IMPRESE. Inizia domani una nuova. Itassisti fiorentini s arrabbiano con il Comune TOSCANA



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Lunedì, 14 Settembre 2015 Il punto Occasione «Europa» per il porto di Livorno Con Rossi sponsor 2 Le locomotive Magenta, un software e una telecamera per muoversi meglio 5 www.corrierefiorentino.it I distretti Arezzo cambia l oro: design, alta gioielleria e prodotti per le griffe 7 TOSCANA UOMINI, AZIENDE, TERRITORI IMPRESE Via alla nuova era Normalità in vista sul Monte di Silvia Ognibene Poste Italiane Sped. in A.P. D.L. 353/2003 conv. L.46/2004 art. 1, c1 DCB Milano. Non può essere distribuito separatamente dal Corriere della Sera Inizia domani una nuova era per il Monte dei Paschi: l assemblea dei soci nominerà al vertice Massimo Tononi, uomo esperto in fusioni e acquisizioni. Se ne va da Siena anche il Cfo Bernardo Mingrone. Finita con uno choc l era Mussari, nella stagione di Profumo sono arrivati i piani industriali lacrime e sangue, le ricapitalizzazioni e l ingresso dello Stato nel capitale, infine, il ritorno all utile. Il Monte è di nuovo in piedi. Ma a Francoforte restano convinti che Siena debba comunque andare in sposa a qualcuno. Tutti i principi azzurri indicati dalle voci di corridoio hanno però smentito ogni interesse. «Non c è la fila dei pretendenti», ha detto il presidente della Fondazione, Marcello Clarich, che ha anche ribadito che non sarà certo Palazzo Sansedoni a condizionare le scelte future della banca, avendo ormai in mano meno dell 1,50%; da quando, con Gabriello Mancini, controllava il 55% di Mps e ne difendeva la non scalabilità a prezzo della pelle, il mondo è cambiato. La Fondazione rappresenta ancora il filo che lega banca e territorio, un filo sempre più sottile. Anche qui è tempo di partenze e arrivi: il nuovo Provveditore, Davide Usai, tra le altre cose, è un esperto fundraiser, come dire che la Fondazione che un tempo dava (tanti) soldi, ora li cerca. Mentre Mps si avvia a diventare sostanzialmente una public company. A diventare, forse, una banca normale. Un cambiamento epocale, di cui dopo i traumi la città del Palio aveva bisogno. Sguardi SUPERATI DA UNA APP (SE IL TAXI NON VA AVANTI) di David Allegranti Folla di turisti su Ponte Vecchio a Firenze (foto Gasperini/Sestini) Turismo, caccia al tesoro La Regione vuole redistribuire i milioni ottenuti dalla tassa di soggiorno e utilizzare quelle risorse per promuovere anche i territori meno conosciuti Firenze guida la rivolta delle città d arte contro il modello Robin Hood «Una follia far pesare i costi di tutti sui Comuni più consumati dai visitatori» Itassisti fiorentini s arrabbiano con il Comune perché l assessore alle attività economiche Giovanni Bettarini vuole aprire anche se non si è capito bene come a Uber. Con la app di Uber richiedi, via cellulare, un auto e in pochi minuti vieni messo in contatto con un autista che fa parte del servizio (in Italia è attivo solo con gli Ncc, Noleggio con conducente). Protesta il presidente di Uritaxi Claudio Giudici: «Sarebbe un paradosso se, a dispetto del servizio taxi fiorentino, Bettarini si dimostrasse collaborativo con chi ha fatto parlare di sé a livello mondiale per la mancata supervisione dei propri guidatori». Sarebbe paradossale, piuttosto, se la politica non si ponesse il problema, per lentezza o incapacità, di come affrontare la sfida lanciata da Uber e da tutti gli altri «disintermediatori» frutto delle rivoluzioni tecnologiche. E finora, dice Stefano Feltri nel suo ultimo saggio La politica non serve a niente, appena pubblicato da Rizzoli, è stato così. Non spetta solo alla politica accettare il confronto, ma anche alle associazioni di categoria. A Singapore, la più importante cooperativa di radiotaxi ha sfidato Uber con una sua applicazione («GrabTaxi»), che ha avuto successo. A Firenze quantomeno si può discutere di licenze da aumentare (ora 660)? @davidallegranti a pagina 3

2 Lunedì 14 Settembre 2015 Corriere Imprese di Marzio Fatucchi Il governatore Enrico Rossi volerà a Bruxelles dove domani per presentare un anteprima del bando per il project financing sulla «Darsena Europa» di Livorno. Con lui, oltre ai vertici dell Autorità portuale, due vice presidenti del Parlamento europeo (David Sassoli, Pd, e Antonio Tajani, Forza Italia), i responsabili della Direzione generale mobilità e trasporti della Commissione europea, CUCINA TUTTI ITALIANI CON GLI SPAGHETTI MODELLO IKEA Gift s House, piccola azienda pisana con una ventina di dipendenti, alla conquista del mondo con gli spaghetti modello Ikea. «Io cuoco» è una scatola di cartone che contiene tutto il necessario per farsi un piatto di pasta, tranne l acqua e il tempo: sale grosso, spezie, base di pomodoro, pasta, olive, capperi o altro, secondo le ricette. Ciascun ingrediente è numerato e nella scatola MERCATI si trova anche il tutorial per procedere passo dopo passo. La differenza rispetto alla pasta pronta già nei supermercati di mezzo mondo è l alta qualità delle materie e il fatto che chiunque può imparare a cucinare da solo. Il kit «Io cuoco» è stato lanciato sul mercato nel maggio scorso e già sono attive trattative commerciali con Francia, Spagna, Stati Uniti e Cina. R.E. VINO MENO UVA, MA IN EQUILIBRIO PERFETTO Dai grandi produttori ai piccoli, da chi è vocato all export a chi commercializza poche bottiglie, sono tuti d accordo: ci sono le premesse perché la vendemmia 2015 in Toscana sia eccezionale, per tutte le uve. «Possiamo già classificare questa vendemmia tra le migliori degli ultimi 20 anni ha sottolineato Francesco Colpizzi, presidente della federazione vitivinicola di Confagricoltura Toscana Abbiamo uve sane, in perfetto equilibrio, capaci di esprimere vini con un carattere straordinario, anche se il ICONE quantitativo sarà inferiore di un 5%». «Sperando in un tempo ancora clemente per un paio di settimane, avremo una grande annata, sia per i bianchi che per i rossi ha detto Lamberto Frescobaldi A vendemmia appena iniziata prevediamo un annata di grande qualità». Mauro Bonciani IL PUNTO ROSSI, LIVORNO E L OCCASIONE EUROPA E Piazza Affari B & C Speakers S.p.A. 7,42 7,40 7,42 7,40 Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. 1,815 1,891 1,905 1,811 Banca Etruria BioDue Spa N S W Borgosesia 0,709 0,709 0,709 Settimana dal 7 al 11 settembre SOSPESA 6,14 6,15 6,15 6,18 Briefing La bussola della settimana 0,705 e l ambasciatore italiano all Ue Marco Perona. Ma più di chi è sul «palco», conta chi è in sala: sono stati infatti convocati i principali operatori di terminal e movimentazione merci internazionali, i loro portavoce saranno il segretario dell Associazione europea armatori, Patrick Verhoeven e quello della Federazione europea degli operatori portuali, Lamia Belkaid. Dall interesse dei 7,40 6,07 CHL S.p.A. Piaggio & C. S.p.A. 0,0392 0,0394 0,0397 0,0396 0,0393 2,41 2,44 2,48 2,47 Dada S.p.A. 2,61 2,63 2,66 2,63 El.En. S.p.A. 41,60 Ergy Capital 41,77 0,0905 0,0903 Eukedos 1,105 1,070 41,89 1,078 41,24 1,052 2,55 41,50 1,087 FrendyEnergy 0,780 0,770 0,779 0,779 0,760 Intek Spa 0,304 0,294 Softec Spa, società attiva nei settori del marketing e della comunicazione digitale, nata a Firenze nel 1997 e quotata dal 2012, sarà acquisita da FullSix Spa che si incarica di portarla fuori dalla crisi registrata nell ultimo periodo (ricavi 2014 in calo di quasi il 19% e situazione finanziaria netta negativa per oltre 2 milioni). L integrazione avverrà attraverso un aumento di capitale a SOFTWARE UN ALGORITMO PER IL MEYER E UNO PER LA FERRARI Algoritmi per l affidabilità e l organizzazione: dal laboratorio universitario al mercato mondiale, in due mosse. Filippo Visintin, pratese doc, ha studiato in Italia e negli Stati Uniti. È dottore di ricerca di ingegneria industriale, al pari dei sette soci fondatori di Smart Operations, l azienda nata lo scorso anno dal laboratorio di ricerca dell ateneo di Firenze Ibis (che ha sede a Prato). La società produce software, ed è tecnicamente uno spin off dell ateneo. Sul loro marchio c è il logo dell Università, ma Smart Operations è una Srl a tutti gli effetti. Che vanta già clienti di livello. Le due principali linee di prodotto sono nate entrambe da progetti di ricerca: la prima è uno strumento utile a compiere indagini sull affidabilità, sviluppato per Ferrari-gestione sportiva; la seconda è la «Smart operating room», software che consente di pianificare l attività chirurgica (non urgente) in una struttura sanitaria, ordinando le risorse di personale e strumenti. Giorgio Bernardini Sesa 0,0924 0,0903 0,0903 0,295 0,298 0,300 Rosss S.p.A. 1,090 Salvatore Ferragamo S.p.A. 23,42 23,42 23,64 23,33 23,38 14,18 Softec S.p.A. 1,078 14,27 Toscana Aeroporti S.p.A. 1,063 14,60 1,058 14,89 2,43 1,051 14,83 Snai S.p.A. 1,175 1,181 1,180 1,161 1,175 SOSPESA 15,31 15,40 15,66 15,30 pagamento di Softec riservato a FullSix (4,14 euro per azione) che acquisirà così il 70% della società e poi procederà all Opa. Da venerdì le azioni Softec sono sospese dalle negoziazioni. Al termine dell operazione la sede legale di Softec sarà trasferita da Firenze a Milano. RICERCA AGRICOLTURA L INTEGRAZIONE CON L OLIO D OLIVA NELL AZIENDA BIO Iprofughi fanno l olio d oliva. Succede alla fattoria di Maiano, a Fiesole, dove cinque giovani africani raccolgono le olive e le lavorano nel frantoio dell azienda agricola. Dove si occupano anche di curare i vitelli e il giardino botanico. Uno di loro è assunto a tempo indeterminato, un altro lo sarà a breve. Mentre un altro ha un contratto a ore e gli altri stanno concludendo il periodo di tirocinio. Si muovono fra i 300 ettari della fattoria biologica, portando all azienda una ventata di efficienza. Ed è anche grazie a loro se la fattoria di Maiano non conosce crisi. Spiega il responsabile Tommaso Miari Fulcis: «Questi ragazzi lavorano con grande dedizione e passione». Alcuni hanno già dimestichezza con gli animali, visti i loro trascorsi nelle aree rurali dell Africa subsahariana. Altri hanno mosso i primi passi grazie alla cooperativa sociale «Il Cenacolo», che si è occupata del loro inserimento insieme ai padri rogazionisti di via Poggio Gherardo. Jacopo Storni privati infatti passeranno i 300 milioni di investimenti per completare il progetto per cui Regione, Governo e Autorità portuale hanno pronti 500 milioni. Ma la sfida non finisce qua. Con questa operazione, la Regione deve dimostrare (anche per convincere i privati) che Livorno è davvero uno dei porti su cui l Italia punta, che Ferrovie sono pronte a rendere le tratte dalla Toscana verso il Nord Europa compatibili con il trasporto dei container (i finanziamenti servono anche a questo). E che il nostro Paese, per una volta, lavora con un indirizzo unico, dal livello locale (fondamentale sarà il ruolo del Comune di Livorno, da cui passano le scelte urbanistiche) fino al Governo, che deve ora dire cosa davvero intendere fare sulla riforma dell Authority portuali, in 15,50 SOCIALE 5I profughi assunti dalla Fattoria di Maiano della famiglia Miari Fulcis fase di modifica. Cioè se la riforma sarà il parto di interessi locali (così sembrava, quando in un primo momento si prospettava uno «spezzatino» per i porti toscani, divisi tra Lazio e Liguria) o invece di una unità di programmazione su un settore, quello del trasporto merci e passeggeri via nave, su cui l Italia vanta un atavico ritardo. BANCHE UNA HOLDING PER ETRURIA SE LA UE DICE SI Si gioca tra Roma e Bruxelles il futuro di Banca Etruria, un tempo forziere degli orafi aretini e oggi commissariata dalla Banca d Italia per gravi insufficienze patrimoniali. Il possibile ruolo del Fondo interbancario di garanzia dei depositi nella gestione delle crisi bancarie è stato infatti tra i temi del colloquio che il ministro dell Economia Pier Carlo Padoan ha avuto con la Commissaria europea alla concorrenza, Margrethe Vestager, giovedì a Roma. Dopo l intervento nella Cassa di Risparmio di Ferrara, il Fondo interbancario, consorzio al quale aderiscono tutte le banche italiane, avrebbe sul tavolo anche l ingresso nel capitale di Banca Etruria. In sostanza, le banche sane dovrebbero creare una holding per salvare, rilan- BRUXELLES ciare e poi rivendere quelle in crisi; dovrebbero insomma mettere mano al portafogli per scommettere sul rilancio delle banche malmesse e 526 Milioni di euro il «rosso» di Banca Etruria nei conti del 2014 puntare ad una plusvalenza (o per lo meno a non rimetterci) al momento in cui, dopo essere state risanate, verranno nuovamente cedute. Una partita che va giocata in tempi molto stretti, prima di gennaio, quando a livello europeo diventerà operativo il nuovo meccanismo del bail-in, ovvero il salvataggio forzoso delle banche in crisi da parte di azionisti, obbligazionisti e correntisti con depositi oltre 100 mila euro. Pochi giorni fa il Consiglio dei ministri ha avviato l esame del decreto legislativo che recepisce la legge europea sulle risoluzioni delle crisi bancarie (il bail-in, appunto). Il decreto, dopo l esame del Consiglio dei ministri, dovrà ricevere il parere delle competenti commissioni parlamentari prima del via libera definitivo da parte dell esecutivo. Se la mediazione sul fronte europeo andrà a buon fine prima che entri in vigore il meccanismo del salvataggio forzoso, soci e correntisti di Banca Etruria potranno dormire sonni più tranquilli. S.O.

Corriere Imprese Lunedì 14 Settembre 2015 3 PRIMO PIANO Tassa sui turisti, battaglia sul modello «Robin Hood» L idea della Regione: redistribuire i milioni ricavati dai Comuni con l imposta di soggiorno, togliendo una parte a Firenze, Siena e Pisa per promuovere anche l altra Toscana Palazzo Vecchio guida la protesta delle città d arte: «Una follia, noi abbiamo più costi» Cos è La tassa di soggiorno è un imposta che i Comuni possono applicare a carico di chi soggiorna nelle strutture ricettive. Fu istituita in Italia nel 1910, poi abolita dal 1º gennaio 1989 e quindi I numeri di Silvia Ognibene Redistribuire il ricavato della tassa di soggiorno su tutto il territorio regionale, per ridurre la distanza (siderale) fra gli incassi delle mete più gettonate e le ristrettezze in cui versano le casse delle località meno conosciute e, per questo, bisognose di promozione. Non ha dubbi l assessore regionale Stefano Ciuoffo, delega a turismo, attività produttive, commercio e credito: Comuni toscani ad aver attivato la tassa di soggiorno 40 in provincia di Firenze 109 istituita di nuovo con un decreto legislativo nel 2011. La cifra da pagare varia in relazione al livello della struttura in cui si alloggia, fino a un massimo di 5 euro a notte 22 in provincia di Siena Incassi 2014 Firenze 22 milioni di euro Siena Pisa 1 milione e 286mila 1 milione e 630mila «La Toscana è una regione, una comunità, non una sommatoria di Comuni. E per questo motivo i proventi della tassa di soggiorno vanno redistribuiti su tutto il territorio». «È una follia» replica senza mezzi termini l assessore al bilancio di Palazzo Vecchio, Lorenzo Perra. «È un imposta di scopo sulla quale non si può Regione Stefano Ciuoffo Firenze Lorenzo Perra Il gettito stimato in Italia nel 2014 stimato in circa 382milioni di euro + 33% rispetto al 2013 A Firenze la tassa varia da un minimo di 1,50 euro per gli alberghi a una stella e cresce di 50 centesimi fino a 5 euro per i 5 stelle, l importo massimo previsto dalla legge (eccetto Roma che può arrivare a 7, la più cara d Europa) fare perequazione». Sulla stessa linea i colleghi di Siena e Pisa, che seguono Firenze nella classifica delle città toscane con maggiore introito dalla presenza dei turisti. Il punto, ragiona Ciuoffo, «è che la Toscana, come molte altre regioni d Italia, ha alcune isole di eccellenza, basti pensare a Firenze e Siena, oppure alla Versilia e alla Maremma, e altre aree che invece hanno bisogno di essere promosse e valorizzate. Così si ottiene sviluppo per l intero territorio, ma per farlo servono soldi». E Estate 2015 in Toscana Pernottamenti +3,6% rispetto al 2014 800 mila turisti 450 mila italiani stranieri +3,2% +3,9% Alberghi Extralberghiero Agriturismo Mare Terme Montagna Città d arte +4,2% +2,9% +4,2% +3,9% +1,8% +4,1% +3,4% i soldi non ci sono perché, tranne qualche progetto specifico che si riesce a finanziare con fondi comunitari, le uniche risorse disponibili sono appunto quelle della tassa di soggiorno. «È l unica leva, l unica entrata corrente della quale possiamo disporre», prosegue Ciuoffo. Inevitabili i mal di pancia di chi rischia di vedersi «scippare» una parte dell incasso ed essere obbligato alla solidarietà per legge. In Toscana, infatti, si va da Firenze che nel 2014 ha incassato 22 milioni grazie alla tassa di scopo alle piccole località che non dispongono nemmeno di qualche centinaio di euro per tenere aperto lo sportello della pro loco. «Promuovendo i territori meno conosciuti al turismo si valorizza il sistema e quindi ne beneficiano tutti, anche coloro che nell immediato si vedranno diminuire un po di risorse», chiude Ciuoffo. «Sono fermamente contrario», ribadisce Perra. «Le imposte di scopo vengono elevate per una finalità specifica, che in questo caso è rappresentata dal consumo di un area dovuto alla pressione dei flussi turistici. La tassa di soggiorno non è l Imu, tassa fondata sulla ricchezza che per questo viene parzialmente redistribuita. Non trattandosi di un imposta generica, l ipotesi di una perequazione è assolutamente fuori logica. Tra l altro conclude l uomo delle finanze di Palazzo Vecchio tutti i Comuni hanno la possibilità di introdurre l imposta di soggiorno: non vedo per quale motivo chi ha indossato i panni dell esattore, facendosi carico di una responsabilità politica ad esempio nei confronti delle categorie economiche, debba adesso dare un beneficio a chi non ha voluto farlo». Troppo comodo, insomma. La linea dettata dalla Regione, però, è più di una mera indicazione di principio: al ministero dei Beni culturali è già attivo un tavolo al quale siedono le Regioni, i Comuni, le associazioni di categoria e lo stesso Ministero. Obiettivo è trovare le soluzioni tecniche per una gestione più equa dell imposta di scopo. «In occasione del primo incontro abbiamo registrato un no netto e irremovibile da parte dei sindaci che al tavolo sono rappresentati dal primo cittadino di Rimini dice Ciuoffo Stiamo ragionando sulla possibilità di allargare la base imponibile a tutte le attività coinvolte nell economia del turismo (mentre oggi l imposta viene riscossa solo dalle strutture dove i turisti pernottano, ndr). Non ci convince nemmeno la prospettiva disegnata dal ministero, cioè affi- Ciuoffo La Toscana ha eccellenze e altre aree che vanno valorizzate. Per farlo serve redistribuire quei soldi Perra Perché chi ha indossato i panni dell esattore deve dare benifici a chi non ha voluto farlo? dare all Enit una percentuale dell imposta di soggiorno affinché la utilizzi per attività di promozione turistica». La strada per trovare una soluzione che accontenti tutti sarà lunga e impervia, ma per l assessore toscano resta fermo l obiettivo da raggiungere: «Avere risorse per la promozione del territorio. Per raggiungere questo fine siamo disponibili a fungere da coordinamento nella gestione del denaro generato dalla tassa di soggiorno». Su un altro fronte, Beni culturali e Tesoro stanno ragionando sulla possibile introduzione di un incentivo fiscale che spinga all adozione della tassa di soggiorno anche le città che fino ad oggi non l hanno introdotta, slegando l importo dell imposta dal numero delle stelle dell albergo in favore di una percentuale sul costo del pernottamento. Secondo il ministero delle Finanze il gettito generato dalla tassa di soggiorno va incrementato e la platea dei Comuni ampliata perché ad oggi nelle casse pubbliche sono entrati circa 270 milioni (nulla in confronto ai tagli dei trasferimenti dallo stato centrale ai municipi) e solo un Comune italiano su dieci applica la tassa. «I Comuni che hanno più successo sono anche quelli che devono sopportare costi maggiori, generati proprio dalla pressione dei flussi turistici dice il sindaco di Siena, Bruno Valentini Spendiamo 15 milioni l anno per la gestione dei rifiuti: sarebbe come se io chiedessi ai Comuni vicini di darmi una mano a pagare questo costo perché i turisti che pernottano da loro poi vengono a visitare Siena e la sporcano». Redistribuire parte dei proventi, secondo Valentini «è semplicistico. Invece le punte di diamante del marketing turistico, come Firenze e Siena, potrebbero mettersi alla testa di progetti di valorizzazione di aree più ampie, anche contando sul lavoro dei dipendenti delle ex Province». Sulla stessa linea l assessore pisano, Andrea Serfogli: «C è sicuramente l esigenza di una strategia unica di promozione del territorio, ma che i costi debbano gravare interamente sui Comuni a maggior vocazione turistica non è certo la strada auspicabile». La tassa di soggiorno funziona solo per chi riesce ad attrarre numeri davvero imponenti di turisti: per il 2015 Firenze, che a marzo ha alzato l imposta, si attende circa 25 milioni di euro mentre Siena e Pisa contano di rimanere in linea con l incasso del 2014: un milione e 300 mila e un milione 600 mila euro. Resta da capire se e come parte di questa ricchezza verrà redistribuita ai luoghi meno blasonati della Toscana. E, magari, anche se il gioco valga la candela: la tassa di soggiorno, infatti, non è una novità ma è stata in vigore in Italia dal 1910 al 1989 quando fu abolita perché amministrarla costava più degli introiti che generava.

4 Lunedì 14 Settembre 2015 Corriere Imprese

Corriere Imprese Lunedì 14 Settembre 2015 5 LOCOMOTIVE Una telecamera su ogni auto Per capire come andiamo La Città metropolitana punta sul progetto «Chest» della fiorentina Magenta, un social network che controlla il traffico e aiuta a ridisegnare strade e cantieri Curriculum Il manager? In Toscana deve saper fare Pmi, realtà artigiane ed eccellenze del dettaglio, sono questi i mattoni su cui poggia parte dell economia toscana. Ma per fare il salto sui grandi mercati devono passare, con i manager, da una gestione familiare a una professionale. Fabio Sola, partner di Praxi e responsabile dell ufficio fiorentino della società di consulenza, spiega: «Siamo generalisti, ma spesso tra i nostri clienti ci sono Sola aziende del settore manifatturi ero e in particolare quelle del lusso e della moda. Al contrario di altre realtà dello stesso settore in altre regioni, dove sono presenti le direzioni stile e marketing, qui dove la produzione è ancora forte richiedono figure che conoscano e sappiano organizzare i flussi produttivi e la logistica». Insomma, meno tabelle e più prodotto. Come trovarli? «O cerchiamo, tramite networking (con i nostri moltissimi contatti nel settore), qualcuno già occupato in un ruolo simile, o qualcuno che venga da mondi diversi ma che sia motivato e pronto a un cambio di prospettiva così radicale». (Edoardo Lusena) In basso il software Magenta per la gestione delle informazioni sui flussi di traffico raccolte dalle telecamere sui mezzi Quando è nata, nel 2007, era una spin off ma la legislazione era così complicata che preferì partire come srl. Otto anni dopo, Magenta, società di ingegneria specializzata in software e soluzioni hardware, marcia con una media stabile di mezzo milione di fatturato, 12 dipendenti e lavora con giganti del calibro di Thales, Ge, Gilbarco. E ora si butta nel campo «social», con una tecnologia low cost che potrebbe risolvere uno dei problemi principali delle «smart cities»: il controllo e la gestione del traffico. Il progetto si chiama «Chest/Trafficflow», un vasto e possibile «Facebook della mobilità». Mille occhi puntati sulle strade, non per violare la nostra privacy, ma solo per conoscere «quanti», su che mezzo, dove. È qualcosa a metà tra un sistema di controllo dei flussi di traffico e un architettura «social». Il problema, nelle analisi della mobilità, è avere i dati veri e continuativi: ancora, a livello europeo, spesso si conta a mano il passaggio delle auto. «Noi Nunziati Il sistema può capire se sta passando uno scooter o una bici dal calore che emana Così saprò se lì serve una pista ciclabile, una rastrelliera oppure un parcheggio per motorini usiamo una videocamera partecipativa» spiega Walter Nunziati di Magenta. Basta una videocamera collegata al dispositivo Chest che si connette al software e al web: insieme, sono capaci di capire che mezzo sta passando, quanti ne stanno passando e se si tratta di un motorino o di una bici, poiché riconosce anche il calore. «Dati fondamentali per conoscere i reali flussi delle bici e costruire così, magari, piste ciclabili e posizionare rastrelliere dove servono» conclude Nunziati. Dati fondamentali, meno parziali (e meno costosi) per esempio di quelli elaborati in vista dei cantieri della tramvia. «Nel nostro caso, chiunque può mettere questa videocamera e condividere i dati» spiega Nunziati. Non solo in modo social, su Twitter o Facebook, ma anche con i sistemi centralizzati pubblici. «Per installare barriere antirumore, per esempio, occorre sapere quante auto passano davvero in una strada: o ci metti uno che le conta, o piazzi la nostra videocamera» insiste. «Inoltre, c è il senso civico: quando abbiamo presentato il progetto all Impact Hub, decine di studenti si sono detti pronti a usarlo». Chest, finanziato da fondi dell Unione europea, è stato approvato dalla Città metropolitana e presentato ai Comuni della ex Provincia. Quello di Rufina si è fatto avanti, perché deve cambiare la viabilità e ha bisogno di capire come fare, Castelfiorentino lo ha già adottato per la gestione dei flussi di traffico. A Firenze il varo ufficiale è atteso entro l autunno, ma il sistema è già stato sperimentato in occasione della festa di San Giovanni, per controllare i veicoli in entrata e in uscita dal centro, e durante il nubifragio del primo agosto. Marzio Fatucchi 12 I dipendenti della Magenta, fondata nel 2007 come spin off dell Università 500 Mila euro di fatturato medio dell azienda di hardware e software Il personaggio Un prof pisano guida la ricerca sulle smart cities Toscana, terra di future città «smart». Almeno secondo «Icity rate», la classifica nazionale che misura le vocazione dei territori a predisporre misure che migliorino la convivenza tramite le nuove tecnologie. Firenze è terza in Italia, Pisa ventesima. Un altro segnale arriva dalla nomina di un professore dell ateneo pisano, Giuseppe Anastasi, alla guida del laboratorio «Smart Cities and Communities» del Consorzio interuniversitario nazionale per l informatica. Da tempo la (ri)costruzione di città intelligenti, che sfruttino le facilitazioni che arrivano dalla ricerca, è un orizzonte degli amministratori locali. Ma cosa possono fare gli informatici per farlo diventare una realtà diffusa? «Non è semplice spiega il professor Anastasi si tratta di un problema complesso come l ecosistema di questi territori: non basta, insomma installare reti wireless. Il nostro obiettivo è appunto quello di mettere a servizio delle comunità le nostre conoscenze». Il consorzio è uno dei punti di riferimento Anastasi della ricerca nell informatica e dell information technology ed il nuovo laboratorio guidato da Anastasi annovera già 300 ricercatori sparsi in 25 Università del Paese. L obiettivo è quello di far diventare il gruppo un punto di riferimento per imprese ed amministrazioni. «Cercheremo di creare una rete nazionale per fare massa critica in vista dei prossimi bandi, ad esempio piani di attività sul turismo». Dice Anastasi che «storicamente» la Toscana è stata all avanguardia nel settore: «Pisa ha la densità di ricercatori del comparto più alta del Paese ed in città Pisa moover, il bike sharing, e il parcheggio di piazza Carrara gestito con un sensore per ogni posteggio sono un esempio di buone pratiche». Giorgio Bernardini

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Corriere Imprese Lunedì 14 Settembre 2015 7 DISTRETTI Arezzo, l età (nuova) dell oro Alta gioielleria e prodotti per le griffe, così gli anni neri hanno cambiato le aziende. E addio rivalità con Vicenza La Fiera Andrea Boldi, presidente di Arezzo Fiere, società i cui azionisti sono Regione, Provincia e Comune di Arezzo, la Camera di Commercio aretina e alcune banche. Prossimo appuntamento, dal 24 al 26 ottobre quando si terrà Gold Italy, fiera del gioiello Made in Italy pensato per i buyers e che punta su creatività, design e artigianalità L intervista di Mauro Bonciani Il primo semestre ha visto il distretto orafo in sofferenza (nei prime tre mesi del 2015 l export è calato del 14%, con un meno 30% negli Emirati Arabi) ma tante imprese aretine sono state protagoniste a Vicenza Oro, la mostra che si è chiusa il 9 settembre, e si stanno muovendo su nuovi mercati. Il distretto, complice la lunga crisi economica che ha ridotto addetti e aziende, soprattutto quelle piccole o artigianali, ha cambiato pelle: non è più catenine e fedi ma alta gioielleria e design, incrementando la produzione di accessori per le grandi griffe, da Chanel a Gucci. Il distretto sembra non aver timore della congiuntura, forte del riposizionamento sull alta gamma e del primato per export, 435 milioni contro i 361 di Vicenza nel primo trimestre. «La situazione in Medio Oriente e in Libia è ancora molto critica e il mese di settembre sarà fondamentale per capire se ci sarà una ripartenza su quei mercati, importanti anche perché sono piattaforme logistiche, la Libia per tutta l Africa, Dubai per tutto il Medio Oriente spiega Andrea Boldi, presidente di Arezzo Fiere e della Consulta orafa Abbiamo segnali buoni per l ultimo trimestre, ad esempio sul mercato Usa, anche se ciò non basterà a recuperare le perdite». Per Boldi oltre a quello dei mercati, è in atto un cambio in Italia: non c è più rivalità tra le fiere e i distretti di Arezzo e Vicenza, i più importanti del Paese per l oro. «Il nuovo governo ha puntato sul Made in Italy e con la Fiera di Vicenza c è già un rapporto per la promozione integrata che nel 2016 porterà a Vicenzaoro Dubai anche Style L orologio è smart, anche retrò Qualcuno aveva pensato che l avvento di Apple Watch e degli altri orologi hi-tech avrebbe segnato il declino, nel guardaroba maschile, dei più tradizionali segnatempo da polso. Errore. La passione per gli orologi con lancette e meccanismi (meglio se made in Swiss) si è rafforzata dando il la a creazioni sempre più sofisticate. Come quella della maison Parmigiani, con la collezione Transforma capace di vestire in un colpo solo ben tre diverse tipologie di orologio. Grazie ad un meccanismo ingegneristico l orologio da polso (in acciaio con cinturino in alligatore Hermès) diventa da tasca e da tavolo. Liberata la cassa e inserita l ora si potrà consultare con vezzo retrò facendo scivolare dalla tasca la catena d acciaio. E durante la notte lo stesso quadrante si può inserire in uno scrigno d ebano che si attiva appena posizionato l orologio. (Laura Antonini) «La crisi, un occasione Ora si lavora insieme» Giordini (Confindustria): nel 2016 la svolta Giordana Giordini, presidente Sezione oreficeria e gioielleria Confindustria Toscana Sud la nostra fiera e il nostro distretto. Dobbiamo agire meglio su mercati come il Pakistan o la Cina che chiedono oro a 24 carati», afferma Boldi. Le cifre mostrano la leadership del distretto, ma anche la sofferenza causata dalla lunga crisi. «Per noi le difficoltà sono iniziate nel 2005, ma alla fine sono state affrontate positivamente. Prima Arezzo pesava il 20% sull export di oro, ora il 33%, fatturava cento milioni meno di Vicenza adesso mille milioni in più ed è stata fermata anche l emorragia di aziende», Boldi aggiunge: «Nel risalire è stata decisiva anche l azione della Regione attraverso il supporto al credito e con l iniziativa del prestito d uso di 5 chili di oro o di 50 kg di argento per ogni nuovo assunto che ha permesso contratti per circa cento persone. Determinante il ricambio generazionale e il riposizionamento del prodotto e della tecnologia». «Adesso siamo meno pro- Da venticinque anni lavora nell azienda di famiglia, che oggi ha venti dipendenti, e da poco è presidente della sezione oreficeria e gioielleria di Confindustria Toscana Sud. Giordana Giordini è appena tornata da Vicenzaoro, come molti dei suoi colleghi. Presidente, il primo semestre ha fatto segnare un calo a due cifre per i distretto, come sono le prospettive per la seconda metà dell anno? «Gli alti e bassi del mercato non sono una novità. Da Vicenza e non solo arrivano segnali positivi e anche se la ripresa non sarà completa nel 2015 stiamo limitando i danni. Credo che il 2016 darà una nuova spinta ad export e fatturati. Le aziende orafe ormai si sono strutturate e pochi mesi di sofferenza non saranno un problema». State cercando di differenziare i mercati per rispondere alle crisi di Golfo e Cina? «Da sempre come Confindustria e come Fiera Arezzo abbiamo attenzione alla internazionalizzazione, alle tendenze dei mercati e adesso con la globalizzazione e una competizione sempre più serrata ed allargata ciò è ancora più importante. Il Made in Italy di qualità tiene ma per avere risultati occorre stare insieme, far circolare informazioni». Come è cambiato il distretto orafo negli ultimi anni e come ha affrontato la crisi? «Ha reagito tirandosi su le maniche. Agendo su innovazione, qualità, design, tecnologia, nuovi macchinari evoluti e creatività, interagendo più di prima con il sistema moda. Gli sforzi per essere competitivi sono stati notevoli. E la duttori e più gioiellieri, non lavoriamo solo oro e argento ma pezzi unici, basati sul design e sulla specializzazione e l identità dei marchi, la qualità è alta come dimostra la collaborazione con grandi griffe dice Giuseppe Angiolini, art director di Oro Arezzo e Gold Italy e presidente onorario della Camera Italiana dei buyers di moda E dobbiamo crescere ancora: nelle piccole imprese serve più cultura e preparazione. I numeri IMPRESE 1.618 1.566 1.353 1.272 2000 2005 2010 2014 AREZZO 2000 2005 2010 2014 ADDETTI 9.900 Export (migliaia di euro) 2.107.934 1.343.306 1.532.095 1.867.214 ITALIA 2000 2005 2010 2014 8.666 7.430 7.793 2000 2005 2010 2014 Export nel mondo (migliaia di euro) 5.717.230 4.034.392 4.574.743 5.693.809 2010 2014 Emirati 488.642 Emirati 865.327 Francia 166.746 Stati Uniti 105.195 Turchia 92.945 Hong Kong 80.672 Mondo 1.532.096 Il lavoro di cesello di un artigiano orafo nella sua bottega Hong Kong 141.484 Stati Uniti 111.154 Francia 109.245 Turchia 108.847 Mondo 1.867.214 Non bastano più le buone mani, ora servono preparazione e formazione del nostro personale Con il mercato globale se si sta fermi si muore». Per spingere sulla formazione si cerca di agire su più fronti dalla nascita di un Its, Istituto tecnico superiore, alla riattivazione due anni fa del corso orafo all Istituto Margaritone, e sul supporto alle imprese medio piccole che hanno sofferto di più. «È un momento difficile per noi, i primi segnali positivi non si sono ancora trasformati in ordinativi e il mercato italiano ormai è residuale sottolinea Nicola Tacchini, presidente provinciale orafi di Cna, che conta 400 associati E davanti alle difficoltà non si può più essere l individualismo del passato, tenere i cancelli chiusi della aziende. Occorre fare massa critica, agire insieme, per la prima volta a Vicenza c è stata una nostra collettiva di ben 35 imprese, anche per ridurre i costi necessari per andare sui nuovi mercati». M.B. crisi è stata quasi paradossalmente una occasione, ci ha aiutati a superare la mentalità individuale, l essere chiusi ognuno per se, rivale di ogni altro. Solo uniti si vince. E con la preparazione e la formazione del personale: non bastano più le buoni mani». Le banche vi hanno aiutato con il credito per gli investimenti necessari? «Tolti i primi anni della crisi sono state vicine alle aziende sane, strutturate, ci hanno supportato nell anticipo delle fatture, sul rischio del cambio del dollaro e del prezzo dell oro che ora è stabile ma in passato ha avuto sbalzi fortissimi. Certo occorre cercare di farsi appoggiare di più dalle banche, aggiornandole su mercati e fatturati per un rating delle imprese corretto». Una «succursale» degli Uffizi ad Arezzo è una buona idea? «Senza dubbio. Gli Uffizi hanno decine di opere nei depositi e portarli da noi è una idea positiva e valida. Intanto con la nuova amministrazione comunale il vecchio progetto di un museo dell oro è ripartito, a partire da spostare la collezione oro di autore che oggi è nella Fiera e visibile solo su appuntamento, nel cuore della città, nel Palazzo di Fraternità». 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