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le medicine integrate Spedizione in abbonamento postale Allegato B Tipo B (Tassa riscossa) Autorizzazione n. 998 del 15.04.09 della Direzione Generale PP.TT. della Repubblica di S. Marino Rivista di medicina omeopatia fitoterapia omotossicologia floriterapia naturopatia psicosomatica Malpighia punicifolia L. Rivista quadrimestrale di informazione. Anno IX - n 2 - Aprile 2013-1.50

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le medicine integrate Direttore responsabile Diletta Vaselli Capo Redazione Maurizio Petix Redazione Comitato scientifico PromoPharma Responsabile Elisa Gessaroli Grafica Studio Valenti 06014 - S.Maria di Sette Montone (PG) Editore Avalon di Gloriano Amici Redazione Avalon Strada Nona Gualdaria, 68 47895 Domagnano Repubblica di San Marino Tel. 0549 907025 Fax 0549 900104 e-mail avalon@omniway.sm Autorizzazione: Segreteria di Stato per gli Affari Interni Prot. n. 569/75/2009 del 27 marzo 2009. Copia registrata presso il Tribunale della Repubblica di San Marino. Gli inserzionisti sono gli unici responsabili dei contenuti negli spazi pubblicitari. La riproduzione intera o parziale di articoli o immagini deve essere autorizzata dall editore. PromoPharma Via Biagio di Santolino, 156 47892 Acquaviva (RSM) tel 0549 911030 fax 0549 956700 AVVISO IMPORTANTE sommario Editoriale 05 Sarcopenia: un corretto apporto alimentare può aiutare 07 a prevenirla e combatterla Dott. ssa Barbara Ostan, Dott.ssa Giovanna Perrone La terapia marina come tecnica di nutrizione 12 cellulare utilizzata in diverse patologie Dr. Juan Alberola Necessità di un corretto equilibrio idroelettrolitico nell anziano 15 Dott. Roberto Lacava, Dott. Pietro Gareri, Dott. Alberto Castagna, Dott. Antonino Maria Cotroneo Il fumo? Più che un abitudine, una tossicodipendenza! 18 Dr. Salvatore Corrado Mustard (Senape selvatica) 21 Maurizio Di Leo I funghi orientali medicinali 23 Dott. Luca Avoledo Il regime alimentare oloproteico come prevenzione 26 ed educazione alla salute Dr. Alessandro Maria Vinci Novità, Recensioni WEB, Eventi 29 Notiziario corsi 30 È in corso il riordino del database degli indirizzi per la spedizione della rivista: tutti coloro che desiderano comunicare delle variazioni all indirizzo di spedizione o vogliono disdire il servizio possono inviare una e-mail a Eventi@promopharma.it indicando nome, cognome ed indirizzo. Grazie.

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editoriale Astenia primaverile? No, grazie. Ma come? Tutti i nostri buoni propositi di inizio anno sembrano già spariti? Ci eravamo lasciati con le parole propositive di Lucio Dalla, che parlavano del nuovo anno, del come ci preparavamo per affrontarlo al meglio ed invece i versi più adatti per descrivere questo nostro periodo sembrano quelli tratti da un vecchio brano dei Pooh: pronto buongiorno è la sveglia ma di muoversi manca la voglia... DRIIIIIIN!!! Forza, è ora di svegliarsi, la primavera è ormai inoltrata e, nonostante il maltempo sembri non accenni a cessare, è il momento di prepararsi all estate. È primavera, la stagione della rinascita, del sole, dell attività all aria aperta. L arrivo della bella stagione coincide infatti con il rifiorire della natura, la maturazione della frutta più prelibata, il risplendere del cielo, il progressivo allungamento delle giornate. Un momento positivo che sostiene l animo e predispone all azione. Eppure, può sembrare paradossale, ma proprio nella stagione in cui si celebra il risveglio della natura, molti di noi iniziano a sentirsi sopraffatti dalla stanchezza. E non ci riferiamo soltanto al proverbio aprile, dolce dormire, anzi non di rado il nostro sonno è disturbato e sentiamo un diffuso senso di apatia, spossatezza, difficoltà di concentrazione. Clinicamente, tale condizione si definisce con il termine di astenia (dal greco a-sténos ovvero privo di forza ). Ma tranquilli, l astenia, questa forma di stanchezza tipica prevalentemente della primavera, è tuttavia un fenomeno normalissimo che colpisce quasi tutti. La primavera è un periodo difficile poiché spesso il nostro organismo è reduce dai vari attacchi virali subiti in inverno, dalla classica influenza alle sindromi parainfluenzali, per non parlare delle micidiali gastroenteriti sempre in agguato. Visto che il periodo delle ferie è ancora lontano e, di solito, il lavoro non è un hobby ma una necessità, bisogna correre ai ripari, aiutandoci, ed il nostro consiglio non poteva essere diverso, con rimedi naturali, una giusta alimentazione ed alcune terapie complementari. Combattere la stanchezza primaverile in modo naturale ed appropriato, aiuterà il nostro corpo a rifiorire in tutto il suo benessere. Proviamo ad entrare un po più nel dettaglio: molti avvertono un calo di energie sia fisiche che mentali ed è for- te la tendenza a voler dormire continuamente. I capelli si indeboliscono e cadono più facilmente, mentre i reni sono sovraccaricati e lavorano di più. Tutto ciò sfianca il sistema nervoso e il benessere psicofisico sembra venir meno. In realtà, come da sempre suggeriscono gli esperti di medicina tradizionale cinese, questo nervosismo è paradossalmente frutto di un eccessivo livello di energia, che colpisce l organismo e che raggiunge proprio in primavera il suo picco. Fondamentale e assolutamente necessario risulta quindi innescare un adeguato processo di disintossicazione e drenaggio che faccia sì che gli organi più sollecitati vengano messi in condizioni ottimali. Ecco perchè si rende indispensabile depurare i reni che, filtrando i liquidi del nostro corpo, eliminano le scorie attraverso l urina. Inoltre, dovremmo depurare il sistema linfatico e sanguigno, specialmente per controllare i livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue. Per quanto appena detto, non è difficile intuire che il fattore che più di tutti può influire sulla risoluzione di questo stato è l alimentazione, e come potrebbe essere altrimenti, con l eventuale aiuto di integratori: utilissimi per raggiungere il giusto apporto di quei micronutrienti, vitamine e sali minerali, che aiutano l organismo ad adattarsi ai sottili cambiamenti metabolici. In ultimo, non dimentichiamo i benefici dati dall esercizio fisico che oltre ad assicurare il miglioramento del sistema energetico della muscolatura è un toccasana anche per lo stress (grazie alla produzione delle endorfine) e per il cervello (stimolando la circolazione sanguigna, rende più attenti e lucidi in tutto ciò che si fa). Insomma i Romani avevano proprio ragione mens sana in corpore sano! 5

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Sarcopenia: un corretto apporto alimentare può aiutare a prevenirla e combatterla Dott. ssa Barbara Ostan (*) - Dott.ssa Giovanna Perrone (**) (*)Medico chirurgo, Esperto e consulente in Medicina ad Indirizzo estetico, Esperto in Omeopatia, Omotossicologia e Discipline Integrate (**)Medico chirurgo, Specialista in Scienza dell alimentazione, Esperto in Medicina naturale, Esperto in Omeopatia, Omotossicologia e Medicine Integrate Abstract: La sarcopenia è una condizione associata all invecchiamento e/o a patologie croniche soprattutto nei soggetti anziani in cui si verifica una progressiva riduzione del numero e della dimensione delle fibre muscolari. Quando è particolarmente accentuata è la principale causa di invalidità e debolezza nell anziano, con compromissione della qualità della vita. Nei casi di sarcopenia si può intervenire con attività fisica (aumento della massa muscolare, della potenza e della forza muscolare) e con un corretto apporto nutrizionale (apporto proteico corrispondente a 1,2-1,5 g/kg/die, oltre all assunzione di amminoacidi essenziali). Abstract: The sarcopenia is a condition associated with aging and/or chronic diseases, especially in elderly subjects in which occurs a progressive reduction in the number and size of muscle fibers. When is particularly pronounced is the leading cause of disability and weakness in the elderly with impaired quality of life. In cases of sarcopenia is possible to act with physical activity (increase in muscle mass, power and muscular strength) and with a proper nutritional intake (protein corresponding 1,2-1,5 g/kg/day, and the additional intake of essential amino acids). Parole chiave: sarcopenia, massa magra, invecchiamento, forza muscolare Keywords: sarcopenia, lean body mass, aging, muscle strength Il termine sarcopenia, deriva dal greco sarx (carne) e penia (perdita) e fu coniato da Irwin Rosenberg nel 1988. Essa colpisce 1 anziano su 5 sotto i 70 anni di età ed 1 su 3 oltre gli 80 anni di età. È la condizione di riduzione progressiva del numero e della dimensione delle fibre muscolari associata all invecchiamento e/o a patologie croniche. La definizione della EWGSOP (European Working Group on Sarcopenia in Order People) riporta: la sarcopenia è una condizione caratterizzata da una perdita progressiva e generalizzata di massa muscolare e di forza muscolare accompagnata da un aumentato rischio di esiti sfavorevoli come disabilità fisica e ridotta qualità di vita. Dato che in tale situazione vi è una perdita della massa magra, dobbiamo definire cosa si intende per massa magra : è l insieme di tutti i componenti dell organismo (circa il 75% del peso corporeo) tranne il tessuto adiposo ovvero organi, ossa e muscoli; questi ultimi sono la componente principale della massa magra. Il primo campanello d allarme è rappresentato dalla difficoltà nel compiere un azione abituale, come salire e scendere le scale, caricare i bagagli in macchina, portare i sacchetti della spesa o le confezioni di acqua minerale. Quando queste azioni di tutti i giorni divengono sempre più difficili da effettuare, è possibile che il nostro organismo sia affetto da sarcopenia. Ci sentiamo più deboli e non più in grado di portare a termine ciò che, fino a pochi mesi prima, facevamo senza alcun problema. Questa malattia può, indirettamente, creare problemi psicologici: il non riuscire più a svolgere azioni del tutto abituali causa spesso depressione, soprattutto in quelle persone che non accettano l avanzare dell età e l inevitabile deterioramento delle condizioni fisiche. Bisogna aggiungere che con l età declina in modo continuo ed irreversibile il numero e la funzione dei motoneuroni del midollo spinale. I motoneuroni sono responsabili dell invio di segnali dal cervello ai muscoli per poter iniziare il movimento. La perdita di fibre muscolari inizia con la perdita di neuroni motori. I motoneuroni muoiono con l avanzare dell età, con conseguente denervazione delle fibre muscolari all interno del blocco motore; questo provoca denervazione delle fibre muscolari, atrofia ed infine morte, portando ad una diminuzione della massa muscolare. Quando un motoneurone muore può essere sostituito da uno adiacente, di solito a contrazione lenta; esso può reinnervare le fibre muscolari e prevenire l atrofia. Questo processo è chiamato unità di rimodellamento motore. Rispetto ai precedenti motoneuroni essi sono più lenti, più piccoli e producono una forza muscolare inferiore, ovvero l unità di rimodellamento del motoneurone conduce ad unità motorie meno efficienti. Il rinnovato gruppo di motoneuroni avrà un controllo meno preciso dei movimenti, con minor produzione di forza e rallentamento della meccanica muscolare. Questo può aiutare a spiegare la perdita di equilibrio e di velocità del movimento che si evidenzia con l avanzare dell età. Inoltre, la quantità di denervazione delle fibre muscolari può superare quelle di reinnervazione, che spiega l atrofia delle fibre muscolari negli anziani. Un altro fattore che influenza la sarcopenia è il tasso di sintesi delle proteine muscolari. La qualità e la quantità di proteina nel corpo sono mantenute costanti da un processo continuo di riparazione, che comporta sia la disgregazione proteica che la sintesi; l equilibrio di sintesi proteica e ripartizione deter- 7

mina il contenuto proteico del corpo. Con l avanzare dell età si hanno cambiamenti nel turnover proteico, soprattutto una diminuzione del tasso di sintesi piuttosto che un aumento del tasso catabolico, che conduce alla perdita di massa muscolare. In realtà, quindi, la perdita fisiologica della massa magra (muscolare) inizia a 20 anni, ma diventa molto rapida solo dopo i 50 anni; tra i 70-79 anni, negli anziani, in entrambi i sessi, si ha una riduzione della massa magra dell 1% all anno. La sarcopenia è ovviamente una condizione associata all invecchiamento e/o a patologie croniche soprattutto dei soggetti anziani, in cui si verifica una progressiva riduzione del numero e della dimensione delle fibre muscolari. Altre cause di sarcopenia sono: patologie croniche, neoplasie, traumi, anoressia (per aumento della proteolisi), diete eccessivamente ipocaloriche, invecchiamento, allettamento o inattività fisica (per riduzione della sintesi proteica). Invecchiamento e riduzione ormoni sessuali Anoressia, cachessia Sarcopenia Nutrizione inadeguata, diete ipocaloriche, malassorbimento Sarcopenia Inattività, immobilità, sedentarietà, assenza di gravità Sarcopenia Variazioni ormonali (corticosteroidi, GH, IGF-1, Tiroide) Malattie neurodegenerative, perdita di motoneuroni Sarcopenia Sarcopenia Sarcopenia Come si può notare i fattori che concorrono a tale processo sono diversi: il grado di attività fisica, le modificazioni ormonali, in particolare la diminuzione del testosterone nei maschi e degli estrogeni nelle donne, la malnutrizione e diverse malattie croniche. L invecchiamento è associato a diversi cambiamenti nei livelli ormonali, compresa una diminuzione delle concentrazioni di ormone della crescita (GH), testosterone e insulin-like growth factor (IGF-1). Una diminuzione delle concentrazioni di questi ormoni può essere collegata allo sviluppo della sarcopenia. GH e IGF-1 giocano un ruolo dominante nella regolazione del metabolismo delle proteine: GH e Testosterone sono necessari per il mantenimento delle proteine e i livelli di IGF- 1 sono correlati positivamente con i tassi di sintesi proteica muscolare, in particolare proteina miofibrillare (filamenti di actina e miosina). Una riduzione di questi ormoni è legata ad una diminuzione della massa muscolare e ad un aumento del grasso corporeo. Nelle donne l abbassamento della concentrazione estrogenica dovuto alla menopausa è un fattore che aumenta la perdita di massa muscolare di circa 3 kg ed aumenta la massa grassa di circa 2,5 kg che può essere molto limitata o addirittura eliminata dalla terapia ormonale sostitutiva. Gli uomini tendono a perdere maggior massa muscolare rispetto alle donne. Queste ultime sono a loro volta maggiormente soggette a quella che invece si definisce obesità sarcopenica, dove il grasso in eccesso maschera masse muscolari ridotte. La sarcopenia va distinta dalla cachessia, che è caratterizzata da perdita sia di massa grassa che di massa muscolare ed ha come principale causa uno stato di infiammazione cronica od un tumore, e dalla perdita di peso conseguente a malnutrizione calorico-proteica. Sulla base delle definizioni elencate possiamo classificare la sarcopenia in: pre-sarcopenia (perdita della massa muscolare senza variazione della forza fisica e della performance), sarcopenia (perdita della massa muscolare e della forza muscolare o della performance) e sarcopenia severa (perdita della massa muscolare, della forza muscolare e della performance). Le conseguenze sono: diminuzione della forza, potenza e resistenza muscolare e di conseguenza dell equilibrio; diminuzione della massa ossea e di acqua dell organismo con aumentato rischio di cadute e quindi di fratture; diminuzione del metabolismo basale e conseguente alterazione della termoregolazione. Va ricordato che mantenere o aumentare la massa muscolare non è sufficiente a prevenire il declino della forza muscolare associata all invecchiamento, però la sarcopenia è significativamente inferiore nei soggetti che svolgono un attività fisica regolare. Uno studio italiano pubblicato su Gerolontology ha evidenziato che la prevalenza di sviluppare sarcopenia tra i pazienti istituzionalizzati con età superiore ai 70 anni è elevata e corrisponde al 68% negli uomini e al 21% nelle donne. È bene evidenziare che i fattori di rischio per la sarcopenia nell anziano comprendono sia fattori costituzionali che lo stile di vita, ma in particolare l alimentazione, la vita sedentaria, le patologie croniche e la condizione di vita. La sarcopenia, quando è particolarmente accentuata, è la principale causa di invalidità e debolezza nell anziano con compromissione della qualità della vita, infatti, come accennavamo all inizio, comporta equilibrio instabile, incapacità di salire o scendere le scale o portare a casa la spesa; aumenta il rischio di cadute e la loro gravità, si aggrava l osteoporosi per la riduzione della tensione muscolare sulla struttura scheletrica e per la riduzione dell effetto cuscinetto del muscolo sull osso. La nutrizione influenza il processo di invecchiamento dato che un apporto inadeguato in genere aggrava la composizione corporea, con conseguente riduzione delle riserve energetiche. La prevalenza della malnutrizione (stato di nutrizione nel quale una carenza o un eccesso di energia, proteine e altri nutrienti provoca eventi avversi misurabili sulla forma dei tessuti e dell organismo, sulla funzione e sulla prognosi - Definizione ESPEN European Society for Clinical Nutrition and Metabolism) è pari al 22,8%; gli anziani ricoverati presso ospedali, case di riposo e strutture di riabilitazione hanno mostrato un rischio maggiore di malnutrizione rispetto ai soggetti che vivono in comunità. Indagini eseguite in molti paesi hanno evidenziato un introito inadeguato di uno o più nutrienti nel 24% degli uomini e nel 47% delle donne tra i 74 e i 79 anni. 8

Fattori di rischio e cause della sarcopenia FATTORI Costituzionali Sesso femminile Basso peso alla nascita Sensibilità genetica Stile di vita Malnutrizione Basso introito proteico Abuso di alcol Fumo Inattività fisica Condizioni di vita Digiuno Allettamento, immobilità PROCESSO DI INVECCHIAMENTO Aumentato turnover muscolare Aumento degli stimoli catabolici (degradazione proteica) Riduzione degli stimoli anabolici (ridotta sintesi proteica) Ridotto numero di miociti Aumento miostatina e apoptosi Variazione regolazione ormonale Ridotta produzione di testosterone, DHEA Ridotta produzione di estrogeni Riduzione 1,25-(OH)2-Vitamina D Ridotta funzionalità tiroidea Riduzione ormone della crescita, IGF-1 Riduzione della resistenza all insulina Variazione nel sistema neuromuscolare Disfunzione mitocondriale PATOLOGIE CRONICHE Alterazioni cognitive Disturbi dell umore Diabete mellito Scompenso cardiaco Insufficienza epatica Insufficienza renale Insufficienza respiratoria Osteoartrosi Dolore cronico Obesità Effetti catabolici dei farmaci Patologie infiamm. croniche Neoplasie Sarcopenia nelle patologie croniche In queste situazioni è accelerato il processo di degradazione proteica nel muscolo. Le citochine pro-infiammatorie ed i fattori derivanti da neoplasie (fattore inducente la proteolisi) possono direttamente aumentare l attività dei sistemi proteolitici intercellulari, come il sistema ubiquitina-proteasoma ATP-dipendente. La malnutrizione, la resistenza periferica all insulina e la conseguente riduzione dell utilizzo periferico del glucosio sono alterazioni frequenti in patologie che possono indurre sarcopenia. Inoltre, a livello del tessuto muscolare, la ridotta disponibilità di glucosio induce un aumento della degradazione delle miofibrille con consumo di aminoacidi essenziali a catena ramificata che, venendo usati a scopo ossidativo nel muscolo stesso, risultano ridotti in concentrazione nel plasma. Sarcopenia secondaria Associata ad una patologia Associata all attività Associata a problemi di nutrizione Grave insufficienza di un organo (polmone, cuore, fegato, rene, encefalo) Allettamento Stile di vita sedentario Assenza di gravità Inadeguato introito di alimenti (spt. proteine) Malassorbimento Disordini gastrointestinali Utilizzo di farmaci che provocano anoressia La perdita di massa magra debilita il paziente perché ne compromette la forza fisica e l energia, aumentando l affaticamento e riducendo la mobilità e la capacità di attività complesse, con perdita di autonomia personale. Gli effetti negativi della sarcopenia creano un circolo vizioso e, nella maggior parte dei casi, determinano un ulteriore accentuazione della perdita di massa e forza muscolare, infatti: sarcopenia diminuzione dell appetito sedentarietà deficit nutrizionale aumento della perdita di massa e forza muscolare riduzione della mobilità. Molti studi evidenziano come una riduzione di massa muscolare e quindi della forza muscolare si associano al rischio di cadute. È dimostrato che un livello inferiore di massa magra e un livello elevato di massa grassa contribuiscono in modo indipendente a bassi livelli di densità minerale ossea; nell anziano, mantenere o aumentare la massa magra può preservare la densità minerale ossea. Inoltre la perdita di massa magra per riduzione delle riserve azotate indebolisce il sistema immunitario, riducendo la resistenza alle malattie e alle infezioni e compromette la capacità di cicatrizzazione delle ferite e la ripresa dopo interventi chirurgici o patologie acute. Il SIRENTE Study ha permesso di osservare come nei grandi anziani (età superiore ad 80 anni), la massa muscolare, valutata attraverso la circonferenza del braccio, possa essere positivamente associata alla performance funzionale ed alla sopravvivenza, e che la velocità del cammino, indice della performance muscolare, è un indicatore dello stato di salute e della sopravvivenza negli anziani. La diagnosi si basa su 2 dei 3 punti seguenti: 1. ridotta massa muscolare, valutabile mediante - densitometria con tecnica ad assorbimento a raggi X/DEXA (T-score v.n. 7,23 a 7,26 Kg/m2 per gli uomini e da 5,5 a 5,67 kg/m2 per le donne) - BIA (8,87 kg/m2 per gli uomini e 6,45 kg/m2 per le donne - misure antropometriche (plicometria, circonferenza del 9

braccio, spt. del polpaccio in cui un valore < a 31 corrisponde a disabilità) - dosaggio del potassio - TAC o RMN 2. ridotta forza muscolare, si valuta con - la forza di contrazione della stretta di mano mediante un dinamometro - la forza flessoria/estensoria del ginocchio - il picco di flusso espiratorio che indica la forza dei muscoli respiratori 3. ridotta performance fisica, valutabile mediante - test del cammino (valore soglia 0,8 m/sec) - timed up and go test (misura in secondi il tempo necessario a un pz. per alzarsi dalla sedia, camminare per 3 metri, girarsi e tornare a sedersi) - short physical performance battery che consiste di 3 test: 1. equilibrio (consiste in 3 esercizi a piedi uniti, in semi tandem e in posizione tandem) 2. capacità di camminare per una breve distanza (es. 4m) 3. forza ed equilibrio, mediante il test della sedia (il paziente deve alzarsi e risedersi fino a 5 volte consecutive da una sedia senza braccioli) Ad ogni esame eseguito si attribuisce un punteggio che va da 0 a 4, la cui somma darà come valore massimo 12. Dieta e sarcopenia Durante la fase del dimagrimento si assiste inevitabilmente anche ad una certa perdita di massa magra oltre a quella grassa. Nel giovane e nell adulto questo effetto negativo è ricompensato dagli effetti positivi di un attività fisica regolare. Nell anziano, invece, il recupero di massa muscolare non si verifica, sia a causa del minor impegno fisico, sia per la diminuita efficienza anabolica dovuta all età. Occorre quindi prestare molta attenzione prima di sottoporre un ultra 70enne (anche se obeso) a una dieta ipocalorica. In assenza di indici di rischio clinici o metabolici è più opportuno mirare verso altri aspetti di outcome di salute come la qualità più che la quantità dell alimentazione e naturalmente sull attività fisica. Uno dei maggiori inconvenienti delle diete ipocaloriche è infatti la perdita di massa magra, cosa tanto più grave quanto più anziana è la persona e quindi già potenzialmente sarcopenica. L attività fisica durante il periodo del calo di peso è un importante pratica per contenere questa perdita. Un recente studio ha evidenziato che un programma dietetico consistente in un moderato deficit calorico con apporto di proteine (1 g/kg di peso ideale/die) associato ad esercizio fisico consistente in sessioni di 90 minuti tre volte/sett. di esercizi aerobici associati ad esercizi di resistenza, flessibilità ed equilibrio consente una soddisfacente perdita di peso senza che si verifichino conseguenze negative sulla performance fisica globale, che invece viene migliorata. Interventi nel paziente sarcopenico I soggetti sarcopenici hanno inevitabilmente una difficoltà nello svolgere delle normali attività della vita quotidiana, con un aumento del rischio di cadute e fratture, questo si traduce in disabilità e perdita dell indipendenza. Come intervenire: 1. Attività fisica È un presidio efficace nel prevenire o nel trattare la sarcopenia, con il risultato di un aumento della massa muscolare, della potenza e della forza muscolare. Gli esercizi più opportuni sono quelli di resistenza e aerobici. Studi dimostrano che l esercizio fisico per avere efficacia deve essere eseguito in aumento di resistenza affinché si possa raggiungere una risposta muscolare ottimale. 2. Intervento nutrizionale Nell alimentazione dell anziano non è importante solo l apporto calorico, ma soprattutto l apporto proteico; nei pazienti giovani e sani tale apporto corrisponde a 0,8-1 g/kg/die di peso ideale, mentre negli anziani il fabbisogno sale a 1,2-1,5 g/kg/die (vedi tabella 1). Fondamentale è l assunzione degli aminoacidi essenziali. Va ricordata l importanza di suddividere su 3 pasti l apporto proteico e la supplementazione è ancora più importante se viene somministrata subito dopo l esercizio fisico. Uno studio del 2006 ha dimostrato che, nell anziano, la ridotta risposta alla sintesi proteica dopo l ingestione di piccole quantità di aminoacidi essenziali può essere aumentata dall ingestione di una miscela con una maggior quantità di Leucina (aminoacido ramificato essenziale). Sempre più evidenze confermano l importanza della supplementazione di idrossi-metilbutirrato (HMB), un metabolità della Leucina: esso favorisce la sintesi proteica prevenendo il catabolismo proteico. La migliore fonte di proteine nobili e facili da digerire sono la carne, il pesce ma anche il formaggio (ad esempio grana e prosciutto crudo). Si pensi che una bistecca di 120 gr contiene circa 25 g di proteine e 6 gr di aminoacidi essenziali di cui 2,5 gr di Leucina, capace di aumentare la sintesi proteica del 50% negli anziani. In questi pazienti si può considerare l opportunità di introdurre a scopo preventivo integratori dietetici di vitamina B6, B12, D, oltre al calcio. Condizione del paziente Fabbisogno proteico giornaliero g/kg/die Normale 0,8-1 Anziani 1,2-1,5 Presenza di ferite-traumi, 1,5-2,0 infezioni, interventi chirurgici, gravi patologie Patologie croniche 1,5 10

Integratore aminoacidico proteico POLVERE SOLUBILE SENZA GLUTINE GHAMIN è un nutraceutico composto da un concentrato di proteine isolate dal siero di latte, da aminoacidi liberi (arginina, ornitina alfa Keto glutarato, L-triptofano, taurina, L-cistina, idrossiprolina e citrullina), da sostanze metaboliche quali L-carnitina e Coenzima Q 10, da acido alfa linolenico, precursore degli Omega3, dalla vitamina B6 e dallo zinco. Fornisce ben 23 aminoacidi risultando uno degli integratori più completi. Integra perfettamente la quantità e qualità proteica delle diete ipocaloriche. Integra nello sportivo l aumentato fabbisogno di aminoacidi derivante dall intenso lavoro muscolare. La composizione di GHAMIN è stata ottimizzata per favorire la sintesi di GH (ormone della crescita), l anabolismo proteico ed il metabolismo degli acidi grassi. L assunzione di sieroproteine, di particolari aminoacidi quali arginina, ornitina, citrullina e taurina, di vitamina B6 e zinco induce la massima secrezione di GH. L increzione di GH determina una inibizione della transcriptasi per l adipogenesi, stimolata viceversa dall insulina e dagli estrogeni, con conseguente mobilizzazione del grasso dalle zone ormonodipendenti. È un supporto nutrizionale proteico ad alto contenuto di cisteina (3,3%), che stimola la sintesi del glutatione, il più potente antiossidante naturale. Integra opportunamente la dieta di pazienti immunocompromessi e malnutriti. Preserva l elasticità e l idratazione del collagene presente nel tessuto connettivo sottocutaneo. La presenza di carnitina, coenzima Q10 ed acido alfa linolenico ottimizzano il metabolismo lipidico ed il catabolismo degli acidi grassi a livello mitocondriale. Come integratore per migliorare il tono muscolare e del connettivo sottocutaneo è preferibile utilizzare ciclicamente una bustina di GHAMIN sciolta in una tazza di acqua o latte scremato ogni sera, prima di andare a dormire, per ottimizzare lo stimolo alla sintesi di GH, che si verifica prevalentemente nelle ore notturne.

La terapia marina come tecnica di nutrizione cellulare utilizzata in diverse patologie Dr. Juan Alberola Laureato in Farmacia. Direttore scientifico Laboratori Quinton. Abstract: Dopo aver sottolineato la somiglianza tra l acqua di mare e il sangue umano, l autore prende in esame le possibili applicazioni dell acqua di mare (detta anche plasma di Quinton) come coadiuvante nel trattamento di diverse patologie: Alzheimer, obesità e diabete, arteriosclerosi, infertilità, apparato respiratorio e sistema immunitario. Tutti i casi riportati sono supportati da studi clinici, in cui risulta evidente la proprietà dell acqua di mare di nutrire e ossigenare le cellule del corpo umano. Abstract: After pointing out the similarity between seawater and human blood, the author examines the possible applications of seawater (also known as plasma Quinton) as an adjuvant in the treatment of various diseases: Alzheimer s disease, obesity and diabetes, atherosclerosis, infertility, respiratory system and immune system. All reported cases are supported by clinical studies, where it evident the properties of seawater to feed and oxygenate the cells of the human body. Parole chiave: acqua di mare, nutrizione cellulare, ipertonia, isotonia Keywords: sea water, cellular nutrition, hypertonic, isotonic L acqua di mare possiede delle qualità terapeutiche molto benefiche per il corpo umano, conosciute già dall antica civiltà greca, la cui conoscenza scientifica fu ripresa già dal secolo XIX dal biologo francese René Quinton. Questo scienziato ha dimostrato le virtù terapeutiche dell acqua di mare, partendo dalla teoria che qualunque essere vivente è una specie di acquario marino, le cui cellule nascono e vivono nelle stesse condizioni acquatiche nelle quali ebbe origine la cellula primitiva. La ragione sulla quale si appoggia questa affermazione risiede nel fatto che il sangue umano ha una composizione similare all acqua di mare. Nel 1904, Quinton pubblicò il libro L acqua di mare, mezzo organico, dove indicava le virtù dell acqua di mare nelle iniezioni sottocutanee, intradermiche e per via orale, sia come soluzione salina che come soluzione isotonica; quest ultima soluzione, che presenta la stessa concentrazione di sali del sangue, fu quella che Quinton utilizzò per salvare la vita di diversi bambini che soffrivano di malnutrizione e forte disidratazione causata da diarrea. Collocandoci nei nostri tempi, dobbiamo ricordare che esistono diversi studi realizzati da Università pubbliche e private, a carattere nazionale e internazionale, che hanno dimostrato le proprietà ed i vantaggi dell acqua di mare sull organismo umano. Per mantenere un buon stato di salute è necessario monitorare l equilibrio minerale. L acqua di mare possiede tutti i minerali necessari per il corretto funzionamento delle cellule e grazie alla biodisponibilità di ioni di questi elementi si possono ripristinare le carenze di minerali. Per questo, la terapia marina è una tecnica di nutrizione cellulare che si utilizza in molteplici patologie. L acqua di mare come aiuto nel trattamento dell Alzheimer Il dott. Manuel Antonio Ballester, responsabile dell Istituto dello Sport dell Ospedale USP San Jaime Torrevieja (Alicante), in collaborazione con l Associazione AFA Torrevieja (Alicante), nell ambito della sua costante e continua attività di ricerca per il miglioramento della qualità di vita dei malati di Alzheimer, iniziò nel 2007 un importante studio con la possibilità di utilizzare l acqua di mare ridotta a isotonia nei pazienti facenti parte dell Associazione malati di Alzheimer. Il dottore, a seguito della somministrazione di acqua di mare per un periodo di 16 mesi, ha potuto osservare che una buona parte del gruppo di pazienti ha risposto, dopo tre mesi di trattamento, con una stabilità degli stati di ansia e nervosismo. Inoltre, nella quasi totalità dei pazienti che hanno bevuto acqua di mare isotonica, non sono comparsi raffreddori né sintomi influenzali. Partendo dalla premessa che l acqua di mare non è il metodo curativo della malattia Alzheimer, è stato comunque visto che non ha controindicazioni, né effetti collaterali, inoltre aiuta a ripristinare l equilibrio nutrizionale delle cellule. Anche se la sua applicazione nei malati di Alzheimer è qualcosa di nuovo, da molto tempo si osserva il suo utilizzo in altre patologie come l obesità e il diabete. L acqua di mare nel trattamento dell obesità del diabete Lo studio Antiobesity and antidiabetic Effects of Deep Sea on ob/ ob Mice, realizzato dal dottore sudcoreano Hwang in collaborazione con la sua equipe di ricercatori del Dipartimento di Biotecnologie dell Università di Daegu (Corea del Sud), ha posto le basi per l implementazione dell utilizzo della terapia con acqua di mare per il trattamento del diabete mellito di tipo 2, l obesità e le disfunzioni correlate. Lo studio si è basato su una metodologia che iniziò con la somministrazione di acqua di mare ad un gruppo di topi, in confronto con un altro gruppo al quale fu somministrata acqua di rubinetto. Dopo 84 giorni, il gruppo di topi che assumevano acqua di mare presentò una diminuzione del peso pari al 7%, una diminuzione dei livelli di glucosio del 35%, così come un miglioramento nel test di tolleranza al glucosio, rispetto al gruppo che assumeva acqua di rubinetto. Si è visto che l azione dell acqua di mare e dei suoi componenti è 12