L EMIGRAZIONE DALL ITALIA NEGLI ANNI DEL BOOM

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Transcript:

L EMIGRAZIONE DALL ITALIA NEGLI ANNI DEL BOOM ECONOMICO (1945-1960) ANDREA VILLA ISTITUTO PIEMONTESE PER LA STORIA DELLA RESISTENZA E DELLA SOCIETÀ CONTEMPORANEA, G. AGOSTI DI TORINO, WWW.ISTORETO.IT

1951: L ITALIA È ANCORA UN PAESE AGRICOLO 8,6 milioni di persone sono occupate nell agricoltura (43,9% sul totale degli addetti) 5,8 milioni lavorano nell industria (29,5%) 4,1 nei servizi (20,8%) 1,1 nella pubblica amministrazione (5,8%) Nel 1946 riprende l emigrazione di lavoratori. Mete preferite l Europa del Nord e l America del Sud, soprattutto Venezuela e Argentina. 30.000 italiani vanno a lavorare nelle miniere francesi.

1961: DIECI ANNI DOPO L ITALIA È UN PAESE INDUSTRIALIZZATO 5,8 milioni, gli addetti all agricoltura 7,8 milioni impegnati nell industria 5,1 milioni quelli nel terziario 1,5 milioni pubblica amministrazione

ALCUNE REGIONI SONO ANCORA POVERE. NEL 1951 L ALLUVIONE DEL POLESINE COLPISCE IL VENETO (Novembre 1951) dopo 5 giorni di intense piogge il fiume Po rompe gli argini tra Ferrara e Rovigo. L onda di piena sommerge una zona di 1.000km². Bilancio: oltre 100 morti, migliaia sfollati senza casa. I danni sono ingenti: 300mld di Lire; 60 ospedali e 70 scuole allagate; 600 case crollate, 30.000 aziende agricole danneggiate; Affogano migliaia di buoi, maiali e cavalli. Arrivano aiuti da tutta Europa (portati dal 12 stormo dell aviazioneusa di stanza in Germania).

NEGLI ANNI CINQUANTA MIGLIAIA DI CONTADINI E OPERAI LASCIANO IL VENETO PER EMIGRARE NEL NORD EUROPA

1951: LE CONDIZIONI DI VITA DEGLI ITALIANI 1951: il Parlamento promuove un inchiesta (Vigorelli-Tremelloni) sulle condizioni di vita in Italia; Più di 12 milioni di italiani risultano poveri (1/4 della popolazione tot.) Molti vivono ancora come in tempo di guerra: ammassati in piccoli vani, addirittura in grotte (Sassi di Matera); Problemi: disoccupazione, sfruttamento dei minori, alta percentuale di analfabetismo (14%), sottoalimentazione (40% famiglie non mangia mai carne; i più solo una volta a settimana. Pochi usano lo zucchero). Nelle campagne si vive ancora nelle stalle; non esistono servizi igienici (solo gabinetti in muratura in cortile). Nel 1951 solo 7 famiglie su 100 hanno il bagno in casa.

NEL 1951, NEL SUD ITALIA, SI FA SCUOLA NELLE GROTTE O NELLE CASCINE DI CAMPAGNA

L ANALFABETISMO Nel 1951 tra la popolazione italiana di età superiore ai 6 anni il 12,9% (pari a 5 milioni e mezzo di persone) è analfabeta. Nelle regioni del Sud la percentuale sale al 25-30%. Nel 1961 la percentuale scende all 8,3%. Di recente la percentuale è tornata a salire al 10% (dati del 2001).

IL MIRACOLO ECONOMICO Nel periodo 1950-60 per la prima volta gli addetti al settore industriale superano agricoltori. Grazie al «Piano Marshall» decollano I grandi gruppi industriali (FIAT, Pirelli, Montecatini, SADE poi Enel). Crescono anche nuovi settori, come quello degli elettrodomestici (Ignis, Ariston, Zanussi, Necchi, ecc.). In 10 anni raddoppia il reddito nazionale; e la crescita annua del PIL sale al 6%. Aumentano le esportazioni, ma soprattutto c è un ascesa dei consumi privati.

I SETTORI TRAINANTI: ELETTRODOMESTICI Nel 1951 le industrie italiane producono 18.500 frigoriferi. Nel 1957: 370.000 Nel 1967: 3.200.000 L Italia diventa il terzo produttore mondiale dopo USA e Giappone

L AUTOMOBILE L industria automobilistica italiana conosce un ascesa vertiginosa: 1950: 100.000 autovetture 1955: 230.000 1962: 877.000 1963: 1.105.000. Si diffonde l American dream, ma in realtà le condizioni di vita sono, per tante persone, ancora dure.

IL ROVESCIO DELLA MEDAGLIA: L EMIGRAZIONE. v Dal 1946 al 1976 emigrano 7,5 milioni di italiani. v Principali destinazioni restano il Sud America e il Nord Europa. v Ci sono forti migrazioni interne da Sud a Nord, verso il triangolo industriale, vale a dire verso i centri industriali di Milano, Torino e Genova. v Problemi: la difficile integrazione e il razzismo conto i meridionali, paragonati agli africani. v Nel Nord Italia compaiono cartelli con la scritta: «non si affitta a meridionali» e nascono nuovi ghetti.

METE E CIFRE Gli italiani emigrano in Nord Europa (Francia, Belgio, Svizzera, Germania), in America e in Australia dalla Campania partono 936.000 persone dalla Puglia: 856.000 persone dalla Sicilia: 785.000 dalla Calabria: 752.000 dal Veneto: 856.000 dal Friuli-Venezia Giulia: 386.000

Migranti in partenza dalla stazione di Napoli, negli anni Cinquanta Stanza di emigrati bergamaschi in Svizzera nel 1955

LA TRAGEDIA DI MARCINELLE v8 agosto 1956: scoppia un incendio a 900m di profondità in un pozzo della miniera di Marcinelle, in Belgio. vi soccorsi tardano; muoiono 237 minatori dei quali 140 italiani. vnel 1951 50.000 immigrati italiani lavorano vnelle miniere del Belgio e circa 900 muoiono in incidenti di lavoro. v30 agosto 1965 a Mattmark, in Svizzera, un cantiere viene sepolto da una frana: muoiono 55 operai italiani.