IL BILANCIO ENERGETICO E L'EFFETTO SERRA di Vincenzo Ferrara



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IL BILANCIO ENERGETICO E L'EFFETTO SERRA di Vincenzo Ferrara Per comprendere la natura ed il significato dell'effetto serra è necessario analizzare più in dettaglio qual è il bilancio energetico globale nel sistema climatico. La fonte di energia principale, ma anche unica. vista la trascurabile influenza di altre sorgenti di energia provenienti dallo spazio o dal sottosuolo, è il sole. Il sole emette un flusso di energia, sotto forma di radiazioni elettromagnetiche,pari a circa 64 milioni di watt/m2 (watt per metro quadro) alla temperatura di circa 58 mila C. Questa energia si disperde uniformemente nello spazio in tutte le direzioni. Sulla terra, che è a circa 150 milioni di km dal sole, arriva solo una frazione estremamente piccola del flusso iniziale, pari a circa lo 0,002 per mille (ovvero 20 milionesimi). In termini quantitativi questi flusso energetico corrisponde esattamente a 1367 watt/m2, ma con oscillazioni, in relazione all'attività solare, che possono innalzare il valore a 1368 watt/m2 o abbassarlo a 1366 watt/m2. Tuttavia, tale flusso energetico arriverebbe integralmente al suolo se la terra fosse piatta e fosse esattamente perpendicolare ai raggi solari e, per di più, non avesse alcun mezzo interposto, come l'atmosfera, che attenua e diffonde la radiazione solare. Invece, la terra è sferica ed i raggi solari giungono perpendicolari o poco inclinati alle basse latitudini (zona intertropicale), ma via via sempre più inclinati alle alte latitudini, e questo provoca una distribuzione non uniforme del flusso solare tra zone equatoriali e zone polari. Inoltre, la terra ruota su se stessa e ruota attorno al sole, e ciò provoca una ulteriore disuniformità nella distribuzione della radiazione solare tra giorno e notte e tra una stagione e l'altra. Tutte queste oscillazioni sono, comunque, cicliche e si ripetono regolarmente con periodo annuale. Se assumiamo come riferimento l'anno solare, il valor medio annuo dell'energia solare che arriva sulla superficie terrestre, se non ci fosse l'atmosfera, sarebbe pari ad un quarto dei 1367 watt/m2, e cioè 342 watt/m2. Questo flusso energetico, rappresenta il massimo valor medio di energia solare per unità di superficie, di cui il nostro pianeta può teoricamente disporre. Il flusso energetico realmente utilizzabile dal nostro pianeta è, invece, minore perché la terra non ha una superficie "nera" ovvero in grado di assorbire totalmente la radiazione solare in arrivo, ma una superficie composta da suoli, rocce, mari ed oceani, che hanno una un certa riflettività (definita albedo). L'albedo terrestre è mediamente pari al 30%. Pertanto, il flusso energetico medio di radiazione solare effettivamente utilizzabile dal nostro pianeta come fonte di energia è di 240 watt/m2. Questo patrimonio energetico di cui disponiamo, permetterebbe al nostro pianeta, se non ci fosse l'atmosfera, di raggiungere al massimo una temperatura media di 19 C sotto lo zero (poco più di 254 Kelvin). Le escursioni termiche attorno a questo valor medio sarebbero, però, molto elevate tra zone polari ed equatoriali, tra notte e giorno e fra estate ed inverno. Radiazione ad onda lunga e ad onda corta La radiazione elettromagnetica che giunge dal sole è composta per la maggior parte di onde, la cui lunghezza d'onda è nella luce visibile, tra il blu ed il rosso, e più precisamente fra 0.4 e 0.7 micron (1 micron è pari ad 1 millesimo di millimetro). La massima intensitàdi tali radiazioni è situata ad una lunghezza d'onda pari a circa 0,5 micron, e decresce rapidamente mano a mano che ci si allontana da questo valore. La minima intensità della radiazione solare è, da una parte, nella banda dell'ultravioletto (0,2 micron o meno) e, dall'altra parte, nell'infrarosso (2 micron ed oltre). In ogni caso, quasi tutta l'energia solare che giunge sulla terra è composta di radiazioni elettromagnetiche la cui lunghezza d'onda è inferiore a 4 micron. Una volta che la radiazione solare è giunta sulla superficie terrestre, essa viene assorbita dai suoli e dai mari, i quali si riscaldano aumentando la loro temperatura. Via via che aumenta la temperatura, la superficie terrestre emette energia sotto forma di calore e cioè come

radiazione infrarossa, fino a quando non si stabilisce l'equilibrio, tra flusso di energia solare incidente e flusso di energia terrestre uscente verso lo spazio. L'emissione di energia da parte della terra avviene attraverso radiazioni con lunghezza d'onda prevalente nelle bande dell'infrarosso ed inparticolare tra i 5 e i 25 micron. Siccome la radiazione solare incidente e la radiazione terrestre emessa viaggiano su bande di diversa lunghezza d'onda, il valore di 4 micron viene assunto, nelle attività di ricerca sul clima, come il valore significativo di demarcazione, o limite di separazione, fra le la radiazione "ad onda corta" che è, in pratica, la radiazione solare, e la radiazione "ad onda lunga" che è, in pratica, la radiazione che emette il nostro pianeta quando è sottoposto a riscaldamento. Il motivo di questa distinzione sta, non solo nel diverso comportamento che le onde lunghe e quelle corte hanno nell'atmosfera terreste, ma anche nella necessità di unapiù corretta valutazione ed interpretazione dei flussi e dei bilanci di energia che originano e che sono alla base dell'effetto serra naturale del nostro pianeta. L'effetto serra naturale Abbiamo visto prima che, se non ci fosse l'atmosfera, la temperatura media del nostro pianeta sarebbe di quasi 19 C sotto lo zero. Invece, grazie alla presenza dell'atmosfera, la temperatura media raggiunge quasi i 15 C sopra lo zero. Quindi, l'atmosfera terrestre con il suo contenuto di gas ad effetto serra fa aumentare il valor medio globale di oltre 33 C. Ma, la cosa più importante da sottolineare è che, mentre la temperatura di 19 C sotto zero si raggiunge con un flusso di energia solare di 240 watt/m2, come abbiamo visto prima, la temperatura di 15 C sopra lo zero, che si verifica con la presenza dell'atmosfera, è viceversa raggiunta con un flusso di energia solare più basso, e cioè con circa 170 watt/m2, un valore che è la metà di quello massimo disponibile (342 watt/m2) e circa due terzi di quello utilizzabile in assenza di atmosfera. Il motivo per il quale, al suolo, in presenza di atmosfera, arriva un flusso minore di energia rispetto al caso di assenza di atmosfera, deriva dalle perdite di energia che le radiazioni solari subiscono mano a mano che penetrano negli strati sempre più densi dell'atmosfera. Le perdite (102 watt/m2) sono causate sia dai processi di riflessione dei raggi solari verso lo spazio da parte delle nubi e delle idrometeore, sia dai processi di dispersione e di diffusione in atmosfera della radiazione solare una parte della quale ritorna verso lo spazio. Il motivo per il quale, al suolo, con una flusso energetico minore rispetto al caso di assenza di atmosfera, si raggiungono temperature maggiori di ben 33 C, risiede nelle capacità dell'atmosfera di immagazzinare calore: una capacità che viene denominata "effetto serra". Per comprendere, come funziona e come sia possibile, è necessario qualche approfondimento sui processi che accadono in atmosfera e qualche semplificazione in termini schematici. L'atmosfera terrestre è una miscela di gas che possiede una proprietà caratteristica (con aria pulita e sgombra da nubi): è trasparente alla radiazione "ad onda corta", ma è opaca alla radiazione "ad onda lunga", a causa della presenza di alcuni gas come il vapor d'acqua e l'anidride carbonica che sono dei forti assorbitori ed emettitori di radiazione infrarossa a tutte le lunghezze d'onda comprese fra i 5 e i 25 micron, escluse quelle comprese fra 9 ed 11 micron (detta: la "finestra dell'atmosfera"). Questo significa che la radiazione solare incidente sulla terra, che è ad onda corta, attraversa indisturbata l'atmosfera fino alla superficie terrestre. Una volta assorbita dal suolo, viene, poi, riemessa come radiazione ad onda lunga, ma non riesce più a sfuggire verso lo spazio. In realtà, per essere veramente pignoli, l'atmosfera non è perfettamente trasparente alla radiazione solare ad onda corta e non è, neanche, perfettamente opaca per tutte le lunghezze d'onda della radiazione infrarossa emessa dalla terra, a parte la banda compresa fra 9 e 11 micron, dove l'atmosfera è trasparente anche alla radiazione ad onda lunga.

Siccome il comportamento dell'atmosfera è molto simile a quello dei vetri di una "serra" possiamo semplificare i processi, senza commettere gravi errori, schematizzando tutta l'atmosfera terrestre come se fosse omogenea e concentrata in una gigantesca lastra di vetro posta ad una certa altezza sopra il livello del suolo. L'energia ad onda corta entrante nella lastra di vetro è, come detto prima, pari complessivamente a 342 watt/m2. In realtà, tenuto conto delle perdite (sempre ad onda corta) per riflessione della superficie terrestre, è di 240 watt/m2. La lastra di vetro non assorbe l'energia solare entrante, ma assorbe l'energia terrestre ad onda lunga uscente e si riscalda. Quando la lastra di vetro raggiunge le condizioni di equilibrio anche l'energia uscente da questa gigantesca lastra di vetro deve essere uguale a 240 watt/m2. Questa uguaglianza è esattamente la stessa che è necessaria per il raggiungimento dell'equilibrio in assenza di atmosfera, equilibrio che, come abbiamo visto, avviene alla temperatura di 19 C sotto lo zero. Tuttavia, c'è ora una differenza fondamentale: in assenza di atmosfera l'equilibrio viene raggiunto al livello del suolo, mentre in presenza di atmosfera questo stesso equilibrio viene raggiunto in quota e precisamente al livello dove abbiamo ipotizzato di collocare questagigantesca lastra di vetro che simulare l'atmosfera. Se analizziamo gli andamenti reali della temperatura atmosferica con la quota e ne ricaviamo il valor medio, troviamo che la temperatura di 19 C sotto lo zero si trova ad una quota di circa 5000 metri rispetto alla superficie terrestre. Questa schematizzazione, quantunque sia una semplificazione, tuttavia, ci mostra che l'atmosfera con i suoi gas di serra è in grado di immagazzinare energia sotto forma di calore. Inoltre, lo strato d'aria compreso fra il suolo e circa 5000 metri di altezza può essere considerato con un grande serbatoio termico in cui viene immagazzinato il calore sufficiente a far aumentare la temperatura della superficie terrestre di 33 C. Il guadagno di energia dell'effetto serra Riprendiamo la schematizzazione della lastra di vetro per vedere come funzionano i processi di scambio energetico e per valutare, anche se approssimativamente, a quanto ammonta il flusso energetico che si accumula per effetto serra Innanzitutto seguiamo il percorso della radiazione solare incidente sulla lastra di vetro. La radiazione solare che è ad onda corta, attraversa la lastra di vetro, ma siccome la lastra di vetro contiene alcune impurità ed imperfezioni (che simulano la dispersione e le attenuazioni della radiazione solare che attraversa l'atmosfera), al suolo arrivano solo 170 watt/m2, rispetto ai 240 watt/m2. Il suolo che riceve questa energia ad onda corta si riscalda sempre più finché alla condizione di equilibrio emette verso l'alto la stessa quantità di 170 watt/m2 di energia ma sotto forma di radiazione ad onda lunga. Seguiamo ora il percorso della radiazione ad onda lunga che parte dalla superficie terrestre e va verso lo spazio. La radiazione ad onda lunga incontra la lastra di vetro a 5000 metri di altezza, e non riesce ad attraversarla perché opaca ed assorbente. La lastra di vetro assorbe i 170 watt/m2 che gli arrivano dal suolo, si riscalda sempre di più fino a raggiungere la condizione di equilibrio alla quale anche la lastra di vetro emette 170 watt/m2ad onda lunga.. La emissione, da parte della lastra, di energia attraverso radiazione infrarossa avviene ovviamente in tutte le direzioni, quindi, sia verso il suolo, sia verso lo spazio. Per quanto riguarda la direzione verso lo spazio, nel lato superiore della lastra i 170 watt/m2 emessi si sommano con la ri-emissione verso lo spazio della parte diffusa, attenuata o comunque trattenuta dalle impurità della lastra, fino raggiungere i 240 watt/m2 necessari per stabilire l'equilibrio tra energia ad onda corta che entra nella lastra ed energia ad onda lunga che esce dalla lastra. A questo punto la lastra è in equilibrio con lo spazio alla temperatura di - 19 C.

Per quanto riguarda la direzione verso il suolo, nel lato inferiore della lastra, l'energia ad onda lunga emessa compie un cammino a ritroso e raggiunge il suolo dove è nuovamente assorbita e, poi, riemessa verso la lastra. Il cammino della radiazione ad onda lunga di andata e ritorno tra la lastra ed il suolo dura fino a quando si stabiliscono le condizioni di equilibrio energetico tra la lastra e il suolo, una volta raggiunto anche l'equilibrio tra la lastra e lo spazio. Dalla schematizzazione finora utilizzata è facile calcolare le condizioni di equilibrio tra lastra e suolo.al suolo giungono complessivamente 170 watt/m2 di energia solare che ha attraversato la lastra e che è radiazione ad onda corta. Poi, giungono 170 watt/m2 di energia ad onda lunga emessa dalla lastra sotto forma di radiazioni ad onda lunga, e null'altro di più perché abbiamo supposto che nel frattempo la lastra andava in equilibrio con lo spazio. Complessivamente, vengono assorbite dal suolo 340 watt/m2 (metà ad onda corta e metà ad onda lunga). Al raggiungimento dell'equilibrio. il suolo riemette i 340 watt/m2sotto forma di radiazioni ad onda lunga. In definitiva, nella schematizzazione condotta, la lastra emette verso lo spazio 240 watt/m2 a cui corrisponde una temperatura di 19 C sotto lo zero. Il suolo emette verso la lastra (ma anche la lastra verso il suolo) 340 watt/m2 a cui corrisponderebbe una temperatura di circa 7 C sopra lo zero (che in questo schema non coincide con quella reale). Pertanto, la differenza di energia che esce ed entra dalla terra, inclusa l'atmosfera, e che è il guadagno netto di energia per l'effetto serra, è di 170 watt circa, c'è, un guadagno di altri 170 watt/m2. Tale guadagno. che è energia ad onda lunga,esiste o si concretizza, solo se vi è una corrispondente energia entrante, ad onda corta, proveniente dal sole.l'effetto serra espresso in termini energetici è, dunque, proprio questo guadagno che costituisce il "patrimonio" aggiuntivo di energia che ha permesso la vita sul nostro pianeta e la sua evoluzione. La schematizzazione illustrata, quantunque corretta, è ovviamente una semplificazione. Una migliore simulazione con la realtà si può avere supponendo di inserire nello schema precedente, non una ma più lastre a diversa altezza, per tener conto della maggiore complessità della realtà dove i processi sono meno semplici di quelli illustrati. Nella realtà, i dati derivanti dalle ricerche sperimentali e le analisi approfondite sui bilanci energetici dell'atmosfera condotte, tra gli altri, anche da IPCC, mostrano che a fronte di 168 watt /m2 di energia solare ad onda corta che giunge al suolo, le emissioni terrestri ad onda lunga ammontano a di 390 watt/m2 (e non a 340 watt come nel nostro schema). Tuttavia, 40 watt/m2, dei 390 watt/m2, non sono disponibili per l'effetto serra, in quanto si tratta di radiazioni infrarosse che sfuggono nello spazio attraverso la cosiddetta "finestra dell'atmosfera". Il "budget" effettivo ammonta a 350 watt/m2 e la differenza tra uscita ed entrata ammonta a 182 watt/m2. Allo stato delle conoscenze attuali questo valore rappresenta l'effetto serra naturale, medio globale, del nostro pianeta in termini di flusso energetico Variabilità dell'effetto serra e perturbazioni degli equilibri. Quanto esposto precedentemente riguarda il bilancio medio globale su tutta la superficie del pianeta nel periodo di un anno solare in relazione alle condizioni medie globali di albedo e di nuvolosità. Questo bilancio medio, non esprime, ovviamente le variazione che possono sussistere in termini spaziali, sia lungo la direzione verticale (l'effetto serra è maggiore negli strati più bassi dell'atmosfera e minore negli strati più alti, sia lungo le direzioni orizzontali (l'effetto serra varia variazioni con la latitudine e con la diverse emissioni di diversi suoli). Variazioni significative possono sussistere anche in relazione alla presenza o assenza di nubi, che sono dei forti assorbitori ed emettitori di radiazione ad onda lunga Inoltre, il bilancio non è lo stesso nelle diverse stagioni e dipende dai tempi di risposta delle varie componenti, di cui è costituito il sistema climatico, per riportare in equilibrio i flussi di energia quando essi variano per vari motivi. Infatti, i flussi di energia non sono costanti così come li abbiamo precedentemente raccontati, e questo implica un continuo sbilanciamento

degli equilibri a cui il sistema climatico risponde in tempi diversi. In particolare, l'equilibrio si ristabilisce più o meno velocemente per quanto riguarda l'interfaccia tra atmosfera e spazio extraterrestre, ma piuttosto lentamente, o molto meno rapidamente, per quanto riguarda l'interfaccia tra atmosfera e superficie terrestre, sia perché gli oceani rispondono abbastanza lentamente alle variazioni di energia, sia perché gli aggiustamenti verso condizioni di equilibrio sono condizionati dalla varietà e dai diversi tempi di risposta della superficie terrestre. Le cause di sbilanciamento sono denominate nella letteratura scientifica "radiative forcing", che in italiano viene tradotto come "forzante radiativo" o "forzante di radiazione", un termine criptico e di difficile comprensione per i non addetti ai lavori, ma il cui significato èabbastanza semplice: il radiative forcing è, in sostanza, l'entità della perturbazione indotta, o introdotta, sull'equilibrio dei flussi di energia esistenti nel sistema climatico e si esprime nelle stesse unità di misura dei flussi di energia, cioè in watt/m2. Per avere una idea più precisa sulla correlazione esistente fra radiative forcing e temperatura, ovvero per sapere quanto possa quantitativamente incidere una perturbazione, anche abbastanza piccola, sull'equilibrio energetico dell'effetto serra naturale, dobbiamo utilizzare una legge della fisica nota come equazione di Stefan-Boltzmann, dalla quale (passando alla sua formulazione differenziale) si ricava che se la temperatura media (espressa in gradi assoluti o gradi Kelvin) cambia del 1%, vuol dire che i flussi energetici medi sono cambiati del 4%, a parità delle altre condizioni (albedo e capacità di assorbimento/emissione). Con i dati illustrati precedentemente e cioè alla temperatura media del nostro pianeta di 15 C e con un effetto serra naturale medio pari a 182 watt/m2, questo significa che il rapporto, tra variazione di flussi energetici e variazioni di temperatura è circa 0.4 watt/m2/ per grado centigrado ( C), ovvero che, per ogni perturbazione pari a 2.5 watt/m2, vi è una corrispondente variazione di temperatura di 1 C.Quantunque 1 C possa sembrare poco, in termini assoluti, in realtà è una variazione di temperatura molto significativa se riferita alla temperatura media globale, come nel caso che stiamo trattando e, dunque, anche un radiative forcing di qualche watt/m2 produce effetti molto sensibili sul clima globale. http://clima.casaccia.enea.it/ipcc/focalpoint/infoclima/2006/effetto_serra.htm