Manuale di istruzioni Sistemi di Content Management



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Sistema di Gestione Siti Web Servizio Personale CDS / Gestione liste e gruppi Servizio di Documentazione CDS Servizio Prenotazioni Servizio WebMail CDS Sistema di Gestione News ver. 2.3.1 (15/07/2009) Settore Web - CeSIT

1. Il sistema di Gestione Siti Web... 3 1.1. Concetti preliminari sul sistema...3 1.1.1. Gli oggetti...3 1.1.2. Le versioni di un oggetto...3 1.1.3. La struttura...3 1.1.4. Vincoli e permessi...3 1.2. L interfaccia di amministrazione...4 1.2.1. La sezione struttura dei contenuti...4 1.2.2. La creazione e/o modifica di un oggetto...7 1.2.3. Formattazione del testo tramite on-line editor... 11 1.2.4. Formattazione del testo senza on-line editor... 13 1.3. Personalizzazione per i siti dei dipartimenti... 16 1.3.1. Visualizzazione dei contenuti... 16 1.3.2. Impostazioni predefinite... 22 1.3.3. La scheda personale... 23 1.3.4. Elenchi di progetti e pubblicazioni dipartimentali... 23 2. Il servizio Personale CDS / Gestione liste e gruppi... 24 2.1. Creazione di un nuovo gruppo... 24 2.2. Modifica di un gruppo... 24 3. Il servizio di Documentazione CDS... 26 3.1. Interfaccia della gestione documentale... 26 3.1.1. Creazione di oggetti... 26 3.1.2. Ricerca di oggetti... 27 3.1.3. Operazioni sugli oggetti... 27 3.1.4. Gestione dei permessi... 28 4. Il servizio Prenotazioni... 29 4.1. Verifica disponibilità e prenotazione di una risorsa... 29 4.2. Gestione oggetti... 29 4.2.1. Inserimento di un Nuovo Oggetto Prenotazione... 29 4.2.2. Modifica di Oggetti Prenotazione Attuali... 29 5. Il servizio WebMail CDS... 30 5.1. Selezione degli utenti destinatari... 30 5.2. Compilazione della mail... 30 6. Il sistema di Gestione News... 31 6.1. Canali news... 31 6.1.1. Visualizzazioni... 31 6.2. Attributi delle news... 31 6.2.1. Id... 31 6.2.2. Stato... 31 6.2.3. Segnalazione... 32 6.2.4. Categoria... 32 6.2.5. Visibilità... 33 6.2.6. Massima evidenza... 33 6.2.7. Contenuto... 33 6.2.8. Lingua... 34 6.3. L interfaccia del sistema... 34 6.3.1. Criteri di selezione e ordinamento... 35 6.3.2. L'elenco delle news... 35 6.4. Inserimento o modifica di una news... 37 6.4.1. Schermata di inserimento/modifica... 37 6.4.2. Modifica degli attributi Categoria, Stato, Visibilità, Periodi di massima evidenza38 6.4.3. Modifica dell'attributo Contenuto... 39 6.4.4. Gestione allegati... 39 ver. 2.3.1 (15/07/2009) Settore Web - CeSIT 2/40

1. Il sistema di Gestione Siti Web 1.1. Concetti preliminari sul sistema 1.1.1. Gli oggetti L elemento base del sistema è il tipo di dato (datatype); esempi di datatype sono un campo di testo (text line), un blocco di più linee di testo formattato (xml block), o ancora una casella selezionabile (check-box), ecc. Combinando uno o più tipi di dato si definisce una struttura cui diamo il nome di classe. Una classe è costituita da vari attributi, ciascuno dei quali è rappresentato da un particolare tipo di dato. Ad esempio, per la classe Cartella sono solitamente previsti due attributi di tipo text-line ( name e short name ) e due attributi di tipo xml-block ( short description e description ). Un oggetto è un istanza di una classe: mentre una classe definisce in modo univoco una struttura di dati, l oggetto di una particolare classe conterrà i dati reali inseriti dall utente. 1.1.2. Le versioni di un oggetto Il sistema consente di conservare un numero prefissato di versioni del contenuto di uno stesso oggetto. Un importante proprietà delle versioni è lo stato. La versione visibile on-line ha stato pubblicata. Le versioni pubblicate in passato hanno stato archiviata, mentre versioni non ancora pubblicate hanno stato bozza. Quando assegniamo alla versione di un oggetto lo stato pubblicata, il contenuto dei campi compilati dall utente viene visualizzato sul sito web secondo le impostazioni di layout configurate per ogni singolo sito (tale argomento verrà approfondito nella sezione 1.3.1. Visualizzazione dei contenuti). 1.1.3. La struttura Gli oggetti sono disposti secondo una struttura ad albero: a partire da un oggetto radice corrispondente sul sito alla pagina principale si diramano i vari rami (sottoelementi) di livello via via inferiore. Un sottoelemento è un oggetto di qualunque classe che viene posizionato al livello immediatamente inferiore rispetto a un oggetto padre nella struttura dei contenuti. Non tutte le classi di oggetti sono configurate per avere sottoelementi (ad esempio, oggetti di classe link, image o file non possono averne). Chiameremo un oggetto contenitore se può avere dei sottoelementi, foglia se non può averne. 1.1.4. Vincoli e permessi A seconda della struttura configurata per il sito e dei permessi assegnati agli utenti, vengono delineati alcuni vincoli che bisogna tenere presente: La creazione (o lo spostamento) di oggetti di determinate classi è possibile solo nei rami della struttura dove è previsto che l utente possa inserire oggetti di quella classe. Tutte le classi hanno sempre almeno un attributo obbligatorio: ne segue che non può essere salvata sul sistema una versione di un oggetto se l utente non ha compilato questi campi. Se si cerca di fare un operazione di cui l utente non ha i diritti compare un messaggio di errore. Normalmente comunque le funzioni che l utente non può utilizzare sono disabilitate. Ad ogni utente che ha accesso al sistema possono essere assegnati permessi diversi in corrispondenza di diverse sottosezioni della struttura. ver. 2.3.1 (15/07/2009) Settore Web - CeSIT 3/40

1.2. L interfaccia di amministrazione L interfaccia di amministrazione si presenta suddivisa in diverse sezioni, di cui analizziamo: Struttura dei contenuti, Media, Impostazioni, Il mio account. Nella prima sezione figurano tutti gli oggetti che rappresentano il contenuto del sito: è quindi la sezione più importante e ad essa ci riferiremo nel prosieguo per analizzarne i dettagli. Le immagini o altri file che non dovessero trovare una collocazione più appropriata all interno della Struttura dei contenuti possono essere caricate nella sezione Media : si vedrà più avanti che con una operazione detta di correlazione sarà possibile associare i file presenti su Media a uno o più oggetti della struttura dei contenuti. Come poi questa correlazione venga visualizzata sul sito dipende dalle impostazioni previste. Nella sezione Impostazioni, alla voce Gestione URL, figura un elenco di tutti i link presenti. Periodicamente il sistema fa un controllo sui link verificandone la validità. È buona regola da parte degli utenti controllare i link non validi e, se è il caso, aggiornarli. Nella sezione Il mio account può risultare utile la voce Le mie bozze. Qui sono elencate tutte le versioni bozza create dall utente e salvate in quello stato sul sistema (si tenga presente in particolare che, essendo elencati nella struttura dei contenuti solo gli oggetti pubblicati, questa è l unica via per accedere a un oggetto avente versioni esclusivamente in stato bozza). 1.2.1. La sezione struttura dei contenuti La sezione struttura dei contenuti è suddivisa in tre colonne. Nella prima colonna compare un menu di navigazione, secondo una struttura ad albero in cui si seleziona ciascun oggetto cliccandone il nome; l iconcina adiacente apre invece un menu con un elenco di operazioni possibili. In basso, un link al cestino consente di accedere ed eventualmente recuperare gli oggetti ivi esplicitamente inseriti. La colonna a destra presenta di rilevante il Logout, che si raccomanda di utilizzare tutte le volte che si vuole uscire dal sistema. Nella colonna centrale compaiono informazioni relative all oggetto selezionato, le operazioni consentite su di esso (modifica, spostamento e eliminazione) e l elenco dei sottoelementi figli dell oggetto stesso (nel caso in cui si tratti di un oggetto contenitore). 1.2.1.1. Operazioni sull oggetto Nella colonna centrale, sotto al nome dell oggetto e della sua classe di appartenenza (riportata fra parentesi quadre), sono presenti i pulsanti per la modifica, lo spostamento e la cancellazione dell oggetto. Se il sito è multilingue, accanto al pulsante di modifica compare un menu a tendina con l elenco delle lingue. Cliccando sul pulsante Modifica, dopo aver eventualmente selezionato una lingua, si accede alla relativa interfaccia che analizzeremo nella sezione 1.2.2. Nei siti multilingua, se si vuole inserire una traduzione dell oggetto in un altra lingua occorre selezionare Altra lingua nel menu a tendina e quindi cliccare sul pulsante Modifica. Prima di accedere all interfaccia di modifica, il sistema chiede di selezionare la lingua nella quale si vuole fare la traduzione e quale delle traduzioni già presenti utilizzare come riferimento. Scegliendo una traduzione di riferimento, nella successiva interfaccia di modifica i campi saranno precompilati dal sistema con il contenuto presente nella versione prescelta. Si noti che il contenuto di un oggetto è costituito non solo dal testo, ma anche dal codice necessario per formattare il testo stesso: è perciò importante avere a disposizione lo stesso codice inserito per un altra lingua volendo conservarne la formattazione nella traduzione corrente. Se invece si seleziona la voce None, nell interfaccia di modifica i campi saranno completamente vuoti (e quindi privi non solo di una versione in lingua cui riferirsi, ma soprattutto del codice utilizzato per la formattazione del testo). ver. 2.3.1 (15/07/2009) Settore Web - CeSIT 4/40

Il pulsante Sposta consente di spostare l oggetto (con i suoi sottoelementi) in un altro punto nella struttura dei contenuti (a condizione che nella nuova collocazione sia previsto un oggetto di quella classe). Il pulsante Elimina può a seconda della scelta dell utente cancellare l oggetto (con i suoi sottoelementi) dal sistema oppure spostarli tutti nel cestino. Si noti che i pulsanti Sposta ed Elimina non sono abilitati sugli oggetti per cui l utente non ha il permesso di creazione. Un ulteriore operazione che è possibile eseguire è lo Svuotamento della Cache dell oggetto e/o del suo sottoramo. Premesso che la cache dell oggetto viene rigenerata tutte le volte che l oggetto stesso viene pubblicato, può risultare necessario in taluni casi svuotare la cache, senza per questo essere costretti a ripubblicare l oggetto. A tale scopo, occorre aprire il menu a tendina che compare in alto accanto al nome e alla classe dell oggetto: selezionando quindi la voce Cancella cache delle viste dei contenuti viene svuotata la cache dell oggetto, mentre selezionando la voce Cancella cache delle viste dei contenuti partendo da qui viene svuotata la cache dell oggetto e di tutto il suo sottoalbero Anche dalla colonna sinistra si possono eseguire delle operazioni su uno qualunque degli oggetti presenti nella struttura, attraverso l elenco che compare cliccando sulla corrispondente iconcina. Oltre alle azioni già esaminate di Modifica, Sposta ed Elimina, che qui vengono riproposte, meritano degli approfondimenti i seguenti comandi: il comando vista seleziona l oggetto in modo che nella colonna centrale ne siano visualizzate le informazioni (in pratica, è lo stesso effetto che si ottiene cliccando sul nome dell oggetto); il comando copia crea un nuovo oggetto (identico all originale, ma privo dei relativi sottoelementi), che l utente dovrà collocare all interno della struttura; il comando copia il sotto-albero duplica sia l oggetto sia tutti i suoi sottoelementi mantenendone la gerarchia; il nuovo ramo così creato andrà quindi posizionato da parte dell utente all interno della struttura; il comando scambia con un altro nodo sotto la voce Avanzata consente lo scambio di posto fra il nostro oggetto (con il suo sotto-albero) e un altro oggetto (col sottoalbero relativo) selezionato dall utente; il comando nascondi/rivela sotto la voce Avanzata cambia la visibilità dell oggetto e del suo sotto-albero sul sito web. Nascondendo un oggetto, esso e tutti i suoi sottoelementi non saranno dunque visibili sul sito, mentre vengono evidenziati con un diverso colore di sfondo nella struttura dei contenuti dell interfaccia di amministrazione. il comando compare versions sotto la voce Avanzata consente di confrontare per ciascuna lingua due qualunque versioni dello stesso oggetto presenti sul sistema (ad esempio, la versione pubblicata con una versione archiviata). Cliccando sulla voce cestino, nella parte inferiore della colonna sinistra, è possibile operare sugli oggetti cestinati, eliminandoli definitivamente oppure recuperandoli. In quest ultimo caso è necessario ricollocare gli oggetti all interno della struttura, in quanto il sistema non tiene memoria della precedente collocazione, né di eventuali rapporti di gerarchia fra di essi (infatti all interno del cestino gli oggetti vengono tutti posti allo stesso livello). 1.2.1.2. Informazioni sull oggetto Per visualizzare tutte le informazioni disponibili occorre cliccare se non sono già selezionati i pulsanti presenti nella colonna centrale in alto (anteprima, dettagli, traduzioni, collocazioni, relazioni): 1) Il pulsante anteprima consente di visualizzare il contenuto dei campi della versione pubblicata (non fornisce dunque uno specchio fedele di come viene visualizzata la pagina sul sito: a questo scopo è invece deputato il tasto vista dell interfaccia di modifica). 2) Tra le informazioni fornite nei dettagli, possono risultare utili, oltre al nome dell utente che ha creato l oggetto e alla data di creazione, l ID (ovvero il numero identificativo) dell oggetto e il numero di versione avente stato pubblicata. ver. 2.3.1 (15/07/2009) Settore Web - CeSIT 5/40

3) Nel riquadro traduzioni, presente se il sito è multilingue, sono elencate tutte le lingue in cui è stata tradotta la versione pubblicata dell oggetto. Inoltre, cliccando su una lingua, le informazioni vengono visualizzate nella lingua selezionata, mentre cliccando sull apposita iconcina si accede all interfaccia di modifica della versione in lingua corrispondente. 4) Uno stesso oggetto può avere più collocazioni all interno della struttura: il riquadro collocazioni indica appunto la collocazione principale dell oggetto ed eventuali collocazioni secondarie; inoltre consente alcune operazioni. Anzitutto, tramite il pulsante Aggiungi collocazione è possibile collocare lo stesso oggetto in un altro punto della struttura (si parla di collocazione secondaria ), operazione possibile solo se nella nuova collocazione sia previsto un oggetto di quella classe. Inoltre si può in qualsiasi momento eliminare una collocazione (tranne quella da cui si stanno visualizzando le informazioni) e ridefinire la collocazione principale. L oggetto è sempre lo stesso (non cambia l ID), per cui modifiche effettuate sui contenuti in una qualunque delle collocazioni, si riflettono anche nelle altre. Occorre comunque tenere presente che una seconda collocazione non si porta dietro i sottoelementi presenti nella collocazione principale, né l aggiunta di nuovi sottoelementi in una collocazione si riflette sulle altre. In visualizzazione, tuttavia, è possibile fare in modo che l oggetto venga sempre visualizzato nella sua collocazione principale (per cui in questi casi ha senso inserire sottoelementi solo nella collocazione principale). Nei casi in cui gli oggetti appartengono a classi che non prevedono dei sottoelementi, è invece preferibile che ciascun oggetto venga visualizzato nella sua effettiva collocazione. Un metodo alternativo che consente di richiamare uno stesso oggetto contenitore (insieme al suo sotto-albero) in più punti della struttura, fa riferimento agli oggetti correlati (si veda il punto successivo). Un ultima funzionalità offerta in questo riquadro è la Visibilità, del tutto simile al comando nascondi/rivela esaminato al punto 1.2.1.1. Nascondendo una collocazione, in corrispondenza di quella posizione sul sito web non viene più visualizzato l oggetto e tutti i suoi sottoelementi. Nella struttura dei contenuti dell interfaccia di amministrazione gli oggetti nascosti rimangono ovviamente visibili (vengono evidenziati con un diverso colore di sfondo): cliccando su Rivela nel riquadro collocazioni dell oggetto, il ramo oscurato torna visibile sul sito web. 5) Dall interfaccia di modifica è possibile correlare un oggetto con altri, indipendentemente se già presenti oppure caricati appositamente sul sistema. Il riquadro relazioni mostra sia l elenco di tutti gli oggetti verso i quali si ha una correlazione, sia l elenco degli oggetti inversamente correlati (ossia di tutti quegli oggetti da cui è stata creata una correlazione con il nostro oggetto). Si rimanda al paragrafo 1.2.2.2. per chiarire cosa sono e come si applicano le correlazioni fra oggetti. 1.2.1.3. I sottoelementi di un oggetto Nel caso di oggetti contenitore, nella parte inferiore della colonna centrale compare l elenco dei sottoelementi ( children ) dell oggetto. Come detto precedentemente, i sottoelementi sono altri oggetti (della stessa classe o di classe diversa rispetto all oggetto padre) che vengono posizionati a livello immediatamente inferiore nella struttura dei contenuti. L utente può scegliere se visualizzare tale elenco sotto forma di una lista semplice (cliccando su Lista ), di una serie di icone (link Icona ) o di una lista più ricca di informazioni (link Dettagliata ). Le operazioni possibili sono le seguenti: 1) Eliminare uno o più sottoelementi. 2) Accedere alle pagine di presentazione del sottoelemento (cliccando sul nome) o di modifica (cliccando sull apposita iconcina ). 3) Nella sola visualizzazione dettagliata, copiare o spostare un sottoelemento cliccando sulle relative iconcine. Si noti che, mentre lo spostamento di un oggetto in un altra collocazione significa spostarne anche tutti i suoi sottoelementi, l operazione di ver. 2.3.1 (15/07/2009) Settore Web - CeSIT 6/40

copia crea un nuovo oggetto (inizialmente identico all originale), ma senza i relativi sottoelementi. 4) Creare un nuovo sottoelemento, scegliendone la classe e eventualmente la lingua dai due relativi menu a tendina (in generale un oggetto padre può avere solo sottoelementi di determinate classi, e solo queste saranno disponibili nel menu; quando un oggetto non può avere nuovi sottoelementi il menu è disabilitato). 5) Decidere il tipo di ordinamento da applicare. Tra i vari ordinamenti proposti segnaliamo quello per nome, ossia alfabetico (se ascendente ) o viceversa (se discendente ), quello per data di creazione ( pubblicato ) con i sottoelementi più vecchi in alto e i più recenti in basso (opzione ascendente) o viceversa (opzione discendente), e soprattutto quello per priorità, che lascia all utente il controllo puntuale dell ordinamento mediante l inserimento di numeri in corrispondenza di ogni sottoelemento. In questo caso, dopo aver inserito i numeri e aggiornato la priorità cliccando sull apposito tasto, con l opzione ascendente si avranno i sottoelementi ordinati dal numero più basso (sopra) al numero più alto (sotto), o viceversa con l opzione discendente. Si noti che l utente può modificare l ordinamento per priorità solo nelle visualizzazioni Lista e Dettagliata. 1.2.2. La creazione e/o modifica di un oggetto Il sistema consente di conservare un numero prefissato di versioni del contenuto di uno stesso oggetto. Per ogni versione vengono indicati il numero di versione, la data di creazione, la data di ultima modifica, l utente che ha creato la versione, lo stato, le traduzioni. Lo stato di una versione può essere: bozza (draft), pubblicata, archiviata. Quando si crea un oggetto, viene visualizzata una versione di bozza (di cui andranno compilati almeno i campi obbligatori del contenuto nella lingua scelta), dopodiché possiamo pubblicarla (cambiandone quindi lo stato) oppure salvarla come bozza (in quest ultimo caso può essere recuperata dalla sezione Il mio account dell interfaccia di amministrazione). Quando invece si modifica un oggetto, viene creata una nuova versione dei contenuti (avente stato di bozza), identica alla versione pubblicata. Le modifiche riguarderanno quindi la versione di bozza nella lingua scelta, mentre la versione pubblicata rimane inalterata. Una volta terminate le modifiche occorre cliccare sul pulsante Pubblica : in questo modo la versione che abbiamo modificato diventa la nuova versione pubblicata. Nel caso invece non si voglia applicare le modifiche va cliccato il tasto Annulla bozza, eliminando in questo modo la bozza creata. Si rimanda al paragrafo 1.2.2.5. Operazioni sulla bozza corrente per maggiori dettagli. ATTENZIONE. Raccomandiamo di servirsi sempre dei pulsanti previsti nell interfaccia di modifica del sistema per qualsiasi operazione si intenda fare. Chiudere la finestra del browser senza prima aver fatto il Logout o andare avanti e indietro con i pulsanti del browser provoca sovente conseguenze non volute e non facilmente prevedibili. 1.2.2.1. Gli attributi degli oggetti Gli oggetti, a seconda della classe di appartenenza, hanno una serie di attributi nei quali l utente può inserire il contenuto. La relativa visualizzazione on-line dipenderà dalle impostazioni di layout configurate sul singolo sito web per ogni classe di oggetti (si rimanda in proposito al paragrafo 1.3.1. Visualizzazione dei contenuti). A seconda delle impostazioni, alcuni attributi potrebbero essere non traducibili. Quando viene creata la traduzione di un oggetto, i campi non traducibili non sono evidentemente compilabili e appaiono contrassegnati dalla dicitura (non è traducibile) : il sistema utilizza per quei campi quanto immesso nella versione della lingua principale. Abbiamo visto, parlando dei sottoelementi (paragrafo 1.2.1.3.), che generalmente un oggetto viene creato come sottoelemento di un oggetto contenitore cliccando sul pulsante Crea qui, dopo aver selezionato la classe ed eventualmente la lingua. A questo punto il sistema registra una versione bozza e ci dà accesso alla relativa interfaccia di modifica, che presenta attributi diversi a seconda della classe dell oggetto. ver. 2.3.1 (15/07/2009) Settore Web - CeSIT 7/40

Una prima grossa differenza può essere effettuata tra oggetti contenitori e oggetti foglia. Oggetti contenitori. Un tipico oggetto contenitore (quale ad esempio una Cartella) presenta solitamente: Due attributi di tipo text-line (campi con una riga di testo non formattata) per il nome dell oggetto (name) e per una sua eventuale abbreviazione (short name). Due attributi di tipo xml-block (campi con righe multiple di testo formattato) per una descrizione breve (short description) e una più dettagliata (description) dell oggetto. I campi xml-block consentono all utente di inserire dei tag specifici per formattare il testo (si veda in proposito il capitolo 2.3.). L attributo image consente di associare un unica immagine (già presente sul sistema) all oggetto che si sta modificando: questa immagine sarà visualizzata a corredo della pagina, secondo modalità dipendenti dalla classe dell oggetto e dal layout concordato per il sito. Per associare l immagine basta cliccare sul pulsante Add object e, nella schermata successiva, navigare all interno della struttura fino a selezionare l immagine voluta (si consiglia di utilizzare la modalità di visualizzazione ad icone che mostra oltre al nome del file anche una miniatura dell immagine). Nel caso in cui l immagine che si vuole inserire a corredo non è presente sul sistema, occorre farne l upload (si veda il successivo paragrafo 1.2.2.2.). Una check-box (show children) consente infine se selezionata di rendere manifesto sul sito, ove previsto dalle visualizzazioni, la presenza dei sottoelementi nella pagina relativa all oggetto padre contenitore. Oggetti foglia. I più comuni oggetti foglia, che cioè non possono contenere dei sottoelementi, appartengono alle classi Image, Link e File. Le tre classi hanno i seguenti attributi: Un campo name (una riga di testo non formattato) in cui inserire il nome dell oggetto. Un campo description o per gli oggetti di classe Image caption; si tratta di un xml-block (righe multiple di testo formattato) che in visualizzazione potrebbe essere utilizzato, ad esempio nel caso di oggetti Image, per la didascalia dell immagine. L attributo location, specifico della classe Link, costituito da due campi, uno per l indirizzo Internet e uno per un testo alternativo (che in visualizzazione solitamente figura come testo cliccabile). L attributo image, specifico della classe Image, costituito da un campo di testo alternativo e da un campo in cui inserire, tramite il tasto Browse (Cerca), l indirizzo locale dell immagine da caricare sul sistema. Se è già stata caricata un immagine, caricandone un altra la prima immagine viene eliminata. L attributo file, specifico della classe File, costituito da un unico campo in cui inserire, tramite il tasto Browse (Cerca), l indirizzo locale del file da caricare sul sistema. Se è già stato caricato un file, caricandone un altro il primo file viene eliminato. Esiste un limite nelle dimensioni dei file che si possono caricare sul sistema; tale limite può essere peraltro diverso a seconda che si faccia l upload da un oggetto di classe File o di classe Image (si veda paragrafo 1.3.2). Risulta evidente che un file di tipo immagine può essere caricato sul sistema come oggetto sia di classe Image sia di classe File. Sarà però differente la visualizzazione sul sito: nel caso di oggetto file viene solitamente visualizzato un link al file stesso (che il visitatore del sito potrà decidere se aprire o salvare localmente); nel caso di oggetto image invece l immagine compare direttamente sul sito, opportunamente dimensionata secondo le modalità di visualizzazione previste. 1.2.2.2. Gli oggetti correlati Nell interfaccia di modifica, sotto il riquadro comprendente gli attributi dell oggetto, c è la sezione riguardante gli oggetti correlati, in cui è possibile associare l oggetto che si sta ver. 2.3.1 (15/07/2009) Settore Web - CeSIT 8/40

editando a un qualunque oggetto presente nella struttura o a file/immagini ancora da caricare sul sistema. Il riquadro degli oggetti correlati è presente in tutte le classi di oggetti, ma generalmente avendo presente le impostazioni di visualizzazione dei singoli siti la correlazione ha senso soprattutto negli oggetti di tipo contenitore. Gli oggetti correlati, a seconda della classe cui appartengono, vengono poi suddivisi dal sistema in Immagini correlate (oggetti di classe image), File correlati (oggetti di classe file) e Oggetti correlati (oggetti di qualunque altra classe). In generale la correlazione consente mediante l utilizzo di un particolare codice (si vedano i paragrafi 1.2.4.6 e 1.2.4.7) di far vedere, di solito tramite un link, l oggetto correlato (cartella, file, link o immagine che sia) dentro il contenuto dell oggetto correlante. In questa maniera riusciamo dunque a riferirci a uno stesso oggetto in più punti della struttura, senza dover ricorrere a collocazioni secondarie (punto 4 del paragrafo 1.2.1.2.). Il sistema tiene anche traccia della correlazione inversa, per cui laddove le impostazioni di visualizzazione lo prevedono sarebbe possibile far vedere anche l oggetto correlante dentro il contenuto dell oggetto correlato. Upload di immagini nella sezione Media Abbiamo visto nel precedente paragrafo 1.2.2.1 che possiamo caricare sul sistema un immagine nel momento in cui creiamo (o modifichiamo) un oggetto di classe Image, come sottoelemento di un oggetto contenitore. Queste stesse immagini possono essere riutilizzate tramite l attributo image come immagini a corredo di un qualsiasi oggetto contenitore. Potrebbe però capitare di voler inserire un immagine a corredo, che non si vuole far comparire nella struttura dei contenuti. In questo caso è necessario farne l upload, utilizzando il pulsante Upload nuovo degli oggetti correlati: il sistema inserirà fisicamente l immagine nella sezione Media, e sarà visualizzata a corredo mediante la correlazione. I passi da seguire sono i seguenti: 1) Cliccare sul pulsante Upload nuovo e inserire, tramite il tasto Browse (Cerca), l indirizzo locale del file da caricare sul sistema. Si tenga presente che in questo contesto l utente potrebbe essere abilitato a caricare solo file di tipo immagine, che il sistema colloca automaticamente nella cartella Images della sezione Media (quindi al di fuori della struttura dei contenuti). 2) Una volta eseguito l upload, il sistema ripresenta la schermata di modifica dell oggetto da cui siamo partiti; a questo punto possiamo aggiungere l immagine appena caricata (di cui conosciamo la collocazione) nell attributo image mediante il pulsante Add object. Per meglio identificare l immagine appena caricata nella sezione Media, si consiglia di utilizzare la visualizzazione per icone. Eseguita l operazione, l immagine correlata diventa a questo punto anche immagine a corredo. 3) Usciti dalla schermata di modifica (avendo pubblicato o registrato la bozza), si consiglia di aggiungere un testo alternativo per l immagine appena caricata. Per far questo, basta editare l oggetto immagine posizionato nella cartella Images della sezione Media compilando il campo Testo alternativo immagine (alt). Si noti che è possibile inserire nel campo caption una descrizione più dettagliata dell immagine (non sempre tale campo però è utilizzato in visualizzazione); è anche modificabile il campo name, che il sistema ha compilato automaticamente con il nome del file senza estensione. Se in un secondo momento si vuole inserire la stessa immagine all interno della struttura dei contenuti (per esempio all interno di una galleria di immagini), basterà spostarla dalla sezione Media alla nuova collocazione. Questa operazione non influisce sulla correlazione precedentemente effettuata. 1.2.2.3. Anteprima della bozza corrente Il pulsante VISTA nella colonna sinistra dell interfaccia di modifica, consente di visualizzare un anteprima della bozza che si sta editando; per tornare all interfaccia di modifica si utilizzi il pulsante Modifica, subito sotto il riquadro di anteprima. ver. 2.3.1 (15/07/2009) Settore Web - CeSIT 9/40

Si noti che cliccando sull iconcina posta sopra detto riquadro si ottiene una visualizzazione a tutto schermo in una nuova finestra del browser. 1.2.2.4. Amministrazione delle versioni Cliccando sul pulsante Amministra versioni visibile nella colonna sinistra dell interfaccia di modifica, si ha la possibilità di operare sulle versioni dell oggetto. Anzitutto, cliccando sul numero di versione o sulla traduzione, si ottiene una vista della relativa versione (per tornare indietro basta poi cliccare sul pulsante Amministra versioni della colonna sinistra). Poiché le modifiche sono possibili solo sulle versioni bozza create dallo stesso utente ne segue che per modificare una bozza di altri utenti oppure una versione archiviata o pubblicata, è necessario copiarne il contenuto (pulsante Copia ) in una nuova versione a cui il sistema darà automaticamente lo stato di bozza. Prima di fare questa operazione onde evitare di perdere inavvertitamente dei dati si consiglia di eliminare la bozza corrente (quella con numero di versione più elevato), creata dal sistema nel momento in cui siamo entrati nell interfaccia di modifica. Infatti occorre tenere presente che tutte le volte che si aggiunge una nuova versione a un oggetto che ha già raggiunto il numero massimo di versioni, viene automaticamente cancellata la versione più vecchia tra quelle aventi stato archiviata. Se perdipiù cerchiamo di copiare in una nuova bozza proprio la versione archiviata più vecchia, i dati vengono persi: il sistema infatti prima elimina la versione e poi cerca di copiare i dati ivi contenuti (che però in questo caso non sono più disponibili) in una nuova bozza. Attenzione: se l oggetto contiene il massimo numero di versioni consentite e nessuna di esse ha stato archiviata, il sistema impedisce la creazione di una nuova bozza: si riesce solo a modificare o eliminare una bozza esistente (operazioni peraltro possibili abbiamo visto solo per le bozze create dallo stesso utente). 1.2.2.5. Operazioni sulla bozza corrente Pubblica. Quando pubblichiamo una bozza, essa acquista lo stato pubblicata (ed è quindi on-line sul sito in tempo reale), mentre l eventuale versione pubblicata precedente diventa archiviata. Nei siti multilingua, quando si pubblica una bozza, la nuova versione presenta i contenuti aggiornati nella lingua che era stata scelta per la bozza, mentre i contenuti nelle altre lingue sono gli stessi della precedente versione pubblicata. Ciò consente di operare contemporaneamente su più bozze (ognuna relativa a una lingua diversa), senza che si presentino conflitti di modifica. Annulla bozza. Elimina definitivamente dal sistema la versione in bozza che si sta editando. Registra bozza. Consente di salvare le modifiche effettuate sulla versione bozza che si sta editando. Per uscire dall interfaccia di modifica bisogna comunque utilizzare il tasto Registra ed esci nella colonna sinistra (riquadro Bozza corrente ). Registra ed esci. Consente di salvare la versione che si sta editando come bozza e contemporaneamente si esce dall interfaccia di modifica. Si noti che tutte le volte che un oggetto contiene almeno una versione in stato di bozza, volendo editare lo stesso oggetto nella stessa lingua, il sistema segnala un possibile conflitto di modifica. In questi casi, onde evitare spiacevoli perdite di dati, conviene concordare con gli altri utenti che hanno creato o modificato le bozze esistenti come procedere. Le possibilità sono tre: 1) annullare l operazione di modifica; 2) editare una delle bozze esistenti (il sistema consente la modifica solo delle bozze create dallo stesso utente); 3) creare una nuova bozza (com è stato detto nel paragrafo precedente, nel caso sia stato raggiunto il massimo numero di versioni a disposizione per l oggetto, l operazione è consentita solo se c è almeno una versione archiviata). ver. 2.3.1 (15/07/2009) Settore Web - CeSIT 10/40

Anche a questo proposito si sottolinea l importanza, quando in fase di modifica si decide di annullare la bozza che si sta editando, di utilizzare l apposito tasto dell interfaccia di modifica. Se al contrario si chiude la finestra del browser o si fanno altre operazioni improprie, la bozza rimane comunque memorizzata nel sistema. 1.2.2.6. Il riquadro Traduci da Nella colonna di sinistra dell interfaccia di modifica è presente il riquadro Traduci da, che consente di visualizzare nella colonna centrale, in corrispondenza di ciascun campo digitabile dall utente, il testo formattato in una delle lingue a disposizione. Tale testo compare all interno di riquadri non modificabili. L utilità di questi riquadri è evidente quando bisogna modificare una traduzione già esistente basandosi su modifiche effettuate in altre lingue. Se comunque non si vuole utilizzare tale funzione, basta selezionare la voce Nessuna traduzione e cliccare sul pulsante Traduci : nella colonna centrale rimarranno così solo i campi digitabili dall utente. 1.2.3. Formattazione del testo tramite on-line editor È possibile formattare il testo esclusivamente nei campi di tipo xml-block (ad esempio, description ). A tale scopo esiste uno strumento apposito, l on-line editor, integrato nel sistema: attraverso una serie di pulsanti è possibile inserire facilmente elenchi puntati o numerati, tabelle, testi in grassetto o in corsivo, titoli di vario livello, ecc. Di seguito vengono fornite alcune indicazioni per eseguire particolari operazioni tramite on-line editor. Tralasciamo invece di descrivere le operazioni più intuitive, per le quali rimandiamo all help on-line (sezione usage ), disponibile al seguente indirizzo: http://ez.no/doc/extensions/online_editor/4_x/usage Un più sintetico help on-line è disponibile direttamente nell interfaccia di modifica, cliccando sul pulsante con il punto interrogativo. 1.2.3.1. Inserimento di oggetti Cliccando sull icona inserisci oggetto si apre la finestrella Scegli dagli oggetti correlati o carica un file locale. Nel caso bisogna uploadare un nuovo file cliccare su Carica nuovo (in automatico il sistema salva i file nella Media library : quelli di tipo immagine nella cartella Images, gli altri nella cartella Files ), altrimenti se si vuole correlare un oggetto già esistente cliccare su Aggiungi esistente. Successivamente selezionare l oggetto correlato che si vuole inserire nella pagina, modificare eventualmente le sue proprietà (per le immagini ad esempio è possibile scegliere una dimensione size e un allineamento) e cliccare su OK. L effetto in visualizzazione è il seguente: nel caso di oggetti diversi da immagini, viene visualizzato un link all oggetto con descrizione uguale al nome (o titolo) dell oggetto stesso; nel caso di immagini viene invece visualizzata l immagine stessa. Se si vuole salvare un immagine come oggetto di classe file (in modo che in visualizzazione si comporti allo stesso modo di un qualunque altro file), occorre creare direttamente l immagine come sottoelemento di classe file, per esempio nella cartella File della Media Library, e successivamente la si può correlare da un qualunque oggetto della Content Structure, utilizzando il pulsante Aggiungi esistente. 1.2.3.2. Inserimento di link Cliccare sull icona Inserisci collegamento per aprire la relativa finestrella. Nel campo Testo va inserita la parola o la frase che si intende linkare, mentre nel campo URL l indirizzo Internet completo della pagina o del file cui si vuole puntare. Nel caso di link a un altra pagina (o file) interna al sito è preferibile inserire l oggetto come descritto nel paragrafo precedente. L inserimento del link andrebbe utilizzato solo se si ha necessità di personalizzare la ver. 2.3.1 (15/07/2009) Settore Web - CeSIT 11/40

descrizione del link: in questo caso va selezionato ezobject nel campo Tipo e aggiunto il numero identificativo dell oggetto (object-id) nel campo URL. 1.2.3.3. Inserimento di anchor Per inserire un anchor basta posizionarsi nel punto desiderato e cliccare sull icona Inserisci ancora : nella finestrella susseguente occorre dare un valore al campo Name (per esempio prova ). Fatto ciò, è possibile, seguendo le indicazioni descritte nel paragrafo precedente, inserire un link all anchor: nella finestrella di Inserisci collegamento, basta selezionare http:// nel campo TIPO, mentre nel campo URL va scritto il simbolo # seguito dal valore inserito nel campo Name dell anchor (ossia, nel nostro esempio, #prova). 1.2.3.4. Inserimento di tabelle Per inserire una tabella basta posizionarsi nel punto desiderato e cliccare sull icona Inserisci tabella : nella finestrella susseguente indicare il numero di righe e di colonne e, nel caso si voglia visualizzare un titolo della tabella, specificarlo all interno del campo caption. Se inoltre si vuole impostare la stessa larghezza per le colonne della tabella, basta selezionare la classe due colonne oppure tre colonne, a seconda del numero di colonne (2 o 3) che deve avere la tabella. Successivamente è possibile dare valore di intestazione a una riga e/o a una colonna. Basta posizionarsi su ciascuna cella della riga (o colonna) di intestazione, cliccare con il pulsante destro del mouse e selezionare il comando Change to TH. Si noti tuttavia che, nel caso si utilizzi come browser Firefox, il valore di intestazione assegnato a una singola cella viene automaticamente applicato all intera riga. Non c è quindi possibilità con Firefox di creare una colonna di intestazione, a meno di disabilitare l on-line editor (in tal caso si rimanda alle indicazioni fornite nel paragrafo 1.2.4.8., dove viene descritto come creare tabelle senza l utilizzo dell on-line editor). 1.2.3.5. Inserimento di altri elementi personalizzati Tramite on-line editor è possibile inserire ulteriori marcatori, utili per formattare adeguatamente il testo: essi sono disponibili cliccando sull icona Inserisci tag personalizzati. Per inserire nel testo una linea di separazione orizzontale basta selezionare il tag personalizzato hr. Se invece si vuole inserire del testo come apice o come pedice, occorre selezionare rispettivamente sup o sub e inserire nel campo Testo la parola o la frase che si vuole inserire come apice o pedice. Nel caso del tag Acronym, utile per esplicitare il significato di un acronimo o di una abbreviazione, sono invece necessari ulteriori attributi. In particolare, oltre a scrivere l acronimo all interno del campo testo (per esempio WWW), va compilato il campo relativo all attributo title inserendo il significato dell acronimo ( World Wide Web nel nostro caso). Se, come nell esempio considerato, l acronimo è in una lingua diversa da quella del resto della pagina, è buona regola specificare anche il codice della lingua (attributo lang ). I codici di lingua più comuni sono: en (inglese), it (italiano), fr (francese), es (spagnolo), de (tedesco), pt (portoghese). Un elenco completo è al seguente indirizzo: http://www.w3.org/wai/er/ig/ert/iso639.htm#2letter Altri tag a disposizione sono span e div : si utilizzano quando occorre inserire del testo in una lingua diversa da quella del contesto: va selezionato il tag ( span se si tratta di singole parole, div per interi paragrafi), si inserisce nel campo Testo le parole in lingua differente e si aggiunge l attributo lang con valore pari al codice della lingua. Attenzione! Per modificare un elemento personalizzato, occorre posizionarsi con il cursore del mouse all interno del testo interessato e selezionare Properties dal menu a tendina attivabile tramite il pulsante destro del mouse. Per inserire un elemento personalizzato annidandolo in un altro occorre invece cliccare sull icona Inserisci tag personalizzati. ver. 2.3.1 (15/07/2009) Settore Web - CeSIT 12/40

1.2.4. Formattazione del testo senza on-line editor L utente che non vuole avvalersi dell on-line editor, lo può disabilitare, cliccando sul pulsante Disattiva editor. In questo caso, la formattazione del testo nei campi di tipo xml è comunque possibile mediante l inserimento di appositi tag, che vengono descritti di seguito. 1.2.4.1. Grassetto e corsivo Se si vuole evidenziare una o più parole in grassetto occorre inserire il tag di apertura <strong> davanti la prima parola da evidenziare e il tag di chiusura </strong> dopo l ultima parola da evidenziare. Se si vuole evidenziare una o più parole in corsivo occorre inserire il tag di apertura <em> (oppure <emphasize>) davanti la prima parola da evidenziare e il tag di chiusura </em> (oppure </emphasize>) dopo l ultima parola da evidenziare. Dipartimento di <strong>energetica</strong> del <em>politecnico</em> di Torino. Dipartimento di Energetica del Politecnico di Torino. 1.2.4.2. Titoletti Oltre al titolo principale della pagina, inseribile nell apposito campo, si possono definire dei titoli di livello inferiore interni alla pagina. In questo caso bisogna: 1) inserire il titolo fra il tag di apertura <header> e il tag di chiusura </header>, 2) definire mediante l attributo level - all interno del tag header di apertura il valore del livello da assegnare a ciascun titolo interno. Ovviamente il primo titoletto che si inserisce dovrà essere di primo livello (attributo level=1 ), mentre un successivo titolo di livello più basso dovrà avere level=2 e così via fino a un massimo di 4 livelli. Non si dovrebbero saltare livelli (un titolo di terzo livello non va inserito subito dopo un titolo di primo livello), mentre è evidente che a titoli di uguale livello bisogna assegnare lo stesso valore dell attributo level. Si noti che l attributo per il primo livello ( level=1 ) può anche essere omesso. <header level=1>titoletto di primo livello</header> <header level=2>titoletto di secondo livello</header> <header>altro titoletto di primo livello</header> <header level=2>altro titoletto di secondo livello</header> <header level=3>titoletto di terzo livello</header> 1.2.4.3. Elenchi puntati e numerati All inizio e alla fine di un elenco occorre inserire rispettivamente i tag <ul> e </ul> (per gli elenchi puntati) oppure <ol> e </ol> (per gli elenchi numerati). Inoltre ciascuna voce di un elenco deve essere inserita tra il tag di apertura <li> e il tag di chiusura </li>. <ul> <li>prima voce in elenco</li> <li>seconda voce in elenco</li> <li>ultima voce in elenco</li> </ul> <ol> <li>prima voce in elenco</li> <li>seconda voce in elenco</li> <li>ultima voce in elenco</li> </ol> Prima voce in elenco Seconda voce in elenco Ultima voce in elenco 1) Prima voce in elenco 2) Seconda voce in elenco 3) Ultima voce in elenco ver. 2.3.1 (15/07/2009) Settore Web - CeSIT 13/40

1.2.4.4. Inserimento di un link esterno Per inserire un link all interno del testo bisogna: 1) racchiudere fra i tag <link> e </link> la parola o la frase che si vuole linkare ; 2) specificare mediante l attributo href da inserire nel tag di apertura <link> l indirizzo completo (comprensivo del protocollo, ad esempio http:// ) della pagina cui si vuole puntare. Collegamento alla <link href="http://www.polito.it/">homepage</link> del Politecnico di Torino. 1.2.4.5. Link ad un anchor È possibile inserire dei link che puntino a determinate righe della stessa pagina. In questo caso, in corrispondenza della riga a cui si vuole puntare, basta inserire il tag <anchor /> con l attributo name (il cui valore, univoco per la pagina, è un nome scelto a piacere dall utente). Nell esempio che segue abbiamo scelto come valore del name la parola prova : <anchor name="prova" /> Fatto questo, basta inserire un link all anchor appena creato in qualsiasi punto della pagina, specificando come valore dell attributo href il nome dell anchor preceduto dal simbolo #. <link href="#prova">collegamento all anchor prova</link> 1.2.4.6. Inserimento di un immagine correlata Oltre all immagine a corredo (inseribile mediante l apposito campo Image e che viene visualizzata in un punto predefinito della pagina), si possono inserire altre immagini all interno del testo. Per far questo bisogna anzitutto correlare l immagine desiderata alla pagina che si sta modificando (mediante il tasto Upload nuovo o Aggiungi esistente, a seconda che l immagine sia da caricare ex-novo sul sistema oppure sia già presente). Una volta eseguita l operazione, l immagine comparirà tra gli oggetti correlati insieme a un codice xml del tipo: <embed href="ezobject://xxx" /> dove xxx è il numero identificativo dell oggetto (in questo caso un immagine). A questo punto basta trascrivere il tag embed nel punto all interno del testo in cui si vuole far comparire l immagine (si può sostituire il tag embed con il tag equivalente embed-inline). Per impostazione predefinita l immagine viene solitamente allineata sulla destra rispetto al testo. Se si vuole visualizzarla a sinistra basterà aggiungere l attributo align="left": <embed-inline align="left" href="ezobject://xxx" /> Il valore "center" dell attributo align consente infine di visualizzare l immagine al centro della pagina (in tal caso però il testo non si dispone ai lati dell immagine): <embed-inline align="center" href="ezobject://xxx" /> Volendo, possiamo linkare l immagine così inserita, utilizzando i tag <link> e </link> e l attributo href, similmente a quanto illustrato nel paragrafo 1.2.4.4. Nell esempio seguente l immagine avente numero identificativo 123 punta alla homepage del Politecnico: <link href="http://www.polito.it/"><embed-inline href="ezobject://123" /></link> 1.2.4.7. Inserimento di un oggetto correlato (non di tipo immagine) Oltre alle immagini, qualsiasi oggetto (file, cartella, link, ecc.) può essere correlato alla pagina che si sta modificando, mediante il tag <embed> o <embed-inline> (con il primo tag l oggetto viene solitamente visualizzato in un paragrafo a sé stante, mentre con il secondo tag viene accorpato nel testo). Nel punto del testo dove inseriamo il tag verrà visualizzato un link ver. 2.3.1 (15/07/2009) Settore Web - CeSIT 14/40

all oggetto avente per descrizione il Name dell oggetto stesso. Il codice xml è analogo a quello analizzato per le immagini correlate: <embed-inline href="ezobject://xxx" /> dove xxx è il numero identificativo dell oggetto. È anche possibile inserire un link utilizzando i tag <link> e </link>. L attributo href anche in questo caso ha un valore definito dall id dell oggetto: <link href="ezobject://123">link all oggetto avente id=123</link> Con questo secondo metodo possiamo scegliere a piacere la descrizione del link, non essendo più vincolati al campo name dell oggetto. 1.2.4.8. Inserimento di tabelle Una tabella va racchiusa fra i tag <table> e </table>. Per ogni riga della tabella vanno inseriti i tag <tr> (a inizio riga) e </tr> (a fine riga). All interno di ciascuna riga si inseriscono i tag <td> (inizio cella) e </td> (fine cella). Inoltre le celle che rappresentano le intestazioni di ciascuna riga e/o di ciascuna colonna dovranno avere i tag <th> e </th> in luogo dei tag <td> e </td>. Per visualizzare un titolo della tabella occorre utilizzare l attributo caption del tag <table>. <table caption="titolo tabella"> <tr> <th>intestazione 1</th> <td>cella riga1</td> </tr> <tr> <th>intestazione 2</th> <td>cella riga2</td> </tr> </table> Titolo tabella Intestazione 1 Intestazione 2 Cella riga1 Cella riga2 È inoltre possibile definire una classe all interno del tag table in modo che le colonne della tabella abbiano larghezza uguale indipendentemente dal contenuto. In particolare, si scriverà class= duecolonne oppure class= trecolonne, a seconda che la tabella abbia due o tre colonne. 1.2.4.9. Visualizzazione di codice Se si ha necessità di visualizzare i tag all interno del testo, basta racchiudere il codice fra i tag <literal> (di apertura) e </literal> (di chiusura). Il tag <literal><strong></literal>. Il tag <strong>. 1.2.4.10. Inserimento di termini in altre lingue Ai fini dell accessibilità, quando si utilizzano parole o frasi in una lingua diversa da quella del contesto, è necessario segnalarlo. A tal fine occorre usare il tag <custom> insieme agli attributi name= span e lang= codice_lingua. I codici di lingua più comuni sono: en (inglese), it (italiano), fr (francese), es (spagnolo), de (tedesco), pt (portoghese). Un elenco completo è al seguente indirizzo: http://www.w3.org/wai/er/ig/ert/iso639.htm#2letter Il sito <custom name="span" lang="en">web</custom> del dipartimento. ver. 2.3.1 (15/07/2009) Settore Web - CeSIT 15/40

Nel caso in cui occorre inserire un intero paragrafo (anziché singole parole) in una lingua diversa da quella del contesto va utlizzato div al posto di span come valore dell attributo name. <custom name="div" lang="en">intero paragrafo in inglese</custom> 1.2.4.11. Abbreviazioni o acronimi È possibile esplicitare le abbreviazioni o gli acronimi, utilizzando il tag <custom> insieme all attributo name="acronym"; l attributo title è poi necessario per esplicitarne il significato. In caso di lingua diversa da quella corrente va inserito anche l attributo lang. Le <custom name="acronym" title="web Content Accessibility Guidelines" lang="en">wcag</custom> sono le linee guida per l'accessibilità Il <custom name="acronym" title="dipartimento di Energetica">DENER</custom> è una struttura del Politecnico di Torino. 1.2.4.12. Apici e pedici Si utilizza il tag <custom> insieme all attributo name="sup" (apice) o name="sub" (pedice). A<custom name="sub">1</custom> A 1 X<custom name="sup">2</custom> X 2 1.2.4.13. Il separatore orizzontale Per inserire una linea di separazione orizzontale si utlizza il tag <custom> insieme all attributo name="hr", così come raffigurato: <custom name="hr"></custom> 1.3. Personalizzazione per i siti dei dipartimenti 1.3.1. Visualizzazione dei contenuti In generale si può parlare di una visualizzazione lunga, corrispondente alla pagina vera e propria dell oggetto, e a una visualizzazione breve, che compare nella pagina immediatamente superiore a quella dell oggetto in questione e che rimanda tramite link alla visualizzazione lunga. Unica eccezione sono gli oggetti di classe link e file, per i quali non è prevista una visualizzazione lunga (dalla visualizzazione breve si rimanda direttamente al link o al file relativo). Si tenga conto che alcuni oggetti particolari, ad esempio Organi ufficiali (classe Organi), prevedono oltre ai contenuti eventualmente inseriti dall utente anche la visualizzazione di informazioni che il sistema acquisisce dinamicamente: ovviamente dette informazioni sono al di fuori del controllo dell utente. Altri oggetti, come ad esempio le schede personali di ogni singolo nominativo afferente a una struttura, sono del tutto invisibili nell interfaccia di amministrazione del sistema (in questo caso infatti tutte le informazioni presenti sono generate dinamicamente). Attenzione: eventuali variazioni sui dati provenienti da applicazioni esterne, saranno effettivamente visibili sul Sistema di Gestione dei siti Web a partire dal giorno successivo. 1.3.1.1. La classe Cartella La classe più comune utilizzata per un generico oggetto contenitore è Cartella. Essa consta dei seguenti attributi: ver. 2.3.1 (15/07/2009) Settore Web - CeSIT 16/40

1) Name : una linea di testo (obbligatoria), il cui contenuto quando viene pubblicato l oggetto compare come titolo della pagina nella visualizzazione lunga (ossia la pagina del sito dedicata all oggetto in questione) e come link nella visualizzazione breve (in fondo alla pagina dell oggetto padre vengono elencati i titoli dei sottoelementi: ogni titolo rimanda tramite link alla pagina rispettiva). 2) Short name : linea di testo facoltativa, il cui contenuto compare sul sito esclusivamente nel menu di navigazione orizzontale. Quando tale campo viene lasciato vuoto, nel menu orizzontale viene sostituito dal Name. 3) Short description : area di testo dove è possibile inserire una breve descrizione che comparirà esclusivamente nella visualizzazione breve, al di sotto del relativo titolo. 4) Description : area di testo in cui inserire il contenuto completo relativo all oggetto, e sarà visualizzato nella descrizione lunga. In questo campo (e in quello della short description ) è possibile avvalersi delle funzionalità offerte dall on-line editor (capitolo 1.2.3.) oppure, se questo è disabilitato, del codice xml per la formattazione del testo (capitolo 1.2.4.). 5) Image : questo campo consente di associare un immagine, precedentemente caricata sul sistema, che viene visualizzata sul sito all interno della pagina relativa all oggetto (per classi di tipo Cartella essa verrà visualizzata in alto a destra e viene ridimensionata, mantenendo le proporzioni, in modo che non superi le dimensioni massime di 150 pixel in larghezza e 350 pixel in altezza). 6) Show children è una check-box, di default sempre selezionata, che consente di visualizzare nella pagina dell oggetto l elenco dei suoi sottoelementi. Deselezionando la check-box, tale elenco non sarà più visibile sul sito e di conseguenza il ramo relativo non sarà navigabile dai visitatori. 1.3.1.2. Le classi Folder e Folder-Root L oggetto alla radice della struttura dei contenuti (corrispondente all homepage del sito) ha classe Folder: su di esso i campi modificabili sono il Name (per il titolo della pagina), il campo Image (che consente di inserire o sostituire l immagine della homepage, le cui dimensioni previste sono 784 pixel in larghezza e massimo 400 pixel in altezza), il campo Limite news, dove è possibile definire il numero massimo di news che dovranno comparire in homepage (inserendo 0 non viene visualizzata nessuna news, inserendo il numero negativo -1 vengono tutte). Modificare gli altri campi, sebbene sia possibile, non produce nessun effetto in visualizzazione. La maggior parte degli oggetti di primo livello (sottoelementi dell oggetto radice) hanno classe Folder-Root. Questa classe presenta la check-box Show in menu, che se selezionata fa comparire il link alla pagina dell oggetto nel menu di navigazione verticale visibile nella colonna sinistra del sito. Un altra particolarità riguarda la visualizzazione dell immagine inserita con l attributo image: essa comparirà nella parte inferiore del corpo della pagina e viene eventualmente ridimensionata, mantenendo le proporzioni, in modo che rispetti le dimensioni massime di 790 pixel in larghezza e 240 pixel in altezza. Si noti che l oggetto radice e i sottoelementi di primo livello sono già predisposti e non possono essere creati, né spostati, né eliminati dagli utenti. 1.3.1.3. Le classi di tipo Pauper Gli oggetti appartenenti a classi aventi nel nome la sigla Pauper consentono l associazione a dei gruppi di persone, precedentemente inseriti tramite il servizio Personale CDS/ Gestione liste e gruppi su MyPoli (si veda il capitolo 2.). È importante notare che il sistema di gestione dei siti web utilizza soltanto alcune delle tipologie previste dal servizio suddetto (le corrispondenze sono evidenziate nella tabella sottostante). Altre tipologie presenti ( gruppo, ufficio, ecc.) non vengono utilizzate per la gestione del sito web. ver. 2.3.1 (15/07/2009) Settore Web - CeSIT 17/40

L attributo che consente di effettuare l associazione è Struttura decentrata (obbligatorio solo per le classi Pauper-Giunta, Pauper-Consiglio e Pauper-Commissione ). Si tratta di un menu a tendina in cui sono elencati tutti i gruppi creati per quella determinata classe, tramite il servizio sopra citato, e che non sono stati ancora assegnati a nessun oggetto. Fatta l associazione, in visualizzazione comparirà nella relativa pagina l elenco dei componenti di quel gruppo di persone. Una volta fatta l associazione, il gruppo non è più disponibile per altri oggetti, mentre in visualizzazione (più esattamente nella visualizzazione lunga) comparirà l elenco dei nominativi, con accanto un eventuale etichetta di ruolo, inserita anch essa tramite il servizio Personale CDS/ Gestione liste e gruppi. Alcune etichette particolari definite per ciascun tipo di struttura e personalizzabili su richiesta vengono riconosciute dal sistema CMS, che le utilizza in visualizzazione per ordinare opportunamente gli elenchi, oltre che per inserire automaticamente nella versione inglese del sito la traduzione corrispondente (si veda la tabella sottostante). TIPO STRUTTURA (servizio Gest. Liste e gruppi) CLASSE DELL OGGETTO (sistema CMS) ETICHETTE RICONOSCIUTE Giunta di Dipartimento Pauper-Giunta Direttore Vice-Direttore Segretario Amministrativo Consiglio di Dipartimento Pauper-Consiglio Direttore Vice-Direttore Segretario Amministrativo Commissione Pauper-Commissione Coordinatore Ambito di ricerca Pauper-Ambito Responsabile Gruppo di Ricerca Pauper-Gruppo Responsabile Settore Pauper-Settore Responsabile Progetto di ricerca Pauper-Progetto Responsabile Centro di ricerca Pauper-Centro Responsabile Laboratorio Pauper-Laboratorio Responsabile Nel caso in cui le etichette inserite non sono fra quelle riconosciute, la versione inglese del sito visualizzerà l etichetta inserita nell apposito campo Ruolo (inglese) del servizio Personale CDS/ Gestione liste e gruppi oppure se non compilato verrà visualizzata la stessa etichetta inserita per la versione italiana. Le etichette di ruolo non vanno confuse con le qualifiche ufficiali (professore ordinario, tecnico amministrativo, dottorando, ecc.) che vengono visualizzate in automatico accanto al nominativo. Le modalità di visualizzazione dell elenco dei nominativi (e delle eventuali etichette) variano da caso a caso: ad esempio, potrebbe comparire all interno di un apposita tabella oppure come semplice elenco puntato. Per quanto riguarda l ordinamento, fermo restando la priorità data ai nominativi con etichette di ruolo riconosciute, viene fatto generalmente sulla base della qualifica (a parità di qualifica l ordine è alfabetico). È comunque possibile impostare un ordine strettamente alfabetico, indipendentemente dalla qualifica. Tutti gli oggetti appartenenti a queste classi sono inseribili esclusivamente in punti prestabiliti della struttura: così ad esempio le classi Pauper-Giunta, Pauper-Consiglio, Pauper- Commissione si ritrovano solo nei sottoelementi dell oggetto Organi Ufficiali, Pauper- Laboratorio è la classe di un oggetto inseribile esclusivamente come sottoelemento di Strutture interne, e così via. Oltre a tutti gli attributi della classe Cartella, che seguono le stesse regole di visualizzazione analizzate in 1.3.1.1., le classi di tipo Pauper ne presentano diversi altri, che solitamente in ver. 2.3.1 (15/07/2009) Settore Web - CeSIT 18/40

visualizzazione vengono inquadrati all interno di una tabella avente nella colonna sinistra le intestazioni di ciascun attributo e in quella destra i contenuti a cura dell utente. I campi facoltativi che l utente non compila, non appaiono in visualizzazione. Notiamo inoltre che la maggior parte dei campi specifici adoperati per queste classi sono xml-block, per cui sono disponibili le funzionalità offerte dall on-line editor (capitolo 1.2.3.) o, se questo è disabilitato, ci si può servire del codice xml (analizzato in 1.2.4.), ad esempio per inserire dei link, ecc. Analizziamo di seguito le classi di tipo Pauper che hanno delle particolarità specifiche o i cui attributi presentano caratteristiche non standard in visualizzazione. La classe Pauper-Progetto L attributo Ambito, obbligatorio, consente una prima classificazione del progetto (possibilità di scelta fra Internazionale, Nazionale e di Ateneo): la selezione effettuata dall utente compare poi in visualizzazione in corrispondenza della voce Ambito. Altri due attributi, Tipo progetto e Tipologia consentono una classificazione più dettagliata: il primo attraverso una scelta da un elenco di sigle concordate con i dipartimenti, il secondo tramite l inserimento di testo libero da parte dell utente. L attributo compilato viene visualizzato in corrispondenza della voce Tipologia ; se vengono compilati entrambi verranno visualizzati uno di seguito all altro. Gli attributi obbligatori Inizio validità e Fine validità consentono di definire lo Stato del progetto. A seconda infatti delle date inserite, in visualizzazione compare il valore Concluso (insieme alla data di fine validità), In corso (insieme alla data di inizio validità), In stato di approvazione (quest ultimo è il caso di progetti la cui data di inizio validità è posta nel futuro). Esiste anche un campo Durata, che però non viene calcolata automaticamente sulla base dei valori di inizio e fine validità: l utente può qui inserire un valore numerico indicante il numero di mesi del progetto. Si tenga conto che sia l ambito e la tipologia, sia le date di inizio e fine validità sono utilizzati in visualizzazione per raggruppare e ordinare cronologicamente i progetti in tutte le pagine per cui ne è previsto un elenco. È inoltre disponibile il campo Coordinatore, un blocco di righe multiple in cui l utente può inserire del testo formattato (xml-block), per specificare la persona e/o l ente che coordina il progetto. Se coordinatore del progetto è il Politecnico di Torino, sarà cura dell utente selezionare la check-box Capofila. Associando al progetto un gruppo di persone, tramite il campo Struttura decentrata, in visualizzazione l elenco dei nominativi compare alla voce Partecipanti. Per la voce Coordinatore, valgono in visualizzazione le seguenti regole: Se è stato compilato il campo Coordinatore, il contenuto verrà visualizzato in corrispondenza della voce Coordinamento (o Management ). Se invece il campo Coordinatore non è stato compilato, si hanno comportamenti diversi, secondo se la check-box Capofila è stata o meno selezionata: a) se la check-box Capofila non è stata selezionata, allora in visualizzazione la voce Coordinamento non compare; b) se la check-box Capofila è stata selezionata (caso in cui il Politecnico sia capofila), in corrispondenza della voce Coordinamento verrà visualizzata la dicitura Politecnico di Torino. Inoltre, se al progetto è stato associato un gruppo di persone, allora i nominativi aventi etichetta Responsabile figureranno, oltre che nell elenco dei Partecipanti, anche in corrispondenza di questa voce, subito sotto la dicitura Politecnico di Torino. La classe Pauper-Laboratorio Gli oggetti di classe Pauper-Laboratorio possono avere sottoelementi di classe Attrezzatura. Essi non vengono elencati in fondo alla pagina come avviene per tutti gli altri sottoelementi ma all interno della tabella del laboratorio, in corrispondenza di una voce Attrezzature. Nella stessa cella compare inoltre il contenuto se presente del campo relativo all attributo Attrezzature, che è uno degli attributi della classe Pauper- Laboratorio. ver. 2.3.1 (15/07/2009) Settore Web - CeSIT 19/40

Tutti i nominativi (e le eventuali rispettive etichette) del gruppo, associato al laboratorio tramite l attributo Struttura decentrata, vengono visualizzati nella tabella, in corrispondenza della voce Personale. 1.3.1.4. La classe Link Gli oggetti di classe link prevedono la sola visualizzazione breve, dalla quale si punta direttamente alla pagina web relativa. Abbiamo già descritto nel capitolo 1.2.2.1. gli attributi degli oggetti foglia (link, file e image). Nel caso dei link, il contenuto del campo Testo (obbligatorio) comparirà in visualizzazione come link che punta all indirizzo inserito nel campo URL, mentre il campo Description, da compilare nel caso si voglia dare una breve descrizione del collegamento, comparirà subito sotto. Il campo Name, sebbene obbligatorio, identifica l oggetto esclusivamente nell interfaccia di amministrazione, e non compare mai in visualizzazione. Il sottoelemento link figurerà in fondo alla pagina relativa all oggetto padre, insieme agli altri sottoelementi. Tuttavia abbiamo visto che è anche possibile inserire un link direttamente all interno del contenuto di un oggetto (paragrafi 1.2.3.2 e 1.2.4.4.), oppure nel caso l oggetto recante lo stesso link sia già stato creato tramite una correlazione (paragrafi 1.2.3.1 e 1.2.4.7.). 1.3.1.5. La classe File Gli oggetti di classe file prevedono la sola visualizzazione breve, dalla quale si punta direttamente al file relativo, che il visitatore potrà scaricare in locale. I campi obbligatori sono name (nome dell oggetto file) e file (in cui inserire l indirizzo locale del file per l upload sul sistema), mentre il campo description è facoltativo. Nella visualizzazione breve, oltre al nome (linkabile) del file, che il sistema ricava dal campo name, viene aggiunta un iconcina specifica del formato (pdf, xls, ecc.) e la relativa dimensione; infine l eventuale contenuto del campo description viene visualizzato subito sotto il link del file. Si noti che esiste una dimensione massima consentita per l upload di file. 1.3.1.6. La classe Image Un immagine può essere caricata sia come sottoelemento di classe file, sia come sottoelemento di classe image. Nel primo caso, essa segue le regole di visualizzazione descritte nel punto precedente. Nel secondo caso l immagine compare direttamente sulle pagine del sito e generalmente sono previste due tipi di visualizzazione, una breve e una lunga. Il sistema produce per ogni visualizzazione una immagine, che a seconda delle impostazioni previste potrebbe essere stata ridimensionata rispetto all originale, avendone comunque preservato le proporzioni. Si noti che quando si carica un immagine direttamente dal riquadro Relazioni il sistema automaticamente forza la classe image. Per cui, nei casi in cui si voglia che venga inserita come classe file, non possiamo farne l upload direttamente dal riquadro Relazioni, ma siamo obbligati a creare direttamente l oggetto di classe file (per esempio come sottoelemento della cartella File della Media Library) e successivamente procedere con la correlazione. Esiste una dimensione massima consentita oltre la quale l upload di immagini di classe image non può essere effettuata. La visualizzazione breve consta del nome dell immagine (campo name obbligatorio), che punta alla visualizzazione lunga, e da una miniatura dell immagine stessa (le cui dimensioni massime potranno raggiungere in larghezza 100 pixel e in altezza 160 pixel). La visualizzazione lunga presenta, dall alto verso il basso, il titolo (campo name), un sistema di navigazione fra tutte le immagini figlie dello stesso oggetto contenitore, l immagine stessa (opportunamente scalata nel caso in cui le dimensioni originali superano i 360 pixel in larghezza o i 440 pixel in altezza), e infine una descrizione dettagliata dell immagine (campo description). ver. 2.3.1 (15/07/2009) Settore Web - CeSIT 20/40