul lato delle fonti per affiancare alle risorse del sistema finanziario locale e internazionale anche il risparmio e altri prodotti di raccolta. La prima istituzione ad avere battuto tale strada è stata la boliviana BancoSol. Nel 1992 l ONG PRODEM, ACCION International, Calmeadow Foundation e altri investitori, tra i quali alcune banche locali, hanno dato vita a BancoSol, la prima banca commerciale dedicata alla microfinanza. Nel 1997 BancoSol è stata la prima banca del settore a distribuire dividendi agli azionisti. Oggi la banca gestisce un portafoglio di più di 350 milioni di dollari statunitensi, quasi 130 mila prestatari e risparmio per 343 milioni di dollari. In altri contesti la microfinanza è nata e si è sviluppata da subito utilizzando tra gli altri il canale bancario come nel caso di molti paesi dell Europa Centrale dell Est e dei Nuovi Stati Indipendenti. Nella regione ben il 36% dei microcrediti attivi e il 32% dei micro-depositi è gestito dal settore bancario, attraverso le banche di microfinanza e le banche commerciali 52. In altri paesi le banche hanno iniziato ad operare nel settore solo successivamente, attratte dai crescenti livelli di redditività e maturità del comparto, dalla possibilità di intercettare fondi provenienti da investitori sociali, raggiungere nuove fasce di clienti non servite da altri competitors e attuare strategie di cross-selling che consentono di fornire alle micro e piccole imprese diversi servizi collegati al credito 53. In contesti economici favoriti da un quadro giuridico favorevole, la strategia di downscaling operata dalle banche, ovvero di orientamento di alcuni servizi specifici al segmento caratteristico della microfinanza (attraverso l adozione di modelli di gestione e metodologie di erogazione dei servizi appropriati) ha consentito di raggiungere risultati apprezzabili sia in termini di redditività che di espansione del volumi di credito e risparmio. E questo il caso del Banco del Pichincha in Ecuador. La banca in considerazione della bassa produttività di alcune agenzie e a seguito della profonda crisi economica del paese, nel 1999 decise di intraprendere una nuova strategia volta ad individuare e soddisfare i bisogni finanziari della microimpresa, segmento quest ultimo precedentemente trascurato sia nell offerta di servizi di credito che di risparmio. Nello stesso anno fondò Credi Fe Desarrollo Microempresarial S.A (CREDIFE). Nel 2003 52 Sarah Forster; Seth Greene; Justyna Pytkowska, The state of microfinance in Central and Eastern Europe and the New Independent States, CGAP, 2003, pag. 27 53 Development Alternatives, Inc., Banking the Underserved: New Opportunities for Commercial Banks, DFID, 2005, pag. 6

25 l istituzione gestiva un portafoglio attivo pari a 3,5 milioni di dollari e circa 9 mila clienti. Nel 2008 il portafoglio era passato a oltre 250 milioni di dollari a favore di circa 100 mila clienti 54. Le banche commerciali oltre ad intervenire direttamente a favore del target raggiunto tradizionalmente dalle microfinanziarie, hanno la possibilità di intervenire indirettamente verso tale clientela. Nel mondo le banche commerciali: acquistano quote azionarie di istituzioni di microfinanza (la Jammal Trust Bank e il Credit Libanais detengono quote di capitale della micro finanziaria Ameen); gestiscono programmi di microfinanza attraverso istituzioni di livello intermedio (l indiana ICICI, gestisce operazioni di microcredito attraverso i self help group o le microfinanziazie locali); svolgono attività di credito a favore delle istituzioni di microfinanza in singoli paesi (è il caso della Raiffeisen Bank a favore di alcune istituzioni di microfinanza bosniache); forniscono servizi di front office e di gestione della tesoreria di programmi di microfinanza (la Garanti Bankasi gestisce questo tipo di servizio a favore di Maya Enterprise for Microfinance). 2.3 Le metodologie di credito La scelta di una metodologia appropriata e sostenibile è strettamente legata alle caratteristiche del target group di clienti (gruppo di clienti meta), del contesto locale (economico, sociale, politico e legale) e degli obiettivi specifici del programma di microcredito. Per questa ragione non esistono mai metodologie esattamente uguali di microcredito. 54 Marguerite Berger; Lara Goldmark;Tomás Miller Sanabria, An inside view of Latin American microfinance, IADB, 2006, pag, 84; www.credife.com Tuttavia, tutte le metodologie adottate dai programmi o Istituzioni di Microfinanza (IMFs) possono essere classificate in due grandi categorie: 1. Credito individuale. Metodologie che prevedono l erogazione del credito a individui: i crediti sono garantiti attraverso garanzie reali o da garanzie personali. 2. Credito attraverso un gruppo. Metodologie che prevedono l erogazione dei prestiti attraverso un gruppo (Peer Lending): sono gli stessi membri del gruppo a garantire la restituzione del prestito. La principale differenza fra queste due metodologie riguarda i meccanismi di garanzia 55. 2.3.1 Credito individuale Questa forma di microcredito è quella più vicina alla metodologia di credito utilizzata dalle banche commerciali. Questa metodologia è efficace in programmi di microcredito calati nel contesto urbano e verso attività economiche production-oriented 56 (TAB. 2). Il credito individuale si adatta meglio alle piccole imprese più che alle attività generatrici di reddito. Permette di creare prodotti finanziari adatti alle caratteristiche del cliente e dei bisogni del suo business 57. 55 J. Ledgerwood, Microfinance Handbook, The World Bank, 1999. 56 Microfinance Distance Learning Course Heather Clar, Special Unit for Microfinance, UNCDF, Settembre 2002; Principles of Financially Viable Lending To Poor Entrepreneurs, USAID Microenterprise Development Brief Number 3, Febbraio 1995. 57 Evolution of Credit Methodologies Concept Paper, Microenterprise Best Practices, Concept Paper Number 12, Marzo 1997.

26 TAB. 2: Credito individuale: elementi di sintesi Tipo di cliente. Individui che lavorano nel settore informale che hanno bisogno di capitale circolante (working capital) o di credito per immobilizzazioni di investimento (fixed assets). Microimprese urbane e/o piccole imprese agricole. Relazione del loan officer con il cliente. Molto stretta in ogni fase del rapporto creditizio. Approvazione del prestito. Basata sull attenta analisi del business del cliente e della sua capacità complessiva di rimborso (si considerano il bilancio famigliare). Analisi finanziaria, delle proiezioni e del flusso di cassa. Caratteristiche principali. Sono flessibili per rispondere ai particolari bisogni dei clienti. La durata, la frequenza dei pagamenti e gli importi possono variare a seconda delle esigenze del cliente e del suo business. Normalmente sono crediti più costosi di quelli di gruppo, ma meno costosi rispetto a quelli applicati dal settore formale. Garanzie. Garanzie reali (se possibile) e/o co-garanti. Risparmio. Non essenziale. Alcune IMFs richiedono un risparmio obbligatorio legato al rimborso completo del prestito (forma di fondo di garanzia ). Assistenza Tecnica o Training. Assente o minima da parte del loan officer. 2.3.2 Credito attraverso un gruppo A differenza dei programmi di prestito individuale, che generalmente tendono a seguire lo stesso approccio, vi è un'ampia variabilità metodologica tra i programmi di prestito di gruppo (GRAF. 2). Una distinzione all interno della metodologia dei prestiti di gruppo riguarda l aspettativa di una futura indipendenza del gruppo dal programma di microcredito. GRAF. 2: Metodologie di credito di gruppo Fonte: Waterfield, Charles; Duval, Ann, CARE Savings and Credit Sourcebook, CARE, 1996, capitolo 6. 2.3.2.1 Solidarity Group : Il modello Grameen Bank Questo modello (sviluppato dalla Grameen Bank in Bangladesh e prevalente in Asia) prevede la formazione di gruppi solidali di 5 membri (non legati a livello famigliare), incorporati in Village Centers composti fino a 8 gruppi. I Village Centers sono a loro volta riuniti in Regional Branch Offices. I membri a tutti i livelli assumono la responsabilità di gran parte della gestione dei servizi finanziari. Caratteristica peculiare del modello Grameen (TAB. 3) è l incorporazione di forti elementi sociali, quali ad esempio l adesione ai principi promossi dall organizzazione e la creazione di fondi di emergenza gestiti dai Village Centers per far fronte ai bisogni dei membri. Questo approccio funziona in aree rurali ad alta densità di popolazione, dove le comunità sono sufficientemente stanziali e la cultura locale permette la creazione di gruppi di persone.

27 TAB. 3: Modello Grameen Bank: elementi di sintesi Tipo di cliente. I clienti sono spesso donne che gestiscono attività simili alle attività generatrici di reddito commerciali e/o agricole. Relazione del loan officer con il cliente. Relativamente scarsa. Il loan officer fa visite periodiche ai clienti e verifica le informazioni fornite. Approvazione del prestito. La valutazione del credito è fatta dai gruppi o dai centri. Il loan officer verifica l attendibilità del credito. Caratteristiche principali. I prestiti sono di breve periodo (6-12 mesi). I membri del gruppo possono richiedere somme più elevate via via che i cicli finanziari si chiudono con successo. L'ammontare è basso rispetto al credito individuale e non supera i 1,000 dollari). Oltre ai tassi d interesse il cliente paga ulteriori commissioni e il risparmio, accrescendo il costo reale del prestito. L ordine di accesso al credito è stabilito dal gruppo a rotazione: generalmente due membri per il primo prestito, due per il successivo e uno per l ultimo di solito destinato al leader del gruppo). I fondi raccolti attraverso le commissioni e il risparmio sono utilizzati per altri investimenti o per il consumo familiare. Garanzie. Nessuna. Garanzia Solidale di tutti i prestiti: nessun membro del gruppo può ottenere prestiti ulteriori se prima tutti i membri non hanno restituito la somma ricevuta. Risparmio. Obbligatorio. I membri devono risparmiare per un minimo di 8-10 settimane prima di poter accedere ai prestiti. Il fondo così creato serve ai membri per ottenere prestiti al consumo. Assistenza tecnica o Training. Minima. Orientazione base prima del credito da parte del loan officer. Caratteristiche del gruppo. Sono gruppi autoselezionati: i membri non devono essere parenti e devono avere lo stesso background socio-economico. Richiesta la presenza a riunioni settimanali. 2.3.2.2 Solidarity Group : Il modello latino americano Il modello latino americano di gruppi solidali (sviluppato da ACCION International e poi adattato da molte IMFs) utilizza il gruppo prevalentemente come meccanismo di garanzia per la puntuale restituzione del prestito (TAB. 4). Questa metodologia prevede l utilizzo di piccoli gruppi composti da 4 a 7 membri. Ha un buon successo in ambiente urbano e semiurbano, in particolare in aree in cui è presente un mercato. Questa metodologia adotta di solito un approccio minimalista, anche se alcuni programmi prevedono un training di base sulla gestione d impresa. 2.3.2.3 Le organizzazioni basate sulle comunità: I Community-Managed Loan Fund (CMLF) Village banking. È una metodologia sviluppata dalla Foundation for International Community Assistance (FINCA). Una Village Bank è costituita da 25-50 membri, spesso donne. La banca è finanziata attraverso la mobilizzazione di fondi all interno del gruppo (internal account), così come da prestiti provenienti da istituzioni finanziarie esterne (external account) (TAB. 5). L internal account è composto di risparmio dei membri, capitale accumulato per interessi, e diviene gradatamente più consistente, sganciandosi progressivamente dalla necessità di attingere all external account. Questo approccio ha dimostrato una particolare efficacia in contesto rurale tra le attività generatrici di reddito (Income Generating Activities) 58. 58 D. Luppi, Le metodologie del microcredito, Seminario di studio Caritas Italiana, Consorzio Etimos, Marzo 2004.

28 TAB. 4: Modello Latino-Americano: elementi di sintesi Tipo di cliente. I clienti sono di solito donne commercianti che ricevono prestiti molto piccoli per capitale circolante (working capital). Relazione del loan officer con il cliente. Relativamente stretta. Contatto diretto con i clienti sia prima dell approvazione che durante il rimborso. Approvazione del prestito. Eseguita dal loan officer. Minima analisi del progetto. Caratteristiche principali. I nuovi membri ricevono inizialmente piccole somme di ammontare uguale, ma c è una certa flessibilità nei cicli successivi. I membri del gruppo possono richiedere somme più elevate via via che i cicli finanziari si chiudono con successo (l ammontare non supera di solito i 1,000 dollari). I tassi d interesse sono alti e vengono caricate anche delle commissioni. A volte si crea un fondo di emergenza: parte degli interessi raccolti viene utilizzata per la costituzione di fondi destinati alla salute o a garanzia parziale dei mancati pagamenti. Garanzie. Nessuna. Garanzia Solidale di tutti i prestiti. Nessun membro del gruppo può ottenere prestiti ulteriori se prima tutti gli altri non hanno restituito la somma ricevuta. Risparmio. Spesso è richiesto ai clienti di versare una quota di risparmio obbligatorio (di solito trattenuta alla fonte) che serve in genere come fondo di garanzia finale per ripagare il prestito. Raramente volontario. sono offerti prodotti di risparmio Assistenza Tecnica o Training. Minima. Training di base sulla gestione d impresa Caratteristiche del gruppo. Gruppi autoselezionati: i membri non devono essere parenti e devono avere lo stesso background socio-economico. TAB. 5: CMLF: elementi di sintesi Tipo di cliente. I clienti sono spesso donne di reddito molto basso (ma con capacità di risparmiare) che gestiscono attività generatrici di reddito in zone rurali. Relazione del loan officer con il cliente. Relazione limitata (soprattutto legata alla gestione dell external account). Approvazione del prestito. I prestiti di gruppo vengono valutati dal loan officer. I prestiti individuali sono analizzati dal gruppo attraverso un apposito comitato eletto dal gruppo. Caratteristiche principali. Il prestito di gruppo è costituito dalla somma dei prestiti individuali. I prestiti sono erogati in cicli successivi (10-12 mesi) con pagamenti alla fine del ciclo. Il primo prestito è molto basso e di solito non supera i 100 dollari. Il tasso d interesse sul credito esterno è alto. Le condizioni per i prestiti individuali interni sono legate alle condizioni ottenute nel prestito esterno (i termini sono più brevi e a interessi più elevati). Garanzie. Nessuna. Garanzia Solidale: pressioni esercitate dal gruppo. Se un membro non restituisce quanto ricevuto, il debito ricade su tutti gli altri membri (o sui risparmi accumulati). Risparmio. Obbligatorio. Parte essenziale della metodologia. I membri devono iniziare molto tempo prima di entrare nel gruppo. In genere si richiede all individuo di risparmiare il 20% di quanto ricevuto a prestito in ogni ciclo. Assistenza Tecnica o Training. Orientamento base e training nei primi cicli e successivamente solamente al bisogno. Alcune istituzioni di microfinanza hanno aggregato alcuni programmi educativi (salute, nutrizione, etc.) facendo pagare una commissione addizionale al gruppo. Caratteristiche del gruppo. Controllo democratico e amministrazione autosufficiente. Indipendenza di solito raggiunta nell arco di tre anni. Autonomia nella selezione dei membri. Riunioni regolari (settimanili o bi-settimanali o mensili).

29 I revolving loan funds. Le Community Managed Revolving Loan Funds (CMRLF) sono gruppi finanziari informali composti da 30-100 membri, spesso donne. Possono essere paragonate a piccole banche che mobilizzano i propri fondi e tendono a diventare nel tempo istituzioni indipendenti. Ai membri è richiesto di risparmiare, anche se la fonte finanziaria principale proviene dall esterno (prestito o donazione). Gli individui entrano nel gruppo per iniziare una propria attività economica. Questo modello ha grande successo sui segmenti più poveri della popolazione (TAB. 6). TAB. 6: CMRLF: elementi di sintesi Tipo di cliente. I clienti sono individui con reddito molto basso (ma con capacità di risparmiare) che gestiscono attività simili alle attività generatrici di reddito. Relazione del loan officer con il cliente. Relativamente molto limitata. Soprattutto legata ai prestiti di gruppo. Approvazione del prestito. I prestiti di gruppo vengono valutati dal loan officer. I prestiti individuali sono analizzati dal gruppo attraverso un apposito comitato eletto dal gruppo. Caratteristiche principali. Il prestito di gruppo è basato sul capitale iniziale raccolto. Il prestito (più spesso donazione) al gruppo è un multiplo del capitale raccolto internamente (2/1 3/1). Il prestito individuale è piccolo e non supera i 100 dollari. Condizioni di prestito flessibili. Termine fino a 2 anni con un periodo di grazia (grace period). Garanzie. Garanzia a livello individuale a discrezione del gruppo. Garanzia Solidale: pressioni esercitate dal gruppo. Se un membro non restituisce quanto ricevuto, il debito ricade su tutti gli altri (o sui risparmi accumulati). Risparmio. Spesso richiesto. Assistenza Tecnica o Training. Minima. Caratteristiche del gruppo. Controllo democratico. Amministrazione autosufficiente. Indipendenza di solito raggiunta nell arco di tre anni. Autonomia nella selezione dei membri. Caisses Villageoises d Épargne et de Crédit Autogérées (CVECA). È una metodologia sviluppata dalla ONG francese Centre for International Development and Resarch. Le associazioni di credito e risparmio sono molto simili alle CVECA (TAB. 7). TAB. 7: CVECA: elementi di sintesi Tipo di cliente. I clienti si trovano in aree rurali, sono sia uomini che donne, con basso o medio reddito e con capacità di risparmiare. Relazione del loan officer con il cliente. Molto limitata. Approvazione del prestito. Nessun prestito esterno al gruppo da parte dell organizzazione internazionale. I prestiti interni individuali sono analizzati dal gruppo attraverso un apposito comitato eletto dal gruppo. Caratteristiche principali. Condizioni di prestito interne flessibili (di solito prestiti di breve durata e per capitale circolante). Spesso l ammontare prestato è proporzionale a quanto risparmiato dall individuo. Il tasso d interesse è spesso molto elevato. Garanzie. Garanzia a livello individuale a discrezione del gruppo. Il risparmio costituisce la forma privilegiata di garanzia. Pressioni esercitate dal gruppo (conoscenza personale). Risparmio. Obbligatorio. Parte essenziale della metodologia. Vengono offerti vari tipi di prodotti di risparmio volontario. Assistenza Tecnica o Training. Ruolo principale dell organizzazione internazionale. Training e AT viene fornita al management della Associazione e spesso anche agli individui soprattutto per start-up businesses. Caratteristiche del gruppo. Controllo democratico. Amministrazione autosufficiente. Indipendenza. Autonomia nella selezione dei membri. Riunioni regolari. Formazione di federazioni di gruppi.

30 La differenza principale consiste nel peso che in questo caso assume il risparmio dei membri. L associazione può essere da subito indipendente finanziariamente. In questo caso il ruolo dell organizzazione internazionale è di sola assistenza tecnica. Le associazioni di credito e risparmio sono simili a delle cooperative di risparmio e credito nella loro fase iniziale. GRAF. 3: Produttività dei Loan Officer per metodologia 2.3.3 Il dibattito Un Istituzione di Microfinanza (IMF) deve adeguare la metodologia di microcredito per adattarla al mercato, soppesandone vantaggi e svantaggi. Le questioni principali sono: Quale metodologia di prestito offre un servizio più efficiente? Quale metodologia risponde meglio alle esigenze del cliente? Quale metodologia aiuta meglio l IMF a gestire il rischio? I crediti di gruppo (group lending) sono in grado di offrire un modo efficace di raggiungere un gran numero di clienti poveri che non possiedono tradizionali forme di garanzia consentendo all IMF di trasferire alcuni costi di gestione e una parte del rischio di credito agli stessi membri del gruppo. Molti aspetti delle metodologie di gruppo consentono di risparmiare tempo e denaro all IMF includendo caratteristiche come la valutazione (screening) di gruppo, un unica erogazione del credito e un unico rimborso da parte del gruppo: tutto questo abbassa i costi di transazione per l IMF permettendogli di gestire un certo numero di prestiti attraverso un solo singolo contatto (GRAF. 3). Fonte: Microfinance Information Exchange (MIX), Dicembre 2008 (www.mixmarket.org). Tuttavia, in alcuni casi un IMF potrebbe spendere più tempo e denaro cercando di organizzare e coordinare i gruppi piuttosto che erogare singoli prestiti agli stessi clienti. La responsabilità solidale del gruppo o di una village bank permette a un IMF di ridurre anche il suo rischio di credito. Tuttavia, quando alcuni clienti cominciano a contrarre prestiti più grandi, i clienti con prestiti di minori dimensioni che fanno parte dello stesso gruppo sono meno disposti a sottoscrivere una responsabilità solidale e congiunta con gli altri membri. D altra parte il prestito di gruppo potrebbe non soddisfare le esigenze di alcuni che preferirebbero un prestito individuale, contando più sulla loro capacità di rimborsare il debito, piuttosto che assumere il rischio di una garanzia solidale. Per queste ragioni molte IMFs hanno sviluppato e introdotto parallelamente prodotti di credito individuale, mentre altre istituzioni hanno sviluppato un prodotto di credito individuale per i buoni clienti che crescono e si laureano attraverso le metodologie di gruppo. Questo secondo approccio, sempre più

utilizzato, offre all IMF una storia di credito su cui basare la propria decisione di erogazione del prestito individuale. I prodotti di credito individuale permettono una maggiore flessibilità per rispondere ai particolari bisogni della clientela. Come già menzionato precedentemente le condizioni e gli importi possono variare a seconda del tipo di finanziamento richiesto e possono essere più affini alle esigenze del cliente. Tuttavia, i crediti individuali normalmente sono più costosi di quelli di gruppo in quanto prevedono un analisi più dettagliata da parte del personale dell IMF che riguarda in particolare l'analisi del business del cliente, delle opportunità di investimento e più in generale della capacità di rimborso dello stesso cliente includendo un analisi del bilancio famigliare. In generale, le IMFs tendono ad offrire prestiti individuali per importi maggiori, o erogare prestiti individuali utilizzando una riunione di gruppo come un luogo comodo per l'erogazione piuttosto che utilizzare il gruppo come un meccanismo di garanzia. Se i clienti rimborsano senza ritardi per i prestiti successivi si possono ridurre i tempi di erogazione migliorandone l efficienza e la produttività. 31