Teoria e tecnica. del sonetto

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Teoria e tecnica del sonetto Per analizzare il sonetto dal punto di vista teorico, può essere utile la lettura di alcuni testi che permettono di comprendere le caratteristiche della sua forma metrica e del mirabile equilibrio, che qualcuno ha definito matematico, che lo governa. Tale struttura metrica costituisce il supporto sul quale si inseriscono le tecniche che danno vita alla ricca varietà ritmico-musicale e le figure atte ad abbellire i versi e creare immagini. Fra le principali si possono citare le rime (identità di suoni dall ultima sillaba tonica, ossia accentata, fino al termine del verso), le molteplici forme di quasi-rime (rime che presentano identità imperfette) e i vari richiami e ritorni sonori creati da ripetizioni, anafore, consonanze, assonanze e allitterazioni; il gioco mutevole degli accenti ritmici all interno dell endecasillabo, che nelle principali varianti del sonetto costituisce l unica forma di verso isosillabico utilizzata; le metafore, le similitudini e le altre figure retoriche che, usate in modo diverso a seconda della poetica e dell impronta stilistica di ogni singolo autore, rendono affascinanti e, spesso, polisemiche (ovvero aperte a più significati e interpretazioni) le composizioni in versi. Occorre anche approfondire la conoscenza contestuale ripercorrendo, attraverso il punto di vista dei critici letterari, la storia secolare del sonetto in Italia: di ciò si occupa il brano di un celebre studioso, Giovanni Getto, riportato a pag. 3. Due definizioni a confronto Nei due brevi passi che seguono, opera di studiosi contemporanei di linguistica e teoria letteraria, vengono proposti sintetici cenni sull origine del sonetto e sulle sue caratteristiche tecniche. Definizione di sonetto 1 Franco Brioschi e Costanzo Di Girolamo Connesso alla canzone 1 è [...] il sonetto, che è tra le forme più antiche della letteratura italiana, e destinata fino al Novecento a enorme fortuna europea. Invenzione siciliana 2, che si deve con ogni probabilità a Giacomo da Lentini, si tende oggi a pensare che il sonetto vada interpretato come una stanza isolata di canzone, con fronte e sirma bipartite (e senza concatenatio 3 ). Il sonetto, formato di tutti endecasillabi, si articola dunque in due serie di rime, quella dei quadernari (o quartine) e quella dei terzetti (o terzine). I quadernari sono a rime alterne: ABAB.ABAB, o abbracciate: ABBA.ABBA (più rara la serie asimmetrica, ma speculare: ABAB.BABA; o la mistione di rime abbracciate e alterne: ABBA.ABAB; un unicum 4 è la disposizione ABBB.BAAA, in un sonetto di Cavalcanti). Maggiore libertà si ha nei terzetti, dove le rime possono essere due, per esempio alterne: CDC.DCD, o tre, ripetendo nel secondo terzetto le rime del primo in ordine diretto: CDE.CDE, o inverso CDE.EDC; ma non mancano numerose altre combinazioni, praticamente tutte le varianti combinatorie possibili su due o tre rime (CDD.DCC; CCD.DCC; CDE.DCE; CDE.DEC, ecc.). La storia del sonetto registra modifiche di vario tipo, e non sempre di grande fortuna, alla sua struttura, come l aggiunta di una coda composta da un settenario rimante con l ultimo verso del secondo terzetto seguito da un distico di endecasillabi (sonetto caudato), o come l inserzione di settenari all interno dei quadernari e dei terzetti. da Elementi di teoria letteraria, Principato, Milano, 1984 1. canzone: si allude qui, evidentemente, alla canzone come forma di componimento poetico. 2. siciliana: dei rimatori della Scuola siciliana. 3. si tende concatenatio: si ritiene che il sonetto sia nato dalla stanza, ovvero da una delle strofe, a sua volta suddivisa in fronte e sirima, in cui la canzone si suddivide, con eliminazione della concatenatio o chiave (il verso che collega fra loro fronte e sirima). La tesi qui esposta non è però unanimemente condivisa dagli studiosi. 4. un unicum: un fenomeno che si verifica una sola volta nella storia della letteratura italiana. 1

Il sonetto 1 20 2 Angelo Marchese Forma poetica antichissima, il sonetto compare contemporaneamente alla canzone come una sua stanza isolata. Jacopo da Lentini fu forse il primo a comporre sonetti con 14 versi endecasillabi, distinti in due quartine (corrispondenti ai piedi della fronte) e in due terzine (corrispondenti alle volte della sirma). Lo schema di Jacopo è il seguente: ABAB ABAB CDE CDE oppure CDC DCD. Fra gli stilnovisti si diffuse pure la forma ABBA ABBA e nelle terzine le forme CDC CDC oppure CDE EDC, CDE DCE, CDE DEC [...]. Forme metriche derivate dal sonetto sono: il sonetto minore: ha versi più brevi dell endecasillabo; il sonetto doppio (o rinterzato): si ottiene introducendo un settenario dopo i versi dispari delle quartine e dopo il secondo verso delle terzine (nel rinterzato c è un settenario anche dopo il primo verso delle terzine). Fu probabilmente inventato da Guittone d Arezzo. Il sonetto ritornellato: ha una coda di un endecasillabo in rima col quattordicesimo verso oppure di due versi ritmati fra loro. Fu inventato da Guittone. Il sonetto caudato: sostituì il ritornellato a partire dal XIV sec.; all ultimo verso del sonetto segue un settenario in rima e una coppia di endecasillabi a rima baciata (eff 1 ). Nel Cinquecento se ne servì il Berni per la sua poesia burlesca. Se la coda era ripetuta più volte si aveva la cosiddetta sonettessa. Il sonetto raddoppiato: è fatto con quattro quartine e quattro terzine. Il sonetto misto: alterna endecasillabi e settenari. Il sonetto continuo: una rima o entrambe le rime delle quartine si prolungano nelle terzine (schema: ABBA ABBA ABA BAB, oppure ACC ACC). Una serie di so netti sullo stesso tema viene chiamata corona (ad esempio, Il Fiore attribuito a Dan te, i sonetti dei mesi e della settimana di Folgore, i sonetti del Ça ira di Carduc ci 2 ). da Dizionario di retorica e stilistica, Mondadori, Milano, 1978 1. eff: quando si usano le lettere alfabetiche per indicare lo schema delle rime, la lettera minuscola sta ad indicare una rima che appartiene a un verso metricamente diverso e più breve (in questo caso, un settenario, seguito da due endecasillabi). 2. sonetti Carducci: mentre Dante e Folgore sono autori vissuti fra il XIII e il XIV secolo, Giosue Carducci (183-1907) è poeta e scrittore di gusto classicista fra i più noti nella letteratura italiana dell ultima parte dell Ottocento. L avoro sul testo Comprensione 1. In quale ambiente letterario e da chi probabilmente venne inventato il sonetto? 2. Da quale forma poetica deriva il sonetto e a quale strofa corrisponde? 3. Da quali e quanti versi è formato il sonetto nella sua forma più tipica? 4. In quali due serie di rime si suddivide il sonetto e quale può essere, ad esempio, uno fra i più tipici schemi delle quattordici rime?. Quale schema di rime venne usato da Jacopo da Lentini? 6. Quali sono le più diffuse forme di schema di rime nelle quartine e nelle terzine? 7. Quale schema di rime si diffuse fra gli stilnovisti? Approfondimenti 8. Ricerca e sintetizza in forma di breve relazione orale notizie sulla forma di componimento poetico detta canzone e sulla sua struttura metrica. 2

Il sonetto in Italia Il celebre critico letterario Giovanni Getto nel brano proposto, analizza la storia del sonetto e le ipotesi che, fin dal lontano passato, gli studiosi e i letterati hanno avanzato sulla sua origine geografica, sulla sua derivazione metrica e sul significato del suo nome. Il testo si conclude con un elenco degli autori che maggiormente hanno contribuito allo sviluppo del componimento che ha caratterizzato la storia della poesia in lingua italiana per oltre settecento anni. 1 20 2 30 3 40 Giovanni Getto Gli studiosi [ottocenteschi] del sonetto si trovarono impegnati in una contesa molteplice, nella quale si manifestano, evidentemente e attivamente operanti, alcuni dei miti più caratteristici della cultura di fine ottocento: il mito della nazione, il mito della regione, il mito dell evoluzione. Si dibatte innanzitutto sull origine italiana o francese o provenzale del sonetto, per rivendicarne all Italia l invenzione e la proprietà nell uso. Così, contro l opinione che già era stata di Guglielmo Colleter che, nel suo Traité du sonnet apparso nel 168, sosteneva l origine francese o almeno provenzale del sonetto, e contro la tendenza del Wackernagel, nella sua opera Altfranzösische Lieder und Leiche del 1846, rivolta a collegare la nascita del sonetto alla stanza, la quale sarebbe stata derivata dai tedeschi, Adolfo Borgognoni, in un articolo apparso sulla Nuova Antologia del 1879, richiamava l affermazione del Castelvetro che risolutamente avvertiva che questa maniera di canzone... è antichissima e propria nostra, e volgeva in senso certo l opinione del Redi che propendeva...a credere che tal foggia di sonetti fosse totalmente invenzione de nostri più antichi poeti italiani (e del resto già il Cinguené aveva riconosciuto nella sua Histoire littéraire d Italie che il sonetto è estraneo alla poesia provenzale e che c est en Italie qu il faut en chercher les premiers types 1 ). Si contrasta poi, una volta risolta in senso italiano la questione preliminare dell origine nazionale o straniera, sulla regione d Italia che avrebbe avuto il merito di essere stata la culla del sonetto. E la polemica si svolge naturalmente intorno a due regioni, la Toscana e la Sicilia; in favore della prima schierandosi il Borgognoni ancora e il Biadene, ed in favore della seconda il Cesareo e il Foresti: con torto evidente dei primi, perché l ipotesi del Biadene che il sonetto sia nato nell Italia Centrale per il fatto che quasi tutti i mille sonetti del XIII secolo appartengono ad autori dell Italia Centrale, mentre solo ventisei, secondo il calcolo dello studioso, sarebbero di siciliani è metodologicamente assurda, ed insostenibile è la convinzione del Borgognoni doversi tenere per certo essersi il sonetto primamente usato dai rimatori della scuola guittoniana 2, come insostenibile è la sua ipotesi che il sonetto sia subito passato in Sicilia ad opera dello stesso Guittone che in Sicilia avrebbe viaggiato (mentre più vicina al vero è, semmai, proprio l affermazione opposta, del Cesareo, che il sonetto dalla Sicilia spiccò il volo verso le terre d Italia 3 ). Si discute infine da quale precedente forma metrica si sarebbe venuta svolgendo la nuova forma, quella del sonetto. E qui, di nuovo, il campo si divide fra coloro che suppongono la derivazione dalla unione di due strambotti 4, l uno di otto e l altro di sei versi, corrispondenti alle due quartine e ai due terzetti, o comunque di due tetrastici e di un esastico (e questa congettura, avanzata già dal Tommaseo, dal Nigra e dal D Ancona, sarà sostenuta, sulla scorta degli studi del Welti, dal Biadene; e sarà ripresa dal Foresti e dal Cesareo) e coloro invece che pensano il sonetto esser derivato dalla stanza di canzone, essere insomma una specie di cobla esparsa (ed è la tesi proposta dal Witte e rinnovata con altri argomenti dal Mussafia dal Tobler dal Caslini e dal 1. c est types : è in Italia che bisogna cercarne i primi modelli. L espressione è in lingua francese. 2. doversi guittoniana: Borgognoni attribuisce l invenzione del sonetto al rimatore toscano Guittone d Arezzo (123 ca. 1294) e ai suoi seguaci, sostenendo che solo successivamente il componimento sarebbe stato diffuso fra i poeti della Scuola siciliana. Di parere opposto è G. Getto. 3. dalla Sicilia d Italia : con espressione metaforica, Cesareo sostiene che il sonetto, inventato dai poeti della Scuola siciliana, solo in un tempo successivo si sarebbe diffuso in Toscana. 4. strambotti: forma popolare di lirica amorosa, destinata alla musica: normalmente era composta da sei endecasillabi o da un ottava (ma ne esistono numerose varianti).. cobla esparsa: struttura di stanza di canzone tipica della poesia dei trovatori provenzali. 3

4 0 60 6 70 7 80 8 90 Gaspary e poi accolta da Pio Rajna, e in parte almeno dallo stesso Biadene, pur nella sostanziale fedeltà alla sua teoria dei due strambotti). Più di queste due diverse soluzioni impostate su una identica concezione evoluzionistica, riuscirà persuasivo il richiamo alla genesi autonoma del sonetto, al suo spontaneo apparire per un libero atto di invenzione artistica: ed è, sulla via già intravista dal Cesareo nella Poesia siciliana sotto gli Svevi ( E la forma stessa del sonetto, ignoto alla poesia provenzale, fu trovata e mantenuta poi sempre da Giacomo 6 [...]. Qui egli si giovò, non c è dubbio, della poesia popolare siciliana, la quale avea lo strambotto di otto versi e quello di sei, con rima alterna. Sovrapponendo l uno all altro, egli ottenne lo schema del sonetto originario... : ma...trovò il sonetto per ragioni d arte e di sentimento ), il cammino percorso da Wilkins nel suo articolo The invention of the sonnet ( The sonnet though popular in the source of one and least of its parts, is [...] an artistic invention 7 ) e da Ferdinando Neri ( Il sonetto fu, quando un poeta lo compose: un poeta della Scuola siciliana, e assai probabilmente Giacomo da Lentino... ). Fra tanta disparità di giudizi sul luogo di nascita e sul ceppo d origine del sonetto, l accordo è invece pieno per quanto riguarda il nome. Respinta l ipotesi ingenua affacciata nelle antiche pagine De rhitmis vulgaribus di Antonio da Tempo, che riteneva che il sonetto fosse così chiamato quia bene sonat auribus audientium e soprattutto quod haec nomina ad libitum antiquorum inventa fuerunt 8, è ben certo che tale nome (nel provenzale sonet) fosse impiegato a designare in genere un componimento poetico musicato, e in particolare, come par probabile, un componimento di una certa brevità, quasi a dire piccolo suono, breve melodia, secondo già il Trissino e altri ritenevano: Il sonetto, il cui nome non vuol dir altro che canto picciolo, perciò che gli antiqui dicevano suono a quello che oggidì chiamano canto.... Né va dimenticata, su tale questione, l autorevole testimonianza di Dante, che nel De vulgari eloquentia, richiamandosi all uso di accompagnare con la musica la poesia, scriverà trattando della canzone: Si deve inoltre spiegare se si dica canzone la composizione di parole con armonia, ovvero la modulazione. Al quale proposito dico che la modulazione non si chiama mai canzone, ma suono, tono, nota, o melodia. Infatti nessun suonatore di flauto, di ghironda 9, di cetra chiama canzone la sua melodia se non in quanto è disposata a qualche canzone; bensì quelli che compongono parole con armonia chiamano le opere loro canzoni, ed anche tali parole, distese in piccoli fogli, senza chi le reciti, si chiamano canzoni. E però appare chiaro che canzone null altro è se non opera compiuta di chi compone con arte parole armonizzate per una modulazione: tanto le canzoni dunque, di cui ora si tratta, quanto le ballate, i sonetti e le parole tutte che in qualsiasi forma metrica siano armonizzate in lingua volgare e regolare potremo dire essere canzoni. Se del sonetto, purtroppo, nell incompiuto trattato, Dante non arriva a parlare, più di un sonetto egli ci ha però lasciato, che noi possiamo leggere nella Vita Nuova e fra le Rime, di stupenda e immacolata bellezza. Una memoria di azzurro e di oro, di trasparenze celesti e di trasalimenti arcani, di profili sparenti e di estatici sospiri, si raccoglie intorno a questi componimenti, quasi a riassumere in noi il senso della prima autentica esperienza poetica della lirica italiana. Perché raramente toccano la poesia i sonetti della scuola siciliana, anche se qua e là una parola o un verso o una strofa sorprendono per un istante la nostra attenzione con la freschezza del colore puro e del delicato profumo di una fragile corolla primaverile, con il fascino sottile di un ritmo di linee o di canto di una figura arcaica o di una melodia antica. Sicché non a caso proprio da Dante il Carducci volle prendere le mosse per la sua sintetica storia del sonetto [...]. 6. Giacomo: Giacomo o Jacopo da Lentini (1228 ca.-1260). Notaio alla corte di Federico II, è ritenuto il più importante poeta della Scuola siciliana. 7. The sonnet invention : Il sonetto, benché sia popolare per origine e nell una e nell altra delle sue parti, è [ ] un invenzione artistica. L espressione è in lingua inglese. 8. quia fuerunt : perché suona bene alle orecchie degli ascoltatori e soprattutto perché questi nomi furono trovati a piacimento degli antichi. Antonio da Tempo scriveva in latino. 9. ghironda: antico strumento musicale a corde, provvisto di rudimentale tastiera per l intonazione. Le corde vibrano a contatto con una ruota azionata da una manovella.. cetra: strumento a corde pizzicate, con cassa a forma di pera. Ricavato nel mondo classico da gusci di tartaruga, rappresenta, anche etimologicamente, l antenato della chitarra. 4

9 Dante, Petrarca, Tasso, Alfieri, Foscolo, Carducci... In questi nomi si raccoglie in effetti, nei suoi momenti più solenni, o meglio nelle personalità più imponenti, la storia del sonetto italiano. da Il sonetto, a cura di G. Getto ed E. Sanguineti, Mursia, Milano, 197 L avoro sul testo Comprensione 1. Quali possibili origini attribuirono al sonetto gli studiosi ottocenteschi? 2. Quali studiosi ritengono che l origine del sonetto sia italiana? 3. Qual è la tesi di Borgognoni sull ambiente letterario che avrebbe creato il sonetto e in cosa si distingue da essa quella di Cesareo? 4. Da quali forme metriche precedenti si sarebbe sviluppato il sonetto?. A chi, da Cesareo e da Neri, viene attribuito il merito di aver creato il sonetto? 6. Quali sono l origine e il significato più probabili del termine sonetto? 7. Quali nomi rappresentano le personalità principali nella storia del sonetto italiano? Analisi 8. Riscrivi in italiano contemporaneo i passi del De vulgari eloquentia di Dante riportati nel brano. 9. In un passaggio del brano riportato, G. Getto usa un tono polemico nei confronti di una tesi che egli definisce assurda. Qual è il contenuto di tale tesi, chi la sostiene e con quali argomentazioni Getto la respinge? Approfondimenti.Qui di seguito ti forniamo un elenco di termini la cui conoscenza è indispensabile per analizzare testi di sonetti. Trascrivili e, accanto ad ognuno di essi, con l aiuto del dizionario o di altri opportuni strumenti, annota la definizione e almeno un concreto esempio rintracciato in una poesia. (Esempio. La rima è un identità sonora di parole o loro parti, dall ultimo accento tonico alla fine del verso, come in: vìta smarrìta al termine del primo e terzo verso dell Inferno dantesco). Queste la parole da analizzare: accento ritmico; allegoria; allitterazione; assonanza; consonanza; dialefe e sinalefe; ellissi; endecasillabo; enjambement; ipallage; iperbole; metafora; metonimia; metro; ossìmoro; paronomasia; quasi-rima; rima; rima piana, tronca e sdrucciola; rima baciata, alternata e incrociata; simbolo; significato e significante; sinestesia. 11.Scrivi un articolo di giornale, destinato alla pagina culturale di un giornalino scolastico, sull argomento: Origini e caratteristiche del sonetto. Non oltrepassare le tre colonne di metà foglio protocollo.